Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 29 ottobre 2022

 

Preghiera di una notte insonne

 

 

Deus, tu propitius fuisti eis, et ulciscens in omnes adinventiones eorum (Sal 98, 8).

La tentazione dello scoraggiamento è sempre in agguato, con le ondate di sconforto che il diavolo rovescia sull’anima cercando di annientarne la fiducia in Dio. I motivi di dolore, d’altra parte, sono ben reali e pressanti: il peccato collettivo ha raggiunto livelli tali che il Signore si astiene ormai dal sanzionarlo. «O Dio, tu fosti loro propizio punendo tutte le loro trovate»: la Sua benevolenza si manifesta, ordinariamente, non solo con il perdono, ma anche con interventi correttivi; i castighi stessi sono una forma di misericordia. Quando però il peccatore è così ostinato da ignorare ogni salutare avvertimento e trascurare persino i flagelli inflittigli per farlo rinsavire, come insegna sant’Alfonso, il Signore sospende anche quelli e lo abbandona al potere del male, cosa che fa già presagire la sua dannazione. Che pensare se ciò si verifica non più sul piano individuale, ma su quello sociale, per un’intera Nazione? C’è da temere il peggio, a meno che la Provvidenza non si stia servendo, per ricondurla alla ragione, proprio dei malvagi che stanno scientemente provocando, con i razionamenti energetici, il collasso della sua economia.

Alle cause di sofferenza dovute alla situazione generale della società, oltretutto, si aggiungono quelle legate alle condizioni spirituali di tanti cattolici che si considerano irrevocabilmente eletti in virtù della semplice appartenenza a questa o quella corrente, movimento o associazione, pur dando la netta impressione di aver perso ogni contatto con la propria interiorità, quell’orticello che han lasciato invadere da piante infestanti come la superbia, il disprezzo, la presunzione e l’arroganza. Le loro reazioni alle obiezioni o alle contrarietà sono spesso fin troppo simili a quelle di quanti si trovano dal lato opposto della barricata e in sostanza non hanno nulla di genuinamente cristiano, se non in quanto si appellano nominalmente a princìpi e orientamenti cattolici, che però i sentimenti e la condotta smentiscono clamorosamente, conformi come sono a quelli dei mondani, privi della verità, della grazia e di ogni speranza.

La rivoluzione intellettuale, morale e spirituale avviata da Lutero, dopo secoli di lotte e di sforzi volti a mantenerne immuni i cattolici, è dilagata anche nella Chiesa grazie alla cosiddetta nuova Pentecoste, fino a plasmare in essi una forma mentis del tutto estranea, ma funzionale alla pseudo-religione del sincretismo indifferentista. Il guaio peggiore è che tutti ne son rimasti infettati: non solo, ovviamente, gli esecrati modernisti, ma pure i sedicenti tradizionalisti. Ovunque, infatti, domina incontrastato il libero esame, divenuto un habitus (non certo virtuoso) in forza del quale chiunque si ritiene abilitato a sdottorare su qualunque soggetto – compresi i più complessi – in base al giudizio proprio, virus mortale della vita interiore. Da una parte e dall’altra, si usa citare fonti autorevoli per tappare la bocca all’interlocutore con l’appello al loro prestigio; il più delle volte, tuttavia, i testi sono interpretati in modo distorto o capzioso, con scarso rispetto per il loro senso oggettivo e con evidenti forzature tese ad avvalorare l’idea che si vuole imporre.

I vizi mentali del pensiero moderno sembrano comune appannaggio di entrambe le correnti: quasi sempre si gioca con le parole perdendo di vista la realtà concreta (nominalismo) oppure si cerca di imprigionarla nei propri schemi intellettuali (razionalismo), oppure ancora si argomenta come se le rappresentazioni del soggetto pensante prevalessero sul reale o dovessero riplasmarlo radicalmente (idealismo e marxismo). Molti non si accorgono di voler combattere tali devianze con i loro stessi metodi difettosi, correndo così un forte rischio di annullare la fede o di pervertirla. Ci sono perfino giornalisti che, malgrado la completa mancanza di formazione specifica, pretendono di tranciare sentenze inappellabili su intricatissime questioni canoniche relative, nientedimeno, alla successione petrina. Sia detto una volta per tutte: ognuno si limiti a fare il proprio mestiere, lasciando a chi di dovere dilemmi la cui soluzione non compete affatto ai laici, bensì all’autorità ecclesiastica, che di norma si avvale della consulenza di ferrati teologi e canonisti.

Più in generale, la Chiesa pare concepita in chiave puramente politica, quasi fosse una sorta di parlamento all’interno del quale esistessero partiti contrapposti, a loro volta divisi in correnti e fazioni rivali, tutti in perenne lotta con tutti per annientarsi o neutralizzarsi a vicenda. Del Corpo Mistico sembra rimasto solo il concetto astratto, mentre la carità è decisamente scomparsa. Chi, ansioso per il bene delle anime esposto a tante minacce, mette in guardia da questa o quella deriva, si vede bollato come traditore venduto al nemico; le sue osservazioni vengono parimenti liquidate come vili attacchi ad personam, anziché valutate come salutari avvisi. Ogni intervento è considerato in una luce meramente umana, come espressione di giudizi personali, intenzioni dissimulate o bieche ambizioni nascoste, secondo una mentalità che esclude a priori che uno possa dire o fare qualcosa senza alcun interesse proprio. L’ipotesi, poi, che un pensiero sia stato suggerito da Dio nella preghiera e che lo si possa riconoscere dai segni interiori che lo accompagnano non sfiora neppure la mente di certi intransigenti cattolici. Tutte queste – lo ribadiamo – sono reazioni tipicamente mondane, conformi a uno spirito estraneo, pieno di ribellione e tracotanza.

L’afflizione dovuta a tali difetti, naturalmente, non fa certo dimenticare i mali causati dal fronte opposto, che in queste pagine, del resto, son stati denunciati per anni; a questo punto, però, appare sempre più evidente che l’insistervi ossessivamente fa il gioco dei sovvertitori, i quali le stan provando tutte per convincerci a uscire dall’ovile, in modo da liberarsi degli oppositori e aver mano libera per portare a termine i loro piani. Sarebbe assurdo, tuttavia, lasciarsi esacerbare fino al punto di vanificare tanti sforzi e sacrifici proprio quando la prova sta per terminare, col rischio, oltretutto, di esporre l’anima alla perdizione. Ciò sarebbe contrario non soltanto alla ragione e al buon senso, ma soprattutto alla fede, la quale ci assicura che il Signore non può abbandonare la Sua Sposa diletta né venir meno alle Sue indefettibili promesse. Per alleggerire dunque tale cumulo di sofferenze e al contempo affrettare la soluzione del dramma, la più potente risorsa si rivela, in definitiva, la preghiera per la rinnovazione della Chiesa. Può allora capitare, nel cuore di una notte cui il dolore ha tolto il sonno, di sentir sgorgare dal profondo dell’anima un’accorata invocazione, che chiunque è libero di far sua.

 

Ego vero orationem meam ad te, Domine: tempus beneplaciti, Deus (Ma io rivolgo la mia preghiera a te, Signore: è tempo di una decisione benevola, o Dio; Sal 68, 14).

Signore Gesù Cristo, noi non ne possiamo più.

Non possiamo più sopportare Pastori che blaterano del nulla,
senza più correggere gli errori né condannare i peccati,
senza indicarci la via da seguire né i pericoli da evitare,
senza insegnarci a vincere le tentazioni e a praticare le virtù,
senza più trasmettere le verità salvifiche che Tu ci hai insegnato
né lasciar trasparire il Tuo volto, reso dall'amore dolce e severo insieme.
Non possiamo più tollerare che i Tuoi rappresentanti
vadano a braccetto coi potenti, proprio con quei criminali
che han provocato un genocidio avvelenando il nostro popolo
e causando l’esplosione di patologie atipiche o del tutto inusuali a certe età,
di innumerevoli aborti spontanei e di inspiegabili decessi improvvisi.
Non possiamo più ammettere che la Chiesa sia guidata da prelati
che proteggono i preti immorali coprendone gli abusi sui minori,
senza la minima considerazione per le vittime,
private di ascolto e di giustizia,
mentre i loro carnefici rimangono sostanzialmente impuniti.
Il nostro cuore è gonfio di sdegno, di dolore e di sgomento
al vedere la Tua Sposa ridotta in questo stato deplorevole.
No, Signore, noi ti amiamo troppo per rassegnarci a tale situazione;
noi non possiamo più accettare che il Tuo Sangue prezioso scorra invano.
Eppure, proprio esasperando questa nostra sofferenza,
stanno usando ogni mezzo per spingerci fuori della Chiesa,
così da aver campo libero
per realizzare i loro nefandi progetti senza intralcio;
ma non hanno capito che non abbandoneremo mai
nostra Madre umiliata e vilipesa,
bensì lotteremo per lei e per la Tua gloria
fino a versare il sangue, se necessario.
Per il ristabilimento della Tua Sposa siamo pronti a patire
per tutto il tempo che vorrai;
nondimeno Ti supplichiamo di intervenire in sua difesa
con la Tua invincibile potenza,
per la salvezza di tante anime confuse o traviate,
ma altresì per il bene delle nostre,
troppo a lungo messe alla prova in una maniera del tutto inedita.
Ti supplichiamo: donaci Pastori secondo il Tuo cuore,
che ci difendano dai lupi e tengano lontano la peste degli errori e dei vizi,
redarguendo quanti rovinano la gioventù con aberranti teorie di genere
e opponendo una barriera al dilagare di perversioni abominevoli.
Stendi la Tua mano onnipotente sul Colle
dal quale è governata la Chiesa intera
e cacciane via gli indegni, i depravati,
i corrotti, gli ipocriti, i tiepidi e i miscredenti.
Sì, Signore Gesù Cristo, osiamo chiedertelo
per l’onore Tuo e della Tua santa Sposa;
non permettere più che sia calpestato in modo tanto ignominioso
da chi, pur esercitando il potere nel Tuo nome, che fa tremare gli inferi,
lo usa per il fine contrario a quello per il quale è stato istituito.
Sì, vieni, Signore Gesù!
Tu sei la nostra unica speranza.


22 commenti:

  1. Soltanto una domanda: ma quale sarebbe per lei quell’atto assolutamente da evitare a cui da tempo allude e che ci farebbe uscire dalla Chiesa? Forse il non riconoscere Francesco come Papa?

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    1. Sì, il misconoscerlo pubblicamente rifiutandogli l'obbedienza in cose lecite e legittime.

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    2. Ma... uno per essere ritenuto Papa dovrebbe prima essere cattolico, no?

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    3. Non abbiamo l'autorità per giudicare il Papa; possiamo solo pregare perché il Signore ce ne mandi un altro.

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  2. Liberaci, Signore, da questa folle follìa.
    Imprigionaci, Infinito Amore, nel Tuo abbraccio.
    Amen !

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  3. Stupendo pezzo di don Elia! Aggiungo, visto che siamo a Novembre: preghiamo per le anime del purgatorio, le liberiamo con le preghiere, le opere buone e riconoscendo in noi i vizi che hanno loro impedito l'ingresso diretto in Paradiso. Suggerisco preghiere come "O fonte inesausta di verità" (vedere in rete testo completo) con la quale ogni giorno medito sulle ferite del corpo mistico e chiedo di intercedere per estirpare eresie, complotti, e che "vada via da Roma la falsa chiesa", come profetizzato dalla Beata Emmerich. Suggerisco anche altri fioretti come "Ti adoro o croce santa", oltre al Rosario, ovviamente.

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  4. Grazie padre, coglie perfettamente il dolore per com'è ridotto il Corpo Mistico, da parte di quelli che in teoria "hanno capito". Sempre il solito io che eclissa Dio. Questa preghiera, unita a qualche privazione e digiuno, è l'unico mezzo per mantenere la rotta in un mare di pirati che vogliono solamente deturpare la Santa Chiesa e soddisfare solo il proprio ego. Dio la benedica e la sostenga sempre!

    Dan 3:31; 31:29; 31:35
    Omnia, quæ fecísti nobis, Dómine, in vero judício fecísti, quia peccávimus tibi et mandátis tuis non obœdívimus: sed da glóriam nómini tuo, et fac nobíscum secúndum multitúdinem misericórdiæ tuæ.

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  5. Lode a Dio che ha liberato, almeno temporaneamente, i sanitari da obblighi ingiusti, utilizzando gli strumenti attualmente disponibili in parlamento! Il Signore si serve di chi vuole e come vuole..questo intervento di Dio smentisce le derive spiritualistiche in una parte del mondo cattolico

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  6. Reverendo don Elia, ho letto che un giornalista, non esperto di diritto canonico, sarebbe vicino al mondo esoterista e che perfino la massoneria si sarebbe scandalizzata di come scagli apertamente pietre contro il soglio pontificio. Può essere che quel cosiddetto codice sia una sorta di gnosi?

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    1. Non ho elementi, ma non lo escludo.

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    2. Beh, che la massoneria sia scandalizzata sarebbe piuttosto un onore per il giornalista in questione. Detto questo, ho letto anch'io l'articolo. Provenendo da un presbitero più occupato a far valere le proprie conoscenze "altolocate" (politici abortisti, comunisti convinti e omosessuali) che a fornire prove delle proprie illazioni, attribuisco alle sue parole un valore nullo. Lo stesso presbitero mesi fa difendeva l'infamia del gp, e lo invocava anche per accedere alla santa comunione. Può darsi che il giornalista sia davvero vicino a certi ambienti, ma non sarà dalla penna di un tale prete che troveremo parole per illuminarci.

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    3. Sarebbe utile avere un rimando all'articolo in questione.

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  7. Gentilmente potrebbe elencare tutte le cose "legittime" nelle quali dovremmo ascoltare ed obbedire a Bergoglio, quello che lei spesso ha definito l'ospite di S. Marta?
    Amoris laetitia, no. Laudato si, no. Documento di Abu Dhabi, no.
    Pachamama e dintorni no.
    Sciamani e negromanzia, no.
    In cosa, allora?
    In certe dubbie canonizzazioni o creazioni di cardinali modernisti, in modo da blindare il prossimo conclave o elezioni di atee ed abortiste alla testa dell'accademia per la vita? Penso proprio di no.
    Inoculazioni di sieri "d'amore", forse?
    Pellegrinaggi in quel di Bibiana?
    Sicuramente dimentico qualcosa.
    Va bene, per tutto il resto obbedirò, non so cosa ma obbedirò.
    Scusi l'ironia ma mi sembra inevitabile...

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    1. Lei non distingue tra i diversi tipi di interventi: documenti scritti, atti di governo, comportamenti pratici, decisioni contingenti...
      Ad ogni modo, noi siamo tenuti a prestare l'ossequio dell'intelletto e della volontà al Magistero ordinario (in ciò in cui è conforme a tutto il Magistero precedente) e a riconoscere i legittimi atti di giurisdizione (nomine dei vescovi, creazione di cardinali, erezione di prelature ecc.).
      Le difficoltà più forti, in realtà, le trovano i chierici, dato che devono obbedire ai provvedimenti dei rispettivi Ordinari. Per i laici, di solito, le conseguenze sono pressoché nulle: nessuno può impedire loro di coltivare la retta fede né di osservare i Comandamenti. Può essere certamente un'ardua prova cercare un sacerdote che distribuisca l'Eucaristia in modo degno (cioè sulla lingua), ma rischiare la perdita dell'incarico per il giusto rifiuto di comunicare fedeli in stato di peccato mortale pubblico (come richiesto dall'esecrabile "Amoris laetitia") è cosa ben più seria.

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  8. Sono d'accordo su tutto. Per la preghiera opterei sul Rosario ma ogni ispirazione dello Spirito Santo fa miracoli. Santa festa di Tutti i Santi

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  9. ...Se un medico viene assunto da una struttura per fare il medico, ma poi si esercita a fare l'avvelenatore seriale, può ancora essere chiamato medico?

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  10. Il giornalista di cui parla è in definitiva un mero romanziere manipolatore dei canoni. In realtá don Elia la questione in questione non é affatto intricata.

    Per il resto il tradizionalista medio ha incamerato nell'ecclesiologia le distorsioni del sistema feudale...il suo calcare la mano sul libero esame protestantico é poiriduttivo : in tutto il basso medioevo abbiamo avuto giá propagazioni di queste due mentalitá contrapposte le quali entrambe hanno sempre osteggiato la vera.mistica d'altronde e cercato di strumentalizzare l'istituzione giurisdizionale.
    Credere difatti che il medioevo cristiano sia stato l'apogeo politico e spirituale della Chiesa è frutto di un crasso fraintendimento oltre che disvelarsi per essere in realtá una bieca superstizione.

    Per il resto chiunque é lasciato in balia di Satana é affinché si riscopra perduto...molto diverso il potere dellapostolo di consegare ai diavoli gli individui invece che agli interrogatori e le torture dell'inquisizione mi pare. Ma si sà...i tempi cambiano...

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  11. Vorrei condividere, con quanti sono tentati di sfiducia e disperazione per lo stato attuale della Santa Chiesa, un frammento di un'estasi di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (di fine 1500, in piena Riforma e Controriforma), che per me è fonte di speranza e conforto:
    "... Vedeva una sposa molto bella, ornata di molti ricchi, nobili e degnissimi ornamenti, con una bella corona in testa, e intendeva che era la Santa Chiesa, i cui ornamenti sono gli articoli della Santa Fede e la corona l'autorità dei sacramenti. Vedeva poi che certuni le muovevano contro, la percuotevano nella sua degnissima corona e coprivano tutti i suoi begli ornamenti. Intese che si trattava degli eretici, i quali cercano di togliere alla Chiesa l'autorità dei santi Sacramenti e ricoprono gli ornamenti della sua fede, cioè i 12 articoli e altre sante cerimonie e ordinamenti. C'erano altri che le oscuravano il volto, e questi erano i tiepidi, perché, a causa della tiepidezza che si trova ora nel mondo, la faccia della Chiesa è diventata molto scura. Ma intese che, quanto più veniva percossa, coperta e oscurata, tanto più si faceva splendente la sua corona, perché l'Eterno Padre le metteva in mano una spada d'oro in modo che potesse difendersi da ogni nemico. Questa spada è la Parola di Dio, il sangue dei martiri e le sante orazioni".

    Ecco, a me dà molta fiducia pensare che, quanto più la Chiesa è percossa, tanto più il Padre viene in suo soccorso, e che questo soccorso passa attraverso le preghiere di ognuno. È Dio che difende la Chiesa, a noi non vengono chieste cose spettacolari, ma l'umile preghiera, una carità ardente e la familiarità con la Sacra Scrittura; e riuscire a mantenere una vita in linea coi comandamenti e gli insegnamenti evangelici, in questo momento, per qualcuno vuol dire quasi versare il proprio sangue (penso a tutte le persone sospese dal lavoro per aver rifiutato il siero per motivi etici e religiosi).

    Quanto l'ha soccorsa allora, tanto più la soccorrerà ora, vista la maggiore gravità della situazione! Dobbiamo solo pregare e avere fede!

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    1. Prego!
      Ho dimenticato di scrivere che l'estratto è dal primo libro de "I Colloqui", colloquio trentaduesimo.

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