Gloria a Maria Corredentrice!
La Santa Sede – ormai lo sappiamo bene – è occupata da una cricca
di ecclesiastici empi e immorali che, a causa dei loro vizi, vengono manovrati
da poteri occulti che usano l’autorità della Chiesa per distruggerla dall’interno.
La nostra fede non deve tuttavia rimanerne scossa, poiché questa sarebbe la più
splendida vittoria del diavolo. È certamente motivo di profondo dolore che la
nostra Madre celeste sia offesa proprio da coloro che, in virtù dell’ufficio,
dovrebbero onorarla e farla onorare; se però consideriamo ogni fatto alla luce
della Provvidenza, che permette il male per trarne del bene, la prospettiva si
modifica e ne riceviamo profonda consolazione.
Effetto contrario
Il turpe personaggio indebitamente collocato nel ruolo di custode
della dottrina continua a vomitare – né potrebbe esser diversamente – ciò di
cui è ricolma la sua anima putrida e fetida. L’esperto di baci ed erotismo, non
pago di aver autorizzato impossibili “benedizioni” di concubini e sodomiti, ha
poi imposto un insieme di norme di discernimento che non servono a discernere
nulla ma promuovono abusi e incertezze circa presunti fenomeni soprannaturali.
Adesso osa attaccare la dottrina mariana quale si è esplicitata in due millenni
di Magistero, teologia e insegnamento di Santi e Dottori. La sua sfrontata tracotanza,
pari alla ripugnante perversione che denota il volto rifatto dai chirurghi, è
peggiore persino dell’avversione dei demoni, costretti a sottomettersi alla Santissima
Vergine.
Questo attacco, nondimeno, sta ottenendo benefici effetti: non
soltanto quello di far reagire il corpo ecclesiale, come già la vergognosa
dichiarazione Fiducia supplicans, ma anche
quello di provocare un rinnovato interesse, a livello accademico e popolare,
per quella verità di fede, ormai ampiamente riconosciuta, che è la
Corredenzione di Maria. Non è ora il momento di soffermarsi sulle molteplici
ragioni di tale dottrina; ci limitiamo invece a riportare l’acuta osservazione
di un sacerdote secondo cui l’infelice nota vaticana costituisce un
provvidenziale incentivo alla sua definizione dogmatica, visto che un evento
del genere si rende di solito necessario quando un dato della Rivelazione viene
contestato oppure ha bisogno di esser chiarito una volta per tutte.
Il trionfo di Maria
L’impiego dell’infallibilità pontificia in ambito mariologico,
negli ultimi due secoli, ha innescato enormi progressi sia nella teologia che
nella pastorale e nella vita dei fedeli. Che la dottrina della Corredenzione
sia sancita come dogma, a nostro parere, è essenziale al trionfo del Cuore
Immacolato di Maria. Non sappiamo quando ciò avverrà ma, a tal fine, è
sicuramente necessario un papa che sia consapevole del mandato ricevuto e lo
attui come si deve; quello attuale sembra limitarsi a portare avanti la linea
stabilita in precedenza assecondando l’agire di coloro che lo circondano. Il
Sommo Pontefice non può approvare un testo che contraddice il Magistero di
numerosi suoi predecessori e tradisce palesemente un intento preordinato,
citando in modo tendenzioso solo le fonti che tornano utili e omettendo quelle
che smentiscono la tesi prestabilita.
D’altra parte la nota, come già la dichiarazione, non
è una delle forme del Magistero autentico e, di conseguenza, è priva di ogni
vigore obbligante per la coscienza. Quando un dicastero della Santa Sede vuol
dare indicazioni in materia di dottrina, morale o diritto canonico, emette un’istruzione,
ossia un testo che ha valore di legge. In questo caso possiamo invece tranquillamente
ignorare quel papocchio illeggibile non soltanto per la lunghezza, ma
soprattutto per l’argomentare confuso e non convincente, nel quale si smarrisce
perfino un esperto in materia; il cumulo di dati e citazioni pare più adatto a
un procedimento mistificatorio che a un’esposizione imparziale e serena. Si
direbbe che gli autori stessi volessero evitare di impegnare l’autorità del
Magistero contando unicamente sull’eco mediatica, ampia e immediata ma destinata
a spegnersi dopo poco tempo.
«Colui che abita nei cieli li irride e il Signore se ne fa beffe»
(Sal 2, 4); tu non curartene affatto, ma «lascia che il mormoratore muoia fuori
con la sua bestemmia» (san Gregorio Nazianzeno, Orationes,
45, 23: PG 36, 24). Noi abbiamo un posto privilegiato che nessuno al mondo
potrà toglierci: sotto la Croce con Maria, come Giovanni; tutto ciò che
dobbiamo fare è soffrire, offrire e offrirci, in unione al Redentore e alla
Corredentrice, per il bene della Chiesa e la salvezza del mondo. Là non
soltanto siamo assolutamente al sicuro, ma possiamo pure ricevere, attraverso la
Mediatrice di tutte le grazie, la gioia ineffabile dello Spirito Santo, di cui
nessuno al mondo potrà privarci; là troviamo la nostra Genitrice, che ci circonda
di cure amorosissime, come la migliore delle madri, e dalla quale nessuno al
mondo potrà mai strapparci.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali, / che qual vuol grazia ed a te non ricorre, / sua disïanza vuol volar sanz’ali (Dante Alighieri, Paradiso, XXXIII, 13-15).
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