Fatevi santi! / 1
Audiam quid
loquatur in me Dominus Deus, quoniam loquetur pacem in plebem suam, et super
sanctos suos, et in eos qui convertuntur ad cor. Verumtamen prope timentes eum
salutare ipsius, ut inhabitet gloria in terra nostra (Sal 84, 9-10).
«Ascolterò che cosa dice in me il Signore Dio» (Sal 84, 9).
L’intensificarsi dell’unione con Dio sviluppa nell’anima una spiccata
sensibilità per i doveri che l’uomo ha verso di Lui e un desiderio ardente di
ricambiarne l’amore in ogni maniera. Essa sente così un bisogno spontaneo di
pregare di più e con maggior fervore; di moltiplicare atti nascosti di adorazione,
umiliazione e dedizione; di servirlo in tutte le occasioni, grandi e piccole;
di offrirsi costantemente a Lui in pegno, per quanto esiguo, di riconoscenza e
di affetto. Il sussurro discreto dello Spirito Santo suggerisce al cuore teso
in ascolto mille modi di esprimere la gratitudine, mentre in modo ineffabile lo
tormenta il Suo fuoco soavissimo, che arde dolcemente, ma in modo inarrestabile:
nulla sembra bastare né essere adeguato allo scopo, mentre le lodi degli uomini
causano acuta pena, in quanto percepite come inopportune verso un peccatore e
lesive dell’onore divino.
Un ambiente sfavorevole
Quell’anima favorita dal Signore si trova però a vivere in una
società inghiottita dal materialismo e regredita nella barbarie, nonché in un
contesto ecclesiale completamente avverso, nel quale il culto dell’uomo ha
trasformato la vita spirituale in ricerca di godimento emotivo, mentre la
Liturgia è diventata un palcoscenico su cui esibirsi a vario titolo in vista di
un effimero plauso umano. Anziché sforzarsi di inventare e iterare atti di
amore, offerta e mortificazione con cui dimostrare a Dio, com’è giusto, la
propria gratitudine e corrispondenza, abbiamo ridotto sempre più, fino a
eliminarli talvolta del tutto, i segni e le forme non solo di pentimento e abnegazione,
ma finanche di semplice rispetto: le genuflessioni, il digiuno eucaristico,
l’astensione dalle carni, le penitenze, il silenzio… e tante altre espressioni
di quella contrizione e dedizione che la fiamma della carità stimola in coloro
che Lo amano in verità e non a parole.
Siamo andati nel senso opposto a quello verso cui ci spinge
l’obbligo di ricambiare l’immensa bontà di cui il Signore ci circonda senza
sosta e il desiderio di unirci totalmente a Lui. Come può Dio sopportarci
ancora? Cosa sono mai le catastrofi provocate dai Suoi nemici, in confronto ai
castighi che meritiamo? Chi mai prega come si deve perché essi siano
allontanati? Perfino la preghiera pubblica della Chiesa è stata ridotta al
minimo con la semplificazione del Breviario, l’abrogazione delle Rogazioni e
tanti altri tagli che sembrano rispondere più alla volontà di distruggere che
all’asserito intento di favorire una partecipazione più consapevole. In realtà
la demolizione del culto è cominciata prima di quel fatidico 1969: a ben tre
riprese (nel 1955, nel 1960 e nel 1962) la Liturgia era già stata picconata
nelle funzioni della Settimana Santa, nell’Ufficio Divino, nel Messale e nel
calendario.
Senza certo negare l’enorme salto compiuto dopo il Vaticano II col
completo rifacimento del culto cattolico, non se ne può tuttavia misconoscere
la continuità con gli interventi precedenti, che di fatto ne furono una
preparazione. Lo spirito dell’innovazione aveva già impregnato molti esponenti
della Curia Romana, nonché tanti formatori di seminario e professori di
teologia, soprattutto nell’Europa centro-settentrionale. La massoneria aveva
sguinzagliato ovunque i suoi agenti, incaricati di propagare simultaneamente il
modernismo, il comunismo e l’omoerotismo. Queste tre componenti si ritrovano
quasi sempre congiunte nei medesimi soggetti; là dove manchi un’esplicita
adesione ai temi tipici della propaganda di sinistra, essa è sostituita da un
irritante comunitarismo in nome del quale bisogna per forza esser tutti amici,
andar tutti d’accordo, far tutti le stesse cose… una farsa grottesca che,
malgrado la sua evidente falsità, deve comunque continuare.
Che cosa dobbiamo fare?
Al termine del discorso pronunciato da san Pietro il giorno di
Pentecoste, che aveva trafitto il cuore degli ascoltatori, la folla domandò a
lui e agli altri Apostoli: «Che faremo, uomini fratelli?» (At 2, 37). La risposta
non si fece attendere: «Fate penitenza» (At 2, 38 Vulg.). Le tradizionali
pratiche di mortificazione hanno il potere, per la misericordia divina, di
espiare i peccati, stornare i castighi, purificare l’anima e renderla ricettiva
alla grazia. Soltanto chi si astiene da ciò che fomenta peccato, impazienza e
dissipazione può accogliere i doni celesti e udire come Dio «proclamerà la pace
nei confronti del suo popolo, sopra i suoi santi e verso coloro che si volgono
al cuore» (Sal 84, 9). I beneficiari del Suo intervento favorevole appartengono
a tre categorie: il Suo popolo, del quale si è membri in virtù della
fede, del Battesimo e della Cresima (cf. At 2, 38); i Suoi santi, cioè
le membra vive del Corpo Mistico, quelle che, essendo in stato di grazia, sono
insignite della santità ontologica dei battezzati e perseguono la santità
effettiva di tutto l’agire; coloro che si volgono al cuore, ossia i
fedeli che, curando la vita interiore, scoprono il Cristo nascosto nell’intimo.
La successione dei gruppi enunciati indica in realtà un progressivo
restringimento di prospettiva: non basta far parte della Chiesa né vivere
abitualmente in grazia, ma bisogna acquisire la capacità di rientrare in sé
stessi il più spesso possibile per ascoltare cosa il Signore dice alla
coscienza. In tal modo si riceve la pace soprannaturale che Egli è pronto a
riversare nei cuori umili e mortificati, ma ricolmi di incrollabile fiducia; in
tal modo si scopre che la «Sua salvezza è vicina a quanti lo temono, affinché
la gloria dimori nella nostra terra» (Sal 84, 10). La familiarità con Dio,
infatti, dona una conoscenza quasi sperimentale della verità rivelata, alla
quale aderiamo, ovviamente, non a motivo di essa, ma in ossequio all’autorità
di Lui; senza questa obbedienza previa sarebbe peraltro impossibile giungere a
quella forma sublime di scienza che, come si vede negli scritti dei Santi, esprime
asserti elementari della dottrina con impressionante profondità, chiarezza,
perspicacia e forza persuasiva, cogliendone nessi e implicazioni, mostrandone
l’irrefutabile veridicità e comunicandoli in modo che si imprimano
indelebilmente nell’intelletto, muovendo al contempo la volontà.
Questa viva comprensione della fede, naturalmente, si dimostra
autentica nel suo tradursi in atti di carità concreta: l’effusione di pace
celeste e l’esperienza personale della salvezza, infatti, non possono rimanere
rinchiuse nel cuore infiammato dallo Spirito Santo, ma sono per loro stessa
natura contagiose. Ciò presuppone tuttavia tre condizioni. La prima è la
determinazione nel perseguire la perfezione in ogni cosa, con l’esclusione di
ogni peccato veniale deliberato; ben lungi dall’essere lo sforzo
perfezionistico di un io tirannico, è un’esigenza che scaturisce da un amore di
Dio sempre più ardente e totalizzante. La seconda è l’approdo all’infanzia
spirituale, da non confondere con quell’infantilismo che pretende tutto da Dio
senza alcuno sforzo e si perde nella ricerca di fatti straordinari, così
pericolosa nell’esporre l’anima alle illusioni psicologiche e agli inganni
diabolici; si tratta invece di quella semplicità e mancanza di ipocrisia che
consente ai bambini, malgrado i difetti del loro egocentrismo, di riconoscere
l’amore sincero e di abbandonarvisi senza riserve né calcoli, ma con la fiduciosa
dirittura della loro innocenza.
La terza, infine, è la volontà di imitare i Santi, non certo con
assurdi tentativi di elevarsi da sé alle grazie singolari di cui il Signore li
ha favoriti, bensì con l’esercizio dell’umiltà, della pazienza, della mortificazione
e dell’astinenza non solo dai piaceri illeciti, già esclusi in partenza, ma
anche da quelli leciti ogni volta che se ne senta la chiara ispirazione (purché
non si tratti di uno scrupolo o di una tentazione sotto apparenza di bene; in
caso di dubbio, si consulti un buon confessore). A questo fine è molto utile
leggere le loro vite e i loro scritti, possibilmente in vecchie edizioni
precedenti al Vaticano II, quindi scevre da quella mania di reinterpretare
tutto in funzione delle innovazioni, con la sistematica espunzione di quanto sa di
miracolo, castigo e penitenza, fino a riscrivere in certi casi perfino i loro
testi col pretesto di aggiornarne la lingua. La colossale opera di revisione
mistificatrice non ha risparmiato proprio nulla, con un’impudenza da lasciare
esterrefatti; essa è però per noi ulteriore motivo di stupore e gratitudine per
l’immeritata grazia di aver potuto aprire gli occhi ed esserne gradualmente
disintossicati. Laus Deo et Mariae!
RispondiEliminaINDULGENZE CONCESSE ALL’ANTICA ORAZIONE "PIETATE TUA".
*Da recitare per 4 sabati consecutivi*
Papa Leone XII, il 9 Luglio 1828, concesse quaranta giorni di Indulgenza a tutti coloro che reciteranno la seguente Orazione.
Concesse inoltre CENTO ANNI (non giorni!) o cento quarantene, quando si recita tutti i sabati del mese.
PREMESSA.
Che meraviglioso tesoro che la Santa Chiesa ci dona, e con la quale possiamo liberare tantissime Anime dal Purgatorio dalle dolorose sofferenze che patiscono anche per lunghissimi anni!
Un di’ in punto di morte capiremo quali enormi vantaggi avremo ottenuto per la nostra anima, con l’applicazione di tali indulgenze alle Anime Purganti.
ORAZIONE.
Ti preghiamo, o Signore, che Tu voglia nella tua infinita misericordia scioglierci dai nostri peccati, e per l’intercessione della Beatissima Vergine Madre di Dio Maria, degli Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, degnati conservare noi tuoi servi, i nostri paesi e le nostre abitazioni in perfetta santità; purificare tutti i nostri parenti, amici e conoscenti da ogni peccato, e glorificarli con ogni virtù; darci la salute e la pace; allontanar da noi tutti i nostri nemici visibili e invisibili; frenare i desideri della carne, conservare la sanità dell’aria, accordare la santa carità tanto ai nostri amici, quanto ai nemici; difendere la nostra città (o paese); conservare il nostro Sommo Pastore il Papa N.N., tutti i nostri superiori spirituali, i Principi, e difendere da ogni disgrazia tutto il popolo cristiano.
La tua santa benedizione riposi sempre sopra di noi, e a tutti i fedeli defunti concedi la pace perpetua, per Gesù Cristo Nostro Signore.
Così sia.
CONSIDERAZIONI.
Per molti aspetti questa antica Orazione sembra attualissima, ma quello che colpisce in modo particolare sono i CENTO ANNI di Indulgenza concessi a tutti coloro che la reciteranno tutti i sabati del mese.
Se pensiamo che talune anime giacciono da centinaia di anni tra le fiamme del Purgatorio e che può bastare una preghiera come questa, recitata ovviamente nelle condizioni di animo previste dalla Chiesa, a liberarle finalmente da quel luogo di tormento, dovrebbe spronarci a recitarla tutti i sabati (due minuti appena), ben sapendo poi dell’immenso dono che potremo fare a queste anime così sofferenti da lunghissimo tempo, e ai benefici che ne ricaveremo per le nostre anime soprattutto nel giorno del giudizio!
Rev. Padre, e' giusto quanto detto sopra, puo' confermarcelo ?
Non sono in grado di rispondere. Bisogna verificare nell'Enchiridion Indulgentiarum, che non ho a portata di mano.
EliminaLa via della santità così irta di pericoli ! Gesù pensaci Tu
RispondiElimina... ma anche così ricca di grazie e di aiuti che il Signore è pronto a concedere a chi li domanda con fede.
EliminaFuori tema, per presa visione :
RispondiEliminaQuesta è la campagna pubblicitaria a Roma della città da 15 minuti.
Sta girando questa foto.
Nessuno ha notato la parte che ho cerchiato, ovvero che nella stessa campagna promuovono la Carta d' Identità Elettronica.
Sto cercando di fare capire da tempo cosa si cela dietro questo programma del C40 di cui Roma e Milano sono tra le 40 città nel mondo a sperimentarlo.
Senza Identità Digitale non lo possono realizzare e stranamente promuovono la CIE... che strana coincidenza...
Questa tipologia di città serve solamente per introdurre i Crediti Carbonio, un sistema di Credito Sociale e richiudere le persone in zone per controllarle meglio e senza Identità Digitale, con annesso Portafoglio Digitale Europeo, questo programma è inattuabile.
https://gloria.tv/post/7jirSR3jQbyv33MEF91CSE4px
Fuori tema :
RispondiEliminaSta cantando a Gesù. La sua voce ha una frequenza di 963 hertz, conosciuta come la frequenza dell'armonia divina: la Frequenza Divina. Sia lode all'Onnipotente ed Eterno Padre per questo meraviglioso dono.
https://gloria.tv/post/RRrjxgVKr8kv29ZsFey1nBTao
Cercando refrigerio nelle perle che Dio ci dona attraverso i Santi, desidero condividere queste, di don Dolindo, che mi fanno comprendere come ogni nostra sofferenza, accettata e donata a Dio, sia fonte di grandi grazie, qui in terra e in Cielo, scorgendo anche, come "mezzi necessari alla nostra e altrui salvezza" questi tempi ingrati e duri per redimerci dai nostri numerosissimi peccati.
RispondiElimina"La purificazione è un bisogno dell'anima
Non è un atto di severità da parte di Dio, è assurdo il pensarlo, perché Dio è amore, e per lo stato di grazia dell'anima, Dio l'ama di smisurato amore, ma è un bisogno dell'anima medesima. L'adorante apprezzamento che ha di Dio, le fa considerare la sua infinita santità, e non vuole raggiungerlo per goderlo, senza essere tutta Purificata.
Sarebbe del resto per lei un tormento e non una gioia l'andare in Paradiso, come è tormento per un occhio infermo la luce e la visione di un panorama, o per uno stomaco malato la sazietà del cibo saporoso, o per una persona rivestita di abiti laceri e macchiati, l'ingresso in una festa regale.
Per l'amore infinito che attira l'anima, e per il desiderio della purificazione che essa ha, si capisce bene perché Dio vuole che l'anima sia soccorsa dal suffragio che l'aiuta a purificarsi, e perché l'anima si rivolge alla Chiesa militante, che è ricca dei tesori della misericordia di Dio, dei meriti di Gesù, di Maria SS.ma e dei Santi. E’ logico, perché l'anima finché non giunge a Dio, è ancora viatrice, benché fuori della vita terrena, e per purificarsi deve attingere alle fonti della Chiesa pellegrina.
Dio non vuole purificare l'anima con un atto di misericordia, per signorilità squisita direi quasi, perché chi paga della propria moneta o della moneta di chi gli è associato nella vita, è più soddisfatto e gode di più di chi non paga ma riceve come elemosina il saldo del debito. Dio sembra severo quando dice che occorre pagare sino all'ultimo quadrante, ma in realtà Dio è buono, perché non vuole che l'anima entri nel Cielo come debitrice, sia pure di uno spicciolo, ma vi entri come regina, con un diritto di giustizia.
Abituati come siamo alla superficialità dei nostri apprezzamenti sulla bontà di Dio, e completamente ignari delle armonie mirabili del suo amore, stentiamo a capire la bontà divina nella sua giustizia amorosissima, quando permette che gemiamo e soffriamo sia nella vita presente che in quella di oltretomba".
Il canto che si sente nel video è il “Cantique de Saint Ambroise” (Inno di Sant’Ambrogio), che è un inno liturgico dedicato al Corpus Domini (la festa del Corpo di Cristo) e viene spesso cantato durante le processioni eucaristiche. Questo inno è stato scritto da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano nel IV secolo, ed è una preghiera di adorazione e ringraziamento per la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. A seguire, il video ed il testo del “Cantique de Saint Ambroise”.
RispondiEliminaVeni, Redemptor gentium, Ostende partum Virginis; Miretur omne saeculum: Talis decet partus Deum.
Non ex virili semine, Sed mystico spiramine Verbum Dei factum est caro Fructusque ventris floruit.
Alvus tumescit Virginis Claustrum pudoris permanet; Vexilla virtutum micant, Versatur in templo Deus.
Procedat e thalamo suo, Pudoris aula regia, Geminae gigas substantiae Alacris ut currat viam.
Egressus eius a Patre, Regressus eius ad Patrem; Excursus usque ad inferos Recursus ad sedem Dei.
Aequalis aeterno Patri, Carnis tropaeo accingere, Infirma nostri corporis Virtute firmans perpetim.
Praesepe iam fulget tuum, Lumenque nox spirat novum, Quod nulla nox interpolet, Fideque iugi luceat.
Sit, Christe, rex piissime, Tibi Patrique gloria Cum Spiritu Paraclito, In sempiterna saecula. Amen.”
Ecco la traduzione in italiano:
“Vieni, Redentore delle genti, mostra il parto della Vergine; miri il mondo intero stupito questo nascere degno di Dio.
Non dalla semenza di uomo, ma dall’aspirazione divina è fatto carne il Verbo di Dio, e il frutto del grembo fiorisce.
L’utero della Vergine cresce, il pudore del chiostro resta, le insegne delle virtù risplendono, Dio abita nel tempio.
Esca dalla sua stanza, regale corte di pudore, il gigante dalle due nature corra gaio la sua strada.
Uscito dal Padre, ritornato al Padre; scende agli inferi e risale al trono di Dio.
Egli uguale al Padre eterno, indossa la veste della carne rafforzando perpetuamente le debolezze del nostro corpo.
Il suo presepio ora risplende, e una nuova luce è emanata dalla notte, che nessuna tenebra possa interrompere e la fede brilla con luce costante.
Sii, o Cristo, il re più misericordioso, a te, al Padre e al Paraclito sia gloria per sempre e per sempre. Amen.”
https://cartusialover.wordpress.com/2023/06/08/canto-per-il-corpus-domini/
Santissima Festa a Lei Rev.padre e a tutta la cristianita'!
Memento mori
RispondiEliminaPubblicato il 7 giugno 2023
Chiedo ogni giorno alla Mater di ottenermi la grazia di partecipare ogni giorno alla Messa in latino.
Attualmente sono in viaggio per un lungo periodo di tempo. Finora non mi ha deluso.
Lei non lo fa mai.
Così stasera, quando sono entrato nella parrocchia FSSP di Harrisburg, Pennsylvania, con un senso di vera gioia per il fatto che ancora una volta stavo entrando nell'altare di Dio, ho notato qualcosa di leggermente diverso.
La chiesa è stata allestita per una solenne messa di requiem per un sacerdote della FSSP morto un mese fa. Il suo nome era p. Terrance Gordon. Per favore prega per la sua anima.
Ma il catafalco drappeggiato di nero, circondato dai sei ceri, i paramenti neri del giovane sacerdote, il coro che canta Dies Irae e In Paradisum ...
Questo ce lo ricorda la Chiesa. Questa è la Chiesa che prega per i suoi morti. In ogni Messa il Padre prega all'offertorio, “per i miei innumerevoli peccati, offese e negligenze, e per tutti qui presenti; così come tutti i fedeli cristiani vivi o morti che possa valere per la mia e la loro salvezza per la vita eterna.
Non potevo fare a meno di pensare alla mia anima. E poi ho pensato ad alcuni altri che hanno anche bisogno di ricordare che questa non è casa nostra, che saremo giudicati e forse quando meno ce lo aspettiamo.
Rimani confessato. Vai a Messa. Recita il tuo rosario.
L'eterno riposo donagli, o Signore e splenda a lui la luce perpetua.
https://harveymillican.com/2023/06/07/memento-mori-2/
"Non basta «dichiararsi» cristiani..... per meritare il sacro nome di cristiano bisogna provarlo con i fatti."
RispondiElimina"Ha scelto di concentrarsi sull’ essenziale ."
https://www.renovatio21.com/annecy-la-testimonianza-giovane-cattolico-che-ha-tentato-di-fermare-il-siriano-che-accoltellava-i-bambini-e-che-ha-subito-pregato-la-madonna/