Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 2 aprile 2016


Exsurge, Christe!

 
In questi giorni, in Spagna, la legge ha autorizzato i bambini che si sentono femmine a richiedere la castrazione chimica senza il consenso dei genitori; nella progredita Inghilterra, invece, è già in corso un analogo programma – ovviamente a spese del contribuente – mirante a restituire ai piccoli la loro “vera” identità, peraltro irreversibilmente fissata nel loro patrimonio genetico. Ma perché scandalizzarsi tanto? In fin dei conti, sono decenni che, sul piano morale e spirituale, nella Chiesa Cattolica si fa la stessa cosa: la castrazione intellettuale di chierici e religiosi. Che bisogno c’è di dare il sacerdozio alle donne? – celiava qualche smaliziato compagno di seminario già un quarto di secolo fa. Efficacissimo inibitore dell’attività dell’ipofisi dell’anima, la nuova esegesi ha non solo distrutto la fede, ma pure prodotto, nel migliore dei casi, predicatori asessuati che non devono disturbare nessuno, quanto piuttosto blandire, sedurre, accattivare… Il risultato, però, è per lo meno deludente: simili annunciatori della Parola, ut aiunt, non attirano nessuno, a meno che non si travestano da abili istrioni o non ripetano a pappagallo le paroline magiche della nuova “chiesa di Francesco”.
 
Anche gli improvvisati predicatori pentecostali, di cui è tanto amico, fanno in fondo lo stesso: sotto l’impulso irrefrenabile dello “spirito”, ognuno fonda la sua “chiesa” e comincia a tirar su quattrini. Quelli, tuttavia, si tengono caparbiamente avvinghiati, se non altro, alla lettera della Sacra Scrittura e contestano quindi con intransigenza tutto ciò che contraddice alla legge divina. Vien da chiedersi come mai la C.I.A. li appoggi tanto; nonostante tutto, evidentemente, costituiscono pur sempre una testa di ponte per l’avanzata del massonismo statunitense, specie in America Latina e nell’Europa orientale. Noi invece, che non abbiamo i loro capitali, ma il tesoro inestimabile della Tradizione dottrinale e liturgica cattolica, ce lo siamo lasciati scippare con il pretesto di rinnovarci, di esser più vicini alla gente, di liberare il ministero pastorale dalle zavorre del passato… e, anticipando i tempi, ci siamo trasformati in esseri amorfi senza peli né attributi.

Il sarcasmo – beninteso – serve a mascherare l’urlo di dolore per quanto sta accadendo nel mondo e nella Chiesa. Al tempo stesso, ci prostriamo in umile adorazione e ringraziamento a Dio per averci provvidenzialmente restituito, al momento giusto, le armi necessarie per resistere al diavolo e ai suoi strumenti in questa lotta spaventosa. Volete sapere qual è il colmo per un prete conservatore? Entrare nella resistenza. Ma resistere non significa soltanto sopportare valentemente una situazione avversa, bensì opporsi pure attivamente all’occupante in attesa di poter contrattaccare. Bisogna formare cellule di resistenti che fiacchino il nemico lavorandolo ai fianchi, gruppi di ferventi fedeli impegnati nella preghiera e nella penitenza – questa grande dimenticata. Il tempo pasquale non è certo quello più indicato, ma l’urgenza dei tempi non ci permette di nasconderci dietro i sofismi farisaici degli odierni liturgisti. Se non abbiamo il coraggio di darci la disciplina come certi giovani religiosi perseguitati, facciamo almeno qualche fioretto.

Altra arma potentissima, oltre la santa Messa tradizionale, è il Breviario tridentino. I Salmi tradotti da san Girolamo sono chiarissima profezia di Cristo; i commenti patristici e l’accostamento stesso dei testi biblici esprimono la più pura esegesi cattolica. Ogni mattina è un’iniezione di testosterone dell’anima che, insieme con il santo Sacrificio, equipaggia il guerriero di tutto punto. Di particolare efficacia, per affrontare il combattimento quotidiano, trovo l’ora Prima: sottomettendosi alla regalità di Cristo, si chiede a Dio di dirigere e santificare ogni pensiero, parola e azione secondo la Sua volontà e a servizio della Sua giustizia. Il versicolo recita: Exsurge, Christe, adiuva nos. Et libera nos propter nomen tuum («Sorgi, o Cristo, aiutaci e liberaci per il tuo nome»). Fissiamo interiormente lo sguardo su Gesù risorto e assiso alla destra del Padre, sull’Agnello immolato e pur ritto sul trono celeste (cf. Ap 5, 6); invochiamo con forza il Suo intervento nella nostra battaglia e la giornata avrà un corso diverso: sarà un esercizio della Sua vittoria e un anticipo della Sua risurrezione nelle Sue membra terrene.

La liturgia antica dava troppo fastidio ai modernisti giudaizzanti e ai loro amici giudei; non c’è da meravigliarsi dell’accanimento con cui l’hanno demolita. Soprattutto durante la Settimana Santa le responsabilità dell’antico popolo eletto appaiono in modo inescusabile. Certo, non si può addossare la colpa di deicidio ad ogni israelita nato successivamente; ma non si può nemmeno negare che la classe dirigente giudaica del tempo di Cristo, sostenuta dalla maggioranza della popolazione, abbia scientemente ucciso Dio umanato in nome dei propri interessi, che ne avevano sostituito la fede fin dal tempo della dinastia asmonea con i suoi interminabili intrighi. In ogni caso, ogni odierno ebreo che, raggiunto dalla grazia, si rifiuta di convertirsi fa in fondo la stessa cosa, mentre l’occulta cricca finanziaria che, controllando il mondo, sta distruggendo l’identità stessa dell’uomo continua, anche nei fatti, a mettere a morte Gesù per distruggere l’immagine divina nella creazione visibile. Non ci sono altre alternative: chi rinnega Dio si mette al servizio di Satana.

Chiediamo l’intercessione di grandi convertiti dei tempi moderni: i fratelli Ratisbonne, Edith Stein, il rabbino Zolli… e domandiamo un papa che la smetta una buona volta di andar per sinagoghe, dando false rassicurazioni agli Ebrei e confondendo i Cristiani. Venite a Cristo anche voi, consanguinei di Gesù secondo la carne, abbandonando la vostra esangue religione talmudica (che non è più quella dell’Antico Testamento) e smettendola di mettere in croce il vostro Messia! Perché continuate a formare i vostri giovani studenti più sulle bestemmie del Talmud che sulle vostre Scritture? Perché queste ultime testimoniano Cristo in modo inequivocabile! «Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono! In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate e non l’udirono» (Mt 13, 16-17). Quando ho fatto leggere queste parole in ebraico a un vostro aspirante rabbino, si è trincerato dietro la scusa: «Non conosco questo testo». Per forza, non glielo leggeranno mai a scuola; ma se un giorno Dio ti concede la grazia di scoprire un tesoro che ti era stato tenuto nascosto…? Anche per un cattolico, la responsabilità della scelta è tutta sua.
 

4 commenti:

  1. Carissimo don Elia, da tempo nutro il desiderio di poter attingere alla ricchezza, a me ancora sconosciuta, del Breviario tridentino. Potrebbe gentilmente indicarmi quale edizione dello stesso è consigliabile acquistare e dove reperirla? La ringrazio di cuore, rinnovandole l'assicurazione del mio ricordo affezionato e assiduo nella preghiera.

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    1. Può scaricare oppure ordinare via Internet il Breviario Romano del 1962, che è stato ripubblicato in Francia nel 2008 (Les Amis de Saint François de Sales). Si può anche richiedere ai priorati della Fraternità Sacerdotale San Pio X o cercare presso librerie antiquarie on line, facendo però attenzione all'anno di edizione. La revisione del 1962 è raccomandata dalla FSSPX perché più semplice da usare. Esistono anche versioni bilingui rintracciabili sulla Rete.

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    2. Grazie per le informazioni, don Elia! Un caro saluto nel Signore.

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  2. Caro fratello nel Sacerdozio, non sei solo.
    Condivido tutto, anche le virgole.
    Non permettiamo al male dilagante nel mondo di penetrare e vincere nel nostro cuore, attenuando in noi la Carità e la Grazia, la Fede e la Speranza.
    Dominus prope est.

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