Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 19 dicembre 2015


Benedetto chi crede


Beata colei che ha creduto che quanto a lei detto da parte del Signore avrà compimento (Lc 1, 45).

Sì, beata l’anima che dà credito a ciò che Dio le comunica nella Rivelazione trasmessaci dalla santa Chiesa mediante la Sacra Scrittura e la Tradizione, fedelmente interpretate dal Magistero autentico, che è immutabile e perennemente valido. Beata l’anima che sulla roccia di quelle divine parole edifica la propria casa conformando ad esse le sue scelte e i suoi comportamenti; essa resisterà a tutte le tempeste e i cataclismi che stanno per abbattersi sull’umanità disobbediente (cf. Mt 7, 24-25). Beata l’anima che si rispecchia continuamente nell’Ancella del Signore ripetendo in ogni circostanza, lieta o avversa: «Ecce ancilla Domini: fiat, fiat, fiat mihi secundum verbum tuum!» (Lc 1, 38). Beata l’anima che, libera dalle zavorre dell’orgoglio e degli attaccamenti carnali, resa leggera dall’umiltà, dalla carità e dalla fiducia, mette le ali ai piedi e vola come Lei a portare a chi Lo attende quel Gesù che in essa vive e che da essa irradia il Suo Spirito di gioia e di pace.

È di tali anime che è composta la Chiesa viva, quella che conosce, ama e serve il Dio uno e trino, che nella Persona del Figlio si è incarnato per nascere come uomo, portarci la luce vivendo fra noi e rigenerarci alla Sua vita divina con la Sua morte e risurrezione. Questa Chiesa, ad immagine della Vergine Madre, è santa e immacolata non perché senza peccatori, ma perché esente da peccato nella sua essenza. I peccati che commettiamo non le appartengono, ma sono totalmente roba nostra, di cui dobbiamo sbarazzarci nel modo più rapido e completo possibile perché nulla di noi le resti estraneo e, di conseguenza, sia esterno a Cristo. Chi è in peccato mortale non può esserne membro vivo: essa è il Corpo di Cristo, e non può esserci alcun rapporto tra la giustizia e l’iniquità, tra la luce e le tenebre, tra Cristo e Beliar (cf. 2 Cor 6, 14-15).

Abbiamo dunque bisogno di Pastori che, quali profeti coraggiosi, annuncino a tutti il vero Vangelo e mostrino agli uomini i loro peccati perché possano abbandonarli ed essere salvati; ma «non ci sono più profeti e fra di noi nessuno sa fino a quando…» (Sal 73, 9). Anzi, dopo aver svuotato la fede cristiana e reso irrilevante l’appartenenza alla Chiesa, ora i sedicenti Pastori si lambiccano perplessi domandandosi come mai nessuno creda più in niente né si senta vincolato dalla Legge divina. Visto che perfino gli psicologi e i sociologi cui da decenni si affidano hanno esaurito le loro ricette rigorosamente atee, hanno pensato bene di indire una grande svendita di fine stagione per regalare in offerta speciale il perdono di Dio a chi non si considera colpevole di nulla, mettendo ai saldi quella misericordia di cui, in fin dei conti, non c’è più bisogno.

Non ti curar di lor, ma guarda e passa… Fissa lo sguardo su Maria, guarda la Stella; come Lei, credi e obbedisci. Tappa le orecchie alle stucchevoli voci di tanti pseudobiblisti, pseudoteologi e pseudopastori che, come un vecchio e rigato disco in vinile, sembrano essersi inceppati e ripetono invariabilmente gli stessi ritornelli. Ricrea in te stesso il silenzio abissale del Suo Cuore immacolato, in cui il Verbo divino risuonò sovrano per esservi concepito nello spirito prima ancora che nel grembo. Accogli in te la Parola che non passa, perché, prendendo carne dalla tua carne, possa essere vista, udita e toccata da coloro che ti incontrano: è il Verbo della vita, che era fin dal principio ed è venuto ad abitare fra noi (cf. Gv 1,1.14; 1 Gv 1,1). Ricevilo da Maria e sussulta di gioia per la grazia dello Spirito Santo, che da Lei si irradia e inabita anche te: làsciati introdurre da Lei nel meraviglioso mondo di quel Dio-Amore di cui è figlia, sposa e madre.

«Gesù, che si trovava nell’utero di Lei, aveva fretta di santificare Giovanni ancora posto nel ventre della madre. Quindi, prima che Maria arrivasse e salutasse Elisabetta, non esultò il bambino nel grembo; ma non appena Maria ebbe pronunciato la parola che il Figlio di Dio nel ventre della madre le aveva suggerito, il bambino esultò di gioia e allora, per la prima volta, Gesù rese profeta il Suo precursore». Così Origene; e sant’Ambrogio: «Subito si manifestano i benefici dell’arrivo di Maria e della presenza del Signore […]. Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni sentì per primo la grazia: lei udì nell’ordine della natura, lui esultò a motivo del mistero; lei sentì l’arrivo di Maria, lui quello del Signore, la donna l’arrivo della donna e il bambino l’arrivo del bambino. Esse esprimono la grazia, essi la operano all’interno e avviano il mistero della pietà a vantaggio delle madri, le quali, per un duplice miracolo, profetizzano con lo Spirito dei piccoli».

Se vuoi udire la voce di Maria e sentire la presenza di Gesù, onde esultare come Giovanni Battista per l’azione dello Spirito Santo, rinchiuditi nel grembo della Chiesa – quella di sempre – e persegui quella dotta ignoranza che rese sapiente san Benedetto, scienter nescius et sapienter indoctus. Non ingolfarti di notizie e discussioni sulle vicende del mondo e sui misfatti dei traditori di Cristo; cerca di sapere quanto basta per esserne avvisato e poterti difendere, ma non lasciarti avvelenare da ciò che, pur detestandolo, rischi di assorbire insensibilmente. Come la Vergine santa, riempi le tue viscere della divina Parola; gustala interiormente, ripetendola spesso, per assimilarla quale vero cibo dell’anima, fatta ad immagine del Verbo. Così, a lungo andare, potrai restituirla nel tuo parlare da Lui trasformato in parola di vita, proprio come il Pane del cielo, con i tuoi sforzi di santificazione, ti trasmuta a poco a poco in se stesso e ti cristifica. Beata, beata l’anima che crede al compimento di quanto il Signore in essa dice e realizza per renderla Sua figlia, sposa e madre: «Nel tabernacolo del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi; nel tabernacolo della fede della Chiesa dimorerà fino alla consumazione del mondo, nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele nei secoli dei secoli» (beato Isacco della Stella). Amen.

6 commenti:

  1. Quanta sensibilità e quale profondissimo amore per il Verbo Incarnato e la Sua Sovissima Madre Immacolata risaltano nei tuoi pensieri.Grazie per ricordarci di "non curarci di loro, ma di guardare avanti e passare oltre". I nostri pensieri, le nostre azioni e i nostri sguardi siano solo ed esclusivamenti rivolti al Signore Nostro Gesù Cristo e alla Sua dolcissima Mamma. Il mio augurio, di vero cuore, per un sereno e gioioso Natale nella culla di Gesù Bambino.

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  2. Grazie per il forte invito ad attendere il S. Natale nel Cuore Immacolato di Maria e a riempirci di Parola divina, ignorando le voci contrarie e disorientanti. La Vergine Santa ce lo conceda. Santo Natale del Signore Gesù!

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  3. Grazie delle esortazioni magistralmente scritte, che sono vera luce per i nostri passi e che faccio leggere a tutti quelli che conosco, a partire dai miei familiari.
    C'è sete di vera guida cristiana, visto quel che viene continuamente ribattuto dai media e da ogni dove.
    Approfitto per rivolgerti un sentito augurio di Buon Natale!

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  4. Nonostante tutto, ogni anno si rinnova la meraviglia di questa nascita speciale, Gesù torna bambino, e si offre fragile ed indifeso al nostro cuore; grazie, padre, per le sue belle parole, Buon Natale Santo del Signore.

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  5. Divino Bambino di Betlemme salvaci, liberaci dal peccato! Sii tu la nostra pace e la nostra gioia! Buon Natale don Elia!

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