Scomuniche e loschi affari
Nihil enim est
opertum, quod non revelabitur, et occultum, quod non scietur (Niente è
coperto che non sarà svelato e nascosto che non sarà conosciuto; Mt 10, 26).
Il processo del millennio, che per la prima volta nella storia ha
visto un alto prelato vaticano interrogato da una corte di giustizia civile,
sta passando completamente inosservato. In relazione con la squallida vicenda
di corruzione legata alla compravendita miliardaria del palazzo di Sloane Avenue,
si sta celebrando a Londra il processo intentato contro la Santa Sede dal
finanziere Raffaele Mincione, condannato dal tribunale della Città del
Vaticano, come l’ex-cardinale Giovanni Angelo Becciu, a favore del broker
Gianluigi Torzi. Quest’ultimo, secondo la deposizione di monsignor Edgar Peña
Parra, lo avrebbe intrappolato in modo tale da costringere la Segreteria di
Stato a versargli due “contributi” di appena cinque e dieci milioni di euro per
convincerlo a chiudere l’affare.
Vien da domandarsi in qual modo e a qual titolo un’operazione
finanziaria di tale portata (per giunta piuttosto spregiudicata) rientri nelle
attribuzioni e nei compiti di quell’istituzione, per non parlare dei rischi
connessi alla fiducia concessa ad addetti del settore non proprio onesti e
trasparenti. Similes cum similibus congregantur,
recita l’adagio latino, fornendoci un’ipotesi di spiegazione. Come che sia, la
sbrigativa soluzione adottata dal regnante pontefice, direttamente coinvolto
nella storia, sembra essersi ritorta contro di lui: l’immolazione del complice
Becciu quale capro espiatorio non è bastata a chiudere la vertenza, che rischia
ora di trascinare la Santa Sede in uno scandalo senza precedenti. Un Capo di
Stato non può certamente esser convocato a giudizio, ma quel che resta della
sua reputazione potrebbe subire un colpo irrimediabile.
Strane coincidenze
“Casualmente”, gli interrogatori di Peña Parra si sono svolti il 4
e il 5 Luglio, giornate roventi per la Gran Bretagna: le elezioni per il
rinnovo della Camera dei Comuni, con il trionfo dei laburisti, hanno provocato
un terremoto politico. Così la notizia è stata quasi completamente ignorata, se
non fosse per qualche voce isolata. Qualora ciò non fosse bastato, ecco che
nella mattinata del 5 viene resa nota la scomunica nei confronti
dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ottiene risonanza a livello mondiale
non solo fra i cattolici, ma in ogni ambiente. Chi si chiedeva perché mai il
Vaticano avesse aspettato tanto a compiere tale atto, peraltro inevitabile, ha
ricevuto risposta: attendevano il momento più opportuno e fruttuoso per
servirsi di esso a proprio vantaggio.
È motivo di acuto dolore che un uomo così retto e intelligente, accecato da uno zelo poco illuminato, abbia fornito a individui così perversi l’occasione di usarlo in modo tanto volgare. Un successore degli Apostoli, soprattutto se a riposo, dovrebbe conoscere i limiti delle proprie incombenze e possibilità d’intervento, lasciando alla Provvidenza la cura di districare matasse che superano le capacità umane. Pretendere di risolvere problemi che non sono alla propria portata non può ottenere altro che danno per sé e per gli altri, in questo caso per l’unità della Chiesa visibile, già tanto lacerata. Chi ragiona correttamente sa bene che assumersi incarichi che non competono alla propria posizione perturba l’ordine stabilito dal divino Fondatore e fa così cadere in palese contraddizione con lo scopo che ci si è prefissi: in nome della difesa della fede, si nega la fede.
La giusta reazione
«In verità, il cuore dell’apostolo sanguina nel vedere le
tribolazioni della Chiesa, ma non c’è nulla di comune tra il suo modo di patire
e quello dell’uomo che non è animato da spirito soprannaturale. Nel momento in
cui sopraggiungono le difficoltà, lo dimostrano il contegno e l’attività
febbrile di costui, le sue impazienze e il suo abbattimento, la sua
disperazione e, talvolta, il suo annichilimento di fronte a rovine
irreparabili. Il vero apostolo, invece, utilizza tutto, trionfi e rovesci, per
accrescere la sua speranza e dilatare la sua anima nel fiducioso abbandono alla
Provvidenza» (dom Jean-Baptiste Chautard, L’anima di ogni apostolato,
parte III, 3.e). Il problema sta tutto qui, nel modo di affrontare le
situazioni spinose: modo mondano o modo cristiano. Non basta che l’oggetto di
cui ci si occupa sia religioso perché anche l’opera sia santa, se la si
realizza con spirito naturalistico.
Chi agisce secondo la modalità mondana predilige dichiarazioni,
contestazioni, accuse, ribellioni e altre forme di rifiuto dell’autorità
costituita, la quale non cessa dalle sue funzioni in forza delle elucubrazioni
con cui qualcuno ne nega la legittimità e neppure a causa dell’indegnità di
coloro che la detengono. Questo dovrebbe esser chiaro anche all’uomo della
strada, ma quanto più a chi conosce il diritto e ha svolto compiti diplomatici!
In ogni caso, questa non è la modalità cristiana di porsi di fronte ai
problemi; quest’ultima, fondandosi sull’umile riconoscimento del proprio posto
nonché sulla fiducia nella Provvidenza, spinge ad adempiere fedelmente il
proprio dovere entro i limiti delle proprie attribuzioni, senza travalicarli
indebitamente né scavalcare i ruoli altrui, nella serena certezza di dare,
insieme a tanti altri, un contributo al bene dell’intero Corpo.
La modalità cristiana presuppone però il costante sforzo ascetico
di rientrare in sé stessi, evitando di disperdere la mente nel rincorrere fatti
e misfatti dell’attualità e mantenendola abitualmente raccolta in Dio. Intus, in nostro corde est, ubi redire iubemur, sentenzia san Girolamo con lapidaria efficacia: è dentro, nel
nostro cuore, che ci è comandato di tornare. Là possiamo ritrovare il Signore
con la sua signoria pacifica e mite, che ci rasserena, conforta, istruisce e
fortifica in ogni circostanza, purché sappiamo far tacere l’io e placare le sue
passioni, che non sono al servizio del Regno dei Cieli né mai potranno esserlo.
Et erit opus
iustitiae pax, et cultus iustitiae silentium (Is
32, 17 Vulg.), asserisce il Profeta, ripreso dall’Ufficio della Beata
Maria Vergine del Monte Carmelo: la pace sarà opera della giustizia, ma per
coltivare la giustizia ci vuole il silenzio… che permette – fra gli altri
vantaggi – di non prestarsi agli sporchi giochi degli affaristi vaticani.
Consegna finale
Non c’è alcun motivo di esser fieri di una scomunica né basta un’interpretazione personale a renderla invalida; se così fosse, nessuna sanzione avrebbe più forza nella Chiesa e ognuno sarebbe libero di far quel che gli pare, come già abbiamo osservato su queste pagine. La censura, in questo caso, è più che motivata, a prescindere da colui che l’ha inflitta: come si può pensare di poter pubblicamente misconoscere l’autorità del Sommo Pontefice senza farsi scomunicare per il delitto di scisma? Le convinzioni che uno ha eventualmente maturato nella propria coscienza non hanno, evidentemente, rilevanza giuridica; deve perciò tenersele per sé, confidandole al massimo a qualche intimo amico come un’ipotesi di lavoro. Che vantaggio c’è a farsi escludere dalla Chiesa visibile, col forte rischio di dannarsi e di indurre altri a dannarsi? Sapendo che ciò è peccato mortale, sarà bene smettere di leggere e diffondere gli scritti di uno scomunicato. Inferno o Paradiso: tertium non datur.
Si ringraziano le lettrici che hanno fornito dati e suggerimenti.
RispondiEliminaSTREAMING
RispondiEliminaPerseverare nella Chiesa - DIRETTA VIDEO
ATTUALITÀ 19_07_2024
https://lanuovabq.it/it/perseverare-nella-chiesa-diretta-video
RispondiEliminaIl grano e il loglio: La parabola evangelica
Sua Em. Mons. Giacomo Biffi.
https://www.youtube.com/watch?v=TwJXR-Lpvk8&t=299s
Lascio il mio commento non osando lasciare un mio pensiero ma commentando con le parole di due Santi: San Paolo Apostolo e Santa Ildegarda di Bingen Dottore della Chiesa.
RispondiEliminaSan Paolo Apostolo, lettera ai Galati 1:6-10.
Ammonizione.
6 Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. 7 In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. 8 Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! 9 L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! 10 Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!
Santa Ildegarda di Bingen è severa con gli uomini, fosse anche il Papa. Infatti ci va giù pesante quando scrive al Papa Anastasio IV, che denuncia apertamente:
«O uomo accecato dalla tua stessa scienza, ti sei stancato di por freno alla iattanza dell’orgoglio degli uomini affidati alle tue cure, perché non vieni tu in soccorso ai naufraghi che non possono cavarsela senza il tuo aiuto? Perché non svelli alla radice il male che soffoca le piante buone?… Tu trascuri la giustizia, questa figlia del Re celeste che a te era stata affidata. Tu permetti che venga gettata a terra e calpestata… Il mondo è caduto nella mollezza, presto sarà nella tristezza, poi nel terrore… O uomo, poiché, come sembra, sei stato costituito pastore, alzati e corri più in fretta verso la giustizia, per non essere accusato davanti al Medico supremo di non aver purificato il tuo ovile dalla sua sporcizia!… Uomo, mantieniti sulla retta via e sarai salvo. Che Dio ti riconduca sul sentiero della benedizione riservata ai suoi eletti, perché tu viva in eterno!».
Amico e consigliere di Santa Ildegarda di Bingen fu il grande San Bernardo di Chiaravalle che la incoraggiava ad andare avanti, soprattutto quando si vide costretta a disobbedire al suo Vescovo perchè "era lui a non seguire il Vangelo".
I trumpiani si articolano in 3 livelli di credulità: al primo, sono persuasi che il piccolo "incidente" informatico dell'altro giorno preannunci il famigerato ebs (disvelamento di ogni malefatta dell'élite avversaria) e l'avvento dell'Età dell'Oro con il Quantum Financial System o QFS: una particolare versione di millenarismo
RispondiEliminaLei non si rende conto che scagliarsi contro s.e. mons. Viganò è come pretendere che un pompiere che si precipita in un condominio in fiamme per salvare o almeno avvisare i residenti rispetti tutte le etichette che si usano in una situazione normale.
RispondiEliminaMi spiace, lei celebrerà anche sempre in VO e rispetterà e insegnerà la Dottrina di sempre, ma oggi non basta: chi non capisce che è in atto una guerra spirituale apocalittica (la vera, grande 3za guerra mondiale che uccide milioni di anime, non corpi) e si comporta come si fosse in tempo di pace in fondo non ha capito niente... e fa il gioco del nemico.
Prego che Nostro Signore illumini lei e tanti altri pastori perché troviate e mettiate in atto l'animus pugnandi oggi essenziale.
Luigi C.
Dividere la Chiesa non è una questione di etichetta. La guerra spirituale dura da millenni e va combattuta secondo le regole stabilite da Dio, non con iniziative puramente umane.
EliminaGrazie padre Elia per la spiegazione e delucidazione che come sempre sono luce …è molto facile confondersi con il rischio di dannarsi l’anima. Non comprendo come lui stesso non abbia avuto tale discernimento, considerando la sua elevatura spirituale e teologica, e come alcuni esponenti cattolici tradizionalisti continuino a elogiarlo e a difenderlo nei loro blog quale valoroso condottiero, confondendo le menti di molti fedeli
RispondiEliminaScisma!
RispondiEliminaCooperatores Veritatis
https://www.youtube.com/watch?v=Mf2aA6Ig9_I&t=7s
Don Roberto Spataro Sacerdote della Chiesa Cattolica Apostolica Romana!
Mons. Vigano' e' stato un faro per la nostra intelligenza in questi anni tribolati. Gli riconosca almeno il coraggio di averci messo la faccia, sapendo che si sarebbe attiratto le critiche di coloro che invece preferiscono le retrovie. Dove porta una mentalita' legalista? Vale piu' lo Spirito o la lettera?
RispondiEliminaQui cerchiamo di tenerci equidistanti dal legalismo farisaico e dallo spiritualismo protestantico. Ogni comportamento che non rispetti la costituzione divina della Chiesa va proscritto per principio, a prescindere dalle motivazioni. Chi rispetta la legge ecclesiastica con retta coscienza lo fa per ossequio a Dio, non per compiacere gli uomini.
EliminaNelle diatribe del mondo, metterci la faccia è solo farsi avanti per non svelare i mandanti, a cui si presta mano ed orecchio.
EliminaComprenderebbe da sé che qualsivoglia cosa di Fede abbia scritto Viganò, è il solito stilema che in sé non apporta nulla di così esigente od urgente, stilema tipico dl bacino d'utenza.
Inoltre non solo abbiamo un episcopo che ha speso la vita in carriera diplomatica ( ossia non è stato un vescovo, ecclesiologia alla mano ) che usa il solito tagliente e livoroso taglio, per nulla originale e dirimente, ma pedissequo descrive il mondano che ci seduce ed opprime come il mondano stesso ha stabilito e permesso fosse, ripetendo amenità e sciempiaggini che avranno 60 anni, e su internet ormai stanno solo da 20.
Tendenzialmente è tanto preparato ed avvezzo in sé che, per abbassarsi a questa meschinità di livello, c'è qualche designazione in corso.
D.T.
Non so in quale mondo lei viva, dalle mie parti chi si mette in gioco apertamente e a carte scoperte rischia piu' di perdere che di guadagnare. E poi quale sarebbe il tornaconto personale di colui che, per eta', e' prossimo al giudizio divino?
EliminaMolto edificante il passo estrapolato dall'abate Choutard "L'anima di ogni apostolato". Oltre alla citazione del Breviario e dei passi biblici, "Elia" ogni tanto indichi ai suoi lettori altre perle della letteratura cristiana e della buona stampa. Sull'abate Choutard vorrei dire qualcosa, mi limito a rimandare alle fonti in rete sulla sua biografia.
RispondiEliminaDon Nicola Bux: Dio giudica, non la storia. Omelia Dominica IX Post Pentecosten
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=jvBYGDv0TwI
Scuola Ecclesia Mater IPC
Riprovazione o alleanza mai revocata? - Omelia del 21 luglio 2024
RispondiEliminaRwv.Don Alfredo M.Morselli
Dogma TV
https://www.youtube.com/watch?v=75H9gOfMzuE
Spero vi piacera' la riproposizione del Pellegrinaggio 2021
RispondiEliminaa Nuestra Señora de la Cristiandad in Asturias | España
https://www.youtube.com/watch?v=Ke2O4UbqCQ0&t=4s
Quest'anno 2024 il Pellegrinaggio si svolgera' dal 27 al 29 Luglio
Preghiamo molto per i nostri amatissimi Sacerdoti e per le Vocazioni. La SS.Vergine Immacolata ci/ li aiutera' nella "riconquista" dei cuori a Gesu' Salvatore. Ave Maria!
Francesco Mori: dipingere la tradizione dialogando con l'eterno.
RispondiEliminaSottolineerei questo “armonizzare”, che implica anche l’umiltà di innestarsi in una tradizione.
Esatto: e una tradizione condivisa, perché quando l’arte è viva? Quando diventa paradigma, quando a essa ci si ispira nella produzione successiva e si condividono le forme non tanto del passato (mi sembra limitativo) ma dell’eterno.
Perché invece molta arte contemporanea non riesce a comunicare l'eterno?
Moltissime avanguardie sono nate e alimentano l'esaltazione del nulla e del non-senso, la distruzione del passato o la volontà di andare contro la tradizione... ma abbiamo già distrutto tutto in un secolo e le forme si ripetono.
https://lanuovabq.it/it/francesco-mori-dipingere-la-tradizione-dialogando-con-leterno
...parlavano di quanto di più importante un uomo potesse pronunciare: cioè la preghiera, la lode di Dio.
Gesù di Nazareth, la fortuna di appartenerGli
RispondiEliminaLunedì 21 agosto 2000
Incontro con Sua Em. Card. Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna
https://www.youtube.com/watch?v=MfNMTtxl0nI
Ubi fides, ibi libertas: dove c'è la fede, lì c'è la libertà
conclude perfettamente l'articolo di Don Elìa.