La sindrome di Giuda
I suoi fratelli,
vedendo che era amato dal padre più di tutti i figli, lo odiavano e non
potevano parlargli pacificamente (Gen 37, 4).
La
storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, oggetto di invidia e di odio da parte
dei fratelli a motivo della predilezione paterna per il figlio avuto in
vecchiaia, può fornirci una chiave interpretativa del rigetto delle autorità
giudaiche nei confronti di Gesù. Per molti versi, in effetti, l’antico Giuseppe
è una prefigurazione del Messia: la sua dolorosa storia di ingiusta esclusione
si risolverà infatti nella salvezza di tutta la famiglia, una volta che la
Provvidenza lo avrà dapprima condotto in Egitto come schiavo, poi elevato alla
seconda carica del regno dopo il faraone. Anche la sua inalterabile mitezza e
il suo eroico perdono fanno intravedere i tratti del Salvatore, che in tutto
l’Antico Testamento traspare attraverso fatti e parole di cui era il segreto
autore.
Il
rifiuto del Profeta galileo non può certamente spiegarsi soltanto in base a
considerazioni umane, ma è comunque necessario che gli uomini, nella loro
libertà, offrano un supporto all’azione del mondo diabolico. La preoccupazione
di preservare la religione da evenienze che potessero metterne in pericolo la
sopravvivenza è fin troppo comprensibile per chi su quel culto aveva fondato il
proprio potere e la propria fortuna, ma risulta insufficiente come motivazione,
specie se si pensa che non servì a evitare, quarant’anni dopo, la catastrofica
rivolta che finì con la distruzione del Tempio e la deportazione del popolo,
mentre la classe sacerdotale era già stata massacrata dagli zeloti stessi per
collaborazionismo con i Romani. Ciò che di Gesù risultava alle autorità davvero
insopportabile era la relazione inaudita ed esclusiva con Dio che dimostrava
nei discorsi e nelle azioni: nessun uomo si era mai neanche sognato che fosse
possibile qualcosa del genere.
In
termini più generali, si tratta di quel peccato contro lo Spirito Santo che il
catechismo designa come invidia della
grazia altrui. È un male che colpisce soprattutto le persone più religiose
e osservanti, intimamente convinte di aver acquisito un diritto nei confronti
di Dio. Il fatto che qualcuno le superi in grazia, magari senza i loro presunti
titoli di merito, può renderle furiose, anche se, spesso, non lo ammettono
neanche di fronte a sé stesse: sarebbe troppo disdicevole e contrario al mito
che si sono costruite addosso. Immaginatevi il ceto colto e benpensante di
Gerusalemme che si vede di colpo surclassato da un predicatore spuntato
dall’oscura Nazareth, che nelle Scritture non è neppure nominata… Adonai non
poteva far loro un torto così indecoroso: bisognava giocoforza concludere che
il taumaturgo non fosse altro che un impostore.
E
Giuda? Quel povero Giuda che, ultimamente, ci si affanna tanto a riabilitare,
quasi non fosse stato colpevole di nulla? Non basta pensare che fosse rimasto
deluso nelle sue ambizioni politiche; l’odio che spinge al tradimento
scaturisce da regioni più profonde del guasto cuore umano. Nel suo atto c’è
qualcosa di luciferino, un sentimento analogo a quello dell’angelo che
rimpianse di non essere Dio e che, al riconoscimento umile e riconoscente della
propria condizione di creatura di fronte a Lui, preferì la dannazione per pura
superbia. Il pentimento che indusse il traditore a restituire la ricompensa ai
sommi sacerdoti non poteva essere genuino se, subito dopo, la disperazione lo
portò al suicidio: da uomo orgoglioso che esigeva un riconoscimento da Dio,
egli non poteva ammettere un atto di perfidia tale da distruggere la sua
autostima, ma l’invidia della figliolanza di Gesù gli impedì di pensare alla
possibilità del perdono che quest’ultimo avrebbe potuto ottenergli.
Scagionare
Giuda dal tradimento, Pietro dal rinnegamento e gli altri Apostoli dalla fuga
significa ridurre gli uomini a burattini inconsapevoli di un piano di salvezza
che Dio avrebbe realizzato arbitrariamente sulle loro teste senza coinvolgerli
in modo personale, nella loro responsabilità e con il loro merito, seppure
relativo e conseguente alla grazia, che è gratuita per essenza. È chiaro che le
loro azioni hanno concorso alla realizzazione dell’opera salvifica perché il
Signore si è servito di esse, per quanto intrinsecamente cattive, per compiere
il proprio Sacrificio, ma ciò non annulla la loro colpevolezza, altrimenti non
sarebbero più atti umani. La misericordia non riduce l’uomo a un ebete o a un
bruto che non sia in grado di rispondere delle proprie scelte, ma è una volontà
benevola che non si arresta nemmeno di fronte al peggiore peccato possibile e,
anzi, lo trasforma in occasione di salvezza per quegli stessi che l’hanno
commesso.
Come
chiunque può riconoscere con il semplice buon senso, questo fatto non autorizza
certo a peccare impunemente né scusa il peccatore, il quale, essendo l’autore
dei propri atti liberi, ne è e rimane responsabile. Per questo anche i redenti
devono espiare in Purgatorio le loro colpe, che pur sono già incluse
nell’infinito valore soddisfattorio della Passione: con la Sua sofferenza e
morte, il Redentore ha sanato l’offesa a Dio, ma non ha eliminato la
colpevolezza individuale (che non può essere annullata). Oltretutto si tratta
di peccati commessi da chi, con la grazia del Battesimo e degli altri
Sacramenti, potrebbe e dovrebbe essere un santo, anziché continuare a offendere
Chi lo ha creato e redento; non parliamo poi di chi si pone in una situazione
pubblica e stabile di peccato grave che contraddice radicalmente la volontà di
quel Dio di cui è diventato figlio.
Alla
fine viene il sospetto che tutta questa imbarazzante gara a scusare e difendere
Giuda non sia altro che un elemento qualificante di quell’opera di sistematica
demolizione della morale cattolica che da cinque anni procede inesorabile. Come
già accennavo, però, la visione dell’uomo da essa sottesa è quella di un povero
incapace da cui non si può esigere nulla e a cui non si possono porre
condizioni di alcun genere. Questa, tuttavia, non è la visione della Chiesa
nella sua Scrittura e nella sua Tradizione, la cui stima della creatura fatta a
immagine e somiglianza di Dio non l’ha condotta a farne un idolo, bensì a
redarguirla e correggerla in nome della sua stessa dignità. Se questi, d’altronde,
sono i frutti del culto dell’uomo,
ridotto in ultima analisi a un minus habens, abbiamo un motivo in
più per farne volentieri a meno…
Quelli
che vogliono dare i Sacramenti a tutti, in realtà, non li trattano da persone,
cioè da esseri dotati di coscienza e libero arbitrio. Dio concede a tutti la
grazia, ma la grazia ha bisogno di essere liberamente accolta con la
conversione e la fede, che presuppongono l’adesione alla parola divina e la
decisione di riorientare la propria esistenza in conformità ad essa; altrimenti
la grazia va a vuoto. È vero che la grazia è di per sé infallibile e
onnipotente, ma permane pur sempre il mistero della possibile resistenza umana,
fino al rifiuto. Giuda e tutti i dannati sono all’Inferno appunto per aver
rifiutato la grazia, cosa che chiunque può fare: è un’eventualità terribile, ma
oltremodo reale. Alimentare nei fedeli una falsa tranquillità a questo riguardo
significa dar loro uno spintone sul ciglio dell’abisso. Che razza di
misericordia è questa?
Rimane
la domanda circa il motivo per cui i falsi Pastori divulgano con tanta
insistenza questa “riedizione” del Vangelo riveduta e corretta, quasi a voler
apparire migliori di Gesù. Non sarà mica perché, sotto sotto, ne sono invidiosi
e, di fatto, lo odiano per quello che è? Non c’è niente di peggio che rendersi
conto di avere a che fare con il Santo in assoluto senza voler farsi santi,
dato che troppi sono i compromessi, i cedimenti, i raggiri, i sofismi e i
peccati che, a forza di ambiguità e di mezze misure spacciate per rinnovamento,
hanno riempito la vita, l’anima e il cuore. Allora, per non esser costretti ad
ammettere di dover cambiare, bisogna eliminare il Santo o, per lo meno,
neutralizzarlo con una fisionomia fittizia, inventata a tavolino come la nuova
Messa, i nuovi catechismi, la nuova pastorale e tutto il resto… che a questo
punto, a quanto pare, di nuovo hanno ben poco.
«Scostatevi dalla retta
via, uscite dal sentiero, toglieteci dalla vista il Santo di Israele». […]
Eppure il Signore aspetta per farvi grazia, per questo sorge per aver pietà di
voi, perché un Dio giusto è il Signore; beati coloro che sperano in lui!
(Is 30, 11.18).
Caro don Elia, ha letto questo? http://www.repubblica.it/vaticano/2018/03/12/news/benedetto_xvi_lettera_in_difesa_di_francesco_basta_stolto_pregiudizio_contro_di_lui_-191104544/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1
RispondiEliminaSa tanto di apocrifo scritto a bella posta per appoggiare un'iniziativa di servile piaggeria cortigiana. Cosa sa Benedetto XVI di quel che gli fanno dire? E, se ne sa qualcosa, come può reagire? Non è per difenderlo a tutti i costi, ma questo genere di testi è troppo spudorato.
EliminaConcordo con lei, caro don Elia. Grazie
RispondiEliminaAl limite, in origine potrebbe esserci stata una bozza autentica, poi rimaneggiata dal segretario o da chi per lui.
EliminaInteressanti le conclusioni di Antonio Socci, reperibili in La Bussola Quotidiana. Riportate anche su "Libero" di ieri, 13 marzo. Non avevo alcun dubbio che avessero distorto intenzionalmente il pensiero di Benedetto XVI, estrapolandone solo alcune parti e adattandole ai propri fini.Tornando al tema "La sindrome di Giuda", 2000 anni fà il delitto contro il Verbo Eterno del Padre, prese forma e maturò non in qualche fazione popolare, ma nell'animo del sommo sacerdote Caifa con il consenso di tutto il sinedrio.Tranne Giuseppe D'Arimatea e Nicodemo. Con pena e turbamento profondi si rileva che il deicidio ebbe, dunque, origine proprio dai sacerdoti, dai membri del sinedrio di Gerusalemme.E con pari turbamento dovrò assistere a quanti confermeranno l'obbedienza che a breve sarà loro richiesta.Satana ha operato con sottile, astutissima perfidia e Giuda ha lasciato molti eredi. Prego perchè i consacrati non escano dal gregge.
RispondiEliminaSanta meditazione a tutti con l'aiuto di Padre Pio :
RispondiEliminahttps://cooperatores-veritatis.org/2018/03/15/a-messa-con-padre-pio-imperdibile/