La Chiesa crocifissa
Purtroppo, quanti Giuda
Iscariota – che s’interpreta «mercede» – ci sono oggi, che per la «mercede» di
un qualche vantaggio temporale vendono la verità, tradiscono il prossimo con il
bacio dell’adulazione, e così alla fine si impiccano al laccio della dannazione
eterna! […] Ma ahimè, ahimè, tutto il Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa,
viene di nuovo crocifisso e ucciso! (sant’Antonio di
Padova, Sermone per la Domenica di
Quinquagesima, 15.19).
Ciò
che sant’Antonio stigmatizzava con queste parole non era, probabilmente, ciò
che potremmo pensare noi oggi nel leggerle. Quelli che vendevano la verità per un beneficio materiale erano forse quei
predicatori o professori di teologia che sfruttavano la loro missione per
arricchirsi od ottenere una posizione di riguardo e, a tal fine, adulavano i
potenti. Come si comprende dal seguito, egli vedeva la Chiesa crocifissa dalle
tentazioni dei demoni, come pure dalle bestemmie e persecuzioni da parte di
pagani, eretici e giudei, vale a dire di saraceni, catari e usurai. I primi
spadroneggiavano nel Mediterraneo e terrorizzavano le coste, addentrandosi
molto profondamente nei territori cristiani con ratti, distruzioni e saccheggi;
i secondi avevano il controllo di intere regioni e importanti città della
Francia meridionale e dell’Italia settentrionale; i terzi potevano giungere fino
a strangolare l’economia allo scopo di ridurre in proprio potere anche la
politica in nome delle antiche promesse divine, dalle quali non ammettevano di
esser decaduti con il rifiuto del Messia.
Le
parole dei Santi, tuttavia, rivelano un’attualità straordinaria e possono
essere legittimamente applicate al presente. Oggi, purtroppo, molti di quanti sono
deputati a predicare e insegnare la Parola divina vendono letteralmente la
verità di Cristo per ottenere riconoscimenti e vantaggi da parte dei potenti di
questo mondo, dominato dall’alta finanza ebraica. La loro adulazione consiste
nel giustificare i peccati degli uomini, anziché avvertirli del pericolo che
corrono; così facendo mettono al collo, proprio e di quanti li ascoltano, la
corda dell’eterna condanna. Una vera e propria invasione musulmana è di nuovo
in atto con l’acquiescenza, se non l’incoraggiamento, di buona parte della
gerarchia cattolica, che si è del resto fatta megafono di una gnosi aggiornata
alla cultura postmoderna: se il primo modernismo fu la cloaca di tutte le eresie (san Pio X), questo è la sentina delle
peggiori assurdità intellettuali e schifezze morali. Non solo, infine, la vita
degli individui e delle famiglie, ma quella delle società e degli Stati è
controllata dagli usurai e dagli speculatori delle grandi banche e società
finanziarie.
La
Chiesa, Corpo mistico di Cristo, deve riprodurre in sé la vicenda di morte e
risurrezione per cui è passato il Capo per redimerla. Dal punto di vista
teologico, non è una necessità assoluta, ma un pensiero altamente conveniente, cioè conforme alla logica
del progetto divino. Il compimento pieno della redenzione richiede, per ragioni
di giustizia, la partecipazione dei redenti. Nel momento in cui si consumò il
Sacrificio redentore, solo la Madonna vi prese parte con la Sua cooperazione
del tutto singolare, diventando così Corredentrice e Madre della Chiesa. Ora è
giusto che anche i figli – non solo individualmente, come è sempre avvenuto, ma
nel loro insieme – si associno all’immolazione in quanto membra dell’unica Vittima, realizzando così nell’interezza del
Corpo quel coinvolgimento che il suo membro più nobile ed eminente ha
anticipato e avviato sul Calvario perché anch’essi potessero attuarlo. L’insostituibile
ruolo della Vergine Maria ci aiuta a comprendere non soltanto il senso e la
fecondità della Croce, ma anche quelli dell’ora presente.
La
Passione del Capo si è sempre prolungata nel Corpo, ma adesso è la morte stessa
che deve sopraggiungere come premessa della risurrezione. Se la permissione
divina ha disposto che un uomo privo della fede cattolica arrivasse al vertice
della Chiesa, c’è una ragione ben precisa: egli ha il compito di tradirla e
venderla ai suoi nemici, che vogliono distruggerla per regolare una volta per
tutte – come si illudono! – i conti col Nazareno, che i loro padri hanno messo
a morte per mano dei Romani. Ciò vale ovviamente solo per i capi del popolo
ebraico, che del resto non hanno avuto scrupoli a far sterminare milioni di
loro correligionari (servendosi, come sono soliti, di un regime pagano – e per
giunta satanico) per raggiungere i loro scopi perversi, come la creazione di
uno Stato sulla terra perduta per decreto divino e ormai occupata da altri. La
suprema perfidia di quei signori, che nel corso della storia cristiana hanno
suscitato le peggiori persecuzioni contro la Chiesa, è giunta ad attaccarla
dall’interno per snaturarla e pervertirla, visto che il sangue dei martiri non
fa altro che ringiovanirla e santificarla.
Lo
scioglimento del dramma non sarà né rapido né facile. Possiamo alleviare
l’agonia, sicuramente con la preghiera, eventualmente con il voto, ma non
evitare la morte, la quale – come sempre avviene nell’agire di Dio – è al
contempo castigo e salvezza. Il tradimento è giunto fino ad aprire le porte del
Vaticano e delle sue istituzioni a chi opera per la distruzione della Chiesa e
della società civile allo scopo di consolidare definitivamente, togliendo di
mezzo tutti gli ostacoli, l’egemonia di pochi, ricchissimi uomini. Questo
tradimento, tuttavia, non si limita al vertice, ma abbraccia tutti i livelli,
fino alla base; ovunque è evidente la ribellione a Dio e all’ordine da Lui
stabilito. Recitiamo dunque il Rosario, per l’Italia e per il mondo intero,
soprattutto perché i pochi rimasti fedeli possano resistere e attraversare la
prova senza perdere la fede. Come, il Sabato Santo, essa rimase accesa
unicamente nel Cuore immacolato di Maria e nel discepolo a Lei affidato dal
Maestro, così può persistere in coloro che Le sono consacrati, purché vivano
tale consacrazione con una preghiera costante e una tenace carità verso tutti.
I
cuori straziati da fatti e notizie sempre più raccapriccianti devono proprio
per questo assimilarsi a quello della Corredentrice, cooperando così al pieno
compimento della Redenzione e offrendo a Dio quella contrizione e riparazione
che non Gli giunge dai peccatori induriti e tardi a convertirsi. È questa la
grazia che dobbiamo soprattutto chiedere; solo in questo modo la consacrazione
alla Madonna porterà tutti i suoi frutti, conformandoci a Lei nell’atto di
offrirsi con il Figlio crocifisso e, quindi, conformandoci al Crocifisso stesso
per la salvezza nostra, dei nostri cari e del mondo intero. Non cediamo alla
tentazione di deprimerci né a quella di ribellarci con astio e livore; l’una e
l’altra ci distruggerebbero, rendendo vana la nostra cooperazione al piano
divino. Continuiamo invece a proclamare la verità con franchezza evangelica,
acconsentendo unicamente a quelle forme di dissimulazione che, senza scadere
nell’ipocrisia, siano richieste dalla necessità di non essere del tutto
neutralizzati. Il criterio da seguire sia sempre il bene delle anime, perché
possiamo ritrovarle in Paradiso, e il sostegno da ricercare sia la Comunione,
dove poterlo pregustare.
Quanto è buono Dio con
i giusti, con gli uomini dal cuore puro! Per poco non inciampavano i miei
piedi, per un nulla vacillavano i miei passi, perché ho invidiato i prepotenti,
vedendo la prosperità dei malvagi. […] Levano la loro bocca fino al cielo e la
loro lingua percorre la terra. […] Se avessi detto: «Parlerò come loro», avrei
tradito la generazione dei tuoi figli. […] Come sono distrutti in un istante,
sono finiti, periscono di spavento! Come un sogno al risveglio, Signore, quando
sorgi fai svanire la loro immagine. […] Ma io sono con te sempre: tu mi hai
preso per la mano destra. Mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai
nella tua gloria (Sal 72, 1-3.9.15.19-20.23-24).
Come si fa a resistere? E se non si riesce a resistere nella prova, non é peccato?
RispondiEliminaSi resiste con l'aiuto della preghiera e dei Sacramenti, consacrandosi al Cuore Immacolato di Maria e contando sull'intercessione dei Santi, nonché su quella (reciproca) di tutti noi. Mai cedere allo scoraggiamento!
Elimina...Tutti hanno bisogno del Vangelo; il Vangelo è destinato a tutti e non solo a un cerchio determinato e perciò siamo obbligati a cercare nuove vie per portare il Vangelo a tutti.
RispondiEliminaPerò qui si nasconde anche una tentazione, la tentazione dell'impazienza, di cercare subito il grande successo, i grandi numeri. E questo non è il metodo di Dio. Per il regno di Dio e così per l'evangelizzazione, strumento e veicolo del regno di Dio, vale sempre la parabola del grano di senape. Il regno di Dio ricomincia sempre di nuovo sotto questo segno. Nuova evangelizzazione non può voler dire attirare subito con nuovi metodi più raffinati le grandi masse allontanatesi dalla Chiesa. No, non è questa la promessa della nuova evangelizzazione...le realtà grandi cominciano in umiltà...Dio non conta con i grandi numeri; il potere esteriore non è il segno della sua presenza [...].
Dobbiamo aggiungere un passo ulteriore. Gesù predicava di giorno, di notte pregava, questo non è tutto. La sua intera vita fu, come mostra in modo molto bello il Vangelo di Luca, un cammino verso la croce, ascensione verso Gerusalemme. Gesù non ha redento il mondo tramite parole belle, ma con la sofferenza e la sua morte. Questa sua passione è la fonte inesauribile di vita per il mondo; la passione dà forza alla sua parola [...].
Una madre non può dar la vita a un bambino senza sofferenza. Ogni parto esige sofferenza, è sofferenza, ed il divenire cristiano è un parto. Diciamolo ancora una volta con le parole del Signore: il regno di Dio esige violenza (Mt 11,12; Lc 16,16), ma la violenza di Dio è la sofferenza, è la croce. Non possiamo dare vita ad altri senza dare la nostra vita...E pensiamo alla parola del Salvatore: "chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà" (Mt 8,36).
Tratto da
https://www.facebook.com/groups/299990063536650/
Madre mia , ottenetemi l'umilta' che non ho .
Il passero si è trovato una casa, e la tortora un nido dove può deporre i suoi piccoli: i tuoi altari, o Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. Beati quelli che abitano nella Tua casa, o Signore: sempre e sempre Ti loderanno.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?time_continue=49&v=gw4Tf3ZAhUE
Passer invenit sibi domum, et turtur nidum sibi, ubi ponat suos : altaria tua, Domine virtutum, rex meus, et Deus meus.
Mio Signore e mio Dio !
Questo, Padre, incredibilmente sviluppa in modo coincidente quanto ha di recente accennato Monsignor Baronio tra le repliche ad un commento, per inciso mio, al penultimo dei suoi pezzi.
RispondiEliminaMi fa piacere che siate sulla stessa posizione.
O siete la stessa persona?
Non siamo la stessa persona, ma, per grazia di Dio, siamo sulla stessa lunghezza d'onda, a quanto pare.
EliminaA proposito di Giuda, peccatori e tradimenti, ecco cosa leggo su un opuscolo:
RispondiElimina“Nell’ora in cui sta per essere tradito e rinnegato Gesù trasforma il tradimento subìto in autodonazione. L’azione di Gesù previene il tradimento. Così, quelli che sono a tavola con lui incluso chi lo tradirà, chi lo abbandonerà e chi lo rinnegherà risultano frustrati in quanto traditori perché il loro compito viene assolto al loro posto dalla loro stessa vittima” (Cf R. Williams, Sacraments of the New Society). Avviene la trasformazione dei destinatari del pane e del vino da traditori a ospiti!-
Caro don Elia,
cosa vuol dire questo? Mi pare ci sia qualcosa che non quadra!
Vuol dire una sottile mistificazione che abolisce almeno tre distinzioni irrinunciabili: 1) quella tra il male oggettivo compiuto dall'uomo (di cui, nella misura in cui è commesso consapevolmente e liberamente, l'uomo è responsabile) e il bene che Dio sa trarne per amore suo (cosa che non annulla la responsabilità umana, pur dandole un nuovo valore); quella tra un atto deliberato in modo del tutto autonomo senza pressioni di sorta (come quello di Giuda) e un cedimento alla paura (come il rinnegamento di Pietro e la fuga degli altri Apostoli); quella tra la superbia che si risolve in disperazione (come nel caso del primo) e l'umiltà che sfocia nel pentimento, rendendo possibile il perdono (come nel caso dei secondi). La tesi da te citata rischia alla fine di attribuire a Dio anche il male, secondo un atteggiamento di pensiero tipicamente idealistico e gnostico che annulla ogni responsabilità umana. I peccati di quella notte furono commessi dagli Apostoli, non da Gesù, che pur ne ha fatto un mezzo della propria autodonazione.
EliminaUn modo per giustificare il peccatore col suo peccato: infatti, grazie a questa linea di pensiero, anche Giuda si è ritrovato salvato!
RispondiEliminaGrazie don Elia per la spiegazione.
La Scala per il Paradiso
RispondiElimina«Dio ha voluto salvarci per mezzo della croce. In essa scopriamo fino a che punto è arrivato il Suo Amore. La sofferenza è un mistero: Dio non l’ha eliminata, ma, in Gesù, l’ha provata fino in fondo, trasformandola in un luogo di redenzione. Anche per noi, la sofferenza può diventare l’esperienza in cui scopriamo l’infinito Amore di Dio e veniamo raggiunti dalla Sua salvezza. Oh! se potessi andare per tutto il mondo, e proclamare a tutti i viventi che tenessero conto di questo prezioso tesoro della croce! La quale è così cara, che non la posso levare dalla mia mente. Il giorno, lavoro con essa; la notte, riposo in essa; ma tanto non mi basta. "
Santa Veronica Giuliani
http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_diocesi/57/2011-04/24-217/brani-veronica[1].pdf
Da leggere , un'ora santa per nutrire l'anima .
Vegliamo sotto la Croce con la Vergine Madre ed il Santo Rosario .
RispondiEliminaDesideravo sapere se il segno della croce che Bergoglio si fa in questo video, davanti al corpo di San Pio, è corretto. Pensavo ci si dovesse toccare le spalle e non i fianchi. Grazie.
RispondiEliminahttps://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fvideo.repubblica.it%2Fvaticano%2Fpapa-francesco-in-preghiera-davanti-alle-spoglie-di-padre-pio%2F299892%2F300522&h=ATPEoaCMqDQXTw9BiEpLiqHdHSxFL235pzVqfwyYK-XTSpbI25DXbXvp3S_5jKA-USmJ40EabZp-aJzrPB0eBQeM41NaJc_yU6dg1LEtkAa6B8U2nAyOo0IfDHde
Certo è un modo di segnarsi un po' anomalo. Se poi sia un fatto intenzionale o una semplice trascuratezza, solo Dio lo sa. Per inciso, corre voce che il corpo esposto non sia quello di Padre Pio, ma una salma mummificata a cui è stata applicata una maschera di cera confezionata dal Museo delle Cere londinese.
EliminaGrazie. È tutto molto triste.
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