Il silenzio di Giuseppe
La prospettiva culturale contemporanea, che inevitabilmente
influenza anche i cattolici (compresi i sedicenti tradizionalisti), soffre di
un triplice appiattimento. Il primo è quello sulla superficie di fatti e
discorsi: la maggior parte della gente legge o ascolta senza riflettere né
scavare, spesso, anzi, senza nemmeno soffermarsi a verificare di aver ben
compreso; il risultato sono risposte fuori luogo o non pertinenti. Il secondo è
quello sulla sfera emotiva: non soltanto molti replicano senza aver davvero
capito, ma reagiscono in modo irrazionale, con la pancia più che con il
cervello; l’esito è di solito l’aggressione di chiunque affermi qualcosa che
non suoni come una conferma di opinioni o scelte soggettive. Il terzo è quello
sul presente: il parlare e l’agire di tanti dà l’impressione che non ci sia un
passato da cui imparare qualcosa per interpretare correttamente l’attualità né
un futuro che offra una speranza agli odierni travagli; come effetto di ciò ci
si dibatte in cerca di soluzioni immediate e, non appena ci si illuda di averne
trovata una, si anatematizza chi non la approva.
Anche a questo riguardo è necessario imparare il silenzio, sia
esterno che interno. Tale apprendistato va congiunto a un regolare digiuno
informatico che consenta di contenere la bulimia mediatica e di ridurre così
l’esposizione della mente alle fonti di chiasso, polemica e dissipazione.
Occorre altresì esercitarsi nella pazienza e nel dominio di sé, trattenendosi
dal commentare immediatamente, a caldo, qualsiasi cosa cada sotto gli occhi,
come se ognuno conoscesse tutto lo scibile o fosse dotato di un discernimento
infallibile su qualunque soggetto. Umiltà e serietà esigono che ci si documenti
con cura su ciò di cui si vuol parlare e si ponderi adeguatamente la posizione
che si intende assumere. Se poi uno non è competente in una questione
specifica, ha pure il dovere di astenersi dall’entrare in un dibattito,
lasciandolo agli specialisti o – se obbligato a fornire un parere – attenendosi
a quello di persone realmente qualificate in materia.
Maestro di saggezza
Se la Vergine annunziata è modello di silenziosa introspezione e
obbedienza, il Suo Sposo terreno lo è di silenziosa prudenza e circospezione.
La Provvidenza non poteva associare alla Madre di Dio se non un uomo la cui
anima fosse assortita a quella di Lei. Mentre in passato, a motivo del compito
assegnatogli, ce lo si figurava anziano, il gusto moderno preferisce
immaginarlo giovane, dell’età in cui, secondo il costume del tempo, si accedeva
al matrimonio. Tuttavia le sue eccelse qualità, oltre ad essere frutto di
grazie singolari, presuppongono una buona dose di maturità umana e spirituale,
la quale era richiesta pure dalle difficilissime circostanze della nascita e
dell’infanzia di Gesù. La parte che il disegno della Redenzione Gli aveva
assegnata esigeva, comunque sia, un grado non comune di accortezza e di
sapienza, tale da renderlo non solo superiore agli antenati Davide e Salomone,
ma anche gloria della Chiesa e suo universale protettore.
L’innocenza della fanciulla nazaretana la spinse a domandare
all’Angelo, pur senza dubitarne affatto, in qual modo si sarebbe compiuto
quanto da lui annunciatole; una volta istruita sulla via scelta da Dio, Ella si
consegnò senza riserve al volere dell’Altissimo. Invece san Giuseppe, aduso a
trattare problemi di mondo, di fronte all’inspiegabile stato della promessa
Sposa concepì inizialmente una soluzione mirante ad assicurarne l’incolumità
evitandole lo stigma sociale; quale garante della Sua verginità, consapevole
della Sua santità impareggiabile, non poteva assolutamente sospettare di Lei.
Oltretutto in qualità di giusto – come osserva san Girolamo – non avrebbe mai
esposto un altro, se avesse pensato che fosse così, a sposare un’adultera a
propria insaputa. Con la Sua santa intraprendenza si rivelò capace di esaminare
lucidamente una situazione umanamente insolubile e di trovare una via d’uscita
che non mettesse a repentaglio la vita altrui.
Profondità d’animo e di mente
Quando l’Angelo rivelò anche a Lui la volontà di Dio, san Giuseppe
comprese di non doversi far da parte, ma di avere un ruolo imprescindibile
nell’attuazione del sublime mistero dell’Incarnazione. Il realistico
riconoscimento della propria insufficienza, se da un lato garantì l’umiltà
richiesta dal gran compito, dall’altro non Gli impedì di consegnarsi senza
esitazione a una chiamata che Lo superava, non per questo cedendo all’irrazionale,
ma esercitando quella fiducia che a ragione si fonda sulla fede nel Creatore. La
certezza fondata sulla comunicazione soprannaturale alimentò, da quel momento
in poi, una tenacia inflessibile nel cooperare alla realizzazione del piano
divino in perfetta obbedienza al Signore. Niente poté scoraggiarlo né farlo deflettere,
neppure la persecuzione violenta da parte di Erode né i conseguenti disagi
dell’esilio o la precarietà determinata dall’inattesa irruzione del Figlio di
Dio nella storia di un popolo accomodatosi nei vantaggi del compromesso.
Tale frutto della grazia presupponeva un intelletto illuminato e un
cuore plasmato dalla familiarità con la parola sacra della Scrittura, la sola
capace di conferire alla coscienza uno sguardo profondo e penetrante sugli
avvenimenti fornendonele una chiave di lettura superiore. Così san Giuseppe
poté scansare l’interpretazione più scontata e superficiale del fatto
riguardante la promessa Sposa, nella quale sarebbe incorso chiunque altri. Così
Egli poté evitare la reazione emotiva immediata, sostituita da una riflessione
calma e ponderata, con la medesima padronanza di sé che avrebbe poi dimostrato
nelle emergenze successive. Così poté comprendere il presente alla luce delle
antiche promesse fatte agli antenati, fondamento di quella speranza messianica che,
in una sana attesa del futuro preparato da Dio, rischiarava le difficoltà
contingenti. Tutto era in Lui armonizzato, pacificato e unificato dal dialogo,
al contempo riverente e confidente, col Santo d’Israele.
Modello quanto mai attuale
Il Carpentiere di Nazareth insegna anche a te a sostenere nel modo
giusto una congiuntura talmente inedita e scandalosa da scuotere la fede di
molti cattolici o spingerli a passi di rottura. Rinnegata la malsana modalità
corrente di apprendere i fatti e di reagirvi, impara dunque da Lui a riflettere
sugli avvenimenti riconoscendo anzitutto la tua inadeguatezza a sanare problemi
più grandi di te, che solo la Provvidenza può risolvere. Poi mettiti in ascolto
della voce discreta dello Spirito Santo nel silenzio dell’ambiente e del cuore,
così da poter cogliere i Suoi richiami alla vera urgenza, la santificazione
personale nell’adempimento dei tuoi doveri di stato. Quindi attua con coraggio
e perseveranza ciò che hai visto nella preghiera, senza agitarti a ogni soffio
di vento né lasciarti sopraffare dagli eventi. Infine affida a san Giuseppe
ogni tua preoccupazione, materiale e spirituale, individuale o comune che sia;
sperimenterai così la meravigliosa efficacia della Sua intercessione.
Non è più tempo di denunciare le nefandezze che quotidianamente, purtroppo, sono perpetrate nella Santa Chiesa di Dio che vive sulla terra; è tempo di coltivare il silenzio nella meditazione unita alla supplica fiduciosa e all’osservanza fedele dei Comandamenti. Avremmo sì materiale per numerosi altri articoli sui mali della gerarchia (nonché sulle terapie sbagliate di chi pretende di guarirli senza averne titolo), ma continuare a picchiare su quel tasto sarebbe dannoso e non porterebbe il minimo miglioramento. Chi era disposto ad aprire gli occhi, in questi dieci anni, li ha ormai spalancati; con chi non vuol vedere non si farebbe altro che peggiorare la sua cecità, mentre chi cerca alimento per lo spirito di ribellione vi troverebbe facile conferma, per la rovina dell’anima sua. Che san Giuseppe ci ottenga la grazia di vivere come Lui, in quel martirio tacito e nascosto che il Signore vuole come condizione imprescindibile del Suo avvento glorioso.
Provvidenziale invito al silenzio , sia consentito solo un piccolo strappo: La recente uscita sulla sepoltura col doppio passaggio dalle 'ceneri di Tucho' alla scelta di S.Maria Maggiore mi pare che segni il punto d'arrivo di un intero pontificato all'insegna della presa di distanza dalla Curia e dal cattolicesimo romano.
RispondiEliminaInvito i lettori di questo blog a leggere, se non lo hanno ancora fatto sul quotidiano La Verità (l'unico che valga la pena di acquistare), l'intervista rilasciata dal Vescovo Mons. Crepaldi, che ora e' stata pubblicata anche sul blog di A.M.Valli.
RispondiEliminaUna figura, quella di Mons. Crepaldi, che si staglia luminosa come voce fuori dal coro rispetto alla mediocrità e sudditanza dilagante in quel mondo.
Una domanda al Vescovo, però, l'avrei fatta sul livello attuale dei seminari, perché la bontà dell'albero si vede dal frutto.
Meravigliosa riflessione, che infonde speranza e forza. San Giuseppe è il Patrono della Santa Chiesa; specialmente per gli uomini, padri e non, è il modello oggi assolutamente necessario alla santificazione e alla vigilanza della castità, soprattutto. E chi ha avuto padri terreni che non hanno agito secondo il loro dovere - e magari per questo sono meno avvelenati per la triste situazione di colui che è padre comune dei cristiani, riconoscendo che ogni autorità paterna oggi è sotto assedio per l'odio feroce del demonio e dei suoi satelliti - ha in questo meraviglioso Santo ogni consolazione ed esempio.
RispondiEliminaNon si mediterà mai abbastanza cosa doveva essere la vita della Sacra Famiglia. La certezza della Speranza ci rende dolce l'anelito verso il Paradiso, dove si potranno gustare eternamente le meraviglie riservate agli amici di Dio, figli anche del Christi Defensor Sedule, oltre che della Vergine Madre.
Facciamo piccole cose per la Gloria di Dio, per esempio entriamo nelle Chiese delle nostre città e chiediamogli perdono perché lo lasciamo da solo molte ore del giorno e della notte. Cerchiamo di tenergli compagni mentre continua a salire sul Monte Calvario carico della Croce delle nostre nefandezze.
RispondiEliminaCaro don Elia lei è veramente un uomo di Dio, penso che in questo tempo di fitte tenebre Gesù ci sollecita imperiosamente ad essere luce del mondo e sale di questa terra intrisa di sangue e iniquità, la strada da percorrere è quella dell'umiltà, del silenzio, della carità nella verità non urlata ma testimoniata con la santità della vita, sentinelle ai margini della notte
RispondiEliminaIo penso che S. Giuseppe, nonostante la sua santità abbia dubitato di Maria. Questo infatti è descritto nell'opera di Maria Valtorta. Anzi in quell'opera è detto che il dolore provato da Maria a causa del dubbio di Giuseppe fu esattamente il primo frutto dell'incarnazione, il primo dolore di Maria, anche perché non era lei che avrebbe dovuto rivelare la verità a Giuseppe. Dio si incarna nelle nostre realtà e umanità e le trasfigura. Scrivo questo anche perché ci fu un dibattito su questo con un frate dotto della mia regione e lui tra l'altro non fu gentile con .me ma dopo io ho approfondito e compreso che ci fu quel problema e che fu voluto da Dio e da Dio mirabilmente risolto. Clarissa Bellini
RispondiEliminaNel 1948 il Sant'Uffizio proibì la pubblicazione dell'opera della Valtorta; malgrado ciò, in perfetta disobbedienza, essa fu stampata negli anni successivi, costringendo così l'autorità ecclesiastica, nel 1959, a inserirla nell'Indice dei libri proibiti. I veri mistici non seguono queste vie. Nella Chiesa Cattolica ci si conforma al giudizio della legittima autorità, non a quello di presunti veggenti né tanto meno a quello personale.
Elimina"Cosa penso delle benediziomi Omo?"
RispondiEliminadel Prof. Zenone di Fede & Cultura Universitas.
https://www.youtube.com/live/vvMyNrf2IzU?si=CttxZUhQBRwVrYN0
Sottoscrivo, ogni singola parole del lungo j'accuse alla Dichiarazione intitolata "Fiducia supplicans" di Ieri, 18 dicembre 2023, della Congregazione per la dottrina della fede, presieduta dal cardinale Victor Manuel Fernández.
Padre, propongo la visione del seguente video dal Cammino dei Tre Sentieri, che analizza egregiamente, le contraddizioni e le deviazioni dottrinali macroscopiche insite nel documento con il quale si approvano di fatto e di diritto le benedizioni delle coppie irregolari...
RispondiEliminahttps://youtu.be/_L2jkRWtBX0?si=duDkG8D9hjM1Sj_y
Ormai non resta che attendere il giusto castigo, predetto da molti santi e veggenti ( santa brigida, don bosco, e il cornacchiola, solo per fare alcuni nomi... ) della distruzione di Roma pagana, effeminata e deviata...
Vieni Signore, non tardare...Maran atha
Filippo
Ma un pensiero per chi ci abita e non è né pagano né effeminato né deviato...?
EliminaGrazie per queste preziose riflessioni sul silenzio, tanto più utili in questi giorni. Sull'abominevole situazione ai vertici della Chiesa, chiedo a don Elia di ricordare quali sono i salmi deprecatori. Tanti auguri a tutti, restiamo in preghiera
RispondiEliminaSalmi imprecatori: 34 (35), 54 (55), 68 (69), 82 (83), 108 (109).
EliminaQuel che mi colpisce sempre e' ascoltare cristiani ( sia laici sia qualche Sacerdote) descrivere con convinzione la ferialita' della S.Famiglia . Cosa ha detto la S.Vergine, cosa ha risposto il Figlio, cosa e quanto e quando mangiavano, insomma particolari su particolari... Dico a me stessa : " Ma abbiamo bisogno di sapere ogni piu' piccolo particolare per contemplare e immergerci nella " pericóresis " della S.Famiglia"? Amata Santa Famiglia, non voglio sapere di piu' di quanto tramandato da S.Madre Chiesa. E così sìa!
RispondiEliminaQuinto Giorno Novena del Santo Natale secondo tradizione - Vocogno Mercoledì 20 Dicembre 2023
RispondiEliminaradicatinellafede rnf
https://www.youtube.com/watch?v=VS0dCTrs7ZY
Grazie alla carita' dei Revv. Padri don Alberto e don Stefano ci ritroviamo qui in comunione di preghiera con questi parrocchiani. Gustiamo gustose briciole e gioiamo perche' " Regem venturum Dominum " !
Volete essere dei nostri?
https://www.radicatinellafede.com/
Il Sacro Cuore di Gesù - 3' Conferenza
RispondiEliminaMater Divini Amoris
https://www.youtube.com/watch?v=SKZp_Wy2zMk
La 1* e 2* Conferenza la trovate qui :
https://www.youtube.com/@materdiviniamoris7190
E con questo invito, rivolto ai nuovi arrivati, giunga il mio personale augurio a Don Elìa, a tutti ed a ciascuno di un Santo Natale e Buon Nuovo Anno nei Sacri Cuori di Gesu' e di Maria!
Ave Maria!
Reverendo don Elia, l'ultimo documento emesso dal capo della CDF potrebbe essere accusato di eresia dai colleghi cardinali?
RispondiEliminaSecondo me, sì. Il problema è che il testo è così sfuggente che, pur nella sua evidente abnormità, si fatica a cogliere una frase da incriminare. La loro stessa sottigliezza diabolica, ad ogni modo, li condanna come figli del padre della menzogna.
EliminaReverendo don Elia, secondo l'ultimo documento emesso dal dicastero della fede San Giovanni Battista sarebbe morto invano? Non sarebbe più un martire di Cristo, secondo loro?
RispondiEliminaI pervertiti nella mente e nella condotta non riconoscono affatto i Santi; è una domanda superflua.
EliminaI Novissimi - Catechesi di Don Leonardo Maria Pompei -
RispondiEliminahttps://www.donleonardomariapompei.it/2022/09/05/i-novissimi-cosa-ci-attende-nella-vita-beata/
Per un b uon ripasso, per non dimenticare.
Se don Elìa lo riterra' utile.
Un anno senza Benedetto...il Papa ci manca sempre di più
RispondiEliminahttps://ilblogdiraffaella.blogspot.com/2023/12/un-anno-senza-benedettoil-papa-ci-manca.html
Manca specialmente a me quel Papa che se ne e' andato in punta di piedi sommessamente così come ha vissuto; Benedetto XVI, l'uomo che non voleva essere Papa.
La Fede dell’Esodo di Benedetto XVI. Anima Mariana.
RispondiEliminahttps://www.marcotosatti.com/2023/12/31/la-fede-dellesodo-di-benedetto-xvi-anima-mariana/
Grazie Signore!
Nicolas Diat, L’homme qui ne voulait pas être pape, Albin Michel 2014.
RispondiEliminahttps://shop.labourseauxlivres.fr/products/9782818505427?variant=46799116009810¤cy=EUR&utm_medium=product_sync&utm_source=google&utm_content=sag_organic&utm_campaign=sag_organic&utm_source=google&utm_medium=paid&utm_campaign=17961529675&utm_content=&utm_term=&gadid=&gclid=Cj0KCQiAv8SsBhC7ARIsALIkVT1cZAf02D8Cr9v6IEEyfaVk0D_Kd83TL7eCB2LjKxq4-z8ZRvTL2WkaAunmEALw_wcB
GRAZIE, SANTITÀ!
RispondiEliminahttps://blog.messainlatino.it/2022/12/grazie-santita-benedetto-xvi-e-morto.html
Grazie San Giuseppe, Suo Santo protettore.
TE DEUM - Inno classico gregoriano
RispondiEliminaHarpa Dei
https://www.youtube.com/watch?v=mkzzqcuMpEs
Grazie don Elìa, amatissimo pastore!
"La scissione schizofrenica fra dottrina e metodi pastorali, di cui oggi soffriamo, è riconducibile a una loro disconnessione dalla preghiera. "
RispondiEliminadi dom Giulio Meiattini osb
https://www.sabinopaciolla.com/benedetto-xvi-teologo-pastore-e-monaco-a-un-anno-dal-dies-natalis/
RispondiEliminaEttore Gotti Tedeschi - Don Nicola Bux
"L'eredità di Papa Benedetto XVI: L'utopia della fratellanza globale e la fraternità possibile"
Perché la civiltà occidentale, che è cristiana, è in pericolo.
https://www.youtube.com/watch?v=7DipDj2zeyc
Se un'utopia viene incorporata nella dottrina e nel magistero della Chiesa e diventa parte dell'insegnamento, rischia di provocare eresie.
L'utopia è un ideale che si sa essere non realizzabile e serve a illudere le persone che si possa fare qualcosa, confondendole.
Negli ultimi cinquanta anni due strutture hanno creato utopie: il Primo Nuovo Ordine Mondiale, che nasce negli anni '70 e, dopo la morte di Benedetto XVI, il Secondo Nuovo Ordine Mondiale. Lo scopo di entrambi è stato la sostituzione del Sacro: Il primo con la soddisfazione economica; il secondo con quella scientifica. Il primo trovò nell'autorità morale, rappresentata dalla Chiesa, un ostacolo mentre il secondo pare che vi trovi in essa, viceversa, una qualche forma di complicità e da essere riferimento morale che ha ridimensionato il ruolo di chi voleva cambiare il mondo, al punto che anche Hitler temesse la posizione di Papa Pio XII contro il nazismo, oggi pare non esserlo più.
Il Primo Nuovo Ordine Mondiale fallì perchè, ignorando tutte le leggi naturali, ignorò di fatto la Genesi, determinando così una perdita significativa di rilevanza demografica e socio economica dell'occidente. In questo contesto Benedetto XVI lanciò un appello, con l'Enciclica "Caritas in Veritate", mettendo in guardia il mondo intero a non lasciare agli strumenti economico-finanziari-scientifici, autonomia morale, come già anticipato da Giovanni Paolo II in "Sollicitudo Rei Socialis". Quest'ultimo infatti con questa enciclica, mise in guardia l'uomo dal fatto che stesse investendo in scienza e tecnologia (conoscenza) e non in sapienza e che se non avesse reagito, questi strumenti gli sarebbero sfuggiti di mano; Benedetto XVI aggiunge che oltre a sfuggire di mano, strumenti così sofisticati avrebbero preso autonomia morale.
Il secondo Nuovo ordine mondiale, partendo dagli effetti e non dalle cause del fallimento del primo, pretende di sostituire il Sacro con la scienza, dando origine al fenomeno del transumanesimo, che pretende di sostituire al libero arbitrio cioè la coscienza cristiana, il determinismo scientifico, ovvero l'algoritmo, oggi meglio conosciuto con il nome tanto in voga di Intelligenza Artificiale. A questo si aggiunge la concezione dell'uomo come cancro della natura, che in un contesto di difesa di un sistema di Protezione ambientalistica della terra, non è più una creatura - figlio di Dio - ma un bacillo sfuggito alla evoluzione danneggiando la terra e come tale va ridimensionato.
Ma noi abbiamo il dovere di non subire acriticamente il pensiero dominante a cominciare dall'ultimo inganno che ci viene propinato ai nostri giorni: la sostituzione di una fraternità basata sull'appartenenza al Signore e alla Vergine Maria, quindi fondata sul Padre Celeste, con la cosiddetta Fratellanza universale che pretende di superare le differenze di religione, di lingua di razza ecc., in nome di un'idea massonica di dio, non considerando però che non si può essere tutti fratelli se non si riconosce tutti lo stesso padre; e, ad esempio, l'idea di dio dell'islam non ha nulla a che fare con l'idea di Dio del cristianesimo. Il presupposto della fraternità infatti, è la conversione a Cristo altrimenti si insegue l'utopia della fratellanza, senza mai raggiungerla come ci insegna l'episodio biblico della Torre di Babele che sta lì a ricordarci che gli esseri umani per quanto cerchino di concertare, di fare un progetto di una costruzione unitaria, alla fine non ci riescono perché si confondono le lingue e si interrompe tutto, in quanto alla base c'è una presunzione cioè quella di fare qualcosa al posto di Dio.
L'iniziatore del Vero Nuovo Ordine Mondiale è Gesù Cristo che ci ha offerto gli strumenti, inventati da Lui stesso, per salvare il mondo che sono i Sacramenti, la Preghiera e il Magistero della Chiesa.