Signore, donaci un capo
e una pioggia di
grazie!
Queste
sono le origini del cielo e della terra quando furono creati, nel giorno in cui
il Signore Dio fece il cielo e la terra, ogni virgulto del campo prima che
spuntasse nella terra e ogni erba della regione prima che germogliasse: infatti
il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era l’uomo che
lavorasse la terra, ma una sorgente saliva dalla terra, irrigando l’intera
superficie della terra (Gen 2, 4-6 Vulg.).
Questa
è la traduzione letterale in italiano della versione latina di san Girolamo di
un celeberrimo passo della Bibbia che nelle traduzioni moderne è profondamente
alterato. C’è infatti una duplice anomalia: una attenente alla filologia e
l’altra alla punteggiatura. A livello filologico, è ben noto che il grande
Dottore ebbe a disposizione codici ebraici ben più antichi di quelli pervenuti
fino ad oggi, dai quali è tradotto l’Antico Testamento. Il cosiddetto testo
masoretico, ormai universalmente preso come riferimento, è in realtà molto
tardivo, essendo stato completato non prima del X secolo d.C. I masoreti
erano rabbini che intesero fissare la corretta lettura delle Scritture, messe
per iscritto con le sole consonanti, inventando un sistema di segni per
indicare le vocali. Il problema è che, spesso, la stessa sequenza di
consonanti, con vocali diverse, può avere significati molto diversi. Dato che
il giudaismo postbiblico, dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme, si
riorganizzò in chiave decisamente anticristiana, non fa meraviglia che a subire
le maggiori manipolazioni siano stati proprio quei passi veterotestamentari che
preannunciano Gesù Cristo.
L’altra
questione, tuttavia, è ancor più rilevante per il passo in questione. L’attuale
scienza biblica ritiene di dover mettere un punto dopo le parole quando
furono creati. Secondo l’insindacabile giudizio degli studiosi, infatti, lì
terminerebbe un supposto primo racconto della creazione attribuito a una
supposta fonte sacerdotale e inizierebbe un presunto secondo racconto
attribuito a una presunta fonte jahwista. All’epoca dei miei studi di
base, era dato per certo che il Pentateuco risultasse dal tardivo assemblaggio
di ben quattro documenti di epoche diverse, con buona pace di Mosè e di tutti
coloro (compreso Nostro Signore) che lo hanno sempre considerato l’autore,
mentre oggi viene dato altrettanto per certo che i documenti non siano in
realtà più di due… Comunque sia, quel punto a metà della frase cambia
radicalmente il senso del testo, che invece si ricompone perfettamente non appena
lo si legga in continuità, come del resto fece san Girolamo, purché non si
pretenda di imporre all’autore sacro la mentalità dei razionalisti attuali.
Ora,
cosa significa che «il Signore Dio fece […] ogni virgulto del campo prima che
spuntasse nella terra e ogni erba della regione prima che germogliasse»? In che
senso li aveva fatti, se ancora non c’erano? Nella ricerca di una spiegazione
ci viene in soccorso san Bonaventura con la tesi, presa in prestito dagli
stoici, delle ragioni seminali, cioè di princìpi inerenti al mondo
creato, nascosti ma capaci di determinarne lo sviluppo secondo un piano
prestabilito. Sebbene il loro statuto metafisico non sia del tutto chiaro,
l’idea è interessante per far luce sul modo in cui il Creatore potrebbe aver
impresso alla Sua opera un dinamismo evolutivo da Lui programmato e governato.
L’agiografo ha dunque descritto un momento in cui, una volta poste le
condizioni di base, mancava soltanto che si mettesse in moto il processo
mirante alla comparsa dei vegetali; precedentemente, invece, aveva presentato
l’insieme dell’opera in un ordine organico e con uno sguardo complessivo, che
non sono necessariamente in contrasto con l’approccio successivo.
Tutto
era dunque predisposto perché la terra (nominata sette volte in tre versetti)
si ricoprisse in modo mirabile di vegetazione. Mancavano però due elementi,
cosa che spiega come mai nessuna pianta fosse ancora spuntata: la pioggia che
fecondasse il suolo e l’uomo che lo coltivasse; al tempo stesso, una fonte
d’acqua saliva dal basso per evitarne il completo inaridimento. Lasciando
l’esegesi biblica strettamente intesa, proviamo ora a trasporre questo quadro
nell’attualità del momento. L’impressione dei cattolici più avvertiti è che
tanto la società quanto la Chiesa siano ridotte a un deserto, nel cui aspetto
esterno nulla permette di presagire la rifioritura di un giardino. Lo Spirito Santo,
tuttavia, ci avverte che in realtà Dio ha già predisposto ogni cosa perché da
tale desolazione rinasca una rigogliosa vita cristiana: tutto è pronto, benché
non si veda. La primavera già freme nelle gemme e nei boccioli; i princìpi e
gli elementi del prodigioso rinnovamento sono già stati collocati, per chi sa
scorgerli con l’occhio dell’anima illuminato dall’alto.
Ciò
che ancora manca per far sbocciare il giardino, anche oggi, è l’acqua dal cielo
e il coltivatore: una pioggia di grazie e un uomo inviato da Dio a lavorarlo.
C’è già, nondimeno, una sorgente che sale dal basso: è la ragionevolezza di
tante persone di buon senso che, anche lontano dalla Chiesa e dalla fede, hanno
conservato l’uso dell’intelletto, l’indipendenza di spirito e la libertà di
dire il vero. Tutto è pronto per la rinascita della società cristiana, ma c’è
bisogno di una guida e di un potente soccorso dal Cielo. Per questo la Crociata
di Preghiera a San Giuseppe, iniziata per chiedere, in vista dell’avvento del
regno di Maria, la liberazione dalla tirannia che ci opprime a livello sia
civile che ecclesiastico, deve concentrarsi nel chiedere questi due doni: un capo
e la pioggia. È del tutto certo che il Signore sia pronto a concederceli,
purché ricorriamo con fervore e perseveranza al patrocinio del Custode della
Chiesa universale, incaricato da Dio di manifestare particolarmente nel nostro
tempo la Sua cooperazione alla salvezza.
La
consacrazione a san Giuseppe è una delle condizioni perché la nostra preghiera
abbia un effetto irresistibile sul Suo cuore castissimo. Ad essa molti si
stanno preparando con assiduità, contando di effettuarla il giorno della
solennità. Chi non ha potuto aderire adesso potrà farlo in vista della festa
del 1° maggio, in occasione della quale la consacrazione potrà essere ripetuta
con chi non l’avrà compiuta il 19 marzo. Fin d’ora tutti sono caldamente
invitati a pregare intensamente e a far penitenza per l’intenzione indicata. Il
mondo e la Chiesa sono esposti a minacce senza precedenti, non solo per la vita
spirituale, ma finanche per la vita fisica; tuttavia il Signore non può
permettere che la Sua opera sia annientata dai servitori di Lucifero. Bisogna indubbiamente
esser pronti a soffrire per rimanergli fedeli, ma con la certezza che le forze
del male non potranno mai prevalere, per quanto sembrino invincibili. Per
intercessione di Maria immacolata e di san Giuseppe, vi benedico tutti di cuore
con le vostre famiglie.
il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili,
vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà.
Prendi sotto la tua protezione
le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido,
affinché abbiano una felice soluzione.
Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te.
Che non si dica che ti abbia invocato invano
e, poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria,
mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Amen.
Grazie padre!!!! Attendo sempre con gioia le sue parole settimanali, quanto mi aiutano, mi esortano, mi danno coraggio e forza e ne ho tanto bisogno!!!!! Soffro quotidianamente nel cuore nella anima, il mio spirito è come agonizzante per tante cose che nn sto a scrivere perché le do' a Gesù ma ciò che vivo nella mia diocesi è così doloroso!! Dunque ancora grazie e restiamo uniti nei Sacri Cuori di Gesù Giuseppe e Maria attendendo la vittoria Divina!!! Grazie
RispondiEliminaGrazie infinite per la benedizione e per la preghiera in questo momento così demoralizzante ed angoscioso per tutti noi
RispondiEliminaUtilissimo. Grazie
RispondiEliminaGrazie padre. Ogni sabato leggo con molto interesse i suoi insegnamenti. Grazie. Dio la benedica e la ispiri sempre. Anna
RispondiElimina"La preghiera bussa, il digiuno ottiene, la misericordia riceve".
RispondiEliminaSan Pietro Crisologo
Radicatinellafede
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=SjuJMvhIrTo
Terza Domenica di Quaresima in rito tradizionale a Vocogno in Val Vigezzo (VB). Omelia di don Alberto Secci: chi non raccoglie con me, disperde.
Domenica 7 Marzo 2021.
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Sito WEB: http://www.radicatinellafede.com
"Siate fedeli al Giorno del Signore ed Egli non manchera' di darvi tutto cio' di cui avete bisogno."
Umilmente fedeli.
Grazie a Don Elìa e a tutti i Sacerdoti umilmente fedeli al Signore che non si stancano di seminare , irrigare e puntellare e rafforzare la siepe della Vigna del Signore . Amen
Ave Maria !
Le sette virtù fondamentali della vita cristiana - LA FEDE - don Massimo Malfer
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=QjJAS21q99E
Le sette virtù fondamentali della vita cristiana - LA SPERANZA- don Massimo Malfer
https://www.youtube.com/watch?v=TgJ0egz8gI4
Le sette virtù fondamentali della vita cristiana - LA CARITA' - don Massimo Malfer
https://www.youtube.com/watch?v=YfaGaYehZaw
Con il permesso di Don Elìa , per il nostro bene .
Ave Maria !
Grazie!
EliminaCommovente! Grazie!
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