Ella ti
schiaccerà la testa
Ipsa conteret caput tuum
(Gen 3, 15).
L’esegesi moderna spiega che il soggetto di questa
frase non è la Donna, ma la sua
discendenza. Poco importa: la Chiesa non si è fermata al senso letterale nella
sua lettura dell’Antico Testamento, fin dall’epoca dei Padri apostolici. In
ogni caso, la discendenza allora promessa e attesa dalle genti, il Figlio di
Dio fatto uomo, ha schiacciato la testa del serpente in indissolubile unione
con la Madre, che non solo ha reso possibile l’Incarnazione con il libero fiat a cui il Padre ha voluto sospendere
il Suo piano di salvezza, ma ha pure condiviso totalmente le sofferenze
redentrici del Verbo, da Lei generato nella natura umana passibile, e ha attirato
lo Spirito Santo con la propria efficacissima preghiera nel cuore della Chiesa
nascente. Anch’Ella dunque, con il Deus
homo, ha schiacciato la testa del biblico rettile, ma lo ha fatto come semplice
creatura, sia pure perfettamente trasformata dalla grazia, dando così anche a
noi la possibilità di farlo con la grazia di Suo Figlio, che ci raggiunge
attraverso di Lei.
Vittoriosa sul serpente antico fin dal Suo
concepimento in virtù dei meriti di Colui che da Lei sarebbe nato, vergine
incontaminata nell’anima e nel corpo per l’assenza della minima ombra di
peccato e per la perpetua consacrazione a Dio, Genitrice dell’Incontenibile nella
carne che L’ha rivestito per essere mezzo del Sacrificio redentore
nell’effusione del sangue da Lei stessa donato, la Regina è assunta accanto a
Lui per partecipare alla Sua vittoria sulla morte – subito, senza attendere la Parusia
come noi, peccatori convertiti – e riversare sui credenti torrenti di grazie,
sino alla fine dei tempi. Potrebbe essere diversamente, d’altronde? Potrebbe la
Madre non occuparsi dei figli, già contenuti nel Capo da Lei portato in grembo,
fino al pieno compimento della loro salvezza? Potrebbe la Corredentrice
dimenticare coloro per i quali ha tanto sofferto, facendosi un tutt’uno con il
crocifisso frutto del Suo seno?
Potrebbe l’inizio e modello della Chiesa trascurarne la crescita in quella
santità che in Lei è già perfetta?
Potrebbe la distruttrice di tutte le eresie non
esserci particolarmente vicina in questi tempi di prova apocalittica, come l’ha
definita l’alto Prelato amico, che in questi giorni abbiamo potuto di nuovo
incontrare per chiedergli appoggio in vista dell’opera nuova che, Deo
volente, sta per nascere? Sotto il manto di Maria ci
rifugiamo con incondizionata fiducia: tocca a Lei aprire porte umanamente
invalicabili; tocca a Lei ottenere per noi prudenza, consiglio, fortezza,
audacia e perseveranza. Tocca a Lei brandire lo stendardo del Regno di Dio e
raccogliere sotto di esso i cristiani fedeli che non sopportano più il
diabolico inganno del gran seduttore, sotto lo stendardo di quella Croce che
svetta sovrana senza lasciarsi piegare alle mortifere ideologie del mondo,
quella Croce che ha già vinto l’Inferno e rende vittoriosi gli oscuri martiri
dimenticati, le innumerevoli vittime mietute da quattordici secoli da quella
falsa religione che sarebbe equivalente alla nostra…
In questo giorno di trionfo della vera fede, in
questa festa che ci fa contemplare in anticipo ciò che saremo, se l’avremo
meritato, chiediamo con insistenza alla Vergine santa che il piccolo gregge dei Suoi figli legittimi abbia
presto dei Pastori che lo guidino e trovi luoghi accoglienti dove radunarsi.
Ripetiamo con particolare fervore la preghiera del Montfort per chiedere
apostoli pronti a volare come colombe dovunque lo Spirito Santo li sospinga: liberos,
figli spirituali di Lei che siano liberi dell’autentica libertà evangelica,
portatori delle ricchezze celesti abbandonati alla Provvidenza e mossi da puro
amore per la salvezza delle anime, quelle anime costate un prezzo così alto a
Gesù e Maria, quelle anime che anche il sangue dei martiri odierni contribuisce
a strappare agli artigli del diavolo e alle sue imposture. Siamo un unico
Corpo: la Chiesa trionfante con i suoi meriti e le sue preghiere, la Chiesa
purgante con la sua intercessione, la Chiesa militante con le sue lotte e
sofferenze.
Che sia il martirio del corpo o quello del cuore,
tutto concorre al trionfo del Regno di Dio. Pertanto non scoraggiamoci affatto,
ma, pur gemendo nella prova, fissiamo lo sguardo sulla Vittoriosa, come l’anziano
fondatore perseguitato i cui occhi spenti dal dolore, al pensiero di Lei,
tornano in un attimo a brillare di luce soprannaturale, dirigendosi in alto e
dilatandosi in un sorriso di beatitudine celeste come se La vedessero… La
Regina è con noi, bella e terribile come
schiere a vessilli spiegati (Ct 6, 4). Come promesso, ci sta guidando passo
passo nella realizzazione di un’opera che è Sua. Pochi mesi fa non avremmo
neanche immaginato quale strada si sarebbe potuta aprire; tra qualche mese
stupiremo del cammino che vi avremo percorso.
Consacrandoci a
Lei, diventiamo nelle Sue mani strumenti della divina misericordia, come Ella
lo è stata nelle mani di Dio. Lasciamoci dunque guidare da Lei, lasciamoci
condurre per mano, tranquilli e sicuri sotto la Sua guida. Maria penserà a
tutto per noi, provvederà a tutto e, allontanando ogni angustia e difficoltà,
verrà prontamente in soccorso alle nostre necessità corporali e spirituali
(san Massimiliano Maria Kolbe).
Il gregge è sempre più esiguo e non c'è da fidarsi troppo neppure dei pastori, essi hanno infatti occhi cupi e denti da lupo, ci si stringe tra di noi, sempre meno numerosi, e si fissano i cancelli del recinto, sempre meno sicuri, la notte è buia ed ogni piccolo rumore fa trasalire, ma alzando gli occhi al cielo e vedendolo pieno di stelle, forse da quelle stelle Qualcuno ci guarda e verrà in soccorso. Buona festa dell' Assunzione, padre, e che Dio ci perdoni tutti e ci faccia sentire la Sua presenza,perché la prova è durissima.
RispondiEliminaGrazie don Elia, i Suoi scritti squarciano sempre il buio e ci infondono nuovo coraggio!
RispondiEliminaCredo che tutti sappiamo che rimarrà un "piccolo resto", ma con la grazia e l'ausilio della nostra Madre e Condottiera, la Vergine Maria, la vittoria sarà certa e tutti i nemici atterriti. Noi dobbiamo essere i soldati di Gesù e di Maria, sotto lo stendardo dei due Sacri Cuori a cui consacrarci spesso. Soldati che lottano col Rosario in mano, amando la Croce di Cristo, adorando Gesù Eucaristia. Sempre pronti a riparare molto, offrendo all'Eterno Padre le Piaghe ed il Sangue di Cristo! Coraggio, sono convinto che dobbiamo attendere il fuoco dello Spirito Santo che trasformerà tutto e tutti! Un saluto a tutti. In unione di preghiera.
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