Dialogare…
con chi?
L’attuale deriva ecclesiale ha radici
profonde. Sono almeno cinquant’anni che i vertici della Chiesa Cattolica
perseguono un obiettivo impossibile: riconciliare il pensiero contemporaneo con
la fede cristiana. Un’impresa del genere equivale a voler mettere insieme il
diavolo e l’acqua santa: una cultura che si è sviluppata al di fuori della
verità rivelata e in opposizione ad essa con il preciso scopo di bandirla dalla
vita dei popoli, evidentemente, non potrà mai accordarsi con ciò che si è
prefissa di distruggere. Invece molti teologi e Pastori, nell’intento di render
comprensibile il loro insegnamento all’uomo del nostro tempo, si sono posti
sullo stesso terreno del nemico illudendosi di poterlo portare dalla loro
parte. Ciò che è accaduto è esattamente il contrario: è il secondo che ha
attirato i primi dalla sua, conducendoli così non soltanto a rinunciare alla
propria visione filosofica, ma anche, a lungo andare, a ripudiare la fede.
La dottrina cattolica, in realtà, non è
compatibile con qualunque sistema di pensiero, come se fosse riformulabile a
partire da qualsiasi impostazione intellettuale. Tolti i massoni infiltratisi
nelle curie diocesane e nelle facoltà teologiche, i quali hanno consapevolmente
sfruttato quest’illusione, gli altri – con il senno di poi – si sono rivelati
troppo ingenui. Non è certo un caso che la Provvidenza abbia preparato il
terreno all’elaborazione del dogma cattolico mediante le conquiste della
filosofia greca, poi assunta e perfezionata dai Padri della Chiesa e dai
maestri della Scolastica. Il pensiero classico, concordante con il buon senso
comune, è l’unico che rispetti le capacità della ragione e le esigenze della
fede. Invece idealismo, storicismo, positivismo, fenomenologia, esistenzialismo,
personalismo, strutturalismo, pur con diversi presupposti e nelle loro varie
declinazioni, hanno per esito comune il nichilismo, dato che non partono
dall’evidenza del reale, ma tentano o di negarla o di limitarla o di rifondarla
per altre vie, quando invece non ce n’è alcun bisogno.
Collocarsi sulle sabbie mobili per costruire
un edificio teologico è per lo meno insensato, per quanto si possa essere in
buona fede. Il fatto che molta gente non capisca più il linguaggio del pensiero
realistico né riesca più a seguire un’argomentazione razionale è un motivo per
insegnarle di nuovo a farlo, anziché sforzarsi di catturarla sul piano emotivo
confondendola ulteriormente con discorsi articolati su categorie
soggettivistiche, i quali non reggono alla prova della propaganda anticattolica
né all’indottrinamento di una “cultura”, volutamente chiusa alla verità, che
nega per principio ogni realtà immutabile. Chi cerca di “dialogare” con essa
per comunicare il messaggio evangelico ha già perso in partenza, in quanto ne
ha implicitamente riconosciuto la legittimità e si è rassegnato a non poter
ragionare correttamente con l’interlocutore, il quale si sente vincente già
solo per questo; ma certi “illuminati” teologi e vescovi, a quanto pare,
ambiscono proprio alla sottomissione, come si vede indubitabilmente nei loro
rapporti con i musulmani.
Temo che certe bocche smetteranno di dar
fiato in chiacchiere solo quando le gole saranno state tagliate da qualche clandestino accolto a braccia aperte… Nei Suoi imperscrutabili disegni, a volte,
la Provvidenza lascia che gli empi corrano a rotta di collo verso il baratro
perché si puniscano da sé: la loro stessa stoltezza è causa del castigo. Il
Signore preserverà dalla morte quanti hanno una mente lucida e una fede
genuina, in modo che, grazie a loro, si possa ripartire da capo ricostruendo la
vita cristiana sulle basi di un pensiero sano. Gli apostati sopravvissuti al
repulisti andranno confinati in regioni isolate e inospitali dove procurarsi da
vivere da sé; così riscopriranno che una mela è una mela, che un cane è un
cane, che un uomo è un uomo… che Dio è Dio. Nelle dure necessità della
sussistenza, dovranno adottare di nuovo il realismo filosofico e teologico per
necessità di cose, senza alcun bisogno di dispendiosi programmi di
“rieducazione” alla cinese. La tradizione cattolica non conosce lager, gulag o laogai, ma solo
pene medicinali; persino i roghi di un tempo miravano alla salvezza dell’anima,
checché se ne dica.
Anche nel cosiddetto dialogo interreligioso una buona dose di
realismo non guasterebbe. Basterebbe dare ascolto ai cristiani mediorientali e
a quelli perseguitati dai miliziani islamici (i quali non sono affatto
estremisti, ma mettono semplicemente in pratica il Corano, che prescrive la
sottomissione del mondo e la cancellazione del cristianesimo, con le buone o
con le cattive). L’Islam moderato è
un mito escogitato dai maîtres-à-penser
occidentali come vacua premessa al delirante progetto della società
multiculturale. Ciò che di reale c’è in quell’idea è unicamente il fatto che molti
musulmani praticano la propria religione in modo tiepido. Se da loro possiamo
reimparare qualcosa, in realtà, non è certo ciò che intendono i guru del pensiero liquido, i quali
rischiano la schizofrenia quando gli insulti o le aggressioni ai sodomiti sono
di matrice islamica. Il ruolo dell’uomo nella famiglia, la decenza nell’abbigliamento
femminile, l’obbedienza ai genitori, il rispetto della procreazione, il primato
di Dio nella vita civile… sono alcuni di quei valori della morale e della
religione naturali che da noi sono stati deliberatamente cancellati e che l’Islam
ci rammenta, sebbene in esso vadano purificati da gravi deformazioni
(fatalismo, dispotismo, poligamia, ecc.), dato che gli manca la luce della
rivelazione divina e la forza della grazia soprannaturale.
Con singoli musulmani di retta coscienza
e miti sentimenti è possibile la convivenza, ma non certo il dialogo: non
appena si tocchino questioni di fede, tutti si trasformano repentinamente in
belve, a prescindere dalle disposizioni personali. Questo è segno che la setta
maomettana si è potuta reggere ed espandere solo grazie ad una forma di
indottrinamento forzato capace di imprimere agli animi meccanismi di difesa
inattaccabili: è una schiavitù mentale da cui non si può uscire se non per un
miracolo della misericordia divina. In realtà sono moltissimi i musulmani che,
toccati dallo Spirito Santo per vie inusitate (mediante la Rete o direttamente
nel cuore), vorrebbero entrare nella Chiesa, ma non possono perché intrappolati
in una società in cui vige un controllo totale; chi riesce a farlo paga un
prezzo altissimo, a volte persino quello della vita. I nostri valenti
“teologi”, però, non ne tengono conto, nonostante l’immediato accesso alle
notizie: per loro la realtà non è quella che è, ma quella che vorrebbero che
fosse – esattamente come nella psicologia infantile.
Vedete l’importanza del pensiero
classico e scolastico? Basta poco per vedere le cose così come sono, purché lo
si voglia. Se invece la volontà è ostinatamente contraria all’evidenza della
verità, non rimane altro che il castigo: se non arriva quello divino, noi siamo
pronti a caricare un po’ di curiali e di professori progressisti sui barconi e a
spedirli in senso inverso nel deserto libico. Tutto torna utile, in un modo o
in un altro, magari pure i trafficanti e i loro complici delle organizzazioni
“umanitarie”… Ironia a parte, sarebbe un’opera altamente meritoria – se fosse
permesso – cacciare a pedate da curie e facoltà i corruttori delle menti e
delle anime. In attesa che arrivi il giorno, per ora dobbiamo pregare e agire
perché il Signore raduni i Suoi autentici fedeli e li unisca strettamente in
vista del Suo intervento. L’attuazione dell’ultimo concilio, come una bomba
potentissima, ha fatto esplodere la compagine ecclesiale in innumerevoli
correnti, orientamenti e appartenenze. Di fronte al mondo esterno, di
conseguenza, non c’è più un soggetto unitario del dialogo, per non dire che la
“mistica” dell’apertura al mondo ha
cancellato i confini che ne separano la Chiesa, la cui stessa esistenza, in tal
modo, non ha più scopo né significato.
Haec dona, haec munera, haec sancta sacrificia illibata
in primis […] tibi offerimus pro Ecclesia tua sancta
catholica, quam pacificare, custodire, adunare et regere digneris toto orbe
terrarum, una cum […] omnibus
orthodoxis atque catholicae et apostolicae fidei cultoribus.
(dal Messale Romano)
Grazie Padre. Ogni giorno avanziamo illuminati nonostante attorno a noi le tenebre siano sempre più fitte. La luce di Dio ci illumina. Viviamo immezzo agli apostati ma Lui ci fa camminare anche su questi. Dobbiamo solo perseverare nella fede. Io personalmente continuo a leggere gli scritti e le vite dei santi, in primis Santa Caterina da Siena. La Parola di Dio e ascoltare lei e pochi altri. Questo faccio. Poi e forde prima, prego. Ma sono consapevole di essere solo nella grazia di Dio. Andiamo avanti. Preghiamo gli uni per gli altri e trniamo lo sguardo fisso nell' autore e perfezionatore della nostra fede. Grazie. Luisa Maria
RispondiEliminaMai una volta nei quattro Vangeli compare il verbo dialogare. Nostro Signore Gesù Cristo non ha inviato gli Apostoli in tutto il mondo a dialogare, ma a Evangelizzare e Battezzare.
RispondiEliminaQuesta smania modernista al dialogare è pericolosissima per le sorti della Chiesa e della autentica Fede cristiana Cattolica e i suoi maggiori danni non li provoca nel dialogo con le altre due religioni monoteistiche, islam e ebraismo, ma li provocherà tra qualche anno se il Sinodo dell'Amazzonia porterà i suoi marci e avvelenati frutti. Spiritismo, sciamanesimo, stregoneria, ecologismo, animalismo, veganesimo, e altro, infetteranno il Magistero della Chiesa. Dio non voglia! Qualcosa accada prima di Ottobre! Preghiamo intensamente affinché accada, oppure il falso ecumenismo porterà la Chiesa ad un vero e proprio scisma. Il qual scisma, forse, in questo momento è proprio quel che ci vuole. Sia fatta la Sua volontà.
grandissimo articolo. bisognerebbe scoprire e studiare veramente il messale romano, in esso non vi è errore, dubbio, equivoco. ma soprattutto è chiaro che nella liturgia cattolica, si prega per la chiesa , per i cattolici vivi e morti. come sostiene anche dom Prosper Gueranger, non si prega per le altre religioni. questo lo si fa il giorno del venerdì santo nella preghiera universale, quella vera si intende. questo è uno dei motivi per cui bisognerebbe cestinare il messale di Paolo VI. il tesoro , la preziosa eredità di nostro Signore è la sua Chiesa. la Chiesa è Gesù, pertanto chi vuole svenderla e uniformarla al mondo dovrebbe essere cacciato. fare presente la verità ai nostri superiori è dovere morale e atto di misericordia spirituale. sia lodato Gesù Cristo
RispondiEliminaBravo!
RispondiEliminaUn caro saluto dal Brasile
Buongiorno Padre, vorrei domandarle se possibile, come posso praticare la disciplina o se sa indicami un testo in merito a queato argomento al quale posso riferirmi. Sono una donna sposata di mezza et3, purtroppo non abbiamo avuto figli, lavoro a scuola. Le chiedo inoltre, visto che mi trovo in vacanza in un luogo di Ortodossi, in Grecia, se posso assistere alla loro messa e fare la comunione nel giorno della Trasfigurazione, e se posso far benedire gli oggetti sacri che ho acquistato, dai loro sacerdoti. Nelle domeniche sono stata a messa nella chiesa Cattolica del luogo. Cordiali saluti. Liana
RispondiEliminaSecondo le norme attuali, un cattolico può ricevere i Sacramenti da un ministro non cattolico che li amministri validamente solo nel caso in cui manchino ministri cattolici. Dato che nel luogo in cui Lei si trova c'è una chiesa cattolica, deve andare là per comunicarsi e far benedire gli oggetti religiosi. Assistere a liturgie acattoliche non è normalmente lecito, se non per motivi particolari e in casi eccezionali, purché non ci sia pericolo di indifferentismo. Riguardo alla domanda sulla disciplina, dovrebbe specificare meglio cosa intende.
EliminaGrazie Padre. Per disciplina intendo dire, se si può, oltre pregare, fare delle mortificazioni fisiche disciplinandosi, come si usava una volta. Non so se è riservato solo ai religiosi e se si possa ancora fare. Grazie.
EliminaLe penitenze corporali non sono riservate ai religiosi né sono proibite, anche se sono state abbandonate in nome dell'erronea idea di essere già definitivamente salvi. Nel praticarle bisogna tener conto del proprio stato di salute e mirare alla crescita della carità. Tradizionalmente, oltre al digiuno e alla riduzione del sonno, praticati in giusta misura, si usa la disciplina (una o più cordicelle con nodi) o il cilicio (corda grezza attorno ai fianchi o indumento ruvido a contatto con la pelle). Prima di imporsi l'una o l'altra mortificazione, è bene chiedere il parere del confessore.
EliminaLa ringrazio Padre, mi ha chiarito bene tutto.
EliminaBuona l'idea di far partire un pò di barconi in direzione opposta carichi di immigrazionisti liberi e selvaggi. Potrebbero portare il messaggio evengelico della Chiesa di Dio in modo diretto, anche se, purtroppo, ultimamente ci hanno detto che Dio non è cattolico e che la Missione (annunciate e battezzate nel nome del Padre, Figlio e Spirito Santo) è anacronistica.
RispondiEliminaTroppo bravi i vignettisti ! Ecco una immagine sul Sinodo sull'Amazzonia che vale più di mille parole.
RispondiEliminahttps://gloria.tv/photo/1rDvQgyriTEqCShy2AKQPYW3f