Trovate le differenze
Non c’è pace per l’ambiente della Tradizione. Intendiamoci: non
stiamo parlando di un circolo, più o meno esclusivo, di nostalgici o di esteti
legati a forme del passato per gusto snobistico ed elitario. Certo, ci sono
anche loro, la cui funzione principale è quella di fornire ai nemici della
Messa antica un bersaglio univoco e onnicomprensivo che ne giustifichi l’odio
per l’intero movimento; ma, per grazia di Dio, non siamo di quelli. Stiamo
piuttosto parlando di una fetta della Chiesa, sempre più emergente e numerosa,
che abbraccia trasversalmente cattolici di ogni età, ceto, stato, provenienza e
livello culturale, con una buona prevalenza di giovani e di famiglie con tanti
figli, serene e radiose. Solo chi è accecato dalla propria ideologia sorpassata
e stantia è incapace di vedere questa realtà così bella e promettente per
quello che è, anziché secondo i pregiudizi che le sovrappone.
Ora, ciò che minaccia la pace di quest’oasi non è in primo luogo la
ricorrente minaccia di abolizione del rito tradizionale (cosa del resto
impossibile), ma anzitutto la divisione tra diverse fazioni che si contendono a
vario titolo la palma di vera Chiesa. Se le conseguenze di tale pretesa
non fossero tragiche, non ci sarebbe altro da fare che riderci sopra, come
meritano tutte le forme di smodata superbia: una risata basterebbe a
seppellirla. Il fatto è che tante anime – in buona fede, sì, ma non meno
sprovvedute di scienza e di consiglio – danno ascolto alle varie sirene dei
tradizionalisti puri e duri, lasciandosi così sedurre e fuorviare dalla loro
propaganda tipicamente settaria. Secondo quegli integerrimi paladini della sana
dottrina, dell’unica Chiesa di Gesù Cristo (che, en passant, è un
articolo di fede), si può anche fare a meno… a meno che non la si identifichi
con la propria combriccola.
La Chiesa siamo noi…
Paradossalmente, anche gli ultraprogressisti di lingua tedesca del
movimento Wir sind Kirche si considerano la vera Chiesa in opposizione
al Vaticano. Curioso come gli estremi si tocchino… La superbia ideologica, in
ogni caso, può pure cambiare colore, ma alla radice è sempre la stessa. Altra similitudine
è la frammentazione in tante correnti quante sono le opinioni dei maestri
autocostituitisi: una volta rigettata l’autorità del Magistero, ognuno si fa
maestro a se stesso, definisce dogmi in modo infallibile e scaglia anatemi su
chi non è d’accordo. La comunione gerarchica è ridotta a concetto astratto e a
mera espressione verbale; c’è addirittura chi pensa che, per garantirla, basti
nominare il Papa regnante nel Canone, anche se, in realtà, agisce in totale
esenzione dalla sua giurisdizione e da quella dei Vescovi a lui soggetti.
A scanso di equivoci, il dibattito circa la situazione scismatica o
meno della Fraternità San Pio X è del tutto superfluo: per accertarla, è
sufficiente rilevare che i suoi membri non obbediscono ad alcuna autorità
legittimamente costituita. Questo semplice dato di fatto tronca ogni
controversia e vanifica tutte le sottigliezze pseudoteologiche con cui invano
si tenta di negare lo stato di scisma, dato che l’obbedienza canonica è uno
degli elementi indispensabili per appartenere alla Chiesa. D’altronde i vertici
di detta Fraternità, ventilando nuove ordinazioni episcopali illecite, non
fanno affatto mistero della loro convinzione di dover assicurare la continuità
di un’istituzione che considerano necessaria alla salvezza, proprio come la
Chiesa stessa, che nella loro testa viene evidentemente a coincidere con essa. Extra
fraternitatem nulla salus?
Anche qui – esattamente come nei rahneriani più estremi – il
pensiero prevale hegelianamente sulla realtà, che ognuno si forgia a suo uso e
consumo. Lo stesso dicasi per i sedevacantisti delle diverse correnti e
sfumature, i quali, in virtù di un ragionamento (secondo loro)
incontrovertibile, rigettano ogni autorità ecclesiastica non solo nei fatti, ma
anche per principio, considerandosi di conseguenza l’unica arca di salvezza.
Visto però che diverse aggregazioni pretendono di esserlo, quale sarà mai
quella giusta? Quale sarà quella davvero vera, fra tutte queste “vere chiese”
che si propongono sul mercato della religione? Come orientarsi, onde far la
scelta azzeccata per la vita eterna? Non è certo un gioco da nulla, se la posta
è così alta. L’unico modo di venir fuori da questo dilemma è decidere di lasciarsi
indottrinare da qualcuno, pur di garantirsi l’illusione di toccar la terra
ferma.
Non bastava la confusione esistente?
Addolora e amareggia il fatto che, in tutto questo marasma, ci sia
chi abbia pensato di aggravarlo ulteriormente. La citazione in Vaticano di
monsignor Viganò, a cui è contestato il delitto di scisma, era purtroppo un
atto dovuto, stanti le sue dichiarazioni pubbliche circa l’invalidità
dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio. Un conto è contestare la legittimità di
una procedura sulla base di un dubbio fondato (che deve vertere sui fatti e non
sulle intenzioni), un altro è affermare come cosa certa che il Papa in carica
non è tale; la contestazione sollecita un chiarimento, mentre un’asserzione lo
esclude. Non si vede, allora, come un’esplicita e formale negazione, nei
confronti di Bergoglio, della dignità di Romano Pontefice non comporti il
rifiuto dell’obbedienza a lui; benché si possa obiettare che tale rifiuto si
indirizza all’individuo e non all’ufficio, è innegabile che il personaggio in
questione sia, almeno materialmente, colui che di fatto esercita nella Chiesa
la suprema potestas.
Non compete a un vescovo, per giunta privo di giurisdizione,
giudicare in foro esterno il Capo della Chiesa. In teoria, spetterebbe al Collegio Cardinalizio esaminare sia le circostanze della sua elezione (come
pure le modalità della rinuncia del predecessore), sia i suoi eventuali errori
in materia di fede e di morale; in pratica, però, non sussiste al suo interno l’unanimità
che sarebbe necessaria per trattare tali questioni. Sul piano umano, perciò,
non c’è via d’uscita; chi pretende ad ogni costo di risolvere il problema non
fa altro che complicarlo. L’unica soluzione possibile è l’implorazione
fiduciosa e perseverante che il Signore intervenga in soccorso della componente
terrena della Sua sposa, che a Lui solo appartiene; Egli solo è in grado di
trarla fuori dal caos, non certo chi si investe da sé della missione di
“salvatore” e, in tal modo, lo accresce.
Un’altra occasione mancata
È indubbiamente utile, se non necessario, denunciare errori e
deviazioni degli attuali vertici vaticani, non però per spingere il gregge
fuori strada, bensì per preservarnelo. L’impressione è invece che tanti
sedicenti cattolici non aspettino altro che pretesti per sfogare la loro rabbia
e urlare il proprio rifiuto con motivazioni apparentemente sante. Le passioni
cattive, tuttavia, rimangono tali anche quando si ammantano di nobili ragioni;
chi non le controlla non solo perde la carità e si separa in tal modo da
Cristo, ma rischia pure di porsi fuori della Chiesa visibile, che rimane e
rimarrà sempre l’unica vera arca di salvezza, per quanto sia malvagio il
timoniere e inadeguati i suoi collaboratori. Il diavolo, in questo modo, riesce
a trascinare con sé pure coloro che non è riuscito a fuorviare con mezzi
ordinari e che gli sono in un primo tempo sfuggiti; non cambia granché stare
all’Inferno come modernisti o tradizionalisti… Gli uni e gli altri tradiscono infatti
una mentalità protestante.
In conclusione, rincresce che monsignor Viganò, avendo deciso di non presentarsi alla convocazione della Dottrina della Fede, abbia implicitamente avvalorato l’accusa di scisma col rifiuto di obbedire a un ordine che, in ultima istanza, risale al Papa. Un processo avrebbe avuto almeno tre vantaggi. Il primo per lui, dandogli la possibilità di evitare una condanna in contumacia. Il secondo per la Santa Sede, che avrebbe dovuto precisare le accuse contestategli: anzitutto, se effettivamente sussista il delitto di scisma; poi, se la rottura della comunione sia una fattispecie giuridica; infine, se il rigetto del Concilio sia pertinente o no, dovendosi preliminarmente stabilire se i suoi testi appartengono al Magistero ordinario o a quello straordinario: solo nel secondo caso, infatti, si può parlare di eresia e di scisma. Il terzo vantaggio riguarderebbe tutta la Chiesa: il dibattito sulla legittimità del presente pontificato sarebbe finalmente emerso dalla giungla delle dispute tra incompetenti per esser portato ai più alti livelli; ma si vede che l’ora della Provvidenza non è ancora squillata.
Carissimo, è proprio così: qui se ductorem sequitur, seductorem sequitur.
RispondiEliminaSono del parere che, in una resistenza legittima e doverosa, prendere a modello gente come Viganò e compagnia significhi aver perso di vista ogni valore pur di combattere.
Ma per combattere servono i valori, altrimenti si delinque, come ha bene e spesso sottolineato in questo blog.
Solo una nota nostalgica: qualche sera fa, su Rai2, con mia grande sorpresa trasmettevano uno speciale su Benedetto XVI: vedere quegli occhi chiari e quel sorriso buono mi ha profondamente commosso.
Ai salici di Babilonia, là ci sedevamo piangendo...
Reverendissimo Padre, contesto la sua reiterata affermazione che la FSSPX non sia in comunione con la S. Sede e coi rispettivi ordinarii.
RispondiEliminaProva: a parte qualche confratello che aveva "capito male", nel 2020 chiusero le Messe al pubblico come tutti gli altri, in ossequio al dio covid.
Bella prova di comunione...!
EliminaNon qui in Giappone. Ho scoperto la Messa Tridentina perché era l'unica che veniva celebrata. Deo gratis!
Elimina
RispondiElimina"dato che l’obbedienza canonica è uno degli elementi indispensabili per appartenere alla Chiesa " . Rev.Padre, prendo a pretesto questa Sua frase per esprimere un mio ingenuo pensiero relativamente alla FSSPX : "Se l'Eterno Padre ha permesso cio' che ha permesso forse adesso , in questo preciso momento sarebbe giunta l'ora da parte della FSSPX di fare un bell'esame di coscienza , di cingersi i calzari e per amore di quella Chiesa a cui un tempo si sono affiancati di entrare nell'agone e dal momento che la Fraternita' sembra avere un buon ascendente sul Romano Pontefice forse il tempo e' propizio per fare da ago della bilancia fra i tradizionalisti e prodursi presso l'Augusta persona per pacificare l'Ovile Santo perche' nella Chiesa si torni a parlare il " linguaggio della sacralita' " ed infine rientrare in Esso per lavorare insieme alla proposta di padre de Blignières, di una circoscrizione ecclesiastica per il Rito antico ".
Per l'intercessione del Preziosissimo Sangue di Gesu' e dei Sacri Cuori, ci sia dato di introdurci finalmente nel Regno di Maria!
Amen !
“Cattolicità e unità vanno insieme. E l’unità ha un contenuto: la fede che gli Apostoli ci hanno trasmesso da parte di Cristo.” (Benedetto XVI, Basilica di San Pietro – Mercoledì, 29 giugno 2005)
RispondiEliminaLa Santa Vergine Addolorata immerga il cuore di tutti i consacrati nel Sacratissimo Cuore di Gesu' Fornace Ardente di Amore affinche' il loro cuore trabocchi di amore sì da ripetere con Pietro : “Sì, o Signore, tu sai che io ti amo!” (Gv 21,17).
Il ministerium non è il munus, ma nessuno vuole approfondire la questione. Peccato. In effetti questa sarebbe stata una buona occasione per ampliare mediaticamente il problema.
RispondiEliminaDove va la Messa tradizionale?
RispondiEliminaRitorno a Itaca
Trasmesso in live streaming il giorno 27 giu 2024
In questo incontro col M° Aurelio Porfiri, alla presenza di ospiti davvero speciali come Mons. Athanasius Schneider (vescovo ausiliare di Astana), Luigi Casalini (messainlatino), John C. Rao (Storico), Robert Fastiggi (Teologo), Robert Moynihan (Direttore “Inside the Vatican”)], affronteremo un tema fondamentale per la Chiesa cattolica: il destino della cosiddetta "Messa tradizionale".
https://www.youtube.com/live/3yaoF4Z_5_Q
Rilevante l'intervento di Mons.Schneider.
GRAZIE! Vieni Signore Gesù
RispondiEliminaLa ringrazio con tutto il mio cuore🙏Lei riesce a ridare equilibrio alla confusione(e dico poco) Con le sue parole piene di Spirito Santo mi fanno chiarezza.. L'unica Chiesa è quella di Cristo e lì sono ancorata!Il Signore le conceda sempre tanta luce per guidare il Suo popolo!
RispondiEliminaCaro Don Elia, ogni tanto avverto l'esigenza di intervenire. la leggo volentieri e mi sento in linea col suo sentire, sul rispetto e prudenza verso la Chiesa.
RispondiEliminaDON Elia quante chiese possiamo distinguere nella sanctam cathólicam et apostólicam Ecclésiam? Non è già scisma in essere e pure malcelato, è cosa buona dichiararlo e denunciarlo nella verità. Al resto ci pensa il Buon Dio. Monsignor Viganò certamente non assume a cuor leggero queste posizioni lo avverto come dovere e servizio. Allora preghiamo per il Papa e anche per il Monsignore coraggioso. Con stima
Non può esserci uno scisma occulto, dato che lo scisma è per definizione la rottura dell'unità visibile; possono esserci solo membri della Chiesa che si separano da essa in modo occulto (cioè non notorio in quanto manca una sentenza).
EliminaDenunciare errori e deviazioni di esponenti della gerarchia è doveroso, ma nessun vescovo ha il diritto di stabilire che il Papa non è papa. Com'era prevedibile, la scomunica di monsignor Viganò è arrivata. A questo punto si può soltanto pregare per il suo ravvedimento; ascoltarlo e sostenerlo è proibito sotto pena di peccato mortale, per non parlare del rischio di incorrere nella scomunica "latae sententiae" per chi aderisce formalmente a un movimento scismatico.
https://lanuovabq.it/it/rifiutando-la-chiesa-visibile-vigano-si-scomunica-da-solo
RispondiEliminaGrazie, don Elia, per questo articolo chiarificatore.
RispondiEliminaHo una domanda e spero mi risponda perchè ho bisogno di capire se il mio pensiero sia sbagliato.
Nel paesino dove vivo, organizzano spesso concerti di musica classica in Chiesa. Le domando se questo sia giusto dato che la Chiesa è la Casa del Signore Gesù Cristo, dove Egli abita nel Tabernacolo in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
La ringrazio per la risposta.
Dio la benedica.
Sia lodato il Signore Gesù Cristo. Ave Maria!
Organizzare concerti nelle chiese non è lecito, dato che le chiese sono edifici riservati al culto divino.
EliminaCORONCINA AL
RispondiEliminaPREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’
Santa Maria Maddalena De’ Pazzi era solita offrire il Divin Sangue cinquanta volte al giorno. Apparendole Gesù le disse: “Da che tu fai questa offerta, non puoi immaginare quanti peccatori si siano convertiti e quante anime siano state liberate dal Purgatorio” !
Sui grani grossi della Corona del Rosario
Eterno Padre, io vi offro per il Cuore Immacolato di Maria il Sangue di
Gesù Cristo, per la santificazione dei Sacerdoti e la conversione dei
peccatori, per i moribondi e le anime del Purgatorio!
Sui grani piccoli della Corona del Rosario
Scenda, o Gesù, il Vostro Sangue sopra di me per fortificarmi e sopra il
demonio per abbatterlo.
Alla fine
Pater, Ave, Gloria, Eterno riposo.
Preghiera per un peccatore ostinato
(Santa Caterina)
Mio Signore, io so che se mirate alle nostre iniquità non vi sarà alcuno che possa scampare l’eterna dannazione. Ma ricordatevi che avete sofferto i più crudeli strazi, sparso il vostro Sangue preziosissimo e siete morto al solo fine di perdonarci. Io altra consolazione non ho sulla terra, se non di vedere i peccatori che tornano ai vostri piedi.Concedetemi la conversione di questo peccatore ostinato: l’anima sua è nelle vostre mani.
https://mcusercontent.com/823fc110b4b1064dbf823b4dc/files/6f49169e-b070-5d62-092e-c728a00d703e/settimana_dal_30_giugno_al_7_luglio_2024.pdf
https://lanuovabq.it/it/solo-la-fedelta-alla-gerarchia-della-chiesa-e-cattolica-anche-nella-prova commento eccezionale
RispondiEliminaNTERVISTA/ABATE VERNIER
RispondiEliminaD.ssa Luisella Scrosati
«Solo la fedeltà alla gerarchia della Chiesa è cattolica, anche nella prova»
https://lanuovabq.it/it/solo-la-fedelta-alla-gerarchia-della-chiesa-e-cattolica-anche-nella-prova
Sedevacantisti, sedeprivazionisti, Lefebvriani e tradizionalisti che negano l’autorità del Papa. La crisi nella Chiesa è conclamata, ma l’unica soluzione cattolica è una triplice fedeltà: fedeltà alla gerarchia, fedeltà ai suoi insegnamenti infallibili nel suo costante magistero e fedeltà alla liturgia coerente con la natura sacrificale della Messa. La Bussola intervista l'Abbé Hilaire Vernier, sacerdote della Fraternità Sacerdotale San Pietro.
Omelia di don Alberto Secci: Nostra Signora, affretta il miracolo!
Domenica 30 Giugno 2024
https://www.youtube.com/watch?v=f1UWB3ty6XM&t=1s
Sul deserto della vita cristiana : "Se non avessimo fatto, per Grazia di Dio, in questi trent'anni un lavoro serio, non ci sarebbe piu' questa Festa (a Nostra Signora del Sacro Cuore) e non ci sarebbe piu' questa Chiesa. Come e' capitato a tante Feste e a tante Chiese. Per questo dobbiamo chiedere a Nostra Signora che gridi questa volta a Nostro Signore "Non hanno piu' vino"!
Alcune vicende di vita vissuta :
RispondiEliminaNella Messa domenicale che ho la grazia di frequentare mi trovo a contatto con fedeli specialmente donne molto forti nella fede e molto documentate che difendono a spada tratta la Fraternita', senza se e senza ma. Una Domenica pomeriggio e' capitato che il Sacerdote all'ultimo momento non fosse disponibile e allora si e' presentato il problema di dove andare; noi in famiglia abbiamo deciso di tornare a casa e partecipare alla Messa serale NO della Parrocchia ma una gran parte di fedeli preferì optare per la Messa della Fraternita' ad Albano.
Un'altra cosa che non mi spiego e' il diniego da parte di molti di essi di pregare, quando possibile, anche i facoltativi Misteri Luminosi .
Non compete a "donne forti nella fede e ben documentate" trattare tal genere di questioni, bensì ai membri della gerarchia legittima.
EliminaQuanto alla partecipazione alle Messe celebrate da sacerdoti della Fraternità San Pio X, essa è lecita perché autorizzata dalla Santa Sede, non perché ogni cattolico possa regolarsi da sé. Di norma, assistere a funzioni di sacerdoti in situazione irregolare è peccato grave.
Che poi si rifiutino per principio i Misteri Luminosi (che rimangono appunto facoltativi) puzza di atteggiamento scismatico.
"L’unica soluzione possibile è l’implorazione fiduciosa e perseverante che il Signore intervenga in soccorso della componente terrena della Sua sposa, che a Lui solo appartiene; Egli solo è in grado di trarla fuori dal caos, non certo chi si investe da sé della missione di “salvatore” e, in tal modo, lo accresce."
RispondiEliminaGrazie don Elia. Per quanto mi riguarda e'veramente come dice lei.
"Un processo avrebbe..." Come pensare che un solo uomo possa sostenere il peso di una tale testimonianza davanti al Sinedrio?
RispondiEliminaCon l'aiuto della grazia, tutto è possibile.
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RispondiEliminaTrasmesso in streaming 1 giorno fa
Una conversazione fra Aurelio Porfiri e mons. Athanasius Schneider su temi di attualità ecclesiale.
https://www.youtube.com/watch?v=7v51imCIus4&t=0s
Bellissima riflessione di Mons. Schneider in linea con gli insegnamenti offerti da Don Elìa.
Nell'accusa di scisma, pubblicata dallo stesso, si cita "solo" il rifiuto pubblico della sottomissione al Sommo Pontefice o la comunione con coloro i quali sono in comunione con il Sommo Pontefice. Invece, il rifiuto in toto del CVII sarebbe per il DDF ulteriore prova di tendenze scismatiche. Quindi hanno applicato in modo corretto il diritto canonico a riguardo.
RispondiEliminaNo, veramente con tutto questo tifo ora per questo ora per quello, si sta dando il destro al loro gioco! e si da' spettacolo! Rev.Padre , grazie per il Vostro equilibrio e come in una affermazione di Mons.Schneider " In tutto quel che accade deve esserci una visione soprannaturale". Aggiungo: criticare va bene, rilevare gli errori va bene, ma tutto con il rispetto che si deve al prossimo!
RispondiEliminaAlcuni cosiddetti filosofi e teologhe "duri e puri" con i loro sì sì-no no si richiamano ai canoni della CC che loro convengono, salvo poi derogarne stando dietro e fomentando qualcuno che porta avanti il discorso dei "bachi" denunciati ma non purgati individuati e presenti nel Vat.II; a questo punto i canoni della CC non contano piu'. L'importante e' ravvivare la guerriglia.
RispondiEliminahttps://campariedemaistre.blogspot.com/2024/07/caso-vigano-una-messa-punto.html
RispondiEliminaOttimo, grazie!
EliminaNon so spiegarmelo. Lei, in un altro post, affermò che Papa Francesco, senza peraltro nominarlo, è un adepto del demonio, ed a ciò è attribuibile la guarigione magica da una malattia in fase terminale. Tutto è possibile. Ma Le pare possibile fare appello all' obbedienza verso la gerarchia nella speranza di un intervento divino e nel contempo dare del demonio al Papa , rendendo molto più difficile il restsre fedele al buon cattolico??
RispondiEliminaAnzitutto non era un'affermazione, bensì un'ipotesi. Poi dire che uno può aver avuto ricorso alle arti magiche non significa dire che sia un demonio. In terzo luogo, il fatto che il capo della gerarchia sia malvagio non implica che l'intera gerarchia sia marcia in ogni singolo membro.
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