Il silenzio di Gesù Bambino
L’inaudito abbassamento del Figlio di Dio è regola e certificazione
del Suo vero discepolo. Il Verbo incarnato, mediante il quale tutto è stato
creato e nel quale tutto sussiste (cf. Gv 1, 3; Col 1, 16-17), si è come annichilito
prendendo la natura umana (cf. Fil 2, 7), ridottosi a neonato del tutto
impotente e dipendente dai genitori, quanto alla condizione assunta.
L’impensabile paradosso di questa verità di fede, nel suo scandaloso realismo
congiunto a una teologia sublime, esclude perentoriamente che si possa trattare
di un’invenzione di pescatori galilei: anche da un punto di vista puramente
storico, la rivelazione divina è l’unica spiegazione plausibile. Chi, per
grazia, ne è venuto a conoscenza e vi ha aderito viene a trovarsi chiamato a un
impegno altrettanto paradossale: egli potrà tanto più elevarsi nell’anima e
nella condotta quanto più si abbasserà ad imitazione del Maestro.
La dottrina dell’umiltà
Nella Summa theologiae (II-II, q. 161,
art. 6) san Tommaso d’Aquino armonizza in modo mirabile le varie
sistematizzazioni, ricevute dal passato, dei gradi dell’umiltà: dodici per san
Benedetto, sette per sant’Anselmo, tre per la Glossa. Egli parte dal principio,
stabilito nella medesima questione (art. 2, Resp.), secondo cui l’umiltà si
colloca per essenza nell’appetizione – in quanto reprime gli impulsi
disordinati dell’animo verso obiettivi troppo alti – ma è regolata dalla retta
conoscenza di sé e delle proprie possibilità; radice dell’una e dell’altra cosa
è la riverenza verso Dio (che conferisce all’umiltà cristiana un carattere
soprannaturale). Su questa base i diversi gradi enunciati dal Padre dei monaci
si trovano ordinati e spiegati: partendo dall’ultimo (il timore di Dio) si
risale agli atti di volontà, poi a quelli dell’intelletto, per giungere infine
ai segni esterni (azioni e parole) che manifestano ad altri la disposizione
interiore (e sono quindi i primi quanto all’esperienza).
Non vogliamo però trascurare l’apporto di sant’Anselmo, il quale, pur
senza ignorarne gli atti esterni, insiste sull’aspetto spirituale della virtù
considerata, i cui gradi sono: riconoscere di essere degni di disprezzo;
dolersi di ciò; proclamarlo apertamente; convincerne gli altri; tollerare
pazientemente che si dica; sopportare di esser trattati con disprezzo; amare
questo. Il punto di partenza non è l’ingiusta svalutazione di sé, ma uno
sguardo realistico su quel che si è come creature, oltretutto macchiate dal
peccato originale. Senza la grazia concessaci dal Signore per pura degnazione,
siamo stracci sporchi e sdruciti, inabili a qualunque opera che sia valevole
per meritare la vita eterna; tale consapevolezza è tanto più viva quanto più ci
si santifica e ci si avvicina a Dio. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, dal canto
suo, insegna analogamente che l’umile accetta le offese e gli insulti senza
angustiarsene perché sa bene di essere davvero, senza la grazia, ciò che,
seppur con malizia, gli è gettato in faccia.
Chi si sforza di praticare l’umiltà reagisce agli insulti tacendo e
pregando, così da imitare Gesù nella Passione: «Mi rendevano male per bene,
miseria per l’anima mia. Io però, quando mi erano molesti, rivestivo il
cilicio, umiliavo l’anima mia col digiuno – e la mia preghiera si ritirerà nel
mio intimo» (Sal 34, 12-13). L’umile, in considerazione della sorte che li
attende in assenza di pentimento, non si adira con coloro che lo affliggono, ma
fa penitenza per la loro conversione; il salutare pensiero del giudizio lo fa
trepidare anzitutto per le proprie mancanze, poi anche per quelle di chi lo
maltratta. Il vero cruccio di chi conosce Dio non è causato dalle tribolazioni
temporali, bensì dall’eventualità di un’infelicità eterna; la sua carità si
estende poi inevitabilmente anche agli aggressori proprio in ragione del
rischio che corrono. Rientrato nell’interiorità, egli ritrova l’immancabile
protezione dell’amore divino, mentre le dissonanti voci esterne si dissolvono,
perdendo così ogni mordente.
Tacita contemplazione della mangiatoia
Come rimanere indifferenti allo sconvolgente annuncio che il Re del
cielo e della terra sta per nascere in una stalla ed essere deposto in una
mangiatoia per animali? Il tacito consegnarsi ai crocifissori di un giorno
futuro è preannunciato nell’affidarsi del Creatore a due creature; in una
voluta impotenza, Egli si è totalmente rimesso alle persone prescelte per
metterlo al mondo e accudirlo. Sì, il Verbo del Padre si è reso incapace di
comunicare, se non per mezzo di vagiti; Colui grazie al quale neppure un
uccellino soffre la fame si lascia nutrire con un po’ di latte (et lacte modico pastus est, per quem nec ales
esurit; Inno delle Lodi di Natale).
Impariamo anche da Lui, dunque, a coltivare il silenzio della bocca e del
cuore, ma in un completo abbandono alla Provvidenza, sommamente amorevole
nonché infinitamente sapiente. Contempliamo la mangiatoia vuota con l’intimo
gaudio dell’attesa tranquilla di vederla presto occupata da quel Bambino che ci
rapirà d’amore con la Sua umiltà e mitezza.
Il nostro animo
non si lasci sconvolgere da nulla, ma resti muto e assorto nel desiderio che
anticipa il possesso e già lo fa esultare al pensiero di poter presto stringere
e cullare, nella comunione natalizia, Colui che per noi si è fatto tanto
piccolo. Certo, non possiamo non gemere per le reiterate e inaudite offese
rivolte a Dio proprio da coloro che dovrebbero difenderne la verità e l’onore,
così come siamo tormentati dall’accecante scandalo patito dai semplici.
Tuttavia sappiamo perfettamente – e nessuno potrà mai convincerci del
contrario, se non acconsentiamo – che il peccato sarà sempre peccato, che il
Santo dei Santi non l’approva né tanto meno lo benedice in alcun modo, che
nessuna benedizione sarà mai efficace per chi vive volutamente e stabilmente in
peccato mortale (specie se il suo orrendo vizio grida vendetta al cospetto del
Creatore, a meno che non se ne sia pentito e, una volta spezzato ogni legame
con esso, non ne stia facendo adeguata penitenza).
Pace e gioia
agli umili di cuore
Questa
incrollabile certezza alimenti in noi un’imperturbabile calma. La scuola del
silenzio ci aiuti a riconoscere effettivamente che ogni avvenimento è voluto o
permesso dalla Provvidenza in vista di un bene maggiore. Il Cristo sta portando
a termine il vaglio di coloro che ne portano il nome: quanti se ne fregiano
illegittimamente, in quanto propensi alla menzogna e alla disobbedienza,
ricevono la spinta definitiva a realizzare la propria scelta fino in fondo, così
da separarsi da Lui in modo esplicito ed esser pienamente smascherati; invece
coloro che intendono sinceramente seguirlo e si sforzano umilmente, con l’aiuto
della grazia, di osservarne i precetti vengono non soltanto inequivocabilmente
certificati, ma anche fortificati e raffinati nella loro fedeltà. Se siamo
realmente uniti al Signore, nulla potrà nuocerci, ma tutto ci sarà di
vantaggio: perfino la serpentina subtilitas con
cui, in Vaticano, cercano di sovvertire la verità ci è utile come elemento di
confutazione dei loro contorti discorsi.
Non c’è niente
da fare: non riusciranno mai a convincere delle loro nefandezze se non chi è
disposto a lasciarsene convincere. Oltretutto i testi con cui si esprimono non
hanno il minimo peso formale: il Magistero non si attua per mezzo di note
e dichiarazioni, bensì mediante istruzioni, encicliche o, se necessario,
costituzioni dogmatiche. Poiché san bene che il loro insegnamento abusivo e
fallace non è rivestito di alcuna autorità, si sono inventati un nuovo genere
di documento che non impegni la coscienza dei fedeli, ma torni utile alla
propaganda. Non è un fatto nuovo: hanno cominciato nel 1965 con la Nostra aetate e la Dignitatis humanae, testi privi
di qualunque valore dottrinale, ma così amplificati dalla stampa e dalla
cattiva teologia da esser considerati pietre miliari del nuovo corso… quello
dell’apostasia. Tutto questo è per noi come un suono svanito nel nulla; per
quanto addolorati per coloro che, per la loro propensione all’errore, li hanno
colpevolmente presi sul serio, rimaniamo raccolti nel silenzio beato di Betlemme,
felici e sicuri come i pastori.
Regem venturum Dominum, venite adoremus. Ecce veniet Deus, et Homo de domo David sedere in throno et videbitis et gaudebit cor nostrum et vestrum. Regem venturum Dominum, venite adoremus!
RispondiEliminaGrazie Don Elia, in questi quattro anni passati È stato una fonte sicura senza intorpidimenti, facendoci restare al sicuro dai pericoli corporali e spirituali per grazia del Signore.
RispondiEliminaVoglia il Signore farci partecipi della sua nascita come ai pastori di Betlemme.
Buon Natale del Signore Gesù.
Da Fede & Cultura: il prof. Zenone, legge un articolo stupendo, veramente bibblico, lirico, apocalittico di Tommaso Scandroglio su La Nuova Bussola Quotidiana, in risposta alle benedizioni omosessuali, concubinarie et similia, approvate dal duo "Tucho" Fernadez & Papa Francesco...
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/live/pM6CA8ecKi8?si=YUq4ETt005qU3IWF
Sergio
Eppure l’attesa è il tempo in cui purificare, orientare, dilatare il desiderio. La Chiesa dedica un tempo liturgico per educare all’attesa e purificare il desiderio, facendolo crescere man mano che il giorno della venuta del Signore si avvicina. O Oriens, o Adonai, o Emmanuel, o Rex gentium, veni et illumina, veni et salva, veni ad redimendum nos! È questo il tenore delle antifone “O”, le antifone degli otto giorni che ci avvicinano al Natale. Il tempo dell’attesa, carico di dolore, di sospiri, talvolta di scoraggiamento, è anche insidiato dalla seduzione di volgere il desiderio altrove, dalla tentazione di dubitare che veramente il Signore stia per venire, dalla voglia di costruire noi, con le nostre mani, una salvezza più certa e più vicina. Allettamenti ai quali si deve resistere, ripetendo nella mente e nel cuore le grandi antifone dell’Avvento.
RispondiEliminahttps://lanuovabq.it/it/come-fieno-appassiranno-ovvero-il-senso-dellattesa
Allora, buon Santo Natale a tutti!
Desideriamo per loro e per noi la liberazione dal peccato, la liberazione del protestantesimo nella Chiesa Cattolica. Così sara' un vero Natale.Così sìa!
RispondiEliminaPadre Elia su Amazon è in vendita un libro del 2013 dal titolo :"benedizioni delle coppie omosessuali " scritto da un ex prete scomunicato da Giovanni Paolo II e ridotto allo stato laicale . Questi lupi travestiti da agnello non dicono niente di nuovo. Tale pratica era già in uso a ritroso negli anni . Costoro hanno normalizzato una situazione blasfema, come l'Eucarestia ai divorziati risposati chissà che non sia il prossimo documento
RispondiEliminaCerto, stanno solo cercando di legittimare ciò che, in certi Paesi, già si fa da decenni, ma il loro tempo sta per scadere.
EliminaSpesso cedono per don-abbondismo
EliminaNon vogliono affrontare la furia di certi parrocchiani.
Carissimo don Elìa, grazie per avere così bene preparato il nostro cuore alla venuta nella carne di N. S.Gesu' . La SS. Trinita' la benedica grandemente e la S.Vergine la protegga sempre! Grazie di cuore Rev.padre...e madre. Sia lodato Gesu' Cristo!
RispondiEliminaHo atteso una settimana, e allora, diciamola tutta e bene: si sono avute, nei riguardi del gesuitico documento papale, rimostranze e prese di posizione anche dure da parte di conferenze episcopali africane, vescovi africani, qualche sparuto Vescovo europeo, oltre la conferenza episcopale polacca, un Cardinale di spessore e competenza come Muller, e poi naturalmente Mons. Viganò. Il resto della nomenclatura italiana o e' silente, o, come la diocesi di Ventimiglia, ha diramato una nota più ambigua della stessa Fiducia Supplicans, oppure approva, come il Card. Zuppi comandante in capo della CEI (ed era scontato).
RispondiEliminaNon mi stupisco della pavidità italiana, che secoli di storia hanno dimostrato avere pochi eguali.
Onore a chi, come la FSSPX, ha diramato una nota molto secca e chiara in merito allo scandaloso documento papale.
E il prof. Mosebach, in una bella intervista su La Verità, dice chiaramente che in materia di fede in Germania non vi sono più differenze tra cattolici e protestanti e che uno scisma e' un dato di fatto ormai.
E allora, dove stiamo andando caro Don Elia?
Auguri di Buon Natale!
Il giudizio sulla Nota di monsignor Suetta è ingeneroso.
EliminaGli interventi, per quanto secchi e chiari, di chi è fuori della Chiesa non ci riguardano.
Personalmente, cerco di andare dietro il Signore con tutti coloro che si sforzano di fare la stessa cosa.
Grazie infinite, bellissimo ed edificante. Graditissimo regalo di Natale
RispondiEliminaQui, come duemila anni fa!
RispondiEliminaradicatinellafede rnf
https://www.youtube.com/watch?v=Ilh1TULQIY8&t=1s
Ringrazio di cuore tutti voi per le preghiere e gli auguri. Sante e serene feste natalizie!
RispondiEliminaReverendo don Elia, pare che stiano crescendo le quotazioni per il cardinale Pizzaballa, per il prossimo conclave, ma in caso di stallo. Questa opzione sarebbe un miglioramento rispetto ad ora? Invece come prima scelta pare abbia qualche possibilità il buon cardinal Sarah, secondo alcuni informatori.
RispondiEliminaNon sono in grado di fare pronostici.
EliminaUna volta anch'io ho fatto dei pronostici.....era il 2013. Poi, quando ho sentito quel nome, prima del "buona sera" dal balcone, ho avuto la grazie di capire qualcosa di ciò che sarebbe successo. Altra grazia, immerita: ho cominciato a pregare Rosari su Rosari...ogni giorno. Niente pronostici, tanto certi mali non si curano con un conclave, ci servono secoli, o forse determinate cure saranno accelerata da eventi traumatici come il Sacco di Roma. Dopo il "sacco dei Lanzichenecchi", interpretato dai bravi cattolici come punizione celeste, seguì la gloriosa pagina della Controriforme, con decine e decine di santi giganteschi. Prima del sacco di Roma.....invece....
EliminaCaro padre, le comunità tradizionali Ecclesia Dei sembra non siano contrarie al Fiducia Suplicans: io non sono riuscito a trovare alcuna dichiarazione da parte loro. Potrebbe per favore darci qualche aggiornamento al proposito? Grazie di cuore.
RispondiEliminaLa mancanza di reazioni non implica necessariamente un'approvazione, ma può essere una forma di prudenza mirante a salvaguardare l'istituto.
EliminaIntanto anche Radio Maria ha preso posizione:
RispondiEliminahttps://blogdipadrelivio.it/ci-scrivono-807/
Dopo dieci anni di equilibrismi, non sorprende più di tanto.
EliminaChe diamine, anche senza che lo dicesse il megafono di Medjugorje era chiaro a chiunque che non intendono benedire il peccato, ma aiutare i peccatori in un percorso di conversione... Le associazioni dei pervertiti lo hanno sicuramente capito.
Buongiorno Padre Livio,
EliminaLe scrivo perché mi sento fortemente turbata, confusa, disorientata.
Ho fatto l’errore di accendere la TV e assistere all’annuncio da parte del Tg1 della tanto attesa apertura della Chiesa alla benedizione delle coppie omosessuali, pur se con una formula che non può essere assimilata al sacramento del matrimonio.
Io spero che sia stata una notizia volutamente travisata dai tg, sennò resto confusa.
Io sono peccatrice e tutte le domeniche ricevo la benedizione in chiesa al termine della messa, quindi non sono nessuno per dire che altri peccatori non la meritano né per pensare che i peccati degli omosessuali siano più gravi dei miei.
Il mio problema non è la benedizione che la chiesa accorda al peccatore… (ci mancherebbe!… siamo tutti figli di Dio, tutti peccatori e tutti amati dal Signore in ugual modo, tutti attesi in Paradiso)… Mi turba invece la benedizione della Coppia, cioè di una unione contro natura! Mi turba la benedizione del peccato, non del peccatore.
Inoltre, tale benedizione e’ subordinata al pentimento e all’emendamento del peccato?
Un paragone: se una donna commette un aborto, si rende conto del suo peccato e con dolore chiede perdono a Dio nella confessione, sicuramente in cielo c’è gioia e quella donna è 1000 e 1000 volte benedetta, come il figliol prodigo che torna al padre.
Altra cosa sarebbe benedire l’aborto… (Cosa che molti vorrebbero dato che e’ visto da molti come un diritto e non come un peccato) .
Ciò che mi turba non è la benedizione all’omosessuale come persona che vive una prova o una tentazione della carne e chiede a Dio, attraverso la benedizione, di aiutarlo a vivere la prova, mi turba la benedizione ad un peccato, ad un “prometto per sempre” che due persone pronunciano impegnandosi ad avere per tutta la vita un rapporto contro natura . Non riesco a pensare che Gesù possa dire bene di una unione contro natura. Penso a Gesù che ha amato i peccatori fino a dare la propria vita, ma nella sua predicazione ha sempre avuto parole ferme contro il peccato e non lo ha di certo benedetto.
Su Vatican news viene scritto (allego file): “dichiarazione dottrinale apre alla benedizione per le coppie irregolari: la benedizione non significa approvazione dell’Unione”… ma io non capisco il senso di questa frase.
Allora benediciamo i divorzi per poi dire che non li approviamo…..mi sembra un non senso… oppure il problema è che non so cosa sia una benedizione.
Le lobby LGBT avranno esultato pensando che la Chiesa si sia finalmente piegata ai tempi moderni. Così è stata intesa dai più ed io ne rabbrividisco ..per questo credo che ci sia un’altra spiegazione…perché il fatto mi turba e mi confonde soprattutto perché proviene dal Papa che è sempre stato la guida, la luce che orienta le mie scelte.
Caro Padre, so che Lei è prudente e non darà risposte avventate e tanto meno contro il Papa.
Mi aiuti, la prego, a capire dove mi inceppo…perché veramente mi sento confusa, come se non capissi più cosa è vero e cosa no, cosa è bene e cosa è male, cosa è peccato e cosa no… mi sembra tutto liquido e cangiante.
Immagino che avrà ricevuto tante mail oggi come la mia.
Mi scuso sin d’ora se ho detto cose sbagliate, non volevo essere offensiva né polemica.
Un caro saluto e un grazie di cuore
Manuela da Torino
(Tanto per rendersi conto dello spaventoso scandalo causato ai semplici e della squallida banalità della risposta di un seguitissimo predicatore radiofonico.)
Dicono che il Quoziente Intellettivo medio negli ultimi anni stia scendendo, invece di aumentare, e sembra che una delle cause sia proprio la riduzione del numero di parole per spiegare i concetti. L’uso veloce dei social, delle X per dire perchè, delle K per semplificare, ecc. Se non ci sono le parole per esprimere i concetti, le idee rimangono inespresse ed incomprese.
EliminaPurtroppo si sta usando, e quì ne abbiamo una prova evidente, lo stesso andazzo per le cose del cielo. Concetti sublimi degradati a linguaggio condominiale per non dire di peggio. Ragazzi che, invece di essere presi per mano e portati a guardare in alto, vengono confortati nelle convinzioni che hanno ricevuto dai vari Tik Tok, dai vari Ferragni, Fedez, Cecchi Paone o da figure ideali di padre come i Tiziano Ferro o Nicki Vendola e compagnia.
Spiace parlare di queste cose proprio durante il Santo Natale e dire che questo passa il convento (la parrocchia in questo caso) non consola proprio.
Preghiamo per il parroco, che la venuta di Gesù Bambino serva ad indicare anche a lui, oltre che a tutti noi, la via della vera conversione.
Vincenzo Fedele
https://www.marcotosatti.com/2023/12/28/maria-ragazza-o-vergine-eh-no-caro-parroco-non-e-la-stessa-cosa-fedele/
Signore Redentore, se riflettiamo su quel che accade attorno a noi non e' per ergerci a migliori (perche' e' per sola Tua grazia e benignita' se ancora stiamo in piedi ) ma solo perche' sia piu' fervente e accorata la nostra preghiera per i Tuoi Sacerdoti , perche' restino radicati (infissi come un piuolo dicevano di S.Pietro d'Alcantara) nel Tuo Sacratissimo Cuore e in quello della Madre Tua.Così sìa!
Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,
RispondiEliminae vieni in una grotta al freddo e al gelo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino,
io ti vedo qui tremar;
o Dio beato!
Ahi quanto ti costò l'avermi amato!
Ahi quanto ti costò l'avermi amato!
A te, che sei del mondo il Creatore,
mancano panni e foco, o mio Signore,
mancano panni e foco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto,
quanto questa povertà
più m'innamora,
giacché ti fece amor povero ancora,
giacché ti fece amor povero ancora.
Tu lasci il bel gioir del divin seno,
per venire a penar su questo fieno,
per venire a penar su questo fieno.
Dolce amore del mio core,
dove amor ti trasportò?
O Gesù mio,
perché tanto patir? Per amor mio!
perché tanto patir? Per amor mio!
Ma se fu tuo voler il tuo patire,
perché vuoi pianger poi, perché vagire?
perché vuoi pianger poi, perché vagire?
Sposo mio, amato Dio,
mio Gesù, t'intendo sì!
Ah, mio Signore,
tu piangi non per duol, ma per amore,
tu piangi non per duol, ma per amore.
Tu piangi per vederti da me ingrato
dopo sì grande amor, sì poco amato,
dopo sì grande amor, sì poco amato!
O diletto del mio petto,
se già un tempo fu così,
or te sol bramo:
caro non pianger più, ch'io t'amo e t'amo,
caro non pianger più, ch'io t'amo e t'amo.
Tu dormi, Ninno mio, ma intanto il core
non dorme, no ma veglia a tutte l'ore,
non dorme, no ma veglia a tutte l'ore.
Deh, mio bello e puro Agnello,
a che pensi? dimmi tu.
O amore immenso,
"Un dì morir per te" – rispondi – "io penso",
"Un dì morir per te" – rispondi – "io penso".
Dunque a morire per me, tu pensi, o Dio
ed altro, fuor di te, amar poss'io?
ed altro, fuor di te, amar poss'io?
O Maria, speranza mia,
s'io poc'amo il tuo Gesù,
non ti sdegnare
amalo tu per me, s'io nol so amare!
amalo tu per me, s'io nol so amare!
Madre mia Speranza mia, Gesu' mio, inondate d'Amore il cuore di chi trama insidie all'umanita' redenta. Sangue Preziosissimo del mio Gesu' spezzate i cuori diamantini degli ingrati e di coloro che sono stati ammaliati dal male. Ave Maria!
SOMMERGETE IL VATICANO DEL VOSTRO DISSENSO:
RispondiEliminahttps://www.marcotosatti.com/2023/12/28/appello-da-stampare-firmare-e-inviare-per-la-revoca-di-fiducia-supplicans/
Buongiorno Don Elia, leggendo in rete commenti e dichiariazioni a seguito della Fiducia Supplicans sorge l'impressione che molte persone siano come "soggiogate" dalla figura di questo pontefice e che debbano sempre e comunque trovare giustificazioni a quello che fa o dice, non è mai colpa sua ma sempre e solo di chi riceve e non capisce il suo messaggio. In pratica sono i fedeli e il clero che devono comprendere (e aggiungo io, a volte spiegare) il significato degli insegnamenti del Santo Padre, anche quando ambigui o incoerenti. E se non capisci e non comprendi sei in automatico un indietrista (e guai a dire che questa parola viene utilizzata per screditare gli avversari) o un tradizionalista o un rigido o sei contro il Papa. La cosa strana è che questo comportamento sembra diffuso anche tra persone che conoscono la dottrina e le leggi della Chiesa e che possiedono gli strumenti per argomentare. Se può esprimere un parere secondo lei da cosa dipende? Nella Chiesa si è sempre discusso ma in questo modo è impossibile qualsiasi tipo di confronto.
RispondiEliminaQuesto succede a chi si rifiuta ostinatamente di guardare la realtà per quello che è e si protegge rifugiandosi nel mondo delle idee contorte con cui giustificare qualunque cosa.
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RispondiEliminarimedio per questo stato di schiavitù è la fede che segue la semplice obbedienza e non le argomentazioni o i ragionamenti. Le argomentazioni possono essere buone per rafforzare l’intelligenza ma non sono il vero fondamento della fede. Coloro la cui fede poggia sulla ragione la perderanno quando sentiranno i ragionamenti capziosi dell’Anticristo. Quelli che al contrario si affidano a una fede fondata sull’obbedienza risponderanno: «Via da me con i tuoi argomenti! Questi ragionamenti non sono il fondamento della mia fede».
P.S. non conosco la fonte ma mi sembra degno di nota.
Dio ci benedica, la Beata Vergine Maria ci custodisca, S. Giuseppe ci protegga.
Giuseppe
Sembra sia di san Vincenzo Ferrer.
EliminaRev.don Elìa, sarebbe mio desiderio recitare ogni giorno l' "Atto solenne di preparazione per morire santamente" tratto dalle opere di S. Alfonso M. de’ Liguori ma non riesco a trovarlo, sareste così gentile da indicarmi dove trovarlo? Se in rete si trova quello originale, per favore indicatemi dove affinche' possa stamparlo. Grazie di cuore
RispondiEliminaAve Maria!
https://muniatintrantes.blogspot.com/2014/02/apparecchio-alla-buona-morte.html
EliminaMolte grazie!
EliminaMammamia che gioia, grazie di cuore!
EliminaReverendo padre Elia, sia lodato Gesù Cristo.
RispondiEliminaPartendo dal presupposto che le reazioni contro fiducia supplicans da parte di una parte dell' episcopato sono pienamente condivisibili, perché, secondo lei, non c'è stata la stessa condanna nei confronti di traditionis custodes ?
In quel caso l'abuso di autorità non è altrettanto facilmente dimostrabile.
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