Il silenzio di Maria
Nell’attuale temperie spirituale, nella quale i cattolici fedeli
son costretti a sopportare l’impensabile, è forte il rischio di cedere a
tentazioni sottili che, sotto apparenza di bene, li spingono a separarsi dal
corpo ecclesiale sulla base di giudizi globali, indiscriminati e inappellabili
sulla gerarchia, come se quest’ultima costituisse un unico blocco indistinto e
ogni suo membro fosse da condannare a priori a causa della sola
appartenenza ad essa. La coscienza di chiunque non sia completamente dominato
dalla superbia, nondimeno, riconosce facilmente non soltanto che ci sono molti
sacerdoti e vescovi di retta fede e specchiata moralità, ma altrettanto che non
è possibile emettere un giudizio di quella sorta, a meno che non si sia dotati
della scienza divina. Che Dio ci guardi dal lasciarci influenzare dal
pregiudizio di talune formazioni scismatiche, secondo le quali il semplice
fatto di esercitare un qualunque grado di giurisdizione in questa Chiesa
(quale altra?) comporterebbe ipso facto un’adesione incondizionata alle
aberrazioni del vertice.
Primato dell’umiltà e della compunzione
Certamente ha gioco facile chi valuta le scelte altrui isolandole
dal contesto e giudicandole come dati assoluti, il cui significato e peso
morali non abbiano alcun rapporto con le intenzioni e con le circostanze. Ci
sono atti che, essendo per natura illeciti, non sono mai consentiti ad alcuno,
come abbiamo insistentemente ricordato in questi ultimi mesi; altro è tuttavia
il caso di un ministero del tutto legittimo, portato avanti nelle condizioni
imposte dalla congiuntura storica e perciò, a motivo di esse, in parte limitato
da esigenze di prudenza, sebbene non spinte fino alla manipolazione della
verità. Dio solo conosce l’intensità della sofferenza interiore causata da tale
situazione, non soltanto per la deriva di certi settori della gerarchia, ma
anche per il disperdersi del gregge, spesso incantato da proposte menzognere di
illusorie alternative, basate sulla previa condanna di chi fa il suo dovere nel
dolore e nel nascondimento, senza incitare alla ribellione e all’ammutinamento.
Quale prevenzione oppure cura di questa nefasta tendenza, è quanto
mai urgente riscoprire l’umiltà quale fondamento della carità e, con essa, di
tutte le virtù. Non è però con soli discorsi o letture che si diventa umili,
bensì con la pratica costante della compunzione, con cui si riporta la
mente e il cuore ai peccati commessi, alla miseria del proprio stato, al
bisogno della misericordia divina, all’assoluta necessità della grazia.
L’umanità affonda nella sua corruzione perché troppo pochi sono coloro che riconoscono
con semplicità le proprie colpe, la propria indigenza e debolezza, la propria
lontananza dalla Fonte di ogni bene; ognuno rigetta su altri la responsabilità
di ogni problema, esimendosi così dall’esaminare la propria condotta e
impedendosi al contempo di trovare la via d’uscita. Rientrare in sé stessi è
l’inaggirabile inizio di ogni cambiamento positivo; l’anima disposta a gettare
su di sé uno sguardo onesto e realistico è già sulla via della guarigione.
Necessità del silenzio
Questo sforzo di introspezione, che metta a nudo ciò che neppure il
soggetto abitualmente vede e gli mostri il vero carattere del suo agire,
richiede però un’ambiente di silenzio, non soltanto esterno, ma pure interno;
non c’è altro mezzo che consenta un efficace scandagliamento dell’interiorità.
Non si raccomanderà mai abbastanza l’astensione dalle polemiche e discussioni
inutili, una saggia cautela nell’ascoltare le voci di questo mondo chiassoso,
una ferrea disciplina nell’uso delle reti sociali e di altri mezzi di
comunicazione. Questa società moderna, che si getta allegramente nel baratro
senza neanche rendersene conto, ha escogitato strumenti di una portata
distruttiva – per la vita spirituale e non solo – inimmaginabile fino a
pochissimi anni fa. Il cellulare, ormai messo in mano anche ad ogni bambino, è
un apparecchio di indubbia utilità, se ben usato, ma anche suscettibile di un
uso malvagio a livelli tali che non è decente nemmeno parlarne. Fin dove si
possa spingerne l’utilizzo per scopi cattivi è ben noto ad adolescenti, giovani
e adulti talmente privi di formazione morale e dalla coscienza così indurita da
non aver più nemmeno il minimo pudore.
La pratica del silenzio è anzitutto una scelta di rottura totale con
il marciume del mondo attuale, che ha toccato apici di male mai raggiunti
prima. Il silenzio dell’anima cristiana è contestazione vigorosa delle menzogne
che impregnano la mente, purtroppo, anche di tanti membri della Chiesa.
Vogliono normalizzare a tutti i costi la sodomia e le peggiori perversioni
sessuali, fino al punto di pubblicare un commento alla Bibbia blasfemo e
scandaloso. Chi ama davvero il Signore, tuttavia, non sfrutta quelle orrende
bestemmie per incitare i cattolici a separarsi dal Corpo Mistico, facendo così
il gioco del nemico, ma anzitutto si raccoglie nel cuore per offrire in
riparazione a Dio il proprio lancinante dolore di vederlo tanto offeso con gravissimo
danno delle anime. Solo da questa tacita immolazione può nascere una protesta
efficace con la quale non si condannino indiscriminatamente tutti gli altri
nella presunzione di esser gli unici giusti, ma si riconosca umilmente la
grazia incommensurabile di esser stati preservati dallo sfacelo dello spirito
per pura misericordia.
Maestra di silenzio
Nostra insuperabile insegnante, in questa materia, è la Vergine
annunziata. No, non ignoriamo certo l’abisso che La separa dalla nostra
abiezione; eppure sappiamo di poterla prendere a modello. Tale paradosso è
tipico della vocazione cristiana: guardiamo sì a modelli irraggiungibili, ma
imitabili con l’aiuto della grazia. Il silenzio di quell’anima immacolata,
neppure sfiorata né dal peccato originale, né da un’ombra di peccato personale,
è un mistero di assoluta abnegazione, completa consegna di sé all’Altissimo,
perfettissima conformità al volere divino: eppure questo è il termine a cui
tendiamo e la mèta che ci attira irresistibilmente, malgrado la nostra
profondissima indegnità. Ogni più piccolo passo avanti, compiuto con il Suo
sostegno, è un dono immeritato ottenutoci da Lei e trasmessoci dalle Sue mani
purissime, che riversano su di noi l’estrema sovrabbondanza di cui sono
ricolme. Non c’è al mondo madre più benevola e più generosa, giacché non c’è
madre che per noi abbia sofferto come Lei, nel doloroso parto del Calvario.
Prendiamola dunque come guida per apprendere quel silenzio che rende l’anima feconda e più forte di qualunque evenienza. Col muto sguardo posato sulla mangiatoia vuota riceveremo la certezza che il Figlio di Dio nasce ancora nei cuori – e nei modi più impensabili. Nella mente di tanti occidentali che non praticano più la fede (o non sono nemmeno battezzati) persiste, nonostante tutto, una chiara idea di ciò che dev’essere un cristiano come di quel che deve fare un prete. A un sacerdote che, per strada, recitava preghiere accanto a una povera folle che urlava come un’ossessa, più d’un passante ha domandato se stesse effettuando un esorcismo, segno evidente che sapeva bene di cosa poteva trattarsi e che solo un ministro di Dio poteva risolvere il problema. Benedetti diavoli! quale servizio possono rendere, al giorno d’oggi, a questa povera Chiesa, così sfigurata! La Provvidenza, nella Sua infinita sapienza, sa servirsi perfino di loro! Queste meraviglie, tuttavia, non sono scorte se non da cuori silenziosi, umili e riconoscenti, plasmati alla scuola di Maria. Che questo Avvento ci rechi in dono la grazia di saper imparare da Lei a custodire il Suo silenzio gravido di Vita.
"Rientrare in sé stessi è l’inaggirabile inizio di ogni cambiamento positivo; l’anima disposta a gettare su di sé uno sguardo onesto e realistico è già sulla via della guarigione." Grazie mille per questa illuminante frase .
RispondiEliminaQuel sacerdote era lei..Dio la benedica e la protegga.
RispondiEliminaGrazie Don Elia per questo bellissimo regalo, un richiamo al silenzio e alla compunzione che meglio di ogni altra cosa ci riporta alla presenza di Dio.
RispondiEliminaFederico
Memoráre
RispondiEliminaMemoráre, o piíssima Virgo María, non esse audìtum a sǽculo, quémquam ad tua curréntem præsìdia, tua implorántem auxìlia, tua peténtem suffrágia, esse derelíctum.
Ego tali animátus confidéntia, ad te, Virgo Vìrginum, Màter, curro, ad te vénio, còram te gémens peccàtor assisto.
Noli, Màter Verbi, verba mea despícere; sed áudi propìtia et exáudi.
Amen.
Non saprei ridire come ne' perche' ma gia' da un po' di tempo ho avvertito la necessita', prima del riposo notturno, di rivolgere questa preghiera alla Santa Vergine a beneficio della incolumita' fisica di Don Elìa e per rafforzare l'armatura ch' egli indossa per servire nell'esercito di Lei e nell'esercito di Dio . Preghiamo. Ave Maria!
Grazie di cuore. Senza le vostre preghiere, che sarebbe di me? Ricambio con il quotidiano ricordo all'altare.
EliminaA Don Tomaselli, Gesù chiede:
RispondiEliminaOgni giovedì sera, alle ore venti, portati col pensiero alla mia ultima Cena; è l’ora memoranda in cui dal cuore di un Dio Umanato scaturì il Mistero Eucaristico. Non dimenticare dunque: giovedì sera, alle ore venti, appuntamento con il tuo Gesù, chiuso nei mille Tabernacoli del mondo. Sia questa l’ora del tuo mistico incontro con il Re d’Amore. Diffondi questa iniziativa, che già da tempo si va attuando. Trascorri l’ora dell’appuntamento Eucaristico in più intima unione con me. La tua Comunione del giovedì abbia questa intenzione: ringraziarmi del Dono Eucaristico che ho fatto al mondo e riparare le profanazioni ed i sacrilegi eucaristici.
Giovedì è il giorno per eccellenza delle Piccole Ostie Riparatrici, giornata Eucaristica da santificare con la S.Comunione, per ringraziare del dono fatto al mondo, riparare i sacrilegi Eucaristici, pregare per tutti i sacerdoti e seminaristi della propria Diocesi.
Ogni giovedì sera, Gesù ci invita a ricordare la sua ultima Cena, quando dal suo Cuore scaturì il Mistero Eucaristico.
Alle ore 20 o secondo le proprie possibilità, le Piccole Ostie Riparatrici hanno mistico incontro con il Re d'Amore, chiuso nei mille Tabernacoli del mondo, che ci raduna attorno a sè.
Incontro individuale da casa, ma con spirito di comunione.
https://gloria.tv/post/mrxfs8oVoBgG1DubjxvZnT7Su
Tu che capisci come in questo scorrere del tempo siamo come naufraghi sbattuti tra tempeste e marosi piuttosto che gente che cammina sulla terra solida, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere travolto dalle tempeste.
RispondiEliminaSe insorgeranno i venti delle tentazioni, se incorrerai negli scogli delle tribolazioni:
Guarda la stella, invoca Maria.
Se sarai sbattuto dalle onde della superbia, e dell’ambizione, della detrazione, della rivalità aspra:
Guarda la stella, invoca Maria.
Se l’ira, o l’avarizia, o il desiderio disordinato della carne avranno sconquassato la navicella della tua mente:
Guarda la stella, invoca Maria.
Se turbato dalla grandezza dei tuoi peccati, confuso dalla coscienza del tuo grande errore e atterrito dal terrore del giudizio divino, incomincerai ad essere inghiottito nel baratro della tristezza e nell’abisso della disperazione:
Pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle angustie, nelle cose dubbie:
Pensa a Maria, invoca Maria.
Seguendo Lei, non sbagli strada.
Pregando Lei, non sarai disperato.
Pensando Lei, non cadi in errore.
Se Lei ti tiene, non cadrai.
Se Lei ti protegge, non avrai paura.
Se Lei ti guida, non ti stancherai.
Se Lei ti è propizia, giungerai alla meta.
(San Bernardo, Elogio della Vergine Madre, Sermone 2:17)
https://lanuovabq.it/it/una-risposta-a-fiducia-supplicans-la-soluzione-mariana
Santa Vergine, Madre di Dio e nostra, aiutate tutti noi che siamo gia' cresciuti in eta' a crescere (come Gesu') anche nella grazia ! Amen