Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 27 agosto 2016


Stat Crux


Stat Crux dum volvitur orbis.

Mentre il mondo gira, la Croce resta ferma… e con essa la Chiesa, la vera Chiesa di Cristo: quella fondata sulla Sua immutabile dottrina, trasmessa una volta per sempre dagli Apostoli; formata dalla grazia dei Sacramenti, che dalla Croce promana; guidata dai legittimi Pastori, autentici successori degli Apostoli e garanti della retta fede, della continuità sacramentale del Corpo mistico e della comunione soprannaturale di tutte le sue membra vive. Queste caratteristiche comportano forse fissità o immobilismo? Solo per chi è cieco di fronte al meraviglioso sviluppo della Chiesa nel tempo e nello spazio: un inesauribile germogliare di nuovi rami e prodigioso comparire di nuovi fiori e frutti, ma sempre dello stesso albero e dalla stessa radice. Il corpo di un essere umano, quanto all’aspetto esterno, cambia considerevolmente dall’infanzia alla vecchiaia, ma è sempre lo stesso individuo, che dispiega ciò che è presente nel suo patrimonio cromosomico.

Diverso è il risultato delle manipolazioni genetiche, che se ne parli in senso proprio o in senso traslato; in ogni caso, sono pratiche moralmente illecite che traducono in atto un atteggiamento di suprema superbia: voler modificare ciò che ha fatto il Creatore e Redentore, come se andasse perfezionato o non fosse al passo con i tempi… o come se l’uomo fosse l’artefice e il salvatore di se stesso. Ma la Croce – non a caso attualmente così ignorata, se non da chi la profana o vilipende – resta saldamente piantata sul mondo, che, pur di svellerla, sussulta e si distrugge. È la natura che vorrebbe scuotersi di dosso la malvagità e le nefandezze umane o qualche nuovo esperimento tra Ginevra e il Gran Sasso? Comunque sia, il dolore per le distruzioni materiali e per la perdita di vite umane ci rimanda a quello, ancor più acuto, per la devastazione delle anime, che a causa di essa sono spesso del tutto impreparate a presentarsi al giudizio divino.

Quanti avvertono il terremoto in corso nella società civile e nella Chiesa militante? Quanti sono in grado di identificare i suoi avversari, che sono in definitiva i nemici di Cristo e del genere umano? E quanti, fra quelli che hanno occhi per vedere, hanno anche le armi per combatterli? Dove sono gli ardenti apostoli preconizzati dal Montfort, con la croce in una mano e il rosario nell’altra, sospinti come nubi tonanti dal soffio dello Spirito Santo ovunque li voglia il Signore? Il mondo è in fiamme – lamentava santa Teresa d’Avila all’epoca della rivolta protestante – e ci si perde in quisquilie… Ora il mondo sta crollando: la civiltà occidentale è minata alle fondamenta e nulla resiste più alle formidabili scosse, nemmeno l’identità dell’uomo e della donna; non parliamo poi della sacralità della vita umana e delle esigenze più elementari della giustizia, della veracità, dell’onestà, della lealtà e della rettitudine morale e intellettuale.

Provocare cataclismi naturali, sconvolgimenti climatici, rivoluzioni pilotate, migrazioni artificiali, sovvertimenti sociali e guerre disumane è lo sport preferito dei signori che, in modo velato ma ancora per poco, stanno impiantando la sinarchia, ovvero il potere unico che deve instaurare il nuovo ordine mondiale. Il governo-ombra gestisce e finanzia tutti i movimenti e le organizzazioni votatisi alla dissoluzione politica e culturale dei singoli Paesi o raggruppamenti di Paesi, come l’Unione Europea. Ciò che può apparire più sorprendente è che esso abbia legami con un altro governo-ombra, quello della Chiesa Cattolica, ossia il consiglio di nove cardinali e la ristretta cerchia di fidatissimi collaboratori con cui l’occupante del soglio pontificio ha di fatto esautorato la Curia Romana e procede come un caterpillar alla demolizione della Chiesa stessa dall’interno.

È di questi giorni la notizia che il banchiere ebreo George Soros, per favorire l’elezione della Clinton, in vista del viaggio papale negli Stati Uniti del settembre del 2015 ha cospicuamente foraggiato associazioni “cattoliche” di sinistro orientamento per spingere i Vescovi americani, in maggioranza conservatori, su posizioni bergogliane. Quella che è stata chiamata unholy alliance of Soros and the Vatican ha già prodotto notevoli successi, come l’enciclica ecologista e l’allineamento della dottrina sociale cattolica sugli obiettivi delle Nazioni Unite (il cosiddetto sviluppo sostenibile); uno dei referenti di spicco in materia è il cardinale honduregno Rodríguez Maradiaga, una specie di senior advisor dell’amministratore delegato della Neochiesa s.p.a.

Come mai un eminente rappresentante del più sfacciato capitalismo appoggia a suon di dollari chi, in teoria, si batte a favore dei poveri e degli svantaggiati, cioè delle sue vittime? Per la semplice ragione che egli – con i suoi degni compari – sostiene chiunque operi in vista di quella sovversione generale che è necessaria premessa all’imposizione di un potere totalitario universale, che già ci controlla capillarmente in molti aspetti della nostra esistenza, ci influenza pesantemente con idee aberranti che non si possono più nemmeno discutere e sta distruggendo il tessuto socio-culturale dei nostri Paesi con l’invasione islamica e la crisi economica. È più di un secolo che quei signori procedono in modo analogo e che le vedette più acute del mondo cattolico lo denunciano. Vox clamantis in deserto Sarà pure ora di ascoltarla, visto che il tempo stringe e che gli avvenimenti precipitano, facendo crollare tutto in modo apparentemente inesorabile.

Che cosa resterà intatto nel terremoto della Chiesa? Indubbiamente, i suoi elementi essenziali e indistruttibili, in quanto di ordine soprannaturale. Ma chi rimarrà in piedi al suo interno? Soltanto quelli che si terranno abbracciati alla Croce. Facile a dirsi a parole; ma nei fatti che cosa significa? Che bisogna esser pronti a lottare, soffrire e pagare, se necessario, anche col sangue. Come allenarsi a questo? Con la penitenza e la mortificazione, le armi sempre usate dai cristiani per combattere l’io, il diavolo e il mondo. Occorre riscoprirle e reimparare ad usarle, come un guerriero sopito che, ridestandosi dal suo torpore, ritrovi al proprio fianco la spada, la affili e brandisca con rinnovato vigore; come un cavaliere disarcionato che si rialzi coraggiosamente, rivesta di nuovo l’armatura e si lanci con maggior ardore nella mischia. Tutto può crollare, ma non la Croce né coloro che la portano, con mitezza e candore, quale arma che trafigge per guarire e salvare.

«Santa Teresa propose un nuovo modo di essere carmelitana in un mondo a sua volta nuovo. Quelli furono “tempi duri” (Libro della Vita, 33, 5). E in essi, secondo questa Maestra dello spirito, “sono necessari forti amici di Dio a sostegno dei deboli” (ibid., 15, 5). E insisteva con eloquenza: “Il mondo è in fiamme; vogliono nuovamente condannare Cristo, come si dice, raccogliendo contro di lui mille testimonianze; vogliono denigrare la sua Chiesa, e dobbiamo sprecare il tempo nel chiedere cose che, se per caso Dio ce le concedesse, ci farebbero avere un’anima di meno in cielo? No, sorelle mie, non è il momento di trattare con Dio d’interessi di poca importanza” (Cammino di perfezione, 1, 5). Non ci risulta familiare, nella congiuntura attuale, una riflessione che c’illumina tanto e c’interpella, fatta più di quattro secoli fa dalla Santa mistica?» (Benedetto XVI, Messaggio al Vescovo di Avila in occasione del CCCCL anniversario dell’inizio della Riforma del Carmelo, 16 luglio 2012).
 

8 commenti:

  1. Grazie Don Elia!
    Come vorrei averla come padre spirituale!

    Sia lodato Gesù Cristo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se Le fa piacere, può scrivermi all'indirizzo della Parrocchia virtuale:

      parrocchiavirtuale.slmgm@gmail.com

      Con molti lettori la relazione epistolare ha poi condotto all'incontro personale, specie in occasione di ritiri e pellegrinaggi.
      Sia lodato Gesù Cristo!

      Elimina
  2. Grazie don Elia, per il suo zelo verso la casa di Dio e per il suo impegno per il Suo regno.
    Ci è di esempio e di grande conforto.
    Antonio ( Napoli )

    RispondiElimina
  3. Grazie ancora una volta per il chiaro eloquio, cosa resterà intatto nel terremoto della chiesa? La Persona che la istituì. Quid est veritas? Vir qui adest. Verrà giù tutto, ma Lui è sempre qui, la nostra unica speranza. Mi pare che questo terremoto poco lontano da Roma sia naturale, altri più a nord non lo furono e chi vuol capire.......Laudetur Jesu Christus.

    RispondiElimina
  4. Ma soprattutto ciò che mi piace e mi conforta, al di là della sia pur mirabile capacità di analisi globale degli avvenimenti,è lo spirito guerriero di chi non si arrende anzi si prepara ed invita alla lotta anche con la spada, che nostro Signore Gesù ci ha fornito. Altro che rassegnazione, è tutto scritto, non prevalebunt, melassa varia e buonismo d'accatto. Non prevalebunt se intanto ciascuno di noi fa la propria parte, per la quale è stato chiamato. Grazie Elia, Dio la benedica, prego per Lei che sento come un figlio.

    RispondiElimina
  5. Credo che la Madonna stia chiedendo di pregare di più il Santo Rosario.

    RispondiElimina
  6. Caro don Elia, il dolore per i colpi che vengono inferti a nostro Signore, è molto più doloroso, quando nelle tragiche vicende della vita, dovremmo invocare ancor di più la sua Benedizione, con ogni Onore e Gloria e invece ci investe una freddezza glaciale mista a stupidità e malvagità per le scelte che fanno i poveri Ministri di Dio: per onorare le vittime del terremoto del 24 agosto senza turbare i bambini, si è deciso di allontanarli e non hanno potuto partecipare ai funerali che si sono tenuti ad Amatrice, erano invece presenti i palloncini bianchi, la Sacra Croce sparita, restava un Signore appeso ad una fune, agganciato per la schiena, tanto che il Volto Santo non era visibile, perché era troppo inclinato all'ingiù. Ascoltando le omelie degli uomini di Chiesa, nessun conforto, nessuna speranza, ma ai lati dell'altare era stata portata una statua di Maria, quasi fosse l'unico baluardo che resisteva in mezzo a tanto dolore e che poteva ancora consolare gli afflitti.
    Oggi questa preghiera sia l'Inno di Lode che ti rendiamo, attraverso Colei che ci hai donato, Tu che sei il nostro Principio e Fine!
    Preghiera alla Madonna del Principio
    Che si venera nella chiesa di Ponteprimario (MAIORI)
    O Beatissima vergine Maria, da' nostri maggiori appellata Madonna del Principio, perché Madre di Gesù che è principio di tutte le cose, di tutte le beneficenze, di tutte le misericordie: perché Corredentrice nostra, dall'eternità ordinata ad esser preservata dalla colpa d'origine, tutta bella, tutta pura; perché stabilita da principio come potentissimo Aiuto de' Cristiani nei pericoli, nelle tribulazioni, nell'infermità, in tutti i bisogni della vita. O madre, Regina, Avvocata nostra, siate propizia stella fra le tenebre del mondo, porto sicuro fra le onde delle passioni, arca benedetta per raccoglierci nell'ora delle sventure e nel tempo delle afflizioni. I vostri occhi siano sempre aperti su di noi, sulle nostre famiglie, sulla nostra città; le vostre mani siano sempre pronte a soccorrerci, a consolarci, a difenderci. O pegno di saluta, di speranza e di salvezza, possa il nostro spirito sempre ammirarvi, il nostro cuore amarvi, la nostra lingua lodarvi, la nostra condotta compiacervi, finché non giungeremo a vedervi e glorificarvi eternamente nel cielo. Così sia.

    Amalfi, 30 Giugno 1921
    Angelo Maria Dolci
    Arcivescovo di Amalfi




    RispondiElimina