Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 16 aprile 2022

 

Surrexit Dominus vere

 

 

Quelli, andati via, assicurarono il sepolcro sigillando la pietra e ponendo delle guardie. Passato il Sabato, mentre albeggiava il primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria venne a vedere il sepolcro. Ed ecco, ci fu un forte terremoto: infatti un angelo del Signore, sceso dal cielo e accostatosi, fece rotolare la pietra e stava seduto sopra di essa (Mt 27, 66-28, 2).

La mente dei sinedriti, accecata dall’irremovibile rifiuto della verità, non si dà pace neppure dopo la morte del Nazareno, ma si tormenta fino al punto di escogitare un insensato quanto ridicolo intervento mirante a impedire l’azione di Dio, quasi fosse possibile oppugnarne il potere assoluto. Ricordandosi del preannuncio, da parte Sua, della propria risurrezione, si ripresentano per l’ennesima volta – violando il Sabato, nonché la festa di Pasqua – a importunare Pilato perché ne faccia sorvegliare la tomba fino al terzo giorno dal decesso, casomai i Suoi discepoli stessero macchinando di trafugare la salma per far credere al compimento delle Sue parole. Il procuratore li autorizza allora a provvedere da sé collocando all’ingresso del sepolcro un picchetto del corpo di guardia del Tempio; per non lasciar nulla di intentato, i maggiorenti appongono anche i sigilli alla lastra che lo chiude (cf. Mt 27, 62-66). L’incomodo del Cristo sembra così risolto in via definitiva, una volta calataci sopra – letteralmente – un’enorme pietra.

Chi ha ridotto la divinità ad una nozione intellettuale o a uno strumento di potere cade nell’illusione di avere il pieno controllo della realtà; al Dio vivente, invece, basta un cenno per sconvolgerne i piani. Al momento fissato, allo spuntare del primo giorno della settimana, avviene la predetta Risurrezione, della quale nessuno è diretto testimone, ma la cui evidenza s’impone per i fatti che l’accompagnano: la terra si scuote violentemente; appare una maestosa creatura celeste a schiudere il sepolcro e mostrare che è vuoto; le guardie, colte da terrore e abbagliate dal suo splendore, cadono tramortite. Udito il loro resoconto, i sacerdoti riuniscono ancora una volta il Sinedrio e, con inflessibile ostinazione, si applicano a fabbricare una nuova menzogna, pur di negare la realtà che, malgrado tutti gli sforzi, si è compiuta: i soldati ricevono del denaro per asserire che il corpo è stato rubato dai discepoli mentre essi, incaricati di vegliare per impedirne appunto il trafugamento, s’erano beatamente appisolati (cf. Mt 28, 1-4.11-15). Una trovata davvero geniale: appellarsi a testimoni addormentati…

Ancora oggi si tenta in tanti modi di smentire la Risurrezione. Ci risparmiamo la pena di confutare le illazioni dei moderni teologi che la riducono a mito o la reinterpretano come un’esperienza interiore dei credenti: di fronte alle molteplici e inoppugnabili testimonianze del Nuovo Testamento (la cui solidità, in due millenni, non è stata ancora scalfita), tali teorie non possono apparire se non come parto della presunzione o della malafede. Sebbene i chierici attuali ne siano imbevuti per via degli studi e le divulghino con zelo nella predicazione, esse non hanno la minima presa su quanti non hanno ancora perso il sensus fidei, i quali le rigettano spontaneamente, tappandosi le orecchie e andando altrove. Ben più serio è il pericolo di lasciare Gesù, per così dire, rinchiuso nel sepolcro in altre maniere; esso richiede tanto maggior vigilanza quanto è più subdolo. Coloro che non hanno acconsentito agli inganni delle false dottrine sono assediati dal diavolo per mezzo di insidie più sottili, che li distolgono dal cercare il Risorto nell’Eucaristia adorata, nella Chiesa amata, nel Vangelo meditato, nell’anima abitata dalla grazia.

Perfino chi è convinto di aver incontrato il Signore vivo e operante nell’oggi (anziché un personaggio del passato che, per quanto affascinante per fisionomia e dottrina, rimane inevitabilmente separato dal presente) rischia di ridurlo a una proiezione dei suoi desideri, se non riannoda la propria vita spirituale alle radici della Tradizione. La confusione e incertezza che regna nell’odierno ambiente ecclesiale spinge spesso i buoni ad aggrapparsi a pretesi fenomeni mistici dei quali o non è mai stata accertata la vera origine o l’autorità competente ha espressamente dichiarato la non-soprannaturalità. Benché l’ignoranza o l’errore invincibile la renda in molti casi incolpevole, la disobbedienza espone nondimeno le anime a lasciarsi fuorviare da forme di culto che, pur avendo in apparenza tutti i crismi di quello autentico, sono in realtà qualcosa di diverso: una religione alternativa con i suoi profeti (i veggenti), le sue scritture (i messaggi), i suoi riti (i pellegrinaggi), le sue autorità (gli organizzatori), i suoi precetti (preghiere e digiuni), la sua attesa escatologica (i segreti).

C’è un criterio infallibile per verificare se si è imboccata una strada sbagliata: quando il vero Gesù, per mezzo di un Suo ministro fedele, esorta all’emendazione dei peccati e alla pratica delle virtù, indicando concretamente a che cosa occorre rinunciare e da chi separarsi, e i Suoi richiami vanno a cozzare contro una caparbia resistenza che impedisce di guardare in faccia la realtà ammettendo i propri errori, è segno che si sta correndo sulla via della perdizione. Tale irriducibile cocciutaggine dipende spesso dall’attaccamento a determinate esperienze sensibili che hanno fortemente appagato la psiche, creando un bisogno emotivo che va regolarmente soddisfatto; l’eventualità di esser private di questo sostegno getta le anime più fragili nel panico, precludendo ad esse ogni reale progresso nella vita interiore. Il Signore, che vede nei cuori, sa bene se la colpa è attenuata o addirittura annullata dalle condizioni soggettive e, nella Sua misericordia, può concedere le grazie sufficienti alla salvezza; ciò non toglie che il pericolo sia grave, specie se incorso in modo volontario.

Per non dar l’impressione di avere il gusto della polemica, tocchiamo solo di sfuggita altri modi in cui si tenta di tenere Gesù rinchiuso nella tomba. C’è il dottrinarismo freddo e distaccato di chi sa a memoria il Catechismo, ma non ha mai il minimo sussulto di amore sincero per Lui; il suo cuore non palpita di carità, ma scandisce le ore come un ingranaggio senza vita, felice di una regolarità ineccepibile che ne inebria l’ego tracotante. C’è poi il cosiddetto cristianesimo esoterico, nel quale, pretendendo di trovare nei miti pagani affinità con la Rivelazione divina, si abusa del concetto di Tradizione estendendolo arbitrariamente, sulla scorta dei libri di René Guénon e di altri esoteristi, a ciò che le è del tutto estraneo, se non contrario. C’è ancora, per chi non ha pudore delle assurdità, il sedicente cristianesimo scientifico, il quale non è altro che una rilettura forzata dei dogmi cattolici in chiave gnostica, in base a un’asserita dottrina superiore che il Cristo avrebbe riservato a pochissimi iniziati… e altre amenità di tal genere e tenore, il cui risultato è sempre lo stesso: fomentare l’orgoglio intellettuale distogliendo le anime dal loro vero compito, quello di santificarsi combattendo i peccati ed esercitando le virtù.

Ciò che più deve attirar l’attenzione è la contiguità esistente tra queste insidiose aberrazioni; essa si spiega a partire dalla loro matrice comune, la superbia, che denuncia l’assenza di una reale relazione con Dio. Chi non si avvede (o non vuol avvedersi) di tale pericolo può inavvertitamente ritrovarsi prigioniero di un sepolcro mentale dal quale non verrà mai più fuori, se non per miracolo. Lo zelo per le anime ci spinge a reiterare l’avviso, se mai serva a trattenere qualcuno dal precipizio; troppo forte è il dolore nel vederle rovinarsi da sé senza poterle aiutare. La Risurrezione ha dischiuso sulla terra una sorgente inesauribile di luce e di grazia, alla quale, tuttavia, può attingere solo chi riconosce umilmente la propria ignoranza e impotenza, rigettando ogni pretesa di salvarsi da sé mediante una presunta scienza iniziatica. Esiste una sola, vera Tradizione: quella apostolica, custodita e interpretata dal Magistero perenne, la quale non ha alcun bisogno né di aggiornamenti, né di completamenti, né di teorie conciliatrici degli opposti. Esclusivamente in essa l’uomo sinceramente in cerca di verità e di amore trova il Cristo vivente in eterno, Salvatore dalla morte e vincitore dell’Inferno, termine ultimo del creato e centro di tutti i cuori.

Quis similis tui in fortibus, Domine? quis similis tui, magnificus in sanctitate, terribilis atque laudabilis, faciens mirabilia? (Chi è simile a te fra i forti, Signore? chi è simile a te, magnifico in santità, terribile e degno di lode, che compi meraviglie? Es 15, 11).


10 commenti:

  1. Le profezie e i mistici riconosciuti dalla Chiesa io non li disprezzo, sarebbe peccare contro lo Spirito Santo.
    Per contro so che in alcune profezie si è annidata la mano umana e il business.
    Ma chi sa... sa anche che in alcuni luoghi di pellegrinaggio avvengono veri e propri esorcismi e certo ci sono più testimonianze.

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    1. Gli esorcismi si possono fare ovunque; non è un criterio per verificare la soprannaturalità di un asserito fenomeno mistico.

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  2. Ave Maria e intenso Venerdì Santo, carissimo padre.

    Sottoscrivo tutto.

    Prendiamo (così, a caso ;) il più scandaloso fenomeno di falso misticismo dei nostri tempi: medjugorie (truffa evidentissima anche agli orbi, iniziata, a quanto appare dalle indagini ecclesiastiche, con false apparizioni preternaturali di origine diabolica (peraltro in un giorno significativo per i satanisti, il solstizio d'estate, l'anti-Natale) e proseguita poi nei decenni come mera circonvenzione d'incapace su scala mondiale.

    Non senza ragione un santo sacerdote in odore di santità l'ha definita "l'anti-Fatima".

    Perché non soltanto devia dalla vera e soda Religione (non scordiamo i primi "messaggi" sincretisti e di falso ecumenismo), ma distrae i malcapitati dal sempre più interpellante corpo di (autentici) messaggi di Fatima.

    Quei 10 "segreti", tra l'altro, ridicola presa in giro degna di wanna marchi, sembrano un voler non solo scimmiottare Fatima (o La Salette), ma volerla appunto superare con grottesco sensazionalismo e istigazione alla bulimia di "segni e rivelazioni".


    Il fatto che ci siano sacerdoti apparentemente in buona fede e sicuramente di solida preparazione, che non vedono le pesantissime evidenze, me lo spiego solo col meccanismo psicologico della dissonanza cognitiva e di una pericolosa "religiosità di pancia", che quando appare colpire qualche "Tradizionale", stride come le unghie su una lavagna.

    Infine, non è un caso che bergoglio, mentre commissaria Lourdes e dissacra Fatima, nei confronti di medjugorie ha attuato una vera e propria operazione di copertura: se non vedo errato ha impedito la pubblicazione ufficiale delle indagini della commissione Ruini, voluta dal Papa Benedetto XVI, che è risaputo siano impietose verso il clan di medjugorie; e avrebbe mandato in loco un visitatore apostolico dichiaratamente medjugoriano che de facto ha esautorato il vescovo locale, il quale, come il suo predecessore, condanna la mega truffa. Dall'altro canto mi risulta che la falsa "gospa" sia sempre piuttosto benevola verso l'apostata argentino: quando si dice "una mano lava l'altra".


    Grazie come sempre e un caro abbraccio.

    Ci benedica e ricordi sull'altare.

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  3. Sequenza "Victimae Paschali" e Alleluia - Cappella Musicale Antoniana
    https://www.youtube.com/watch?v=ZBbLX2kkny8
    Buona e Santa Pasqua a Don Elìa e fedeli tutti della Piccola Chiesa virtuale. Alleluja !
    Ave Maria!

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    1. Grazie! Ricambio di cuore a tutti voi e vi benedico.

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  4. Quella dei "segreti" è una mania!

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  5. Chiunque sia in grado di farlo si iscriva a questo pellegrinaggio in Spagna Dal 23 al 25 Luglio 2022
    Más Info: https://nscristiandad.es/

    https://www.facebook.com/unavoce.sevilla/photos/a.1023839267656252/7542021532504627/
    Guadagnate il tempo torneando per Lei, per i begli occhi di Lei, per la vittoria di Lei sulle anime!

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  6. Don Elia, perché non ha pubblicato i miei commenti? Solo perché denunciavo l'acredine di un precedente commento (forse un prolungamento del suo articolo, mascherato da commento?)? Oppure perché denunciavo il pericolo di ignorare gli ultimi appelli della Madonna, col vostro essere troppo sicuri?

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    1. Perché non voglio ospitare polemiche senza fine. Anch'esse, infatti, raffreddano la carità e distolgono le anime dal loro vero compito, quello di santificarsi. La Madonna vuole che preghiamo, facciamo penitenza e pratichiamo le virtù; d'altro non c'è bisogno. Sia detto una volta per tutte.

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