Il rimedio all’accecamento
Obscurentur
oculi eorum, ne videant (Si oscurino i
loro occhi, perché non vedano; Sal 68, 24).
A sentire certi discorsi, da un estremo all’altro del ventaglio
ideologico dell’odierna società, civile ed ecclesiale, si ha l’impressione che
un pericoloso virus spirituale, capace di accecare gli intelletti, abbia
contagiato tutti senza distinzione, spingendoli ad assumere posizioni di
pensiero quanto meno assurde. Ci sono tradizionalisti che sostengono che, per
aiutare la Chiesa ad uscir dalla crisi, occorra dividerla ancor più con la
creazione di gruppi del tutto indipendenti dalla legittima autorità. Ci sono
liturgisti che sostengono che, per accrescer la pietà eucaristica, sia
necessario distribuire il Corpo di Cristo sulla mano, esponendolo di fatto alle
irriverenze e alle profanazioni. Ci sono studiosi di etica che sostengono che, per
facilitare l’osservanza della legge morale, sia doveroso interpretarla fino a farle
dire l’opposto. Ci sono attivisti per i diritti umani che sostengono che i
centri per l’aborto servano a diminuire il numero delle gravidanze
volontariamente interrotte. Ci sono perfino “cattolici” secondo i quali far udire
il battito cardiaco del figlio a una donna intenzionata a sopprimerlo sarebbe
infliggerle una violenza (mentre fare a pezzi un feto e risucchiarlo con una
pompa, a quanto pare, non lo è affatto).
Principio di non-contraddizione: non pervenuto
Queste e tante altre convinzioni, ampiamente diffuse, rivelano un
denominatore comune: il carattere contraddittorio. Il ripudio del principio di
non-contraddizione comincia da lontano: il primo a farne strame, nella cultura
europea, sembra sia stato Lutero con le sue irragionevoli dottrine; il culmine,
a livello teoretico, è stato toccato da Hegel con la sua gnosi. Con la
protestantizzazione dei cattolici e la sostituzione dell’impianto tomistico con
quello idealistico in teologia, tale processo si è affermato a livello popolare
grazie alla predicazione di un clero deformato dagli studi effettuati in
seminario. Il deprecabile risultato è un generale obnubilamento della ragione, divenuta
incapace di funzionare correttamente e di riconoscere contraddizioni evidenti
anche a un bambino. L’ambizione di sentirsi “adulte” impedisce alle menti di
sceverare con semplicità il vero dal falso ed è in diretta antitesi con la
parola del Signore, che promette ai piccoli l’accesso al Regno di Dio;
l’abitudine di contraddire le verità naturali, del resto, conduce
inevitabilmente a contraddire pure quelle soprannaturali.
«In verità vi dico: se non vi convertirete e non vi renderete come
i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli» (cf. Mt 18, 3). Il Figlio di Dio
non esige certo dai Suoi discepoli che sian dei sempliciotti o degli
sprovveduti, bensì che coltivino una disposizione fondamentale di immediata
adesione alla verità, scevra da artifici e sofismi, ignara di simulazioni e
ipocrisie, libera da qualunque interesse o pregiudizio, esente da calcoli tendenti
a raggiungere conclusioni prestabilite. Essa non rende affatto superflua
un’accurata preparazione culturale e un rigoroso svolgimento
dell’argomentazione, ma fa sì che persino soggetti che richiedono analisi
complesse e articolate siano trattati in modo limpido, lineare e accessibile a
tutti. Luminoso esempio di ciò fu padre Felice Maria Cappello, gesuita morto in
concetto di santità nel 1962, docente di diritto canonico alla Gregoriana, chiamato
il confessore di Roma. I casi di morale da lui presentati nel bollettino
diocesano (che all’epoca non era sfogliato solo per conoscere le nuove nomine)
costituiscono una qualificatissima formazione alla confessione e brillano per
sicurezza di dottrina, solidità argomentativa e chiarezza espositiva.
Un pregio che diventa difetto?
Oggi proprio queste qualità, a un altro gesuita, appaiono difetti.
Poiché tuttavia non può ammettere la contraddizione, la coscienza sceglie di
attenersi a quel che le si mostra certo ed evidente anziché a quanto appare per
lo meno confuso. D’altronde – com’è stato osservato di recente – è impossibile
che la coscienza dia l’assenso a qualcosa che non comprende, non per sua colpa,
bensì perché è un discorso volutamente ambiguo, al punto da risultare
contraddittorio; perciò nessuno è obbligato a prestargli il religioso ossequio
dell’intelletto e della volontà. Nei casi dubbi, la coscienza si deve attenere
a ciò che già è stato definito in modo chiaro, senza lasciarsi turbare dai raggiri
con cui si cerca di confonderla. Qualora esiti a proposito di un quesito
particolare, essa deve interrogare le fonti sicure, tralasciando quelle torbide
e incerte. In ultima istanza, una volta tratta una conclusione a partire delle
prime, è obbligatorio seguirla, quand’anche ciò comporti inconvenienti e
opposizioni. Ciò non soltanto ti preserverà da decisioni illecite o dannose, ma
ti riempirà altresì di gioia e pace inalterabili, che niente e nessuno al mondo
potrà toglierti.
Non basta però guardarsi dai pericoli provenienti da sinistra;
occorre stare in guardia pure a destra. Certo tradizionalismo o ha risuscitato
forme esteriori senz’anima o ha mantenuto artificialmente in vita gli involuti
procedimenti argomentativi della neoscolastica decadente. Per quest’ultimo
aspetto, nell’ambiente legato alla Tradizione, si distingue una nota fraternità
separatista che ha contagiato tanti altri col suo formalismo intellettuale; è arduo
respingere l’impressione che ciò risponda a fini manipolatori di
autolegittimazione. Niente di più lontano dalla limpidezza di un padre Cappello
e dalla mite bontà di quei sacerdoti che hanno a cuore il bene delle anime,
piuttosto che il successo dell’organizzazione di appartenenza. Il santo gesuita
univa alla scienza sconfinata la squisita carità di chi non si limita ad
applicare in modo materiale il metodo di discernimento, ma ricerca la volontà
di Dio nel caso concreto di una persona da guidare sulla via della salvezza
eterna. Una secca analisi, eseguita senza amore né dirittura né timor di Dio,
può esser sfruttata con spirito sofistico al fine di raggiungere una
conclusione prestabilita, funzionale ai propri interessi.
La vera priorità della lotta
Queste considerazioni ci riportano ancora una volta a riconoscere
la necessità di dare la precedenza ad una sincera e profonda relazione con Dio,
capace di plasmare il cuore e la mente secondo verità e carità mediante la
crescita nell’umiltà e nell’abnegazione. La pratica della presenza divina, di
recente proposta su queste pagine, non sembra riscuotere molto gradimento; torniamo
perciò a segnalarla con insistenza, persuasi dell’urgenza di una radicale
conversione che metta effettivamente la preghiera al primo posto e all’ultimo
la consultazione di siti e reti sociali, così da contrastare la frenetica sete
di informazioni e dibattiti con lo stabilirsi nell’amore del Signore, che ci
avvolge costantemente ma non è sufficientemente riconosciuto né apprezzato. Esso
è come il mare: chi si immerge in esso ne viene sostenuto e portato; chi lo
contrasta è travolto dalle onde e affoga. Sia a destra che a sinistra ci sono
sedicenti cattolici che impugnano sistematicamente la verità e resistono
caparbiamente alla grazia: la loro sorte è la perdita della carità e la
separazione da Dio, con il rischio eterno che ne consegue.
Che si ricorra a fumosi discorsi miranti a giustificare
un’evoluzione disomogenea della dottrina o a sofisticati sofismi con cui
legittimare una situazione irregolare, ciò che manca è quella semplicità e
rettitudine che aborrisce le mistificazioni e pone l’adesione al vero al di
sopra di tutto, individuando e rigettando le contraddizioni senza esitazione. Se
così facendo ti capiterà, dopo esser stato vilipeso e messo al bando dai
modernisti per aver respinto i loro adescamenti, di subire la medesima sorte
con i tradizionalisti per averne confutato i contorsionismi mentali, benedici
il Signore per la grazia immensa di averti preservato sia da una deriva che da
quella opposta e tira dritto senza badare né agli uni né agli altri, coltivando
e custodendo la pace del cuore in un dialogo il più possibile continuo con Dio.
Ne avrai grazia e gloria davanti a Lui e agli uomini.
La preghiera è germoglio della mitezza e dell’assenza di collera. La preghiera è prodotto della gioia e della gratitudine. La preghiera è antidoto alla tristezza e allo scoraggiamento (Evagrio Pontico, Capitoli sulla preghiera, 14-16).
https://lascuredielia.blogspot.com/p/la-gioia-della-santa-presenza-di-dio.html
Grazie!
RispondiElimina"Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in Me, e IO in lui, porta molto frutto, perché senza di Me non potete far nulla"! Gv 15,5
Sant’Agostino sottolinea: “Non dice: senza di Me potete far poco, ma dice: non potete far nulla. Non poco o molto, ma nulla si può fare senza di Lui.
Su questo Felice Cappello s.j. da anni sento parlare in modo edificante. La storia della Chiesa è da ricostruire primo per respingere le calunnie, senza trionfalismi ma con onesta, e in secondo luogo per conoscere tantissime bellissime che sono accanto a noi quando preghiamo.
RispondiEliminaGrazie come sempre, don Elia.
RispondiEliminaSono da poco uscito dal Santuario dove c'era l'Adorazione Eucaristica per la "pace" indetta da papa Francesco.
Che dolore trovarsi dinanzi al Santissimo e faticare per non lasciarsi incantare dal Suo vicario e sfuggire ad ambiguità sempre più evidenti.
Non ho avuto modo di verificare ma posto ugualmente quanto avevo da poco ricevuto.
Ringrazio di cuore per i consigli e i suggerimenti.
NB sto leggendo 40 capitoli sulla sobrietà di Filoteo sinaita. Una vera miniera di Verità.
Giuseppe
Che il Sinodo sulla Sinodalità, fortemente voluto da JM Bergoglio, fosse un evento nefasto per la Chiesa cattolica lo si sapeva fin dalla convocazione di una veglia di preghiera in unione con le altre religioni per propiziarlo [qui].
Ma l'ardire, di matrice chiaramente luciferina, a inserire nel documento ufficiale dell'evento la proclamazione dell'eresia, è semplicemente sconvolgente!
Si leggono infatti, alla pag. 29 del suddetto documento per "sviluppare una spiritualità per la sinodalità"[qui], le seguenti allucinanti parole:
"Cos'è allora un cuore misericordioso? È l’incendio del cuore per ogni creatura: per gli uomini, gli uccelli, le bestie, per i demoni e per tutto ciò che esiste. Al loro ricordo e alla loro vista, gli occhi dell'uomo versano lacrime, a motivo della grande compassione.
E per questo egli offre preghiere con lacrime anche, per i nemici della verità e per coloro che la avversano, e perfino per i rettili, a motivo della sua grande misericordia, che nel suo cuore sgorga senza misura, a immagine di Dio."
Dunque, sotto l'insegna del "Todos! Todos! Todos!", JMB attraverso questo documento sinodale dice, in poche sconcertanti parole, che un cuore infiammato di misericordia deve amare i demoni, e offrire preghiere per loro e perfino per i rettili!
Mai si era giunti fino a tanto!
Il grande coraçon di Francisco [qui] si erge con superbia mostrandosi più grande del Sacro Cuore di Gesù, che nella Sua poca misericordia scacciava i demoni e li malediva! E ambisce a mostrarsi più misericordioso ancora del Cuore Immacolato Maria, la quale schiaccerà la testa al povero antico serpente e non avrà per lui misericordia! Ma non basta!
JMB osa ergersi al di sopra dello stesso Dio Padre Onnipotente, che in Genesi maledice il serpente tra tutti gli altri animali e lo condanna per l'eternità!
Allo stesso tempo, incoraggiando i fedeli a pregare per demoni e rettili, JMB li condanna alla perdizione eterna, con l'appoggio dei Consacrati che vigliaccamente tacciono!
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Il sussidio cita Isacco di Ninive, venerato come santo dalle Chiese orientali, il quale parla della carità come di un amore senza limiti che spinge alla compassione verso qualsiasi creatura. Come spesso fanno i modernisti, però, la citazione è inserita in un contesto estraneo e piegata a comprovare uno spiritualismo malato che si rifiuta di riconoscere le responsabilità umane, trasformando così la vera carità in accondiscendenza al peccato. Negli scritti di Isacco appare chiaramente la fede nella retribuzione, come nella dottrina cattolica.
EliminaMi permetto di dire Caro Don Elia, il Suo invito "di una radicale conversione che metta effettivamente la preghiera al primo posto e all’ultimo la consultazione di siti e reti sociali" ottimo ma i pozzi dove attingere le parole di vita eterna sono tutti inquinati.
RispondiEliminaCi vuole un maestro, un linguista spirituale, che riporti le parole al giusto significato, prendiamo come esempio la parola "amore", abusata, svalutata, invertita, sessualizzata, oggi quasi nessuno sarebbe in grado di trane la giusta etimologia di salvezza, anch'io ho faticato per avere la giusta definizione (amare è volere e fare il bene di chi si ama, sempre) ma non sono sicuro che sia il giusto significato. Altra parola CARITÀ? Amare Dio e il prossimo? (Volere e agire in Gesù per la salvezza eterna di tutti compresa la nostra). Per favore le riporti Lei al giusto significato, come: FEDE, SPERANZA, VIA, VERITÀ, VITA, LUCE, CONVERSIONE.
Il Giusto Mestro è Gesù: S.Giovanni 15, 9. Per la Carità che ci porta alla salvezza eterna e come Ministro di Dio ci faccia attingere alla fonte pura, Acqua Viva, affinché la gioia di Gesù dimori in tutti noi.
Dove noi diamo per scontato rimetta ordine alle parole del Signore, Sia il nostro linguista spirituale.
Grazie
Ci proverò, ma è un lavoro enorme. Comunque le tue definizioni dell'amore e della carità sono corrette. Non dimentichiamo che, in virtù del Battesimo, abbiamo tutti il "sensus fidei", il quale, se siamo fedeli alla dottrina di sempre, ci istruisce interiormente.
EliminaBuonasera don Elia, grazie di vero cuore per le sue riflessioni, luce in questi tempi bui. Ogni giorno la situazione peggiora vertiginosamente. Oggi il sacerdote nell’omelia ha detto che anche i non battezzati possono diventare santi e andare in Paradiso; la settimana scorsa in confessione un altro sacerdote non mi ha fatto dire l’atto di dolore e inoltre mentre recitava la preghiera di assoluzione, ha saltato la parola “ti assolvo”… è indiano e si mangia a volte qualche parola..ma coincidenza proprio “ ti assolvo”…Non so più dove andare, ormai ogni chiesa è così…parlano sempre di misericordia, bontà, e mai di giustizia di Dio..ma tanta psicologia. Non c’è Messa in latino in zona, se non dai lefebriani, che me ne guardo bene di andare: messa bellissima, ma ho la sensazione di essere in una setta vera e propia ! Tra i fedeli c’è una rabbia e un odio contro il Papà e noi che andiamo anche alla Messa nuova..solo loro sono bravi !! Mi dica lei don Elia come mi devo comportare andando alla Messa qui nelle parrocchie della mia città… Grazie
EliminaSe mi indichi la tua città, vedo se c'è qualcuno da cui mandarti.
EliminaLe ho scritto privatamente don Elia, e mi ha già risposto. La ringrazio di vero cuore per l’aiuto.
EliminaDall'IBP di Roma ricevo e trsmetto :
RispondiEliminaSia lodato Gesu' Cristo!
Nella nostra Cappella saranno esposte per tutta l'ottava dei Santi (tranne nel giorno dei defunti) le seguenti reliquie. I fedeli potranno chiedere ai Sacerdoti, dopo le Messe, di venerare in particolare una di esse e ricevere la Benedizione di tale Santo o Santa.
Dalle ossa di San Pietro Principe degli Apostoli, di San Clemente Papa e Martire,di S.Barbara V.M.,di S.Giorgio Milite e Martire, di S.Luigi Gonzaga,di S.Domenico Savio, di uno dei Santi Innocenti di Betlemme, di S.Anna Madre della B.V.Maria, di S.Filippo Neri, di S.Alessio Conf.,di S.Francesco d'Assisi, dei Santi Martiri Faustino e Giovita, di S.Sebastiano Milite e Martire, di S.Gregorio Magno Papa, di S.Agnese V.M., di S.Filomena V.M., di S.Lucia V.M., di S.Pio X Papa, dalle carni di S.Maria Goretti e S.Teresa d'Avila, dai capelli di S.Giovanni Bosco e di S.Teresina di Lisieux, dal sangue del S.Curato d'Ars e di S. Padre Pio da Pietrelcina, e dalla tunica di S.Rita da Cascia. " Pretiosa in cospectu Domini, mors sanctorum eius".
IBP di Roma - Casa San Clemente-
Via delle Fornaci 203, 2° piano
Ave Maria!
P.S. Per conoscere l'orario delle S.Messe all'IBP di Roma - Casa San Clemente- e' indicato qui di seguito il loro sito internet :
Eliminahttps://roma.buon-pastore.it
Carissimo padre, mi scuso se con dolore e sconcerto tocca ripresentare una nuova "puntata" della vergognosa campagna contro Un cuore che batte dei "tradizionalisti duri e puri". Ma non possono passare inosservati...i loro contorsionismi mentali degni dei più progressisti (di cui tanto si fanno avversari, quando sono solo l'altra faccia della medaglia), lasciano amareggiati e davvero ci vuole la pazienza di Giobbe per non rispondere a tono, rischiando di farsi dominare dall'ira.
RispondiEliminaMi consola che nella mia diocesi, più di un sacerdote ha promosso l'iniziativa, ed anche un vescovo vicino. Si è diffuso come si è potuto il materiale informativo, e soprattutto ci si è affidati all'onnipotenza di Dio!
Che possa avere pietà di questi sciagurati ciechi, privi di non solo di ogni coerenza (se celebri la giornata mondiale contro l'aborto l'8 settembre...), ma soprattutto di fede e carità soprannaturale. Miserere nostri, Domine!
https://www.renovatio21.com/petizioni-pro-vita-e-firme-che-non-valgono-nulla/?amp=1
Dolore e sconcerto per l'accecamento volontario e la mancanza di carità sono le uniche reazioni ragionevoli. Coraggio: se Dio vuole una cosa, essa si realizza.
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