Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 5 gennaio 2019


Sia in te la nostra gloria in eterno




Expertus potest credere, quid sit Iesum diligere.

«Chi ne ha fatto esperienza è in grado di credere che cosa sia amare Gesù». Non è una professione di modernismo; sono due versi di un inno medievale ripreso dall’Ufficio divino. Qui non si parla della fede quasi fosse un prodotto dell’esperienza umana, dato che essa nasce con la libera adesione, resa possibile dalla grazia e dall’aiuto interiore dello Spirito Santo, alle verità oggettive rivelate da Dio; qui si allude alla carità che, nella vita spirituale, in certi momenti può essere sperimentata per mezzo di una grazia sensibile di ineffabile dolcezza, che conosce soltanto chi l’ha provata. L’inno Dulcis Iesu memoria è un capolavoro attribuito a san Bernardo di Chiaravalle, che vi ha condensato la sua dottrina mistica: «O Gesù, speranza per i penitenti, quanto sei pietoso per chi ti desidera! quanto sei buono per chi ti cerca… ma che cosa sei per chi ti trova?».

Pregare con queste parole provoca sussulti di santa letizia, poiché esse esprimono la corrispondenza umana, per quanto debole e imperfetta, all’infinito amore divino che ci è comunicato dal nostro adorabile Salvatore. È così che, al culmine dello slancio, l’esultanza può tradursi in intima certezza di giungere un giorno a goderlo per tutta l’eternità: «O Gesù, sii la nostra gioia, tu che sarai il nostro premio; sia in te la nostra gloria, sempre e per tutti i secoli». Non è la fiducia temeraria di chi  ignora la dura necessità del combattimento spirituale e trascura perciò l’ineludibile impegno di progredire giorno per giorno nella santificazione personale; è la soprannaturale persuasione che, dopo aver gustato la manna celeste che il Signore concede a chi lo riama, non Gli si può preferire più nulla al mondo. Non esiste potenza avversa capace di staccare l’anima dalla sua fonte di delizie senza fine, se non è essa stessa a volerlo o a cedere volontariamente alle lusinghe del demonio.

Quanto più si ascende nell’unione con Dio, indubbiamente, tanto più rovinose sono le eventuali ricadute, che fino all’estremo istante dell’esistenza terrena non si possono mai escludere del tutto, a meno che uno non meriti il raro privilegio di essere confermato in grazia. Per questo il dono del santo timore e la virtù dell’umiltà non devono mai affievolirsi in noi, dato che il nemico è sempre in agguato e che l’orgoglio è un animale mutante che si incolla all’anima come una sanguisuga e se ne distacca solo a prezzo di dolorose purificazioni. Certe esperienze, tuttavia, non sono concesse prima che l’anima abbia progredito abbastanza da non correre rischi eccessivi. Qualora un sacerdote si permetta eccezionalmente l’imprudenza di evocare pubblicamente un favore divino, lo fa contando sul fatto che il lancinante ricordo dei peccati passati e l’inestinguibile gratitudine per il perdono ricevuto soffoca sul nascere ogni reviviscenza di assurda vanità.

Lo scopo di certe confidenze non è di offrire una sorta di illusoria assicurazione per la vita eterna, ma unicamente quello di incoraggiare chi, ansimante ai remi della barca in tempesta, è fortemente tentato di scoraggiamento e rischia di perdere di vista il fatto che l’Amore lo avvolge da ogni parte, dispiegandosi nell’infallibile Provvidenza divina e nell’intercessione di una miriade di amici in cielo e sulla terra, con a capo la Regina degli Angeli e dei Santi, Madre di Dio e nostra. Se avessimo anche solo una vaga idea del modo in cui siamo continuamente e indefettibilmente amati, piangeremmo di gioia. Del resto il Signore non lesina le Sue grazie, ma le effonde in proporzione della gravità delle prove e anche oltre lo stretto necessario. Non imitiamo i modernisti nella loro piatta visione immanentistica del mondo e della Chiesa, ma chiediamo di poter spalancare gli occhi dello spirito sulle meraviglie invisibili che ci circondano, così da non lasciarci sfuggire i doni celesti.

Quanto più un regime si inasprisce, tanto più mostra la sua debolezza. Ciò è ben visibile in quello cinese, come pure in quello, analogo, che ha occupato i vertici della Chiesa Cattolica. Ma «noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati» (Sal 123, 7): è il laccio mentale dell’indottrinamento vaticansecondista e dell’acquiescenza acritica ad ogni abuso di autorità. Se ne facciano una ragione: è finita, non ci riacchiappano più. Di irreversibile, qui, c’è solo il nostro ritorno alle sorgenti perenni della Tradizione, non certo le loro innovazioni senza radici. Se davvero stanno per proibire la Messa antica (o per limitarla ad ambienti ben circoscritti che sperano di sottomettere a breve), questo non ci turba affatto. Non possono impedire ai sacerdoti di celebrare nella forma che preferiscono, neanche abrogando il Summorum Pontificum. Se ci tolgono le chiese, diremo Messa nelle case dei fedeli; per fermarci dovranno ucciderci. Qualora ci dichiarino scismatici per disobbedienza al papa, ciò non avrà alcun valore: l’obbedienza alla gerarchia è sì doverosa, ma solo fin dove è legittima, cioè non si oppone alla legge di Dio.

Ora, la Messa nella forma che ci è stata trasmessa in continuità fin dall’età apostolica (sia pure attraverso uno sviluppo organico e omogeneo) non può essere interdetta, né sostituita da un rito inventato a tavolino da un massone con il concorso di pastori protestanti, a dispetto del divieto di san Pio V. In realtà, è proprio chi tenta di escluderla che rischia di ritrovarsi in stato di scisma: di esso, infatti, ci si può rendere colpevoli anche con il rifiuto del patrimonio tradizionale che ci è stato consegnato fin dall’inizio ed è costitutivo della Chiesa, il quale comprende pure il culto istituito da Cristo. È discusso se il Signore abbia fissato i riti sacramentali in generale o nei singoli dettagli, ma le determinazioni che l’autorità ecclesiastica ha effettuato nel corso dei secoli, in ogni caso, riposano sul potere che il Fondatore stesso le ha conferito e non toccano la sostanza dei Sacramenti. Con la cosiddetta “riforma liturgica”, invece, si è andati a offuscare – pur senza comprometterne la validità – il carattere sacrificale dell’Eucaristia e la fede nella Presenza reale, al punto che molti chierici non ci credono più e la considerano semplicemente un simbolo.

Scismatici, quindi, semmai saranno loro. Piuttosto che agitare una minaccia del genere, faranno meglio a farsi un giro e a rinfrescarsi un po’ le idee sulla dottrina cattolica; a noi le loro chiacchiere non fanno né caldo né freddo. L’importante è che non offriamo pubblicamente pretesti per farci sanzionare a ragione; basta andare avanti nell’ombra senza deflettere di un millimetro dalla direzione intrapresa. Prima o poi il Signore interverrà – e ho motivo di temere che si servirà proprio di quegli islamici che gli apostati stanno accogliendo a braccia aperte, finché non si ritrovino con un pugnale alla gola… Ricordate il 1527? La storia insegna. Questa volta non c’è bisogno di lanzichenecchi che calino da settentrione: abbiamo già in casa migliaia di estremisti. Come ho già scritto, abbiamo tutto l’interesse a mantenere rapporti cordiali con i musulmani non ideologizzati, così che non cadano nella trappola della propaganda terroristica; se però dovessero trovarsi costretti a scegliere tra la propria vita e la nostra, quanti di loro ci difenderebbero?

Vedete allora quant’è importante coltivare l’unione con Cristo in un dialogo amoroso sempre più intimo e confidente? Se vorrà risparmiarci, riusciremo a sopportare la prova rendendogli coraggiosa testimonianza con una letizia soprannaturale; se ci chiederà il martirio, Gli andremo incontro con l’ardore di una sposa novella. In un caso come nell’altro, la Sua gloria potrà risplendere in noi – e non c’è felicità più grande, per chi ama, che se l’amato è riconosciuto ed esaltato per quello che merita. Nessuno potrà toglierci questa gioia: ce l’ha promesso Lui. Il parto è un processo che causa dolore e afflizione; ma, appena si è concluso, la madre dimentica tutto per la gioia di stringere il figlio al seno (cf. Gv 26, 20-23). Mi raccomando: passate più tempo col Vangelo sotto gli occhi, ad ascoltare la voce dell’Amato, di quello che passate a navigare nella Rete. Perché Gesù sia un giorno il nostro premio, bisogna che sia fin d’ora il nostro gaudio.



24 commenti:

  1. Grazie don Elia di questo suo atto di Fede,di essere sale e luce della Terra cosi come ha chiesto il Signore ,le restituirà il centuplo di ciò che lei oggi fa per il Suo gregge.Grande è la dignità di un sacerdote che parla in nome di Dio.Nel Vangelo c’è tutto quello che ci serve per la vita eterna,il Vangelo è Vita è Luce ,una Luce che dobbiamo amare più dell’esistenza e degli onori,tutto il resto è veramente paglia.

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  2. Sempre la storia si ripete ,un fulmine sulla cupola del vaticano è caduto anche di questi tempi …questi non credono nel Vangelo, tanto meno nell’Ira Divina. La Vergine a la Salette disse”Roma perderà la fede e sarà distrutta”Questi disprezzano le profezie …dalla Madre di Dio al più umile dei mistici sono tutti profeti di sventura.Tutti i segni che ci arrivano dal Cielo sono dovuti al riscaldamento globale di cui son diventati massimi esperti .Il Signore pianse guardando Gerusalemme ,i suoi occhi già vedevano la sua futura distruzione.Quanta orrore avrà il Signore guardando La Sua Chiesa.Quanta pena e quante lacrime sta già versando il Signore pensando al castigo che merita questa Terra.Nessuno ,ma proprio nessuno può impedirci di amare il Signore come vogliamo amarlo,consapevoli che più Lo amiamo più Satana si avventa contro noi ,perché “quelli” sono già sua preda ,là ha già vinto .Per non soccombere teniamo alto il Suo Vangelo.
    “nel tempo una sola Fede,un solo Battesimo,una sola Chiesa Santa,Cattolica Apostolica. Nell’Eternità, il Cielo.”la Vergine di Fatima

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  3. Obbiettivamente di qualcosa si deve pur morire...o per incidente stradale,calamità naturale,malattia o per mano di qualcuno,tutti siamo "destinati"a lasciare questo mondo;personalmente cerco ogni giorno di spendere il "mio talento" prendendo seriamente il richiamo evangelico "IO vengo come un ladro", vivendo con" i sandali ai piedi e il bastone in mano"che per me vuol dire messa quotidiana,confessione abituale e ben fatta,Santissima Eucaristia,corona del rosario recitato interamente tutti i giorni e "nutrire" la propria anima con sane letture,ascoltando gli insegnamenti e consigli spirituali che vengono da sacerdoti come don Elia che hanno la delicatezza di richiamarmi quando, per presunzione,ritengo di essere diventato il detentore della Verità.Ben venga quindi il suo monito di vigilare come già S.Paolo affermava:CHI VUOL RESTARE IN PIEDI BADI DI NON CADERE!Nel modo in cui debba poi avvenire la mia dipartita sia fatta la Volontà di Dio!!

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    1. Aggiungiamo la pratica delle virtù, specialmente della carità e della pazienza, con chi ci sta vicino e con coloro che il Signore ci manda.

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    2. Padre , le chiedo come sia possibile mantenere la validità del rito in presenza di celebranti che non credono nella presenza Reale. Non sono necessarie anche le intenzioni( della Chiesa), oltre la materia e la forma? Grazie.
      Antonio

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    3. La fede del ministro non è necessaria alla validità; è sufficiente che abbia l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa. L'intenzione esterna è garantita dal fatto che il sacerdote esegue esattamente il rito prescritto; l'intenzione interna la vede solo Dio, ma, se c'è l'intenzione esterna, la si presume. La Messa potrebbe eventualmente risultare invalida solo se il ministro, con un atto positivo della volontà, escludesse interiormente di consacrare.

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  4. Grazie reverendo don Elia, soprattutto per quest'ultimo santo consiglio! La saluto in Christo Rege.

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  5. Aspetto con ansia questo appuntamento settimanale che mi dona un po' di sollievo. Ho provato a seguire il rito antico ma confesso che ancora forse non sono pronto; anche perché qui a pochi km ho due sacerdoti che comunque celebrano degnamente e come me sono disperati e confusi da tutta questa situazione. Da parte mia aspetto sempre il peggio perché temo che manchi ancora al fondo. Temo per la mia famiglia, i miei figli e penso che già con l'averli saldamente indirizzati sulla fede ho regalato a ciascuno di loro una bella croce: solitudine, scherno, isolamento. E anche io e mia moglie del resto siamo soli, cosa abbiamo ormai da spartire con fratelli e amici divorziati, separati o conviventi. Che senso può avere scambiarsi auguri di buon Natale con familiari che vanno appena a messa e con conoscenti che a mala pena considerano Gesù un profeta. E anche tra noi un Po' più convinti invece che fare quadrato siamo divisi etichettati come bacchettoni e baciapile dagli uni e modernisti dagli altri. È proprio vero che non bisogna mai riporre la propria fiducia negli uomini. Ci sono delle notti così nere e lunghe.... che Maria ci aiuti! Scusate lo sfogo.

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    1. Carissimo Marko, capisco bene questo senso di isolamento e la sofferenza di vedersi considerati bacchettoni dagli uni e modernisti dagli altri. Questo tuttavia è buon segno: indica che, per grazia di Dio, stiamo conservando la fede, ma senza cadere in qualche forma di estremismo.
      La soluzione alla solitudine è stabilire contatti con altri cattolici che si trovino nella stessa situazione. Se vuoi, puoi indicarmi la tua città o regione (anche scrivendo in privato all'indirizzo parrocchiavirtuale.slmgm@gmail.com) e vedrò se ci sono nei paraggi delle famiglie che conosco.
      Riguardo alla Messa antica, non bisogna forzare i tempi, ma avvicinarsi ad essa a poco a poco. Per ora hai la grazia non comune di poter contare su due sacerdoti sani che celebrano degnamente; segui passo passo le vie della Provvidenza.
      Ti benedico con tutta la tua famiglia.

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  6. 4 Don Alfredo Maria Morselli - Dogma, Rivelazione e conoscibilità di Dio
    https://www.youtube.com/watch?v=4rPVgdDxYGo

    A corollario il dono/fatica di un altro Sacerdote , 4° appuntamento sul Dogma . Santifichiamoci per santificare .

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  7. Grazie, chiarissimo!
    Antonio

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  8. Riflessione per gli uomini di buona volonta' :
    " Perciò, il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti è oggi particolarmente pressante per un Vescovo. Egli dev’essere valoroso. E tale valore o fortezza non consiste nel colpire con violenza, nell’aggressività, ma nel lasciarsi colpire e nel tenere testa ai criteri delle opinioni dominanti. Il coraggio di restare fermamente con la verità è inevitabilmente richiesto a coloro che il Signore manda come agnelli in mezzo ai lupi. “Chi teme il Signore non ha paura di nulla”, dice il Siracide (34,16). Il timore di Dio libera dal timore degli uomini. Rende liberi!"

    https://campariedemaistre.blogspot.com/2019/01/lultima-omelia-di-benedetto-xvi.html

    " lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. "

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  9. Buongiorno padre Elia,
    la ringrazio per le sue parole, balsamo e conforto in un periodo di crisi nera generalizzata di fede e di grande prova personale. La mia famiglia purtroppo si é infranta anche per motivi di fede, probabilmente dovuti ad un mio legalismo che scambiavo per fede. La ringrazio perché sento la sua voce ispirata dalle cose del Cielo, dai misteri grandi e meravigliosi di Dio, non al conformismo mondano, finto pietismo ecc. Ho avvertito per anni il timore di arrivare a tempi ultimi o comunque di prova. Temo anche io che ci siamo, ma la storia stessa ci insegna che non sempre chi semina raccoglie. Non so se saremo noi testimoni dei castighi del Signore e le modalità con cui arriveranno. Sicuramente il Cielo non può rimanere fermo a vedere la distruzione della Sua Chiesa senza provvedere a salvarla, purificarla e redimerla. Sia lode e benedizione al Signore. Le chiedo di ricordare la mia famiglia nella sua preghiera, il rischio della perdita della vita eterna é altissimo. Grazie ancora

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    1. Vi ricorderò senz'altro. Puoi indicarmi almeno un nome di battesimo perché io possa menzionarvi?

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    2. no, il Cielo non rimane fermo a vedere la distruzione della Sua Chiesa.Rimaniamo fedeli al Vangelo, Dio non ci inganna.Adesso
      è tempesta ma passerà.Dio ci ama e non mancherà di aiutare chi lo ama.Fiducia,speranza,fortezza,pazienza.

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  10. Iesu dulcis memoria, testo completo e traduzione di L. Giussani:

    Iesu dulcis memoria
    Dans vera cordis gaudia
    Sed super mel et omnia
    Eius dulcis praesentia.


    Nil canitur suavius
    Nil auditur iucundius
    Nil cogitatur dulcius
    Quam Jesus Dei Filius.


    Iesu, spes paenitentibus
    Quam pius es petentibus
    Quam bonus Te quaerentibus
    Sed quid invenientibus?


    Iesu dulcedo cordium
    Fons vivus lumen mentium
    Excedens omne gaudium
    Et omne desiderium.


    Nec lingua valet dicere
    Nec littera exprimere
    Expertus potest credere
    Quid sit Iesum diligere.


    Iesu Rex admirabilis
    Et triumphator nobilis
    Dulcedo ineffabilis
    Totus desiderabilis.


    Mane nobiscum Domine
    Et nos illustra lumine
    Pulsa mentis caligine
    Mundum reple dulcedine.


    Quando cor nostrum visitas
    Tunc lucet ei veritas
    Mundi vilescit vanitas
    Et intus fervet Caritas.


    Iesum omnes agnoscite
    Amorem eius poscite
    Iesum ardenter quaerite
    Quaerendo in ardescite.


    Iesu flos matris Virginis
    Amor nostrae dulcedinis
    Tibi laus honor numinis
    Regnum beatitudinis.


    Iesu summa benignitas
    Mira cordis iucunditas
    In comprehensa bonitas
    Tua me stringit Caritas.


    Iam quod quaesivi video
    Quod concupivi teneo
    Amore Iesu langueo
    Et corde totus ardeo.


    O Iesu mi dulcissime
    Spes suspirantis animae
    Te quaerunt piae lacrymae
    Et clamor mentis intimae.


    Sis, Iesu, nostrum gaudium,
    Qui es futurus praemium:
    Sit nostra in te gloria
    Per cuncta semper saecula.

    Amen.

    O Gesù, ricordo di dolcezza
    Sorgente di forza vera al cuore
    Ma sopra ogni dolcezza
    Dolcezza è la Sua Presenza.


    Nulla si canta di più soave
    Nulla si ode di più giocondo
    Nulla di più dolce si pensa
    Che Gesù, Figlio di Dio.


    Gesù, speranza di chi ritorna al bene
    Quanto sei pietoso verso chi Ti desidera
    Quanto sei buono verso chi ti cerca
    Ma che sarai per chi ti trova?


    Gesù, dolcezza del cuore
    Fonte viva, luce della mente
    Al di là di qualsiasi gioia
    E qualsiasi desiderio.


    La bocca non sa dire
    La parola non sa esprimere
    Solo chi lo prova può credere
    Ciò che sia amare Gesù.


    Gesù Re ammirabile
    E nobile trionfatore,
    Dolcezza ineffabile,
    Totalmente desiderabile!


    Rimani con noi Signore
    E illuminaci con la Tua luce,
    Dissipa l’oscurità della mente;
    Reso puro, riempimi di dolcezza!


    Quando visiti il nostro cuore,
    Allora brilla su di esso la verità,
    Perde valore la vanità del mondo
    E dentro arde la Carità.


    Riconoscete tutti Gesù,
    Chiedete il Suo amore,
    Cercate ardentemente Gesù,
    Infiammatevi nel cercarLo!


    Gesù fiore di Madre Vergine,
    Amore della nostra dolcezza:
    A Te la lode e l’onore della potenza
    E il Regno della beatitudine.


    Gesù, suprema bontà,
    Gioia straordinaria del cuore,
    E insieme tenera benevolenza:
    La Tua Carità mi strugge.


    Vedo già ciò che ho cercato
    Possiedo ciò che ho desiderato;
    Languo d’amore, Gesù,
    E ardo tutto in cuore.


    O Gesù mio dolcissimo
    Speranza dell’anima che sospira
    Ti cercano le lacrime pietose
    E il grido del profondo dell’animo.


    Sii, o Gesù, la nostra gioia,
    Tu che sarai l’eterno premio;
    In te sia la nostra gloria
    Per ogni tempo.

    Amen.


    per un ascolto
    https://www.youtube.com/watch?v=TWdSi0Xw4u0&t=1221s

    al minuto 47.22
    ne vale la pena

    Un ringraziamento a Don Elia che ce lo ha ricordato

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  11. Maestro Aurelio Porfiri su canto liturgico .
    Intervento alla conferenza “La questione liturgica oggi”. Rovereto, 13 ottobre 2018.
    https://www.youtube.com/watch?v=-Y2pcQmM9E0

    Formidabile osservazione: rito romano - la forma straordinaria , la forma ordinaria , la forma "comune"(che naturalmene non si trova nei libri)

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  12. Meditazione :

    Preghiera davanti al Crocifisso

    O alto e glorioso Dio,
    illumina le tenebre
    del cuore mio.

    Dammi una fede retta,
    speranza certa,
    carità perfetta
    e umiltà profonda.

    Dammi, Signore,
    senno e discernimento
    per compiere la Tua vera
    e santa volontà.

    Amen.

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  13. Conoscete questa bella consuetudine delle Suore Francescane dell'Immacolata ? Ogni anno , dopo l'Epifania , estraggono a sorte un Santo protettore da onorare ogni giorno per tutto l'anno con tre Gloria Patri , conoscere il suo carisma , cercare di imitarlo a lode e gloria di Dio e dell'Immacolata . Per ricevere l'estrazione del Santo protettore basta telefonare alle Suore Francescane dell'Immacolata nei gg 7-8-9-Gennaio 2019 e negli orari 12:00-13:00 ed anche 20:00- 21:00 . Telefono 0825-444391
    Ave Maria !

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  14. Gent.mo Padre e voi tutti carissimi , avrei piacere se gustaste questo bell'intervento di Don Nicola Bux nel quale dipana tante nostre preoccupazioni , alcune delle quali gia' trattate (sopra) da Don Elìa . Vi assicuro che saranno 50 minuti spesi bene . Mi raccomando «Siate/mo sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate/mo lieti (Fil 4,4)». M.
    http://www.editorialeilgiglio.it/tridentina-campania-mons-bux-a-castellammare-di-stabia/

    Leggi l’intervento di Mons. Nicola Bux “La liturgia, fonte e culmine della vita cristiana”
    http://www.editorialeilgiglio.it/download/una_voce_napoli/La-liturgia-fonte-e-culmine-della-vita-cristiana.pdf

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  15. Uniformita' alla Volonta' di Dio (S.Alfonso Maria de' Liguori)- Costo euro 2,oo
    In conclusione dobbiamo vedere tutte le cose che ci accadono e ci accadranno come provenienti dalle mani di Dio .Tutte le nostre azioni vanno indirizzate al solo fine di fare la Volonta' di Dio e vanno fatte solo perche' Dio le vuole. Per camminare piu' sicuri su questa via , dobbiamo dipendere dalla guida dei nostri superiori per quanto riguarda le cose esterne , e da quella dei nostri direttori spirituali per quanto riguarda la vita interiore , perche' ci aiutino a capire quello che Dio vuole da noi, prestando grande fede alle parole dette da Gesu' agli Apostoli : " Chi ascolta Voi ascolta me"(Lc 10,16).
    Soprattutto cerchiamo di servire Dio nella via in cui Egli desidera essere servito da noi . Dico questo affinche' evitiamo l'illusione di chi perde il tempo in ragionamenti di questo tipo :"Se vivessi in un deserto , se entrassi in un monastero , se andassi a vivere in un altro luogo, lontano dai parenti e dai compagni, allora mi farei santo , farei penitenze, farei tanta preghiera!". Essi dicono "farei,farei", e intanto, sopportando di mala voglia la Croce che Dio manda loro e non camminando per la via che il Signore vuole, non si fanno santi,anzi vanno di male in peggio!
    Questi desideri a volte sono tentazioni del demonio, perche' non corrispondono alla Volonta' di Dio. Percio' bisogna scacciarli e avere il coraggio di seguire il Signore per quella sola strada che Egli ha scelto per noi. Facendo la Sua Volonta' , ci faremo sicuramente santi, qualunque sia lo stato in cui il Signore ci pone . Vogliamo dunque sempre e soltanto cio' che vuole Dio: facendo così, Egli ci stringera' al Suo Cuore.
    A tale scopo facciamoci familiari alcuni passi della Sacra Scrittura,che c'invitano ad unirci sempre piu' alla Volonta' divina: Signore, che cosa vuoi che io faccia?
    (At 9,6 Vg): "Signore, dimmi cio' che vuoi da me e io lo faro' "; Io sono Tuo:salvami (Sal 118,94): " Io non mi appartengo piu', sono Tuo, Signore: fa' di me quello che vuoi".
    Soprattutto quando incontriamo qualche prova piu' pesante , come la morte di un parente o una perdita di beni, o cose simili, diciamo sempre: "Sì, o Padre, perche' così hai deciso nella Tua benevolenza" (Mt 11,26) : "Dio mio e Padre mio, sia fatto come piace a Te". Soprattutto ci sia cara la preghiera insegnataci da Gesu':" Sia fatta la Tua Volonta' come in cielo , così in terra" (Mt 6.10). Il Signore raccomando' a Santa Caterina da Genova che , nel recitare il Padre nostro, si fermasse particolarmente su queste parole, per chiedere che si compisse in lei la Sua Volonta' con la stessa perfezione con cui la fanno i santi in cielo . Facciamo così anche noi e ci faremo certamente santi .
    Sia sempre amata e lodata la divina Volonta' e la Beata Vergine Maria Immacolata .

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  16. "L’importante è che non offriamo pubblicamente pretesti per farci sanzionare a ragione"

    che tipo di azioni intende?

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    1. Per esempio, disobbedire alla gerarchia in ciò che è legittimo, fare dichiarazioni pubbliche sull'invalidità dell'attuale pontificato o protestare obbedienza al "papa emerito". Nel foro interno, una coscienza cattolica retta e ben formata può pure giungere a determinate conclusioni, ma dichiararle pubblicamente non spetta a noi.

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