Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 24 giugno 2017


Omosessualismo e tradizione



Ingemuit totus orbis et homoereticum se esse miratus est (libero adattamento da san Girolamo).

Se si modifica il quadro intellettuale, cambia non solo la valutazione della realtà, ma anche la sua stessa percezione. Succede così che persino le azioni oggettivamente più disgustose e degradanti che un essere umano possa commettere siano considerate legittima espressione di un’opzione fra le tante. Questo è dovuto, in parte, a una tendenza all’astrazione che scarta a priori la considerazione dei comportamenti concreti a vantaggio di presunti “valori”, in parte a una distorsione del processo cognitivo che fa percepire in modo positivo anche ciò che, di per sé, è quanto di più ripugnante ci sia. Per provocare l’una e l’altra, per decenni è stata attuata una strategia sottilmente invasiva che ha appunto modificato il pensiero collettivo perché una condotta che era universalmente rigettata fosse non solo considerata normale, ma addirittura indice di eccellenza.

La prima risorsa di tale strategia è il conio di nuove parole con cui far penetrare l’inaccettabile nel linguaggio corrente. Ora, però, già il solo termine omosessualità (con la correlativa distinzione dall’eterosessualità) è un’assurdità linguistica e concettuale: la sessualità, per definizione, non può essere esercitata se non tra due partner di sesso diverso, in quanto la sua stessa natura richiede una complementarietà. In altre parole, essa non può essere altro che eterosessuale, motivo per cui anche quest’ultimo neologismo è superfluo e fuorviante. Di conseguenza la divisione dell’umanità in due categorie (omo ed etero) è contraria alla realtà. Se si ammette questo principio, oltretutto, non c’è ragione di fermarsi a due sole forme di sessualità: di fatto, secondo l’ideologia gender, le si può moltiplicare a piacere, ma questa è semplicemente un’aberrazione. Dal punto di vista scientifico si può parlare unicamente, quando è il caso, di malformazioni organiche o di disfunzioni ormonali, mentre sul piano psicologico esiste il fenomeno dell’attrazione verso persone del medesimo sesso (omofilia), ma si tratta ovviamente di un problema affettivo che esige soluzione.

Se passiamo all’ambito morale, i comportamenti omoerotici, insieme alle altre forme di perversione sessuale, sono una sfida all’ordine naturale nonché un gravissimo affronto alla dignità dell’essere umano e, di conseguenza, a Dio stesso, del quale l’uomo è immagine e che di quell’ordine è autore. È per questo che il catechismo annovera i peccati impuri contro natura (cioè tutti i peccati sessuali che non rispettino la natura unitiva e feconda della sessualità) fra quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio, reclamano cioè a gran voce riparazione e castigo. Essi, oltre a degradare le persone nel modo peggiore, le avviano verso la sterilità e l’impotenza, perché sganciano il piacere sessuale (che nelle giuste condizioni non è un peccato in sé, ma un fatto naturale che stimola l’uomo a riprodursi) dal fine proprio dell’atto, concentrando su di sé tutte le aspettative. Tutti sanno però che qualsiasi tipo di piacere, a lungo andare, stufa, specie se perseguito senza freni; di conseguenza la soglia del godimento si alza sempre di più, fino a che diventa impossibile ottenerlo.

Il problema più grave è però la deformazione antropologica e spirituale indotta dal permissivismo attuale. L’uomo non vive per il piacere, fatto effimero e superficiale, ma per il Bene, realtà eterna che sola può appagarlo. Il Bene, inoltre, ha un volto, è cioè di natura personale: con Lui, dunque, si può intessere una relazione. Tolto Lui dall’orizzonte, l’esistenza si trasforma in un incubo, in un tunnel oscuro senz’altra uscita che non sia il suicidio. A parte le devastazioni fisiche, psicologiche e morali causate dall’omoerotismo, che qualsiasi medico o psicoterapeuta onesto conosce fin troppo bene, esso risucchia le persone in un abisso di depravazione che non può sfociare se non nella più assoluta disperazione. Quante anime – soprattutto di giovani – si perdono in questo modo? Nel cosiddetto ambiente omosessuale il tasso di suicidio è altissimo; non vanno considerati soltanto gli atti con cui ci si toglie palesemente la vita, ma pure molti di quelli classificati come decessi per overdose o come incidenti stradali, per non parlare delle malattie terribili che si possono contrarre. In poche parole, l’omoerotismo è la peggiore delle armi di cui Satana si serve per separare gli uomini da Dio e trascinarli all’Inferno.

Ora, visto che quasi tutta la società, ipnotizzata dalla propaganda, non percepisce più questa realtà spaventosa, ma attraverso una lente ideologica la vede tinta di rosa, c’è da chiedersi seriamente se le manifestazioni pubbliche dei cattolici tradizionali possano ancora ottenere un effetto positivo o non siano alla fine controproducenti. Non parlo per ignavia, codardia o tatticismo, bensì mosso dalla preoccupazione che si renda effettivamente, a Dio, l’onore che Gli è dovuto e, all’uomo, il servizio di cui ha bisogno. Il contesto socio-culturale, nel giro di pochissimi decenni, si è talmente corrotto che il semplice fatto di affermare nelle strade la pura verità ottiene l’effetto contrario, perché non provoca altro che reazioni di vilipendio verso il Creatore e di scandalo da parte di chi si sente offeso. È paradossale, ma è così. Anche noi rischiamo di non cogliere la realtà di fatto perché la guardiamo con il filtro delle nostre convinzioni – che sono in sé sacrosante e inoppugnabili, ma non devono per questo accecarci.

Se poi, per giunta, ci si mettono di mezzo giornali e televisione, la frittata è fatta. La macchina mediatica è un mostro che divora qualsiasi cosa, comprese le forme di opposizione. Se queste ultime sono troppo imponenti (come il raduno romano del 30 gennaio 2016) e non può ignorarle del tutto, le sminuisce e deforma il più possibile; se invece sono fatti più modesti, o le ignora o le usa a proprio vantaggio. Il solo confronto numerico, schiacciante, è stato usato per mostrare l’irrilevanza della posizione contraria: i cattolici in preghiera erano poche centinaia, i manifestanti a favore diecimila. Ciò non può non indurre le masse ottuse a concludere che la rivendicazione dei cosiddetti “diritti omosessuali” sia cosa buona e doverosa, visto che gli unici oppositori sono un pugno di fanatici guidati da preti che sembrano usciti dal museo delle cere… Dobbiamo pur tener conto della “civiltà dell’immagine”. Così la compiaciuta soddisfazione di aver attirato telecamere e fotografi deve tramutarsi in amara costatazione di essersi fatti fregare per l’ennesima volta: la riparazione è stata ribaltata a conferma dell’omoeresia e a riprova delle sue “ragioni”. Giova questo alla causa? Abbiamo una vaga idea del nemico che abbiamo davanti?

È innegabile che lo scandalo peggiore sia l’assenza e il silenzio, su tutta la linea, della gerarchia ecclesiastica (se non addirittura l’appoggio, tacito o manifesto, al pensiero dominante), fatto che inevitabilmente, agli occhi del mondo, riduce l’azione dei fedeli impegnati a espressione di un drappello di esaltati. D’altra parte i pochi Pastori coraggiosi sono stati estromessi o squalificati. Dobbiamo per questo gettare la spugna? Ovviamente no, bensì sforzarci, ancora una volta, di aprire gli occhi sulla realtà di fatto in tutta la sua gravità: quella attuale è un’emergenza di natura davvero apocalittica, che rende l’uso dei mezzi ordinari del tutto inadeguato. Combattere con “armi convenzionali”, nell’odierno contesto, è insufficiente, quando non dannoso. Ci vogliono le “bombe atomiche” dei mezzi straordinari. Nell’estate del 1918 Padre Pio si offrì a Dio come vittima perché finisse la guerra; il 20 settembre ricevette le stimmate visibili (un calvario che durò fino alla morte, cioè cinquant’anni), ma un mese e mezzo dopo la guerra cessò. Ci vogliono anime disposte a immolarsi, in unione con Cristo crocifisso, per la salvezza dell’umanità. Se mi guardo intorno, non ne vedo – a cominciare da me. Ma il cattolicesimo tradizionale… è anche questo.

14 commenti:

  1. Lei ha ragione, don Elia, ed i Suoi dubbi sono i miei.
    Io non so immolarmi ed allora porto la mia carne in "zone di guerra"... questo so fare, non so se ha valore.
    Io ero a Reggio Emilia ed ho vissuto sulla pelle l'esperienza emozionante del silenzio e dell'attenzione di chi ci guardava passare.
    Come dice Lei, ne bastano pochi: Dio non ha bisogno di "numeri", ha solo bisogno di "super-conduttori".
    E se, quella processione pubblica, ne avesse guadagnato uno, tra i vicini (o tra i lontani)?
    La Grazia è carsica, lavora come vuole.
    Però Lei ha ragione.
    Meno parole, più carne donata volontariamente al fuoco del roveto ardente.

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  2. Caro don Elia, avendo recentemente partecipato, in due occasioni, a gesti di riparazione pubblica per lo scandalo dell'esaltazione del peccato sodomitico, di primo acchito sono rimasta un po' perplessa, e forse anche un po' dispiaciuta, dinanzi a queste Sue considerazioni. Ho decisamente bisogno di rifletterci sopra con calma....
    Però mi viene spontanea una riflessione, che vorrei provare a sottoporLe.
    Pur ammettendo che questo tipo di iniziative possa alla fine risultare inutile, o persino controproducente, come testimonianza di fede, io penso che l'intenzione sincera di riparare la grave offesa inferta al Cuore di Gesù e a Quello della Sua Santissima Madre, che sta all'origine di gesti come questi, vada comunque ad effetto, raggiungendo quantomeno l'obiettivo di consolare questi due Cuori trafitti dalla cattiveria umana. A me, in tutta sincerità, questo basterebbe per non sentirmi affatto "fregata", avendo potuto rendere fattivo ed efficace il mio personale, povero amore a Cristo e a Maria.
    Sbaglio a pensare cosi? Grazie, un fraterno saluto!

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  3. Concordo su tutta la linea. Aggiungo una chicca, se mi permette, riguardo il quadro culturale e la valutazione della realta' di questi nostri tempi (quelli che hanno scelto altri per noi). Il Comune della mia città ha ritirato il patrocinio al Gay Pride. Il motivo: gli organizzatori si sono rifiutati di cancellare la locandina della manifestazione recante una dark queen in veste di Madonna. Anzi, il presidente ha aggiunto che proprio di provocazione volevano parlare. Bene, l'unica tromba che non aveva suonato? l'Arcidiocesi, nella persona del suo vescovo, cardinale, presidente della CEI. Perchè'? la Chiesa (la sua evidentemente)" non vuole essere strumentalizzata da nessuno". Ovviamente il vicario, i parroci, tutti i chierici hanno tenuto in tasca le loro trombettine con le quali annunciano questue per terremotati, migranti, poveri, orfani, carcerati, senza tetto, chiese, oratori, mense, centri di ascolto, grest, campi estivi, campi invernali, campi famiglia, pellegrinaggi.
    Si aspetti comunque di essere massacrato, in altri blogs dove pubblicheranno il suo articolo, dagli indomiti eroi nascosti dietro la tastiera, gente che "armiamoci e partite", indefessi pregatori, duri e puri della tradizione, lauree ed onoreficenze elargite da accademie lateranensi, puritani di giorno e biscazzieri di notte, messa alle sette e sétte a mezzanotte.
    Come possiamo offrirci allora a Dio? E come offrire il nostro corpo? I Santi divennero tali non per quello che avevano fatto, l'ho letto da qualche parte e mi è tanto piaciuto, ma per le rinunzie. Bello! Parlo per me: offriamo il nostro corpo nel nostro matrimonio, sull'altare, a nostro figlio dicendogli che una buona carriera non ci salva la vita, a nostra figlia dicendole che una vita in grembo è una vita da benedire, a nostra madre asciugandole la saliva che le bagna il mento ossuto, ad un vecchio parroco ringraziandolo per tutte le volte che ci ha confessato, ascoltato e sorridendo ci ha ridato speranza.

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  4. Rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù alla suora visitandina serva di Dio Benigna Consolata Ferrero, morta in odore di santità il 1 settembre 1916 nel monastero di Como.

    "Io ho sete di essere amato dagli uomini ed essi fanno isordi alle Mie Parole per seguire il demonio che li conduce alla perdizione. Io non posso reggere al vedere tante anime ingannate ed userò loro Misericordia coll'istruirle sempre più e a chiamarle sempre più docilmente al Mio Cuore Divino. Io svelerò loro i segreti ineffabili del Mio Divin Cuore ed insegnerò loro a vivere del Mio Amore che rende soave il più grande dolore e che fa gustare all'anima una pace celestiale, anche in mezzo alle più aspre prove. Io mi dò alle anime nella misura che esse si danno a Me. Quel che mi fa pena più di tutto è vedere l'indifferenza, che le creature hanno per Me, l'odio....Sto preparando l'opera della Mia Misericordia; voglio un nuovo risorgimento della società e voglio che sia operato dall'amore. La confidenza è la chiave che apre i tesori della Mia infinita Misericordia. Tu non puoi credere il piacere che Io provo nel farle da Salvatore; è tutto il mio contento e faccio i più bei capolavori dalle anime che ho tolto più dal basso, più dal fango. Una volta che i peccati sono perdonati, si convertono per l'anima, che li ha commessi, in fonti perenni di umiltà .....Sai qual è la strada che conduce più presto in Paradiso? È la speranza nei Miei meriti e la fedeltà alla Grazia....È certo, che cento peccati mi offendono più di uno, ma se questo uno fosse di diffidenza, mi ferirebbe il Cuore più di cento altri peccati, perché la diffidenza ferisce il Mio Cuore nel più intimo: amo tanto gli uomini! Se vuoi farmi un piacere grande è di credere al Mio Amore; se me lo vuoi fare ancora più grande è di credere di più; e per farmelo grandissimo, non mettere limiti a questa fede nel Mio Amore. Tutto il segreto della santità sta in queste due parole: diffidare e confidare. Diffidare di te sempre, e poi non fermarti lì, ma salire subito nella confidenza in Dio, perché se Io sono Buono con tutti, sono buonissimo con le anime che confidano in Me! Sai quali sono le anime che godono di più di questa Mia bontà? Quelle che confidano di più. Le anime confidenti sono le ladre delle Mie grazie. Scrivi che il gusto che Io provo in un anima confidente è indicibile.".....(continua)

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  5. "...non mettere limiti a questa fede nel Mio Amore". Queste parole di Gesù, racchiudono e spiegano ogni nostro gesto, parola, preghiera,azione: tutto deve essere fatto per Lui, con Lui e in Lui. Se partecipando ad un corteo, ad una cerimonia pubblica di riparazione, ad una preghiera privata o pubblica, poniamo tutto nel Cuore di Gesù, siamo certi che acquisteranno nuove grazie, per noi o per altre anime, come Lui disporrà. Potremo anche scatenare le ire di chi Lo odia, di chi è indifferente, di chi non lo conosce, ma Lui saprà valorizzare ogni anelito d'amore sincero, lo convoglierà dove sa. Se poi, un giorno, ci chiederà di offrirci vittime d'amore, come la serva di Dio, Benigna Consolata Ferrero, avendoci già ammaestrato e sapendo di poter contare totalmente su di noi, perché saremo giunti a piena maturazione, non potremo che rispondergli: eccomi o mio Signore, si compia tutto secondo la Tua Santa Volontà. Se conosciamo il dono immenso dell'amore di nostro Signore Gesù Cristo, cosa ci potrà separare da Lui? Sempre e solo la nostra poca fede. Per ricevere perdono, per riparare le mancanze d'amore e riuscire ad abbandonarsi pienamente al Sacro Cuore del Salvatore, con imprimatur, questa preghiera, scritta con il cuore:

    "Contemplando per anni il Sacro Cuore di Gesù e leggendo in particolare gli scritti di Santa Margherita Maria Alacoque, di San Claudio De La Colombiere, di Santa Faustina Kowalska e del Servo di Dio Don Francesco Mottola, e nata l'ispirazione di una preghiera contemplativa che compendiasse tutte queste splendide spiritualità, attualissime per i nostri tempi. La Corona di riparazione e di fiducia nel Cuore Divino di Gesù c'inserisce nel mistero dell'Amore Divino, della Sua infinita misericordia, del Suo totale perdono e nel pieno abbandono che il cuore del credente può con piena fiducia riporre nel Cuore del Salvatore.
    Con questo atto pieno di riparazione e di fiducia nell'Amore di Cristo recitando devotamente questa santa Corona riceveremo infinite grazie spirituali e materiali dal Cuore Divino del Salvatore". (Sac. Pietro Cutuli OSC)

    PREGHIERA INIZIALE
    Signore Gesù Cristo, che Ti sei rivelato come Infinito Amore e Misericordia per intercessione del Cuore Immacolato di Maria accogli l’atto di riparazione di noi poveri peccatori contro tutte le bestemmie, le dissacrazioni eucaristiche, le offese al Tuo Divino Amore e all’amore fraterno.
    Con questa preghiera ci consacriamo e ci abbandoniamo alla Tua santa volontà, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, in tutte le situazioni della vita e riponiamo con piena fiducia nel Tuo Cuore Divino tutte le nostre attese e speranze per essere graditi al Padre Celeste e così ottenere tutte le grazie materiali e spirituali necessarie alla nostra eterna salvezza nella gioiosa comunione dei santi. Amen.
    Gesù mite e umile di Cuore,
    rendi il nostro cuore simile al Tuo.
    Cuore Immacolato di Maria, prega per noi.

    Nel primo mistero contempliamo Gesù che chiama a se tutta l’umanità per ristorarla con il suo Divino Amore.
    Dal Vangelo secondo Matteo (11,28-30).
    In quel tempo Gesù disse: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.
    Padre nostro…
    Ave Maria…
    10 volte: Cuore Divino di Gesù, Confido e Spero in Te!
    Gloria al Padre …
    Gesù mite e umile di Cuore,
    rendi il nostro cuore simile al Tuo.
    Cuore Immacolato di Maria, prega per noi.
    Nulla Osta della Curia Vescovile di Mileto (VV)Del 17/11/2004
    Il Vicario Generale Sac. Domenico Monteleone

    .....per la continuazione della preghiera:
    https://www.piccolifiglidellaluce.it/pfdl/devozioni/70-il-sacro-cuore-di-gesu/511-corona-di-riparazione-e-di-fiducia-nel-cuore-divino-di-gesu

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  6. Sono di fronte due eserciti, quello della Luce e quello delle tenebre, il primo e' costituito da pavidi e disertori, il secondo come un buco nero si nutre di luce e fa tutto tenebra! Parafrasando il Manzoni " uno se il coraggio non lo ha, non se lo puo' dare ", non dovremmo chiedere con piu' forza al Signore questa grazia? Io aspetto che sia proprio Lui a metterci mano, come Lui ritiene opportuno e come sa! Ma vorrei che fossimo anche noi fortemente a metterci del nostro!

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  7. Ovviamente nessuno nega che ogni atto di riparazione, pubblico o privato, abbia comunque un effetto nell'economia divina e ottenga delle grazie. Il fatto è che la società attuale è diventata - come è stato efficacemente osservato - un "buco nero" che risucchia anche la luce e se ne nutre: in altre parole, la macchina mediatica piega perfino l'affermazione pubblica della verità a sostegno dell'errore. Dato che ormai, per moltissima gente, quel che dice la televisione è verità assoluta, non bisogna rallegrarsi di aver ottenuto una rilevanza mediatica, perché in realtà questa è una trappola che non solo neutralizza (sul piano umano) le intenzioni più sacrosante, ma le usa a vantaggio della sovversione. Bisogna allora rinunciare a difendere la verità e rintanarsi nelle devozioni private? Certamente no, ma bisogna usare quella prudenza soprannaturale che fa comprendere quando e con chi è opportuno parlare senza ottenere l'effetto contrario, approfittando al tempo stesso di tutte le occasioni di penitenza e mortificazione che si presentano. I Santi si maceravano nel nascondimento, ma poi parlavano con franchezza, direttamente e personalmente, alle persone rivestite di autorità nello Stato o nella Chiesa. E' ovvio che le pratiche penitenziali richiedano una saggia gradualità che permetta di evitare le trappole del demonio, mentre l'offrirsi come vittima esige un alto grado di maturità spirituale e il permesso del padre spirituale. Ma nessuno ci impedisce di cogliere e valorizzare le innumerevoli occasioni che abbiamo quotidianamente di mortificarci e di aiutare altri a riflettere.

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  8. Non muoiono solo per suicidio, ma anche di tumori al retto, ma quando un illustre ed onesto oncologo andò al Maurizio Costanzo show per parlarne, quando era il momento si passava ai consigli per gli acquisti e alla fine non gli fecero dire nulla.....si procede per ossimori, come Islam religione di pace, e la gente beve, perché lo dice la tv e ci si mette pure il biancovestito. Buona domenica, Padre.

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  9. Ringrazio l'anonimo che ha postato quella bellissima preghiera. E anche lei don Elia per aver ricordato la gradualità della vita ascetica. Figuriamoci, io non riesco a smettere di fumare! Digiuno con molta fatica e poca voglia, un atto di riparazione come una processione è più alla mia portata. Anche perché ho amici che vivono in questa orrenda oscurità e mi sento responsabile per le loro anime davanti a Dio. Mi chiedo spesso fin dove posso spingermi nell'ammonirli, se la mia sia prudenza o codardia. Sono molto angosciata al riguardo.

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    1. Bisogna spingersi fin dove la prudenza soprannaturale ci fa percepire che è realmente utile all'anima altrui. A questo scopo dobbiamo invocare spesso lo Spirito Santo perché accresca in noi il dono del consiglio.

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  10. Carissimo don Elia,
    Lei ha ragione, qualche mese fa anche sua eminenza il card. Cafarra disse-non cito le sue parole tali e quali- che il baluardo contro la degradazione morale e generale di questa società sarebbero state le famiglie che vivono cime veri e propri monaci: Ora et labora, preghiera e lavoro nel silenzio, aiuto reciproco, purezza di corpi e umiltà, perdono reciproco e offerta delle proprie sofferenze accettando e facendo solo la Divina volontà, come hanno fatto san Giuseppe e la SS.ma e Purissima Madre di Dio Maria, sua sposa. Gente che non ha cercato o fatto la propria volontà, ma ha sempre e solo fatto ciò che Dio chiedeva, fidandosi di Lui. Chiediamo la grazia che le nostre famiglie siano dei santi cenobii; i santi Padri intercedano per noi: La Santa Famiglia, san Pacomio, Pafnuzio, Arsenio e Antonio i "Grandi", san Benedetto e sua sorella santa Scolastica.
    Giganti di santità, pregate per noi,
    Amen.
    Affettuosamente a tutti, in Christo Rege

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  11. Don Elia: "Ci vogliono anime disposte a immolarsi, in unione con
    .................Cristo crocifisso, per la salvezza dell'umanità. Se mi
    .................guardo intorno, non ne vedo - a cominciare da me. Ma
    .................il cattolicesimo tradizionale... è anche questo"..............


    Il Cattolicesimo tradizionale, caro don Elia, è stato anche questo, ma nel terzo millennio - almeno nel contesto del mondo occidentale - non lo è più per il sol fatto che il suo nemico storico ha imparato molto bene che il suo martirio equivale, di fatto, al suo rinvigorimento e, quindi, alla sua vittoria. Noi pensiamo - erroneamente - che le forze del male siano estremamente forti per la valanga di soldi a loro disposizione e per il potere mediatico e politico di cui dispongono. Ma se le forze del Bene si pongono la domanda con quale metodologia di fondo si sono contrapposte al loro nemico negli ultimi sessant'anni, l'inequivocabile risposta è quella della preghiera, a cui il nemico ha contrapposto quella dell'AZIONE. Talmente evidente è l'errore colossale di non avere aggiunto l'azione alla preghiera, che le forze del Bene non possono eludere, a questo punto, l'inesorabile conclusione che della straripante vittoria del nemico sono state esse stesse responsabili.

    Al loro quotidiano martellamento televisivo degli ultimi sessant'anni, responsabile della lobotizzazione di un intero popolo, perché mai noi - oltre all'indiscutibile preghiera - non abbiamo contrapposto anche una televisione nazionale che, sulla falsariga del programma televisivo "Non è mai troppo tardi" dell'insegnante Alberto Manzi degli anni '60 agli albori della televisione italiana, arrestasse fattualmente il devastante diffondersi delle menzogne contrapponendole con la Verità eterna di cui il Cattolicesimo è il divino depositario?

    Oppure, perché mai il Cattolicesimo non ha sguinzagliato i suoi Frati predicatori Domenicani sull'intero territorio nazionale, a tempo pieno e permanentemente, per proteggere la popolazione dal lavaggio del cervello delle televisioni massoniche e tenerla ancorata ai principi eterni della sua Dottrina e del suo Magistero? Ancorata soprattutto alla RAGIONE?

    Mi sono limitato solo a due esempi di "azione", a cui molti altri, ovviamente, potrebbero aggiungersi, il punto di fondo rimanendo quello relativo all'AZIONE che, inspiegabilmente NON c'è stata e continua ad irresponsabilmente non esserci!

    Quì nessuno deve essere eroe per affrontare il martirio. Occorre solo portare avanti questa o quell'altra iniziativa: FARE qualcosa, insomma. Non ne sono capaci i vitelloni e i don Abbondi consacrati? Bene...ci siamo noi non-consacrati che possiamo prendere il loro posto nella responsabilità della preghiera del FARE!!!

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    1. Ciò che ho cercato di spiegare è che, nella situazione apocalittica in cui ci troviamo, l'azione ordinaria è insufficiente, se non controproducente; per questo ci vogliono azioni straordinarie, che non consistono esclusivamente nel martirio di sangue, ma anche nel cosiddetto "martirio bianco" di chi si offre vittima a Dio e vive la sua offerta giorno per giorno. L'arma decisiva per la vittoria è la santità, vocazione che nessun battezzato può eludere.

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