Esistenza minacciata
«Nessuno dovrebbe mai minacciare l’esistenza dell’altro», ha
affermato Leone XIV in occasione dell’udienza di Sabato 14 Giugno. Visto che
tali parole han seguito l’espressione di preoccupazione circa la situazione che
si è gravemente deteriorata tra l’Iran e lo Stato abusivo che occupa la
Terra Santa (in quanto, come tutti sanno, il secondo ha attaccato il primo
senza motivo), il senso comune deduce ragionevolmente che chi minaccia
l’esistenza altrui sia proprio l’entità politica che da quasi ottant’anni
destabilizza il Medio Oriente e che, negli ultimi due, si è distinta per la
ferocia con cui sta massacrando i palestinesi della Striscia, dopo aver ridotto
a cumuli di macerie i villaggi del Libano meridionale, le cui terre sono state sterilizzate
dalle bombe al fosforo.
Data l’ambiguità della frase, tuttavia, le solite scimmiette
dell’informazione, totalmente venduta agli zionisti, si sono affrettate a
interpretarla in senso contrario, cioè in senso favorevole agli specialisti del
genocidio, che nel frattempo han cominciato a mettere sotto assedio anche le
città dei Territori occupati. Un certo presentimento ci fa però temere che,
questa volta, i pennivendoli abbiano visto giusto: la narrazione del popolo
perennemente perseguitato e per ciò stesso autorizzato a commettere senza
limiti qualsiasi atrocità, superando ampiamente il regime nazista, pare abbia
fatto breccia pure nella Santa Sede, che perfino con Bergoglio aveva cercato di
mantenere una posizione autonoma. Niente da fare: quelli hanno il
diritto nativo di far quel che vogliono – e han sempre ragione.
Gioco delle parti e retroscena imbarazzanti
Si vocifera però che l’attacco sia stato anticipatamente deciso per
evitare che gli iraniani, venuti in possesso dei piani occulti di Isnaele,
avessero il tempo di rafforzare le difese dei siti presi di mira dal nemico,
che li accusa senza alcun fondamento di aver violato gli accordi sull’energia
nucleare. I servizi segreti di Teheran, malgrado la vantata superiorità del
Mussad, hanno infatti sfilato al governo zionista i dossier riservati
concernenti le imminenti azioni terroristiche pianificate sul loro suolo. La
guerra lanciata contro il colosso persiano rischia tuttavia di risolversi in un
disastro per lo staterello giudio, un topolino che ha sempre fatto il
prepotente grazie al legame con l’elefante d’Oltreoceano che tiene al
guinzaglio mediante i banchieri aschenazisti.
Stavolta, però, l’elefante recalcitra: a parte l’eventuale
intervento di Russia e Cina a fianco dell’Iran, la voragine del debito pubblico
non gli consente di lanciarsi in un altro conflitto, dopo l’insuccesso dello
Yemen e l’emorragia causata dal sostegno all’Ucraina. Si possono pure stampare
quattrini a valanghe, ma prima o poi l’economia reale reclama i suoi diritti e
bisogna mettersi a far seriamente i conti. Il conducente dell’elefante, dopo
aver tentato invano di far ragionare lo psicopatico che guida il topolino, non
sapendo più che pesci prendere si profonde in contraddittorie quanto patetiche dichiarazioni.
Ahiahiahi… arriva sempre il momento in cui i prepotenti esagerano e si mettono
in guai grossi; eppure già l’autunno scorso era giunto un chiaro avvertimento –
e Mosca non lo aveva impedito, costringendo così lo psicopatico a darsela a
gambe.
Nel frattempo i cittadini dello Stato genocida, vittime di una
tragica illusione, si stanno dando alla fuga; visto che lo psicopatico ha
chiuso i voli della compagnia di bandiera, si accalcano terrorizzati su
imbarcazioni da diporto per raggiungere Cipro. Sarebbe stato meglio esser più
avveduti nel dare il voto a chi professa apertamente un’ideologia satanica che
prevede l’annientamento di Amalek, lo storico nemico di quattromila anni fa ma,
a quanto pare, ancora vivo e vegeto. Se, del resto, fin da quando eri piccino,
ti hanno inculcato l’odio e il disprezzo più assoluti per chiunque non fosse
come te, che sei geneticamente superiore agli ominidi delle altre etnie, i
quali tentan da sempre di eliminarti per complesso di inferiorità, ti pare del
tutto normale che li si possa e debba sterminare senza pietà.
Risposta della Chiesa: non pervenuta
A questo punto giunge, inevitabile, la domanda: che fine ha fatto
la diplomazia della Santa Sede? Il suo ruolo si è forse ridotto a quello di
sponda dei criminali zionisti? L’intervento del Papa sembra correggere le esternazioni
del presidente dei vescovi, il quale, benché da esponente di una
famigerata comunità sorosiana e, quindi, da fautore di una società aperta e
pacifista, ha ben a ragione, una volta tanto, criticato l’agire di Isnaele. Il
Vaticano non sarà mica passato sotto l’influenza dello iudaismo cassitico, dopo
aver subìto quella dello iudaismo talmutico (pronuncia yyiddish)?
Possibile che dalla Chiesa Cattolica non giunga se non qualche flebile e
isolata voce di condanna dei crimini contro l’umanità che sono perpetrati in
Medio Oriente da un minuscolo Stato razzista e suprematista?
In tale frangente, chi mai si occupa dei cristiani di Terra Santa,
che adesso stan sotto le bombe per colpa di quello stesso governo che già li
discriminava e vessava? Sì, c’è il Patriarca latino che parla con coraggio, ma
chi lo ascolta? La Santa Sede, a quanto pare, nutre preoccupazioni molto più
vive per i diversamente pervertiti, il cui “giubileo”, momentaneamente soppresso,
è stato diligentemente ripristinato e si terrà il prossimo 6 Settembre in uno
dei luoghi più significativi del cattolicesimo, la Chiesa del Gesù in Roma, che
custodisce la tomba di sant’Ignazio di Loyola. Grazie alla sinergia tra gesuiti
apostati e prelati sodomiti, avrà luogo un abominio devastante che
supererà quelli avvenuti durante il pontificato precedente; è davvero un nuovo
corso.
La Santa Sede, piuttosto che dei cattolici stritolati in Medio
Oriente, Nigeria, Pakistan e altre parti del mondo, si preoccupa delle pretese
femministe di accesso al sacerdozio, come dimostra la recente ammissione di una
squilibrata travestita da vescovo, al termine dell’udienza generale del
Mercoledì, al saluto del Papa. La Santa Sede si preoccupa piuttosto di riabilitare
due figure di preti ribelli come don Mazzolari e don Milani, definiti profeti
di giustizia e di pace (ossia precursori di quell’utopismo sessantottino
che immensi danni ha inferto alla società e alla Chiesa), proponendoli come
esempi sacerdotali nel discorso rivolto dal Papa americano (che probabilmente
non ne aveva mai sentito parlare) al clero romano (il quale, nella Città
Eterna, non ne aveva di abbastanza validi).
Anche se questi sono oltraggi ben peggiori degli insulti banali e
ripetitivi lanciati dal predecessore, tralasciamo il fatto che un sacerdote
cattolico si senta offeso nell’intimo nell’udire il Papa dargli modelli del
genere o nel vederlo salutare cordialmente una pazza abbigliata da vescovo; anche
se rischiamo proprio questo, non fissiamoci in modo egocentrico sulla
sensazione che ci si spacchi il cuore alla notizia di ciò che subiscono altri
cristiani; anche se non è possibile far buon viso a un gioco così ambiguo, evitiamo
altresì tutto ciò che possa dar l’impressione di una puerile sindrome
oppositiva… Vi concediamo quel che vi pare: ma non vi sembra che sia la nostra
stessa esistenza come cattolici ad essere oggi minacciata, non solo dal di
fuori, ma anche dal di dentro?
https://www.renovatio21.com/mons-strickland-dichiarazione-sul-conflitto-tra-israele-e-iran/
Mi era giunta la notizia Anna Muccosull'appezzamento di don Milani da parte del Pontefice, ma speravo che fosse una notizia falsa. Ora lei la conferma ed io che non conto nulla sono amareggiata che non ci sia in Vaticano qualche vescovo che lo avverta do quello che aveva combinato siffatto sacerdote. Sono tanto dispiaciuta..
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