Siamo a casa nostra
Il 10 Dicembre si è celebrata la festa della Traslazione della
Santa Casa di Loreto, che fu portata via da Nazareth nel 1291 e nel 1294, proprio
in quella data, fu poi trasportata in Italia, nel territorio delle Marche. Questa
traslazione è un fatto assolutamente inspiegabile dal punto di vista umano: ci
sono tali e tanti dettagli indicanti un’azione soprannaturale che non è affatto
ragionevole cercare di spiegare l’evento con criteri puramente naturalistici.
Diversi elementi obbligano a riconoscere che si tratta della Casa della Vergine
Maria, in cui nacque e ricevette l’annuncio dell’Angelo, che abbiamo appena
ascoltato nel Vangelo; è il luogo in cui avvenne l’Incarnazione del Figlio di
Dio, nel momento in cui la Madonna pronunciò quelle parole: «Ecco l’ancella del
Signore: avvenga a me secondo la tua parola» (Lc 1, 38).
Accenniamo soltanto ai principali indizi, che sono poi talmente
numerosi da costituire una prova inconfutabile: il perimetro dell’edificio che si
trova all’interno della Basilica di Loreto corrisponde perfettamente a quello
delle fondamenta della Casa di Maria, che si conservano nella cripta della
Basilica dell’Annunciazione a Nazareth; la Casa è composta di sole tre pareti,
perché la quarta è la roccia alla quale essa era appoggiata; le pareti riportano
graffiti di invocazioni che sono del tutto simili ai graffiti ritrovati a
Nazareth, incisi sulla roccia (c’è addirittura una scritta in ebraico in cui si
invoca Gesù come Figlio di Dio); le pietre di cui è composta la casa sono
squadrate con una tecnica tipicamente palestinese, sconosciuta in Italia, e
sono unite dalla malta originale, prodotta anch’essa secondo un’antica tecnica
della Palestina, per cui è impossibile che siano state smontate e rimontate da
un’altra parte.
C’è anche un problema di statica: la Casa fu collocata dagli Angeli
nel bel mezzo della strada che da Recanati portava al suo porto – ed è del
tutto illogico che chi vuole ricostruire un edificio lo faccia in mezzo a una
strada di grande traffico – ; oltretutto un lato della Casa, fino ai lavori
eseguiti negli anni Cinquanta, era sospeso nel vuoto, dato che si trovava su un
fosso che poi fu riempito con una spalletta di cemento, forse per timore che,
dopo sette secoli, crollasse la parete. Ci sono troppi fatti inspiegabili
perché si possa dare una spiegazione sul piano naturale, fatti tali da rendere
la causa soprannaturale l’unica possibile.
Noi allora, con grande affetto per la Vergine Maria, celebriamo
questo avvenimento che riguarda la sua stessa Casa, la Casa che ebbe sulla
terra. Chi ama la Madonna non può rimanere indifferente rispetto a un fatto del
genere, anche considerando il significato che questa festa possiede dal punto
di vista ecclesiologico: la Casa in cui il Verbo ha assunto la nostra natura
umana, mediante la quale ci avrebbe incorporato a Sé, rappresenta
simbolicamente tutta la Chiesa, tanto è vero che nell’Ufficio di questa festa
si usano gli inni della Dedicazione della Chiesa.
Ora, noi possiamo pensare alla Chiesa proprio come alla Casa di
Gesù e Maria, come al luogo dove il Verbo prende ancora carne: in un certo
senso, si incarna nelle anime dei fedeli, ma si incarna pure, letteralmente, in
ogni Messa, quando si rende presente sull’altare sotto le specie del pane e del
vino, tanto è vero che al termine di ogni Messa il sacerdote legge il Vangelo
del giorno di Natale. È nella Chiesa che il Verbo si incarna, vive e opera,
continuando a proclamare la verità e a comunicare la Sua grazia. Se ci sembra
che la Chiesa sia scossa proprio per quanto riguarda la proclamazione della verità
e la comunicazione della grazia, rivolgiamoci dunque con grande fiducia alla
Vergine Maria: chiediamole di mandare di nuovo gli angeli sulla terra perché
sostengano la Chiesa che milita in questo mondo, la guidino nella tempesta e la
liberino dagli assalti dei nemici.
In modo particolare, preghiamo perché la Madonna invii gli Angeli
in soccorso di quei cristiani che in questo momento sono più minacciati: i
cristiani della Siria, del Libano e della Palestina, che rischiano di essere
massacrati oppure sono costretti a fuggire, vedendo le loro case ridotte in
polvere in pochi minuti. Preghiamo per loro, perché il Signore mandi gli Angeli
a loro protezione come li mandò per salvare quell’edificio di pietre che era
minacciato dalla presenza dei Turchi. Preghiamo perché quelle case viventi che
sono le anime dei battezzati siano preservate con i loro corpi, che sono lo strumento
dell’anima che utilizziamo per servire il Signore, per rendergli il nostro
culto e anche, attraverso il prossimo, l’amore concreto che gli è dovuto.
Ricordando la Traslazione della Santa Casa con grande fiducia e intimo affetto, teniamo presenti in modo particolare i nostri fratelli che in questo momento soffrono di più e sono minacciati proprio a causa della loro fede. Se il Signore vuole chiamarli al martirio, ciò sarà certamente un motivo di benedizione e una sorgente di grazie per la Chiesa; preghiamo tuttavia perché ognuno di loro sia sostenuto, perché non perda la fede, perché non si lasci vincere dallo scoraggiamento e dalla paura, perché perseveri nel servizio di Dio fino in fondo, sotto il manto della Vergine Maria. Preghiamo anche per noi, perché nessuno sia tentato – succeda quel che succeda – di abbandonare la Casa in cui si trova per pura grazia, così da continuare ad essere dimora del Verbo incarnato.