RACCOMANDAZIONI
AL NUOVO PAPA
Pro eligendo
Romano Pontifice
Se mi amate, osservate i miei comandamenti (Gv 14, 15).
Le parole che il Signore Gesù rivolse agli Apostoli durante
l’Ultima Cena ci fanno da guida nella preghiera per l’elezione del nuovo Sommo
Pontefice. La vita della Chiesa è la carità: amare il Signore; amare il
Signore, però, significa osservare i Suoi comandamenti, ossia compiere la Sua
volontà, volere ciò che vuole Lui. Questa è la condizione per cui noi possiamo
essere guidati dallo Spirito Santo. Durante quel discorso Gesù promise l’invio
del Paraclito, del Consolatore, di Colui che avrebbe aiutato gli Apostoli a
ricordare tutti i Suoi insegnamenti e tutte le Sue azioni, per poi predicare
nel Suo nome la conversione e la vita nuova.
Ora, lo Spirito Santo può operare in noi se il nostro cuore è puro
e retto; per questo dobbiamo chiedere anzitutto questa grazia per il Conclave
sta per iniziare: che i Cardinali siano animati da un’intenzione pura e retta
nello scegliere il Successore di Pietro. Il Signore dichiarò agli Apostoli che
non Lo avrebbero più visto fisicamente; Egli continua tuttavia ad operare nella
Chiesa, non solo mediante lo Spirito Santo, in modo invisibile, ma anche in
modo visibile, tramite il Suo Vicario, colui che Lo rappresenta tra di noi. È
perciò assolutamente indispensabile che la scelta sia guidata dai suggerimenti
dello Spirito Santo e che i Cardinali, sui quali incombe questa responsabilità,
siano docili alle Sue ispirazioni.
Ciò che il nuovo Papa dovrà fare – fra gli altri compiti – sarà
ripristinare l’ordine, la legalità e la giustizia all’interno della Chiesa. Se
amare il Signore consiste nell’osservare i Suoi comandamenti, evidentemente non è possibile servirlo senza ordine, senza legalità e senza giustizia:
sarebbe una contraddizione. Si può dire a parole che Lo si ama e Lo si serve,
ma se i fatti smentiscono le parole, quelle parole sono vuote, non hanno alcun
valore. Ci sono diversi ambiti in cui è assolutamente indispensabile che siano
ripristinati l’ordine, la legalità e la giustizia, in modo tale che sia la
carità a regolare i rapporti tra i membri della Chiesa, soprattutto tra i
membri della gerarchia.
Gli ambiti in cui sembra esserci più urgenza sono quelli del culto
divino e del clero. Sappiamo bene che non è lecito limitare la celebrazione
della Santa Messa secondo il Messale restaurato da san Pio V, che abbiamo
festeggiato in questi giorni, in quanto egli prepose a quel Messale una
costituzione apostolica nella quale affermava che da quel momento in poi, per
sempre, ogni sacerdote cattolico avrebbe potuto usarlo liberamente, senza
alcuna restrizione. Perciò un ambito in cui auspichiamo che sia ripristinata la
legalità e la giustizia è anzitutto quello della Messa, poiché è quello più
vitale: la Messa è il Sacrificio di Cristo, ciò che fa vivere la Chiesa; è
quindi assolutamente indispensabile che la sua celebrazione secondo la forma
ricevuta dall’antichità sia di nuovo liberalizzata ovunque.
Abbiamo poi diverse questioni brucianti che riguardano il clero.
Non si può rimuovere un vescovo senza processo e senza notificargli la causa
per cui è rimosso, così come non si può rimuovere un parroco soltanto perché
non si è fatto una puntura. Per rimuovere un vescovo o un parroco ci vuole un
processo che accerti che ci sia una causa grave, proporzionata ad una sanzione
così seria. Ci auguriamo perciò che il nuovo Papa renda giustizia a tutti quei
vescovi e sacerdoti che sono stati trattati ingiustamente e hanno dovuto
lasciare il proprio posto senza una ragione adeguata.
Viceversa, è successo che sacerdoti che si sono macchiati di un
delitto gravissimo, l’abuso di minori, sono stati graziati come se non avessero
fatto niente e non hanno scontato la pena che avrebbero dovuto scontare. Rimane
certamente la pena del Purgatorio – quella non la può togliere nessuno – ma è
giusto che chi ha commesso un delitto grave sia punito anche sulla terra, sia
per non dare scandalo ai fedeli, sia perché ciò sia un deterrente a crimini
così odiosi. Anche in questo campo ci auguriamo che sia ripristinata la
giustizia e che i colpevoli siano giustamente puniti.
Dobbiamo poi pensare a tutte quelle situazioni che colpiscono anche
i fedeli, a quei casi di disgustoso clericalismo per il quale, soltanto per
l’arbitrio del sacerdote che celebra, si nega la comunione sulla lingua ai
fedeli che sono in stato di grazia e hanno le dovute disposizioni. Anche questo
è un abuso grave, poiché la legge della Chiesa stabilisce che la comunione
sulla lingua è la forma ordinaria, mentre la comunione sulla mano è una
concessione. Ribaltare la situazione è un atto assolutamente inammissibile;
bisogna quindi che tutti i fedeli che sono stati ingiustamente feriti in modo
così profondo mediante l’esclusione dalla comunione ottengano giustizia e che
chi nella Chiesa esercita il ministero sacro si attenga alle norme che la
Chiesa stessa ha stabilito, non al proprio capriccio.
Invochiamo san Pio V perché tutte queste intenzioni – e tante altre
– siano portate davanti al trono di Dio e il Signore si muova a pietà di
noi, chini lo sguardo sulla Sua Sposa che è sulla terra e le conceda un Pastore
secondo il Suo cuore.
Invochiamo
il Patrocinio di san Giuseppe
«Gesù stava iniziando i trent’anni ed era ritenuto figlio di Giuseppe» (Lc 3, 23). La solennità del Patrocinio di san Giuseppe celebra la Sua eccelsa dignità in rapporto alla Chiesa. Egli, in qualità di sposo verginale della Madre di Dio e di padre putativo del Verbo incarnato, fu incaricato di custodire e sostentare, come afferma san Bernardino da Siena, i due principali tesori dell’eterno Padre; Egli continua oggi a svolgere questo compito estendendolo al Corpo Mistico, del quale Cristo è il Capo e Maria, al contempo, la Madre, il membro più nobile e la realizzazione perfetta.
Il conclave che eleggerà il nuovo papa è provvidenzialmente cominciato nel giorno in cui quest’anno, secondo il calendario liturgico di san Pio X, cade questa festa; perciò, dopo aver offerto la novena al Patrono della Chiesa universale, lo affidiamo proprio a Lui, certi che la Sua potentissima intercessione otterrà alla Sposa di Cristo un degno Pastore. Quest’ultimo dovrà affrontare sfide molto ardue, prima fra tutte quella di restituire al Magistero pontificio l’autorità, la dignità e la chiarezza che sono proprie di esso. Non solo i cattolici, ma tutti gli uomini hanno il diritto di trovare nelle parole del Papa una guida sicura e un giudizio inappellabile su qualunque questione di dottrina e di morale.
Tale attività di insegnamento e di governo non può e non deve basarsi sulle preferenze soggettive né sull’orientamento culturale dell’uomo che riveste il munus petrinum, bensì accordarsi con il pensiero e la prassi comuni a tutti i suoi predecessori, in una continuità che, pur ammettendo uno sviluppo omogeneo, escluda qualsiasi contraddizione. Dopo sessant’anni di incertezze e ondeggiamenti, di cui dodici di totale sconquasso dottrinale e operativo, è assolutamente indispensabile che Pietro torni a fungere da roccia stabile, inamovibile, capace di resistere a qualunque pressione, interna o esterna. Questo è ciò che legittimamente ci aspettiamo e chiediamo con fervore a san Giuseppe.
Il Papa, in altre parole, deve spogliarsi di ogni disposizione individuale e assumere quelle che sono intrinsecamente connesse alla sua missione, a cominciare da quelle intellettuali. Il pensiero del Vicario di Cristo non può essere altro che il pensiero di Cristo stesso, il pensiero cattolico, il quale non ha bisogno di aggiornamenti, ma solo di ulteriori applicazioni, perfettamente coerenti con i suoi princìpi, alle nuove questioni che possono sorgere, senza ambiguità né concessioni allo spirito del mondo, che è lo spirito di Satana. Le immutabili verità della fede e della morale cattolica non vanno ripensate né rivisitate per renderle accessibili alla mentalità moderna, bensì presentate con una modalità, ispirata dalla carità, che sappia raggiungere gli uomini di oggi.
Chiunque coltivi una coscienza retta accoglie con semplicità e gratitudine, aiutato dalle interiori mozioni dello Spirito Santo, ciò che la Chiesa proclama da sempre nella sua cristallina chiarezza e attraente luminosità. Soltanto chi respinge la verità e non cerca l’autentico bene trova pretesti per rifiutare la sua predicazione o per accogliere deviazioni dottrinali. Anche tanti sedicenti cattolici, purtroppo, sono nel numero dei miscredenti, confermati da cattivi Pastori che hanno tradito la loro missione cedendo allo spirito del tempo e difendendone gli errori. A tutti costoro non possiamo non rivolgere un accorato appello: se volete evitare l’Inferno, convertitevi una buona volta alla verità di Cristo, trasmessaci nella Scrittura e nella Tradizione!
Risulta evidente, a questo punto, che chi ha un pensiero veramente cattolico non potrà mai trovarsi in reale contrasto col Papa, se anche quest’ultimo pensa, parla e agisce da quello che è; chi invece si sente in disaccordo ha l’obbligo morale di rivedere le proprie posizioni e di conformarle al sacro Magistero. Ne consegue che il nuovo Papa dovrà epurare la gerarchia da tutti quei membri che sono pervicacemente nell’errore e nella disobbedienza, nonché dagli immorali, dagli increduli, dai viziosi e dai sodomiti, distruggendone le illecite consorterie e sventandone le occulte macchinazioni. Tale formidabile compito richiederà notevole avvedutezza ed energia, ma anche tutto il nostro sostegno nella preghiera, come pure l’appoggio e il conforto umano.
Rivolgiamoci dunque con viva fede a san Giuseppe, perché ottenga ai Cardinali e a colui che sarà eletto l’assistenza dello Spirito Santo, il quale, sulle rive del Giordano, discese visibilmente su Gesù, all’inizio della Sua missione (cf. Lc 3, 22), per poi essere da Lui donato, il giorno di Pentecoste, a tutta la Chiesa. San Giuseppe, che sulla terra nutrì per tutti noi il Pane del cielo, che dona la vita eterna, ci conceda ora un Vicario di Lui che, con l’aiuto della grazia di stato, sia all’altezza del proprio compito. Non si deve dubitare – ci assicura ancora san Bernardino da Siena – che Cristo non abbia negato in cielo, anzi abbia portato a perfezione la familiarità, la riverenza e l’altissima dignità che, come un figlio a suo padre, manifestò al Carpentiere di Nazareth durante la vita terrena. «Ricordati dunque di noi, o beato Giuseppe, e intercedi con l’appoggio della tua preghiera presso il tuo Figlio putativo, ma rendici propizia anche la beatissima Vergine, tua Sposa, la quale è Madre di Colui che con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna per gli infiniti secoli dei secoli. Amen» (Sermo I de sancto Ioseph).
Chiediamo a san Giuseppe un papa conforme al mistero della Chiesa
«Da dove ha costui questa sapienza e il potere dei miracoli? Non è
costui il figlio del carpentiere? […] Ed erano scandalizzati riguardo a lui» (Mt
13, 54-55.57). La reazione degli abitanti di Nazareth di fronte ai miracoli e all’insegnamento
di Gesù è un’attestazione sia dell’autorità paterna che san Giuseppe esercitò
su di Lui, sia dell’infinita eccedenza della Sua identità divina rispetto alla
condizione assunta davanti agli uomini. Il Figlio di Dio volle fruire della
funzione di un padre e apprenderne la professione, fino ad essere identificato
in rapporto al falegname del villaggio; al tempo stesso manifestò la propria
potenza soprannaturale per suscitare la fede nel Salvatore.
Questo paradosso si prolunga nella Chiesa, Corpo Mistico di Cristo:
essa è composta di uomini e guidata da uomini, consta di strutture terrene e
opera con i mezzi di questo mondo; al tempo stesso porta in sé il mistero della
Santissima Trinità, che si comunica agli uomini mediante la grazia che la
Chiesa dispensa per farli rinascere quali figli di Dio per partecipazione,
rendendoli così capaci della vita eterna. Come nella persona di Gesù le due
nature sono inseparabili, così lo sono i due aspetti della Chiesa, che sono
entrambi necessari e si richiamano a vicenda.
Ora, all’immutabilità di Dio, della Sua parola e della Sua volontà
corrisponde l’immutabilità del culto, dell’insegnamento e delle fondamentali
strutture di governo della Chiesa. Chi non riconosce questo non ha la fede, ma
è dominato da un’ideologia che considera la Chiesa alla stregua di una
qualunque organizzazione mondana. Chi auspica l’elezione di un papa che
realizzi cambiamenti radicali non è cattolico e, pertanto, non è membro della
Chiesa; per questo ha l’obbligo morale o di convertirsi o di andarsene,
soprattutto se riveste responsabilità elevate.
San Giuseppe protesse ed educò il Redentore nella Sua umanità, per
mezzo della quale Egli avrebbe realizzato, ai fini della nostra salvezza, il
sacrificio di Se stesso. Oggi il Carpentiere di Nazareth, Patrono della Chiesa
universale, esercita la stessa funzione nei confronti di quella porzione del
Corpo Mistico che vive sulla terra, la quale, se da una parte deve incarnare il
Vangelo nella realtà presente e nelle diverse culture, dall’altra non deve
dimenticare la trascendenza della propria origine e della propria destinazione.
Il nuovo Papa dovrà rimettere in evidenza – con i fatti ancor prima che con le
parole – che la Chiesa non è un’associazione umanitaria, bensì il Corpo di
Cristo.
La Chiesa è la società perfetta che ha Gesù Cristo per Capo
invisibile, il quale agisce tra noi e per noi mediante il Suo Vicario, chiamato
a servire la Sua Sposa, non a spadroneggiare su di essa; egli ha il
compito di conservare e trasmettere inalterato il deposito ricevuto, non quello
di inventare nuove dottrine o nuove strutture. La Chiesa è per sua stessa
natura gerarchica, poiché solo questo garantisce la fedele trasmissione della
verità rivelata e la sicura comunicazione della grazia; essa non può e non
potrà mai essere un’assemblea “democratica” in cui tutto possa essere ridiscusso
e ridefinito. Chi si estenua nel renderla qualcosa di simile ha già fallito ed
è spiritualmente morto.
Quanti, scandalizzandosi di ciò che la Chiesa è per volontà del
Fondatore, vorrebbero trasformarla in qualcos’altro si condannano da sé, in
questa vita, a un’amara frustrazione e, nell’altra, alla rovina eterna. Essi
non fanno ogni cosa nel nome del Signore, come raccomanda san Paolo, né sono
legati a noi dal vincolo della carità, che ci unisce in un solo corpo (cf. Col
3, 14-15.17); di conseguenza non hanno pace, ma «sono come il mare agitato, che
non può calmarsi e le cui acque vomitano melma e fango» (Is 57, 20). Il vero
cristiano non può non commiserarli, ma al contempo se ne dissocia vigorosamente
e li redarguisce con veemenza.
Che san Giuseppe ci comunichi la serena fortezza e la giusta fierezza di chi, pur nella sua debolezza, si sforza sinceramente di seguire il Figlio di Dio con l’aiuto della Sua grazia, nella certezza che la Sapienza renderà ai giusti la ricompensa delle loro fatiche, dopo averli guidati per una mirabile via (cf. Sap 10, 17). Che la Sapienza medesima ci conceda di operare sempre di cuore per il Signore e non per gli uomini (cf. Col 3, 23), così da testimoniargli un amore incondizionato e disinteressato che attiri altre anime a Lui nell’unità di quel Corpo che è la Chiesa, in attesa di godere con loro della Sua gloria per tutta l’eternità.
Stanza delle Lacrime (o Stanza del Pianto)
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=05jM28LBOFQ
Cooperatores Veritatis
Inclytum Patriarcham orate pro eo.
RispondiEliminaSan Giuseppe, Patrono della Santa Chiesa, intercedi e prega per noi!
L'inganno di votare un "moderato" che, in realtà, è discepolo del cospiratore Silvestrini: certi cardinali hanno la memoria corta?
RispondiEliminahttps://www.marcotosatti.com/2025/05/01/conclave-il-male-minore-conservatore-la-tentazione-di-consegnare-la-chiesa-a-parolin-infovaticana/
Temo abbiano già deciso...
EliminaParolin, pur di essere eletto, fa promesse a destra e a manca: ha offerto il posto di Segretario di Stato a tre diversi cardinali, mentre ai conservatori garantisce l'abolizione del Motu proprio "Traditionis custodes" e della dichiarazione "Fiducia supplicans"... C'è davvero da fidarsi.
RispondiElimina"Uno degli ultimi documenti della Curia, pubblicato durante il pontificato di Francesco, ricordava che le intenzioni della Messa devono essere singole: un'intenzione per ogni Messa."
RispondiEliminahttps://lanuovabq.it/it/luomo-ha-bisogno-dellannuncio-di-tutte-e-quattro-le-cose-ultime
Che l'eletto la finisca con tutta questa melassa e riprenda in mano
il bastone ed il vincastro!
O augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del cielo e della terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo tempio di Pompei (in questo giorno solenne), effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie.
RispondiEliminahttps://rosarioonline.altervista.org/index.php/preghiera/it/111
Mamma mia che tensione...
Rev.Padre la sua vicinanza ci e' di grandissimo aiuto. Grazie !
O Augusta Regina del Santo Rosario, o Maria, misericordia!
RispondiEliminaBenedici in questo momento il Sommo Pontefice che deve essere eletto. Ave Maria!
Spero tanto che detesti l'ingiusto e vile trattamento riservato al Card.Burke, al Mons.Strickland e ad altri consacrati.
RispondiEliminaSpero tanto che finalmente riservi del tempo per rispondere ai dubia e a tutti gli altri nodi inevasi.
Spero tanto che dia sollecita e amorevole udienza a tutti quei cattolici disgustati scappati dal Recinto di Pietro al fine di riportare l'obbedienza in cio' che e' lecito e riattrarre queste "cellule" nell'ovile santo.
Spero che restituisca alla sua citta' Chicago la Messa all'ICRSS .
Spero in un segretario "molosso" come fu il Card. Dziwisz che lo aiuti e vigili su di lui.
Spero che designi un Card.forte nella fede alla CDF
Spero che preghi molto e anteponga a tutto, NSGC e la Sua gloria!
I hope so..
SPECIALE CONCLAVE
RispondiEliminaLa Nuova Bussola Quotidiana
https://www.youtube.com/watch?v=XUiv8-oJYEE
Con Don Nicola Bux ed altri.
In Illo Uno, unum (nell'unico Cristo siamo una cosa sola).
RispondiEliminaSono le parole di S. Agostino a commento al Salmo 127.
https://blog.messainlatino.it/2025/05/lo-stemma-del-card-prevost-il-giglio-di.html
Dai dazi di Trump a Leone XIV
RispondiEliminaFede & Cultura Universitas
Ettore Gotti Tedeschi spiega cosa sono, perchè sono stati fatti e a cosa porteranno i dazi di Trump e quali prospettive si aprono con il nuovo pontefice Leone XIV.
https://www.youtube.com/watch?v=XFUmNu_LTis
Ettore Gotti Tedeschi : una certezza da ri-ascoltare.