Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 21 maggio 2016


Il modernista
 

La disgustosa farsa cui assistiamo da almeno cinquant’anni si avvia verso l’epilogo. Il modernismo, pur con le sue fasi successive, contiene in se stesso il principio della propria dissoluzione. La sua essenza, infatti, va individuata nello scetticismo radicale di chi nega a priori la possibilità di conoscere la realtà – soprattutto quella divina – e ripiega quindi sull’esperienza e sulla prassi. La fede non è più intesa, in questo contesto, come adesione della coscienza alla verità oggettiva rivelata da Dio, ma come sentimento irrazionale o come opzione puramente volontaristica. La Chiesa si identifica con il proprio divenire storico e non può affatto, di conseguenza, fissarsi nelle sue dottrine e nei suoi riti: in questa visione tutto deve necessariamente evolversi senza posa in conformità allo spirito del tempo. In poche parole, è il cristianesimo reinterpretato con la chiave della gnosi contemporanea, ovvero il suo auto-annullamento.

Inutile dire che le teorie moderniste si confutano da sé a partire dalle loro stesse premesse. Perché bisognerebbe oggi accettare una tesi che domani sarà inevitabilmente superata – e questo non per motivi accidentali, ma per principio? Se oggi non si può più affermare che una determinata condotta oggettivamente contraria alla Legge divina è peccato mortale (mentre lo si è potuto fare fino a ieri), chi ci garantisce che domani non lo si possa più dire di un’altra condotta attualmente condannata, per esempio della pederastia? Ma che cosa si può esigere più dalle persone, a partire da presupposti simili? Per quale ragione bisogna biasimare – altro esempio a caso – chi si oppone all’immigrazione selvaggia, ovvero all’invasione pianificata dell’Europa? Nell’odierno contesto culturale ciò è stigmatizzato come un crimine imperdonabile, ma in futuro la percezione socio-politica di questo atteggiamento potrebbe mutare. Non rimane più nulla di moralmente certo, per il semplice motivo che non ci sono più princìpi.

L’esito finale del modernismo, tuttavia, è ancora più radicale. Esso non si limita infatti a svuotare la conoscenza e la morale, ma è intrinsecamente ateo e nichilista. In questo atteggiamento dello spirito Dio è coerentemente ridotto ad opinione o sentimento, la grazia ad effetto sensibile, la vita a un susseguirsi disarticolato di singole esperienze più o meno soddisfacenti. Ogni aspirazione umana si appiattisce disperatamente sull’orizzonte terreno, dato che non si ha più alcuna nozione di un oltre. Poiché la storia contiene in sé il proprio principio come il proprio fine, sparisce dalle coscienze la salutare attesa del giudizio finale; i comportamenti attualmente ritenuti inaccettabili possono essere sanzionati unicamente da mutevoli ordinamenti legislativi tanto più cavillosi quanto meno efficaci, che finiscono col penalizzare gli onesti e premiare i delinquenti. In una simile temperie ideologica, la disperazione attanaglia i cuori e l’esistenza si trasforma in una spaventosa prigione da cui fuggire.

L’ateismo e il nichilismo modernisti, fino a mezzo secolo fa, erano peraltro limitati ad ambienti molto circoscritti; il popolo ne era complessivamente preservato dall’opera della Chiesa. Da quando però una manciata di ecclesiastici rivoluzionari prese surrettiziamente il controllo dell’ultimo Concilio, riuscendo così ad introdurne nei testi i germi letali, gli argini che fino a quel momento ne avevano preservato il popolo cristiano sono rovinosamente crollati e una marea di fango ha travolto con esso l’intera società moderna. Non è stata la cosiddetta secolarizzazione – come ci hanno ripetuto fino alla nausea durante gli studi teologici – a provocare la crisi di fede, ma lo snaturamento della fede a spegnerla nei cuori di moltissimi uomini che credevano con semplicità, fidandosi dei preti e della Chiesa. È ovvio che la propaganda dei nemici di Dio, a quel punto, non ha più trovato ostacoli; anzi, si è potuta avvalere della collaborazione di coloro che, fino allora, erano stati suoi avversari.

Ma i paradossi, purtroppo, non finiscono qui. I modernisti hanno dato la scalata ai più alti vertici della Chiesa Cattolica e li hanno raggiunti; dobbiamo se non altro ammirarne la perseveranza e l’avvedutezza. Con calma e precisione, poi, senza che le masse dei credenti se ne avvedessero, hanno radicalmente trasformato il cristianesimo dando l’impressione che nella sostanza non cambiasse nulla. Oggi un prete, un catechista, un insegnante di religione innamorato del supremo Pastore può essere convinto in totale buona fede di essere un perfetto cristiano: basta avere le sue stesse idee e ripeterne macchinalmente gli slogan. Nella predicazione e nella catechesi non si è mai citato tanto il Pontefice regnante; la stampa non ne ha mai raccolto ogni quotidiana esternazione con altrettanta attenzione e premura. Quei pochi che hanno occhi aperti e orecchie tese gridano allarmati all’eresia; il fatto è che qui – ahimé – siamo ben oltre: il modernismo, come lo qualificò san Pio X, è la sentina di tutte le eresie, la cloaca di tutti gli errori, lo scolo di tutte le aberrazioni, perché è, in una parola, intrinsecamente irreligioso e irrazionale.

La teologia del passato ha ammesso e discusso l’ipotesi di un papa eretico; non ha nemmeno immaginato quella di un modernista che, anziché guidare i fedeli al culto di Dio, li inciti al culto dell’uomo e della terra… Come può essere assistito dalla grazia connessa all’ufficio chi le opponga un insormontabile ostacolo? Più radicalmente ancora, come può detenere nella Chiesa un ufficio legittimo chi di fatto ne rinneghi la fede? Certo, sono questioni gravissime, ma, nostro malgrado, siamo obbligati a porcele dalla nostra coscienza. Preferiremmo illuderci come gli altri che tutto vada a meraviglia, ma non ci è permesso. Con l’aiuto dello Spirito Santo, abbiamo aderito – e perseveriamo nell’aderire – alla verità oggettiva rivelata da Dio e riconosciuta dalla ragione, sforzandoci di ottemperare, sostenuti dalla Sua grazia, ai Suoi immutabili Comandamenti di vita eterna. La nostra fede non è un’interpretazione provvisoria, ma quella trasmessa dagli Apostoli una volta per tutte e professata dai Martiri e dai Santi di ogni tempo e cultura. La nostra mèta non si trova in questo mondo, ma ci attende al di là di esso, se ne saremo giudicati degni.

Tutto il resto è una squallida messa in scena che, avendo ormai raggiunto il culmine, ha già cominciato a implodere. Un “cristianesimo” che, secondo il programma della massoneria, si è lasciato aiutare a cambiare, a evolversi con la storia, a diventare qualcos’altro per essere accetto a quanti militano per Lucifero è una ridicola e insignificante parodia che deve estinguersi per sua stessa natura, lasciando il campo a quei pochi che, per grazia di Dio, hanno conservato una fede autentica. Certo, ci sarà ancora da combattere duramente; ma, per chi vede dentro i fenomeni, la commedia è finita.
 

10 commenti:

  1. Padre, chi ci guiderà?

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    1. San Vincenzo ferreri22 maggio 2016 alle ore 10:26

      Ieri Mattarella ha approvato sembra le unioni civili, B. In confronto è una lepre ha anticipato anche i politici! Che Dio ci aiuti!

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  2. Verissimo, mai in omelie il papa regnante è stato citato a proposito e a sproposito come ora, il problema, a mio modesto avviso, è che è un pontefice e basta, costruisce ponti per seguire il main stream e sincretizzare con tutte le fedi, tranne che fare Pietro, colui che detiene le chiavi ed il potere di unire e sciogliere secondo le parole di Cristo, non è roccia, è solo sabbia portata via dal mare e non fa che cancellare e distruggere......sì, la commedia è finita, possono dire come Ottaviano Augusto ' Ho recitato bene?'. Grazie padre per la sua voce fuori dal coro, non se ne può più di 'sto vdr e compagnia cantante.

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  3. Descrizione lucida e per nulla disperata della situazione attuale. Grazie

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  4. Padre, vado a Messa tutti i giorni, per mia fortuna mi viene risparmiata l'omelia, perche' la domenica ,la tentazione di alzarmi durante l'omelia e uscire e'davvero incontenibile.Poveri sacerdoti, costretti a ripetere pappagallescamente pensierini da cioccolatini, a cui non credono nemmeno loro.Non li vedo plagiati, ma terrorizzati! Puntigliosamente attenti a non pronunciare la parola peccato e tantomeno inferno! Ormai i 10 comandamenti si sono drasticamente ridotti a meno delle dita di una mano! Grazie padre per la sua missione e che Dio la benedica!

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  5. Cosa deve ancora fare Maria Santissima per farsi ascoltare? In quante apparizioni ci continua a richiamare, con pazienza e tenacia. Padre Giuseppe Tagliareni, parlando delle apparizioni della Madonna a Kibeho, in un suo articolo, scrive:"Non e possibile non collegare queste Apparizioni della Madonna a Kibeho (1981-1989) con quelle di Fatima (1917) e di Medjugorje (1981 fino ad oggi). La Madonna, da vera mamma si prende cura dei suoi figli sia per farli crescere forti nella fede, sia per preservarli dai pericoli incombenti, sia per prepararli ai tempi nuovi che si preparano. Chiede a tutti di tornare a Dio e lasciare la via del vizio e del peccato; chiede digiuni e penitenze; chiede preghiere per i peccatori; avverte dei pericoli che stiamo attraversando (la perdita della fede, le guerre e i genocidi, la crisi della famiglia e della gioventù in particolare, i castighi divini, ecc.); annunzia un profondo rinnovamento spirituale, un mondo nuovo che vedrà il trionfo del suo Cuore Immacolato e della pace; predice come prossima la seconda venuta di suo figlio Gesù nella gloria. Tutte cose di cui purtroppo non si parla molto nelle chiese, privando i fedeli che ancora le frequentano, di quella luce celeste che Dio ci dà per mezzo di Maria, per poter discernere i segni dei tempi ed essere preparati alle novità di Dio. Egli è il Signore della storia e farà nuove tutte le cose. La Madonna è apparsa in Africa, precisamente in Ruanda, a Kibeho, il 28 novembre 1981 ad una ragazza di 16 anni, Alphonsine Mumureke, e successivamente anche ad altre ragazze per tre anni, mentre Gesù apparve ad un ragazzo neanche battezzato, che poi prese il nome di Emmanuel. Le apparizioni della Madonna ad Alphonsine continuarono fino al 28.11.89. Diede vari messaggi non solo per loro, ma per il mondo intero. Quando Alphonsine, la prima volta, le chiese chi fosse, rispose: “Io sono la Madre del Verbo."
    Nei suoi messaggi la Madonna avrebbe detto fra l’altro: “Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe. Meditate sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di Sua Madre. Pregate il Rosario, specialmente i Misteri Dolorosi, per ricevere la grazia di pentirvi”…”Sono venuta per preparare la strada a mio Figlio, per il vostro bene, e voi non lo volete capire. Il tempo rimasto è poco e voi siete distratti. Siete distratti dai beni effimeri di questo mondo. Ho visto molti dei miei figli perdersi e sono venuta per mostrare la vera strada."

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  6. è una situazione apocalittica, caro padre. Uniti nella preghiera.

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  7. Questo articolo e' veramente preciso e incisivo e davvero fotografa bene la crisi attuale! Davvero coglie nel segno.
    Mi rallegro con lei Padre per queste profonde riflessioni.

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  8. Se anche rimanesse un solo cristiano
    Cattolico nel senso autentico e vero del termine: il Signore ha già stabilito
    che la Sua Chiesa tornerà' quella che e'
    Sempre stata!
    Non si illudano i nemici della Chiesa
    e della Sacra Tradizione: essi non vinceranno mai!

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