Ma
di quale religione siete?
Nolite loqui adversus Deum iniquitatem (Sal 74, 6).
Oportet et haereses esse, ut et qui probati sunt,
manifesti fiant in vobis
(1 Cor 11, 32).
È quel che verrebbe da domandare a quei
cattolici che, peregrinando per chiese storiche, vi entrano vociando – magari
con la Messa in corso – come se varcassero la soglia di un bistrot dove prender l’aperitivo; oppure a quei preti che, in un
venerdì di Quaresima, terminano la riunione con salame e porchetta… Con questo
pontificato, anche quel minimo rispetto delle forme (seppur ridotte all’osso) che
ancora, bene o male, sopravviveva, si è dissolto come neve al sole. D’altronde
il processo di dissacrazione che prosegue da decenni non ha risparmiato proprio
nulla, a cominciare da ciò che abbiamo di più prezioso, la Messa e
l’Eucaristia; è inevitabile che, alla fine, esso spazzi via anche gli ultimi
rimasugli di religiosità concreta.
In totale assenza di un’apposita
educazione in convento o in seminario, la vita dei consacrati ha smarrito
qualsiasi traccia di disciplina, per adagiarsi in uno stile molle, comodo e
gaudente che si ripercuote poi necessariamente sulla coscienza dei fedeli,
deformata dai cattivi esempi delle loro guide e dall’ideologia elaborata per
giustificarli. Anche il solo concetto di rigore e penitenza è stato abraso come
un obsoleto residuo medievale legato ad un’errata visione di Dio e della fede
cristiana, come insegnano correntemente professori di teologia e formatori di
vocazioni: finalmente – dicono – abbiamo riscoperto il Padre buono del Vangelo,
che non pretende nulla dall’uomo e chiude entrambi gli occhi su qualsiasi
scelleratezza. Come osservare, in un contesto del genere, le esigenze della
castità? Prima ancora della rivoluzione sessuale del ’68, è stato questo crollo
programmato che, all’interno della Chiesa stessa, ha fatto saltare ogni
barriera.
Non è per attardarci in sterili e
compiaciute mormorazioni che ritorniamo sulla crisi in corso, ma soltanto per
dimostrare come, da certi indizi esterni, si riconoscano infallibilmente le
disposizioni interiori. Queste osservazioni non ambiscono a pronunciare giudizi
sulle persone (le quali, con la grazia di Dio e la buona volontà, possono
sempre convertirsi), bensì a segnalare criteri oggettivi con cui regolarsi per
non incappare in Pastori malsicuri e non lasciarsi da loro fuorviare.
Ovviamente la radice dei comportamenti pratici è un’errata impostazione
intellettuale e spirituale, ma quest’ultima non si coglie sempre immediatamente
dai discorsi, mentre salta subito agli occhi dalla condotta. In realtà, uno
stile di vita ben disciplinato è indice di retta coscienza e di sana dottrina,
nonché segreto di vera libertà. Quando uno non vi è stato formato per tempo, ha
bisogno di anni e anni di sforzi enormi, da adulto, per correggere le cattive
inclinazioni che ha contratto per esser cresciuto come un arboscello privo di
qualunque sostegno e, quindi, cedevole ad ogni alito di vento.
Porgiamo pertanto vivi ringraziamenti a
quanti avrebbero dovuto educarci, ma hanno deliberatamente omesso di farlo o,
peggio, ci hanno guastati con le loro idee, tanto più perniciose quanto meno
esplicitamente sovversive. Accanto ai Che Guevara del rinnovamento forzato, l’aggiornamento ha sfornato pure la figura
del rivoluzionario gentile che, con la sua rassicurante, ma apparente mitezza,
doveva acchiappare quanti, fuggendo inorriditi dai primi, cercavano un porto
sicuro. I membri della seconda categoria, naturalmente, non hanno palesato
subito le proprie convinzioni più profonde né i loro piani di demolizione
interna della Chiesa, ma, mantenendosi in una posizione di basso profilo, ne hanno
lentamente eroso i pilastri in attesa che, arrivata la scossa decisiva,
crollasse pure quel poco che ancora rimaneva in piedi. A questo punto, trasposti
di colpo nelle alte sfere, proclamando un generale tana libera tutti hanno pienamente svelato, eretta sulle macerie di
quella antica, la loro nuova sedicente “chiesa”. Essa non è altro che un cancro
sviluppatosi in seno al Corpo Mistico, del quale sono ormai ben evidenti le
orrende metastasi.
Alla radice di tale grottesca mutazione
del cristianesimo si trova una manipolazione intellettuale con cui si è
sostituito il Dio vivente della Rivelazione con un’entità mutante, una divinità
di fantasia che ognuno si immagina a piacere in base ai suoi bisogni emotivi del
momento e sulla quale, con un capovolgimento totale di prospettiva, si rigetta
la responsabilità del male. Quel tanto propagandato Dio che non giudica e non castiga non è affatto quello che si è
manifestato nella Bibbia: «Quando siamo giudicati, veniamo ammoniti dal Signore
per non essere condannati con il mondo» (1 Cor 11, 32). Quale buon padre non
riprende e corregge le cattive condotte dei figli perché non siano travolti
dalle proprie inclinazioni disordinate? Chi pensa che il Creatore non lo
faccia, lo considera colpevole dei propri peccati, quando non si scarica
allegramente la coscienza con l’idea di esser stato fatto difettoso per natura
e, quindi, incapace di non peccare.
Tale idea di Dio completamente
soggettiva non è altro che una proiezione dell’uomo postmoderno, volutamente
dimentico degli obblighi che gli derivano dal suo stesso essere. Essa non è
fondata sulla verità rivelata, penetrata con l’ausilio del pensiero classico,
ma è risultato dell’evoluzionismo e dell’esistenzialismo, distorsioni mentali
tipicamente contemporanee. È più una vaga disposizione di spirito che non un
concetto definito; la retta ragione non vi entra e non vi deve entrare, dato
che le basterebbero pochi passaggi per mostrarne la totale inconsistenza. Da
questa bizzarra concezione della divinità scaturisce inevitabilmente un nuovo
genere di religiosità, con culto, dottrina e morale fluidi, una sorta di
variante del giudaismo (molto semplificata, ma coincidente nella sostanza con
un panteismo antropocentrico) per i goyyîm
da sottomettere.
Ecco il frutto dell’impostura
modernista, fondata sull’abolizione della metafisica, della teodicea (cioè della
teologia razionale, preambolo filosofico della fede) e del trattato De Deo (esame sistematico dell’essenza e
degli attributi divini) in nome di quel biblicismo spurio e selettivo che
degrada il Creatore a partner
dell’uomo in vista di un impossibile e assurdo rapporto paritetico. A questo
scopo è stata inculcata un’ermeneutica storicistica e letteralistica della
Scrittura, che in forza di una pretesa “scientificità”, correggendone il testo
o declassandone i passi scomodi, rigetta per principio ogni riferimento al
dogma, alla morale e alla sua interpretazione tradizionale. In tal modo la
Bibbia è trattata come un qualunque testo letterario dell’Antichità, con il
risultato di privarla di ogni autorità e di volgerla non a edificazione della
vita cristiana, bensì alla sua demolizione: in effetti «la lettera uccide,
mentre lo Spirito vivifica» (2 Cor 3, 6).
A partire da questo tipo di lettura si
elaborano percorsi formativi o spirituali che, concentrandosi sui metodi della
comunicazione, distolgono dai veri contenuti della fede (la cui esposizione è
sempre rimandata ad un imprecisato futuro) e dalle reali esigenze della vita
cristiana (che non vengono mai dichiarate espressamente). Tale lavoro di
contraffazione, anche quando non assuma le forme di un plagio sofisticato,
assorbe tempo ed energie in impegni infruttuosi sul piano soprannaturale: pur
saturandosi di attività e riunioni, non si compie alcun progresso a livello
morale e spirituale. Porsi il problema, in ogni caso, sarebbe bollato come
un’infamia: anche il solo pensiero di poter migliorare è considerato un’odiosa
manifestazione di fariseismo. Con il presupposto di tale implicito divieto di
porre esigenze morali o di chiamare alla conversione di vita, la pastorale si dissolve in animazione o
intrattenimento: bisogna pur attirar la gente in qualche modo…
La religiosità risultante, sentimentale
ed emotiva, non può basarsi se non su esperienze soggettive: essa è
inevitabilmente refrattaria al ricorso alla ragione, insofferente tanto della
dottrina quanto della norma morale e, di conseguenza, instabile, volubile,
cangiante e dipendente da fattori esterni. Una spiritualità del genere tarpa le
ali all’anima, insegnando a patteggiare col peccato per mezzo di scuse e
compromessi o ad ammetterlo incondizionatamente mediante una sua ridefinizione:
«Se due persone si vogliono bene…». Fluttuando nel dubbio e nell’incertezza
generale, la coscienza del “credente” si elabora da sé una morale che, paradossalmente,
filtra i moscerini e ingoia i cammelli (cf. Mt 23, 24), scrupolosissima nelle
inezie e, con il nobile intento di evitare
contrapposizioni, tollerante, consenziente o addirittura muta su peccati
gravissimi che rovinano anime e famiglie. È una “fede” in cui si crede di
essere cristiani, ma in realtà si è perfettamente conformi al mondo, dato che
si obbedisce ciecamente ai suoi “comandamenti”, pensando e agendo in modo del
tutto mondano o politicamente corretto.
La conseguenza pratica è l’insolubile
dilemma se prolungare o meno una sterile pratica religiosa convenzionale, che
rimane ermeticamente chiusa alla verità e alla grazia per non fare i conti con
la propria incoerenza. Sarà forse per sfuggire a tale dissidio che molti, anche
nel clero, si sono inventati una religione a loro uso e consumo, la reinventano
continuamente con incessanti cambiamenti, se la creano ognuno per sé
personalizzandola a piacere… Chiedersi a quale religione appartengano, in fin
dei conti, è una domanda anacronistica, in quanto presuppone l’antiquata idea
che esistano religioni identificabili e distinte da dottrine e pratiche diverse
– in ultima analisi, che ci sia una verità certa e conoscibile su Dio,
sull’uomo e su qualunque altra cosa. Ma l’agnosticismo radicale della cultura
odierna sfocia inevitabilmente nell’ateismo pratico di quanti vanno in chiesa
senza credere in nulla o scrivono libri di “teologia” giocando con le parole.
Nei piani divini, tuttavia, anche questo torna utile: chi non si è lasciato
abbindolare dai pessimi attori di questa squallida commedia è davvero provato
nella fede. Deo gratias.
come ci riconosciamo nelle sue parole don Elia!Cattolici erranti come siamo,abbiamo ritrovato, nel suo editoriale, tutte le situazioni che viviamo nelle parrocchie che frequentiamo.
RispondiEliminaGesù ha dato a tutti i sacerdoti la possibilità di rimettere i peccati ma come possono dare quello che non hanno?Come può un sacerdote giudicare se è ciarpame di suo? Come può dire” ti assolvo dei tuoi peccati” se non ha più Dio con se?Cristo ha creato i sacerdoti per la salvezza delle anime:milioni di anime si stanno perdendo nelle tenebre perché i sacerdoti stanno “insegnando a patteggiare con il peccato”.Quante consacrazioni Eucaristiche sacrileghe da sacerdoti non puri di cuore ,di corpo e di mente .Si,sacrileghe perche toccano le carni di un Puro e si nutrono del Corpo di Cristo in modo indegno,per non parlare dei laici che distribuiscono il Corpo di Cristo o del parroco che, continuamente ,perde sul pavimento le Particole mentre distribuisce la Comunione ai fedeli che si inchinano a raccogliere. Un ORRORE. No, non credono che la Santa Particola è il Cuore agonizzante di Cristo. Mi chiedo sempre anche io a quale religione appartengono. Vacilliamo se non troviamo un degno sacerdote sulla nostra strada. Tanti ,tantissimi si perdono nel fango perché non hanno trovato un sacerdote che tenda una corda. Io spero,contro ogni speranza, cerco sacerdoti e laici che ci illuminino in questo tempo di tenebra , ho la certezza che non siamo soli, su di noi è Dio e con noi è Gesù.
Ciò che fa più male è proprio la distratta trascuratezza (segno di mancanza di fede) verso l'Eucaristia, che molto spesso tocca ai fedeli salvaguardare.
EliminaRiguardo alla confessione, il potere di rimettere i peccati (come negli altri Sacramenti) non dipende dalla fede o dalla santità del sacerdote; è sufficiente che il penitente elenchi tutti i peccati gravi di cui è consapevole e riceva l'assoluzione. Tuttavia è innegabile che una dottrina morale carente o falsata possa influenzare negativamente i fedeli e spingerli a sottovalutare i propri peccati, fino a non confessarli nemmeno. In questo caso c'è una forte attenuante, ma è naturale che chi tiene alla salute della propria anima voglia essere certo di aver fatto una buona confessione; per questo bisogna andare in cerca di un buon confessore, oppure formarsi in modo autonomo (per l'esame di coscienza, cf. https://gloria.tv/article/A6Ce3poktKvr1HyjNHDZ7Pb2z).
Per il resto, non perdiamo la speranza: il Signore non fa mai mancare le grazie necessarie alla salvezza a chi le desidera ardentemente e fa ciò che è in suo potere per riceverle.
Tutto vero: squallida commedia inscenata dalla 5 colonna, seguace del Talmud e persecutore dei goyim.
RispondiEliminaInsuperabile. Complimenti
RispondiEliminaÈ davvero omertà quella circa il jihad contro gl’infedeli o ignoranza?
RispondiElimina"Anzitutto indifferenza generale, quella delle persone che si accontentano della sbobba quotidiana tipica della società dei consumi. L’intrattenimento è la nuova religione dell’Occidente. Luoghi comuni e banalità stordiscono e accontentano tutti. Chi può mai avere tempo d’interessarsi di scontro di civiltà? Si può scendere in piazza per Greta. E i cristiani? Fosse comuni, persecuzioni, rosari? Mamma mia, di quanti secoli fa è ‘sta roba?! Abiura e apostasia culturale, invece, da parte delle élite, che conoscono benissimo quello che succede. Perché si tratta di mettere in discussione la questione islamica, ed è davvero troppo per loro. Le pagine del mio libro non sono riempite da segreti che ho scoperto solo io. Tutti sanno. "
http://www.lanuovabq.it/it/giulio-meotti-europa-inerte-di-fronte-alleccidio-dei-cristiani
Questo e' il tempo dell'indifferenza .
RispondiEliminaGuardiamo e additiamo i Pastori ma noi , noi popolo di Dio ?
Parlo per me , figlia del '68 : cosa ho trasmesso ai miei figli , che esempio ho dato al mio prossimo...eppure la fede mi era stata trasmessa ! Ebbene , ricevuta in eredita' la fede cattolica , esattamente come il figliol prodigo , l'ho sperperata , non ho mai pensato che dovessi accrescerla o almeno fare in modo che rimanesse al livello che mi era stata trasmessa o convertirmi ogni giorno ma che dico - ogni ora - semplicemente non mi sono posta il problema perche' io ......ero erede !
Per quel che mi riguarda devo solo gridare " mea culpa , mea maxima culpa " , questi sono i frutti di quella semente : i frutti dell'indifferenza .
P.S.
RispondiEliminaPosso solo dire , con quanto piu' ardore : "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio abbi pietà di me, peccatore."
E' vero, dobbiamo gridare "mea culpa", ma anche ringraziare ogni giorno il Signore di averci aperto gli occhi. Pregate con fiducia per i figli, sapendo che anche per loro, come per voi, il Signore tiene in serbo la grazia meravigliosa della conversione; ma bisogna aspettare con fede e pazienza che maturi il momento, così come è lentamente maturato per ognuno di noi.
EliminaLa sola Scrittura non basta: è l’Eucarestia che ci fa riconoscere Gesù
RispondiEliminaomelia di mercoledì 24 aprile 2019.
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
https://www.dropbox.com/s/1qzzhp9ne6khhnn/190424-Omelie-Emmaus.m4a?dl=0
Credo oppure no ?
E se credo , quanto credo ?
Dove posso incontrarLo e riconoscerLo ?
Della santa confessione
RispondiEliminaDalla santa confessione dovremmo ricavare due benefici. Alla confessione andiamo: primo, per essere guariti; secondo, per essere educati.
La nostra anima ha bisogno di essere educata continuamente, come un bambino. O mio Gesù, comprendo profondamente queste parole e so per esperienza che un’anima con le proprie forze non arriva lontano, si affatica molto, non fa nulla per la gloria di Dio; sbaglia continuamente, poiché la nostra mente è ottenebrata e non riesce a distinguere i fatti suoi. Avrò un’attenzione particolare per due cose: la prima è quella di scegliere per la confessione quello che mi umilia di più, anche se si tratta di una piccola cosa, che però mi costa e per questo ne parlerò; la seconda è quella di esercitarmi nella contrizione; non solo prima di confessarmi, ma in ogni esame di coscienza cercherò di suscitare in me il dolore perfetto e ciò soprattutto prima di mettermi a riposare. Ed una parola ancora: l’anima che desidera veramente progredire sulla via della perfezione, deve attenersi scrupolosamente ai consigli che le vengono dati dal direttore spirituale. Tanta è la santità, quanta la dipendenza. Una volta, mentre parlavo col direttore della mia anima, in un lampo più veloce di quello di un fulmine, vidi interiormente la sua anima in una grande tribolazione, in un tale tormento, che sono poche le anime che Iddio prova con tale fuoco. Tali sofferenze gli provengono da quest’opera.
Fonte: La misericordia divina nella mia anima (Santa Suor Faustina Kowalska) – G.M.G. Wilno, 8.11.1935.
EDUCAZIONE COME CONTINUATA GENERAZIONE- 2019-02-11 - M.E.C. Scuola di Cristianesimo -
RispondiEliminaScuola di Cristianesimo - Movimento Ecclesiale Carmelitano - Brescia - Padre Antonio Maria Sicari OCD- ESSERE FIGLI - CAP.4 - "L'educazione come continuata generazione: Teresa tra i genitori e Dio Padre".
11 febbraio 2019
https://www.youtube.com/watch?list=PLDX50EuW-wETValKOVPKVVwZINFrWVoPm&time_continue=59&v=7bJnldfQVQQ
Proprio sabato ero impegnato come cerimoniere in una S. Messa cantata. Mentre il coro stava cantando (mi sembra) gli alleluia e la sequenza ed il celebrante sedeva, un bellimbusto entra nel santuario per piazzare di fiori e poi si avvicina per parlare. Io gli ho fatto segno con la mano di allontanarsi e, grazie a Dio, ha inteso.
RispondiEliminaUn'altra settimana di corse, rincorse, suppliche per potersi confessare. Ed era la settimana di preparazione alla Divina Misericordia, che è stata citata con estrema vaghezza durante la Messa, senza ricordare la promessa di Nostro Signore e la possibilità di lucrare l'indulgenza plenaria. I nuovi sacerdoti, in parrocchia da un anno e mezzo circa, erano partiti con le migliori intenzioni di confessare, almeno a parole, ma poi sono stati assorbiti da mille altre incombenze, quasi tutte "in uscita" e così si continua a vivere come in emergenza, come in quei luoghi dispersi e sospesi dove i sacerdoti passano, di tanto in tanto. Per i malati, per gli anziani, per chi dipende da altri, vivere a ventotto chilometri da Roma non è molto diverso che una missione d'altri tempi. Ci chiamano con spregio "quelli dell'una cum Francisco", e siamo cattolici che vengono quotidianamente insultati da tutte le parti in causa. E alla fine è stato questo a farmi pensare che forse ho scelto la parte giusta, giacché ve n'è una sola possibile
RispondiEliminaSì, la parte giusta è quella della pazienza, dell'umiltà, dell'abnegazione. Non fate caso a chi vi insulta o vi etichetta con disprezzo; evidentemente non è dalla parte giusta.
Elimina1)LA CONSACRAZIONE A MARIA - Padre Antonio di Monda
RispondiEliminaLa mia personale predilezione cade su questa preparazione del padre Antonio di Monda, anche perchè essendo questo ottimo sacerdote francescano membro della Milizia dell'Immacolata fondata dal grande san Massimiliano Kolbe, nelle sue meditazioni integra la dottrina del Montfort con elementi kolbiani; ne risulta un discorso più completo sulla consacrazione perchè attinge ad entrambi i grandi maestri moderni della consacrazione a Maria.
* * *
2)SECONDA OPZIONE - CORSO RADIOFONICO. Alcune indicazioni circa il corso di preparazione alla consacrazione alla Madonna che terrò su Radio Buon Consiglio:
1) La preparazione durerà in tutto 2 settimane, consterà di 14 meditazioni sulla consacrazione mariana, dal 16 al 29 maggio.
2) Il 30 maggio la Radio Buon Consiglio trasmetterà una mia diretta in cui sarò a disposizione per rispondere alle domande di coloro che si preparano alla consacrazione e hanno dubbi o cose da chiarire
3) Le meditazioni saranno trasmesse due volte al giorno, mattina e sera per permettere a tutti di ascoltarle, in base ad impegni di lavoro o altre esigenze (giorni feriali: 12.45 / 21.30; domeniche: 13.30 / 17.35)
4) Il 31 maggio (orario da definire) sarà recitato per radio l'atto di consacrazione alla Madonna a cui tutti coloro che hanno fatto la preparazione si uniranno e reciteranno da casa (prima dell'atto di consacrazione sarà resa nota la formula che verrà utilizzata).
5) Le trasmissioni e le dirette sono ascoltabili anche dal sito internet della Radio Buon Consiglio: www.radiobuonconsiglio.it
Fra' Pietro Pio M. Pedalino
Mi permetto questa segnalazione a chi non l'abbia ancora fatto , a chi non sappia come fare , a chi non la conosca , a chi abbia rimosso l'invito della Madre di Dio : " «Gesù vuol servirsi di te per farmi conoscere ed amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato». Aggiungendo un messaggio molto consolante: «A chi la praticherà prometto la salvezza; queste anime saranno predilette da Dio, e come fiori saranno collocati da me dinanzi al Suo trono».(Fatima)
Naturalmente solo dopo l'approvazione e i suggerimenti di Padre Elìa !
Siano lodati Gesu' e Maria !
Grazie per l'utilissima segnalazione!
EliminaLa giro a tutti coloro che desiderano prepararsi alla consacrazione in questo mese ed effettuarla il 31 maggio.
Sempre unito nel Cuore Immacolato di Maria in questi tempi tempestosi, vi benedico.
Radio Buon Consiglio
RispondiEliminaCONSACRAZIONE ALLA MADONNA – 31 MAGGIO 2019
Ave Maria!
Tutti i giorni a partire dal 16 maggio vi trasmetteremo delle interessanti catechesi in preparazione alla Consacrazione alla Madonna che si farà il 31 maggio, a conclusione del mese mariano.
Ecco gli orari delle catechesi:
- dal lunedì al sabato: alle 12.45 e in replica alle 21.30
- la domenica: alle 13.30 e in replica alle 17.35
Cliccando su questo link troverete il modulo di iscrizione, che è stato pubblicato nel nostro sito internet.
https://www.radiobuonconsiglio.it/consacrazione-alla-madon…/
I nomi degli iscritti saranno elencati in diretta il giorno della Consacrazione e saranno posti ai piedi di una statua della Madonna.
IL CORSO E’ APERTO A TUTTI: Le catechesi sono aperte anche a coloro che si sono GIÀ consacrati, i quali avranno modo di RINNOVARE i loro impegni al termine del mese di maggio.
Accedendo al modulo delle iscrizioni e lasciando i propri dati, potremo mettervi in contatto con alcuni SACERDOTI che potranno guidarvi nel cammino di Consacrazione mariana.
A tutti coloro che si iscriveranno, verranno inoltre inviati:
- dei libretti per prepararsi bene alla Consacrazione
- una Corona del S. Rosario
- la Medaglia Miracolosa.
Il 30 maggio alle ore 17.00 dedicheremo una trasmissione in diretta per rispondere alle vostre domande, che raccoglieremo lungo l'arco di tutte le catechesi.
Il 31 maggio, alle ore 17.00, ascolteremo in diretta alcune testimonianze di coloro che hanno seguito il corso e al termine verrà recitato da un Sacerdote l’Atto di Consacrazione. A tale Atto potrà unirsi chi ha partecipato al corso.
Tutti potranno poi continuare il loro impegno di consacrati alla Madonna. Lasciando infatti il numero di telefono sul modulo, sarà possibile avere dei contatti con alcuni Sacerdoti che potranno seguire anche in seguito coloro che si consacreranno alla Madonna.
Radio Buon Consiglio - Emittente Religiosa
(Ulteriori delucidazioni)