Messa invalida? Impossibile!
Bonus Dominus, et confortans in die tribulationis, et sciens sperantes in
se (Na 1, 7).
«Il
Signore è buono e conforta nel giorno della tribolazione e conosce coloro che
sperano in lui». Il nostro amato Redentore ci parla sempre al momento giusto,
rivolgendoci le parole di cui abbiamo bisogno. Le Sue consolazioni, secondo il
duplice significato del verbo latino, rinvigoriscono il cuore stabilendolo
nella pace. Sapendo di essergli ben noti, non possiamo lasciarci turbare da
alcun fatto esterno né da chi trama nell’ombra: «Che cosa macchinate contro il
Signore? Egli stesso realizzerà il compimento; non sorgerà una duplice
tribolazione» (Na 1, 9). Il Dio geloso e vendicatore non lascerà impuniti
gli avversari ma, scuotendo la terra, li consumerà come paglia secca (cf. Na 1,
2.5. 10). «Nel diluvio che passerà, porterà a perfezione il suo tempio e i suoi
nemici saranno inseguiti dalle tenebre» (Na 1, 8): lo sconvolgimento in corso
serve a completare la raffinazione di coloro che formano la Sua casa terrena,
la santa Chiesa Cattolica.
Molti
mi domandano se la Messa, con l’entrata in vigore della nuova edizione del
Messale di Paolo VI, sarà ancora valida. Su questo non esiste il minimo dubbio:
l’unica cosa che potrebbe invalidarla sarebbe una modifica sostanziale delle
parole della consacrazione: «Questo è il mio corpo… Questo è il calice del mio
sangue». Nemmeno l’epiclesi è essenziale ai fini della transustanziazione,
benché abbia la sua importanza nell’esprimere l’intenzione del celebrante. Tuttavia
il ritocco apportato al secondo canone (la menzione della rugiada) non è
altro che una resa più fedele dell’originale latino; del resto si tratta di
un’immagine biblica che di per sé non nega l’intervento dello Spirito Santo.
Ben peggiore, a tale proposito, è la formulazione delle preghiere eucaristiche composte
dalla Conferenza Episcopale Svizzera e prontamente adottate da quella italiana,
fin dal 1983, nella seconda edizione del Messale: il Paraclito vi è invocato
non perché trasformi il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo, ma perché
«egli sia presente in mezzo a noi con il suo Corpo e il suo Sangue».
Nella
terza edizione tipica latina del 2002 – la cui versione italiana la C.E.I. ci
ha fatto aspettare per ben diciotto anni, rifilandoci infine un’altra cosa –
quell’inaccettabile manomissione linguistica e concettuale era stata
doverosamente corretta con l’esplicita affermazione della verità dogmatica (ut Corpus et Sanguis fiant dilecti Filii tui, Iesu
Christi, con l’eventuale aggiunta di nobis: cioè a nostro vantaggio o in
virtù della nostra fede…?). Sarà interessante verificare se la nuova
“traduzione” ha recepito o meno questa necessaria rettifica, anche se –
ribadisco – neppure questo mette in pericolo la validità della Messa, pur
incidendo negativamente, a lungo andare, sulla mens del celebrante. In realtà, al di
là delle arbitrarie modifiche apportate a testi fondamentali come il Gloria
e il Pater, le quali non faranno altro che indebolire ulteriormente il
senso di continuità della preghiera pubblica della Chiesa, il danno più grave,
a livello verbale, è già stato fatto fin dall’inizio e non vi si è ancora
apposto rimedio: funzionari così solerti nell’emendare la versione in vernacolo
non si scompongono affatto se ut
intres sub tectum meum è reso con partecipare alla tua
mensa…
Anche
un bambino capisce perfettamente che altro è affermare che il Figlio di Dio sta
per fare il Suo ingresso in casa nostra, cioè in noi, altro evocare un banchetto
che abbia genericamente a che fare con Lui. Quella sarebbe una traduzione? o
piuttosto una falsificazione del testo? Così, a forza di ripetere
quell’insulsaggine per cinquant’anni, clero e fedeli han perso la fede nella
Presenza reale, già sminuita e oscurata da tutto il resto del rito,
confezionato a tavolino perché potessero usarlo anche i protestanti… Ci si può
meravigliare ancora se tanti, incoraggiati da preti e vescovi, hanno deciso di
fare a meno della Messa, o se Bergoglio telefona a Conte dichiarandosi pronto a
chiuder di nuovo le chiese? Se pregare tra le mura domestiche è la stessa cosa,
a che serve il Santo Sacrificio? Le modifiche più sostanziali della nuova
edizione del Messale, d’altronde, non riguardano le parole, bensì alcune
rubriche: proprio quelle – guarda caso – riguardanti la postura da tenere
durante la consacrazione e la modalità di fare la comunione.
Siamo
di fronte, dunque, all’ennesima operazione diversiva: i soliti manipolatori
hanno attirato la crucciata attenzione di tanti sugli uomini amati dal
Signore e sul non abbandonarci alla tentazione, così da distoglierla
dalle loro vere intenzioni: ridurre ulteriormente i segni esterni di adorazione,
già scarsissimi, nei confronti del mistero eucaristico. In tal modo si sancisce
sul piano normativo una prassi sempre più diffusa e finanche imposta col
pretesto dell’epidemia: quella di non inginocchiarsi quasi mai e di ricevere il
Sacramento sulle mani. Quei cripto-luterani, piazzati dalla massoneria a capo
degli uffici nazionali della conferenza episcopale, vogliono sradicare persino
gli ultimi residui di fede nel bene in assoluto più prezioso di cui la Chiesa
disponga. Chi di voi, allora, non ha la possibilità di partecipare regolarmente
alla Messa tradizionale, oltre a recitare le preghiere nella versione finora
usata (magari a bassa voce per non creare ulteriore disordine), curi con
particolare zelo l’onore e il rispetto cui ha diritto il Signore
nell’Eucaristia.
Gli
effetti della cosiddetta “riforma liturgica”, tuttavia, non si limitano a
questo, per quanto grave. Essa ha ingenerato, infatti, tutta una mentalità per
la quale la religione cattolica non è più un deposito consegnato una volta per
sempre dagli Apostoli, da custodire gelosamente e trasmettere inalterato, bensì
l’arena di libere interpretazioni, fantasiose sperimentazioni, impreviste
evoluzioni… Il pontificato attuale non è altro che il punto culminante di una
parabola iniziata sessant’anni fa; chi lo esercita è il perfetto campione di un
clero rifatto come un prodotto di sintesi, risultato di un esperimento di
laboratorio condotto globalmente in seminari, conventi e facoltà teologiche.
Tale snaturamento del sacerdozio è stato innescato – per poi incentivarlo
ulteriormente – da un processo di sistematica rilettura antropocentrica del
cristianesimo, il quale altro non è che una sua deliberata falsificazione in
senso immanentistico, celante in sé un consapevole rigetto della trascendenza.
La
completa revisione del credo cattolico si fonda su questa scelta e la promuove,
con il conseguente rifiuto di Gesù Cristo come Dio fatto uomo, della Scrittura
come testo sacro avente lo Spirito Santo per autore principale, della
Tradizione come canale della Rivelazione, del Magistero come norma prossima
vincolante per la fede e la morale, della Chiesa come società perfetta santa
per essenza, della liturgia come culto reso a Dio… in una parola, della
dimensione soprannaturale. Conseguenza inevitabile è l’abbandono della
vocazione alla santità e di ogni sforzo di santificazione, ridotti a
chiacchiere vuote e inconcludenti con cui riempire di vanità cuori fatui,
credenti nel nulla perché perfettamente materialisti. È da questo brodo di
coltura che vengono selezionati i membri del clero, meglio se inclini alla
sodomia: succubi, smidollati e… ricattabili. Il caso MacCarrick è emblematico di
una casta malata e in parte putrefatta: vi stupite che sia stato trattato in modo
inadeguato da quanti han tutto l’interesse a non far emergere la capillare
corruzione in cui sono coinvolti di persona?
Il
Signore, Dio geloso e vendicatore, li castigherà a dovere e, se non si
convertono, li tratterà come erbaccia completamente rinsecchita di fronte al
fuoco: oltre alle punizioni terrene, che includono la loro stessa degradazione
morale, per chi resiste ad ogni richiamo c’è l’Inferno. Da parte vostra, non lasciatevi
derubare da quella gentaglia dei beni inestimabili di cui godete e che nessuno
potrà mai togliervi, se non li perdete per colpa vostra: la fede, la grazia, la
compagnia del Cielo. La resistenza, al tempo d’oggi, richiede lo sviluppo di
virtù eroiche: e di che vi lagnate, se la Provvidenza ha disposto che vi
facciate santi così? Il Signore conosce coloro che sperano in Lui e non
soltanto non li delude di certo, ma li colma di favori spirituali e materiali
per aiutarli a raggiungere la mèta e ad occupare il posto loro assegnato in
Paradiso, con il grado di gloria in vista del quale ognuno è stato creato.
Forti di tali certezze e già inizialmente partecipi della condizione futura,
qual danno sostanziale potrete patire dai malvagi? A meno che non abbiate già
deciso, in cuor vostro, che le cose andranno nel peggiore dei modi… ma dov’è la
fiducia in Dio?
Diligite Dominum, omnes sancti
eius, quoniam veritatem requiret Dominus, et retribuet abundanter facientibus
superbiam. Viriliter agite, et confortetur cor vestrum, omnes qui speratis in
Domino (Amate il Signore, voi tutti suoi santi, poiché il
Signore ricercherà la verità e retribuirà in abbondanza quanti operano con
superbia. Agite virilmente e si rinvigorisca il vostro cuore, o voi tutti che
sperate nel Signore; Sal 30, 24-25).
35Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. 38Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, 39né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
RispondiEliminaRm 8,35-39
Sia lodato Gesù Cristo
Grazie, don Elia, per questa brano. Le scriverò una mail, anche per ringraziarLa della S.Messa. Per gli altri visitatori del blog, ribadisco in queste settimane, specialmente durante la Novena dell'Immacolata e di Natale: offrite fioretti, fate gesti di carità anonimi, pregate tanto per i defunti in purgatorio, per strappare al cielo le grazie politiche. Sì, anche quelle politiche! Non preghiamo tanto perchè un Trump vinca i ricorsi, piuttosto per una posta più alta: siano sconfitte le forze della sovversione morale; non preghiamo con spirito di tifoseria partitica, ma affinchè non passi la legge Zan-Scalfarotto. Non preghiamo per la morte di un vescovo (...), quanto piuttosto, assieme alla Beata Emmerichè, secondo la visione del 25 Agosto 1820 "perchè la chiesa delle tenebre abbandoni Roma". Senza conversione, preghiera, Rosari, fioretti, non credo ci siano grazie. Chiudono i monasteri? Facciano della nostra anima un tempio, un'avanguardia, una trincea protetta dal Cielo.
RispondiEliminaCaro Don Elia,vorrei chiederle se ricevere la comunione sulla mano è un sacrilegio o addirittura un peccato, visto la situazione attuale che ci impedisce lo spostamento per trovare una chiesa dove si può ricevere la comunione in bocca e in ginocchio.
RispondiEliminaIn attesa di una sua gradita risposta
la ringrazio, cordiali saluti.
Roberto.
Di per sé non è un sacrilegio e nemmeno un peccato, dato che è consentito dalle norme vigenti. Tuttavia è una prassi che molto facilmente, con la dispersione di frammenti, può dar luogo a profanazioni. Perciò chi non può fare diversamente - e prevede di non potersi comunicare per lungo tempo - può ricevere la Comunione sulla mano, ma facendo la massima attenzione ad assumere tutti gli eventuali frammenti che rimanessero sul palmo.
EliminaBuonasera Padre Elia,
Eliminapurtroppo è un dato di fatto che la dispersione c'è e ci sarà comunque, anche perché i tanti frammenti della Santissima Eucaristia sono impercettibili
https://www.marcotosatti.com/2018/02/15/comunione-in-mano-un-esperimento-documenta-la-possibilita-di-infiniti-sacrilegi-quotidiani-e-involontari-per-chi-crede-alla-transustanziazione/
SACRILEGIO DELLA COMUNIONE SULLA MANO di Don Giorgio Maffei
https://gloria.tv/post/fxgonbxdB6uA2BtEpqZhZ2zYZ
Sono del tutto contrario alla prassi della Comunione sulla mano e, quando ancora celebravo (per obbligo d'ufficio) la Messa nuova, avevo deciso di evitarla in modo assoluto. Il fondamento giuridico della mia scelta era il paragrafo 92 dell'Istruzione "Redemptionis Sacramentum" ("Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli"), dato che, per l'appunto, il pericolo di profanazione sussiste sempre e comunque. Tuttavia non si può imputare il peccato di profanazione delle specie eucaristiche a chi, non potendo fare diversamente, si piega all'abuso pur di potersi comunicare, se fa tutto il possibile per evitare la dispersione di frammenti. L'imposizione della Comunione sulla mano viola gravemente sia le norme universali della Chiesa sia la coscienza dei fedeli; ciò detto, non li si può caricare di una colpa se, per non privarsi troppo a lungo del Sacramento, subiscono a malincuore tale imposizione.
EliminaGrazie tante per la risposta esaustiva Padre Elia.
EliminaTuttavia (ma questa è una scelta mia personale), nel caso in cui non fosse possibile comunicarsi in bocca (anche per lungo tempo), preferisco non prendere la Comunione in mano. Primo perché ritengo, da semplice fedele, che non si è degni di toccare il Corpo di Cristo; in secondo luogo per non rischiare, anche se involontariamente, la dispersione dei frammenti eucaristici e il successivo e inevitabile “calpestio” di N.S.G.C.
Che Dio la benedica e protegga sempre.
grazie don Elia, la certezza della VERITA', la preghiera ,la Santa Messa quotidiana, la sua guida spirituale ci dànno coraggio e ci permettono di affrontare tutto quello che lei ha descritto, senza mai perdere la Speranza. In questo tempo di tenebra, tutto sta venendo giù:lavoro, affetti, amicizie.Ma è solo grazie alla Fede che continuamo a vedere la Luce in fondo al tunnel. Siamo davvero, indegnamente graziati .Dobbiamo quindi, in tutti i modi, aiutare chi non riesce a vedere questa Luce,ne rispondiamo davanti a Dio. La divulgazione dei suoi editoriali è uno di questi modi. La ringraziamo di cuore, preghiamo per lei.
RispondiEliminaGrazie! Le vostre preghiere mi sono di grande sostegno. Il Signore vi ricompensi largamente con le Sue benedizioni.
Eliminase abbiamo Fede non perdiamo la pazienza nell'aspettare, nel credere e amare e continuiamo a evangelizzare nei modi che possiamo usare anche se non abbiamo scienza.La Fede sostiene la scienza non il contrario.
RispondiEliminaGrazie Padre. Allora con l'entrata in vigore del nuovo messale non ci si potrà più inginocchiarsi, nemmeno durante la Consacrazione?
RispondiEliminaCi si può ancora inginocchiare alla Consacrazione, ma le precisazioni della C.E.I. alle norme generali del Messale riducono al minimo il tempo in cui si sta in ginocchio.
EliminaEcco... Volevo giusto chiederle di farci un po' di educazione comportamentale alla Santa Messa... Vedo gente alzarsi, sedersi e inginocchiarsi (molto meno in verità) nei momenti più disparati... Tralasciando le nuove disposizioni (che x fortuna il mio anziano sacerdote non segue) è sbagliato stare in ginocchio dalla Consacrazione al Padre Nostro? Vedo che i più scattano in piedi all'"annunciamo la tua morte..."
EliminaSono dell'idea che non si sta MAI abbastanza in ginocchio, non mi sento di mancare gravemente nel caso sbagliassi...
Rimanere in ginocchio fino al termine del Canone non è sbagliato, anzi è raccomandabile, anche se è permesso (adesso addirittura obbligatorio, a quanto pare) alzarsi al "Mistero della fede".
EliminaGrazie Padre per la spiegazione
EliminaGrazie
RispondiEliminaGrazie don Elia
RispondiEliminaBella disquisizione sul Padre nostro .
RispondiElimina(Occasione per recitarne una Corona a favore di tutti i Vescovi terminando con il Miserere). SVP
https://www.marcotosatti.com/2020/11/28/caliari-cambiare-il-padre-nostro-servilismo-clericale-dei-vescovi/
Sant’Agostino dell'Oratio Dominica così scriveva : “Essa ha un significato larghissimo. Perciò, in qualunque tribolazione si trovi il cristiano, con essa esprima i suoi gemiti, con essa accompagni le sue lacrime, da essa inizi la sua preghiera, in essa la prolunghi e con essa la termini […] Chiunque prega con parole che non hanno alcun rapporto con questa preghiera evangelica, forse non fa una preghiera mal fatta, ma certo troppo umana e terrestre” (Lettera a Proba, Lett. 130, 22).
Absit iniura verbis don Elia ma le imposture della scimmia di Dio bisogna,in maniera minuziosa,renderle note.”Spiritus tui rore sanctifica “,qual è la colonna portante,la sostanza di questa frase?Il “tui”,perché indica la proprietà dello spirito!Se si dimentica ciò,la frase cambia significato e abilmente,traducendola in un’altra lingua,passa inosservato.Dio ha posto nel creato la guazza notturna per ripulire la natura dalle sozzure del giorno,così Egli ha posto il Suo spirito per ripulire gli uomini dalle lordure dell’anima.Repetita iuvant,solo il Suo spirito può fare ciò e non la rugiada massonica,satanica!Satana e la sua bestia si sono divertiti, dal concilio Vaticano II ad oggi,a cambiare,manipolare,intorpidire formule,preghiere ecc... senza che i fedeli ne avessero percezione,presi,come un gioco alla fune,da un lato dal materialismo più marcato che si fosse mai visto nella storia dell’umanità e dall’altro da una Chiesa che altresì fare gli interessi di Dio a scoperto il fianco al suo nemico.Non ci si siede al tavolo della menzogna e del compromesso,no no,si si,forti delle parole dell’apostolo dei gentili:”Ebbene,se uno di noi o anche un angelo venuto dal cielo,vi venisse a predicare un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato,sia anatema!” Su questo non si indulge e non si arretra di un centimetro,consci della nostra debolezza ma con la Fede indomita!Pax tibi,pax mundi
RispondiEliminaLa traduzione recita appunto "con la rugiada del tuo Spirito"; non si parla di altri "spiriti". In ogni caso, la validità della consacrazione, come ho spiegato, dipende esclusivamente dalle parole dell'istituzione.
EliminaPadre Elia,
RispondiEliminaquando il celebrante dice " [..]..Beati gli invitati alla cena dell'Agnello.." ..a cosa fa riferimento? a Ap 19.9 ? come ho letto da qualche parte..? Nella Messa in latino non ce n'é traccia ..o sbaglio?
Grazie Dio La benedica
Sì, quella frase è una reminiscenza di Ap 19, 9. Nella Messa tradizionale effettivamente non c'è, ma è stata aggiunta nel Messale di Paolo VI, forse per sottolineare l'idea di banchetto.
EliminaBuonasera Padre Elia, lei afferma che solo un cambiamento delle parole della consacrazione potrebbero invalidare la s.Messa, ma quelle parole sono già state cambiate nel 1973 dal messale di Paolo VI dove il "pro multis effundetur" è divenuto "per voi e per tutti". Ora San Pio V aveva comminato la scomunica latae sententiae a chiunque avesse cambiato le parole della s.Messa! Quindi mi sorge il dubbio che la s.Messa in lingua locale potrebbe già essere invalida da 43 anni a questa parte. La ringrazioq dei suoi consigli e le chiedo se, volendo partecipare alla s.Messa vetus ordo essendo impossibilitato a partecipare fisicamente, (zona rossa), partecipando in streaming assolvo il precetto domenicale, poiché rinuncerei alla s.Messa novus ordo a cui mi sarebbe invece possibile partecipare fisicamente con la mia famiglia. La ringrazio, Dio la benedica e la custodisca nel Suo amore. LAUDETUR JESUS CHRISTUS.
RispondiEliminaLe parole della consacrazione essenziali ai fini della transustanziazione sono: "Questo è il mio corpo... Questo è il calice del mio sangue". Modificare il resto della formula è un grave abuso, ma non rende la Messa invalida.
EliminaCon la Messa in streaming non si adempie il precetto. Essa - come pure la Messa trasmessa in televisione - è solo un aiuto per chi è impossibilitato ad andare in chiesa (ed è per ciò stesso scusato). L'adempimento del precetto richiede la presenza fisica. Pertanto chi non può andare alla Messa vetus ordo è tenuto ad andare alla Messa novus ordo, altrimenti pecca gravemente contro il terzo comandamento.
Grazie Padre. Ringrazio il Signore perché, per tutte le domeniche di avvento avremo la messa in Vetus Ordo, nella mia città. Il sacerdotw che la celebra tutti i primi venerdì del mese, in una cappella di un convento di suore, la dirà anche per l'Avvento. La prima volta che ho potuto partecipare alla messa in Vetus Ordo, mi trovavo a Norcia, nel monastero dei benedettini. Quando mi misi in ginocchio per ricevere la comunione, e sentii il sacerdote dire "Corpus Domini Iesu Christi" pensai in un solo attimo che quello era il Corpo di Cristo ed ebbi paura di non potermi comunicare, anche se mi ero da poco confessata. Era infatti la prima volta che capivo, se così si può dire, cosa davvero avevo difronte e non mi sentivo degna di Lui. Una potenza che mai più ho sentito, mi stava schiacciando il cuore. Mi mancò il respiro. Non conoscevo la messa antica. Tutto quel che sapevo erano i racconti di mia nonna che la rimpiangeva e mi spiegava come, ai suoi tempi,si svolgeva. Le racconto ora un aneddoto di gioventù. Un libro di una mia cugina di secondo grado, che ha più o meno l'età di mia nonna, era il libro delle mie preghiere quando andavo a dormire da lei ed era il messalino dei fedeli, della messa antica. Lo leggevamo io ed una mia amica che abitava di fronte a casa sua e che veniva a dormire da lei quando mi recavo a trovarla. Prima di addormentarci, lo leggevamo per intero,un po' in latino e un po' in italiano( aveva il testo tradotto a fianco). Ci piaceva tantissimo e ci sembrava di fare la preghiera più grande che potessimo fare. Se ci penso mi viene da sorridere, ma forse al Signore avrà fatto piacere vedere che ci piaceva tanto pregare all'antica. Erano gli anni 80 e nessuno più diceva certe preghiere. Considero una grazia del Signore poter avere questa messa per tutto il periodo di Avvento. Spero tanto che prima o poi la rimettano ufficialmente come unica messa per tutta la chiesa.
RispondiEliminaCarissima, l'esperienza di Norcia è stata una grazia speciale con la quale il Signore ti ha attirato a quel rito a cui, a tua insaputa, ti aveva preparata fin dalla tenera età. Le vie della Provvidenza sono davvero meravigliose e ci colmano di uno stupore pieno di gratitudine per un amore così preveggente e delicato. Un giorno - ne sono certo - il rito che ci è stato consegnato dall'antichità cristiana tornerà ad essere quello proprio di tutta la Chiesa latina.
EliminaGrazie, padre. Se non potrò andare alla messa vetus ordo, prendo atto che la messa nuova resta valida, nonostante la rugiada, nonostante il cambiamento nel Padre Nostro, nonostante i cambiamenti del Gloria, ecc. ecc... Ma l'ostacolo psicologico per me resta: che bisogno c'era di inserire nel nuovo messale quella figura rosso e nera che richiama senza alcun dubbio una liturgia satanica, di cui circolano immagini inecquivoche? Ne è a conoscenza? Può darci una parola di commento? Grazie.
RispondiEliminaNon ho visto quella figura e, quindi, non sono in grado di commentarla. Delle immagini inserite nel Messale e nei lezionari, in ogni caso, è più decente non parlare affatto.
Elimina"«Il Signore è buono e conforta nel giorno della tribolazione e conosce coloro che sperano in lui». Il nostro amato Redentore ci parla sempre al momento giusto, rivolgendoci le parole di cui abbiamo bisogno."
RispondiEliminaRendo grazie a Dio perchè sembra proprio che mi abbia appena ascoltato, rispondendomi per mezzo di questo articolo (e di questo ringrazio anche Don Elia che pascia le sue pecorelle).
Ero appena tornato dalla Messa. Assistendo a tutti questi cambiamenti, sul momento ho provato sensazioni terribili di inquietudine. Il pensiero che mi ha immediatamente investito è stato: "Ma è valida sta Messa?", "Come posso fare se devo privarmi di essa, già devo rinunciare alla Eucaristia - data in mano - , ma ora senza Messa come faccio?".
Nella strada verso casa ho sentito un profondo gelo nel cuore. La mia paura è che potrei prendere decisioni così gravi, non per retta coscienza, ma per coscienza offuscata dal Nemico che è abile, eccome se è abile.
Sono stati dieci minuti di pensieri in tempesta che ho concluso invocando il Signore dicendo: Signore, non mi abbandonare nel turbine dei miei pensieri, istruiscimi e guidami Tu, che io ho paura di perdermi.
In realtà ho aperto il blog per cercare l'indirizzo email e scrivere, ma invece ho immediatamente trovato questo articolo, che già nel titolo ha rinfrancato l'anima mia.
Poi la lettura delle prime parole sopra riportate. Posso pensare che il Signore ha risposto alla mia invocazione? Io credo proprio di si e sono pieno di lode.
Sia lode a Dio. Vorrei concludere con le parole del canto con cui mi son ripromesso di pregare al mattino e alla sera:
Anima Christi, sanctífica me.
Corpus Christi, salva me.
Sanguis Christi, inébria me.
Aqua láteris Christi, lava me.
Pássio Christi, confórta me,
O bone Iesu, exáudi me.
Intra tua vúlnera abscónde me.
Ne permíttas me separári a te.
Ab hoste malígno defénde me.
In hora mortis meæ voca me.
Et iube me veníre ad te,
ut cum Sanctis tuis laudem te
in sǽcula sæculórum.
Amen
Il Signore risponde prontamente alle suppliche accorate che lanciamo verso di Lui quando siamo attanagliati da turbamenti che possono scuotere la nostra fede, proprio perché non vuol lasciare al diavolo la possibilità di offuscarci la mente e paralizzarci la volontà con ragioni apparentemente buone. Ne ringrazio Dio con Lei.
EliminaOttima idea quella di recitare ogni giorno la bellissima preghiera di sant'Ignazio.
Condizioni per ricevere la Santa Comunione
RispondiEliminaDon Luca Paitoni
18 mag 2020
https://www.youtube.com/watch?v=i46eTeQyZ5A&feature=emb_logo
Con tutto il Cuore . Ave Maria !
Don Elia, sinceramente non condivido il fatto che ricevere la Comunione sulla mano non sia un sacrilegio.
RispondiEliminaLa disciplina ecclesiastica non credo che sia "coperta" dall'infallibilità.
Se questa gerarchia eretica, idolatra e apostata decidesse che si può ricevere l'Eucaristia con i piedi ció non costituirebbe un sacrilegio?
Vogliamo scherzare?
Comunque, di recente,in una intervista, Mons. Viganò ha definito come sacrilegio ricevere l'Eucaristia sulla mano ed io, nel mio piccolo, condivido in pieno. Se ritrovo l'articolo lo invio.
La disciplina ecclesiastica comprende norme molto varie quanto a grado di forza obbligante; dipende dal loro oggetto. L'Eucaristia, ovviamente, è l'oggetto più prezioso, insieme al bene della fede; perciò le norme che ad essa si riferiscono sono fra le più severe e vincolanti. Ciò detto, bisogna ricordare che nei primi secoli la prassi di distribuirla sulla mano era presente in diverse regioni; fu poi abbandonata per gli evidenti inconvenienti, che nelle comunità fervorose delle origini erano più limitati.
EliminaCon questo non intendo certo difendere la comunione sulla mano, ma, come ho scritto sopra, non si possono caricare di una colpa così grave come il sacrilegio quei fedeli che, seppure a malincuore, subiscono l'imposizione per non rimanere troppo a lungo privi del Sacramento, purché mettano in atto tutte le precauzioni possibili per evitare la dispersione di frammenti.
Già padre Gabriele amorth sosteneva sacrilegio la Comunione sulla mano.
EliminaNon la ricevo. Soffro taccio offro. Il digiuno Eucaristico è una cosa terribile per chi ama Gesù ma per chi lo Ama veramente l'offerta della sofferenza supplisce il Sacramento. Siamo desolati e non sappiamo se andare a Messa. Digiuniamo da mesi per non offenderlo..il nostro amore cresce in questa atroce martirio del cuore e Gesù lo ricompensera con farci trovare le Sue Messe.....sofferenze atroci intime umiliazioni contraddizioni sputi e schermi! Siamo di Gesù. Impariamo ad essere come Lui
È venuta l'ora di dare la vita per Cristo!
Rispetto la Sua scelta, ma Le ricordo che non si può esigere da tutti il martirio (foss'anche solo del cuore) come qualcosa di obbligatorio. Si può dare la vita per Cristo in tanti modi; per farlo, in ogni caso, non si può fare a meno della grazia santificante, la quale, sebbene si possa accrescere anche con altri mezzi, viene normalmente alimentata soprattutto dalla comunione eucaristica. Per questo esorto i fedeli a cercare sacerdoti che li comunichino sulla lingua, anche fuori della Messa, ma non posso imporre il totale digiuno eucaristico a chi non riesca proprio a trovarne, sia perché non sarebbe giusto, sia perché non ne ho l'autorità.
EliminaBisogna vigilare sulle tentazioni, camuffate da motivi santi, con le quali il demonio, travestito da angelo di luce, ci induce a privare l'anima degli aiuti soprannaturali di cui ha bisogno e ci espone al pericolo della superbia.
Buongiorno Padre volevo informarla che per lo meno a Roma alcuni sacerdoti alla fine della messa danno la comunione in bocca e volendo in ginocchio su richiesta. Spero che questa splendida grazia possa arrivare in tante chiese d'Italia
RispondiEliminaLa saluto cordialmente
Deo gratias!
Elimina