Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 13 settembre 2025


Eclissi di Chiesa

 

Parlare di Chiesa eclissata non significa cedere a suggestioni sedevacantiste né a una delle tentazioni più pericolose, quella contro la fede e la speranza, quasi che non ci fidassimo più della promessa del Signore secondo cui le potenze del male non prevarranno mai contro la Sua Sposa (cf. Mt 16, 18). Tale espressione compare per la prima volta nel resoconto dell’apparizione della Madonna alla Salette (1846) che Mélanie Calvat compose ben trentatré anni dopo in maniera molto più estesa rispetto alla lettera inviata nel 1851 al beato Pio IX; quel testo fu poi inserito in un libro del 1904 che finì all’Indice ed è probabilmente una rielaborazione della veggente. Non vogliamo nemmeno lasciarci suggestionare da fenomeni astronomici del tutto normali che ricorrono di frequente.

Non possiamo fare a meno, tuttavia, di esser colpiti dalla stretta sequenza di fatti che hanno costellato la prima settimana del mese corrente e dalla singolare coincidenza con l’evento celeste che l’ha chiusa, soprattutto se pensiamo che la Chiesa, in quanto non brilla di luce propria ma la riceve da quel Sole eterno che è Cristo, è spesso paragonata dai Padri alla Luna. L’Amor che move ’l Sole e l’altre stelle può ben disporre impressionanti concomitanze per farci cogliere un Suo messaggio. Parlare di eclissi della Chiesa, del resto, non comporta affatto l’ammissione che i suoi nemici abbiano prevalso, bensì la costatazione che l’hanno soltanto momentaneamente oscurata, visto che l’eclissi è un fenomeno passeggero; così, anzi, si spiega la crisi attuale lasciandone intravedere la fine certissima.

Per quanto sia motivo di dolore, dunque, questa chiave di lettura ci apre alla fiduciosa attesa di una svolta non lontana. È vero che l’eclissi della Chiesa è cominciata sessant’anni fa; se però, come certi indizi ci fanno arguire, essa è prossima ad essere totale, bisogna dedurne che l’avvio del processo inverso non debba tardare. Benché sia banalmente dovuto alla rifrazione della luce solare attraverso l’atmosfera terrestre, il dettaglio della colorazione rossa, che Domenica 7 Settembre ha preceduto l’inizio del fenomeno, ci induce a pensare che alla graduale ripresa preluderà un purificatore bagno di sangue che purgherà la Chiesa militante dagli elementi corrotti quale premessa di un’efficace rinnovazione: i pervertiti che infestano la gerarchia vanno necessariamente eliminati.

Successione di fatti

Qual è dunque la sequenza degli eventi registrati nei giorni immediatamente precedenti all’eclissi della Luna rossa? Giovedì 4 Settembre papa Prevost riceve il presidente dello Stato terrorista che da ottant’anni insanguina il Medio Oriente, facendosi mettere nel sacco da un politicante che, grazie alla piaggeria della stampa di regime, riesce a far credere al mondo che il colloquio abbia riguardato la lotta all’antisemitismo, mentre – come la Santa Sede ha prontamente precisato – i due han parlato della situazione di Gaza, dove nientemeno che un cardinale resiste, con sacerdoti, religiose e fedeli, a un’aggressione di inaudita ferocia. Il Capo della Chiesa Cattolica, prima di accordare l’udienza, avrebbe dovuto pretendere, come precondizione, un immediato cessate-il-fuoco.

L’indomani di questa disgustosa manipolazione, che ha fatto passare il Papa per complice di nazisti giudei e umiliato in modo vergognoso la Chiesa intera, un’orda di sodomiti profana la Chiesa del Gesù in Roma tenendo una manifestazione propagandistica nel luogo che custodisce la tomba di sant’Ignazio di Loyola. Il giorno successivo, non paghi di ciò, dopo aver passato la Porta Santa di San Pietro (non è chiaro a quale scopo), ritornano là per una “Messa” presieduta dal vicepresidente della cei, che nei giorni precedenti si è profuso in dichiarazioni farneticanti volte a legittimare uno dei peccati più sordidi. Manco a dirlo, la stampa prezzolata innalza un entusiastico peana alla storica svolta avvenuta, a dir suo, nell’insegnamento della Chiesa.

Se questo non fosse bastato, la mattina stessa di Domenica scorsa il Papa canonizza un ragazzino, morto a quindici anni di leucemia, del quale si ignora che cosa lo abbia reso così santo da meritare gli onori degli altari. I suoi due migliori amici della scuola media frequentata in un istituto cattolico, anzi, non si erano neppure accorti, prima che iniziasse la campagna di propaganda seguita alla morte, che fosse religioso; essi hanno invece riferito l’abitudine di andare a casa sua (dov’era accudito da un dipendente straniero) per vedere filmetti sconci e volgari presi a noleggio. Quando, una volta, un professore pronunciò la parola latina vinculo con l’accento sbagliato, lo scolaro scoppiò a ridere in modo tanto sguaiato da farsi mandar fuori della classe.

A tali vistosi difetti si aggiunge la mancanza di segni evidenti di virtù esercitate in grado eroico, per le quali non basta certo qualche frase ad effetto o una mostra dedicata ai miracoli eucaristici. Inoltre un ruolo niente affatto secondario, nel processo riguardante il figlio, deve aver giocato il fatto che il padre diriga una compagnia di assicurazioni legata alla seconda banca di investimenti al mondo: col fiume di denaro affluito a un dicastero diretto da un sodomita e gestito da corrotti, è l’ombra dei Rothschild ad allungarsi sinistramente sul colossale affare, per non parlare di quella del defunto MacCarrick: il maggior promotore del culto del quindicenne, infatti, è uno dei suoi ex-segretari, a suo tempo messo al sicuro nella Curia Romana.

Screditare per oscurare

È ben noto che, negli ultimi decenni, le cause di beatificazione e canonizzazione sono diventate una barzelletta e il relativo dicastero si è trasformato in fabbrica di nuovi “santi”: un immenso business, come usa dire. A parte le gravi carenze nell’esame delle virtù, si è fortemente indebolita anche la serietà dell’accertamento dei presunti miracoli, che vanno certificati dall’autorità ecclesiastica col massimo rigore. Il caso addotto per l’ultima canonizzazione è del tutto privo dei requisiti richiesti, dato che la donna coinvolta si è salvata solo grazie a un intervento (mentre la guarigione, per poter esser dichiarata miracolosa, deve risultare immediata, inspiegabile, completa e definitiva). Tanta leggerezza e superficialità sarà pure produttiva dal punto di vista economico, ma è un ulteriore fattore di screditamento della Chiesa Cattolica.

L’impressione, sempre più forte, è che la Chiesa istituzionale si sia ormai oscurata assoggettandosi alla mafia finanziaria aschenazista, la quale è riuscita a farla apparire come complice delle atrocità perpetrate in Terra Santa, ha operato il rovesciamento della sua dottrina morale e la usa per far soldi propugnando modelli fasulli. Tutto ciò si ritorce contro di essa non solo per il gravissimo danno di immagine, ma anche per le conseguenze pratiche, che non tarderanno a manifestarsi: in diverse parti del mondo, l’odio contro il cristianesimo e i suoi ministri sta già montando visibilmente; esso potrebbe però rivelarsi il mezzo di cui la Provvidenza intende servirsi per mondare il clero e suscitare nuovi martiri (cioè veri Santi), che otterranno da Dio le grazie necessarie per la rinnovazione della Chiesa.

Queste considerazioni denunciano implicitamente – se mai ce ne fosse bisogno – l’assurdità della decisione, per un sacerdote, di rompere la comunione gerarchica al fine di esercitare meglio il proprio ministero. Dato che la comunione gerarchica è un elemento essenziale del sacerdozio cattolico, senza il quale esso cessa di essere tale, un sacerdote che affermi di esserne voluto uscire per poter rimanere cattolico si pone in evidente contraddizione. Se, dopo la sospensione o la scomunica, egli continua ad esercitare il ministero, lo fa in modo illegittimo: la sua predicazione e le sue celebrazioni sono illecite, le sue assoluzioni invalide e sacrileghe (eccetto in pericolo di morte). Chi lo segue e sostiene pecca perciò in materia grave contro la disciplina ecclesiastica e l’unità della Chiesa.

Conclusioni operative

Nel nome di Dio, non aggravate l’eclissi della Chiesa con scelte che possono portarvi all’Inferno. Certo, è duro permanere in questo stato di putrefazione del corpo ecclesiale col suo insopportabile fetore, ma questo è il martirio bianco che, per il momento, il Signore vuole per noi, per prepararci forse a quello di sangue. Come che sia, questa è la modalità di santificazione che la Provvidenza ha stabilito per la nostra generazione; vuol dire che è la più efficace e vantaggiosa, a meno che non ci sottraiamo alle Sue perfettissime disposizioni per la superbia di chi vuol fare da sé. Con la grazia di Dio, invece, si sopporta qualunque cosa, scontando i peccati e acquistando grandi meriti per sé e per altri; restiamo dunque saldamente uniti alla Chiesa visibile ringraziandolo ogni giorno, con tutto il cuore, della Sua impagabile misericordia.


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