Opzione
santità
Quaerite Deum, et vivet anima
vestra (Cercate Dio e l’anima vostra vivrà; Sal 68, 33).
Confesso che non
ho letto il libro e non vorrei quindi apparire come uno che sentenzia per
partito preso, senza cognizione di causa. Ciononostante le mie antenne mi
mettono in allarme per più d’un motivo. Il
primo riguarda chi l’ha pubblicato in Italia: una casa editrice, un tempo
cattolica, che alcuni anni fa ha assunto come logo una falce rossa
sormontata da una squadra. Se è vero – come è vero – che i simboli hanno un significato e che vengono scelti per precise
ragioni, quello delle Edizioni San
Paolo, che han lanciato il volume su larga scala, è quanto meno inquietante. Il
secondo concerne le personalità che l’han presentato in diverse città italiane:
nomi eccellenti dell’establishment
vaticano, come Giovanni Maria Vian e Georg Gänswein, che non son certo noti per
lo spirito critico.
C’è poi il fatto che l’autore, incaricatosi di additarci una via d’uscita
dal caos in cui ci troviamo, dopo essersi convertito, da protestante qual era,
alla fede cattolica, è passato all’Ortodossia. Non
ardisco certo violare la sua coscienza, tenuto conto del dramma interiore da lui
vissuto a causa della prima crisi degli abusi del clero che la Chiesa ha
attraversato nel suo Paese intorno all’anno 2000 e che lo ha portato a non
sapere più di chi fidarsi, nel clima di omertà e menzogna che aveva contagiato
la gerarchia locale. Tuttavia non può sfuggirmi l’evidente contraddizione di chi,
avendo abbandonato la barca, vuole indicare a noi la maniera di salvarci
rimanendoci dentro – ammesso che l’idea di comunità pionieristiche composte di
eletti (che parrebbe germinata, in ultima analisi, sul sostrato del
protestantesimo americano) non sia utopistica, in un contesto globalizzato.
Entrando nel
merito della sua proposta, trovo un po’ ingenua la ripresa del luogo comune
secondo cui la civiltà occidentale sarebbe
rinata, sulle rovine dell’Impero Romano, per merito quasi esclusivo del
monachesimo benedettino. Senza nulla togliere ai meriti immensi di san
Benedetto, dobbiamo ricordare che la sua opera fu stroncata quasi sul nascere
dall’invasione longobarda, a cui si deve la prima distruzione dell’abbazia di
Montecassino (577), ricostruita solo a partire dal 718. Intanto dei monaci
franchi avevano trasportato delle reliquie del Patriarca a Fleury, nel cuore
della Gallia; fu là che il movimento monastico benedettino, sostenuto e
promosso dai carolingi, cominciò a rifiorire e a diffondersi prodigiosamente in
quello che, di lì a poco, sarebbe diventato il Sacro Romano Impero di Carlo
Magno.
Più
profondamente, l’idea di Rod Dreher, autore dell’Opzione Benedetto, rischia di prestarsi bene a una sottile
strumentalizzazione (che spiegherebbe tanta attenzione per il libro proprio in
quelli che non ci sono amici) da parte di chi sarebbe ben felice che la
resistenza cattolica si neutralizzasse da sé rinchiudendosi in piccoli ghetti
autarchici, contenta di poter finalmente fare ciò che le piace, ma al prezzo di estromettersi dall’agone della
pubblica difesa della fede e morale cattolica, lasciando così campo
libero ai rivoluzionari. Il metodo da loro adottato con la Messa tradizionale
dovrebbe pur insegnarci qualcosa: non potendola proibire del tutto, ne
tollerano l’esistenza in “riserve indiane” dal raggio d’azione ben circoscritto
dalle quali possa diffondersi il meno possibile.
Quello della
denuncia è un gramo mestiere che, oltretutto, pungola continuamente la
coscienza di chi lo pratica con lo scrupolo di fare più male che bene,
divulgando scandali e misfatti che non sollevan di certo lo spirito, ma rischiano
al contrario di accrescere nei lettori sconforto e amarezza, anziché aiutarli a
coltivare la speranza e a mantenere vivo l’impegno. Eppure non possiamo fare ai
sovvertitori il favore che il nostro silenzio risulti una forma di resa o di
acquiescenza; finché c’è anche una sola voce in opposizione, il sistema
totalitario che ha occupato i vertici della Chiesa Cattolica non può illudersi
di aver definitivamente vinto. L’importante è che il cuore del cristiano
fedele, per quanto sia necessario esserne consapevoli per potersene difendere,
non si lasci riempire dal marciume che ha sotto gli occhi, ma riservi lo spazio migliore alla carità e alla
preghiera.
La sfida più
ardua – e l’unica vera via di salvezza – è la santità praticata giorno per
giorno mediante una virtù che proprio le tremende circostanze in cui il Signore
ha voluto farci vivere contribuiscono a rendere eroica. Probabilmente la Sua
volontà adorabile ci vuole proprio così, disseminati in un ambiente ostile per
mantenervi viva la Sua presenza e la Sua voce, che altrimenti rimarrebbero del
tutto soffocate in una società divenuta peggiore di quella pagana
dell’antichità, evangelizzata dagli Apostoli. Quella, per quanto corrotta nei
costumi, conosceva comunque alti ideali morali, almeno in certe scuole
filosofiche, come la stoica; la nostra sta cancellando dalle coscienze il
concetto stesso di moralità; quella, pur immersa nei vizi più turpi, aspirava
alla luce; la nostra, esaltando il vizio come un progresso, consacra le tenebre;
quella, nonostante un’accanita resistenza politica, accolse la predicazione
evangelica a partire dalle classi più alte; la nostra, soprattutto nei settori
più colti, la disprezza con stomachevole arroganza, legittimata dalle fole
moderniste.
Su una cosa
Dreher ha ragione e mi trova pienamente d’accordo: sulla priorità della ricerca
di Dio, del quaerere Deum. Ma chi vive nel mondo
non può farlo alla maniera dei monaci, la cui vocazione è caratterizzata proprio
dalla separazione da esso; il loro ritmo di vita cadenzato dalla preghiera è
irrealizzabile per chi ha famiglia e lavoro. Indubbiamente dobbiamo imparare da
loro a riservarci tempi e spazi inviolabili per pregare e meditare nel
silenzio, onde poter ritornare alle occupazioni abituali e alle relazioni umane
trasformati nell’intimo da un più profondo incontro con Dio; ma il luogo
ordinario della crescita nell’unione con Lui, per i fedeli laici, è il loro
ambiente di vita, dove portano quotidianamente la croce con fede e amore. Il
Signore li aspetta lì, nascosto nelle pieghe di un’esistenza che, per tanti
versi, è un vero e proprio martirio.
Se proprio le
circostanze ci costringeranno a farlo, ci ritireremo nei rifugi che la
Provvidenza vorrà concederci, così come la comunità giudeo-cristiana,
all’inizio della guerra che, nel 70, portò alla distruzione di Gerusalemme, si
ritirò a Pella, nell’attuale Giordania, per non essere travolta con il popolo
ribelle, che in quel modo cominciò a pagare il rifiuto del Messia e l’apostasia
dal suo Dio. Pur tenendoci all’erta, tuttavia, non dobbiamo anticipare gli
eventi con fughe in avanti che possono distoglierci dall’adempimento dei nostri
doveri nel presente. E poi, vogliamo davvero lasciar andare la società alla
deriva senza più alcun freno, per metterci al sicuro? E chi potremmo eventualmente
portare con noi, del nostro entourage? Senza dubbio, solo chi sarebbe
disposto a condividere la nostra scelta; ma vorremmo forse, se non
obbligati, abbandonare gli altri al loro destino? O non dobbiamo piuttosto fare
il possibile per strapparli alla corrente melmosa in cui sono immersi?
Le nostre
decisioni e la nostra azione devono nascere dalla preghiera, in modo da essere
ispirate dallo Spirito Santo piuttosto che dalla nostra impazienza e agitazione.
Se solo ci raccogliamo un istante in noi stessi, nel santuario interiore in cui
l’Onnipotente ha posto la Sua dimora, possiamo accorgerci di essere circondati dall’amore: il Signore Gesù,
la Sua e nostra santissima Madre, san Giuseppe e san Michele con tutti gli
Angeli e i Santi, i nostri cari che sono in Paradiso e le anime sante del
Purgatorio… tutti, tutti, tutti sono con noi, ci assistono con il loro aiuto,
ci sostengono con la loro intercessione, ci guidano con i moniti, l’esempio o
il pentimento.
Un amore inimmaginabile, purissimo, disinteressato ci avvolge da ogni
parte: perché non abbandonarci ad esso con la felicità di
un bambino e l’ardore di un guerriero? Che cosa ci impedisce di inoltrarci in
questo mondo celeste già accessibile a chi crede, assorbendone a poco a poco la
forza, la nobiltà, la bellezza, la gioia e la pace? Che aspettiamo a impugnare,
come cavalieri imbattibili, la spada della Parola sacra e dei Salmi, con cui
respingere gli attacchi del mondo, della carne e del diavolo? Chi può toglierci
il potere regale della castità, dell’umiltà, del sacrificio, se non siamo noi
stessi a rinunciarvi? Se siamo disposti a perseverare sino alla fine, la
vittoria è già nostra. Sia benedetto il nostro Dio!
Editoriale ispirato ,don Elia grazie infinite. No,non possiamo essere tutti monaci,claustrali,ascetici. L’apostolo Giovanni era il “prediletto”,il puro ,il casto ,il mite .Il Signore le affidò la Madre ma non lo mise a capo della nascente Chiesa. Scelse Pietro ,rude ,impulsivo , forte a tal punto da mettere mano al timone ma pieno di miserie umane perché cosi potesse capire meglio l’Uomo. No, non è questo il momento di chiudersi in catacombe e lasciare imperversare la NON -VERITA’. Conserviamo la preghiera intima e silenziosa quando ci chiudiamo nella nostra “ stanza interiore”.Questo è il momento di vigilare, difendere il Vangelo,istruire e sostenere come fa don Elia,arginare la menzogna ,tenere la luce accesa della Vera e Santa Parola di Dio per le anime in cerca del “Cielo”.Non disprezziamo le profezie approvate dalla Chiesa Romana ma ritenute scomode e quindi silenziate come credono di aver silenziato Dio e la Vergine. IL Signore e la Vergine SS ci danno istruzioni di salvezza mentre le tenebre avanzano. SIA BENEDETTO IL NOSTRO DIO,santa domenica a tutti.
RispondiEliminavuol dire che possiamo fare a meno della Chiesa ?
RispondiEliminaAssolutamente no: ho richiamato il mistero della Comunione dei Santi, nel quale è inserita la Chiesa visibile.
Eliminahttps://yournewswire.com/vatican-bishop-catholic-george-soros/amp/?__twitter_impression=true
RispondiEliminaLeggiamo e subito dopo ripariamo per recuperare quelle anime a Dio . Evitiamo di soffermarci troppo , non facciamoci prendere dallo scoraggiamento e/o dalla rabbia che' sono tutte armi del Demonio che mira a toglierci la pace .Restiamo nella Chiesa Cattolica preferibilmente sempre in Grazia di Dio : Confessione ed Eucarestia e poi......
" Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché Tu sei con me ".
"Gesù, Maria, Vi amo, salvate anime!" -
Parole davvero da meditare le sue, caro don Elia, e da serbare come un tesoro.
RispondiEliminaGrazie Padre ,in tanti si avvertiva un certo disagio inespresso di fronte allo strombazzare dell' "Opzione", occorreva esprimerlo.
RispondiEliminaCaro padre, penso che il culmine della tempesta, debba ancora arrivare ed ora, siamo ancora relativamente al riparo e con a disposizione molti beni, spirituali e materiali, ma una società in balia dei poteri forti e in vista di un unico governo, in perfetta sintonia con una falsa chiesa che si spaccia per umanitaria e al passo dei tempi, ma che tradisce Cristo, non porterà ad uno scontro ancora più duro? Ne è un esempio il nostro attuale governo, su cui soffia l'ira di Bruxelles, perché non è più prono e silenzioso alle sue logiche di potere. Sei mesi, per arrivare alle elezioni europee, sperando in un ribaltone, sono lunghi e pensare che i loschi poteri, ci lascino liberi di farci rialzare il capo, è pura utopia. In questo scenario non certo roseo, la nostra arma invincibile deve essere la nostra vita vissuta in stato di Grazia e in cammino verso la santità, ma è partito l'assalto finale, sia alla nostra fede (non passa giorno che non dobbiamo assistere e vivere lo scempio che i macellai stanno perpetrando sul Corpo di Cristo), sia alla nostra patria (come l'attacco finanziario, partito in questi giorni, ai nostri mercati). Saremo pronti a vivere con ulteriori privazioni, tra continui scandali e dentro la tempesta? Soli non ci riusciremo, avremo bisogno della protezione di Maria Santissima ed anche di aiutarci tra noi. In questa ottica, di tempi che si preannunciano sempre più duri, sembra necessario, restando nel posto dove ora Dio ci pone, essere pronti a partire, come la Santa Famiglia dì Nazareth, qualora fosse in pericolo la nostra salvezza.
RispondiEliminaCome ho accennato, non escludo affatto che a un dato momento si debba partire per mettersi in salvo, ma diffido di proposte troppo pubblicizzate dal sistema. Restiamo in osservazione per cogliere i segni della volontà di Dio.
EliminaGesu' e'nel Getsemani e suda sangue...
RispondiEliminaconsoliamoLo con atti di riparazione .
Questo e' il tempo del Miserere , e' il tempo del lutto per le anime morte alla Grazia .
Quante anime ho omesso di salvare ?
"Vieni avanti servo buono e fedele , mi hai testimoniato con la tua vita ".
Il servo si cura di tutto cio' di cui si e'curato il suo padrone . Il tempo che il Signore ci da e' per salvarci e per santificarci . Il "nemico" lo sa che noi abbiamo un tempo determinato per farci santi e fa di tutto per farcelo utilizzare per offendere Dio e/o per offendere le crature fatte ad immagine di Dio .
In questo caso il tempo e' sprecato .
Anziche' per glorificarLo l'ho sprecato contro la Sua Legge in pensieri , parole , opere , omissioni .
I disegni di Dio sono imperscrutabili , la testa nostra e' piccola e vogliamo metterci dentro l'oceano ?
«Un’altra esperienza che feci (a Roma) riguarda i sacerdoti. Pregare per i peccatori mi rapiva, ma pregare per le anime dei preti che io credevo pure più del cristallo, mi pareva sorprendente! Per un mese ho vissuto con molti santi sacerdoti e ho visto che, se la loro dignità sublime li innalza al di sopra degli angeli, essi sono tuttavia uomini deboli e fragili Se dei santi preti che Gesù chiama nel Vangelo “il sale della terra” mostrano nella loro condotta che hanno un grande bisogno di preghiere, che dobbiamo dire dei tiepidi? Gesù non ha detto anche: “se il sale diviene scipito, con che cosa lo rafforzeremo?”. Oh, Madre! Com’è bella la vocazione che ha per scopo di conservare il sale destinato alle anime! È la vocazione del Carmelo, poiché il fine unico delle nostre preghiere e dei nostri sacrifici è d'essere apostoli degli apostoli, pregando per essi mentre evangelizzano le anime con le parole e soprattutto con gli esempi... Bisogna che mi fermi, se continuassi su questo argomento non finirei più!»
RispondiElimina(Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo, Storia di un'anima)
Compito di questa settimana : Essere apostoli degli apostoli .
Qui riporto solo, dal libro di La Spada, le parole che Padre Pio fece scrivere sul “santino”, l’immaginetta per la sua prima Messa : “Gesù, Mio sospiro e mia vita, oggi trepidante Ti elevo, in un mistero di amore con Te, io sia per il mondo Via Verità Vita, e per Te sacerdote perfetto”, e quella che scrisse nell’immaginetta dei suoi 50 anni di Messa : “Cinquant’anni di fuoco divoratore per Te, per i tuoi redenti”.
RispondiEliminahttps://www.maurizioblondet.it/il-ritorno-di-padre-pio/
Mamma mia che parole....mi tolgono il respiro... mi suscitano la forte devastante immagine di un incendio "abbruciante "di perfetto amore !
Ma quando il Figlio dell'Uomo tornerà,troverà ancora la fede sulla terra?Da un pò mi sto chiedendo chi sono coloro che possono perdere la fede!In questo periodo chi ama la Chiesa di Cristo è sottoposto ad un attacco senza precedenti in tutto ciò in cui crede:un vero attacco satanico che vaglia uno a uno;da tale aggressione si è travolti non solo da i nemici di Dio ma anche da parte di coloro che magari inconsciamente,credendo di fare il bene,stanno denunciando tutte le schifezze e le porcherie che ci sono nella struttura della chiesa,dai suoi vertici fino alla base.Giorno per giorno,minuto dopo minuto,ognuno di noi è violentato nella mente e nella propria anima da ciò che sente dai media,ma ancora di più da quella falsa dottrina che ormai ci viene propagandata in quasi tutte le nostre parrocchie!!
RispondiEliminaSi parla da parte di chi si oppone a tale sfascio di reagire in un modo o in un altro:basta visitare i siti internet cattolici anche gestiti da validi sacerdoti fedeli alla dottrina,per comprendere quello che sto affermando;tutte cose giuste,essenziali,importantis-
sime,ma su di una cosa resto meravigliato:ancora nessuno ha incoraggiato ad avere fiducia in Nostro Signore Gesù Cristo!!!QUESTA NON E' LA FINE DELLA SPOSA DI CRISTO,DIO NON MENTE,TUTTO ERA GIA'PREVISTO,NOI DOBBIAMO NEL NOSTRO CAMMINO NON PERDERE LA FEDE IN COLUI CHE è MORTO ANCHE PER QUESTI TEMPI DIFFICILI!!Nella nostra superbia di voler controllare tutto,non ci rendiamo più conto che noi non siamo i padroni della vigna,ma solo dei piccoli servitori e l'amore che proviamo per la Chiesa di Cristo è nulla in confronto di quella del suo Sposo!Non perdiamo la fede,restiamo con le lanterne accese,non saremo noi a salvare la Sposa ma Cristo stesso,combattiamo la giusta battaglia con la certezza che la vittoria è già di DIO!(NON TEMETE IO HO VINTO IL MONDO)
«la mia santità personale è l’unico lenimento che posso portare al suo corpo piagato». Ma a questo io aggiungerei una convinzione che dovrebbe sempre animarci: che certe crisi, alla Chiesa, non possono fare altro che bene. Se crediamo nella provvidenza, non possiamo che concludere che Dio permette che tanta immoralità venga a galla proprio perché vuole che la Chiesa ne esca risanata. La vergogna che sta sconvolgendo la Chiesa e potrebbe sembrare che la porterà, prima o poi, alla sua fine, in realtà sarà ciò che la purificherà dai suoi mali. Non dimentichiamo mai l’affermazione di Sant’Ambrogio: «Abluitur undis, non quatitur» (Lettera 2); le onde della tempesta, nonché scuotere la barca, finiscono per lavarla dalla sua sporcizia.
RispondiEliminahttps://querculanus.blogspot.com/2018/10/abluitur-undis-non-quatitur.html#more
Quaerere Deum a Norcia
RispondiEliminahttps://gloria.tv/video/18HuLJCp1afB1yRvaTJfpXiMd
“Signore, io sono un filo d’erba assetato di Te”.
RispondiEliminaP.Enrico Rossetti O.P. Diario. Il cammino di un religioso nella Chiesa che si rinnova
https://books.google.it/books?id=It0Pc8QTGxoC&pg=PA35&lpg=PA35&dq=E.+Rossetti,+La+semplicit%C3%A0+e+la+croce,+Sesa,+Bergamo,+1955).&source=bl&ots=VZUAkqIDpD&sig=462VtcBYqz0Rw7FkfBOg4Qi57pw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiI5pfumf7dAhVIz4UKHdf4C_UQ6AEwAHoECAkQAQ#v=onepage&q=E.%20Rossetti%2C%20La%20semplicit%C3%A0%20e%20la%20croce%2C%20Sesa%2C%20Bergamo%2C%201955).&f=false
Tra le anime da Lui guidate c’è Piera Gotti, un’angelica creatura che muore nel 1952, a 24 anni, assistita da lui, che ne scriverà la biografia, considerandola, tra i suoi santi (E. Rossetti, La semplicità e la croce, Sesa, Bergamo, 1955).