Cosa ci direbbe Gesù
– Io sono il vostro Dio, il vostro Creatore, il vostro Salvatore,
la vostra Vita, il vostro eterno Bene. Voi, però, non mi riconoscete né mi
onorate per quello che sono. Se lo faceste, non vi turbereste per nessun motivo
al mondo; invece vi agitate e scomponete, inveite e gridate ogniqualvolta
permetto ai miei nemici, operanti dentro e fuori della Chiesa, di offendermi o
di scandalizzarvi. Io li lascio fare proprio per mettervi alla prova, così da
farvi vedere quanto poco le vostre anime contino sulla mia sapienza e
onnipotenza, che per voi son soltanto parole, ma sono realtà così grandi e
magnifiche che, anche ad averne una pur pallida idea, si rimane sopraffatti
dallo stupore.
Che fede è la vostra? Quale visione del mondo vi ispira? Vi dona
essa pace, forza e serenità? Il vostro incessante lamentarvi smentisce la fede
autentica, tradendo un modo troppo umano di vedere situazioni e avvenimenti dei
quali neppure uno sfugge al mio sapientissimo governo né manca, in un modo o
nell’altro, di concorrere al bene. I vostri discorsi e valutazioni assomigliano
fin troppo a quelli dei mondani, al punto che l’essere cattolici sembra più un
appartenere ad un partito politico che il partecipare alla mia vita nel
pensare, nel sentire e nell’agire; il vostro modo di credere è più vicino ad
un’ideologia che al conoscere intimamente me.
Chi mi è realmente unito nel cuore e nella mente soffre, certo, nel
vedermi oltraggiato nelle maniere più vergognose, ma non perde per questo la
pace interiore, poiché sa bene che nulla può ledere la mia maestà sovrana né
limitare il mio impero su tutto l’universo. Coloro che mi offendono non sono
altro che poveri folli votatisi alla perdizione, malgrado l’immensa
misericordia con cui ho versato il sangue per loro e in spregio della felicità
senza fine che desidero donare ad ogni uomo. L’insensata protervia della loro
ribellione è il mezzo con cui si procurano da sé la dannazione, ma non toglie
nulla alla mia gloria infinita né alla beatitudine di coloro che mi amano.
Per non conoscermi davvero, voi rifiutate la realtà del tempo in
cui ho voluto farvi vivere perché ne aveste il maggior beneficio e il maggior
merito possibili. Come mai faticate tanto a capire che, se tutto è disposto
dalla mia provvidenza in modo perfettissimo, ogni cosa torna a vostro
vantaggio? Perché vi ostinate a voler trovare soluzioni a problemi che non vi
competono e superano le umane possibilità? Perché vi disperdete dietro tanti
maestri di menzogna che vi trascinano verso il baratro della superbia e
dell’insubordinazione a qualunque autorità? Perché ponete il vostro giudizio
privato al di sopra di ogni istanza, quasi fosse l’organo della verità
assoluta?
Curioso paradosso: col pretesto di rimanermi fedeli e di difendermi
(casomai ne avessi bisogno!) voi vi ribellate come Lucifero, pretendendo di
ergervi a principio del vostro essere e a norma del vostro agire. Si potrebbe
cadere in una contraddizione più lampante? Chi potrebbe escogitare cosa più
assurda? Voi non accettate il mio modo di guidare la storia che state vivendo,
contestate le vie che ho scelto e rigettate i mezzi da me adoperati! Ecco ciò
che voglio portarvi a capire: questo è il motivo per cui la prova non termina;
essa perdurerà finché non vi sottometterete senza condizioni alla mia
conduzione del mondo con un atto di fede pura.
Molti penseranno, a questo punto, che io vi stia chiedendo di
approvare il male che imperversa nella società e nella Chiesa, ma ovviamente
non è così: vi sto spronando ad aprire gli occhi alla realtà della mia infinita
potenza e sapienza, con la quale dirigo anche il più piccolo accadimento verso
il trionfo del bene e la realizzazione dei miei disegni, per la gloria del
Padre e la salvezza delle anime. Non sono forse stato capace di trasformare la
suprema ingiustizia della mia condanna alla morte di croce nella sorgente di tutte
le benedizioni? Non conservo forse la capacità, ora che sono in cielo, di
volgere in positivo le più atroci nefandezze?
– Sì, Signore Gesù: ammettiamo di averti amato in modo fraudolento, amando piuttosto noi stessi di un amore disordinato, benché ammantato di uno zelo apparente, così dannoso alla Tua santa Chiesa. Ora, finalmente, comprendiamo che la prima esigenza di un servizio efficace alla Tua causa è il completo abbandono a Te nell’adorazione, unica nostra felicità: se Tu sei qui con noi, nulla potrà nuocerci; se Ti riceviamo come cibo dell’anima, nulla potrà sopraffarci; se il Tuo santo Sacrificio è il nostro baricentro, nulla potrà scuoterci; se il Rosario è la catena che ci lega a Te, nulla potrà mai spaventarci. Sii lodato, ringraziato e benedetto in eterno!
Non è una locuzione interiore né alcun'altra esperienza mistica, bensì un semplice frutto della meditazione e del dialogo con Dio.
RispondiElimina