La scimmia della Chiesa
Veritas Domini
manet in aeternum (Sal 116, 2).
Il simulacro di Chiesa realizzato in questi ultimi sessant’anni
replica per analogia le caratteristiche di colui che l’ha ispirato: come il
diavolo imita maldestramente l’agire divino, tanto da meritarsi l’appellativo
di simia Dei, così quei suoi servi che si sono infiltrati nella Chiesa terrena
e ne hanno scalato il vertice si sforzano di riprodurre la condotta dei veri
Pastori, ma si tradiscono per il loro dispotismo, tanto più odioso quanto più
camuffato da liberalismo sinodale. Il primo nemico di un sacerdote, molto
spesso, è il suo stesso vescovo, che dovrebbe invece dirigerlo paternamente, ma
sembra incline alla benevolenza esclusivamente con le varie categorie protette
(zingari, immigrati, sodomiti, conviventi…).
Punto di partenza
Prima che qualcuno si metta a gridare al razzismo e alla
discriminazione, ricordiamo che la Chiesa ha sempre accolto tutti, purché
fossero disposti a riconoscere la verità e a correggersi in bene – per la loro
salvezza, non certo per sue mire di potere. Se i Pastori cessano di guidare verso
il meglio le persone a cui aprono le porte dell’ovile, esso si trasforma in un
serraglio rigurgitante di disordine e sporcizia, con grave danno per chiunque
vi si trovi. Non stiamo certo caldeggiando l’idea di una farisaica comunità di
puri, ma rammentando che lo scopo per cui Gesù Cristo ha istituito e inviato
gli Apostoli è quello di esortare alla conversione, come Egli stesso aveva
fatto durante la propria missione terrena: «Convertitevi, perché il Regno dei
Cieli è vicino» (Mt 4, 17).
Che per ora si debba sopportare la zizzania non significa che sia
bene coltivarla; il fatto che nella rete finiscano pure i pesci cattivi non
implica che diventino automaticamente buoni e che tali vadano considerati (cf.
Mt 13, 24ss.47ss). La conversione non è questione di semplici idee o
convincimenti, ma un cambiamento di vita che riformi il modo di pensare,
sentire, parlare e agire per conformarlo a quello di Cristo (cf. Rm 12, 2). La
Chiesa non esiste per approvare e assecondare il peccato, ma per toglierlo con
l’autorità e la grazia del suo Fondatore, secondo l’intenzione per cui è stata
fondata. I peccatori vanno accompagnati, certo, ma in una dura lotta per
vincere le loro tendenze disordinate e correggere le loro abitudini cattive,
non per persuaderli che vadano bene così come sono.
Caricature del vero
Una misericordia che non aiuti le persone a migliorarsi è uno
scimmiottamento di quella autentica, dato che non produce alcun bene per chi la
riceve. Un’accoglienza che incoraggi il malato a restare tale è uno
scimmiottamento della carità, dato che non vuole il suo progresso. Una
pastorale che non indichi la giusta via da seguire né la percorra
effettivamente è uno scimmiottamento dell’incarico ricevuto dalla Chiesa, dato
che si risolve in ingannevole ammiccamento. Un annuncio evangelico che ometta
sistematicamente le verità invise al pensiero dominante o le deformi per
adeguarle ad esso è uno scimmiottamento della missione, dato che traveste il
pensiero di Cristo sotto le spoglie degli ideali massonici, i quali altro non
sono che alienanti menzogne.
La scimmia della Chiesa è una colossale caricatura, puteolente e grottesca,
della Sposa di Cristo. Il suo ideale di unità non si fonda sulla comune
obbedienza alla verità rivelata e trasmessa, bensì sull’impossibile coesistenza
di opinioni contraddittorie che si escludono a vicenda. Il suo concetto di
comunione non è la realtà soprannaturale creata dalla comune partecipazione
alla grazia, bensì un accordo del tutto orizzontale che presuppone la rinuncia
alla propria identità e l’omologazione di massa, come nei regimi totalitari. La
sua prassi ecclesiale non è il sano funzionamento di un corpo regolato da leggi
e ordinato dall’autorità gerarchica, bensì un guazzabuglio di organi e tessuti
non coordinati dal sistema nervoso e abbandonati alle convulsioni.
Dissoluzione voluta
Tale disastroso risultato è stato deliberatamente pianificato e
sistematicamente perseguito dalle menti malvagie di quei servi di Satana che si
sono infiltrati nella gerarchia per demolire la Chiesa dall’interno, secondo un
piano che risale almeno alla prima metà dell’Ottocento e fu scoperto dalla
polizia di Pio IX. In quasi due secoli l’opera è giunta a buon punto, conducendo
non alla distruzione della Chiesa dall’esterno (impresa, più volte tentata, che
ha ottenuto l’effetto opposto), bensì a una sorta – se possibile – di mutazione
genetica che la rendesse, da nemica, alleata dei poteri occulti che intendono
asservire l’umanità. Tutto ciò, ovviamente, tocca soltanto le sue strutture
storiche, non la sua essenza, la quale, essendo di natura trascendente, è
assolutamente immodificabile.
Lo spettacolo che si offre ai nostri occhi, nondimeno, è a dir poco
desolante. La scimmia è capace, nella stessa giornata, di autorizzare un
pontificale in rito antico tenutosi nella basilica di San Pietro e di varare un
testo che impone l’omoeresia come principio e come prassi. In questo grande
circo c’è posto sia per i macachi baroccamente bardati sia per i travestiti che
ostentano le perversioni più ripugnanti: «Venghino, siori, venghino: più gente
entra, più bestie si vedono!». Che dire, a questo punto? Tutti insieme
appassionatamente? No: c’è ancora qualche irriducibile Bastian contrario che
dissente e non ingoia l’inganno, perdindirindina!… e non sono ancora riusciti a
farlo tacere. Il fatto è che la contraddizione non gli va proprio giù in
nessuna maniera.
Scherzi della Provvidenza
La memorabile giornata del 25 Ottobre scorso, tuttavia, ha registrato
un fuori-programma davvero inaspettato: il novantasettenne cardinale albanese
Ernest Simoni, sopravvissuto a una trentina d’anni di carcere e lavori forzati
nel paradiso comunista, ha pronunciato presso la tomba del Principe degli
Apostoli l’Esorcismo di Leone XIII, atto sicuramente tanto efficace quanto
sgradito a quei rinnegati che vi celebrano le messe nere. I traditori di Cristo
non possono intuire i disegni del Cielo, benché il loro padrone, la scimmia
di Dio, sia in grado di far previsioni abbastanza accurate. Il vero Signore
del mondo è infinitamente più forte del diavolo e dei suoi miserabili accoliti,
destinati, in assenza di conversione, alla dannazione eterna.
Da parte nostra rimaniamo fedelmente al capezzale della Madre ammalata piuttosto che malmenarla ulteriormente con sciagurati propositi di ribellione. Il Medico divino sa benissimo come estirpare il tumore che la affligge e deturpa; a tempo debito, lo farà con metodo e rapidità sorprendenti. A noi spetta vegliare con viva fede, attendere con ferma speranza e operare con carità fattiva, tappandoci le orecchie tanto alle farneticazioni dei fautori della perversione quanto a quelle di coloro che, per reazione, ci tentano di scisma. Non siamo di quelli che, con la pretesa di difendere la fede a parole, la negano nei fatti, ma di quelli che, sapendo che la verità del Signore rimane in eterno, Gli si tengono ben stretti nell’unità del Corpo Mistico.
 
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