Il
più grande miracolo dei nostri tempi
Il contrasto […] sembrava compendiare
l’abisso che separa la fede dei santi dal modernismo prematuramente invecchiato
[…]. Il più grande miracolo dei
nostri tempi è che la fede cattolica sia sopravvissuta alla riforma liturgica. […] il
nuovo rito funebre ci offre un’esperienza impoverita a livello simbolico, sensibilmente
ricostruita, sterilizzata e terapeutica del lutto cristiano che si rifiuta di
scuotersi di fronte a grandiose realtà metafisiche (Peter Kwasniewski, 2
novembre 2018).
Sono affermazioni
che valgono per tutta la nuova liturgia. L’autore è un laico americano.
L’attuale rito delle esequie è particolarmente paradigmatico di un globale
cambiamento di prospettiva: dalla fede cattolica all’umanesimo cristiano. Effettivamente c’è un abisso. Le esequie non
servono più al suffragio del defunto, ma alla consolazione dei vivi. L’orizzonte
religioso non è più la beatitudine eterna, ma il benessere terreno. Il culto
non è più rivolto a Dio, ma all’uomo. Al cielo si preferisce il mondo; visto che
il secondo rigurgita di male, si è eliminato il problema abolendo la nozione
stessa di peccato o imputandone l’origine all’opera difettosa del Creatore, o
per lo meno riformulandone il concetto e restringendolo alle colpe sociali, di
cui è sempre responsabile qualcun altro o l’intera società. Le straordinarie
realtà soprannaturali contenute e promesse nell’annuncio evangelico sono state
sistematicamente sprofondate nell’oblio; i Novissimi, del resto, sarebbero di
imbarazzo nel penoso cabaret in cui
sedicenti comunità cristiane celebrano sé stesse.
Questo rifiuto della trascendenza, che si sta manifestando in
modo sempre più aggressivo e
arrogante, è il criterio con cui un prelato massone ha selvaggiamente spogliato
la liturgia cattolica di gran parte dei suoi simboli e smembrato i riti della
Messa e dei Sacramenti al fine di ricostruire a tavolino un culto artificiale che proprio in quanto tale è già
invecchiato, legato com’è a un determinato momento storico, e sfiorito
perché privo di radici. Oltretutto la sua inesorabile imposizione non è stata
affatto legittima, visto che la bolla con cui san Pio V promulgò il Messale da
lui riformato (Quo primum tempore, 1570) proibisce severamente e in perpetuo di
rimettervi mano, a meno che non si consideri il nuovo rito una mera alternativa
a quello perenne, la cui vigenza non è mai cessata. In ogni caso, la Messa di Paolo VI è valida per la presenza della
forma sacramentale dell’Eucaristia; la partecipazione ad essa soddisfa altresì
al precetto festivo, in quanto è quella ordinariamente celebrata e non si
possono esigere dai fedeli sforzi impossibili.
Ovviamente, chi ha l’opportunità di partecipare alla Messa tradizionale
fa molto bene a preferirla, piuttosto che sottoporsi alla tortura di
celebrazioni che, sia nel rito stesso che nelle modalità esecutive, sfigurano
l’augusto mistero del Sacrificio di Cristo e impongono spesso un arduo
esercizio spirituale per conservare la fede.
Il più
grande miracolo dei nostri tempi, effettivamente, è che la fede cattolica sia
sopravvissuta a tale sconvolgimento, nonostante la sterilizzazione del culto.
Io stesso, pur essendomi reso conto, fin dai primi anni di ministero, che
qualcosa non funzionava e avendo gradualmente aperto gli occhi sulla globale
mistificazione del postconcilio, non sono stato in grado di cogliere tutta la
profondità del problema finché non ho riscoperto la vera Messa, così da poter
misurare, in qualche modo, l’abisso che ci separa dalla fede e dalla forma mentis dei nostri padri. Nella
Chiesa – e, a cascata, nella società – è avvenuta una vera e propria mutazione
religiosa, culturale e, di conseguenza, anche antropologica. Dobbiamo
riconoscere che non siamo più gli stessi di una volta: volenti o nolenti,
abbiamo metabolizzato il modo di essere, pensare e agire dell’ambiente che ci
ha plasmato. Per ricuperare la genuina identità del cristiano non basta esser
tradizionalisti come se si fosse iscritti a un partito o legati a un movimento
di pensiero, senza sforzarsi di riformare seriamente la propria vita e di disintossicarsi
dalla cultura dominante.
Se non
interiorizziamo l’amore per la Tradizione in un’autentica vita spirituale, può
capitare anche a noi di annoiarci a un pontificale (non pensando che è un atto
disinteressato rivolto alla gloria di Dio piuttosto che alla soddisfazione dei
nostri gusti) oppure, in una Messa da Requiem, di scalpitare per la lunghezza
del Dies irae cantato o per l’apparente superfluità della
benedizione del tumulo (non tenendo presente che lo scopo non è il nostro
godimento estetico, ma il suffragio a vantaggio di anime le cui sofferenze
vengono così alleviate). Per inciso, chi volesse meditare il magnifico testo
attribuito a Tommaso da Celano resterà sbalordito per la potenza espressiva
delle immagini, la profondità della dottrina soggiacente, lo spessore biblico e
l’intensità della preghiera. Non imitiamo i modernisti: ogni tanto
dimentichiamo i nostri miseri bisogni immediati e lasciamoci trasportare in
alto, verso la luce e la pace di quel Regno che ci aspetta – se ne saremo degni
– e che la liturgia fa pregustare sulla terra a quanti lo cercano sopra ogni
cosa.
Se potete
partecipare alla Messa antica solo di rado o a costo di grandi sacrifici,
andate in cerca di sacerdoti che celebrino
quella nuova in modo degno e conforme alla fede. Se, con la prima
domenica di Avvento, sarà imposta la traduzione balorda del Pater noster, che ve ne importa? chi vi impedisce di
continuare a recitarlo come prima? Non si può obbligare nessuno ad accettare
una falsificazione del testo evangelico. Non possono farvi un bel niente; il
problema, semmai, sarà per i parroci che si sentiranno obbligati a violentare
la propria coscienza. Faranno meglio a chiedere un anno sabbatico reiterabile,
in attesa che cessi questo regime. E se vi negano la comunione in ginocchio? Rimanete
piantati sul gradino dell’altare finché il prete non sia costretto a darvela
come è vostro sacrosanto diritto, oppure cambiate parrocchia. All’omelia udite
eresie o affermazioni scandalose? Uscite di
chiesa e rientrate al Credo. Vi tocca
esser spettatori di abusi liturgici? Riprendete apertamente il prete e,
se ciò non sortisce alcun effetto, andate altrove.
Per
rimanere in tema di pseudoversioni liturgiche in vernacolo (a cui Benedetto
XVI, fra l’altro, era nettamente contrario): anziché perder tempo in simili
corbellerie, i Pastori dovrebbero preoccuparsi del fatto che, tra vent’anni, in
chiesa non ci verrà più nessuno, visto che i bambini e adolescenti di oggi vengon
cresciuti come perfetti materialisti atei e che domani né si sposeranno né
battezzeranno i figli, come del resto già fanno molti loro genitori. Ci sarebbe
da ridere, ma di una cosa vi prego sul serio: al Sanctus non ripetete più Dio
dell’universo, che non è affatto la traduzione di Deus Sabaoth, bensì una designazione cabalistica di Lucifero;
semmai recitatelo in latino. Ancora, in nome dello zelo episcopale per le traduzioni esatte: quale rapporto linguistico
esiste tra Domine,
non sum dignus ut intres sub tectum meum e Signore,
non sono degno di partecipare alla tua mensa? L’unico legame, probabilmente, è l’intento di oscurare
nei fedeli la consapevolezza della Presenza reale, ma questa non è una
questione filologica.
Riguardo
alle voci sull’invalidazione della Messa, mantenete i nervi saldi: è altamente
improbabile che facciano un passo così plateale da scatenare una reazione di
massa. Se poi giungeranno davvero a pubblicare canoni zoppicanti quanto alla
forma sacramentale, vorrà dire che così avrà
disposto il Signore per non esser più continuamente oltraggiato nell’Eucaristia
e porre fine alle innumerevoli comunioni sacrileghe con cui tante anime
rischiano di dannarsi; ma voi avrete già individuato sacerdoti sicuri che non
li useranno. A mio avviso, una modalità più lunga, ma meno appariscente, di
rendere nulli i Sacramenti sarebbe quella seguita dagli anglicani:
l’invalidazione del sacerdozio mediante una riforma del rito di ordinazione o
l’ammissione di donne. Anche in quest’ultimo caso, però, uno scisma sarebbe
dietro l’angolo e i rivoluzionari non vogliono esser loro a caricarsene la
responsabilità davanti alla storia; piuttosto stan facendo di tutto perché i
“tradizionalisti” si tolgano dai piedi di propria iniziativa compiendo un atto
che li ponga fuori della comunione ecclesiale. Per favore, non diamo loro
questa soddisfazione.
Ricordate
che l’aver potuto conservare o ritrovare la fede, in un marasma del genere, è
una grazia incommensurabile che Dio ci ha concesso: possiamo proprio chiamarla
un miracolo – e dei più straordinari! Non perdiamo la serenità e la gratitudine
per nessun motivo: la Chiesa è di Cristo ed è Lui a tenerla saldamente in mano;
quello che sta permettendo è in vista di un bene maggiore di cui non abbiamo
idea. Quando arriverà il castigo, la gente si riverserà nelle chiese e nei
confessionali; allora tutti i preti a cui sarà stato proibito o limitato l’uso
del Vetus Ordo, non potendo più essere controllati né sanzionati per via di
circostanze eccezionali, verranno allo scoperto e grandi folle li seguiranno
per mettersi spiritualmente al sicuro, non esitando un attimo ad abbandonare i mercenari
modernisti, incapaci di prestare valido soccorso e di fornire risposte
affidabili già in tempo di tranquillità, ma buoni solo a intrattenere o
coccolare con qualche emozione a buon mercato… Non temete: le forzature
innaturali, prima o poi, esauriscono la spinta e la normalità, nella vita come
nella religione, riprende il suo corso. Altro che irreversibilità della riforma
liturgica! Si può sbarrare un fiume, ma non spingerlo a ritroso: prima o poi
tracima.
Sanctus, sanctus, sanctus
Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt coeli et terra gloria tua. Hosanna in
excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis.
Testo integrale
dell’articolo citato:
https://www.lifesitenews.com/blogs/the-scandal-of-the-modern-catholic-funeral (traduzione italiana: https://lucechesorge.org/2018/11/11/lo-scandalo-del-moderno-funerale-cattolico/)
Parole
profetiche:
Don Elia, ancora una volta la ringrazio per i suoi articoli. La ricorderò quando recito il Santo Rosario.
RispondiEliminaGrazie come sempre don Elia.
RispondiEliminaArticolo meraviglioso.
Sia lodato Gesù Cristo
Bellissimo articolo. Un vero vademecum per il cattolico vero. Ancora una volta ci insegna cosa fare,come fare,da chi andare. Per quanto mi riguarda sogno una lunghissima fila davanti al tuo confessionale, tra canti, lodi al Signore degli eserciti, lacrime di gioia che scorrono sui nostri volti. Buona festa di Cristo Re!
RispondiEliminaQui si può trovare una breve disamina filologica e teologica della nuova traduzione del Gloria in excelsis
RispondiEliminahttp://traditiomarciana.blogspot.com/2018/11/la-traduzione-del-gloria-problematiche.html
Riprendere il sacerdote che non genuflettesse mai alla consacrazione, per esempio?
RispondiEliminaSì, perché il Messale prescrive la genuflessione.
EliminaGrazie Don Elia, potrebbe indicarci l'esatta traduzione in italiano del Santo?
RispondiEliminaSanto, santo, santo il Signore, Dio degli eserciti (oppure: delle schiere, o quelle angeliche o quelle umane del popolo eletto). Osanna (acclamazione messianica) nelle regioni eccelse! Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Osanna nelle regioni eccelse!
EliminaQuesta, ovviamente, è una traduzione letterale che non è utilizzabile nella liturgia. Per questo raccomando di recitare il "Sanctus" in latino, sia perché è un testo sacro, sia perché il Concilio Vaticano II prescrisse la conservazione della lingua latina (cf. "Sacrosanctum Concilium", 36).
Grazie Don Elia.
EliminaGrazie a voi tutti per i vostri interventi e soprattutto per le vostre preghiere, di cui ho sempre bisogno e di cui sento il sostegno nella lotta. Il Signore vi ricompensi con abbondanza di grazie e consolazioni. Vi benedico.
EliminaNelle messe novus ordo, la distribuzione delle particole sulle mani provoca una consapevole dispersione di frammenti. Ammesso quindi che si trovi un sacerdote che ci faccia inginocchiare, ci troveremmo a partecipare ad una profanazione dell'Eucaristia. Non crede?
RispondiEliminaCarissimo Renato, Lei ha messo il dito nella piaga (una delle più gravi, fra le tante). Il fedele, tuttavia, non è responsabile di ciò che fa il sacerdote. Assistere ad un abuso senza poter far nulla per impedirlo non comporta un'adesione interiore, a meno che uno non abbia l'opportunità di evitare di essere presente; ma so bene che per la maggior parte dei fedeli la partecipazione alla Messa VO è impossibile o molto gravosa.
EliminaLa profanazione dei frammenti, qualora passi inosservata, è spesso involontaria, in quanto chi riceve la Santissima Eucaristia sulla mano è convinto in buona fede che sia cosa lecita e il sacerdote ritiene di esservi obbligato. Sono entrambe convinzioni erronee, ma, poiché poggiano sull'autorità dei vescovi (esercitata, in questo caso, in modo abusivo), è probabilmente un errore invincibile e pertanto, nonostante ci sia colpa materiale, non c'è colpa formale. Ciò non toglie che sia un fatto gravissimo e che si debba ripararlo con l'adorazione eucaristica, il Rosario, le Litanie del Sacro Cuore o altre devozioni.
Grazie di cuore don Elia. Quanto c' è bisogno di sacerdoti come lei. Le chiedo se potesse darci alcune indicazioni per aiutarci a vivere in modo autentico il tempo dell'avvento.
RispondiEliminaConformemente ai vostri impegni, intensificate la preghiera e la penitenza. Per esempio, potete fissare un momento della giornata per leggere un passo delle "Lodi alla Vergine Madre" di san Bernardo (http://www.adorazioneeucaristica.it/BernardoVergineITA.pdf), riservare un po' di tempo all'adorazione eucaristica o alla contemplazione del presepe con la mangiatoia vuota, meditare i Vangeli dell'infanzia cercando le profezie corrispondenti, praticare il digiuno in giorni fissi, aggiungere qualche preghiera per la Chiesa e i suoi Pastori...
Eliminadon Elia,grazie infinite della sua guida.Certo, una grande Grazia conservare la Fede di questi tempi,segno della grande compassione che il Signore ha per questa Terra che non vuole più essere Sua.
EliminaCaro Don Elia vorrei avere un chiarimento sul significato di "Dio dell'universo" che costituirebbe una designazione cabalistica di Lucifero. Mi sembra realmente preoccupante che la Chiesa disponga per i fedeli una inversione si grave di significato...anche se abbiamo compreso che c'è da aspettarsi di tutto. Personalmente non faccio fatica a credere che l'ambito esoterico massonico e quello satanista considerino un tale significato, intendendo Lucifero come Dio immanente alla materia. Mentre sembrerebbe più logico ritenere - a parte la scorretta traduzione - che la frase in questione si riferisca al ruolo di governo del creato da parte di Dio; senza evidentemente nulla togliere alla sua trascendenza.
RispondiEliminaIn ogni caso la ringrazio anche per quella prudenza ed equilibrio che sta cercando di mantenere e di trasmettere a chi la legge e la segue. Mas
L'astuzia dei "riformatori" consiste proprio nell'aver introdotto formule ambivalenti, che per i cattolici hanno un significato, per i satanisti un altro. il demonio è chiamato dal Signore “principe di questo mondo” (Gv 12, 31) e da san Paolo “dio di questo mondo” (2 Cor 4, 4). Sebbene la formula "Dio dell'universo" non si trovi né nella Bibbia né nella Tradizione, un cattolico può effettivamente riferirla al governo universale della creazione visibile da parte di Dio, soprattutto se non si avvede dell’inquietante somiglianza con le designazioni contenute nel Nuovo Testamento. Tuttavia, il fatto che quella formula (oltre che nella traduzione italiana del Sanctus) sia stata piazzata nell'Offertorio al posto delle antichissime preghiere che, nel Vetus Ordo, esprimono l'offerta della Vittima che sta per essere misticamente immolata fa pensare all'intenzione deliberata di pervertire il rito in modo che nessuno se ne accorga. Oltretutto il nuovo Offertorio (o meglio: "Presentazione dei doni"!) riprende la benedizione ebraica del pasto, escludendo totalmente l'idea di sacrificio e chiedendo semplicemente a Dio che il pane e il vino diventino "cibo di vita eterna" e "bevanda di salvezza". Apparentemente niente di contrastante con la fede; ma dov'è la ripresentazione incruenta della Croce? Anche le nuove "Preghiere eucaristiche" lasciano nell'ombra questa realtà essenziale. Alla fine, che cos'è la Messa, secondo il nuovo rito? Una "sinassi" (ossia riunione del popolo), come la definisce l'Introduzione al Messale di Paolo VI, per quanto ritoccata dopo le proteste contro la prima versione, che era di sapore troppo esplicitamente protestante.
EliminaIn ogni caso, nulla di tutto ciò inficia la validità della nuova Messa, nonostante ne offuschi sensibilmente il mistero.
Per approfondire:
Eliminahttp://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV317_Dio_dell-universo_chi_e.html
Una preghiera cristiana dovrebbe rivolgersi al "Creatore dell'universo". Gli ebrei stessi, nella benedizione a cui si ispira il nuovo "offertorio", Lo chiamano "Re dell'universo" (melekh ha'olam).
Volendo proprio sintetizzare e "striminzire" al massimo la questione, si potrebbe dire che la celebrazione della Messa, ovvero che la Santa Messa è valida, se contestualmente ci sono la proclamazione della Parola di Dio e la Consacrazione del pane e del vino da un sacerdote validamente ordinato e che pronunci la formula corretta e correttamente.
RispondiEliminaCosa voglio dire...voglio dire che alle "brutte", qualsiasi cosa si vogliano "inventare", il semplice fedele laico può avere la consapevolezza e la coscienza che ha partecipato ad una Messa valida se ci sono le 2 condizioni di cui sopra : ripeto, la proclamazione della Parola di Dio e la Consacrazione valida.
E' ovvio che tutto il "contorno" DEVE essere , come dire, consono, santo, e rispettoso della Maestà di Dio e dell'atto in se (cioè senza pagliacciate e buffonate e spettacoli folkloristici vari, ma, tant'è ! )
Insomma, il Padre Nostro, lo posso recitare pure in latino, se voglio, e per questo NON sarò fuori dalla Chiesa e dalla Verità e circa il Gloria, mi pare essere una specie di "piegatura", una flessione verso il basso, una "piacioneria" e non una forzatura, o peggio, un'impostura/aberrazione.
Certo è che può sembrare (la modifica del Gloria) - se proprio non lo è - una deriva protestante o new age, affermare SOLO che Dio ama gli uomini ("gli uomini che Egli ama") e non affermare poi, dopo, che gli uomini ci devono mettere la loro propria personale buona volontà.
Come a dire "ci si salva solo con la Fede" perchè Dio ci ama tutti....e invece, sì, ci si salva con la Fede, certo, ma con insieme attaccate/appiccicate le opere ! (la buona volontà).
Siamo al vaglio del grano e della zizzania : come già detto, questo è il momento delle pulizie e il marcio e lo schifo DEVONO venir fuori, non si può fare altrimenti...solo così sarà più semplice vedere chiaramente lo sporco e l'inutile e buttare nella pattumiera quello che realmente ci deve andare....no ?
Coraggio, è appena l'inizio, non mollate proprio adesso ! 😇
Il Signore vi dia pace e la Vergine Maria vi copra col suo manto !
Concordo, salvo per un dettaglio niente affatto secondario: la validità della Messa dipende solo dalle parole della Consacrazione (pronunciate, beninteso, da un ministro validamente ordinato), non anche dalla proclamazione della Parola di Dio.
EliminaCatechismo della Chiesa Cattolica
Eliminan. 1346 La liturgia dell'Eucaristia si svolge secondo una struttura fondamentale che, attraverso i secoli, si è conservata fino a noi. Essa si articola in due grandi momenti, che formano un'unità originaria:
— la convocazione, la liturgia della Parola, con le letture, l'omelia e la preghiera universale;
— la liturgia eucaristica, con la presentazione del pane e del vino, l'azione di grazie consacratoria e la Comunione.
Liturgia della Parola e Liturgia Eucaristica costituiscono insieme « un solo atto di culto »; la mensa preparata per noi nell'Eucaristia è infatti ad un tempo quella della Parola di Dio e quella del Corpo del Signore.
n. 1347 Non si è forse svolta in questo modo la Cena pasquale di Gesù risorto con i suoi discepoli? Lungo il cammino spiegò loro le Scritture, poi, messosi a tavola con loro, « prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro » (Lc 24,30).
nota : il neretto è mio :-)
Il CCC parla della struttura fondamentale della Messa, la quale, pur essendo un unico atto di culto, si compone di due grandi momenti. La condizione per la validità è tuttavia la formula consacratoria, in quanto è lì che avviene la transustanziazione, a prescindere dalle letture. Non sfugge a nessuno che il CCC, piuttosto che di sacrificio, parli di "duplice mensa"...
EliminaE parlano anche della terza mensa....quella dei poveri
EliminaBeatissimo Padre , puo' aiutare questo povero figlio della Chiesa che probabilmente ingannato dal fumo di Satana non si rende conto di aver perso la Via maestra e sta percorrendo un viottolo che conduce ad altro ? Puo' raccomandarlo a NSGC nel Santo Sacrificio della Messa nel primo Sabato del mese di Dicembre ? Da parte mia mi impegno a rispettare il digiuno a pane e acqua nel giorno di Venerdì (oggi) .
RispondiEliminaSe Dio ci fa vedere certe cose e' perche' vuole che ripariamo , con l'aiuto della Vergine Madre mettiamo quella poca o tanta farina che abbiamo . Ave Maria !
http://www.marcotosatti.com/2018/11/30/gotti-tedeschi-che-cosa-succede-nella-chiesa-ce-lo-spiega-il-libro-di-un-gesuita-spagnolo/
Posso senz'altro raccomandarlo al Signore nella Messa, ma temo che nel suo caso ci voglia una grazia davvero straordinaria!
EliminaGrazie Padre , mi ha strappato un sorriso . Sì in effetti il poveretto ha accumulato un bel po' di "ruggine" e sicuramente necessitera' di una buona dose di Olio da parte dello Spirito Santo affinche' i suoi ingranaggi riprendano il moto correttamente . Pertanto , ho pensato che domani 1° Sabato del mese di Dicembre , converra' che io supplichi questa grazia straordinaria alla Madre di Dio , quando mi accompagnera' a ricevere la S.Comunione. Dio la Benedica !
RispondiEliminaPreghiere spontanee
RispondiEliminaSTRAORDINARIO NELL'ORDINARIO
Tu non mi chiedi cose straordinarie: Basta un fiocco di neve per far nascere un fiume. Basta una goccia d'acqua per forare una pietra. Basta una stella per illuminare il cielo. Basta un fiore per rallegrare il deserto.
Basta un sorriso per dar vita all'amicizia. Basta un si per consegnarsi alla persona amata. Basta una lacrima per cancellare una montagna di peccati. Basta uno spicciolo per far grande il tesoro.
Tu sei un Dio straordinario, Signore, perché giudichi grande e meraviglioso ciò che è piccolo e ordinario, perché niente misuri con il metro o la bilancia, ma solo sempre in base al silenzioso e nascosto battito del cuore.
Aiutami, Signore, ogni giorno a donarti sempre il meglio di me, anche se è poco, dal momento che non mi chiedi di fare cose straordinarie, ma soltanto che faccia cose ordinarie con cuore straordinario.
Riflessione :
RispondiEliminaTEMPO DI AVVENTO...
NOI ABBIAMO VERAMENTE UN POSTO DA DARE AL SIGNORE??
Che cosa attendiamo propriamente nell'Avvento? La prima venuta di Cristo? Essa sta dietro di noi. La Sua seconda venuta? Noi la temiamo, non la desideriamo. Il Natale? L'attesa della festa da evento religioso è diventata un fatto commerciale, che poi viene sostituito da un altro. Pare così che il cristiano non attenda nulla e che la speranza cristiana sia una parola vuota e proprio per questo segua la legge del vuoto, cioè si lasci riempire da altre speranze.
Ma è proprio vero che noi non abbiamo nulla da aspettare?...La prima venuta di Cristo sta veramente "dietro di noi"? Oppure intere parti della terra, noi stessi, viviamo in fondo come "prima di Cristo"? Non pernotta Egli ancora oggi nella stalla, mentre noi che abitiamo nelle case non lo sappiamo, non vogliamo saperlo, poiché non avremmo per Lui assolutamente nessun posto da darGli? Ci sono uomini che ancora vivono prima di Cristo: sono coloro che non hanno ancora incontrato quel Dio, che non guarisce il nostro soffrire eliminandolo, ma soffrendo con noi; Colui che toglie l'ingiustizia del mondo sottomettendosi Egli stesso come vittima dell'ingiustizia...
JOSEPH RATZINGER - dalla "12° meditazione pubblicata nel fascicolo del periodico pastorale per varie diocesi tedesche" - Anno 1972 -