Una parola sui movimenti
Surgent enim
pseudochristi et pseudoprophetae et dabunt signa magna et prodigia, ita ut in errorem inducantur, si fieri potest, etiam electi (Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e
prodigi, così che siano indotti in errore, se possibile, perfino gli eletti; Mt
24, 24).
L’assurda farsa pandemica, se da una parte ha svelato la vera
natura e finalità dei regimi “democratici”, dall’altra ha dissipato ogni dubbio
residuo circa la reale identità e funzione dei movimenti “cattolici”. Sul
versante civile, è ormai chiaro che la dialettica destra-sinistra è soltanto
una contrapposizione apparente, messa in atto per illudere i popoli che i loro
diritti siano difesi dai partiti e che il voto serva a sostenerli
nell’interesse comune. In realtà ogni formazione politica, dentro e fuori
l’arco costituzionale, è controllata dalla finanza internazionale, che possiede
altresì, con poche eccezioni, tutti i mezzi di comunicazione, compresa la maggior
parte di quelli chiesastici. Quel che si stenta a credere è che la piovra
globale abbia suscitato e sfruttato per i suoi fini anche quelle realtà
ecclesiali che per decenni si sono spacciate per il frutto più fecondo e, al
contempo, il traino più efficace del rinnovamento spirituale della Chiesa.
Considerato il preminente ruolo della massoneria nella primavera
conciliare, peraltro, non ci si poteva certo aspettare granché di buono da
quanti si sono attribuiti da sé il compito di attuarla, ma il loro comportamento
in occasione della recente crisi sanitaria ha spinto all’apice le perplessità
di coloro che ancora ragionano. In un primo tempo detti movimenti, risucchiati
dal confinamento, si sono momentaneamente eclissati con la sospensione
di ogni incontro diretto, proprio quando i fedeli si vedevano abbandonati anche
dai Pastori, ritrovandosi così, in una situazione di inedita prova, privi di
ogni sostegno e punto di riferimento. Nella seconda fase della pandemia,
al contrario, i loro dirigenti han rifatto capolino per imporre a tutti i
membri la cosiddetta vaccinazione e mettere i riottosi al bando dalle riunioni,
come ci risulta da testimonianze dirette. La vocazione “profetica” di tali
aggregazioni, dunque, sembra proprio quella di aver spianato la strada al nuovo
ordine mondiale tramite l’indottrinamento e il condizionamento degli
adepti.
Curiose somiglianze
Non paiano esagerate queste affermazioni. I movimenti, malgrado le diverse
accentuazioni (da quelli più giudaizzanti a quelli più protestantizzanti, fino
a quelli palesemente sincretistici), hanno in comune alcuni tratti analoghi a
quelli delle sètte. I princìpi dottrinali e comportamentali son dettati da capi
generalmente privi di una solida formazione teologica e tuttavia dotati di
un’autorità pressoché indiscutibile, che non ha praticamente limiti né in foro
esterno né in foro interno. Spesso anche le decisioni importanti della vita
familiare sono delegate all’arbitrio di guide improvvisate, inebriate del proprio
ruolo e convinte di essere canale diretto della manifestazione della volontà
divina. Non di rado le loro indicazioni confliggono gravemente con il buon
senso e con la sana dottrina, di cui fan difetto anche i loro insegnamenti,
presentati però con una pretesa di autorevolezza che rende superfluo il Magistero,
accolto unicamente nella misura in cui sembra offrire conferme.
Una costante metodologica, largamente applicata pure in seminari e
conventi, è l’incitare gli aderenti a mettere in pubblico difficoltà personali,
problemi familiari ed esperienze intime, in una sorta di terapia di gruppo che
viola il nativo diritto alla riservatezza, abolisce la sfera privata, mina la
stabilità psicologica e provoca dipendenza dalla collettività. Tale prassi
rischia di dissolvere l’individualità con l’ineludibile carico di
responsabilità che ogni essere umano deve necessariamente portare, fino a
obnubilare la coscienza in nome della “comunione” e del progresso del gruppo.
Chi è restio ad “aprirsi” viene guardato con sospetto e preoccupazione, fino ad
esser messo ai margini e, infine, rigettato, qualora si ostini a non volersi “convertire”.
Uno che mantenga l’autonomia di giudizio, in effetti, rappresenta
un’intollerabile minaccia per l’autoritarismo dei capi e per il raggiungimento
dei fini che il movimento si prefigge (probabilmente diversi da quelli
dichiarati).
Effetti avversi
Il controllo mentale di milioni di persone a vario titolo impegnate
nella Chiesa (operatori pastorali, sacerdoti, religiosi, vescovi e
persino cardinali) è indubbiamente un risultato fantastico per chi vuole
influenzarla fino a snaturarla. Il condizionamento interiore basato su
motivazioni “spirituali” è in assoluto il più potente, invasivo e difficile da
superare; chi ne rimane traumaticamente deluso si getta spesso verso la sponda
opposta, con un ribaltamento di condotta che mostra in modo impietoso quanto poco
la vocazione cristiana fosse stata realmente interiorizzata. È sicuramente
arduo, una volta che si è abboccato all’allettamento di una proposta religiosa
che si presenta con l’esclusività del vero cristianesimo, resistere a un
indottrinamento sistematico che si ammanta dell’autorità – a seconda dei casi –
o dell’interpretazione esistenziale delle Scritture o dei carismi dello Spirito Santo
o di presunte esperienze mistiche.
In certi movimenti, i testi del fondatore o della fondatrice
costituiscono l’unica fonte di insegnamento, imprescindibilmente utilizzata in
qualsiasi contesto e in ogni fase della pretesa “formazione”, quasi
rappresentassero una nuova rivelazione capace di assicurare la salvezza definitiva.
Tale afflato escatologico preclude ogni possibile ripensamento, che equivarrebbe
automaticamente alla perdizione; gli stretti vincoli psicologici instaurati, d’altronde,
scoraggiano a priori un possibile allontanamento. Analogamente avviene –
per inciso – in certe aggregazioni tradizionaliste scismatiche che a parole
anatematizzano i moderni movimenti, ma nei fatti, nell’artificiosa congiuntura
pandemica, li hanno per lo più imitati. Al di là delle divergenze ideologiche,
una possibile spiegazione di ciò potrebbe connettersi alla costatazione che quasi
tutte queste organizzazioni religiose, a prescindere dal rispettivo
orientamento, sono diventate imperi finanziari e quindi, con buona probabilità,
debbono obbedire ai diktat dell’alta finanza.
Ciò che più lascia interdetti è che tali percorsi (almeno quelli
moderni) trascurino sistematicamente l’educazione morale delle coscienze, le
quali, dopo anni e anni di convinta adesione, sono ancora ignare dei suoi
elementi fondamentali e dipendono in tutto e per tutto dal “discernimento” dei
capi. Tale profonda ignoranza, per lo più incolpevole, è coperta da una
presunta preparazione in ambiti secondari che, pur non poggiando su solidi
pilastri dottrinali, è tuttavia percepita come un fattore di eccellenza –
fatto, questo, che soffoca l’umile consapevolezza di dover colmare le proprie
lacune e rinchiude così le persone in una situazione spirituale senza via
d’uscita. Un indice particolarmente evidente di questa carenza è il
comportamento sessuale, spesso piuttosto disinibito, del quale non si avverte
la gravità. Quand’anche si abbia una vaga avvertenza della sua peccaminosità,
il problema è sbrigativamente liquidato, di solito, con una fiducia temeraria
nella misericordia divina o con un comodo appello, di sapore protestantico,
alla propria condizione di peccatore.
Provvidenziale scappatoia
Le storture osservate non sono accidentali, ma di portata
strutturale. Ciò non impedisce che singoli aderenti in buona fede si santifichino
con quel che di valido trovano nella loro esperienza (dato che nulla, nella
Chiesa, può essere cattivo in toto), ma questo non è sufficiente per una
valutazione positiva delle diverse proposte in sé stesse, le quali, escludendo
quasi ogni riferimento a fonti antecedenti, si pongono non in continuità con la
tradizione cattolica, bensì in alternativa ad essa. Non si può parlare,
infatti, di sviluppo, ma di radicale inizio di nuove forme di religiosità, in
singolare armonia con la volontà, invalsa dopo il Vaticano II, di rifare la
Chiesa stessa in ogni suo aspetto. Quel che vi si trova di buono – come nei
documenti conciliari – è soltanto ciò che già esisteva; le novità son cose dubbie
o malsane. In conclusione, anche qui possiamo costatare come la Divina
Provvidenza tragga il bene dal male: chi si è trovato ad essere discriminato o
addirittura espulso dal suo movimento perché non “vaccinato”, ne ringrazi il
Signore e torni alle vere sorgenti della Tradizione: scoprirà un tesoro
inesauribile e troverà la vera via della salvezza.
Simile est regnum caelorum thesauro abscondito in agro; quem qui invenit homo… (Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; l’uomo che l’ha trovato…; Mt 13, 44).
Eccellente
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