Ridere per non
piangere
Lo confesso: piango spesso sull’odierna situazione
ecclesiale, in cui sono orfano di padre e di madre. Non ho più il sostegno, in
una lotta che si fa sempre più aspra, dell’autorità benefica di un Pastore
universale all’altezza della sua missione, né il conforto di sentirmi al sicuro
in seno a quella santa Madre Chiesa la cui dirigenza, in nome della
misericordia verso chi non vuol saperne, è diventata matrigna con chi le è
fedele. Ma non si può sempre piangere; quand’anche fossero lacrime sante che
lavano l’anima e la preparano a consolazioni celesti, la nostra fragile psiche,
ferita dal peccato originale, ha bisogno di sollevarsi ogni tanto con quei
mezzi umani che il buon Dio ha pur concesso alla nostra specie. Fra questi c’è
senz’altro l’umorismo, che contiene un segreto per resistere alle peggiori prove
dell’esistenza – segreto prezioso, soprattutto se la prova è del tutto inedita.
Non so se dobbiamo essergliene grati, ma ogni giorno
il caro buontempone della pampa, per
carpire il plauso dello Zeitgeist mondano,
ci fornisce nuovi motivi per ridere o piangere, a seconda dello stato d’animo
del momento. Una delle ultime sparate (ma già trita e ritrita nella sostanza) è
che ci sono persone così buone che, per colpa degli altri, sono costrette a
commettere reati perché non possono agire altrimenti; basterebbe regalare loro
un sorriso o una carezza perché evitassero di farlo. Pensate per esempio a un
drogato che vi punta addosso un coltello per derubarvi, o magari a un mafioso
che spara nel mucchio per colpire uno come lui, o ancora a un adepto del
novello califfo che stacca teste a ripetizione, e provate a dargli una carezza…
Vi abbraccerà commosso e ritornerà un angioletto (ma non azzardatevi a provare
a convertirlo, sarebbe gretto proselitismo; ancor meno a dirgli che il peccato
grave non è lecito a nessuno e in nessuna circostanza, sarebbe bieco moralismo).
Via, si parte tutti per la Siria!
Secondo la vulgata dei vaticanisti prezzolati, nel
conclave del 2005 l’argentino sarebbe stato il favorito di un altro cardinale
gesuita che si batteva da tempo per un “rinnovamento” radicale della Chiesa, ma
era troppo anziano e malato per prenderne il timone. Nulla di più falso:
risulta invece da testimonianze dirette che, interpellato sul confratello come
nuovo candidato, il celebre biblista abbia respinto l’ipotesi con non celato
disprezzo: «È troppo ignorante!». La superbia intellettuale, stigma dell’élite gesuitica radical-chic, preferì
che diventasse papa il nemico giurato di sempre piuttosto che un personaggio di
scarsa cultura, contando comunque su una futura strategia di boicottaggio
sistematico… Una volta morto – a quanto pare suicida e, quindi, in odore di
dannazione eterna – il paladino dei non credenti, al conclave successivo non ci
fu più, evidentemente, l’opposizione del gruppo da lui capeggiato; il seguito
lo conoscono tutti. La valutazione del livello di cultura dell’eletto è
peraltro l’unico elemento su cui possiamo ritrovarci in sintonia con il defunto
– oltre, naturalmente, la pur invisa scelta dell’ultimo autentico successore di
Pietro.
L’ignoranza rappresenta di solito, sul piano morale,
una scusante, eccetto quando si tratta di ignoranza crassa; la contestazione “colta”
e pervicace della verità rivelata è invece un peccato ben più grave. Per
ignoranza, ad ogni modo, si possono dire solenni sciocchezze senza nemmeno
rendersi conto che esse ricadono sotto gli anatematismi (quelle limpide e
liberanti proposizioni che iniziano con si quis dixerit
e terminano con anathema sit) dei Concili di Trento
e Vaticano I, che un pontefice dovrebbe almeno aver sentito nominare, se non
altro nella sua giovinezza. Che le affermazioni incriminate non rientrino nel
magistero ufficiale o esprimano eventualmente opinioni private non cambia
nulla: si quis dixerit, è sufficiente averle
pronunciate. Se poi non vengono nemmeno ritrattate, non c’è nulla da fare: la
scomunica, in questi casi, è automatica. Qui non viene più da ridere, perché la
situazione si fa tragica.
Un papa che cada in eresia cessa di esserlo ipso facto, ci assicura san Roberto
Bellarmino. Se questo è chiaro a livello teologico, sul piano canonico la
questione è ben più delicata: ci vorrebbe un concilio che dichiarasse
formalmente l’eresia e chiedesse al papa di abiurare o di dimettersi – cosa
impensabile, nella situazione attuale. Ma come si è potuto arrivare ad una
simile degenerazione? La risposta è molto semplice: grazie a un concilio che è
stato definito pastorale (senza
peraltro che alcuno, in cinquant’anni, ci spiegasse che cosa ciò significhi
esattamente), ma che in realtà ha provocato uno stravolgimento radicale delle
convinzioni comuni concernenti i punti più importanti della fede, quelli per i
quali vale o non vale la pena di credere e di appartenere alla Chiesa. È un
innegabile dato di fatto: l’ermeneutica
della rottura trova spesso consistente fondamento in testi costellati di
affermazioni ambigue, imprecise o decisamente problematiche dal punto di vista
dottrinale, per non parlare di quelli che, appena enunciato un principio in
maniera cristallina, lo smentiscono subito dopo con ipotesi, riserve e
considerazioni contrarie, o di quelle “eccezioni” vaghe e non ben delimitate
che scardinano in pratica le norme poco prima ribadite… Non c’è che dire: le
commissioni, controllate da vescovi e teologi progressisti, lavorarono con
estrema finezza per ottenere il consenso dell’assise senza dare a vedere i loro
veri obiettivi.
Tutti sanno che a un ladro, per forzare una porta o
una finestra, basta trovare una fessura abbastanza larga per infilarvi il piede
di porco; una volta penetrato nella casa, essa sarà alla sua mercé. Una piccola
crepa può provocare il crollo di una diga possente, tanto è forte la pressione
dell’acqua; poi si salvi chi può. Le cosiddette “aperture” del Vaticano II si
sono ben presto trasformate da spiragli in voragini abissali, per la fede e la
salvezza delle anime… Padre Pio soleva parlare delle riunioni che si tengono
all’Inferno per architettare piani distruttivi a danno della Chiesa e chiedeva
a Dio di poter morire prima di vederne lo sfacelo; fu accontentato giusto in
tempo, ma lo sfascio era già iniziato. Egli profetizzò l’èra della falsa misericordia (quella che, anziché
liberarne il peccatore, lo imprigiona nel suo peccato). Ora, nella “Chiesa rinnovata”,
la sua figura è diventata un idolo, per molti che non vanno mai a Messa e a
confessarsi non ci pensano neppure. Nonostante svariati tentativi, il diavolo
non riuscì a neutralizzarlo in vita; che ci stia riuscendo adesso? La vendetta
è in effetti un piatto che si mangia freddo, fosse pure mezzo secolo dopo. Ma
il cornuto sa che gli rimane poco tempo; lo sapeva pure Padre Pio. Ride bene
chi ride ultimo.
Sia lodato Gesù Cristo.
RispondiEliminaE' vero si sente il deserto intorno, ma non siamo soli!
Mi permetto di ricordare quanto viene detto nella lettera ai Tessalonicesi (5,3): "Quando diranno: PACE E SICUREZZA, allora di subito una improvvisa ruina verrà loro addosso,...", ebbene queste parole sono state pronunciate nel discorso all'arrivo all'aeroporto di Tel Aviv il 25 maggio 2014.
Ed inoltre illuminanti sono le profezie di Caterina Emmerik sui due papi e sul nuovo Papa...
Dio la benedica e la protegga
Comprendo il Suo stato d'animo. Deve essere desolante non avere più a chi riferirsi. Ma in questa desolazione non siamo soli : la Croce luminosa è sempre con noi. Essa è la nostra guida e da essa attingiamo forza. ".... ovunque il guardo giro immenso Dio Ti vedo, nelle opre Tue Ti ammiro, Ti riconosco in me....." Il Signore la benedica e La tenga sempre all'ombra dell Sue ali.
RispondiEliminaCaro don "Elia", calcolando l'anno della tua ordinazione, dovremmo essere più o meno coetanei. E anch'io provengo dallo stesso itinerario: ho frequentato un ambiente tutt'altro che tradizionalista, mi sono consacrata a Dio, e poi, piano piano ho aperto gli occhi sulle carenze di questa Chiesa post-conciliare.
RispondiEliminaAdesso sto vivendo una profonda crisi, in particolare dopo l'elezione di Bergoglio. Provo una repulsione direi istintiva per questo papa, ma anche - mi sembra che stia aprendo sempre più gli occhi nei confronti della situazione della chiesa e dei pontificati precedenti.
Talvolta tuttavia mi spavento dei pensieri e dei sospetti che vivo. Che stia cadendo in "manie complottistiche"? Fin quanto è sano questo arrivare a sospettare di tutto e di tutti? Sto impazzendo, o sto semplicemente "aprendo gli occhi" sulla situazione della Chiesa che si presenta malata, profondamente malata già da cinquant'anni?
Ultimamente ho comprato il libro di Magaldi "massoni" e lì si dice tranquillamente che papa Giovanni XXIII era massone, iniziato a ben tre logge. Occorre credergli? è un massone stesso che lo dice, non un "fanatico tradizionalista" alla don Villa! Come è possibile che nessuno si indigni e chieda di smentire una notizia che, se vera, mina profondamente la credibilità della Chiesa? Se è vero che Giovanni XXIII era massone, infatti, abbiamo avuto un concilio indetto da un papa scomunicato, poiché allora vi era la scomunica per i massoni!!! e uno scomunicato sarebbe stato addirittura canonizzato!!!!
Qui vado in tilt, non so più cosa pensare, cosa credere a cosa appigliarmi.
Ti chiedo: fin dove arrivare nei nostri sospetti? Tu ci credi a questa notizia (Giovanni XXIII massone), e se si, come giustificare la sua canonizzazione? e come giustificare un capo della chiesa scomunicato? una chiesa scissa dal suo stesso capo?
Mi piacerebbe avere un tuo parere
Lucis
Carissima Lucis,
Eliminati ringrazio del tuo intervento. Sono felice di sapere che, interiormente, abbiamo seguito un itinerario simile: evidentemente, abbiamo entrambi aperto gli occhi sulla realtà effettiva.
Vorrei anzitutto supplicarti di non considerarti "in crisi": tu sei nella verità; la nostra è una prova della fede (che può sfociare in una crisi di fede, ma non necessariamente). Una prova spirituale, attraversata con tenace fiducia in Dio, termina in una grande grazia. Preghiamo l'uno per l'altra per resistere.
Anch'io sono arrivato al punto di non sapere più di chi potermi fidare nella Chiesa attuale; le uniche persone con cui mi sento libero di esprimermi sono pochissimi sacerdoti santi che o sono perseguitati dalla gerarchia o sono costretti a tenere per sé ciò che sentono. Non stai impazzendo, la Chiesa è realmente malata. Per aiutarci a vicenda - oltre alla preghiera - possiamo tenerci in contatto tramite questo indirizzo, che pubblico per chiunque volesse dialogare personalmente con me: phoneboontosenteeremo@gmail.com.
Riguardo a papa Giovanni XXIII, non sono in grado di darti una risposta conclusiva. Quanto asserito da Magaldi sarebbe effettivamente gravissimo, se risultasse vero; ma penso che, su questo genere di questioni, non ci si possa fidare di un massone, che non scrive certo per il bene della Chiesa, ma piuttosto per danneggiarla ulteriormente. Per quanto ne so, papa Roncalli ebbe contatti con la massoneria francese quando era nunzio a Parigi; ma di qui a dire che era massone, la strada è lunga. Leggendo il suo "Giornale dell'anima", del resto, ho avuto la netta impressione di un uomo effettivamente santo e profondamente radicato nella Tradizione; il mito che si è costruito su di lui, in ogni caso, non corrisponde affatto alla realtà storica, ma è pura mistificazione.
Quanto al Concilio, consta dalle sue stesse parole che intendesse chiuderlo in meno di tre mesi ("prima di Natale"); un simile lasso di tempo sarebbe stato appena sufficiente per leggere e approvare gli schemi preparati dalle commissioni da lui nominate. Sarebbe quanto meno illogico, poi, che un pontefice pubblicasse una nuova edizione dei libri liturgici pochi mesi prima dell'apertura di un concilio che dovesse, secondo le sue intenzioni, riformarli radicalmente; evidentemente non ci pensava nemmeno lontanamente. Il Concilio però, fin dall'inizio, gli sfuggì chiaramente di mano; poche settimane dopo la sua apertura, il Papa ebbe un'emorragia interna (fatto comprensibile, se a ottant'anni un uomo ha un forte sbalzo di pressione...).
I miei dubbi portano piuttosto sulla validità delle canonizzazioni dell'aprile scorso, a prescindere dalla santità dei loro protagonisti. Se di massoneria dobbiamo parlare, i discorsi e le azioni di B. sono un'esemplificazione lampante delle sue dottrine; da diverse fonti è stato inoltre notato che certi suoi gesti corrispondono a simboli massonici e sarebbero quindi messaggi in codice. Non so quanto abbiano fondamento queste ultime osservazioni, ma è lui stesso a renderle credibili presentandosi implicitamente come leader di una nuova "religione mondiale" in cui tutti indistintamente si potrebbero ritrovare e demolendo sistematicamente la dottrina cattolica, specie in campo morale.
A mio parere, basta attenersi ai dati di fatto (discorsi e comportamenti di B.) confrontandoli rigorosamente con la verità rivelata quale ci è stata trasmessa dalla Scrittura, dalla Tradizione e dal Magistero: la discontinuità - per non dire la contraddizione - è semplicemente innegabile.
Detto questo... affidiamoci alla Provvidenza, che al momento opportuno porrà termine alla prova.
Da qualche tempo mi sembra di vivere uno di quei film americani nei quali il protagonista si rende conto progressivamente, da tanti piccoli indizi,che la realtà in cui vive altro non è che un gigantesco complotto. E mi sembra di provare la sottile sensazione di angoscia che provavo, guardando questi film, quando la situazione del protagonista finisce col contagiarti emotivamente.
EliminaPur essendo cresciuta nella chiesa del post-concilio (sono nata nella prima metà degli anni sessanta) grazie a miei famigliari profondamente credenti ho assimilato una fede cattolica che successivi incontri con persone di Chiesa convinte e coerenti hanno consolidato.
Credevo di conoscere abbastanza le verità della nostra fede ma ho scoperto che si direbbe sia stato fatto di tutto per lasciarci nell' ignoranza, per far si che col tempo smarrissimo del tutto la capacità di riuscire a “misurare” col metro della Chiesa la portata di comportamenti che i nostri nonni avrebbero visto immediatamente nella loro vera, e perversa, luce.
Questo primo aspetto del problema l' ho messo a fuoco da parecchio tempo... ma poi grazie a fortuite coincidenza (ma sono convinta che “caso” è lo pseudonimo di Dio quando vuole mantenere l'incognito) ho realizzato che non era questo il nocciolo della questione .
Tutto partiva dal momento in cui la Santa Messa ha subito delle brutali trasformazioni che l'hanno resa simile alle celebrazioni dei protestanti: si pensava forse che in tal modo i fratelli separati sarebbero tornati da noi... ma neppure ciò è accaduto e, per chi vuole aprire gli occhi, è iniziato un immane disastro.
Con la presente consapevolezza che la Messa è la più forte, giusta , magnifica preghiera perchè è la preghiera di Gesù in persona che si offre al Padre per noi e per tutta la sua Chiesa, mi spiego tante cose... quella alla quale ho “partecipato” per tanti anni non poteva, e non può , darmi tutti i doni per la quale il Santo Sacrificio dell' altare è stato istituito da Nostro Signore: l'hanno mutilata, immiserita, desacralizzata, l'hanno involgarita svestendola della lingua che le conferiva universalità e la preservava da sottili e pericolose mutazioni.
Parecchi di coloro che l'hanno fedelmente seguita per decenni (anche quotidianamente) in questi ultimi anni sono riusciti a accettare convivenze, a tutto sommato giustificare l'eutanasia (vedi il caso di Eluana), a prendere sottogamba i Comandamenti trovando comunque una giustificazione a tutto, a eccezione del 7° riferito ai politici (ma non a tutti) e del 6° (soprattutto riferito a uno, anche se altri avevano ben poco di cui menar vanto in proposito), a desiderare un ringiovanimento della Chiesa riuscendo a trasformare le messe in assemblee di teste bianche e grigie...
...“Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere “( Mt 7,20)
da parte di un sacerdote francese : grazie per tuo blog. Ai saputo mettere delle parole sulla soffrerenza di un numero crescente di sacerdoti e di famiglie.
RispondiEliminaTrovo interessante l'accenno alla supposta impreparazione di Bergoglio, comunque da dimostrare; certo mi fa specie che un grande manager internazionale, quale si trova ad essere il papa, sappia esprimersi solo in spagnolo e nell'italiano di famiglia.
RispondiEliminaParto da un caso esemplare: Antonio Rosmini, considerano "aperurista", se non
proprio liberale, in gioventù ricevette proprio dal "reazionario" Gregorio XVI il preciso mandato di studiare a tempo pieno per opporsi alla marea montante del pensiero razionalista e agnostico, illuminista e idealista, che stava conquistando le classi colte con ricadute deleterie sull'intera società.
La mia personale convinzione è che nel clero postconciliare si sia perso il concetto
della necessità di dotarsi di strumenti apologetici forti e sottili. Il Cristianesimo è non solo un movimento filantropico religiosamente motivato, ma anche e soprattutto una "religione misterica", la cui dogmatica si basa su nozioni e ancor più su categorie e
schemi di pensiero che in apparenza non si combinano con quelle dei contemporanei; ad esempio la necessità rigorosa e direi metafisica che il peccato
debba essere espiato con una pena proporzionata; concetto senza il quale appare
insostenibile la necessità del Sacrificio della Croce per soddisfare la giustisia divina. Così pure il tema della "personalità corporativa" per il quale il peccato di Adamo
diventa peccato anche dei suoi discendenti. L'incapacità di meditare questi problemi
"abissali" ha spinto di fatto gran parte del clero a spostare il baricentro della vita
cristiana verso un filantropismo che spesso sfocia nel populismo e talvolta nella
demagogia, con qualche punta di aggressività plateale, molto gradita ai media laicisti.
Mi fa soffrire il "modus operandi" dei blog tradizionali(sti), sui quali passa l'idea
secondo cui basterebbe tornare alla devozione tradizionale e alla sana dottrina
fissata nel catechismo; certo, anche e soprattutto questo, ma non senza l'impegno
forte di ripensamento dell'apologetica, sottoposta a una sfida formidabile in tempi di
razionalismo scientists, evoluzionismo darwinista, decostruzionismo, variabilismo
biologico e antropologico. In poche parole, il lavoro di "cesello intellettuale" di cui è
stato maestro papa Ratzinger. È come se ai tradizionalisti sfuggisse che le loro deduzioni, di per sè rigorose, partono da concetti giusti, ma che devono essere riargomentati perchè l'uomo contemporaneo li possa accettare come non irrazionali, anche se sconfinati nel Mistero. Così la denuncia tradizionalista rischia di apparire come una battaglia fra partiti ecclesiali, in cui si scivola facilmente in espressioni sdegnate, tali da essere controbattere come dettate dal livore piuttosto che dalla carità. La situazione è difficile perchè i preti, oberati da mille impegni, non hanno tempo di studiare ; quanto ai laici, le Università Cattoliche, luogo deputato per il confronto fra scienza, cultura e fede, sembrano aver largamente dismesso il loro impegno istituzionale.
Laudetur Iesus Christus,Carissimo Confratello,Non pensare che sei l'unico a soffrire in questa era dell "neo-misericordia" instituita dal Papa "Buonasera" che con questo saluto fecce scendere la "notte" sulla Chiesa di Cristo. - Quanta sofferenze a leggerlo ed a sentirlo nelle sue esternazioni quotidiane "martha-niane". - Mesi fa decise di non piu leggere od ascoltare qualsiasi sui discorsi per proteggere la mia vità spirituale, sacerdotale e umana. Evito di leggere od ascoltare ogni riferimento TV, radio o giornale che riportano le suo fare e suo dire. Ho preferito staccarmi da questo "tormentone venuto dal nulla" per sopravivere nel mio lavoro pastorale e privileggiare la mia vità di peghiera. E devo dire che sto molto meglio anche fuggendo ogni discussioni sul personaggio. - Sono sacerdote da 15 anni e il frutto di 9 anni di formazione in Gregoriana o forse meglio dire di 9 anni di "programazione conciliare" E' chiaro che oggi, come sacerdote, se manifesto pubblicamente il contenuto della mia vera fede, quella vissuta dalle mie nonne e dai miei genitori, finisco inesorabilemente nella categoria "lefebvriana" senza l'aver veramente scelto e solo per il riferimento all'eduazione religiosa ricevuto in famiglia. - Lo so è assurdo ma a pensarci, tutti quei cattolici prima delle concili "delle meraviglie" erano manifestamente di fede cattolica di stampo "lefebvriano" ed io ora so di essere un "lefebvriano anonimo" tanto la mia amata Chiesa è andata a sbattere fuori binari che ci ha lasciati tutti sulla vecchia strada di prima, obbligando millioni di fedeli cattolici alla fede semplice a prendere l'autostrada dei cambiamenti forzati. Che strage ! Chiese di domenica vuote o quasi. Ignoranza dilagante dei neo-cattolici aggiornati. Discorsi di religiosi, sacerdoti, vescovi ed oggi pure del Papa quasi simili a quelli di qualsiasi pastore protestante. Una fede diversa, totalmente diversa e dopo piu di 15 anni di attivita pastorale, lo constato nei discorsi e nella pratica dei miei confratelli sacerdoti che sono finiti piu a fare animazione che a fare evangelizzazione. Che strage ! Solo il pronunicare la parola "peccato" in un omelia è diventata un tabou e una fonte di rimprovero. E' diventao impossibile solo il dire che "solo chi segue Gesù sara salvato" Subito sei trattato d'intollerante e cosi via. Siamo arrivati ad una tale assurdita tra la fede cattolica professata da secoli e la pratica pastorale reale che mi sono detto pocchi giorni fa che un Papa come Francesco forse è solo una benedizione, una grazia. Che questo Papa portera all'estremo questa assurdita che almeno ad un momento qualcosa succedera, che i veri fedeli a Gesù Cristo ad un momento verano fuori e si riconscera chiaramente chi è e chi non è ancora di fede veramente cattolica. Lo so, è terribile sapere che solo un scisma puo portare ad una purificazione dell corpo ecclesiale. Io prego ogni perchè non succede ma devo costatare che è ben li già presente. Basta ascoltare i discorsi del Card. Kasper, Mardiaga e consorti. E' li davanti ai nostri occhi. Terribile ! Ci rimane solo la preghiera e specialmente all'Immacolata, debbelatrice di tutte le eresie. Ora pro nobis ! don S. (ps. Scusatemi per l'italiano ma non sono di lingua italiana)
RispondiEliminaCaro Don Elia, sono l'anonimo del 21mar 08,31. Ho letto con molta attenzione le Sue considerazioni riguardo al tormento spirituale di Lucis. Da parte mia confesso di aver provato un immediato, indefinibile senso di fastidio e di ripulsa sin dalla sua presentazione alla nomina, di cui non riuscivo a trovare ragione. Anzi mi chiedevo se fosse una tentazione e stessi peccando contro lo Spirito Santo. Poi, però, da ogni suo dire ho tratto la chiarificatrice spiegazione della mia avversione.Sul trono di Pietro vi sono stati altri indegni pastori della chiesa, ma di costoro l'unica angoscia che mi suscitano è la consapevolezza che spingono nell'abisso una massa enorme di fratelli.A quanti purtroppo non sembra vero di essere finalmente giustificati nel "tenere il piede in due staffe"e poter peccare con la prospettiva del perdono sempre e comunque.Sento che si sia avverata la profezia di Daniele e che il Signore siallontani dai Tabernacoli.Vorrei tanto confidarmi con un sacerdote illuminato, ma comprendo che è molto difficile rivelarsi per comprensibili ragioni. Ma sono certo che l'Altissimo non ci abbandona e provvederà anche in questo. Intanto so che se seguo e vivo la Verità del Vangelo con coerenza e ferrea convinzione, con il sostegno dallo Spirito Santo, il Signore mi è vicino, mi guida e mi mantiene sulla Sua Via. E questo mi basta.
RispondiEliminaIl Signore La benedica e La protegga
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