Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 14 dicembre 2024


Cosa ci direbbe Gesù

 

 

– Io sono il vostro Dio, il vostro Creatore, il vostro Salvatore, la vostra Vita, il vostro eterno Bene. Voi, però, non mi riconoscete né mi onorate per quello che sono. Se lo faceste, non vi turbereste per nessun motivo al mondo; invece vi agitate e scomponete, inveite e gridate ogniqualvolta permetto ai miei nemici, operanti dentro e fuori della Chiesa, di offendermi o di scandalizzarvi. Io li lascio fare proprio per mettervi alla prova, così da farvi vedere quanto poco le vostre anime contino sulla mia sapienza e onnipotenza, che per voi son soltanto parole, ma sono realtà così grandi e magnifiche che, anche ad averne una pur pallida idea, si rimane sopraffatti dallo stupore.

Che fede è la vostra? Quale visione del mondo vi ispira? Vi dona essa pace, forza e serenità? Il vostro incessante lamentarvi smentisce la fede autentica, tradendo un modo troppo umano di vedere situazioni e avvenimenti dei quali neppure uno sfugge al mio sapientissimo governo né manca, in un modo o nell’altro, di concorrere al bene. I vostri discorsi e valutazioni assomigliano fin troppo a quelli dei mondani, al punto che l’essere cattolici sembra più un appartenere ad un partito politico che il partecipare alla mia vita nel pensare, nel sentire e nell’agire; il vostro modo di credere è più vicino ad un’ideologia che al conoscere intimamente me.

Chi mi è realmente unito nel cuore e nella mente soffre, certo, nel vedermi oltraggiato nelle maniere più vergognose, ma non perde per questo la pace interiore, poiché sa bene che nulla può ledere la mia maestà sovrana né limitare il mio impero su tutto l’universo. Coloro che mi offendono non sono altro che poveri folli votatisi alla perdizione, malgrado l’immensa misericordia con cui ho versato il sangue per loro e in spregio della felicità senza fine che desidero donare ad ogni uomo. L’insensata protervia della loro ribellione è il mezzo con cui si procurano da sé la dannazione, ma non toglie nulla alla mia gloria infinita né alla beatitudine di coloro che mi amano.

Per non conoscermi davvero, voi rifiutate la realtà del tempo in cui ho voluto farvi vivere perché ne aveste il maggior beneficio e il maggior merito possibili. Come mai faticate tanto a capire che, se tutto è disposto dalla mia provvidenza in modo perfettissimo, ogni cosa torna a vostro vantaggio? Perché vi ostinate a voler trovare soluzioni a problemi che non vi competono e superano le umane possibilità? Perché vi disperdete dietro tanti maestri di menzogna che vi trascinano verso il baratro della superbia e dell’insubordinazione a qualunque autorità? Perché ponete il vostro giudizio privato al di sopra di ogni istanza, quasi fosse l’organo della verità assoluta?

Curioso paradosso: col pretesto di rimanermi fedeli e di difendermi (casomai ne avessi bisogno!) voi vi ribellate come Lucifero, pretendendo di ergervi a principio del vostro essere e a norma del vostro agire. Si potrebbe cadere in una contraddizione più lampante? Chi potrebbe escogitare cosa più assurda? Voi non accettate il mio modo di guidare la storia che state vivendo, contestate le vie che ho scelto e rigettate i mezzi da me adoperati! Ecco ciò che voglio portarvi a capire: questo è il motivo per cui la prova non termina; essa perdurerà finché non vi sottometterete senza condizioni alla mia conduzione del mondo con un atto di fede pura.

Molti penseranno, a questo punto, che io vi stia chiedendo di approvare il male che imperversa nella società e nella Chiesa, ma ovviamente non è così: vi sto spronando ad aprire gli occhi alla realtà della mia infinita potenza e sapienza, con la quale dirigo anche il più piccolo accadimento verso il trionfo del bene e la realizzazione dei miei disegni, per la gloria del Padre e la salvezza delle anime. Non sono forse stato capace di trasformare la suprema ingiustizia della mia condanna alla morte di croce nella sorgente di tutte le benedizioni? Non conservo forse la capacità, ora che sono in cielo, di volgere in positivo le più atroci nefandezze?

– Sì, Signore Gesù: ammettiamo di averti amato in modo fraudolento, amando piuttosto noi stessi di un amore disordinato, benché ammantato di uno zelo apparente, così dannoso alla Tua santa Chiesa. Ora, finalmente, comprendiamo che la prima esigenza di un servizio efficace alla Tua causa è il completo abbandono a Te nell’adorazione, unica nostra felicità: se Tu sei qui con noi, nulla potrà nuocerci; se Ti riceviamo come cibo dell’anima, nulla potrà sopraffarci; se il Tuo santo Sacrificio è il nostro baricentro, nulla potrà scuoterci; se il Rosario è la catena che ci lega a Te, nulla potrà mai spaventarci. Sii lodato, ringraziato e benedetto in eterno!


1 commento:

  1. Non è una locuzione interiore né alcun'altra esperienza mistica, bensì un semplice frutto della meditazione e del dialogo con Dio.

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