Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 23 luglio 2022

 

Ribelli in nome di Dio?

 

 

Imposuisti homines super capita nostra (Sal 65, 12).

Nella storia ci sono momenti di svolta in cui la tensione raggiunge l’apice. Gli impazienti cercano allora di forzare i tempi trovando soluzioni alla maniera umana e affidandosi alle proprie iniziative; coloro che hanno una fede genuina, invece, stringono i denti e fanno quadrato per superare insieme, senza rovinarsi proprio all’ultimo, quella contingenza così difficile e rischiosa. I primi han di solito un ego piuttosto ingombrante, che il diavolo manovra facendo leva sull’orgoglio e su fantasie da piccoli dittatori; i secondi contano indefettibilmente sulla Provvidenza con una certezza granitica che non li abbandonerà mai, ma presto interverrà in loro soccorso, purché si mantengano umili e fiduciosi. I primi sono spesso dominati da progetti personali dettati dalla volontà propria; i secondi sono decisi a ricercare e compiere unicamente la volontà di Dio.

Il ribelle, oltre a cadere vittima del demonio, si espone ai raggiri dei potenti, i quali, a sua insaputa o meno, lo usano per i propri scopi. Se vien tollerato da superiori che temporeggiano senza sanzionarlo (a meno che non vi siano costretti dagli eventi), è probabile che il suo agire faccia comodo ai loro disegni: dividere sempre più il fronte della Tradizione, screditarlo a motivo di qualche esponente indisciplinato e colpire tutti gli altri a causa sua. C’è davvero di che ringraziarlo… specie per l’assenza di ogni riguardo verso il prossimo, che a volte paga un prezzo molto salato senza averne colpa. Un altro probabile fine di tale tattica è quello di attirare in una trappola i battitori liberi e le mine vaganti, così da poterli isolare, estromettere e rendere inoffensivi con le loro stesse mani. Verrebbe da pensare che taluni capi della rivolta abbiano subìto, pur senza avvedersene, un trattamento di programmazione neurolinguistica con cui, a loro volta, plagiano altre persone.

L’ossessiva ripetizione di alcuni asserti apodittici, assolutamente indiscutibili, con la quale questi soggetti, da un lato, giustificano le proprie scelte e, dall’altro, manipolano animi frustrati e delusi è un possibile indizio in quel senso. La loro propaganda è un martellamento incessante su qualche rozza idea fissa di cui, in modo sommario e perentorio, si dà per acquisita l’assoluta veridicità: la nuova Messa è protestante, il Papa è invalido, la gerarchia è collettivamente eretica o apostata, la Chiesa istituzionale è falsa ecc. Poi ci sono fatti di cronaca – purtroppo innegabili – cui ci si appella per legittimare la disobbedienza: le veglie di “preghiera” per la casta dei pervertiti, l’istituzione di uffici di Curia per la “pastorale” loro indirizzata, la “benedizione” di due sodomiti appena convolati a “nozze” in Comune… oppure le bestemmie del capo sulla Madonna, il culto dell’idolo andino nella Basilica Vaticana, le restrizioni all’uso dell’antico Messale ecc. ecc. Il principio sotteso a tal genere di argomentazioni è che gli abusi dei superiori autorizzano gli abusi degli inferiori (?!?), ma esse non sono altro che comodi pretesti per puntellare l’illegittimità di decisioni già prese.

Alla fine, sul piano pratico, gli atteggiamenti sono esattamente gli stessi dei progressisti tedeschi: l’autorità ecclesiastica è un accessorio puramente decorativo che serve solo ad assecondare ciò che i sottoposti hanno già deciso in modo del tutto indipendente ed è buona nella misura in cui lo fa; in caso contrario è una struttura di potere oppressiva e persecutrice. Analogamente, la maniera di reagire alle obiezioni è tipica della sinistra marxista: anziché cercar di replicare con argomenti convincenti entrando nel merito delle questioni, si liquida l’altra parte screditandola o con supposizioni maligne prive di ogni fondamento o con indebite intrusioni nella sua vita interiore, che per sua natura rimane inaccessibile agli estranei. Così si presuppongono temerariamente chissà quali proposte di carriera o sordidi accomodamenti col nemico che esistono unicamente nella fantasia, oppure ci si improvvisa psicanalisti per spiegare un cambiamento che, in realtà, non è mai avvenuto.

Riguardo all’odierna situazione della Chiesa, un cattolico può ben aver maturato, all’interno della sua coscienza, determinate convinzioni; ciò non lo abilita tuttavia a giudicare in foro esterno chi sta sopra di lui, così da poter stabilire se la sua autorità è legittima e le sue decisioni valide; è un dettaglio, questo, che nell’attuale momento storico sembra sfuggire a tanti, ma riveste un’importanza non certo trascurabile. Chi, in forza delle proprie analisi, si sente automaticamente investito del compito di regolare questioni che non sono di sua competenza, ma che soltanto un futuro papa potrà chiarire, dimostra di non aver capito cos’è la Chiesa Cattolica. Distribuire patenti di eresia non tocca ai fedeli né ai sacerdoti, ma unicamente a quanti detengono l’autorità trasmessa dagli Apostoli; se questi ultimi non fanno il loro dovere o sono addirittura reprensibili, preghiamo e facciamo penitenza perché sia il Signore stesso a provvedere, come e quando vorrà Lui.

Sentirsi autorizzati, in forza di proprie considerazioni, a violare l’ordinamento canonico e a rigettare l’autorità ecclesiastica non è nient’altro che una manifestazione della gnosi: le idee dell’io pensante prevalgono sulla realtà fattuale, la quale non conta più nulla. Stiamo assistendo a una ventata di follia che travolge persone completamente accecate dalla superbia, dalla presunzione, dal rancore e dal protagonismo. Questi pretesi “salvatori” della Chiesa non si accorgono fino a che punto si siano lasciati contagiare dal moderno individualismo, con il suo corteo di revanscismo e indipendentismo, sullo sfondo di un sostanziale anarchismo che nulla ha a che fare con la vocazione cristiana, ma che ne è anzi agli esatti antipodi. Che tutto questo, poi, sia giustificato con la difesa della Tradizione non può non lasciare attoniti: a quale “tradizione” si riferiscono? Credono forse che un san Pio V o un san Pio X approverebbero i loro atti di insubordinazione?

Nella Chiesa non ci si sceglie i capi a proprio piacimento, ma si è sottoposti a quelli che il Signore costituisce dall’alto, che piacciano o meno: «Hai posto degli uomini sopra le nostre teste» (Sal 65, 12). Quelli cattivi li si può rimproverare, ma non rigettare: è sant’Antonio di Padova, in un’epoca di vescovi simoniaci e concubinari, a insegnare questo. Chi si erge da sé a guida del popolo, oppure se ne elegge una di suo gradimento, compie un atto tipicamente rivoluzionario, finendo così, a livello operativo, col comportarsi esattamente come coloro che si collocano all’estremo opposto del ventaglio e che intende contrastare. In tal modo squalifica completamente la causa per la quale si è dichiarato e, simultaneamente, tutti gli altri che la difendono; non solo, ma dà pure ragione agli avversari, che a questo punto si trovano servita una prova lampante delle loro tesi. Anche per questo è imperativo distanziarsi nel modo più fermo e inequivoco da persone, gruppi e iniziative che rompano l’unità visibile della Chiesa per formare o rimpolpare frange acefale prive di ogni legittimità; aderire ad essi o sostenerli apertamente è peccato mortale e pone fuori della Chiesa, in quanto sono atti con cui si rompe la comunione gerarchica.

Se nella Chiesa attuale ci sono molti lupi travestiti da agnelli, ringrazia il Signore di averlo scoperto, evitali con cura e tira dritto per la tua strada. Ma – mi obietterai – noi fedeli abbiamo bisogno di guide; non è normale esser costretti ad andare avanti così. Il Signore – rispondo – dà ad ognuno i Pastori che si merita: ai superbi ne dà di apparentemente buoni che, seppur per ragioni di segno opposto rispetto ai progressisti, li conducano in un precipizio; agli umili ne dà di realmente buoni, i quali, sopportando pazientemente questa situazione anomala, con la grazia di Dio fanno quello che possono per guidarli sulla via della salvezza – ed è sufficiente. Ciò che è in gioco, oltre all’appartenenza alla Chiesa, è la fede nella Provvidenza e lo sviluppo di una sana vita spirituale, tutte cose che, per un cattolico, non sono mere decorazioni o semplici accessori.

I fedeli che finora lo han fatto non devono più frequentare sacerdoti che si siano posti in una situazione irregolare o addirittura scismatica, a prescindere dall’eventualità che le doverose sanzioni canoniche siano già state comminate o no. I frutti dell’insubordinazione non possono essere buoni: è impossibile che atti in sé cattivi producano un bene. Sant’Agostino e altri Padri della Chiesa ben conoscevano la superbia, l’odio, l’alterigia e l’acrimonia tipiche di quanti rompono la comunione ecclesiastica per asserite ragioni di fedeltà al Signore; i Suoi veri servitori, al contrario, si riconoscono dall’umiltà, dalla mitezza, dalla pazienza e dall’amore dei nemici. La carità li spinge a immolarsi perché i cuori degli erranti si ravvedano e siano risparmiate alla Sposa di Cristo altre ferite. Questo cruccio non dà loro pace, tormentandoli di giorno e di notte, privandoli del riposo e strappando alle loro gole grida di dolore per le anime che rischiano di perdersi. Nel nome di Dio, fermatevi! Irascimini, et nolite peccare (Sal 4, 5): il giusto sdegno per i mali della Chiesa non vi spinga al peccato, bensì ad amarla più sinceramente, nella sofferenza benedetta di chi si associa al Crocifisso e all’Addolorata.


Se i Pastori non svolgono il loro compito come dovrebbero, è forse una ragione per allontanarsi dalla Chiesa? – Aldo Maria Valli


45 commenti:

  1. Buongiorno carissimo don Elia, ringraziandola di cuore per questo ennesimo bellissimo articolo e per tutto l'aiuto che dona a noi fedeli in questi tempi difficili, vorrei porle una domanda sulla situazione attuale del nostro paese.

    Ringraziando Dio, ora che il satanico governo Draghi è caduto e il voto dovrebbe essere il 25 Settembre, come dovremmo orientarci noi cattolici?

    L'astensionismo non la reputo una scelta corretta ma (escludendo ovviamente tutta la sinistra) chi votare o come comportarci quando in questi 2 anni e mezzo praticamente tutti si sono piegati alla follia del "Covidismo e Vaccinismo"?

    La ringrazio anticipatamente e che Dio la benedica sempre.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci sto riflettendo. Scriverò qualcosa appena possibile.

      Elimina
    2. Mi permetto io di dire due parole: è doveroso andare a votare e in ciò vedo un nesso con l'articolo cioè lo sdegno per i politici non ci renda complici di un nuovo "non expedit" che in realtà favorirebbe solo i nemici i Cristo come è stato in passato. Eviterei il voto alle formazioni neo marxiste ( in cuore mio ritengo errato aver tolto la scomunica ai comunisti) e a quelle che promuovono aborto, gender, e più diritti per gli invertiti rispetto a un normale cittadino. Esclusi costoro, per gli altri andrebbero letti i programmi (nella consapevolezza che sono solo carta straccia) e verificato prima l'aderenza al Vangelo (speranze: poche) e poi la nostra condivisione. Una fatica di Sisifo insomma.

      Elimina
    3. Nell'attesa di una sua importante analisi sul tema posto questo da cordialiter:

      "Purtroppo tanta gente sta facendo campagna elettorale in favore dell'astensionismo. Si tratta di un grande errore. Se tutti i buoni cattolici si astenessero, i partiti guidati da modernisti e dai loro alleati laicisti prenderebbero il 100% dei seggi in Parlamento e potrebbero approvare qualsiasi mostro giuridico (suicidio assistito, droga libera, ddl Zan, abolizione dell'obiezione di coscienza all'aborto, propaganda gender nelle scuole, adozioni degli orfanelli da parte di coppie gay, ecc.), senza che nessuno possa impedirglielo. Sarebbe una dittatura ultraprogressista!

      Bisogna dire chiaramente che alle prossime elezioni chi non andrà a votare avvantaggerà i partiti laicisti-progressisti, nemici di Gesù Cristo."

      Elimina
  2. Grazie! Purtroppo queste “frange” credono di avere la verità in tasca e se si prova a farli ragionare si accaniscono furiosamente. L’aggressività non è buon segno. Inoltre, mi chiedo, come pensano di mantenere la Grazia se non possono andare a confessarsi o a ricevere la Comunione dai sacerdoti a disposizione perchè sono “una cum…”? E loro replicano che san Tommaso disse di non andare a messa con gli eretici. Ma quindi conta di più san Tommaso che l’autorità della Chiesa? Mi chiedo cosa penserebbe di questa situazione un san Tommaso o una Santa Caterina da Siena……..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. San Tommaso parla di coloro che sono stati formalmente condannati come eretici; in quel caso non è lecito ricevere da loro i Sacramenti, che rimangono comunque validi. Nella presente situazione manca ogni condanna; perciò i fedeli non hanno alcuna responsabilità, dato che non possono mettersi a esaminare sulla fede ogni ministro di Dio e che non ne avrebbero comunque il potere.

      Elimina
  3. Buongiorno mi permetta di farle notare una contraddizione. La frase "a prescindere dall’eventualità che le doverose sanzioni canoniche siano già state comminate o no" evidentemente fa a pugni con tutto il resto del suo articolo e di vari altri precedenti. Seguendo il suo discorso, nessuno ha il diritto di valutare a chi siano dovute quali sanzioni se non l'autorità superiore. Secondo i suoi recenti scritti, il superiore va subìto anche quando obbliga a peccare, come ci è platealmente successo. Quindi se il superiore non commina sanzioni, non si metta lei a ritenere che siano dovute. So che non pubblicherà questo commento ma almeno ci rifletta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ho mai scritto che si debba obbedire ai superiori anche quando obbligano a peccare ma, al contrario, che in tal caso si è moralmente obbligati a resistere ai loro comandi.
      La contraddizione indicata non sussiste, poiché una cosa è sanzionare un membro della Chiesa (cosa che spetta unicamente all'autorità ecclesiastica), un'altra è astenersi dal frequentare ministri sacri che abbiano pubblicamente assunto una posizione scismatica (cosa cui obbliga la coscienza nel momento in cui acquista consapevolezza di ciò).

      Elimina
  4. Nel mio piccolo, prego Dio che conceda a sempre più persone la grazia di capire, ma soprattutto di accettare nel profondo del cuore il suo discorso, che davvero è l'unico cristianamente sano e che permette di vivere serenamente il proprio percorso di fede.
    Lei è chiarissimo nelle spiegazioni, tanto chiaro da farmi pensare alla frase: "Guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono."
    Qui ci va la grazia di Dio che illumina anche le tenebre più fitte.

    RispondiElimina
  5. Stimatissimo don Elia, la seguo da tempo e ho sempre trovato i suoi articoli molto edificanti e chiari. Le chiedo un consiglio: dal momento che è diventato un tormento partecipare alla S. Messa di S.Paolo VI è diventato un tormento, appena riesco vado alle Messe della Fsspx. È peccato grave? Ho saputo che il Santo Padre ha concesso loro di amministrare i Sacramenti nel giubileo della Misericordia e non ha più revocato il permesso.
    La ringrazio e chiedo gentilmente preghiere e la sua benedizione

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, attualmente non è peccato, in quanto la Santa Sede, già sotto Benedetto XVI, ha autorizzato i fedeli a frequentare le loro celebrazioni, malgrado la loro situazione irregolare; poi, nel 2016, hanno altresì ricevuto la facoltà di assolvere validamente. Raccomando tuttavia vigilanza rispetto ai contenuti della predicazione, che spesso è funzionale alla difesa della loro posizione canonica anomala.

      Elimina
  6. “Noi siamo per l’offensiva”

    Questo era il motto di san Massimiliano, e questo deve essere il motto del Voto mariano, poiché «difendere la religione è per noi troppo poco» (SK 206), vedendo il male che ci circonda e che avanza: «Di fronte agli attacchi tanto duri dei nemici della Chiesa di Dio è lecito rimanere inattivi? Ci è forse lecito lamentarci e versare lacrime soltanto? No affatto – afferma con vigore san Massimiliano –. Ricordiamoci che al giudizio di Dio renderemo stretto conto non solamente delle azioni compiute, ma Dio includerà nel bilancio anche tutte le buone azioni che avremmo potuto fare, ma che in realtà avremo trascurato. Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto» (SK 1023).

    Estratto da
    IL “V O T O M A R I A N O” DI CONSACRAZIONE ALL’IMMACOLATA – Padre Stefano M. Manelli

    RispondiElimina
  7. Buongiorno Padre
    sono d'accordo con la necessità di un atteggiamento di umiltà, ma mi pare che questo non tolga la possibilità di denunciare apertamente e pubblicamente questa spudorata demizione dellannuncio e della dottrina cattolica... Non è ciò che hanno fatto Attanasio, Mons. Lefevre, ecc, ed i profeti dell'antico testamento? E persino Gesù stesso? E parliamo dellannuncio e della dottrina, non delle incoerenze e peccati personali. Se Lei si riferiva a don Minutella ( dire il nome credo sia una forma di carità), ciò che egli aggiunge a questa denuncia, comune mi sembra anche a Lei e ad altri, sono soltanto DOMANDE su chi è il vero Papa, visto che ogni semplice fedele assiste ad una situazione anomala e scandalosa, nella quale il Papa dimissionario veste ancora di bianco, impartisce benedizione apostolica ecc.
    E per queste domande è stato scomunicato e ridotto allo stato laicale senza processo ( cosa che non fu negata neanche a Lutero, Galilei e Giordano Bruno), quindi in cosa si sarebbe messo fuori dalla chiesa da solo? Ubbidienza e umiltà non possono giustificare il soffocamento di legittime domande. Il " divieto di fare domande", quello si che è " tipicamente marxista".
    Senza Mons Lefevre non avremmo neanche più il ricordo della Messa Vetus Ordo e senza i profeti antichi, che rimproveravano la legittima autorità ( qui si denuncia addirittura un autorità illegittima...) non ci sarebbe stato Gesù o almeno sarebbe venuta meno la prova a suo favore delle antiche profezie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'aperta denuncia della demolizione della dottrina cattolica non è affatto proibita; è anzi la ragione che mi ha spinto ad aprire questo sito. Don Minutella, però, non si limita a porre domande, ma pretende di stabilire, senza averne l'autorità, chi è il Papa. Le modalità dei procedimenti attuati nei suoi confronti non li annullano affatto, dato che i delitti canonici che ne sono all'origine sono conclamati e che è mancato, da parte sua, qualsiasi segno di ravvedimento.
      Ognuno ha il diritto di porsi domande e di cercare risposte, purché siano ben fondate; questo non lo abilita però a definire questioni che non sono di sua competenza. Se poi, sulla base di questa pretesa infondata, uno divide la Chiesa e, nella sua arroganza, giunge perfino a proibire ai fedeli di andare a Messa, accumula sul suo capo una terribile ira divina.
      Che senza monsignor Lefebvre non avremmo più la Messa tradizionale, infine, è una convinzione tutta da verificare sul piano storico, dato che molti sacerdoti la celebravano in modo del tutto legale grazie all'indulto. Le sue scelte furono piuttosto dannose, dato che, nell'immaginario collettivo, la Messa antica finì con l'essere associata a una frangia ribelle e scismatica.

      Elimina
    2. Non possiamo pensare che nel 1984 il papa Giovanni Paolo II ha concesso l'indulto anche grazie alla "resistenza" di mons. Lefebvre?

      Elimina
    3. "Che senza monsignor Lefebvre non avremmo più la Messa tradizionale, infine, è una convinzione tutta da verificare sul piano storico, dato che molti sacerdoti la celebravano in modo del tutto legale grazie all'indulto."

      I sacerdoti che continuarono a celebrarla grazie all'indulto sono tutti morti, poi sostituiti da successori modernisti. L'unico che resistette fondando una fraternità sacerdotale che perpetuasse la Messa apostolica è proprio colui cui contro cui l'odio si avventò sistematicamente per decenni e tuttora si avventa su queste pagine.

      Elimina
    4. Se la "resistenza" di monsignor Lefebvre contribuì, fra le altre ragioni, a indurre Giovanni Paolo II a concedere l'indulto, dobbiamo ringraziarne la Provvidenza, che trae del bene anche dalle disobbedienze; ciò, tuttavia, non rende leciti gli atti illeciti.

      Elimina
    5. I sacerdoti che godevano dell'indulto sono morti, ma hanno avuto dei discepoli che tuttora celebrano lecitamente il rito romano antico. L'istituto fondato da monsignor Lefebvre, inoltre, non è l'unico ad averlo conservato.
      Qui, peraltro, non ci si avventa per odio su nessuno, ma si cerca di considerare i fatti oggettivi alla luce della dottrina teologica e canonica.

      Elimina
  8. Chicago, Savannah, Washington. Vescovi modernisti contro la Messa dei secoli.
    http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/07/chicago-savannah-washington-vescovi.html

    RispondiElimina
  9. Reverendo padre, finché lei non chiarisce chi sia la meretrice di apocalisse non potrà definire il quadro completo..ma dubito che lo voglia fare perché Dio nella rivelazione esorta ad uscire da essa.non dice di aspettare l invito di un ' autorità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'identificazione della meretrice dell'Apocalisse con la Chiesa Cattolica risale a un certo Martin Luther. Siccome non sono protestante, non la seguo né mai la ammetterò. Chi vuol diventare protestante in nome della Tradizione, veda lui.

      Elimina
  10. NOVENA A SANT'ALFONSO MARIA DE LIGUORI
    (Inizio: 23 Luglio - Festa: 01 Agosto)
    + Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

    O Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
    Santissima Trinità, Dio d'amore, noi Ti ringraziamo di tutto cuore per averci donato come patrono, avvocato e amico il Tuo glorioso e santo figlio Alfonso Maria de Liguori.
    Già dall'eternità Tu lo avevi pensato, e Ti sei compiaciuto nel farne un genio dell'umanità per i talenti donatigli e ancor più un grandissimo santo dell'Unica vera Chiesa di cui è stato Sacerdote, Vescovo e Dottore!
    Consapevoli che nella sua lunga e feconda vita, nella quale non ha mai perso un istante di tempo per maggiormente glorificare l'amato Redentore e non ha mai rifiutato niente a Lui e a Maria SS, sua e nostra tenera Madre, noi confidiamo che Tu, oh Dio Beato, per intercessione del "patrono Celeste dei confessori e dei moralisti", non ci rifiuterai la grazia che tanto sospiriamo (esporre la grazia desiderata)

    Qualora questa nostra richiesta non fosse conveniente alla nostra eterna salute chiediamo umilmente che ci venga accordato un altro beneficio spirituale e materiale che ci aiuti nella vita presente in previsione della futura.
    Chiediamo altresì alla Divina bontà e alla mediatrice di tutte le grazie, Maria SS., che Sant'Alfonso nostro, si occupi di noi e dei poveri sventurati di nostra conoscenza per tutti i giorni del nostro pellegrinaggio terreno, fino al momento in cui lo troveremo sorridente a fianco della Regina del Cielo per mostraci nella visione beatifica il Santo Paradiso per il quale siamo stati creati e dove Lui ci attende. Amen
    10 Gloria al Padre
    (Questa preghiera si recita per nove gironi di seguito)
    *L'ultimo giorno si recitano 11 Gloria al Padre. In questo modo si vuole onorare la Santissima Trinità per ognuno dei 91 anni di vita terrena che ha donato al Santo per il bene nostro e di tutta la Santa Chiesa Cattolica.

    https://www.preghiereperlafamiglia.it/m/novena-a-sant-alfonso-maria-de-liguori.htm#1

    Rev.Padre, sarebbe bello se per uniformita' di preghiera della Parrocchia virtuale ponesse Lei la grazia da chiedere a Dio tramite Santo Alfonso, naturalmente non dovra' scriverla,ne' confidarla ad alcuno; semplicemente , quando, nella preghiera ,ciascuno di noi arrivera' al punto "esporre la grazia", diremo :" secondo la intenzione espressa per noi da e con Don Elìa". Grazie
    Ave Maria!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Posso anche esprimere pubblicamente la grazia da chiedere: che siano risparmiate altre ferite alla Sposa di Cristo e che le anime siano preservate dall'imboccare la via della separazione dal Corpo Mistico.
      Grazie della proposta così opportuna. Ti benedico di cuore.

      Elimina
  11. Reverendo Padre,
    San Tommaso d’Aquino insegna che il “finis iuris canonici tendit in quietem Ecclesiæ et salutem animarum”. Tale principio sottende a tutta la natura della struttura gerarchica della Chiesa Cattolica come voluta da Nostro Signore Gesù Cristo per portare con l’aiuto della Grazia quante più anime possibile in Paradiso. E’ chiaro perciò che nella Chiesa Cattolica non vi è spazio per l’anarchismo finalizzato “a violare l’ordinamento canonico e a rigettare l’autorità ecclesiastica”. Nessuno, se non preventivamente investito di autorità, può valutare in foro esterno la legittimità canonica di una carica o di un decreto canonico. Ma poniamo il caso che un provvedimento canonico confligga, o quanto meno indebolisca, il principio del “quod semper, quod ubique, quod ab omnibus traditum est”. Poniamo il caso di religioso che si sia formato alla maniera tradizionale in una comunità o fraternità sacerdotale nella quale poi è destinato a esercitare il proprio ministero sacerdotale. E che a questo candidato, per quanto egli abbia già ricevuto il suddiaconato o il diaconato, senza alcuna motivazione canonica grave, venga negata l’ordinazione sacerdotale solo perché da Roma è giunto l’ordine di stroncare una comunità che celebra il Rito Romano Antico. A fronte di un palese arbitrio il candidato al sacerdozio deve far prevalere il principio della giurisdizione in senso stretto o non piuttosto la salus animarum e, in assenza di chiarimenti plausibili, chiedere, in accordo con la comunità religiosa che lo ha formato, a un altro Vescovo anche privo di giurisdizione che, valutato attentamente il caso, sia disposto a ordinarlo sacerdote? Se a un vescovo ultraottuagenario viene fatta dalla Santa Sede prima la promessa di ordinare vescovo un sacerdote della fraternità sacerdotale da lui fondata per poi ritardarla continuamente in attesa che quell’anziano vescovo muoia, quel vescovo avrebbe dovuto anteporre la giurisdizione o la salus animarum della fraternità da lui fondata con la stessa approvazione canonica della Congregazione per il Clero? Se quel vescovo ultraottuagenario non avesse consacrato quattro vescovi è molto probabile che i sacerdoti di quella fraternità, in assenza di una prospettiva futura sarebbero stati prima assorbiti dagli istituti costituiti dall’Ecclesia Dei, e poi portati progressivamente all’eutanasia del Rito Romano Antico. E dubito che in assenza della resistenza di quel vescovo ultraottuagenario vi sarebbe stato il Summorum Pontificum nel 2007. I sacerdoti che per anzianità ebbero l’indulto a celebrare il Rito Romano Antico sono tutti morti e nessuno di loro ha lasciato eredi nella prassi sacramentale. Di fronte all’arbitrio e al conflitto con la salus animarum non si può rimanere inerti ritenendo che Gesù Cristo interverrà certamente. Fondatore e proprietario della Chiesa Cattolica è Gesù Cristo, ma normalmente Egli opera attraverso cause seconde, nel caso di specie battezzati laici, religiosi e ministri ordinati. Il fatto che il suo Ordinario tolleri che lei possa celebrare secondo il Rito Romano Antico – valuti se applicare anche a sé stesso ciò che sospetta per casi simili al suo quando tratta della figura del ribelle - non sia una prova che siccome al momento si è attenuto al principio della giurisdizione potrà sempre farlo e non la induca a ritenere che la giurisdizione è il criterio principe per stabilire un discrimine tra chi è dentro e chi è fuori dalla piena comunione ecclesiale. Se il suo Ordinario cambiasse o alla luce di Traditionis Custodes e ancor di più alla luce di Desiderio Derideravi le proibisse la celebrazione pubblica della Messa in Rito Romano Antico lei celebrerebbe in Novus Ordo o celebrerebbe ugualmente, magari in sale da pranzo? Farebbe prevalere la giurisdizione o la salus animarum, innanzitutto la sua?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi è chiaro in qual modo si possa incrementare la tranquillità della Chiesa con la disobbedienza né promuovere la salvezza delle anime separandole dalla comunione gerarchica, la quale non è certo il criterio principale dell'appartenenza al Corpo Mistico (non per nulla viene dopo la professione di fede e la ricezione dei Sacramenti), ma è pur sempre un elemento necessario.
      Se è vero, inoltre, che solo chi è investito di autorità può valutare la legittimità canonica di una carica o di un decreto, non si capisce come si possa stabilire, senza averne la facoltà, che un provvedimento confligge con "quod semper, ubique et ab omnibus".
      Per valutare i provvedimenti presi nei confronti di chierici ribelli, poi, occorre conoscere adeguatamente i fatti, senza presupporre "a priori" un arbitrio o una grave ingiustizia solo perché la decisione proviene da membri della gerarchia "modernista". In ogni caso, farsi ordinare da un vescovo privo di giurisdizione, oppure ordinare vescovi senza mandato pontificio, rimane una scelta assolutamente inammissibile, in quanto è un atto che, per sua stessa natura, spezza la comunione gerarchica, sulla quale si fonda l'unità visibile della Chiesa militante.
      Che non si debba rimanere inerti di fronte ai problemi della Chiesa è vero, ma ciò non autorizza ad agire in modo illecito. Le cause seconde di cui si serve il Signore devono operare in modo conforme alla Sua volontà, che non si contraddice a seconda delle contingenze storiche. Personalmente non sono affatto tollerato dal mio Ordinario, ma ho un regolare incarico. Sul futuro non mi pongo domande, bensì conto sulla Provvidenza, che mai abbandona chi, con l'ausilio della grazia, si sforza di adempiere il volere di Dio.

      Elimina
    2. Un indizio: i tre “criteri”giustamente elencati per l’appartenenza visibile alla Chiesa/Corpo Mistico (al Corpo Mistico simpliciter si può infatti appartenere anche invisibilmente) valgono per tutti, dal Papa all’ultimo dei fedeli.

      Elimina
  12. Famo a capisse!
    Don Elia, vediamo se uno terra, terra come me può aver capito.
    Oggi che ci viene insegnato il Padre Nostro.

    Giobbe, 12, 16
    Presso di Lui c'è potenza e sagacia, a Lui appartiene l'ingannato e l'ingannatore.

    I Samuele, 15, 23
    Poiché peccato di divinazione è la ribellione, e iniquità e terafim l'insubordinazione.
    Perché hai rigettato la parola del Signore, Egli ti ha rigettato come re.

    Non spetta a noi, rimuovere chi è sopra di noi. Così mi sembra di aver CAPITO?

    Corinzi 1, 15, 1-2
    Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza , se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avrete creduto invano!

    La tradizione della Chiesa in conformità al Vangelo è restare saldi in essa è legge e, non insubordinazione, giusto?

    Matteo 24, 12
    Poiché l'iniquita' aumenterà, l'amore dei più si raffreddera'. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.

    Giovanni, 14, 15
    Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.

    Perciò pregare il Padre Nostro, alla vecchia maniera, è perseverare e obbedire alla voce del Signore, giusto?

    Luca, 5, 5
    Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola gettero le reti".

    Tutti e dico tutti noi per rendere fruttuosa la nostra salvezza dobbiamo obbedire, in primo alla parola del Signore e alla Sua Chiesa, perché Egli E' Capo e l'ha costituita.

    In conclusione pregare il Padre Nostro alla maniera di sempre non è disobbedire al Signore.

    Don Elia, Le sembra giusto mio capire terra, terra?
    La ringrazio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Continua a recitare il "Padre nostro" come hai sempre fatto, dato che così è riportato nel Vangelo. Nel dire: "Liberaci dal male", chiedi al Signore di rimuovere i cattivi Pastori.

      Elimina
  13. radicatinellafede rnf
    VII Domenica dopo Pentecoste in rito tradizionale a Vocogno in Val Vigezzo (VB).
    Omelia di don Alberto Secci: come frutto la santificazione.
    Domenica 24 Luglio 2022
    https://www.youtube.com/watch?v=x4JChurPMIg

    RispondiElimina
  14. Newman: rimani dove sei
    Dio mi ha creato perché gli rendessi un particolare servizio; mi ha affidato un lavoro che non ha affidato ad altri. Non so come, ma sono necessario ai suoi fini, necessario nel mio posto come un Arcangelo nel suo. Non mi ha creato per nulla. Io farò il suo lavoro; sarò un angelo di pace, un predicatore di verità stando al mio posto, senza averne l'intenzione, se soltanto ne osservo i comandamenti e lo servo nella mia vocazione. Se sono ammalato, la mia malattia può servire a lui; se mi trovo in perplessità, la mia perplessità può servire a lui; se sono nel dolore, il mio dolore può servire a lui. Egli non fa nulla inutilmente; può prolungare la mia vita, può abbreviarla; sa quello che fa. Può togliermi gli amici, può gettarmi tra estranei, può farmi sentire desolato, può far sì che il mio spirito si abbatta, può tenermi celato il futuro, e tuttavia egli sa quello che fa. Degnati di attuare in me i tuoi alti progetti, qualunque essi siano; lavora in me e attraverso me. Non ti chiedo di vedere, non ti chiedo di sapere, ti chiedo semplicemente di essere messo all'opera. John Henry Newman 7 marzo 1848 Il testo è tratto da John Henry Newman - Meditazioni e preghiere (Jaca Book)

    Carissimo Don Elìa, questo testo e' dedicato a Lei ed a ciascun fedele lettore. Se non Le e' troppo di incomodo, per favore, ci puo' consigliare i Salmi piu' belli per Lodare il nostro Dio?
    Ave Maria!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie di cuore.
      Salmi 8, 22, 32, 62, 95-97, 102-103, 144, 148-150 (numerazione della Vulgata)

      Elimina
  15. Reverendo padre, forse non è attinente alla sua catechesi ma io non tollero più questi sedicenti cattolici che vanno chiedendo perdono a tutto il mondo: ma, di grazia, per che cosa? Forse per il fatto di esistere
    ancora?

    RispondiElimina
  16. http://blog.messainlatino.it/2022/07/13-corso-di-esercizi-spirituali-per.html
    Mi piacerebbe offrire l' iscrizione a questi esercizi spirituali a tre seminaristi determinati, come si puo' fare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chi è interessato può scrivere un messaggio qui lasciando un recapito.

      Elimina
  17. Caro Padre,
    Sono a conoscenza di molti gruppi di persone, sparsi in tutta la penisola, che spesso invitano un sacerdote( spesso in condizione canonica regolare )per la celebrazione della messa in cappelle private, piccole chiese costruite di proprio conto e cose simili.
    A volte mi è capitato di parteciparvi.
    Tutto bello, ma una cosa mi pareva mancare, cioè il senso di appartenenza alla Chiesa cattolica, alla gerarchia. Mi pare che la Fede diventi un fatto privato, il rito( tridentino ) assume come dei connotati esoterici, da setta; il punto di unità delle persone la critica al Vaticano, con l'intima presunzione di essere i salvatori della chiesa( ma solo il proprio gruppo, non quello a 10 kilomenti di distanza..)
    Senza parlare dello spirito profetico che sembri invadere ogni "vero" cattolico romano, per qui ognuno sa già ciò che accadrà in futuro..
    Insomma, la fede è ridotta a un' idea, a un pro e contro su tutto, a qualche articolo letto su internet...
    Alla fine si parla, si discute, ci si sfoga ma del serio cammino sulla strada della santità, nessuno tanto meno il sacerdote, in fin dei conti, ne parla.
    In tempi di persecuzione, è questo il modo di fare?
    Grazie



    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le tue osservazioni sono purtroppo molto pertinenti: spesso, in quei gruppi, avviene proprio così, a meno che il sacerdote (il quale può lecitamente celebrare nelle case o cappelle private solo in modo sporadico, non regolarmente) non aiuti i fedeli a evitare quei difetti, spronandoli invece a un serio impegno di santificazione.

      Elimina
    2. Buonasera don Elia, mi preme una precisazione. Per le S.Messe celebrate in case private, anche se in maniera sporadica, non dovrebbe essere messo a conoscenza l'ordinario del luogo? Mi pare di ricordare così.
      La ringrazio per la risposta che vorrà darmi e per la sua preziosa opera.

      Elimina
    3. A rigore, bisognerebbe chiedere l'autorizzazione al parroco. Una situazione come l'attuale, tuttavia, può scusare qualche saltuaria eccezione, qualora si prevedano difficoltà insormontabili, purché non si alimenti lo spirito di insubordinazione.

      Elimina
  18. Per realizzare dunque una vera alleanza che duri, non solo in funzione elettorale, si deve aderire alla virtus che sta al centro, la Verità che è Dio. E per questo, ci vogliono azioni necessarie alla piena conversione, che sono almeno quattro: la contrizione, la rinuncia, la confessione, la riparazione. Altrimenti l'orgoglio prenderà il sopravvento e la cosiddetta coalizione naufragherà sugli scogli degli egoismi individuali e di partito. Dunque, si consiglia ai politici che vogliono essere cattolici, a cominciare dai capi partito, una "giornata di ritiro" con confessione e Santa Messa, prima di dichiarare alleanze e programmi.
    etica e politica
    Don Nicola Bux: COALIZIONI O AMMUCCHIATE? I politici cattolici battano un colpo.

    RispondiElimina
  19. Il re è nudo, ma non ditelo: stendiamo il velo pietoso
    Riflessione del salesiano don Marco Begato
    https://www.aldomariavalli.it/2022/08/03/il-re-e-nudo-ma-non-ditelo-stendiamo-il-velo-pietoso/
    Sono poi di quelli che per tutta la vita avranno di che rimproverare il Santo Padre Benedetto XVI e avranno di che ringraziarlo. Avrò da rimproverarlo perché la celebrazione in vetus rappresenta per il sottoscritto un motivo di pena, di stigma, di fatica (la Catholica mi sembra contenga più latinofobi che omofobi oramai); avrò da ringraziarlo per avermi dischiuso un sì immenso tesoro liturgico, che come tale costituisce una fonte di nutrimento spirituale perenne, il cui beneficio per sé supera le concessioni pastorali e i veti curiali e si eleva come luce intima che nessuno più può riuscire a spegnere.

    Ciò detto, vengo a precisare la mia lettura: il Santo Padre Benedetto XVI pubblica il motu proprio Summorum Pontificum nell’estate 2007; proclama l’anno sacerdotale nel 2009-2010; indice l’anno della Fede nel 2012-2013. Mi pare un percorso illuminante e lineare: restauriamo la liturgia, per poter così rinnovare il clero, dal che può scaturire una rigenerazione della fede nella Chiesa intera. Tragitto nobile e degno, che si illumina anche se osservato a ritroso: anzitutto, l’anno della Fede è occasione di .....

    Bene, tra i molti modi di coprire le vergogne e la vergogna del genitore, ritengo che sia da considerare attentamente l’impegno per i singoli sacerdoti di imparare il rito antico. Questo, se vale la teologia di Papa Benedetto XVI da me tratteggiata, permetterà loro di rigenerarsi nella fede e di dare il miglior contributo alla Chiesa...
    Commento mio:
    E' gia' una fatica per ogni Sacerdote. La proposta di Don Marco Begato aggiungerebbe fatica a fatica ma anche massima umilta'.
    Il ristoro e' Gesu' che continua a reclamarli presso di Se' perche' si ristorino.
    Mi sembra di aver capito che sia stata questa dura fatica a fare di Don Elìa quello che e'. E sarebbe bello se si potesse formare in ogni regione una rete di aiuto di Sacerdoti "esperti" per i Sacerdoti aspiranti a piu' proficua "nuova formazione".
    Se Dio vorra' si fara', lo chiederemo a S.Giuseppe e alla Madre.
    Ave Maria!

    RispondiElimina
  20. S. DOMENICO DI GUZMAN UMILE MINISTRO DELLA PAROLA, italiano, movie -- ANDREA PERROTTI op
    Questo video, realizzato con immagini di iconografia dominicana (Beato Angelico ed altri pittori, immagini dei luoghi domenicani di Spagna, Francia e Italia) presenta la persona e spiritualità di S. Domenico di Guzman e del suo ordine. E' offerto a tutti coloro che vogliono conoscere più profondamente il suo carisma e la sua missione nella Chiesa.
    https://gloria.tv/post/8ewX64CxUHT61eDjYGEGvDhwD#325

    Egli seguiva in tutto la regola degli Apostoli.Sovente fu udito sospirare:
    "Signore, abbi pieta' del Tuo popolo. Che cosa ne sara' dei peccatori? "

    RispondiElimina
  21. Il Pensiero Cattolico
    Le attitudini del discepolo di Gesù: Vegliare servendo
    https://www.facebook.com/ilpensierocattolico/videos/585530646497178/
    Viva il Preziosissimo Sangue di Gesu'!

    RispondiElimina
  22. "VATICANO II, IL '1789' DELLA CHIESA"
    (Card. SUENENS, ultraeretico nonché "Padre conciliare")

    Restano i laici a difendere il magistero

    EDITORIALE del 06-08-2022
    di Stefano Fontana (da "La Nuova Bussola Quotidiana" )

    Da quando i pastori sembrano inseguire l’opinione pubblica, sempre più spesso i laici si trovano a intervenire per chiedere chiarimenti di fronte ad affermazioni controverse. E non si tratta di singoli casi, ma della conseguenza di un deliberato ripiegamento sullo spirito del mondo, che genera un doloroso e dannoso ribaltamento tra Chiesa docente e Chiesa discente. [...]

    Qui sotto il link per l'articolo completo

    https://lanuovabq.it/it/restano-i-laici-a-difendere-il-magistero

    Ps: parrebbe che in fatto di casistica e per importanza si debba, a ben vedere, parlare di "ribelli in nome di Dio" soprattutto per la Chiesa docente ("ministri" troppo spesso "infedeli" al "Padrone", come usava dire al riguardo di NS Signore, il frate di Pietrelcina) , piuttosto che per la Chiesa discente, Le pare Padre?!
    Al riguardo suonano profetiche più che mai le parole del Servo di Dio, Mons. Fulton Sheen: «Chi salverà la Chiesa? Non pensate ai sacerdoti. Non pensate ai vescovi. Sta a voi, laici. Sta a voi ricordare ai sacerdoti di essere sacerdoti e ai vescovi di
    essere vescovi».
    Sia lodato Gesù Cristo, Ave Maria

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, molti ministri, di ogni ordine e grado, sono ribelli, ma ciò non ci autorizza a rigettare in blocco la gerarchia o a credere che la Chiesa docente nel suo complesso abbia deviato. Dobbiamo dissociarci dalle singole azioni o dichiarazioni contrarie alla fede e alla morale, ma senza rigettare l'autorità come principio.

      Elimina