Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 11 gennaio 2025


Cosa vuole il Signore da te

 

 

Non est sapientia, non est prudentia, non est consilium contra Dominum (san Gregorio Magno, Homiliae in Evangelia, 10, 3: PL 76, 1111).

Predicando sulla visita dei Magi, san Gregorio Magno rileva l’ipocrisia di Erode, il quale, temendo di esser detronizzato per l’avvento del Messia, finge di volerlo ossequiare, al fine di sapere esattamente dove si trova (cf. Mt 2, 1-8). Ma cosa può l’umana malizia – si domanda il santo Pontefice – contro i piani di Dio? «Non c’è sapienza, non c’è saggezza, non c’è disegno contro il Signore», soggiunge citando la Sacra Scrittura (Pr 21, 30). Gli esseri umani, per quanto intelligenti, abili e accorti, non possono assolutamente impedire la realizzazione dei progetti divini: come il folle Erode non poté sopprimere il Cristo, così né gli imperi pagani, né le invasioni islamiche, né le rivoluzioni di ogni tendenza, né i regimi totalitari, né le cospirazioni dei giudei sono mai riusciti a fermare la Sua Sposa.

Si potrà obiettare che i nemici della Chiesa, al giorno d’oggi, sono penetrati nel sacro recinto e sono riusciti ad occuparne il centro. Questo fatto è certamente di una gravità che non esitiamo a definire – pur non intendendo affatto evocare una vicina fine del mondo – apocalittica, sia nel senso che riveste un carattere del tutto inedito, facendo comunque presagire l’avvicinarsi degli ultimi tempi, sia nel senso che, nei disegni della Provvidenza, serve a svelare una realtà nascosta, ossia la vera identità di quei membri della gerarchia che non servono il Signore, ma il demonio. Dobbiamo esser grati a Dio di averci permesso di distinguere chi davvero è Suo e chi non lo è, così da poter compiere scelte utili alla nostra salvezza.

Ciò non significa certo che ciascuno di noi sia libero di scegliersi i capi e di seguire chi preferisce; così non si farebbe altro che ricadere nella palude del modernismo nel tentativo stesso di evitarla. Coloro che, senza alcun mandato (anzi, spesso in aperta disobbedienza), si propongono come guide, non si comportano diversamente da Lutero: con la pretesa di risolvere problemi che non sono alla loro portata, spaccano la Chiesa arrogandosi un’autorità che non hanno e assumendosi compiti che non competono a loro. Qualora siano stati sanzionati con pene canoniche (inevitabili nel caso in cui si rifiuti l’obbedienza ai superiori), il loro ministero sacerdotale è del tutto illegittimo e coloro che consapevolmente ne fruiscono commettono peccato in materia grave.

Come sostenere, tuttavia, il peso di una prova spirituale mai sperimentata prima nella storia? Come rimanere dentro l’Ovile santo, se i Pastori sembrano impazziti? Occorre anzitutto ricordare che non tutti e singoli i membri del clero sono inaffidabili e corrotti: ci sono molti vescovi e sacerdoti che adempiono umilmente il loro dovere, senza esibizioni né clamori, a beneficio del Popolo di Dio; con un po’ di pazienza e di fiducia nella Provvidenza, chiunque li può cercare e trovare. Soprattutto, però, è necessario ravvivare la fede: è impossibile sia che la Chiesa venga meno, sia che il Signore ci lasci da soli alle prese con i lupi travestiti da agnelli. L’esperienza conferma puntualmente questa consolante certezza, almeno per chi la conserva e la rafforza.

Tanti, purtroppo, han già deciso in cuor loro che è tutto finito: poiché la barca starebbe affondando, si salvi chi può con scialuppe improvvisate. Questa visione così pessimistica denuncia appunto una fede povera e una visione meramente umana della Chiesa; chi invece ha una fede viva, sa benissimo che la barca di Pietro, per quanto sbattuta dalle onde, non potrà mai affondare. Gesù, pur apparendo addormentato, al momento opportuno si desterà e con una sola parola calmerà i flutti agitati (cf. Mc 4, 37-39). Se desideriamo far qualcosa di buono, perciò, gridiamo a Lui per chiedergli soccorso come fecero i discepoli quella notte, anziché andare a caccia di motivi per adirarci e criticare, cadendo in tal modo nel tranello che Satana tende a quanti non è riuscito a sviare come gli altri.

Benedetto zelo! Se non è illuminato, combina disastri. Eppure «non c’è sapienza, non c’è saggezza, non c’è disegno contro il Signore»: ne sei realmente convinto? Evidentemente no, se ritieni di dover “salvare” la Chiesa dai suoi nemici con mezzi, per giunta, puramente umani. Meno male che il buon Dio ha pazienza al di là di ogni immaginazione, pur non essendo questa una ragione che ti autorizzi ad abusarne ma, semmai, un motivo di compunzione e uno sprone al ravvedimento. Uno zelo sano e salutare è soltanto quello di chi, stando umilmente al suo posto, compie con perseveranza i propri doveri di stato, pregando con fiducia, sacrificandosi con abnegazione e offrendo con fede al Signore fatiche e dolori. Quante occasioni sprecate…!

Fa’ dunque tesoro di tutto ciò che, per disposizione della Divina Provvidenza, ti tocca sopportare, se non puoi sottrartene senza peccato: ogni cosa ti farà progredire verso la santità e tornerà a vantaggio dei disegni di Dio, che da tutta l’eternità ha previsto questo tuo contributo e lo ha incluso nel Suo perfettissimo piano d’amore. Al momento del Giudizio scoprirai sbalordito quanto bene avrai fatto, anche senza saperlo, alla Chiesa e al mondo, per la felicità tua e di tantissimi altri che forse neppure conosci, ma ti verranno incontro al tuo ingresso in Paradiso, se lo avrai meritato. Che il nuovo anno ti veda serenamente dedito, lontano da dispute e polemiche che ti uccidono l’anima, a questo servizio umile e nascosto che non perderà la sua ricompensa.


10 commenti:

  1. Caro don Elia, non conosco personalmente alcun prete nella posizione da lei descritta, ma trovo immenso aiuto e conforto nei suoi scritti settimanali, per i quali la ringrazio di cuore.

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    1. Se mi scrivi in privato indicandomi la regione in cui vivi, vedo se conosco qualcuno dalle tue parti.

      parrocchiavirtuale.slmgm@gmail.com

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  2. Caro padre Elia, grazie per le parole che spende per i Suoi parrocchiani virtuali. Vorrei praticare un pellegrinaggio solitario a Roma, a Dio piacendo. Che consigli può dare per lucrare degnamente l'indulgenza? So che dovrei consultare i decreto vaticani, però approfitto della Sua prudenza. Spero di possa lucrare l'indulgenza anche per le anime del purgatorio.

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    1. Basta passare la Porta Santa in una delle quattro basiliche papali e recitare le preghiere prescritte, con confessione e comunione (entro otto giorni prima o dopo) e con un perfetto distacco dal peccato, anche veniale. L'indulgenza è applicabile anche a un'anima purgante.

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    2. Io vivo in Normandia ed il vescovo della diocesi di Coutances ha diramato (forse consapevole della freddezza di cuore del gregge locale) un' ordinanza con la quale, oltre alle solite pratiche di pietà (confessione, visita , comunione e preghiere) ci sono anche obblighi di opere di carità materiale alcune delle quali molto difficili per me da mettere in pratica, in quanto sono gli altri che dovrebbero metterle in pratica con me...🙂 ma soprattutto per mancanza di integrazione nel tessuto sociale (vivo quasi come un eremita, non ho la macchina, scarsa padronanza della lingua, nessun diritto sociale tranne la sanità) .
      La mia domanda è : Posso fare riferimento alle direttive generali piuttosto che a quelle locali per adempiere le condizioni necessarie per lucrare l'indulgenza ?

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    3. Per una risposta certa bisogna consultare un canonista.
      In linea di principio, comunque, spetta al Papa stabilire le opere da compiere per lucrare un'indulgenza; i Vescovi, che io sappia, possono soltanto raccomandare opere aggiuntive, come quelle di carità.

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  3. "Fa’ tesoro di tutto ciò che, per disposizione della Divina Provvidenza, ti tocca sopportare (...): ogni cosa (...) tornerà a vantaggio dei disegni di Dio, che da tutta l’eternità ha previsto questo tuo contributo".
    Padre carissimo, grazie! Queste parole mi hanno riempito il cuore di gioia e di una profonda gratitudine al Signore che vuole servirsi del mio nulla per i Suoi disegni d'amore. Quanto è buono il Signore!
    Santa giornata
    Elsa

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  4. NELLA TEMPESTA UNA FEDE CERTA
    Don Alberto Strumia Scienziato
    https://www.youtube.com/watch?v=5vZrShlvZ28
    Mi piacerebbe condividere questa riflessione con gli amici di questa pagina internet, sempreche' abbia il benestare di Don Elìa.
    Ave Maria!

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  5. Questo articolo mi sembra una sintesi ordinata dei concetti che lei va esprimendo da tempo con notevole insistenza . Spero anche che sia definitiva, poiché chi vuol capire capisce, ma a chi non vuole glielo puoi ripetere mille volte, continuerà ad andare dietro a personaggi che esaltano il loro desiderio di sentirsi santi martiri difensori della Chiesa per il semplice fatto di inveire contro i cattivi sui social.
    Non mi sembra casuale il drastico calo di commenti da quando li ha ripristinato.
    Perciò mi aspetto da lei che dia spazio a riflessioni ed approfondimenti diversificati.
    Sia lodato Gesù Cristo

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    1. Purtroppo è vero che con chi non vuol capire non serve a molto ripetere le stesse cose, ma l'insistenza è dettata dal dovere di salvare anime dalla perdizione. Con l'aiuto delle vostre preghiere, spero comunque di ricevere nuove ispirazioni per scrivere.

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