Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 20 gennaio 2018


Chiesa in appalto



Nell’ultimo ventennio del secolo scorso la Chiesa è stata data in appalto a tutta una serie di mafie “cattoliche” (di origine italica, ispanica o americana) che si sono incaricate delle strategie di espansione (definite cumulativamente nuova evangelizzazione), del reclutamento del personale (altrimenti dette vocazioni), della penetrazione negli ambienti del potere (coperta da lodevoli intenti pastorali) e, non da ultimo, del fund raising (ovvero del sovvenzionamento finanziario necessario a ciascuna e all’indispensabile oliatura dell’ingranaggio burocratico). Lo sviluppo delle singole organizzazioni ha richiesto, com’è comprensibile, un’equa spartizione del territorio che consentisse ad ognuna di esse di ampliarsi a sufficienza e di stabilire un proprio monopolio in un determinato settore. L’immagine mediatica risultante dall’operazione, ovviamente, non poteva essere più esaltante, specie in occasione degli oceanici raduni in cui le diverse mafie, singolarmente o tutte insieme, esibiscono al mondo la loro potenza.

Di solito – come tutti sanno – i cartelli mafiosi non si fanno la guerra (dato che le perdite sarebbero quasi certamente superiori agli acquisti), a meno che non siano in gioco interessi vitali, legati alla sopravvivenza stessa. Al massimo, entro limiti prestabiliti, essi possono farsi un po’ di concorrenza regolata da taciti quanto inderogabili accordi; eventuali sconfinamenti si fan comunque pagare con pronte rappresaglie o eloquenti avvertimenti atti a ristabilire l’ordine convenuto. Neanche in casa cattolica, analogamente, un movimento si azzarda ad attaccarne un altro: sarebbe contrario agli interessi singoli e comuni, non avrebbe alcun senso; e poi – parolina magica sempre pronta all’uso – lederebbe la “comunione”… Semmai si organizzano incontri per far conoscere e mettere in contatto “carismi” diversi (cosa che tradisce in modo pacchiano una realtà da compartimenti stagni), salvo che l’uno o l’altro carisma non si consideri autosufficiente o prediliga istituzionalmente un “basso profilo”, funzionale ad un’azione sotto traccia.

Anche banali episodi della vita quotidiana possono svelare, a chi sa leggerli, tutto un mondo di pensieri non detti e di abituali dissimulazioni. Può così capitare che un esponente di un movimento fra i più agguerriti nel difendere l’evento cristiano denigri con sufficienza un libro che denuncia con dati inconfutabili la natura fasulla di presunte apparizioni mariane di cui le competenti autorità ecclesiastiche non hanno mai riconosciuto l’origine soprannaturale… Perché non leggerlo, prima di irriderlo? Da parte di qualcuno che insegna la sacra dottrina sarebbe quanto meno doveroso, se non altro per poterne fare una critica circostanziata. Invece il professore decide di soprassedere a priori alla lettura, che pure potrebbe fornirgli un mucchio di informazioni rilevanti. Forse che questo l’obbligherebbe a rivedere l’opinione normalizzante che si è formato in proposito e, di conseguenza, i suoi rapporti con tutto il fenomeno e con le persone ad esso legate?

Il fatto è che la coscienza di un essere umano (e ancor più quella di un cristiano, ma ancor più quella di un prete) non dovrebbe poter rimanere tranquilla nella scelta di ignorare deliberatamente una verità che si offre alla conoscenza. Sarà certamente scomoda, sarà imbarazzante, sarà forse addirittura inquietante, ma una verità accessibile, a portata di mano, non la si può semplicemente accantonare. Dov’è finita la povera coscienza? Probabilmente langue, soffocata sotto cumuli di sofismi cementati da una sterminata erudizione che, a quanto pare, non serve a nulla, se non a blindare convincimenti irreformabili, ma di dubbia tenuta, su ogni cosa. È pur vero che, nel ceto ecclesiastico, si presume abbastanza comunemente di esser più infallibili del papa quando parla ex cathedra; ma nel mondo creato, teoricamente, dovrebbe esserci un limite a tutto, compresa la presunzione clericale.

Ora, questo banale esempio non vale solo in rapporto alla contingenza evocata, ma è sintomatico di tutto un atteggiamento con cui le predette mafie si pongono di fronte alla situazione abnorme in cui si trova attualmente la Chiesa: non è la verità che conta (tanto meno la salvezza delle anime, locuzione caduta in totale desuetudine), ma il mantenimento delle posizioni acquisite e la difesa degli interessi dell’impero politico-finanziario a cui si appartiene. Con quei soggetti è impensabile uno scambio di idee franco e obiettivo sulle quotidiane sparate dell’inquilino di Santa Marta e sul conseguente sfacelo del Popolo santo di Dio, che peraltro era già in condizioni pressoché disperate. Al massimo trapelerà – in tutta riservatezza e discrezione – qualche contenuta espressione di detestazione, ma mai, mai una mezza parola che possa incrinare una lealtà incondizionata, capiti quel che capiti… Correzioni formali o filiali non si nominano neppure, non è bon ton.

È per questo che la Chiesa Cattolica deve rinascere dal basso, cioè da piccoli gruppi di autentici fedeli che abbiano ricevuto l’inestimabile grazia di non perdere la fede (quella vera). Il demonio ha affinato le sue armi: non seduce più i mortali soltanto con le rozze menzogne dell’ateismo di massa, pratico o teorico, ma anche con abili contraffazioni del cristianesimo, tanto più rassicuranti quanto più si spacciano per conservatrici. Magari esse ingaggiano pure i loro aderenti in singole campagne per difendere i “valori”, salvando così la faccia, ma non si espongono mai in modo decisivo. La loro eventuale presenza, coperta o manifesta, nell’agone politico non dà poi fastidio più di tanto… Saranno tutte casualità o c’è una spiegazione coerente? Non sarà mica una strategia diabolica per dirottare sforzi ed energie su piste tutto sommato inoffensive per il mondo e i suoi signori? Come mai nessuno di questi ferventi apostoli alza la voce contro gli abomini e le bestemmie di cui siamo testimoni giorno per giorno? Va proprio tutto bene, madama la marchesa?

Il fatto è che non si sarebbe dovuta dare la Chiesa in appalto a movimenti e organizzazioni che fin dall’inizio tradivano retroscena quanto meno sospetti. La loro adulazione (interessata) del Vicario di Cristo – chiunque fosse – ha portato ad una papolatria di cui ora si manifesta tutta la perniciosità, ma che piace moltissimo, paradossalmente, ai nemici di Dio. Il trionfalismo delle loro proposte, d’altronde, ne ha nascosto magagne e incongruenze, facendo chiudere gli occhi, da una parte, sulla loro qualità effettiva e, dall’altra, sulle reali condizioni morali e spirituali degli affiliati. Questi ultimi oscillano di solito tra un intellettualismo astratto, privo di incidenza sulla loro esistenza concreta, e un culto narcisistico della propria esperienza religiosa, identificata con la quintessenza del vero cristianesimo. Ma quante ce ne sono?

La vita cristiana è un cammino di santificazione individuale e collettiva in cui la fede teologale trova sbocco nella lotta al peccato e nell’esercizio delle virtù, con tutto ciò che questo comporta in pratica (e che i Santi hanno sempre insegnato): preghiera, penitenza, ascesi, mortificazione, sacrificio… ciò che ad un tempo manifesta e accresce l’amore di Dio e del prossimo, nell’obbedienza ai Comandamenti e alle leggi della Chiesa. Oggi molti membri dei movimenti in buona fede rischiano una profonda crisi di identità e di coscienza, dibattendosi nella terribile dissonanza cognitiva tra ciò che si è sempre creduto e ciò che di fatto si vede e si sente. L’unica via d’uscita è un ritorno alle fonti genuine della dottrina, della liturgia e della preghiera, che non sono monopolio di questa o quella aggregazione tradizionalista, ma sono un tesoro a disposizione di tutti i fedeli.

Innàlzati sopra i cieli, o Dio, e su tutta la terra la tua gloria, perché siano liberati i tuoi diletti (Sal 107, 6-7).

25 commenti:

  1. Concordo.
    Tutti questi gruppi (che lei chiama mafiosi) possono convivere all'interno della chiesa solo adottando una certa reciproca tolleranza.
    E questo è proprio il tipico atteggiamento e metodo di azione massonico.
    Giocoforza in un simile contesto dover rinunciare alla verità cattolica, che non è relativa ma esclusiva.
    E ovviamente cade pure la messa in guardia contro i massoni, avendone adottato il metodo.

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    1. come si riconoscono i massoni?

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    2. Non è un discorso semplice, perché fanno in modo di non essere riconosciuti. Come esperienza personale, anni fa ne ho individuato uno in un parrocchiano che mi passò una "rivista di sapere iniziatico" in cui la dottrina della Chiesa era ridotta a invenzione degli Apostoli. In genere si tradiscono con discorsi sul progresso e sulla tolleranza o invitando le persone a riunioni esclusive dove si fa conoscenza di "gente interessante". In ogni caso bisogna star lontano dai vari Rotary e Lion's Club, che sono bacini di pesca dei nuovi adepti.

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  2. "L’unica via d’uscita è un ritorno alle fonti genuine della dottrina, della liturgia e della preghiera, che non sono monopolio di questa o quella aggregazione tradizionalista, ma sono un tesoro a disposizione di tutti i fedeli."
    Concordo anch'io con il giudizio dato (ho fatto parte per anni di una di queste "mafie" come aderente, ne sono uscito grazie alla Madonna), chiderei a Don Elia se mi potesse dare consigli su come ritornare alle "fonti genuine della dottrina, della liturgia e della preghiera".Ave Maria!

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    1. Nella misura del possibile, cerca di partecipare alla Messa tradizionale; prega con i Salmi in versione integrale e con le grandi preghiere della tradizione cristiana; medita il Vangelo e gli altri scritti del Nuovo Testamento; studia il "Catechismo maggiore" di san Pio X o anche il "Catechismo romano", frutto del Concilio di Trento; leggi qualche opera dei Padri della Chiesa (come le "Confessioni" di sant'Agostino) e gli scritti dei Santi (per esempio sant'Alfonso, il Montfort, Padre Pio, ecc.). Ave Maria!

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  3. Riflessione quanto mai attuale e da molti evitata come la peste , per i motivi ben evidenziati. Io sono di Cefa , io sono di Paolo. Immaginiamo se gli apostoli avessero ragionato così. Ecco invece che i movimenti incappano nell'errore vecchio di secoli: "Noi siamo la Chiesa di Giovanni , voi siete la chiesa di Pietro". L'amore in opposizione alla dottrina e via dicendo. Oppure si salta direttamente al sedevacantismo. C'è tutto un mondo conservatore che ha preferito evitare la fatica del logos, della verità , preferendo le sensazioni, l'audience. Adesso attendono lo svelarsi dei dieci segreti..

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  4. E' questo ?
    http://www.webalice.it/ingcom/Utili_file/CatechismoMaggioreSPX.pdf

    Io ho quello di Giovanni Paolo II ( e anche il compendio ) non va bene ?

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    1. Sì, il link è quello giusto.
      Il Catechismo della Chiesa Cattolica è frutto della svolta conciliare, fortemente antropocentrica, e su diversi argomenti (soprattutto quelli che possono urtare di più la sensibilità moderna, come l'Inferno o la pena di morte) omette dati importanti della Tradizione, rimanendo un po' vago. Di solito (salvo nei riassunti finali delle singole sezioni: "In sintesi") lo stile è meno incisivo di quello che si auspicherebbe (mentre il Compendio, da questo punto di vista, è molto più efficace). Inoltre su alcune questioni (come quella della collegialità) il CCC riprende testualmente passi problematici del Concilio Vaticano II che avrebbero bisogno di una chiarificazione, mentre invece sono citati alla lettera senza sostanziali integrazioni. Il CCC va quindi letto con un occhio vigile, cosa che non risponde, evidentemente, alle esigenze di chi voglia semplicemente istruirsi nella fede senza avventurarsi in questioni disputate. Esso è comunque un punto di riferimento obbligato per le questioni morali emerse negli ultimi decenni, che i catechismi del passato non potevano conoscere.

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  5. Si riferisce al libro di donald antony foley su mediugorje?

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  6. caro don Elia, ancora grazie per questi articoli. Di solito sono io a dare consigli di lettura, però vorrei chiederLe io a Lei. Vi è un'indirizzo e-mail cui posso inviare un messaggio? Spero che parrocchiavirtuale.slmgm@ gmail.com sia un indirizzo valido. Saluti, e buona Domenica.

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    1. Sì, l'indirizzo è valido. Sono l'unico a leggere la posta.

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  7. Dopo aver frequentato per anni uno di questi movimenti (affascinato da ciò che il fondatore scriveva e diceva su Cristo) e aver saputo certe cose di altri ho cominciato a pensare che tutto questo proliferare di movimenti sia il sintomo di una perdita di unità del cattolicesimo e della Chiesa. Unità dottrinale, spirituale, morale, di popolo.

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  8. La ringrazio moltissimo don Elia per i suoi commenti e le sue indicazioni. Io stesso fino a qualche anno fa facevo parte di uno di questi movimenti finché poi ho lasciato ritrovandomi, come ben dice lei, in uno stato di profonda crisi di coscienza e con una ignoranza abissale del deposito della fede. È come se ora stessi ricominciando a piccoli passi a ricostituire, con la grazia di Dio e dei suoi santi, il mio cammino di cattolica e le sue indicazioni mi sono di preziosissimo aiuto. É davvero importante trovare persone e sacerdoti che accompagnino il cammino di chi cerca di non perdere la fede!

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  9. Proprio cosi don Elia,questi movimenti sono diventati chiese dentro la chiesa ,come i neocatecumeni e il loro kiko Arguello con loro seminari,loro sacerdoti,loro vescovi,loro liturgia e tutti i vari Rinnovamento dello Spirito,Gesù vi ama e tanti altri ancora,tutti con i loro capi e le loro gerarchie. Non ho mai capito perchè non si può essere cattolici e basta,dove l’unica verità è il Vangelo,senza interpretazione alcuna .Mi scusi don Elia, Gesù parlava ai semplici e tutti lo capivano,poi sono nati gli interpreti del Vangelo e cosi ognuno dà loro versione .Da poco ho sentito la frase evangelica…”vi farò pescatori di uomini”…diventare…” pescatori di umanità”... vogliono essere tutti più bravi del Signore e cosi siamo arrivati alla bolgia di oggi dove tutti hanno credibilità,tranne il Signore. Giusto ritornare” alle fonti della dottrina, la chiesa rinascerà dal basso con autentici fedeli che hanno meritato la Grazia della fede”.Certamente, il Signore rifarà il miracolo dei pochi pani e pesci per saziare i cinquemila. Speriamo di meritare la Grazia di potercene saziare anche noi,cari saluti.

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  10. Caro don Elia, grazie per i preziosi consigli! Al mondo non vi è niente di più importante che la salvezza dell'anima. Nasciamo e viviamo per questo. Il Signore ci dona gli strumenti per vivere da veri cristiani, secondo la Sua Volontà, in fedeltà alla nostra vocazione. Non dobbiamo mai dubitare del Suo aiuto e dei Suoi doni che ci elargisce attraverso i Sacramenti, nella preghiera, nella Santa Messa. Purtroppo la mia Messa quotidiana non è in Vetus Ordo, è celebrata con un po' di superficialità, in modo particolare la consacrazione, le cui parole però -grazie a Dio, sono quelle stabilite, sto molto attenta, (anche perché, essendo celiaca, e non fornendo ostia per celiaci, mangerei altrimenti un pezzo di pane, cosa che mi farebbe molto male).....ma non ho altra scelta! Una Messa così, purtroppo, lo so, lo sento, non mi fa progredire spiritualmente. Confido nel Signore che conosce la mia buona volontà.

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    1. Quando trova in noi la buona volontà e il desiderio di progredire, il Signore si serve anche di mezzi imperfetti per farci avanzare. La sua grazia è sempre all'opera!

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    2. Grazie don Elia, è tanto confortante trovarla qui, sempre con noi, pronto a darci sostegno.
      Il Signore la benedica!

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  11. buonasera don Elia,siamo con due papi,il Vangelo ci presenta un solo Pietro.Due papi,nella storia della Chiesa,sono stati sempre motivo di sciagura.Quanto dice S.Paolo in Galati in 1,6-10 è applicabile ad un papa solo da parte di Vescovi e cardinali.Ma se questi Cardinali e vescovi (esclusi i pochi)la pensano come il Papa che ritiene di avere le chiavi per modificare quanto di immutabile c'è nel Vangelo,non riesco a capire perchè le dobbiamo obbedienza,come si fa a obbedire ad un papa in odore di eresia?Obbedire per farci trascinare nella perdizione?quale posizione per noi laici?Grazie.

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    1. Bisogna rifiutare l'obbedienza agli ordini e alle indicazioni palesemente contrari alla legge di Dio; è quello che la Chiesa e i Santi hanno sempre insegnato.

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  12. Salve don Elia, nel post di Martina si fa riferimento al glutine nell'Ostia consacrata, che per logica, grazie alla transustanziazione non dovrebbe contenerne nessuna traccia.
    Perché, dico io, la CEI, non fa chiarezza?
    Anzi, forse mi sbaglio, ma penso che un celiaco che pretende l'Ostia con meno glutine; commette un sacrilegio dimostrando di non credere al dogma stabilito al Concilio di Trento della transustanziazione.
    Mi spieghi meglio almeno Lei.

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    1. Secondo il dogma della transustanziazione, ciò che cambia non è la composizione chimica della materia del Sacramento (che appartiene alla specie), ma la sostanza in senso metafisico, vale a dire ciò per cui una cosa è quello che è dal punto di vista ontologico, cioè sul piano dell'essere.
      Nel caso dell'Eucaristia permane l'aspetto fisico in quanto elemento accidentale. Di conseguenza, chiedere di essere comunicati con ostie senza glutine non è segno di incredulità, anche se, in genere, se ne può fare a meno, dato che la quantità minima di glutine contenuta in un'ostia difficilmente può far male, soprattutto se ci si affida al Signore con fede viva.

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    2. Grazie don Elia, per il chiarimento. Io in ogni caso mi rifiuto di assumere ostie per celiaci e per diversi motivi: 1) Gesù ha detto 'questo è il mio corpo......ed io (accidente o no) credo fermamente che quello è il suo corpo, la sua carne; 2)per evitare di mancare di rispetto al Signore (diciamo pure per evitare di commettere sacrilegio), visto che la maggior parte dei sacerdoti mi invitava a prendere l'ostia ed il più delle volte senza neanche dirmi 'il corpo di Cristo', così come spesso sono stata invitata ad andare sull'altare a prendere la comunione da me, mentre il sacerdote si avviava verso i fedeli in fila; 3) ho visto confezioni di 'ostie per celiaci' senza nessuna etichetta o in cui vi era riportato come unico ingrediente la farina di riso, il che non è regolamentare con quanto richiesto dalla Chiesa, visto che è necessaria una minima quantità di farina di grano per rendere un'ostia consacrabile.
      Dopo aver scoperto di essere celiaca, anch'io come tutti, ho iniziato a prendere l'ostia per celiaci, ma alcuni eventi ed una serie di esperienze negative, mi hanno fatto capire che non dovevo più. Non sono stata mai male. Deo gratias!

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    3. Continua così. Penso che la minima quantità di glutine presente in un'ostia non possa far male; in ogni caso una fede viva permette spesso di ovviare a inconvenienti di natura fisica, qualora sussistano realmente.
      Spingere i fedeli a "servirsi da sé" per la comunione è un grave abuso. Per quanto riguarda le ostie confezionate con sola farina di riso, la loro consacrazione è invalida, in quanto la materia del Sacramento è unicamente il pane fatto con farina di frumento.

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  13. S.Tommaso d'Aquino : Un lasciapassare per l'eternita'
    https://www.edizionistudiodomenicano.it/Libro.php?id=696

    Per i piccoli come me .

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