Per amore della verità
e della giustizia
La verità provocò l’odio. Non si poterono tollerare con animo
tranquillo gli avvertimenti del santo uomo di Dio, il quale, certamente,
cercava la salvezza di coloro che in tal modo ammoniva. Essi gli resero male
per bene. Cosa avrebbe egli detto, infatti, se non ciò di cui era pieno? e cosa
avrebbero risposto quelli, se non ciò di cui erano pieni? (sant’Agostino, Sermo CCCVII in Decollatione beati Ioannis Baptistae, 1; PL 38, 1406).
Sempre il Signore soccorre coloro che sinceramente desiderano
compiere la Sua volontà, sciogliendo le perplessità e donando loro indicazioni
sul da farsi. È l’Ufficio Divino ben meditato, molto spesso, a fornirle quando
uno meno se lo aspetta, rischiarandone la mente e pacificandone il cuore. Il
passo di sant’Agostino sopra riportato calza perfettamente – mutatis mutandis – al tentativo di dirimere la polemica da poco scoppiata sulla
Fraternità Sacerdotale San Pio X. Con ineccepibile professionalità, precisione
di dati e di termini, innegabile pacatezza e obiettività, la dottoressa
Scrosati (alla quale va tutta la nostra solidarietà) si è limitata a fornire un
quadro dei fatti oggettivi attinenti alla situazione di scisma in cui detta
società si trova e all’illegittimità del ministero esercitato dai sacerdoti che
ne sono membri. Più d’uno si è domandato se, con quel che sta succedendo nella
Chiesa, era opportuno prender di mira chi cerca di arginare la crisi. La
risposta è che, mentre è ben evidente la minaccia di coloro che, gettata la
maschera, hanno mostrato il loro volto di apostati, è molto più nascosto il
pericolo proveniente da chi, per ragioni in apparenza sante, divide la Chiesa e
impone ai fedeli precetti e divieti senza averne alcuna autorità, ma
rivendicandola con procedimenti mistificatori.
Benché la Fraternità non goda, all’interno della Chiesa Cattolica,
di alcun riconoscimento canonico, la designiamo per comodità con il nome che
aveva quando ancora esisteva, prima di esser soppressa il 6 Maggio 1975 – con
atto forse ingiusto, ma assolutamente legittimo – da monsignor Pierre Mamie,
successore sulla cattedra di Losanna-Ginevra-Friburgo di monsignor François
Charrière, il quale, il 1° Novembre 1970, l’aveva eretta come Pia Unione, ossia
come forma di aggregazione ecclesiale che dipendeva direttamente dall’Ordinario
e non poteva incardinare sacerdoti. Il fatto che il ricorso di monsignor
Lefebvre alla Santa Sede sia rimasto senza risposta, pur essendo una grave
inadempienza, non invalida l’atto di soppressione; l’esecuzione di quest’ultimo
avrebbe forse potuto esser sospesa fintanto che, una volta accolto il
ricorso, la questione non fosse stata definita. Nessun dubbio che
l’ignorare un legittimo ricorso sia stata una soluzione disonesta, ma così è
avvenuto; continuare ad agire come se i fatti non fossero accaduti
costruendosi un mondo a parte, a lungo andare, rischia di far perdere i
contatti con la realtà, come dimostra altresì il pervicace riferirsi a un
codice che non è più in vigore dal 27 Novembre 1983.
Odio per la verità e scelte inammissibili
Come osserva l’Ipponate, il proclamare la verità genera l’odio in
quanti la rifiutano, i quali non posson sopportare gli ammonimenti di chi, per
pura carità, tenta di avvertirli del pericolo in cui si trovano e si preoccupa
della loro salvezza. L’uno e gli altri esprimono ciò che riempie la mente e il
cuore: da un lato, la tranquilla pazienza del medico che formula una diagnosi;
dall’altro, l’animosità e l’acredine di chi non ha veri argomenti da esibire,
ma solo tre o quattro idee ripetute fino alla nausea, che non dimostrano né confutano
un bel niente. È assurdo pensare che possa sussistere uno stato di necessità
(situazione circoscritta nel tempo e nello spazio) che coinvolga la Chiesa
nella sua interezza e duri da decenni; perché ciò fosse vero, bisognerebbe che
tutti e singoli i membri della gerarchia fossero eretici formali da
cinquant’anni, cosa che non è neppure ipotizzabile da chi ha la fede cattolica:
si sarebbe così costretti a concludere che il Signore non avrebbe mantenuto la
Sua promessa riguardo all’indefettibilità della Chiesa (cf. Mt 16, 18). Ci sono
poi i tre mantra, logori fino alla consunzione, riguardanti le dottrine
eterodosse del Vaticano II: collegialità, ecumenismo e libertà religiosa. I
veri cattolici, in realtà, non ci pensano più, mentre un bravo candidato al
sacerdozio, con un po’ di abilità, può evitare quegli scogli, visto che le
convinzioni dottrinali, purtroppo, non sono affatto un criterio di
discernimento negli attuali seminari.
Ovviamente c’è ben poco di cui rallegrarsi circa le condizioni
della Chiesa visibile nel suo complesso, ma ciò non giustifica certo la
creazione di una struttura gerarchica parallela fondata – udite, udite – su
un’applicazione straordinaria del diritto canonico, la quale sarebbe
giustificata da una situazione eccezionale. Con questo principio la Chiesa si
polverizzerebbe: chiunque fosse convinto di essere autorizzato ad applicare il
diritto in modo straordinario (e, per giunta, secondo un codice non più in
vigore) potrebbe sentirsi legittimato ad agire in modo del tutto indipendente,
come pare ritenere un recente epigono dell’arcivescovo francese scomparso nel
1991. Due anni fa, su queste pagine, non potemmo trattenerci dal rendergli
giustizia contro un indecente attacco basato su un’accusa ridicola; oggi siamo
costretti a dissociarci vigorosamente dalle sue scelte successive: erigere un
seminario clandestino e ordinare sacerdoti senza poterli incardinare è una
grave violazione dell’ordinamento canonico, nonché un intollerabile abuso della
fiducia di giovani la cui appartenenza alla Chiesa è posta in serio pericolo e
il cui futuro può esser pregiudicato per sempre.
Affermare che, per rimanere fedeli a Cristo e alla Tradizione, sia necessario,
anzi doveroso rendersi canonicamente indipendenti (a parte la
contraddizione in termini) è contrario alla volontà di Cristo e alla costante
Tradizione della Chiesa. Pretendere di giudicare in foro esterno, senza averne
l’autorità, chi all’interno della gerarchia è un lupo travestito da agnello
in quanto, in nome di Dio, agisce contro Dio, è un tentativo di
sovvertire l’ordine costitutivo della Chiesa, divinamente stabilito. Si tratta
in realtà di una prassi tipicamente rivoluzionaria che nessun gioco di parole
può far passare per resistenza, se in realtà è ribellione: altro è
resistere in coscienza, altro è l’aperta insubordinazione. Una cosa è rifiutare
l’obbedienza a singoli ordini illegittimi, se necessario facendo ricorso
all’autorità superiore; un’altra è esercitare il sacro ministero senza missio canonica, il che comporta la sospensione a divinis e inclina
all’eresia, in quanto misconosce sul piano pratico che il presbitero non può
operare legittimamente se non in obbedienza a chi governa una diocesi o
l’istituto religioso di appartenenza. Non si guariscono i mali della Chiesa
militante causando mali peggiori e incentivando lo spirito di divisione,
confusione, antagonismo. Non è affatto chiaro, peraltro, come e da chi possa
esser stabilito quando sarà terminata la fase di generale sovversione e
si potrà ricominciare ad obbedire.
Una parola definitiva sui lefebvriani
Per chiudere il cerchio, ritorniamo a monsignor Lefebvre. Non ci
azzardiamo certo a scrutarne le intenzioni, che Dio solo conosce e ha già
giudicato, bensì gli atti e le loro conseguenze. Ordinare vescovi non
semplicemente senza mandato pontificio, ma contro l’espressa
volontà del Papa, è un atto per sua stessa natura scismatico. Se mi dài un
pugno in pieno viso rompendomi il setto nasale, val poco la scusa che non avevi
l’intenzione di rompermelo, giacché l’atto di colpire con forza la faccia di
qualcuno comporta, per sua stessa natura, quella conseguenza; se pertanto non
hai davvero l’intenzione di rompermi il naso, non devi colpirmi in pieno
viso. Così è di un atto che, per sua stessa natura, spezza la comunione
ecclesiale. La smettano una volta per tutte con le acrobazie intellettuali di
chi scinde il potere d’ordine dal potere di giurisdizione, i quali sono
inseparabili: l’ordinazione episcopale è conferita in vista del governo
pastorale del Popolo di Dio, anche se non sempre esercitato in forma diretta.
Consacrare un vescovo non è come amministrare la Cresima: sono sì entrambi atti
sacramentali, ma di portata ecclesiologica ben diversa.
In conclusione, non sussiste alcun ragionevole dubbio che
l’organizzazione che si denomina Fraternità Sacerdotale San Pio X sia in
stato di scisma; affermare di essere in comunione con il Papa solo perché lo si
nomina nel Canone è un’espressione fraudolenta, se poi non gli si obbedisce in
nulla. Per tal motivo i sacerdoti appartenenti alla Fraternità esercitano il
sacro ministero in modo illegittimo; il fatto che la Santa Sede abbia
autorizzato i fedeli a partecipare alle Messe da loro celebrate e perfino
concesso a quei sacerdoti la facoltà di assolvere dai peccati e di assistere ai
matrimoni è un’evidente anomalia giuridica, che ingenera la falsa impressione
che sia tutto in ordine, quando invece così non è affatto. Dato però che non
abbiamo l’autorità di proibire ai fedeli di ricevere i Sacramenti da loro,
possiamo soltanto sconsigliarlo e raccomandare di non lasciarsi influenzare da
quanto inculcano, poiché chi aderisce formalmente a un movimento scismatico,
condividendone le idee e frequentandolo in via esclusiva, incorre nella
scomunica.
Quanto ai sacerdoti membri che soffrono di questa situazione, ma
sono ostaggio di una minoranza oltranzista che rifiuta per principio qualunque
ipotesi di accordo, consigliamo loro di domandare l’ammissione a uno degli
istituti tradizionali approvati dalla Santa Sede, come alcuni han già fatto.
All’eventuale richiesta di accettare i documenti del Concilio Vaticano II si
può ottemperare con una riserva mentale, cioè con un’adesione limitata a quanto
in essi corrisponde all’insegnamento costante della Chiesa e vincola perciò la
coscienza. In realtà quell’evento infelice, se non fossero proprio i
lefebvriani a tenerne vivo il ricordo, è stato sostanzialmente rimosso dalla
memoria dei credenti: gli autentici cattolici non vi pensano più, mentre i
progressisti si son spinti ben oltre, lasciandoselo alle spalle. La volontà del
Signore è che, onde non uscire dalla Comunione dei Santi, restiamo nell’unico
ovile, servendo il Corpo Mistico con la parola, il sacrificio, l’esempio e
preparando così la nuova fioritura che la Provvidenza sta già realizzando in
modo discreto ma irresistibile.
Di recente siamo stati costretti, onde non aggravare la colpa di chi li ha scritti, a stralciare un certo numero di commenti piuttosto carenti di carità e rispetto. Ciò che colpisce è che, senza mai entrare nel merito delle osservazioni proposte, non si fa altro che diffamare chi le propone. Dal punto di vista logico, questa incapacità di opporre obiezioni sensate è una conferma indiretta di cui ringraziamo la Provvidenza, che volge in bene anche il male.
RispondiEliminaVada avanti così padre. La situazione sarebbe grottesca se non fosse tragica...si viene attaccati e insultati pesantemente non appena tocchi la FSSPX, rendendo impossibile ogni confronto costruttivo, specie se fai notare che - tolta l'indubbia buona fede di tanti, smarriti dinanzi alle sofferenze e ai sacrilegi cui si è costretti ad assistere nella quasi totalità delle chiese - l'atteggiamento settario va verso l'eresia, ed è ampiamente comprovato con le comunità sedevacantiste, formatesi quasi tutte a seguito dell'atto scismatico di mons. Lefebvre. Di contro, le varie realtà come FSSP e Istituto Cristo Re sono il "ramo sano" della Tradizione, nate da chi aveva buona volontà di non persistere in una situazione anomala e nociva per la Chiesa. E curiosamente, proprio da sacerdoti di suddette istituzioni ho sentito condanne contro i sieri e gli abusi della "pandemia", al contrario delle imbarazzanti dichiarazioni dei lefevriani in merito... forse perché la superbia e la disobbedienza, tra le altre, sfociano inevitabilmente nell'intemperanza?
RispondiEliminaIn questi ultimi anni sono arrivato maggiormente alla conclusione che occorra difendersi molto più dal "fuoco amico", con dolore enorme se penso che si era imboccata una via comune, allo scoppio della reclusione di massa del 2020 (vedi i deliri ormai quotidiani del vescovo nascosto che spinge sempre più persone in mano ai suddetti sedevacantisti o agli scapestrati singoli scomunicati, idolatri di Benedetto XVI). I modernisti invece quelli sono, le loro mosse sono ampiamente prevedibili, l'abisso che scavano può e deve scioccare, ma te li aspetti. Ed è molto comodo ergesi a custodi della verità e bollare tutto come falso e invalido, mentre altri sudano nella vigna devastata dai cinghiali.
Povera Chiesa, i tuoi figli si fanno la guerra, mentre gli infiltrati agiscono leccandosi i baffi, e i nemici esterni sono "rincuorati". Pietà di noi, Signore! Meritiamo questo e molto altro per i nostri peccati...ma sappiamo che non ci farai mancare la tua grazia, se la chiederemo con cuore umile e contrito e non per nostro interesse.
Solamente condividere questo ben poco travisabile suo articolo, padre, provocherà schiuma di bile e "orecchie turate", come per i nazarethani della sinagoga, ma la situazione delle ultime settimane ha ampiamente dimostrato che è necessario. Lei continui a parlare, perché c'è bisogno di sacerdoti coraggiosi e consapevoli che i tempi malvagi richiedono risposte chiare, non ambigue o accomodanti. Lei vive di Dio e della Provvidenza, contro tutti i falsi amici e portando una croce dolorosissima...per quello che può servire, la sostengo con la preghiera, la condivisione e l'affetto.
Grazie di cuore!
EliminaRicambio con la benedizione e il ricordo nella Messa.
E' un dolore, una sofferenza , un'asfissìa per me constatare che ci sono alcuni cattolici ultras che spaccano il capello in quarantaquattro e non intendono ragioni di sorta. Che la Santa Vergine Immacolata in questo Santo giorno che ricorda la Sua nascita ci ottenga finalmente che questa ferita che la Provvidenza ha portato allo scoperto venga pulita, medicata e definitivamente risanata. Così sìa!
RispondiEliminaAve Maria Purissima !
Caro don "Elia", la ringrazio per avermi risposto sotto il suo post del 26 agosto, ma le sue argomentazioni lasciano molto a desiderare.
RispondiEliminaVisto che ha chiuso i commenti, in quel post, le chiedo spiegazioni da qui.
Lei afferma che la FSSPX è in una posizione illecita, fuori dalla Comunione dei santi e dalla grazia di Dio.
Vorrebbe allora spiegarmi, anzi spiegare a tutti, per quale ragione la Gerarchia di Roma riconosce alla Fraternità la giurisdizione nell'amministrazione della Confessione, del Matrimonio, delle ordinazioni sacerdotali, oltre che nei delicta graviora?
Come sottolinea Francesco Patruno, se i sacerdoti Lefebvriani fossero scismatici, Roma non potrebbe riconoscere alcuna giurisdizione alla Fraternità. Invece Roma ne ha riconosciuto a pieno non solo la validità, ma anche la liceità, riconoscendo la giurisdizione; cosa che non avviene, ad esempio, con i sedicenti "ortodossi", veri scismatici.
Tant'è vero che per un matrimonio fra cattolico e "ortodosso" è necessaria al cattolico la licenza dell'Ordinario, invece nel caso della Fraternità, no. E ciò almeno dal 2017.
Allora può spiegarci come farebbe la FSSPX ad avere questi riconoscimenti di giurisdizione da Roma, se, come lei afferma, sarebbe fuori dalla Comunione dei santi, dalla Grazia e dalla liceità?
Se lei è in buona fede, mi pubblicherà e risponderà nel merito.
Se non lo farà, ne trarremo le evidenti conclusioni.
Infine, per quanto riguarda Matteo il povero, lei aveva il dovere morale di sottolineare che, nonostante quella sua buona meditazione, egli era nella contraddizione fatale e intraducibile di essere, lui sì, fuori dalla Comunione dei santi e dalla grazia di Dio, in quanto scismatico "ortodosso".
E non c'è vera sapienza divina in chi è fuori dalla Chiesa: Extra Ecclesia Nulla Salus.
Lei doveva sottolinearlo, perché sa molto bene quanti cattolici delusi vanno a dannazione abbracciando lo scisma "ortodosso"!
Questo perché ben pochi sacerdoti ammaestrano i fedeli sulla posizione fuori dalla Comunione dei santi in cui si trovano i tanto coccolati "ortodossi"!
Dice di essere mosso nei suoi attacchi ai Lefebvriani dalla sola ansia di salvezza delle anime e non mette in guardia chi è rimasto affascinato dalle meditazioni di uno Scismatico fatto e finito?
Che contraddizione è questa?
La stessa di certi noti sacerdoti "conservatori" e falso-ecumenisti, implacabili con la Fraternità, ma tanto indulgenti coi veri scismatici foziani, al punto da definirli "Chiesa anche loro"?
Può, per Carità e Verità, spiegarci anche questo suo diverso atteggiamento rispetto ai Lefebvriani e ai veri scismatici "ortodossi"?
Ripeto: se lei è in buona fede, sono certo che non avrà difficoltà a pubblicare questo commento e rispondere a entrambe le domande con puntualità.
Buona Festa della Natività di Maria santissima.
Giovanni
Caro Giovanni, come ho scritto nell'articolo, il fatto che ai sacerdoti della Fraternità sia stata concessa da Bergoglio la facoltà di assolvere e di assistere ai matrimoni (nonché, ai loro superiori, quella di giudicare i colpevoli dei delitti più gravi) è una grave anomalia giuridica, proprio perché non hanno la giurisdizione.
EliminaRiguardo ai cristiani orientali separati (che vanno distinti dai bizantini ortodossi), il discorso è ben più complesso, poiché le divisioni del V secolo furono causate da incomprensioni sul significato dei termini teologici più che da reali divergenze dottrinali riguardanti la Persona di Cristo. Le semplificazioni teologiche non giovano di certo all'unità della Chiesa; occorrono conoscenze approfondite e molta umiltà. Riconoscere questo non equivale a incitare i cattolici ad andare dagli ortodossi, i quali, avendo ordini validi, costituiscono comunque vere Chiese di origine apostolica, a differenza dei protestanti.
Guardate che il diverso trattamento deriva dal fatto che i foziani mica pretendono di stare in comunione con Roma. A rigor di logica un aderente alla FSSPX é in tutto uguale ad un non calcedonese, giurisdizionalmente, col vantaggio che essi un patriarcato petrino lo hanno.
EliminaAnche perché teologicamente, non sono tanto convinto che il tradizionalista sia realmente fedele al deposito che tanto si fregia di difendere. A partire dai canoni antichi stessi che sono secoli che vengono dismessi o manipolati. Il Concilio Vaticano II é una scusa perfetta sia per modernismo che tradizionalisti.
Uno può ripetere tutte le nozioni che vuole contro i foziani od i miafisti ma dimentica che le accuse mosse, genericamente, distruggono tutti gli orientali cattolici come se la cristianitá sia infine solo latino-germanica.
Come possa uno dirsi cattolico se al massimo riesce a guardare solo l'occidente, solo certi autori e di un dato periodo, questo sará uno degli enigmi che ci porteremo fintanto queste futili divisioni cesseranno con le tribolazioni future.
Piu' chiaro di così...grazie Rev. Padre!
RispondiEliminaGuardi, caro padre, che in merito al commento che ha messo in calce, a chiarire il fatto che non ha pubblicato molti commenti perché diffamatori: dovrebbe spiegare, a quanti come me: il perché, chi si è limitato a postare dei semplici link ad articoli comparsi su altre piattaforme, sia stato censurato, come avverrebbe, su un qualsiasi Social network (fb et similia)? Non è che centra il fatto che sono contrari alla narrativa del blog?
RispondiEliminaSe ha la bontà di illuminarci con più chiarezza, Le saremmo infinitamente grati.
Saluti, Filippo
Non seguiamo alcuna "narrativa", ma ci sforziamo di aderire semplicemente alla verità.
EliminaIl motivo per cui i rimandi agli articoli non sono stati pubblicati è che quei testi non fanno altro che ripetere gli pseudoargomenti di cui abbiamo appena mostrato l'insostenibilità. In un dibattito fruttuoso non si procede muro contro muro, ma si tiene conto delle ragioni addotte dall'altra parte.
Prima di pubblicare questo articolo, ho chiesto il parere di un qualificato canonista, il quale così mi ha risposto: "La situazione della FSSPX è radicalmente cambiata a partire dalle consacrazioni episcopali fatte nel 1988 contro la volontà espressa del Papa. Che lo vogliano o no, è un atto scismatico che nessuno stato di necessità o epicheia può legittimare, perché va contro la costituzione divina della Chiesa". Spero risulti abbastanza chiaro, da queste parole, che non si tratta di una questione di cavilli giuridici (con un'applicazione "straordinaria" del diritto, capace di sospendere di colpo le leggi fondamentali che assicurano la coesione del corpo ecclesiale!), bensì dell'essenza stessa della Chiesa. A questo proposito, è illuminante quest'ottimo scritto:
https://lanuovabq.it/it/reazioni-al-caso-fsspx-e-in-gioco-la-natura-della-chiesa
Caro Filippo, ti ringrazio per la tua replica garbata e soprattutto per le preghiere, di cui ho sempre bisogno.
EliminaIl tuo contributo mi fornisce anzitutto l'occasione di ricordare che il suggello della Chiesa (cioè, in questo caso, un giudizio autorevole sulla vicenda di monsignor Lefebvre che impegni la coscienza dei cattolici) è stato immediatamente posto all'indomani delle illecite consacrazioni episcopali:
«In se stesso, tale atto è stato una disobbedienza al Romano Pontefice in materia gravissima e di capitale importanza per l'unità della Chiesa quale è l'ordinazione dei vescovi, mediante la quale si attua sacramentalmente la successione apostolica. Perciò tale disobbedienza – che porta con sé un rifiuto pratico del Primato romano – costituisce un atto scismatico» (Giovanni Paolo II, Motu proprio "Ecclesia Dei" [2 Luglio 1988], 3).
Tale giudizio è stato successivamente ribadito dall'organo della Santa Sede preposto all'interpretazione della legge ecclesiastica:
«Purtroppo, l’atto scismatico che ha originato il Motu proprio e il Decreto non ha fatto altro che portare a termine, in un modo particolarmente visibile ed inequivoco – con un gravissimo atto formale di disobbedienza al Romano Pontefice – un processo di allontanamento dalla "communio hierarchica". Finché non vi siano cambiamenti che conducano al ristabilimento di questa necessaria "communio", tutto il movimento lefebvriano è da ritenersi scismatico, esistendo al riguardo una formale dichiarazione della Suprema Autorità» (Pontificio Consiglio per i testi legislativi, "Nota esplicativa" del 24 Agosto 1996, 3).
La verità è stata dunque dichiarata e sancita dalla Suprema Autorità, non da questo o quel teologo o canonista; il parere che ho riportato non è altro che una conferma argomentata di quanto già sappiamo. Il diritto canonico, poi, si fonda sul dogma, soprattutto in quelle norme che mirano ad assicurare l'unità e la coesione della Chiesa come società visibile.
La questione lefebvriana tocca l'essenza della Chiesa stessa così come l'ha voluta il Figlio di Dio. Che poi la Provvidenza, nei Suoi imperscrutabili disegni, abbia permesso una grave disobbedienza per trarne del bene, come fa ogniqualvolta non impedisce un male, non significa che la disobbedienza in materia così seria sia legittimata dalla necessità o dalle circostanze: essa rimane una scelta inammissibile che ha causato una divisione.
Che i ministri infedeli debbano essere puniti, infine, è innegabile, ma non vedo come lo siano da chi rimane fuori della comunione gerarchica e non dà loro alcun fastidio.
Reverendo don Elia, probabilmente non ho capito e mi corregga se è il caso. L'attuale Pontefice, per la suddetta Pia Unione, avrebbe solo reso validi i due Sacramenti, confessione e matrimonio che, oltre ad essere illeciti, erano anche invalidi prima del suo intervento. Nel documento Ecclesia Dei ai Presuli del marzo 2017 (successivo al permesso annuale dell'anno della Misericordia), si parla solo di questo, non della liceità a partecipare alle loro Messe. Da quanto ho capito quindi rimane tutto illecito, anche se i Sacramenti sono adesso tutti validi (il matrimonio in realtà ha una condizione precisa per essere valido). Ne desumo che se uno si trovasse su un'isola non cattolica, e ci fosse solo tale Pia Unione, potrebbe assolvere il precetto domenicale (al pari di una Chiesa Ortodossa presente su tale ipotetica isola non cattolica). La ringrazio per i suoi articoli edificanti.
RispondiEliminaLa liceità della partecipazione alle Messe celebrate da sacerdoti della Fraternità era già stata sancita sotto Benedetto XVI. Si può comprendere la sollecitudine di liberare i fedeli dalla pena del peccato grave costituito dalla partecipazione a una Messa illegittima, così come la successiva preoccupazione di evitare assoluzioni e matrimoni invalidi; ciò non diminuisce tuttavia l'abnormità di questa situazione.
EliminaIn caso di impossibilità di assistere alla Messa festiva, si è scusati dall'inosservanza del relativo precetto.
Buongiorno, io sono una fedele che ha partecipato più volte alla S. Messa di sempre (non con la Fraternità) e che di solito frequenta la nuova Messa. Indubbiamente nominare dei Vescovi fu un atto fortissimo e non fu come celebrare una Cresima. Per mia curiosità, perciò, ho voluto approfondire la storia di Monsignor Lefebvre. Io credo che ogni considerazione debba comunque essere riportata a quel periodo storico. Io ho ricevuto l'immensa grazia di poter assistere oggi ad una S. Messa
RispondiEliminanovus celebrata in modo santo dal Parroco, ma non per tutti,neanche oggi, è così . Ho potuto vedere filmati dei tempi di M.Lefebvre in cui si "celebrava" insieme ai protestanti, passandosi le Sacre Ostie di mano in mano...in cui mancava solo il demonio in tutù a ballare sull'altare...sembrava che si facesse a gara nell'offendere Dio...io credo che quello di M.Lefebvre sia stato come un grido disperato e che egli abbia messo tutto se stesso nel cercare chi potesse ascoltarlo nella Chiesa...obbiettivamente la situazione dei seminari in quel periodo non era meravigliosa...all'interno sembrava ci fossero collettivi studenteschi di sinistra come trovai al liceo e all'università...altro che obbedienza!! Dalla storia di M.Lefebvre si evince la sua disperazione nel dover decidere se consacrare o no dei Vescovi...io penso che se io mi scandalizzo e mi dispero e prego quando vedo chi alla S. Messa riceve il Nostro Re sulle mani e poi se le spazza tranquillamente l'una con l'altra (e magari dopo ci va pure in bagno...)...immagino cosa abbia potuto provare un Vescovo che tanto aveva fatto per portare la Chiesa nel mondo (non era proprio uno qualunque M.Lefebvre prima del Concilio II) vedendo e vivendo la bomba atomica che era appena esplosa...quella che ci fu, fu una vera rivoluzione, questo non si può dimenticare, seguita a ruota dal '68. Egli ebbe il coraggio di rispondere al fuoco nel tentativo, questo è certo, non di dissolvere la Chiesa, ma con l'intenzione di difendere Nostro Signore e la Tradizione. Leggendo la storia del Concilio e la storia di M.Lefebvre questo è evidente . Sbaglio' nel consacrare Vescovi? Magari sì. Quello fu il suo modo di rispondere al fuoco, pregando tanto nel dubbio, questo si può evincere comunque dalla sua storia. Oggi tocca a noi. Probabilmente questa azione di separarsi nella Fraternità ha "ghettizzato" la Santa Messa di sempre? Può essere...se molti avessero resistito all'interno della Chiesa sarebbe stato più facile? Lo diciamo oggi si, ma sicuramente all'epoca, trovandosi a far fronte all'emergenza sul momento non fu così facile...come per chi lavora in un pronto soccorso...mette una pezza, poi la chirurgia ci penserà. Un caro saluto e grazie per tutti i suoi preziosi interventi A .G.
Come ho scritto, non tocca a noi giudicare le intenzioni di monsignor Lefebvre; ci limitiamo a osservare che certi atti non sono mai leciti, a prescindere dalle circostanze. La "disperazione", in ogni caso, non è ammessa per un cattolico, il quale crede nella Provvidenza e spera contro ogni speranza.
EliminaFinale significativo: “La volontà del Signore è che…”.
RispondiEliminaCerto che da una parte e dall’altra tutti vedono la grandissima confusione, eppure tutti sono così “sicuri” nel tracciare linee nette (è questo l’unico ovile; diversamente si è fuori dalla Comunione dei Santi). Beati” voi.
P.S.: questo commento non mi pare offensivo e credo che tocchi un punto che quasi nessuno vuole vedere.
L'unico ovile è la Chiesa Cattolica guidata dai legittimi Pastori; non stiamo difendendo un raggruppamento particolare, ma la Sposa di Cristo.
EliminaVorrei innanzitutto ringraziarLa padre, perchè le sue parole che ho ascoltato qui ed altrove, sono state per me molto importanti nella riscoperta della fede in Gesù Cristo, che da troppo tempo avevo dimenticato.
RispondiEliminaIn questi ultimi anni, attraverso tante esperienze e ricerche ho imparato una cosa precisa: il sistema di potere attuale ha la necessità di manipolare non uno, ma due campi dialettici contemporanemamte, uno contro l'altro. Solo così si ottiene il dividi et impera. Vorrei quindi chiederLe cosa pensa di quest'articolo, da cui estrapolo una parte:
"E’ evidente che in questa prospettiva non di chiarezza, non di verità, non di appartenenza visibile alla Chiesa, ma solo di generico « incontro personale », le chiese (intese come edifici) vanno date di preferenza ai separati dalla Chiesa, vedi agli Anglicani, ai Copti e - perché no? - anche alla Fraternità San Pio X. In fondo si tratta giusto di « una destinazione da trovare insieme » in nome della « libertà religiosa».
Però non si devono appoggiare quei gruppi di cattolici « divisivi » (da quale pulpito…) che - rimanendo sottomessi visibilmente all’autorità romana - rammentano al contrario che c’è bisogno di conversione per Anglicani e Copti, e c’è bisogno, per la Fraternità San Pio X, quantomeno di verità, chiarezza e correzione di certe derive.
[...] A noi sembra tutto molto chiaro: la politica è spingere fuori tutti quelli che aderiscono al Vetus Ordo Missae. E daranno, anzi già danno, le chiese anche ai “fratelli separati” (a Vienna ad esempio è già stata donata gratuitamente da Francesco - con tanto di passaggio di proprietà! - una delle più belle e antiche chiese del centro alla Fraternità San Pio X), trattando tutti da “chiese sorelle federate”, gli Anglicani col loro rito, i Copti col loro rito, la Chiesa Lefebvriana col suo rito."
http://disputationes-theologicae.blogspot.com/?m=0
Hai proprio ragione, caro Simone: il sistema di potere manipola due campi solo dialetticamente opposti per tenerli entrambi sotto controllo, tanto è vero che - come giustamente osservato nell'articolo che citi - Bergoglio va d'amore e d'accordo con la Fraternità San Pio X, fin da quando era arcivescovo di Buenos Aires. Gli unici per i quali non c'è posto sono coloro che vogliono rimanere davvero cattolici restando coerentemente sottomessi all'autorità visibile; noi prendiamo schiaffi da una parte e dall'altra.
EliminaCaro don Elia, in questa vicenda mi pare di assistere, su questa come su altre pagine, a una zuffa tra tifosi, o se preferisce tra avvocati, visto che è tutta giocata sul diritto, i codici, i commi, le virgole. Io non tifoso di nessuna delle due fazioni e con limitate conoscenze di diritto canonico, credo di capire che il decreto papale di remissione della scomunica ha fatto rientrare la S.Pio X nella Chiesa. Mi chiedo che senso abbia puntare il dito sulla fraternità quando abbiamo la gerarchia "corretta", quella "ufficiale" e "certificata", piena di traditori, ma$$oni, satan1st1, ped0f1li e criminali di vario tipo che operano h24 per distruggere tutto.
RispondiEliminaUn cordiale saluto
Tempesta
Carissimo, qui non partecipiamo a zuffe tra tifosi o avvocati, ma cerchiamo di procurare l'onore di Dio e il bene delle anime. Come ho spiegato sopra, non si tratta di cavilli giuridici, ma è in gioco l'essenza e la coesione della Chiesa stessa così come l'ha voluta il Figlio di Dio.
EliminaLa remissione delle scomuniche ai quattro vescovi ordinati da monsignor Lefebvre non ha sanato lo scisma, ma è stata soltanto un atto di grazia rivolto a singole persone; normalmente, però, la scomunica può esser rimessa solo in seguito al pentimento e alla cessazione della situazione che l'ha motivata.
Il fatto che nella gerarchia legittima vi siano anche massoni, satanisti e pedofili non significa che lo siano tutti i suoi membri; l'indegnità dei superiori, in ogni caso, non ci svincola dall'obbedienza, a meno che un ordine non sia palesemente contrario alla legge divina.
Carissimo Padre tutti noi le siamo debitori per il suo prezioso apostolato che lei esercita attraverso questo blog: le siamo immensamente grati per la sua fede granitica che ci è di esempio e rafforza la nostra, per le sue parole di verità e per il suo profondo amore per il Signore e per la Chiesa, che manifesta prendendosi sempre cura di noi, pecore senza pastore, in questi tempi oscuri dove, purtroppo, la maggioranza del clero non è più un riferimento per i fedeli sia per l'aperta apostasia sia per le continue offese a nostro Signore durante la celebrazione della Santa Messa.
RispondiEliminaIn particolare, mi riferisco all'abuso liturgico di porre il Santissimo sulle mani dei fedeli e alla deprecabile pratica - nonostante la fine dichiarata anche dalle autorità civili della pseudopandemia- di usare ancora il gel disinfettante prima della consacrazione e della distribuzione della Santa Comunione ai fedeli. Caro don Elia di fronte a questa impetuosa accelerazione degli attacchi del nemico all'interno della Chiesa di cui sono sintomatici anche i comportamenti del "fuoco amico" che pone in essere attacchi gratuiti e perversi nei suoi confronti senza entrare mai nel merito delle questioni che lei argomenta sempre con chiarezza e spirito di verità ( ne renderanno conto a nostro Signore di tale malvagità!), lei è il nostro faro la sua grande sapienza e amore per nostro Signore e per la Chiesa la qualificano come uno dei più valorosi generali dell'esercito di nostro Signore.
La porto sempre nella mia preghiera e nella adorazione eucaristica.
Il Signore, sicuramente, le concederà tutte le grazie che lei ampiamente merita per la fedeltà a Lui e per insegnarci sempre come si deve combattere "la buona battaglia".
Grazie di cuore!
Elimina“Non si rinnova il popolo cristiano con le rivoluzioni, con le ribellioni, con i sogni del proprio cervello, ma lo si rinnova, come hanno fatto i Santi, con la vita perfetta, con l’obbedienza cieca, col dolore e con l’immolazione”
RispondiEliminaMolte anime nella Chiesa sono state elette dal Signore per compiere un’opera santa di rinnovazione nel popolo cristiano, e sopraffatte dal loro orgoglio e dalla loro ambizione, sono diventate pietra di scandalo e causa di litigio e di dissensione. Chi veramente vuole cooperare al bene dei fedeli, deve essere pieno di vera santità e sopratutto pieno di sottomissione alle Autorità costituite da Dio nella Chiesa. (…)
Non si rinnova il popolo cristiano con le rivoluzioni, con le ribellioni, con i sogni del proprio cervello, ma lo si rinnova, come hanno fatto i Santi, con la vita perfetta, con l’obbedienza cieca, col dolore e con l’immolazione. Un movimento di rinascita e di riforma quando non fa capo all’autorità, diventa una congestione nell’organismo della Chiesa, e non può produrre altro che l’infiammazione, il tumore purulento e la paralisi in una parte del popolo cristiano. Il sangue non può rinnovare l’organismo se non passa per il cuore e per i polmoni, se non pulsa nel cuore e non depone le tossine che lo infettano.
I movimenti arbitrari nella Chiesa sono afflussi di sangue disordinati al cervello, che producono solo la trombosi cerebrale e la morte. Il protestantesimo che pretese e pretende rinnovare la vita della Chiesa senza passare per il Papa che ne è il cuore vivo e pulsante, non rinnova e non ha rinnovato nulla; ha reso solo anchilosate le membra del corpo mistico del Redentore e le ha private della Circolazione del Sangue divino.
(Don Dolindo Ruotolo dal commento al Terzo libro dei Re)
Le crisi nella Chiesa, la storia aiuta ad affrontare il presente
RispondiEliminaLuisella Scrosati
https://lanuovabq.it/it/le-crisi-nella-chiesa-la-storia-aiuta-ad-affrontare-il-presente
Buongiorno reverendo padre, una domanda O.T. :perché usa, parlando di sé, la prima persona plurale o pluralis maiestatis?
RispondiEliminaNon è un "plurale maiestatis", bensì un plurale che include i collaboratori che consulto regolarmente.
EliminaProprio vero: la verità partorisce l’odio in quanti la rifiutano. Paradossalmente, però, i ragionamenti pacati e l’intenzione caritatevole con cui, a tutela delle anime, si mostra lo stato di scisma in cui versa la “Fraternità” accrescono in molti cattolici conservatori la simpatia per essa, quasi si trattasse di un gruppo perseguitato e non, com’è in realtà, di un’organizzazione che manipola la mente degli aderenti per separarli dalla Chiesa e, forse proprio per questo, è favorita in tutti i modi da Bergoglio e compari. Questo dimostra quanta gente pensi con la pancia anziché con la testa.
RispondiEliminaSuccede spesso che chi si contraria , si accenda di rosso, mostri i denti canini e infine apra il fuoco di fila di risposta . A questo punto si placa un poco perche' si appaga della violenza verbale tanto e' vero che il verbo piu' usato e abusato in questi tempi e' : "attaccare" (Es."i suoi attacchi a..."), inteso come "aggredire"- "dare addosso"- "scagliarsi"- e non certo come "appiccicare / congiungere". In tutto questo e' importante la risposta dell'autorita' ( in questo caso don Elìa) che mette in moto la virtu' della pazienza , del pastore (rinuncia a se' con forza d'animo e replica alle argomentazioni di quest'anima avendo sempre presente, perche' e' sempre presente, davanti e accanto a se' Colui che ci ha creati: l' Infinito Amore ) e rispondendo pacatamente, autorevolmente, e con tanta carita' insegna a noi ,che siamo "pari grado" e tra cui non intercorre alcun rapporto di autorita' , come ci si debba correggere anche tra pari, quando si e' sicuri di dover correggere..
RispondiEliminaGrazie di cuore !
Sarebbe interessante indagare sulle fonti di sovvenzionamento della Fraternità, senza le quali non sarebbe stata possibile un’espansione che ha del prodigioso né l’acquisto di grandi proprietà, come quella del priorato di Albano. Per esempio, è probabile che Erich Priebke (le cui esequie, non a caso, furono celebrate proprio lì) sapesse dov’erano nascosti l’oro e i gioielli razziati dai nazisti nelle case degli ebrei romani deportati il 16 Ottobre 1943. Se ciò risultasse vero, aiuterebbe a comprendere lo strano silenzio della Fraternità su diverse questioni politicamente sensibili e la sua cooperazione più o meno scoperta all’avvelenamento di massa imposto dagli Stati in questi ultimi due anni.
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