Il Quarto Reich
La
cosiddetta rivoluzione arancione di
piazza Maidan a Kiev ha deflagrato dopo che dei cecchini americani avevano
sparato su poliziotti ucraini. La Seconda Guerra Mondiale scoppiò perché alcuni
soldati inglesi, travestiti da tedeschi, avevano sparato su soldati polacchi,
innestando così una reazione a catena. I cecchini di Dallas (opportunamente
neri come musulmani erano i dirottatori che non
hanno abbattuto le Torri gemelle) potrebbero indurre il presidente degli Stati
Uniti a dichiarare la legge marziale, così da poter rimandare le elezioni e
prolungare il proprio mandato. Il Nuovo Ordine Mondiale preme alle porte e
certe pedine possono ancora servire, se la rampante ex-first lady è troppo estremista e, forse, non riesce a piacere a chi
conta (i vari Soros, Rotschild, Rockfeller e compagnia giudaica).
Il
fatto è che la prima potenza mondiale è profondamente in crisi: le continue
guerre promosse con il pretesto della tutela dei popoli e della diffusione
della democrazia hanno dissanguato lo Stato, il cui debito pubblico è una
voragine di dimensioni non immaginabili dai comuni mortali; se erano un mezzo
per favorire produzione e sviluppo, non lo si può usare all’infinito e, in ogni
caso, non sono certo un fattore di un’economia sana e virtuosa. L’egemonia del
dollaro è ormai tramontata: non è un segreto per nessuno, nei salotti che
contano, che le riserve auree statunitensi siano state sostituite da lingotti
al tungsteno (che ha lo stesso peso specifico ma non lo stesso valore) e che i
biglietti verdi siano di conseguenza carta straccia.
I
Paesi arabi che non erano più disposti a regalare il petrolio in cambio di essa
– e avevano quindi deciso di creare una zona autonoma di scambio con moneta
propria – nel giro di una primavera, presto sfiorita, han dovuto cambiare
regime: come già Saddam Hussein, quelli che fino allora erano stati fidati
amici e luogotenenti sono diventati di colpo dittatori sanguinari e corrotti da
rimuovere al più presto. Con altri, però, lo stesso giochetto risulta un po’
più difficile. Dopo aver ribaltato il governo filorusso dell’Ucraina e provato invano
a fagocitarla nell’Alleanza Atlantica, l’Occidente si è trovato di fronte alla
reazione della Russia, attaccata con sanzioni e con calunnie al suo presidente.
Quest’ultimo, però, forte degli accordi militari ed economici con la Cina e
dell’appoggio per niente trascurabile dell’Iran, ha ampiamente dimostrato di
non aver nulla da temere.
La
nuova zona eurasiatica di scambio che utilizza lo yuan è ormai una valida
alternativa al sistema finanziario occidentale legato al dollaro e all’euro,
tanto che la Gran Bretagna, dopo essersi decisa per l’uscita dall’Unione
Europea, ha pure trasferito la direzione della seconda banca del Paese… a Hong
Kong. In cambio di questa cessione di fatto ai cinesi, Londra ha acquisito la
gestione dello yuan sulla propria piazza finanziaria, che è la prima al mondo
per importanza. Non c’è più l’Impero britannico, ma il Commonwealth funziona
ancora. Il voltafaccia al sistema euro-americano non potrebbe essere più
completo sia sul piano politico che su quello economico, il che non incoraggia
previsioni molto rosee nei suoi riguardi.
Ora,
visto che gli yankees sono in crisi
irreversibile e, con quasi la metà della popolazione composta di ispanici e
afroamericani, rischiano la guerra civile, chi dovrebbe prendere il comando
dell’impero occidentale in declino? Se alle stelle con le strisce si dovessero
sostituire le stelle in campo blu, la situazione rischierebbe di complicarsi
parecchio a causa della mancanza di unità politica, a meno che… non si riconoscesse
la supremazia di fatto dell’unica potenza che non ha abolito la propria moneta
con il varo dell’euro e, fino al recente sorpasso cinese, aveva il più alto
tasso di sviluppo al mondo. Il marco tedesco, in realtà, esiste ancora sui
listini, è stato solo sospeso; se l’euro crollasse, che problema ci sarebbe?
Sarebbe anzi meglio per dominare gli altri Paesi.
Alla
guida della Germania c’è un ex-agente della Stasi,
ovvero di quell’immane e capillare apparato di controllo con cui il regime
comunista della Repubblica Democratica Tedesca soffocava la vita dei suoi
cittadini e spiava migliaia di dirigenti esteri; nulla da invidiare alla
famigerata Gestapo o al cugino KGB. La condotta politica della Walkiria, del
resto, tradisce chiaramente la sua formazione giovanile e non lascia presagire granché
di meglio per il futuro. Tuttavia, in una conversazione telefonica con il
collega di Mosca, risalente alla fase più acuta della crisi ucraina (che
prosegue cruenta nel silenzio generale), è stata da lui informata che il suo
esercito è in grado di raggiungere il confine germanico in appena trentasei
ore…
Su
un altro fronte, le incursioni russe in Siria, certo, sono cessate (non prima
di aver sensibilmente indebolito le orde islamiche create, addestrate, armate e
finanziate da Israele, Stati Uniti e Arabia Saudita), ma la flotta incrocia
ancora nel Mediterraneo orientale. In sintesi, ci sono tutte le premesse per
una terza guerra mondiale. Non sarebbe questo il guaio più grosso, ma quello di
trovarsi dalla parte sbagliata, sotto il Quarto Reich mondialista che si oppone
al Regno di Dio. Dall’altra parte c’è un immenso Paese che, per ordine del suo coraggioso
presidente, è stato sorvolato dalla Vergine di Kazan, liberatrice dal giogo
mongolo, e, per volere di Giovanni Paolo II, consacrato in incognito al Cuore
Immacolato di Maria da monsignor Hnilica sulla Piazza Rossa. È vero che il suo
principale alleato è retto da un regime comunista apparentemente d’acciaio, ma
la Regina delle Vittorie se ne ride, se è vero che quello sovietico cadde
proprio l’8 dicembre del ‘91.
Il
tallone d’Achille dell’impero cinese è una corruzione di proporzioni a dir poco
fantasmagoriche. Per di più si sa che in punta di piedi, com’è nel temperamento
nazionale, il cristianesimo si diffonde a macchia d’olio all’interno della
Grande Muraglia. Visto che, dal Vaticano, il portavoce del Nuovo Ordine
Mondiale ha rivolto complimenti sperticati al regime di Pechino, i cattolici da
esso torchiati potrebbero non esserne tanto contenti e sentirsi spinti, di
conseguenza, a guardare con speranza alla Terza
Roma, il cui capo è stato accolto dai monaci dell’Athos con gli onori
riservati agli antichi imperatori bizantini. In poche parole, la speranza viene
da Oriente. Speriamo di non sbagliarci, ma pare proprio che i disegni del Cielo
vadano in quella direzione. Poiché la fede non ha bisogno di certezze umane
assolute, possiamo sentirci autorizzati, una volta di più, a pregare per la
vittoria di quanti appaiono, oggi, come gli eletti di Dio [qui].
Ci vorrà tempo, ma sulla sterminata
steppa russa sorgerà un’alba di grazia (profezia del beato
Claudio Granzotto).
Il portavoce del NOM mi è piaciuto molto, mai definizione più azzeccata, complimenti, Padre, per la lucidità e il coraggio, andiamo avanti, uno che non fa il portavoce, ma prega, a Roma c'è, auspichiamo che ce lo lascino ancora. Christus vincit!.
RispondiEliminaMa i Russi non sono ortodossi?
RispondiEliminaSì, proprio per questo preghiamo per il loro ritorno all'unità cattolica (vedi Operazione "Muro di fuoco").
EliminaE se dovessimo appunto trovarci senza nostra colpa "dall'altra parte"??
EliminaA mio parere non saremmo dall'altra o da un'altra parte, ma proprio in mezzo.
EliminaQuale migliore occasione: europei (cioè gli avanzi di ciò che furono i Christifideles) più il meglio del maghreb esposti agli effetti di una guerricciola nucleare, chimica ed anche, magari, batteriologica tra USA (NATO?) e Russia?
Diciamocelo: oltreoceano, come considerano l'europa? Serve ancora?