Teniamoci pronti
Cum accepero tempus, ego
iustitias iudicabo (Quando avrò preso il tempo, io
emetterò le sentenze; Sal 74, 3).
Dio,
ovviamente, ha fissato ogni Sua azione dall’eternità; per evocare la Sua maestà
trascendente, la Scrittura si esprime però in un linguaggio antropomorfico,
quello di un grande sovrano che, quando gli tornerà comodo, si degnerà di
occuparsi delle faccende dei suoi sudditi. Anche nelle circostanze storiche in
cui gli empi sembrano trionfare, la fede ci assicura che, in un momento
prestabilito con somma sapienza, il Signore interverrà per ripristinare
l’ordine violato e liberare i Suoi servi oppressi da coloro che invano Lo
avversano. Senza questa chiave soprannaturale, rischiamo di appiattire lo sguardo
in una prospettiva del tutto orizzontale, prigionieri di un modo puramente
umano di valutare la situazione in cui ci troviamo; così ci esponiamo alla
tentazione di trovare una soluzione a modo nostro, che accorci l’attesa e ci
dia l’impressione di poter finalmente uscire da un imbuto che sembra tappato…
ma col pericolo di ritrovarci, in realtà, in un vicolo cieco.
L’uomo
di fede attende con sicurezza che Dio compia la Sua opera, collaborando con Lui
mediante il fedele adempimento dei suoi attuali doveri. Non è, questo, un
inerte fideismo spiritualistico, dato che la perseveranza nei propri impegni,
protratta a lungo in condizioni avverse, richiede al contrario una forte tempra
interiore e un’attività intensa, seppure ben regolata onde non esaurire le
energie prima del tempo. Il Signore si aspetta da ognuno che, in modo umile e
puntuale, nel momento presente e nelle modalità consentite, esegua la Sua
volontà conosciuta; ulteriori opere di apostolato, per non provenire da sottili
inganni del demonio propinati sotto apparenza di bene, possono nascere solo da
ispirazioni soprannaturali che, oltre al discernimento di un esperto, saranno
certificate dai frutti e dal tempo. Un criterio infallibile della loro origine
celeste è l’obbedienza alla legittima autorità in ciò che è lecito e la
docilità alle indicazioni di un buon maestro di spirito.
È
senz’altro opportuno astenersi dall’insistere in modo ossessivo sugli stessi
temi, sia perché i fedeli vanno nutriti in modo completo, così da non
trasformarsi in fanatici di una sola battaglia, sia perché l’accanimento può
tornare a vantaggio degli avversari, ai quali è utile avere un nemico
pittoresco da prendere a bersaglio per rafforzare la narrazione dominante
ridicolizzando le voci dissenzienti. Le pecorelle del Signore, nondimeno, hanno
bisogno di una parola obiettiva e pacata che regolarmente le incoraggi e
rassicuri nella lotta, piuttosto che di reti clandestine che, proprio a motivo
della loro segretezza, non possono raggiungere se non quei pochi che ne sono
messi a conoscenza in modo selettivo e, quindi, ingiusto. Ancor più
preoccupante, tuttavia, è l’ipotesi della formazione di Chiese sotterranee
che si pongano come alternativa a quella ufficiale, idea che sfocerebbe
inevitabilmente in una deriva di carattere settario: «Da tutte le altre parti
si rischia la perdizione; la salvezza c’è solo qui»… qualcosa di
abbondantemente già visto.
A
parte la penosa incombenza, per il povero cristiano già abbastanza smarrito e
confuso, di dover scegliere tra diverse aggregazioni che rivendicano ognuna il
sigillo dell’autentico cattolicesimo e minacciano il fuoco eterno alle
rimanenti, ciò che par sfuggire a certo zelo riformatore, pur generoso, è la gravissima
responsabilità di trascinare bravi giovani in una situazione irregolare che,
con ogni probabilità, non potrà esser mai più sanata. Nessun vescovo accoglierà
un sacerdote ordinato senza incardinazione, il quale rimarrà così condannato a
nascondersi per tutta la vita, vivendo di espedienti e operando nella
clandestinità, con il non trascurabile rischio di essere scomunicato insieme
con chi l’ha consacrato. Arrogarsi il diritto di stabilire se una sanzione è
valida o meno significa ribaltare l’ordine inerente alla costituzione divina
della Chiesa e crearne di fatto un’altra, parallela, intorno alla propria
persona; questa, però, è una storia già successa, con l’effetto di una frattura
non ancora ricomposta e, forse, non più ricomponibile.
Che
un vescovo, nell’ordinare altri vescovi senza mandato pontificio e incorrendo
perciò ipso facto nella scomunica latae sententiae riservata al Romano
Pontefice, affermi nell’omelia, nel tentativo di giustificare il suo atto, di
esser rimasto l’unico a incarnare la Tradizione (con scarsa considerazione, peraltro,
per il vescovo coconsacrante), equivale praticamente a pretendere che la Chiesa
Cattolica non sussista più se non in lui e nella sua opera… cosa,
evidentemente, non sostenibile da chiunque abbia un minimo di fede e di buon
senso. Un accecamento del genere non si spiega se non mediante l’ostinato
convincimento di dover risolvere a modo proprio un problema, indubbiamente
gravissimo, che supera le forze umane, piuttosto che affidarlo umilmente alla Provvidenza
con la certezza che non mancherà di intervenire in risposta alle suppliche e penitenze
di tanti. Quella decisione ebbe fra l’altro per conseguenza – e non delle meno
dannose – quella di imprimere un marchio infamante pure su quanti conservavano
la Messa tradizionale in modo legittimo, sospettati tutti indistintamente, a
partire da quel momento, di scisma, di eresia e delle peggiori nefandezze.
Prima
di lanciarsi in un’avventura dai risvolti imprevedibili, dunque, occorre rientrare
in sé stessi e gettarsi ai piedi del Signore per chiedergli luce, così da poter
verificare se il progetto concepito è davvero conforme alla Sua volontà o non
nasce piuttosto da un proposito umano o, peggio, da una tentazione camuffata. È
il bene della Chiesa e delle anime che lo esige, oltre alla prospettiva certa
di doverne rendere conto a Dio, il quale non chiama nessuno a risanare un male
che non sia alla sua portata. Se nei piani divini la svolta fosse imminente, oltretutto,
non resterebbe altro che rodersi le mani per il resto della vita, una volta
imboccata una strada senza ritorno. Seguiamo allora le vie della Provvidenza
mettendoci semplicemente al Suo servizio là dove ci troviamo e come possiamo,
certi che il poco che siamo in grado di offrirle sarà trasformato in modo
meraviglioso, come i cinque pani e i due pesci forniti da un ragazzo dietro indicazione
dell’apostolo Andrea (cf. Gv 6, 8-9). Nessuno di noi immagina neppure ciò che
il Signore può realizzare con un nulla, purché abbiamo una fede viva, una
speranza perseverante e una carità operosa.
Pur
non potendo far previsioni sul futuro né pretendendo di usurpare i diritti di
Dio sulle vicende umane, abbiamo la possibilità di formulare ipotesi
ragionevoli. Che l’occupante del Soglio petrino assista alla Veglia pasquale
senza presiederla, lasci le ordinazioni sacerdotali al Vicario e compaia
all’udienza generale in sedia a rotelle, non è indizio di ottima salute. Che i
cardinali si consultino fra loro e circoli un testo concernente i requisiti del
prossimo papa, fa pensare che si stiano preparando a un conclave non lontano.
Che un influente biografo di Giovanni Paolo II raccolga informazioni sul
porporato ungherese, accreditatosi in questi anni come un solido punto di
riferimento, è segno che lo si considera un possibile candidato.
L’esasperazione accumulatasi, in quest’ultimo novennio, in ogni ambiente e
corrente ecclesiale sospinge tutti a bramare stabilità, tranquillità e
chiarezza. Se i conservatori sono estenuati dalle continue picconate al diritto
e alla dottrina, i progressisti son delusi dalla mancata attuazione delle
riforme auspicate; da un estremo all’altro del ventaglio, poi, si vive nel
terrore di inattese sfuriate o di imprevedibili colpi di testa.
Senza
per questo sottovalutare i gravi danni già inferti alla Chiesa, occorre
comunque rilevare che cambiamenti troppo radicali (come l’abolizione del
celibato sacerdotale e l’ammissione delle donne al sacramento dell’Ordine) non
sono avvenuti, probabilmente a motivo della spada di Damocle che pende su
questo pontificato, vale a dire dell’anomala modalità della rinuncia di
Benedetto XVI, che potrebbe renderlo nullo. Il fatto che, da due anni, un
giornalista privo di competenze specifiche in materia insista con ossessiva frequenza
su questo punto sa tanto di velata minaccia, per interposta persona, da parte
di una corrente della Curia che, in tal modo, starebbe frenando la deriva.
Intanto le diocesi, con un nuovo diversivo, son tenute occupate con l’ennesima
trovata del nulla pastorale, il sinodo sulla sinodalità. Il discutere di
aria fritta serve a nascondere la latitanza pastorale di una gerarchia che
parla tanto di ascolto, ma fa orecchie da mercante alla richiesta di
guida e protezione che giunge dai cattolici fedeli, abbandonati ai soprusi
dello Stato e all’arbitrio del basso clero. Per questo, piuttosto che
accarezzare sogni di Chiese parallele e metterci fuori gioco da soli, dobbiamo
resistere tenendoci pronti per il momento in cui sarà richiesta la nostra
opera.
Grazie Rev.Padre per la Vostra fermezza!
RispondiEliminaNon ci sono gia', purtroppo, molte, troppe chiese?
Ci siamo consacrati alla Santa Vergine, dunque siamo servi, anzi schiavi. Ai seguaci di Cristo e' richiesto di essere forti : "vivere militare est" . La nostra forza e' Lei che resto' in piedi sotto la Croce finche' la settima spada le trapasso' il cuore. Insieme a Lei, con l'aiuto di Lei, avvinti a Lei offriremo questo martirio spirituale . Ella lo ha gia' vissuto e continuamente lo ri-vive per causa del corpo mistico e lo offre all'Eterno Padre. Soltanto Lei puo' darci la fortezza necessaria per restare in piedi sulla barca mentre i venti soffiano al contrario, mantenendo fissi i nostri occhi sul Salvatore. Nelle Vostre mani , Madre, affidiamo il nostro spirito, tutta la nostra vita e l'ultimo nostro giorno. Siano lodati Gesu',Giuseppe e Maria!
Revedendo,
RispondiEliminami permetto di intervenire su un punto. Il “giornalista privo di competenze specifiche” non è mio parente né ho guadagno alcuno a difenderlo, anche perché la verità e la logica si difendono da sole e si reggono perfettamente in autonomia. Lo reputo uno strumento docile alla Provvidenza, e se dovesse crollare perché uomo soggetto alla concupiscenza della carne e della volontà, gli sarei comunque grato senza perdere la fiducia nel suo operato.
Faccio solo presente che la limpidezza delle analisi svolte e la coordinazione delle nozioni esposte nell’analisi della Magna Quaestio sono inoppugnabili dal punto di visto scientifico, e nessuno per il momento è arrivato a confutare nulla per via empirica o razionale.
C’è stato qualcuno che in questa faccenda ha avuto la forza di metterci la faccia con nome e cognome, con ore di studio accompagnate solo dalla preghiera costante di qualche povero “piccolo” che in questa fatica vedeva aprirsi una luce nel baratro vigente del buio tombale di una gerarchia assente. Non vado ad insegnarle nulla, ma Lei conosce meglio di me questi passi:
Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio.(Gv 6,45)
Né alcuno avrà più da istruire il suo concittadino,
né alcuno il proprio fratello, dicendo:
Conosci il Signore!
Tutti infatti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande di loro. (Is 8,11)
Non si prenda troppo sotto gamba il laicato. Questo sarà il vostro rifugio e la vostra arca nei tempi prossimi. Troppi santi e mistici hanno annunciato il rinnovamento della Chiesa proveniente dal laicato
Non vi capiti un giorno di chiedere a qualche povero operaio insignificante: “Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?”. Potreste sentirvi domandare a vostra volta:
“Non vi dirò con quale autorità faccio queste cose, perché la vostra grandezza vi impedisce di vedere il vero ed il buono”
Questa espressione celeste sia la nostra lode quando qualcosa non lo capiamo o ci risulta insolito rispetto ai nostri canoni:
«Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. (Mt 11,25)
Non ho rilevato la mancanza di competenze specifiche per criticare il giornalista o la sua tesi, ma per giustificare la supposizione che dietro di lui ci sia un "suggeritore" più esperto che non possa esporsi personalmente, ma gli abbia indicato gli elementi su cui indagare dal punto di vista canonico in una materia delicatissima.
EliminaAncor meno intendo squalificare il laicato; al contrario, sono estremamente grato a molti fedeli verso i quali ho grandi debiti di riconoscenza che cerco di estinguere con le mie preghiere, pur sapendo che solo il Signore potrà ricompensarli adeguatamente.
Caro Don Elia,
Eliminaposso capire i suoi dubbi, ma le argomentazioni vanno corroborate da fatti, non da ipotesi.
Mr Cionci ha sempre colto suggerimenti da esperti in vari settori (giuridici, teologici, linguistici), tutti nominati con nome e cognome, oltre che da poveri e semplici fedeli, che hanno concorso con le loro intuizioni scevre da strutture preconfezionate.
Inoltre non potrebbe essere che il "Suggeritore" sia proprio Colui di cui è stato predetto che avrebbe rivelato la verità tutta intera?
Ripeto, non mi viene nulla in mano a difendere il giornalista, che non ha bisogno delle mie insignificanti apologie, ma se spendo queste poche righe in suo supporto è solo per spirito di ringraziamento e per amore alla verità.
Bacio la Sua mano consacrata ed onoro la Potenza Increata che l'ha resa capace di fare scendere Dio in un pezzo di pane
Tutto e'ovviamente possibile, ma il giornalista non e'mai riuscito a spiegare le (almeno) due occasioni in cui il Papa emerito ha usato le parole "Papa Francesco".
EliminaChiedo scusa, cosa consisterebbe la nostra opera al di là della preghiera.... grazie!
RispondiEliminaNel fare ognuno il proprio dovere, secondo il suo stato e la sua vocazione, là dove il Signore lo ha posto, sapendo per fede che tutto concorre alla realizzazione dei piani della Provvidenza.
EliminaCaro don Elia, questo suo articolo mi cade, come si suol dire a fagiolo.
RispondiEliminaUn mio caro amico si è da tempo allontanato dalla chiesa cosiddetta modernista, e lo posso capire, ma ora lui e la sua famiglia seguono da tempo una "nuova" chiesa l'istituto mater boni consigli di Verrua.
In varie occasioni ho ascoltato i racconti delle loro riunioni, il celebrare la messa in maniera tradizionale, il sentirsi vicini a Dio etc.etc.
Venendo al punto caro Padre, il mio amico, pochi giorni fa mi ha chiesto se sono disponibile ad essere di nuovo cresimato, perché loro sostengono che la mia fatta oramai quasi 40 anni fa non è da ritenersi valida perché fatta da sacerdoti, mi passi il termine semplicistico, non validi perché seguaci delle dottrine post conciliari.
Verrebbe a celebrare un Vescovo belga, nominato da non so chi....ma penso che il tutto, se non ricordo male, derivi da un Vescovo asiatico che ai tempi contrario ai dettami del Concilio nomino a sua volta altri Vescovi.
Ora Le chiedo cosa ne pensa di questa "nuova" chiesa e se sia giusto ricresimarsi.
Grazie e che Dio, la protegga.
Sergio.
Carissimo Sergio, l'Istituto Mater Boni Consilii è un'aggregazione sedevacantista, i cui membri sono cioè convinti che dal 1958 la Chiesa sia priva del Papa; di conseguenza tutti gli atti pontifici successivi, compresa la cosiddetta riforma liturgica con i nuovi riti di ordinazione, sarebbero nulli. Ora, questo non è ammissibile a motivo dell'indefettibilità della Chiesa, che è una verità di fede. Non è possibile che la Chiesa militante venga meno e sopravviva unicamente in una piccola società conosciuta da pochissimi, dato che ciò metterebbe la maggior parte delle anime nel pericolo di perdersi e smentirebbe la parola stessa di Gesù, secondo cui le "porte degli inferi" non avrebbero mai prevalso (cf. Mt 16, 18).
EliminaLa crisi attuale non si risolve separandosi dall'unica Chiesa di Cristo per formarne un'altra parallela; ciò non fa altro che accrescere ulteriormente la confusione e la divisione. Non devi assolutamente farti cresimare di nuovo, sia perché la tua Cresima è valida e non può essere ripetuta, sia perché compiresti un atto scismatico con cui ti porresti fuori della Chiesa.
E Bergoglio con i suoi seguaci, attuando la processione in S. Pietro della Pachamama, con tanto di incensazioni, non si sono forse posti fuori della Chiesa Cattolica Apostolica Romana?
EliminaIl fatto è che non tocca a noi dichiararlo, dato che non ne abbiamo l'autorità.
EliminaGrazie p. Elia! La Divina Provvidenza mi ha soccorsa e incoraggiata con le sue parole! Sono circa 2 anni che la seguo e mi è stato e mi è di grande aiuto spirituale, non immagina quante volte mi ha risollevata! Di tutto ciò il Buon Dio gli renda il merito! Io continuo a pregare per lei perché il suo operato raggiunga anime affamate è stanche per risollevare, ritemprarle, sfamarle! Grazie! Nei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e nel Cuore Castissimo di s. Giuseppe! F. R.
RispondiEliminaGrazie di cuore per le preghiere, di cui ho sempre bisogno e che ricambio con il costante ricordo all'altare.
EliminaCaro padre, leggo sempre e volentieri I suoi articoli, ma questa volta ho faticato parecchio, non comprendendo il suo messaggio in toto. Vorrei anche porle leseguenti domande: come un giovane di retta fede e coscienza frequentare un seminario"ufficiale" x restare nella chiesa e conservare la formazione rettamente cattolica. Inoltre potrebbe ,nei prossimi articoli, usare un linguaggio semplice e accessibile a tutti??? Ringrazio e saluto in cordis Jesu et Mariae
RispondiEliminaMi sono dovuto esprimere in modo un po' criptico per non mettere in pericolo le persone cui alludevo e alle quali, soprattutto, sono rivolti certi messaggi.
EliminaPer il momento bisogna evitare nel modo più assoluto i seminari diocesani, almeno in Italia. Le uniche vie percorribili sono quelle offerte dagli istituti tradizionali, come la Fraternità Sacerdotale San Pietro e l'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote.
Caro padre, lei ha fatto riferimento alla fraternità sacerdotale San Pietro e l’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote . Cosa ne pensa della fraternità San Pio X ? Si possono frequentare o sono fuori dalla Chiesa ? La ringrazio infinitamente per le sue riflessioni
EliminaLa Santa Sede, sotto Benedetto XVI, ha autorizzato i fedeli a frequentare le Messe celebrate da sacerdoti appartenenti alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, benché la loro situazione canonica sia irregolare. Raccomando la vigilanza riguardo ai contenuti della predicazione, che è a volte tendenziosa.
EliminaÈ vero che per essere incardinato, un sacerdote deve prestare una sorta di giuramento di fedeltà, di accettazione di quanto concerne i documenti dell'invalido ed apostata conciliabolo vaticano II?
RispondiEliminaLo scrisse una volta don Nitoglia, se ben ricordo.
Se questo fosse vero significa che i sacerdoti incardinati oggi hanno formalmente avvallato opere diaboliche come Nostra Aetate e Dignitatis Humanae?
Spero che questa inaccettabile imposizione, simile ai ricatti "vaccinali", non sia applicata da tutti i vescovi.
Il giuramento prestato in vista dell'incardinazione, poco prima dell'ordinazione diaconale, concerne l'obbedienza all'Ordinario del luogo e al Magistero in generale; non è esplicitamente citato il Vaticano II (almeno non lo era nel testo su cui ho giurato io). Ora, si può legittimamente giurare fedeltà al solo Magistero autentico, non a quello dubbio; a mio parere, quindi, è sufficiente applicare questa riserva.
EliminaSecondo me è una soluzione che potrebbe cadere nell'ambiguità e nel compromesso. Come le ho scritto nella parte da lei tagliata del mio precedente commento, per me anche la FSSPX è ancora non sufficientemente schierata dalla parte della Tradizione Cattolica pre apostasia vaticansecondista.
EliminaA proposito di tagli: la mia profonda stima nei suoi confronti mi fa pensare che avrà avuto le migliori ragioni per "far dimagrire" notevolmente il mio precedente commento. Tuttavia questo lascia senza risposte delle questioni che ritengo urgenti e mi mette il dubbio che lei, sicuramente in buona fede, sia troppo severo verso certe realtà sacerdotali e soprattutto certi vescovi che hanno avuto il coraggio di resistere a viso aperto alla massoneria ecclesiastica, non temendo ingiuste scomuniche come, ripeto, non le temette il santo vescovo Atanasio nella sua opposizione all'eresia ariana. Mi perdoni, ma credo che se vuole esprimere il suo pensiero su questioni e realtà così importanti (nel bene o nel male) dovrebbe essere più esplicito e al contempo non temere commenti espliciti, se ritenuti pertinenti e garbati. È solo il mio sommesso e fallibile parere, ovviamente. Confermandomi suo affezionato e grato lettore, le porgo un caro saluto, in Corde Matris.
La parte tagliata riguardava problemi troppo complessi per essere affrontati nello spazio di un commento, senza un adeguato inquadramento dogmatico e canonico. In ogni caso nessuno di noi ha l'autorità e le competenze necessarie per definire quel genere di questioni.
EliminaCaro Padre Elia, ho resistito per un po' ma alla fine non ce l'ho fatta più e dopo anni di sforzo sovrumano non vado più a messa. Troppo rumore prima e dopo, troppe idee fantasiose del parroco e dei laici, la liturgia della parola che non finisce mai, la faciloneria con cui viene trattata l'eucarestia e molte altre amenità che non sto ad elencare. In sintesi: tutto ciò che è sciatto o esotico è tollerato o addirittura benvenuto, mentre il cattolicesimo viene trattato con le pinze, diluito come una medicina amara, perché non faccia troppa paura.
RispondiEliminaIl mio rigetto pare ormai insormontabile. Ed allo stesso tempo mi dispiace di questa situazione. In questo momento vorrei semplicemente andare avanti per conto mio, con quello che ho imparato nei catechismi (salvo il precetto domenicale e quindi i sacramenti) e con la preghiera. Ma, pensando lucidamente, non voglio partecipare a scismi. Non voglio andare per vie secondarie. Non voglio aggregarmi ai "non praticanti". Vorrei che il periodo di "non praticanza" finisse.
Vorrei poter assistere ad una messa decente ma quella in rito antico è lontana. Devo quindi compiere uno sforzo sovrumano e infliggermi la messa "beat" come penitenza? Oppure è legittimo non partecipare ad una messa che si sa che viene sporcata, e praticare qualcosa di sostitutivo come il Santo Rosario? La messa in TV può supplire al precetto, se quelle in presenza sono a rischio di "creatività liturgica"? Le sembreranno domande paradossali, ma questo è ormai il livello di malsopportazione.
La ringrazio anticipatamente per i consigli che vorrà darmi e che ascolterò anche se severi. Penso in effetti che dovrò sottopormi all'ennesimo sforzo titanico. Abbia pazienza ma vorrei aggiungere, pensando di essere in buona compagnia, non se ne può veramente più.
La vita di grazia non può mantenersi senza la Messa e i Sacramenti. Quella trasmessa in televisione non permette di adempiere il precetto festivo, ma è solo un ausilio per chi è legittimamente scusato per malattia o anzianità. Il Rosario non sostituisce la partecipazione fisica al Santo Sacrificio, dato che esso è opera divina, non umana.
EliminaD'altra parte comprendo benissimo che il modo di celebrare, in molte parrocchie, sia semplicemente insopportabile per chi ancora ha la fede. Dopo lunga riflessione, non trovo altra soluzione che cercare altrove una Messa celebrata in modo almeno decente, anche se nel nuovo rito. Con l'aiuto della Provvidenza, l'invocazione dei Santi e un po' di pazienza, alla fine qualcosa salta fuori, a volte con notevole sorpresa.
Fino ad oggi le Messe con il rito di Paolo VI sono valide. Ciò implica che nel tabernacolo sia davvero custodito il Re dei Re. Tu, in virtù dei Sacramenti ricevuti, sei un soldato della divisione terrena del Signore. Il tuo Re richiede di non essere di nuovo abbandonato come il Venerdì Santo. La tua trincea puzza come la mia, forse diverrà anche la tua fossa. Ma potrai vantarti di aver combattuto per e con il Re. A noi la battaglia, a Dio la Vittoria! Deus vult!
EliminaGrazie Don Elia, per la risposta ed anche per il lungo tempo di riflessione. Concordo in effetti sul fatto che la soluzione che Lei propone sia l'unica praticabile. Anche perché, se un parroco celebra in un determinato modo, è perché è straconvinto che questo modo sia il migliore possibile e parlarne serve solo a farsi bollare come "tradizionalisti" (già provato). Il recente sinodo ha sancito nero su bianco che ormai la vita del cattolico ruota intorno alla comunità che celebra, praticamente, se stessa. Penso quindi di "migrare" per trovare aria pulita, tenendo ancora magari qualche presenza alla Messa "beat" come penitenza e, giustamente, per non lasciare Nostro Signore "da solo" nella baldoria generale, come fa anche notare Diego.
Eliminahttps://www.marcotosatti.com/2022/05/16/per-la-vita-manifestazione-il-21-maggio-a-roma-esserci-e-importante/
RispondiEliminaAnche l'approccio al virus Covid e' stato divisivo.
Grazie Padre per la sua parola obiettiva e pacata che regolarmente ci incoraggia e rassicura .
Caro Padre Elia grazie di cuore per il prezioso nutrimento spirituale che riceviamo tramite i suoi sapienti articoli su questo blog. Volevo chiederle un consiglio, vorrei far dire delle sante messe per i miei genitori e per mio fratello, avrei un dubbio da sottoporle: è preferibile la santa Messa in rito antico, nel numero di 30 per ciascun famigliare piuttosto che la santa Messa post conciliare per il beneficio che i defunti ne possono ricavare? Grazie di cuore per la sua attenzione ed il suo tempo. La ricordo sempre nelle mie preghiere, Lei è un faro per tutti noi.
RispondiEliminaLa Santa Messa ha comunque un valore infinito di espiazione e impetrazione. Nella forma tradizionale può esserci per i defunti un'efficacia aggiuntiva per via delle migliori disposizioni che il rito ispira in chi lo celebra.
EliminaStimato don Elia,
RispondiEliminaseguo gli scritti del suddetto giornalista da un po' di tempo. Dopo l'iniziale scetticismo ammetto, nei limiti della mia ragione e delle mie limitate conoscenze, di trovare un gran numero di argomenti convincenti, accanto ad altri più dubbi o "sfumati". Sono quindi di fronte ad un dilemma di coscienza: nutrire certi dubbi sulla legittimità del Papa regnante costituisce un peccato? Cerco di difendermi dall'orgoglio di "saperla più lunga degli altri", ma la mia ragione cerca una spiegazione a tanti atti, teologici o meno, oggettivamente scandalosi. Se non ho autorità per giudicare certe espressioni teologicamente problematiche, in quanto padre di famiglia penso di avere il diritto, il dovere, e le grazie di stato per giudicare mostruoso l'obbligo all'inoculazione che il Papa ha implicitamente, ma pubblicamente sostenuto.
La soluzione proposta dal giornalista ha un solo difetto: pare troppo "perfetta" per essere vera.
Buongiorno Padre. Premetto che non ho mai partecipato alle celebrazioni o incontri della FSSPX, tuttavia non condivido il suo giudizio.
RispondiEliminaMons. Lefebvre, di cui ho letto diversi libri, è, per me, un vero pastore di Santa Romana Chiesa, nonché un punto di riferimento irrinunciabile.
Don G. Baget Bozzo, in un suo lavoro, diceva che la Chiesa vive di stati di eccezione e, questo, lo è senza dubbio.
Personalmente ritengo che Mons. Lefebvre abbia fatto bene ad agire così, nell'esclusivo interesse della Tradizione.
Non mi fido, invece, di quelle comunità, a cui va tutto bene, dal doppio Papa all'accettazione del CVII, basta che celebrano il rito antico . Infatti, sulle tante gravi situazioni che toccano la Chiesa tacciono.Questo vuol dire essere fedeli ed obbedienti? Sinceramente non credo proprio.
Sinceramente, pur senza farne parte, ho una grande riconoscenza verso questa comunità ed i suoi sacerdoti.
Grazie Padre, delle sue chiare parole ne trarro' la ovvia conseguenza di non ricresimarmi, e pregherò Dio che illumini il cammino di tutti noi.
RispondiEliminaBuona serata.
ESERCIZIO DELLA BUONA MORTE
RispondiEliminaProstrato dinanzi al trono della vostra adorabile Maestà,
vi domando, o mio Dio, l'ultima di tutte le grazie,
la grazia di una santa morte.
Qualunque sia il cattivo uso fatto della vita che mi avete data,
accordatemi di finirla bene e di morire nel vostro amore.
Che io muoia, come i santi Patriarchi, lasciando senza
rincrescimento questa valle di lacrime per andare a
godere il riposo eterno nella mia vera patria.
Che io muoia come il beato S. Giuseppe, tra le braccia
di Gesù e Maria, ripetendo questi nomi sì dolci, che spero
benedire per tutta l'eternità.
Che io muoia, come la Vergine Santissima, infiammato
dall'amore più puro, acceso dal desiderio di unirmi
all'oggetto di tutti i miei affetti.
Che io muoia, come Gesù sulla Croce, coi sentimenti
del più vivo odio del peccato, di amore del mio celeste
Padre e di rassegnazione fra i patimenti.
Padre Santo, nelle vostre mani rimetto l'anima mia:
usatemi misericordia!
Gesù, che siete morto per amor mio, accordatemi la
grazia di morire nel vostro amore!
LITANIE DELLA BUONA MORTE
RispondiEliminaSignore Gesù, Dio di bontà,
Padre di misericordia, io mi presento innanzi a Voi con cuore
umiliato, contrito e compunto: Vi raccomando la mia ultima
ora e ciò che dopo di essa mi attende.
Quando i miei piedi immobili mi avvertiranno che la mia
carriera in questo mondo è presso a finire,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando le mie mani tremule e intorpidite non potranno più stringerVi crocifisso, e mio malgrado Vi lascerò cadere sul letto del mio dolore,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando i miei occhi offuscati e stravolti dall'orror della morte imminente fisseranno in Voi gli sguardi languidi e moribondi,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando le mie labbra fredde e tremanti pronunzieranno per l'ultima volta il Vostro Nome adorabile,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando le mie guance pallide e livide ispireranno agli astanti la
compassione ed il terrore, ed i miei capelli, bagnati dal sudor
della morte, sollevandosi sulla mia testa, annunzieranno prossima la mia fine,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando le mie orecchie, presso a chiudersi per sempre
ai discorsi degli uomini, s'apriranno per intendere la Vostra voce,
che pronunzierà l'irrevocabile sentenza, onde verrà fissata
la mia sorte per tutta l'eternità,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando la mia immaginazione, agitata da orrendi e spaventevoli
fantasmi, sarà immersa in mortali tristezze, ed il mio spirito,
turbato dall'aspetto delle mie iniquità e dal timore della
Vostra giustizia lotterà contro l'angelo delle tenebre,
che vorrà togliermi la vista consolatrice delle Vostre
misericordie e precipitarmi in seno alla disperazione,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando il mio debole cuore, oppresso dal dolore della malattia,
sorpreso dagli orrori della morte, e spossato dagli sforzi
che avrà fatto contro i nemici della mia salute,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando verserò le mie ultime lacrime, sintomi della mia distruzione,
ricevetele, o mio Gesù, in sacrificio di espiazione, affinché io spiri
come una vittima di penitenza; ed in quel terribile momento,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando i miei parenti ed amici, stretti a me d'intorno,
s'inteneriranno sul dolente mio stato e V'invocheranno per me,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando avrò perduto l'uso di tutti i sensi, ed il mondo intero
sarà sparito per me, ed io gemerò nelle angosce della estrema agonia e negli affanni di morte,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando gli ultimi sospiri del cuore sforzeranno la mia anima ad uscire dal corpo, accettateli come atti di una santa impazienza di venire a Voi; e Voi,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Quando la mia anima uscirà per sempre da questo mondo e lascerà il mio corpo pallido, freddo e senza vita, accettate la distruzione del mio essere come un omaggio che io vengo a rendere alla Vostra Divina Maestà; ed allora,
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Finalmente, quando la mia anima comparirà innanzi a Voi, e vedrà
per la prima volta lo splendore immortale della Vostra Maestà,
non la rigettate dal Vostro cospetto; ma degnateVi ricevermi
nel seno amoroso della Vostra misericordia, affinché io canti
eternamente le Vostre lodi.
misericordioso Gesù, abbiate pietà di me!
Atto di Accettazione della Morte
RispondiEliminaSovrano Padrone della morte, mio Signore e mio Dio,
Voi che in punizione del peccato, avete condannato alla morte
tutti gli uomini, eccomi prostrato ai Vostri piedi per
sottomettermi alla Vostra Legge ed adorare la Vostra giustizia.
Le innumerevoli colpe della mia vita mi hanno meritato
mille volte la sentenza, colla quale mi colpirete: l'accetto
dunque dalla Vostra mano paterna, come giusto castigo dei miei peccati.
Si compia dunque su di me, o mio Dio, la Vostra volontà;
sono pronto ad obbedirla. Che io muoia, poiché lo comandate,
nel tempo, nel luogo, e nella maniera che a Voi piacerà.
Ma, o il migliore dei Padri, abbiate pietà di chi
avete tanto amato e beneficato; fate che io muoia della
morte degli eletti; fate che io spiri pronunciando i
Sacratissimi nomi di Gesù, di Maria e di Giuseppe!
D'ora in avanti voglio consacrare la vita a
meritarmi questa grazia.
O Dio, che condannandoci alla morte, ce ne occultasti il momento e l'ora, fa' che io, passando nella giustizia e nella santità tutti i giorni della mia vita, possa meritare di uscire da questo mondo nel Tuo Santo Amore, per i meriti del Signore nostro Gesù Cristo che vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
https://www.byoblu.com/2022/05/14/il-governo-ammette-implicitamente-lerrore-rivoluzionaria-sentenza-a-favore-dei-docenti-no-vax/
RispondiEliminaUna sentenza.
Mater Divini Amoris
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=XmCQZgQwzw0
Catechesi di don Roberto Spataro sulla Messa antica in presentazione del libro "La Messa del futuro. La liturgia antica in latino. Breve catechesi liturgica". Il libro ha avuto una prefazione elogiativa del cardinal Burke.
16 Maggio 2022.
Come si può conciliare la testimonianza di Sant'Atanasio con quello che lei scrive?
RispondiEliminaSant'Atanasio non fu l'unico vescovo perseguitato. Benché fosse certo, in coscienza, di avere ragione, accettò le reiterate condanne all'esilio, per quanto inique, e non organizzò una "Chiesa parallela" esercitando il ministero in modo indipendente, ma aspettò che il Signore gli rendesse giustizia, fino a quando fu reintegrato.
EliminaNon mi riferivo a Lefebvre, che peraltro mi pare di ricordare non intendesse fondare alcuna nuova chiesa, ma a tutto il resto, il suo intervento di questa settimana è alquanto fumoso, fino quasi a sconfinare nella doppiezza, ed ha colpito negativamente diversi di noi lettori.
EliminaRendiamoci conto che abbiamo a che fare con un presule argentino che, con Amoris Laetitia, ha in pratica derubricato ogni peccato, introducendo nel Mistico Corpo di Cristo, il veleno mortale della già condannata Etica della Situazione.
Io non ho nominato monsignor Lefebvre, ma se Lei ha pensato a lui ci sarà pure un motivo. In ogni caso nessuno, per nessun motivo e in nessuna circostanza, per quanto eccezionale, è autorizzato a esercitare il ministero al di fuori dell'obbedienza al legittimo Successore di Pietro e all'Ordinario del luogo, poiché questa esigenza appartiene alla costituzione divina della Chiesa e senza di essa la Chiesa finisce in mille pezzi. Se il Papa abusa del suo potere, la soluzione non è un abuso di segno contrario, ma un più intenso impegno di preghiera e penitenza per chiedere al Signore di ristabilire l'ordine violato, dato che Egli solo ha il potere di farlo e a Lui solo appartiene la Chiesa.
EliminaLUX MUNDI - Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica
RispondiEliminagiorno 18 mag 2022
https://www.youtube.com/watch?v=MV7M45IDX1o
Don Luca Paitoni
I 10 Comandamenti
6° Comandamento: La castità (puntata n.6)
20.30: S. Rosario
21.00: Catechesi
La Tua grazia ci preceda e ci accompagni sempre.
RispondiEliminaCaro padre, se l'anomala modalità della rinuncia di Benedetto XVI, potrebbe rendere nullo l'attuale pontificato, allora canonicamente chi sarebbe realmente oggi il regnante? Santa giornata
RispondiEliminaAlmeno materialmente, Bergoglio esercita la suprema giurisdizione. Tuttavia, qualora in futuro si stabilisse che la rinuncia di Benedetto XVI non è stata valida, risulterebbero nulli tutti gli atti di "papa Francesco". Per evitare il caos nel governo ecclesiastico, bisognerebbe sanare in radice almeno quelli di natura amministrativa.
EliminaAdesso c'è il vaiolo delle scimmie. Incomincia la nuova farsa! I mondialisti non molleranno mai e poi mai l'osso.
RispondiEliminaNancy Pelosi, Negata la Comunione. A San Francisco c’è un Vescovo.
RispondiEliminahttps://www.marcotosatti.com/2022/05/20/nancy-pelosi-negata-la-comunione-a-san-francisco-ce-un-vescovo/
In una lettera del 20 maggio indirizzata ai laici cattolici, Cordileone ha spiegato di aver emesso l’istruzione in conformità con il canone 915 del Codice di Diritto Canonico, che afferma che “coloro che… perseverano ostinatamente in un peccato grave manifesto non devono essere ammessi alla Santa Comunione”.
Dopo numerosi tentativi di parlare con lei per aiutarla a comprendere il grave male che sta perpetrando, lo scandalo che sta causando e il pericolo per la sua stessa anima che sta rischiando, ho stabilito che è giunto il momento di dichiarare pubblicamente che non sarà ammessa alla Santa Comunione a meno che e fino a quando non ripudierà pubblicamente il suo sostegno ai “diritti” dell’aborto e non si confesserà e riceverà l’assoluzione per la sua cooperazione a questo male nel sacramento della Penitenza”, ha scritto Cordileone nella lettera.
Deo gratias!
EliminaChe meraviglia! Deo gratias! Ci è stato dato un vescovo Cattolico, incredibilmente proprio nella capitale mondiale dei pervertiti, dei sodomiti, dei drogati e della "rivoluzione sessuale". Un giglio tra i cardi!
EliminaReverendo padre, diversi cattolici si attendono i rifugi mariani per il periodo della grande prova precedente il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria, dove appunto dovrebbero rifugiarsi per sfuggire ai tanti pericoli. Personalmente non sono convinta di questi rifugi, non ne ho mai sentito parlare dai Santi. Secondo lei, è prudente essere scettici a riguardo o e' sinonimo di mancanza di fede in aiuti straordinari in momenti straordinari?
RispondiEliminaSì, è prudente essere scettici, dato che si tratta di proposte non realistiche e prive di garanzie circa la loro origine.
Elimina"A disposizione di chi la vuole."
RispondiEliminahttps://www.marcotosatti.com/2022/05/25/andrea-cionci-risponde-alla-lettera-aperta-del-prof-edmund-mazza/
Per chi volesse entrare in questo labirinto per ritrovare il filo che conduce all'uscita..
«Nonostante i vari argomenti attinenti la questione, il fatto è che la Fraternità Sacerdotale San Pio X è nello scisma fin da quando il fu Arcivescovo Marcel Lefebvre ordinò quattro vescovi senza il mandato del Romano Pontefice.
RispondiElimina«E perciò non è lecito assistere alla Messa o ricevere i sacramenti in una chiesa che è sotto la direzione della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
«Detto questo, per noi in questa questione, parte del tipo di confusione nella Chiesa si è anche prodotta perché il Santo Padre ha dato ai sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X la facoltà di celebrare validamente i matrimoni, lecitamente e validamente. Ma per questo non c’è una spiegazione canonica, si tratta semplicemente un’anomalia.
«E anche Papa Benedetto XVI, prima della sua abdicazione, rimise la scomunica dei quattro vescovi che erano stati ordinati senza mandato pontificio, ma essi non avevano il requisito per la remissione della scomunica, che consiste nel recedere dalla contumacia e desiderare di essere pienamente riconciliati con la Chiesa, ma in effetti questo non è avvenuto, e quindi si tratta di un’altra situazione un po’ anomala.
Essi non sono più scomunicati, ma non sono nemmeno in regolare comunione con la Chiesa Cattolica.
«E perciò tutta la questione è molto complicata, ma io vorrei dirvi che non penso che sia un buon segno ricevere i sacramenti nella Fraternità Sacerdotale San Pio X , perché questo non li aiuta, prima di tutto perché i sacramenti non sono celebrati lecitamente. Essi sono validi, non c’è problema se i sacerdoti sono validamente ordinati, ma questo non attesta la comunione con la Chiesa. Invece noi dovremmo incoraggiare i membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X a riconciliarsi con la Chiesa.
«Infatti, e penso che Don Saguto possa confermarlo, so che questo era il caso sia a Lacrosse sia a St. Louis, dove c’erano degli apostolati dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote per coloro che desideravano i riti della Chiesa secondo l’antico uso, molte, molte persone che andavano alla Fraternità Sacerdotale San Pio X si sono riconciliate e sono tornate alla Chiesa.
«E io dico che se invece andiamo liberamente a quelle Messe [lefebvriane] che continuano ad essere celebrate, questo che incoraggiamento dà loro a riconciliarsi con la Chiesa?»
Cardinal Burke,
https://www.totustuus.it/card-burke-i-lefebvriani-sono-scismatici/