Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 13 maggio 2023

 

Il Dio del tuo cuore

 

 

Non timebo mala, quoniam tu mecum es et ego semper tecum, Deus cordis mei (Sal 22, 4; 72, 23.26).

«Non temerò alcun male, poiché tu sei con me e io sono sempre con te, o Dio del mio cuore». A volte capita che un’ispirazione interiore suggerisca di unire due o più frasi bibliche provenienti da contesti diversi. A più attenta riflessione appare chiaro che l’accostamento e la fusione non solo riescono felici e naturali, ma sottendono anche un’importante dottrina spirituale. Il Maestro dell’anima la guida nel cammino dell’unione con Dio, il quale, pur mostrandosi all’inizio piuttosto arduo, si rivela in seguito singolarmente delizioso: «Mi hai fatto conoscere le vie della vita. Mi colmerai di letizia in compagnia del tuo volto; alla tua destra, godimento per l’eternità» (Sal 15, 11). Non potrebbe essere diversamente per chi va liberato dalla morte del peccato: lo strappo dalle vecchie abitudini è doloroso, ma il sentiero della salvezza riserva indicibili e impagabili sorprese.

La fatica dei primi passi

Oltre a distaccarci da quanto appartiene a un’esistenza segnata dalla disobbedienza, che ci ha esiliati nella regione della dissomiglianza, come la chiama sant’Agostino (cf. Confessiones, VII, 10), l’azione divina deve abituarci gradualmente alla vita nuova, nella quale l’influsso della grazia diventa sempre più preponderante. Anche se non tutti, di fatto, sono chiamati all’unione perfetta, la vita spirituale non è altro che l’esercizio della condizione filiale conferitaci dal Battesimo; le varie fasi della relazione con Dio sono lo sviluppo naturale della grazia battesimale, che ci abilita ad instaurare un’intimità vieppiù profonda con Lui. Il peccatore, tuttavia, ne ha in un primo tempo timore, sia perché il diavolo, al fine di scoraggiarlo, ne esaspera il pur giusto sentimento di indegnità, sia perché egli sente confusamente di doversi adeguare a un altro modo di essere e di agire, che non gli viene spontaneo.

Nella patristica greca, la santità rappresenta il normale stato di salute dell’anima umana, che in vista di essa è stata creata e, di conseguenza, è ad essa intrinsecamente ordinata; il peccato è invece una malattia dello spirito che impedisce all’anima di vivere secondo la propria natura e, soprattutto, di raggiungere il suo fine. Nei primi passi della conversione, a volte, l’Amante divino deve quasi lottare con l’anima per disporla ad accettare i Suoi doni (cf. Teresa di Gesù, Vita scritta da lei stessa, cap. IX, 9); dato che l’operare della grazia, dovendo inserirsi nell’agire dell’uomo, ne richiede l’assenso e la collaborazione, tale accoglienza è indispensabile. Così il percorso, di solito, risulta inizialmente accidentato, con una penosa alternanza di progressi, ricadute e riprese; ciò non avviene però per difetto della grazia, bensì per l’esitazione e l’incostanza della parte umana, ancora incapace di corrispondere alle profferte celesti senza riserve né condizioni di sorta.

È molto consolante apprendere che anche una mistica del calibro di santa Teresa d’Avila conobbe tali lotte interiori e impiegò molti anni a superarle, come ella stessa racconta nei primi capitoli della Vita. La grande riformatrice del Carmelo ci rassicura garantendoci che «la fatica maggiore è solo all’inizio, perché qui, sebbene il Signore conferisca energia, pure è l’anima che deve lavorare, mentre negli altri gradi di orazione abbondano i periodi di dolcezza. Tutti però – siano essi al principio o a metà o già alla fine – han da portare le proprie croci, benché differenti di peso. Questa è la via battuta da Gesù Cristo, e questa devono battere anche coloro che intendono seguirlo, se non vogliono perdersi. Ma benedette croci che vengono sovrabbondantemente ripagate fin da questa vita!» (ibid., cap. XI, 5). Una volta che abbiamo imboccato con decisione questa strada, Dio fa concorrere tutto – ma proprio tutto – al nostro progresso spirituale: «Per coloro che amano Dio tutto coopera al bene» (Rm 8, 28).

Una corsa sempre più veloce

Ora, una volta superati gli ostacoli iniziali con le grazie che il Signore, per pura misericordia, accorda generosamente a chi sinceramente desidera seguirlo, l’anima comincia a gustare la manna nascosta (cf. Ap 2, 17), ossia le delizie che Dio riserva a coloro che accettano di entrare in intima relazione con Lui. Essa deve però badare di non attaccarsi alle consolazioni e alle luci interiori, le quali non sono Dio stesso, ma solo doni con cui la attira, stimola e sostiene; altrimenti le sarà impossibile correre sulla via dei Suoi comandi, ossia giungere a praticare le virtù con piacere e facilità in virtù di una corrispondenza sempre più piena alla grazia, che progressivamente dilata il cuore (cf. Sal 118, 32). Poiché l’amor proprio, così radicato nel peccatore, è capace di insospettate mutazioni, grazie alle quali si insinua fin nelle esperienze più elevate, si rende necessaria la purificazione dello spirito, così come, in precedenza, la purificazione dei sensi è servita a distaccarli dai godimenti terreni e orientarli verso quelli celesti; tali prove sono segni d’amore e, per quanto dure, non devono perciò scoraggiarci.

La realtà della crescita spirituale, naturalmente, è ben più complessa di quanto non appaia in queste brevi annotazioni; lo scopo è mostrare che se una persona, nella preghiera, si sente chiamata ad una più profonda intimità con Dio, non deve negarsi né cercare scuse: consapevole di essere oggetto di una grazia di predilezione, al contrario, dichiari con gioia e prontezza la propria disponibilità, senza presumere di sé né, all’opposto, considerarsene incapace. Certo, nessuno di noi merita di suo tali squisiti favori, così come non possiamo meritare né la grazia iniziale che muove alla conversione né quella della perseveranza finale, ma solo chiederle umilmente, per quanto indegni in noi stessi; l’amore di Dio, tuttavia, ha di proprio appunto la capacità di rendere amabili coloro che lo accolgono, trasformandoli in profondità e rendendoglieli graditi, così che possano unirsi a Lui e godere della Sua amicizia, ricca di ogni diletto e capace di saziare l’anima oltre ogni aspettativa.

La gioia dell’intimo possesso

In questa progressiva unione spirituale, è necessario che l’anima cooperi costantemente con la grazia, attenta a non lasciar mai passare troppo tempo senza pensare a Dio, per rivolgergli spesso una parola d’affetto, di lode, di gratitudine, oppure una richiesta ardente e fiduciosa nelle difficoltà, o ancora un semplice sguardo d’intima intesa. Ciò esige evidentemente l’eliminazione del peccato mortale e una lotta incessante contro quelli veniali, nell’esercizio diuturno delle virtù e con un fermo respingimento di ogni tentazione; viceversa, la pratica della presenza di Dio (o, come la chiamano i Padri, il perenne ricordo di Lui) è di grande aiuto nel ripulire il cuore da tutto quanto disgusti l’Amato, risultando così un mezzo di santificazione estremamente efficace. In queste condizioni, la grazia santificante può dispiegarsi liberamente; essendo sostanzialmente, sebbene in grado diverso, la stessa realtà che ci farà godere pienamente di Dio nella gloria, essa è capace di donarci istanti di Paradiso anticipato.

«Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5, 8). «Io vedevo sempre il Signore davanti al mio cospetto, poiché sta alla mia destra, affinché io non sia scosso. Perciò si è rallegrato il mio cuore e la mia lingua ha esultato» (Sal 15, 8-9 Vulg.). Qui si coglie la necessità di purificarsi internamente, così da poter accogliere la grazia di “vedere” Dio nella forma consentita allo stato mortale, sentendolo in sé presente e udendone, in certo qual modo, la voce soave risuonare nella coscienza. Al tempo stesso occorre tenerlo perennemente davanti agli occhi dell’anima, in modo che tale grazia di intimità trovi quella corrispondenza che per sua stessa natura richiede. L’Onnipotente, degnandosi di porsi accanto a te, desidera la tua adesione libera e personale: «L’anima mia si è attaccata a te; la tua destra mi ha raccolto» (Sal 62, 9 Vulg.); così ti eleva ad un sublime scambio di amicizia.

Non bisogna assolutamente pensare che ciò si debba riconoscere da fenomeni straordinari né che sia frutto di sforzi umani di autoelevazione; sia la ricerca di quelli che il perseguimento di questi espongono l’anima al pericolo degli inganni diabolici e delle illusioni psicologiche. Questo commercio amoroso è puro dono di Dio, che richiede sicuramente un ingente lavoro per disporsi ad esso, ma non può esser prodotto dall’uomo per effetto della sua applicazione; esso esige perciò un notevole coraggio e, al contempo, un’almeno pari umiltà. Alla fine scoprirai che il Dio del tuo cuore ha stabilito la propria dimora nella tua anima in stato di grazia e che, in tal modo, è sempre stato con te, ma ti aveva dato appuntamento là, nel centro del tuo essere, aspettando che tu vi rientrassi e stessi a tua volta con Lui. Potrai ormai temere più nulla, in questo pacifico e sereno possesso dell’anima da parte di Dio e di Dio da parte dell’anima? «Io appartengo al mio Diletto e il mio Diletto appartiene a me» (Ct 6, 2).

Non timebo mala, quoniam tu mecum es et ego semper tecum, Deus cordis mei.


16 commenti:

  1. Bellissima questa riflessione
    Grazie Padre Elia per avercene resi partecipi

    RispondiElimina
  2. Grazie di ❤️ per questa illuminata riflessione che spiega, illumina e incoraggia chi cerca di vivere gli insegnamenti di Gesù e sente sempre più impellente il bisogno di avvicinarsi a Lui in ogni momento della giornata.
    GRANDE PADRE ELIA

    RispondiElimina
  3. La Profezia di Suor Lucia di Fatima. Meditazione di Padre Massimo Malfer ESORCISTA. Teleradiokolbe
    https://www.youtube.com/watch?v=AyjYsshV72U
    TeleRadioKolbe la Voce di Maria Regina dell'Amore

    Madre Immacolata, intercedete per noi perche' diventiamo santi, a lode e gloria di Dio. Amen!

    RispondiElimina
  4. Caro don Elia grazie di cuore, in particolare per questo prezioso articolo che è fonte di grande consolazione e rafforzamento spirituale. In questo momento un po' delicato della mia vita le sue parole mi infondono tanta serenità e fiducia nell'azione di nostro Signore nella mia vita e come cooperare con la grazia.

    RispondiElimina
  5. Don Bosco ci presenta san Giuseppe / 1
    di don Marco Begato (S.D.B.)
    https://www.aldomariavalli.it/2023/05/01/don-bosco-ci-presenta-san-giuseppe-1/

    Don Bosco ci presenta san Giuseppe / 2
    di don Marco Begato (S.D.B.)
    https://www.aldomariavalli.it/2023/05/08/don-bosco-ci-presenta-san-giuseppe-2/

    Don Bosco ci presenta san Giuseppe / 3
    di don Marco Begato (S.D.B.)
    https://www.aldomariavalli.it/2023/05/15/don-bosco-ci-presenta-san-giuseppe-3/

    3.continua...

    RispondiElimina
  6. Omelia di don Alberto Secci: nel mio Nome.
    Domenica 14 Maggio 2023
    https://www.youtube.com/watch?v=PEuqkjVIhiM&t=76s

    RispondiElimina
  7. Carissimo Don Elia
    Grazie per le Sue preziosissime riflessioni. Avrei piacere di avere un Suo illuminato parere su due mie considerazioni riguardo a delle particolari coincidenze tra il terzo segreto di Fatima e alcune visioni della Beata Emmerick (protagonista il vero papa), e la nuova versione del Padre Nostro. Se è possibile come posso inviarglieLe ?
    Un caro saluto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Inviale a questo indirizzo:

      parrocchiavirtuale.slmgm@gmail.com

      Non prometto di rispondere in tempi brevi, ma una risposta arriverà!

      Elimina
  8. Caro padre, quanti pochi Sacerdoti innamorati di nostro Signore Gesù Cristo e della sua Santa Madre! Nella mia esistenza, passando in rassegna tutti i Sacerdoti conosciuti, quanti realmente infiammati da Dio? Il metro usato è la devozione a Maria Santissima e alla Santa Eucarestia oltre ad una grande umiltà e all'insegnamento delle verità di Fede, compresa l'esistenza dell'inferno: meno delle dita di una mano. Eppure la Madonna a Fatima, ci ha richiamati a tornare a Dio:
    “Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Badate che molte anime vanno all’inferno perché non vi è nessuno che preghi per loro”.
    “Continuate a recitare il rosario per ottenere la fine della guerra”.
    “Voglio che veniate qui il giorno 13 del prossimo mese; che continuiate a recitare il Rosario tutti i giorni in onore di Nostra Signora del Rosario, per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto così Ella potrà aiutare”.
    Quanto è paziente e benigno, Dio, ma quanto ancora potrà attendere, per purificare ogni cosa, prima che l'uomo distrugga ciò che di buono resta? Ci ricordi sempre nelle sue preghiere perché restiamo saldi nella fede e perché possiamo ancora incontrare Santi Sacerdoti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bisogna pregare e fare penitenza perché i sacerdoti si convertano e le buone vocazioni possano trovare luoghi di valida formazione.
      Vi ricordo ogni giorno nel Canone e vi benedico tutti di cuore.

      Elimina
  9. Una prassi che ho ereditato da mia madre e' quella di accendere un lume e di porlo sul davanzale della finestra nella notte tra mercoledì e giovedì, per accompagnare il Signore che ascende al Padre.
    "Il calore di questo lume Signore, continui la mia preghiera per Te. Amen"!
    Ave Maria!

    RispondiElimina
  10. Com'e' possibile Signore che io Vi ami con tutto il cuore eppure non so amarVi ?! Santa Vergine, S.Giuseppe maestro di preghiera, aiutatemi!

    RispondiElimina
  11. Sono cattolico. In caso di emergenza chiamate un sacerdote. Desidero ricevere i sacramenti.
    In caso di emergenza pregate per me. Ave Maria.
    Biglietto tascabile.
    https://www.amicitialiturgica.it/product-page/sono-cattolico-in-caso-di-emergenza
    Un tempo, non troppo lontano,al momento dell'entrata in Ospedale, nell'approntare la cartella clinica, si richiedeva al malato a quale religione appartenesse in modo tale che in caso di esito infausto il personale infermieristico di turno potesse chiamare il Ministro di quell'anima. Ma in quel tempo, c'erano ancora i Crocifissi appesi nelle corsìe di un Ospedale e in qualche reparto c'era la statua della Santa Vergine Immacolata a dare conforto. Se poi andiamo piu' indietro nel tempo, mi sovviene il ricordo delle suore ospedaliere (quando ancora erano in Ospedale) dette "cappellone" , le Figlie della Carità della Compagnia fondata da San Vincenzo De' Paoli, che inframezzavano la assistenza sanitaria con la recita pubblica a turno della recita del Santo Rosario, in Ospedale, nelle ore cosiddette canoniche.
    Poi' e' venuta la "privatezza" e tutto il resto...
    Torna Gesu'!

    RispondiElimina
  12. Ecco il Cristo Crocifisso dipinto da San Giovanni della Croce dopo la sua visione mistica.
    Migliaia di persone hanno trovato negli scritti di uno dei più grandi mistici della storia, San Giovanni della Croce, una via di incontro con Dio. Pochi, però, conoscono l’immagine del Cristo Crocifisso che egli stesso dipinse dopo aver ricevuto una rivelazione mistica.
    Si tratta di un piccolo disegno (le sue dimensioni originali sono di 57×47 millimetri), che fra’ Giovanni della Croce dipinse durante il suo soggiorno ad Avila, dove venne nominato, su richiesta di Santa Teresa di Gesù, confessore delle religiose carmelitane del monastero dell’Incarnazione, tra il 1572 e il 1577...
    Il Padre spiega “Ho già detto tutto nella mia Parola”, Gesù. “Cosa ti posso rispondere o rivelare ora che sia più di questo?”
    “Poni gli occhi solo in Lui, perché in Lui ti ho detto e rivelato tutto, e troverai in Lui ancor più di quello che chiedi e desideri… Se volessi che ti dicessi qualche parola di consolazione, guarda mio Figlio, soggetto a me, assoggettato al mio amore e afflitto, e vedrai quante te ne dirà” (Salita II, 22, 5-6).
    https://gloria.tv/share/H7TRDMAVyyQx2ZTkwPHb2ypPX

    "Assoggettato al Mio Amore.."
    Dal Vangelo secondo Matteo Mt 28,16-20
    In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra..."

    Gesu', essendo Dio, non ha detto : " Ho potere in cielo e in terra..", ma umilmente obbediente alla volonta' del Padre: " A Me e' stato dato.."

    RispondiElimina