Credo la Chiesa
Cristo ha dotato
la Chiesa di una struttura che sarebbe rimasta immutabile nella sua essenza,
perché inaccessibile alle forze fluttuanti relative della città terrena.
L’influenza dell’immagine mutevole della città terrena sugli uomini della
Chiesa non avrebbe mai condizionato la perennità della sua essenza strutturale
di Regno (padre Teodosio Maria della Croce).
Queste ispirate parole di un mistico greco fattosi
cattolico, scomparso nel 1989, ci sono di grande conforto nell’ora tenebrosa
che stiamo attraversando. Per quanto le sue guide, fino ai livelli più alti,
possano lasciarsi influenzare dalle idee fluttuanti della città terrena, la
Chiesa non può mutare né nella sua natura, che ne fa l’inizio del Regno di Dio,
né nella sua struttura essenziale, invulnerabile rispetto alle forze occulte
del mondo e immodificabile dalle vicissitudini della storia. È quest’anima
eterna della Chiesa che noi crediamo, come si può percepire dal sussulto di
vigore e di convinzione con cui un’assemblea di una dozzina di persone canta
alla Messa Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam…
Questo è l’oggetto della nostra fede. Non quella
sedicente Chiesa povera per i poveri
che spende dodici milioni di euro per riorganizzare il Governatorato della Città
del Vaticano e affida la gestione delle sue finanze ad una multinazionale
americana. Non quella che si accanisce contro gli unici istituti religiosi che
ancora praticano una povertà reale a differenza della quasi totalità degli
altri, i quali, con il pretesto del rinnovamento della vita consacrata, hanno
invece tradito il Vangelo e il carisma dei fondatori. Non quella che,
ritrattando l’approvazione concessa all’Ordine da un Papa venerato come santo,
si giustifica con il fatto che ormai è morto. Non quella diretta da qualcuno
che, assuntasi la piena responsabilità della persecuzione, ne ammette subito
dopo l’origine diabolica, osservando che il demonio è molto infastidito da quei
frati e suore consacrati all’Immacolata…
Se queste notizie non fossero tutte registrate e
verificabili, le si dovrebbe attribuire ad una fantasia delirante; ancora una
volta, invece, la realtà supera l’immaginazione. Ma come si è potuti giungere a
questa situazione aberrante e a simili farneticazioni? La risposta è ben nota:
a partire da uno strano concilio i cui testi problematici hanno spalancato
voragini dottrinali e morali, mentre quelli ambigui hanno potuto essere
interpretati altrettanto bene in un senso che in quello contrario, a seconda
della precomprensione del lettore, così che ognuno vi ha trovato conferma per
le sue idee e letto ciò che più gli piaceva. Lo stesso metodo, cinquant’anni
dopo, è stato adottato per stilare la relazione conclusiva di un’assise di ben
più modeste proporzioni, ma che una certa corrente ha considerato ideale
compimento di quanto sarebbe rimasto incompiuto e disatteso del cosiddetto spirito del Concilio: un testo redatto
in modo tale da potervi leggere anche quanto non vi è scritto, attribuendo ad
esso, oltretutto, un’autorità di cui è completamente sprovvisto.
Noi non crediamo questa “chiesa” mondana che non fa
altro che porre domande, insinuare dubbi, provocare perplessità e suscitare
inquietudini senza mai dare risposte chiare e inequivocabili né fornire
indicazioni precise sul da farsi, ma demonizzando al contrario chi ancora si
sforza di farlo e abbandonando il gregge allo sbando programmato, inculcato con
ritornelli di facile effetto buoni a ipnotizzare le masse e pure chi le guida…
Noi non ci lasciamo suggestionare dallo stridulo canto, amplificato dai
megafoni del sistema mediatico, di quelle sirene che, conoscendo bene i
meccanismi della psiche, introiettano nel subconscio di tanti fedeli falsi
ideali religiosi che, alterando la loro coscienza, li rendono refrattari alla
verità e alla grazia, dirottandoli su scogli mortali.
Noi non crediamo in quel nuovo umanesimo che, dopo aver negato il primato di Dio con la
scusa di difendere l’uomo, ne ha cancellato la nozione stessa nella sua mente e
abolito la legge nella sua vita. Noi non crediamo in un culto orizzontale in
cui i mortali esaltano sé stessi e le loro imprese terrene, dimentichi del
Giudizio, dell’Inferno e del Paradiso. Noi non crediamo in una liturgia
consegnata all’improvvisazione di chi ritiene di doverla “animare” e al
temperamento di quanti la “presiedono”, dandole ognuno il proprio colore e
trasformandola spesso in uno squallido one
man show. Noi non crediamo in Pastori che puzzino di pecora anziché
profumare di Cristo; che parlino solo di velleità puerili che dovrebbero aiutar
la gente a stare meglio sulla terra e mai di quelle impegnative vie di santità
che portano in cielo; che valutino i loro sacerdoti in base all’ideologia
dominante piuttosto che sulla sanità della dottrina e della condotta morale;
che vedano e condannino soltanto i peccati di natura socio-economica, avallando
quelli contro la vita e la famiglia…
Le condizioni di questa “chiesa” rivoluzionaria e libertadora sono ormai irrecuperabili;
inutile farsi pie illusioni: non c’è più niente da fare nemmeno per il buon
Dio, dato che la grazia suppone la natura e quest’ultima gli si ribella con ottusa
pertinacia, deformata e irretita com’è dalle menzogne dei novatori. L’unica via
percorribile è formare insieme piccole oasi di fede e di grazia in cui la vera
Chiesa possa sopravvivere come nelle catacombe, in attesa di poter rifiorire
una volta passata la bufera. Smettiamo di frequentare luoghi infetti di eresie,
scandali e abusi; se le denunce
all’autorità competente cadono nel vuoto, nessuno può impedirci di
andare altrove, dove la verità rivelata non sia ignorata o presentata come un
groviglio di norme e dottrine complicate che ossessionano i giusti ed escludono
i peccatori; dove la santa Messa sia celebrata da Cristo attraverso un
sacerdote che si faccia il più possibile umile per far trasparire Lui; dove la
carità non sia un’illusione velleitaria di impossibili cambiamenti planetari,
ma la sorgente nascosta di ogni più piccola azione, che le conferisce un valore
soprannaturale ed eterno.
Credo la Chiesa… quella di Cristo, come Lui l’ha
pensata, voluta e fondata, non come la vuole o la preferisce un semplice uomo
che dovrebbe rappresentarlo, anziché demolire la Sua opera con idee da
rivoluzione francese e da teologia della liberazione. Credo la Chiesa quale
ospedale in cui i malati vengono curati e guariti, non illusi di non esserlo
più con la morfina di una falsa misericordia. Credo la Chiesa quale corpo
unificato e mosso dalla grazia, non da un “dialogo” senza criteri e senza
obiettivi; un corpo certo ferito e sporcato dai peccati dei suoi membri (che
possono sempre essere cancellati in caso di pentimento), ma non paralizzato
dalla connivenza con il peccato stesso (alla quale non c’è rimedio). Credo la
Chiesa quale ovile protetto dal recinto di verità e giustizia che il suo
Signore le ha eretto intorno, non quale bivacco promiscuo, esposto a tutte le
intemperie, da cui le pecore sono mandate allo sbaraglio, prive di guida e di
orientamento.
Credo la Chiesa. Quella che sant’Ambrogio vede
profeticamente e tipologicamente rappresentata dalla prostituta di Gerico che,
grazie alla sua fede operosa nel Dio di Israele, viene incorporata nel popolo
eletto e così salvata con tutta la sua famiglia (cf. Gs, 3; Eb 11, 31; Gc 2, 25):
è la Chiesa composta di quei pagani che, con la loro conversione a Cristo, sono
stati innestati sull’Israele di Dio e, mediante la grazia del Battesimo, resi
di nuovo vergini per formare la Sua Sposa. Essa – come osserva sant’Agostino –
deve sopportare nel suo seno la zizzania seminata dal nemico, cioè i falsi
cristiani di cui il Padrone del campo attende il ravvedimento fino alla
mietitura; quel giorno, infatti, essa sarà separata dal frumento per essere
legata in fasci e bruciata nel fuoco eterno (cf. Mt 13, 24-30.36-43). Che la nostra fedeltà al Signore ne strappi coloro che
rischiano di finirci per esser tornati a rotolarsi nel fango dopo essere stati
lavati (cf. 2 Pt 2, 22).
Credo la Chiesa.
Una, Santa , Cattolica Apostolica
RispondiEliminaChe Dio vi benedica e vi renda merito della professione di fede.
Coraggio fratelli miei coraggio.
Come si è potuto, già, bella domanda è che il fumo di satana è diventato un incendio devastante e non più controllabile, mi viene in mente la storiella del circo di Kierkegaard, ormai non c'è più nulla da salvare, chi poteva se n'è andato, altri, come me, osservano da notevole distanza per non essere coinvolti neppure dall'odore, non delle pecore, ma di bruciato, se Dio permette tutto ciò è per darci di messaggi, poi sta a noi saperli cogliere; sono sincero, come non ero Charlie, non sono neppure Paris, non dico che se lo meritino, ma penso che la 'religione' di massa laicista e feroce che hanno imposto in Francia da 200 e passa anni senza contraddittorio, si stia rivoltando contro, la triade libérté, égalité, fraternité, non è uguale per tutti, men che meno per coloro che fino a pochi anni fa erano chiamati sanspapiers e piedsnoirs, adesso che hanno lo status di cittadini, pretendono eccome ed impongono la loro feroce legge religiosa ,o islam, sottomissione, o morte, e vale per tutto l'occidente, laico e non, ma qua pare di essere in un mondo di ciecosordomuti, jefe catòlico in primis, mi spiace essere scorretto e maleducato, forse, ma un papa che dice ( cfr.discorso a braccio di ieri in chiesa luterana) di non saper rispondere a certe domande perché non lo sa, non ha luci teologiche e ignora (a che si riferisce, un papa in quanto vicario di Cristo deve avere solo certezze, in primis che quella cattolica è l'unica fede, punto) mi si conceda di pensare che se non è in grado si dimetta, lo hanno fatto fare al grande pontefice prima di lui, per mere ragioni politiche e finanziarie, qua si tratta di fede e salvezza delle anime, o extra ecclesiam nulla salus è carta straccia? Così fosse avrei sbagliato a rientrare con gran dolore e sacrificio in cc, se resto è solo per il silenzioso monaco di M.E, finché lui c'è ho speranza di non essere pecora spinta al macello dai pastori stessi. Padre, preghi, io lo faccio, ma a volte con sconforto.
RispondiElimina