Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 22 dicembre 2018


Inno alla Provvidenza




Il dogma della provvidenza racchiude un profondo mistero che va accettato per fede. I caratteri di una vera fede nella provvidenza non sono l’esitazione, la pusillanimità, il dubbio o l’ansiosa ricerca; ma piuttosto la calma interiore incrollabile, nonostante le tempeste esterne; l’umile abbandono alla volontà di Dio con il Cristo al Getsemani, nonostante l’oscurità che ci circonda; la pazienza nelle sofferenze, nonostante la loro oppressione crescente. Tutte le profondità e gli abissi, tutti gli enigmi e le tenebre, tutte le tempeste e i cataclismi che si presentano nel cosmo come nella grande storia e nella piccola vita del singolo, vengono a collocarsi, mercè questa fede, sulle braccia e sulla sapienza di un amore infinito; tutto riceve il suo posto, anche il dolore e la colpa; tutto ha il suo diritto e il suo dovere, la sua certezza e sicurezza; tutti gli avvenimenti, fino i minimi e più fuggevoli, assurgono a cure personali di un Amore onnipotente e onnisciente (Ludovico Ott, Compendio di teologia dogmatica, Torino-Roma 1964).

Chi scrive è un teologo tedesco che pochi anni prima aveva visto la sua patria devastata e intere città polverizzate nel corso del peggiore conflitto che la storia ricordi. Neanche gli orrori della Seconda Guerra Mondiale erano valsi a scalfire la sua fede; invece noi, pur non avendo mai sperimentato nulla di simile, ci sentiamo per lo più a disagio nel leggere affermazioni così nette e cristalline. Ciò non è dovuto tanto alle impietose immagini di combattimenti, calamità, crimini e disgrazie che i telegiornali ci sbattono davanti agli occhi ad ogni pasto (e a cui certuni si sono assuefatti al punto di filmare imperturbabili quegli eventi – fosse pure un suicidio – in vista di un magro guadagno), quanto al fatto che noi non abbiamo più la stessa fede. Quella convinzione incrollabile, resistente a qualsiasi evenienza, che era frutto della virtù teologale generosamente coltivata e vissuta, è stata subdolamente sostituita con una melassa sentimentaloide che, soffocando il dono celeste ricevuto nel Battesimo, ha sfornato tanti cattolici imbelli, invertebrati, narcisisti e ripiegati sulla ricerca del benessere individuale.

Nella mia adolescenza e prima giovinezza, eravamo ossessionati dalle nostre guide con l’insensata tragedia della storia, concepita come un’irredimibile catena di ingiustizie e sofferenze senza sbocco né scopo; pregare per gli uomini politici e per un migliore andamento del mondo era perciò escluso come un’inutile perdita di tempo: il progresso della società era affidato al nostro impegno, mentre la preghiera si restringeva al meditare la Parola in vista di non si sa che cosa, dato che anche un vago miglioramento morale era fuori del campo visivo. Erano, quelli, gli anni in cui i cattolici si stavano protestantizzando a un ritmo accelerato, in tutti gli aspetti della vita cristiana. Evidentemente i nostri maestri non credevano nell’infallibile Provvidenza divina, né conoscevano l’infinita sapienza con cui Dio permette il male per ricavarne un bene maggiore a nostro vantaggio e per manifestare al contempo la Sua giustizia e misericordia utilizzandolo, a seconda dei casi, come occasione di perdono, salutare correzione, giusto castigo o strumento di perfezionamento delle anime elette, oltre che accogliendo le sofferenze come materia di offerta a favore di quelle che rischiano di perdersi.

Se stiamo riscoprendo la fede di sempre, con la sua adamantina solidità e chiarezza, è per effetto di una grazia inestimabile che non meritiamo, ma che ci è stata ottenuta dal Cuore Immacolato di Maria. Ciò deve mantenerci in una profonda umiltà, ma al tempo stesso comunicarci un grande vigore nel respingere le tentazioni contro la speranza, così forti e frequenti in questo momento storico. Tutto quel che stiamo vedendo – compresi gli ingiusti provvedimenti nei confronti di vescovi e sacerdoti fedeli – è previsto dall’eternità all’interno di un disegno perfettissimo e immutabile. Questa verità di fede non rende inutili o superflui i nostri sforzi e le nostre preghiere, che sono in esso inclusi come importante elemento affidato alla nostra libera collaborazione. Dio non è un burattinaio, ma – come abbiamo appena letto – l’Amore onnipotente e onnisciente che desidera per i Suoi figli il maggior grado di gloria possibile in cielo e, a tal fine, offre loro continue opportunità di accrescerlo. Non deve essere, questo, un incentivo ad allentare l’impegno, bensì a portarlo avanti nella pace interiore e sotto la mozione dello Spirito Santo, anziché nell’impazienza e nell’acredine.

Come tutto appare d’un tratto più sereno e sopportabile, in questa luce! Quale dolce consolazione ci infonde nel cuore la fede nella Provvidenza! Credevamo forse che il nostro Padre buono avesse deciso di sottoporci a una prova così terribile senza indicarci il modo di portarne il peso con letizia e con frutto? Temevamo proprio di esser lasciati soli nella lotta alle prese con forze soverchianti? Ci sentivamo già perduti in balìa della tempesta? Sì, il nostro adorabile Gesù sembra di nuovo dormire, come quella notte, sulla barca, ma gli bastano due parole per intimare al vento e al mare di tacere e calmarsi (cf. Mc 4, 35-41). Con le nostre preghiere e penitenze noi abbiamo il potere di “svegliarlo”, cioè di affrettare il Suo intervento, visto che anch’esse sono previste nell’eterno piano divino, ma aspettano soltanto chi le compia. Quale eccelsa dignità ci è stata donata! Essere cooperatori della salvezza del mondo e del compimento dei voleri celesti! Ma in quale religione l’uomo può aspirare a tanta altezza, per non parlare della gloria che ci è promessa!

Coraggio, cari fratelli e sorelle, non abbattetevi, ma chiedete insistentemente al Signore di accrescere la vostra fede nella Provvidenza. Fissate lo sguardo sulla gloria di colui che tutto move (Paradiso, I, 1) solo per amore, essendo Egli stesso, per essenza, l’amor che move il sole e l’altre stelle (Paradiso, XXXIII, 145). O gustosissimo gheriglio racchiuso entro durissimo guscio! O luce sfolgorante che si sprigiona nel cuore delle tenebre più fitte! O gioia incontenibile partorita dal grembo di indicibile dolore! Dio tiene pronta per noi, che tanto peniamo in quest’apocalittico tornante della storia, una ricompensa ineffabile, ma può darcene un assaggio fin d’ora, se il nostro cuore, anziché ribellarsi o andare in cerca di scorciatoie umane, si lascia purificare nel crogiuolo di una sofferenza che penetra fino al midollo dell’anima. Potrà essere magari appena un brevissimo istante di consolazione, ma così sapido e intenso da alimentare per mesi, se non per anni, un’inalterabile calma interiore, una pazienza a tutta prova, un umile e amoroso abbandono alle supreme disposizioni della sapienza divina. Sono i frutti, per l’appunto, di una viva fede nell’inarrivabile provvidenza del nostro Padre celeste e delle virtù cristiane esercitate fino all’eroismo.

Vi assicuro che mai così profondamente come in questa prolungata prova ho potuto sperimentare la grandezza e la fecondità del mio sacerdozio. Quando celebro la Messa, seppur da solo, reggo sulle spalle tutto l’innumerevole gregge delle persone che porto nel cuore, di quelle affidate alle mie preghiere e di quelle con cui son venuto a contatto in un quarto di secolo di ministero: soprattutto voi, cari fedeli della Parrocchia virtuale. Elevando l’ostia consacrata imploro il Signore di riversare su tutti – comprese le anime del Purgatorio – i torrenti di misericordia che sgorgano dal Suo Cuore trafitto, che tengo tra le mani, mentre all’elevazione del calice Gli chiedo di effondere su ognuno le grazie e i benefici del Suo Sangue prezioso. È l’atto più potente e necessario che io possa compiere – e sapere questo basta a colmarmi di pace e di forza, quand’anche non potessi fare nient’altro. Vi confido che nella festa di Cristo Re, all’Hanc igitur, ho ricevuto l’intima certezza che il Signore mi accorda la salvezza di tutti coloro che sono con me “sulla barca”: «Dio ti ha fatto grazia di tutti i tuoi compagni di navigazione» (At 27, 24).

Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi! La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù (Fil 4, 4-7).

39 commenti:

  1. Grazie Don Elia. Dio La benedica e La protegga. Buon Natale

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  2. Grazie immensamente Don Elia per queste meravigliose e commoventi parole che ci donano ulteriore forza per la buona battaglia.

    Auguro a lei e tutti i suoi cari un felice e sereno Santo Natale.

    Sia lodato Gesù Cristo

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  3. Grazie, caro don Elia. Auguri di Santo e sereno Natale. Giusi

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  4. caro don Elia,vado fuori tema per porle una domanda; ho una cara amica che affronterà a breve un cammino a piedi verso Fatima; le chiedo se conosce un testo breve con meditazioni da fare durante il cammino; magari qualcosa di scaricabile per non appesantire ulteriormente il bagaglio?

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    1. Può leggere le meditazioni di don Dolindo Ruotolo per il mese di maggio:

      http://www.lasacrafamiglia.it/devozioni/mese-di-maggio/meditazione-dolindo-ruotolo/

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    2. Grazie padre,le porgo i più sentiti auguri per il santo Natale

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  5. grazie don Elia,la sua certezza nella Fede conferma tutti noi nella Fede.IL Signore Nostro Gesù Cristo sa quanto ne abbiamo bisogno.Basta disquisizioni lunghe e cavillose sulla Parola che confondono il popolo di Dio,basta ragionare solo di marciume e fango che ci tengono nello sconforto, confidiamo nella Provvidenza del Signore,EGLI ha il controllo di tutto.Accetti il mio grazie personale e la preghiera per lei.Buon Natale don ELIA e Buon Natale a tutta la parrocchia virtuale

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  6. si don Elia,buttiamoci fiduciosi nella volonta di Dio come bambini nelle braccia della mamma...siano lodati Gesu'e Maria

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  7. Grazie infinite e Buon Natale Don Elia

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  8. Grazie e che Dio la benedica.Buon Santo Natale a Lei e a tutti quelli che La seguono.

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  9. Grazie caro don Elia per le sue stupende parole, per me e credo per molti di balsamico conforto nella prova e certezza di comunione. La Divina Provvidenza non ci abbandona, ne ho assoluta certezza. Buon Natale a lei, ai suoi collaboratori, a chi ha la fortuna di viverle accanto e a tutti i frequentatori di questa nostra parrocchia virtuale.

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  10. Se il papa, anziche' fare il burattinaio con quei pupazzi vestiti di porpora costringendolu ad annuire dicendo e facendo il contrario della verita', come ha fatto ieri, parlasse ed insegnasse con queste parole illuminate cosi' come hai fatto tu, arricchendo enormemente il bagaglio della nostra fiducia e della nostra speranza, i frutti sarebbero copiosi ed efficaci nei cuori di tutti i figli di Dio. Caro don Elia continua ad aiutarci a restare vincolati alla Roccia per non venire abbattuti dalle tormente. Gesu' che viene ancora una volta per salvarci sia la nostra Roccia. I piu' sentiti auguri di buon Natale a te e a tutti coloro che porti nel tuo cuore.

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  11. Grazie con Elia,posso dirle che sento nei suoi confronti un affetto smisurato. Vedo in lei il sacerdote cattolico, austero, guerriero, elegante, nobile, scelto, l'Inviato. Ricambio il grande amore che ha per noi. È sempre nelle mie preghiere e le confido che sento forte nell' intimo il sollievo che deriva dalle sue preghiere. L'abbraccio e le auguro un Natale colmo di grazie, convinto che la Tutta Santa completerà il Suo progetto su di lei.

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  12. Grazie di cuore per le Sue preghiere, anche noi preghiamo per Lei. Auguri di un Santo Natale a tutti!!!
    P.S. Anche se non ci conosciamo personalmente, che bello sentirsi parte di una comunità!

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  13. Grazie, grazie Don Elia, Le auguro anche io un felice Santo Natale e se può preghi anche per me, ne ho molto bisogno. Che Dio la benedica!
    Filiberto

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  14. Ti trovo molto biblico, profondo e vero credente, tutto di Dio e veramente incarnato e vicino alla gente. Grazie.
    Forse un giorno verrò a conoscerti.
    Un saltuari parrocchiano della tua parrocchia virtuale!

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  15. Sapere di essere custoditi dalla e nella Sua preghiera è un privilegio che probabilmente non meritiamo, ma che rende più forte la nostra fede e ci rinvigorisce nella virtù della speranza. Grazie infinite e auguri di un Santo Natale!

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  16. Se il papa anziché fare il burattinaio, muovendo i fili di quei pupazzi vestiti di porpora, costretti ad annuire ad ogni affermazione ed azione contrarie alla verità, così come ha fatto nelle dichiarazioni assembleari di ieri, usasse queste parole ispirate ed illuminate che il Signore ci ha donato tuo tramite, i frutti sarebbero enormemente copiosi ed efficaci nei cuori di tutti i figli di Dio. Restiamo fiduciosi e speranzosi, vincolati alla Roccia, per restare in piedi e vincere la tormenta che vuole abbatterci. La Roccia è il Cristo che viene ancora una volta per salvarci. Buon Natale a te, caro don Elia, e a tutti coloro che porti nel cuore. Continua a sostenerci e noi continuiamo a sostenere te con la nostra preghiera e gratitudine.

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  17. Così insegna splendidamente Sant’Alfonso Maria de’ Liguori in un suo libro intitolato Uniformità alla Volontà di Dio:

    « Tutta la nostra perfezione consiste nell’amare il nostro amabilissimo Dio: Charitas est vinculum perfectionis. (Col. 3.14). Ma tutta poi la perfezione dell’amore a Dio consiste nell’unire la nostra alla sua santissima volontà. Questo già è il principale effetto dell’amore, dice S. Dionigi Areopagita (de Div. Nom. c. 4.) l’unire le volontà degli amanti, sicchè abbiano lo stesso volere. E perciò quanto più alcuno sarà unito alla divina volontà, tanto sarà maggiore il suo amore. Piacciono sibbene a Dio le mortificazioni, le meditazioni, le communioni, le opere di carità verso il prossimo; ma quando? quando sono secondo la sua volontà; ma quando non vi è la volontà di Dio, non solamente egli non le gradisce, ma le abbomina, e le castiga. Se mai vi sono due servi, l’un de’ quali fatica tutto il giorno senza riposare, ma vuol fare ogni cosa a suo modo, l’altro fatica meno, ma ubbidisce in tutto: certamente il padrone amerà questo secondo, e non il primo. Che servono l’opere nostre allà gloria di Dio, quando non sono secondo il suo beneplacito? Non vuole il Signore sacrifici (dice il Profeta a Saulle), ma l’ubbidienza ai suoi voleri: Numquid vult Dominus holocausta, et victimas, et non potius, ut obediatur voci Domini? . . Quasi scelus idolatriae est nolle acquiescere. (1 Reg. 15.22) L’uomo, che vuole operare per propria volontà senza quella di Dio, commette una specie d’Idolatria, poiché allora in vece di adorare la volontà divina, adora in certo modo la sua.

    Questa dunque è la maggior gloria, che noi possiamo dare a Dio, l’adempire in tutto i suoi santi voleri. Il nostro Redentore, che venne in terra a stabilire la divina gloria, questo principalmente venne ad insegnarci col suo esempio. Padre: Hostiam et oblationem noluisti, corpus autem aptasti mihi; tunc dixi ecce venio, ut faciam, Deus, voluntatem tuam. (Heb. 10.5) Voi avete rifiutate le vittime, che v’ hanno offerte gli uomini; voi volete, ch’ io vi sacrifichi il corpo, che m’ avete dato, eccomi pronto a fare la vostra volontà. E di ciò si protestò più volte, ch’ egli era venuto in terra non a fare la sua, ma solamente la volontà del suo Padre: Descendi de caelo, non ut faciam voluntatem meam, sed voluntatem ejus qui misit me. (Jo 6.38) Ed in ciò volle, che’ l mondo avesse conosciuto l’amore, che gli portava al suo Genitore, in ubbidire alla sua volontà, che lo volea sagrificato sulla croce per la salute degli uomini; così appunto disse nell’orto, allorchè andò all’incontro ai suoi nemici, che venivano a prenderlo per condurlo alla morte: Ut cognoscat mundus, quia diligo Patrem, et sicut mandatum dedit Pater, sic facio; surgite, eamus hinc. (Jo 14.31) Ed in ciò disse, ch’ egli riconoscea che fosse suo fratello, chi avesse fatta la divina volontà: Qui fecerit voluntatem Patris mei. (Matth 12.50) ipse meus frater.

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  18. ./.
    Tutti i Santi in ciò hanno avuta sempre fissa la mira in fare la divina volontà, ben intendendo, che qui consiste tutta la perfezione d’un’anima.. Diceva il B. Errico Susone (l. 2. c. 4) Dio non vuole, che noi abbondiamo de’ lumi, ma che in tutto ci sottomettiamo alla sua volontà. E S. Teresa: Tutto quello, che dee procurare chi si esercita nell’orazione, è di conformare la sua volontà alla divina; e si assicuri, che in questo consiste la più alta perfezione. Chi più eccellentemente la praticherà, riceverà da Dio i più gran doni, e farà più progressi nella vita interiore. La B. Stefana da Soncino Domenicana essendo un giorno in visione condotta in cielo vide alcune persone defonte, ch’ ella avea conosciute, collocate tra i Serafini, e le fu detto, che quelle erano state sublimate a tanta gloria per la perfetta uniformità, che aveano avuta in terra alla volontà di Dio, che un Serafino colla mia.

    In questa terra dobbiamo apprendere dai Beati del cielo come abbiamo da amare Dio. L’amor puro, e perfetto, che i Beati in cielo hanno per Dio, è nell’unirsi perfettamente alla sua volontà. Se i Serafini intendessero esser suo volere, che s’ impiegassero per tutta l’eternità ad ammucchiare le arene de’ lidi, o a svellere l’erbe de’ giardini, volentieri lo farebbero con tutto il lor piacere. Più; se Dio facesse loro intendere, che andassero ad ardere nel fuoco dell’Inferno, immediatamente si butterebbero in quell’abisso per fare la divina volontà. E questo è quello, che c’ insegnò a pregare Gesù Cristo, cioè l’eseguire la volontà divina in terra, come la fanno i santi in cielo: Fiat voluntas tua sicut in caelo et in terra (Matth. 6.9) ».

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  19. Grazie mille per le Sue preghiere, noi preghiamo per Lei. Auguri di un Santo Natale a tutti!

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  20. Grazie don Elia
    Ci tenga sempre stretti con lei nella celebrazione del sacrificio eucaristico.
    Non possiamo chiedere di più e di meglio.
    Mi rendo sempre più conto di quanto sia inutile il nostro agire, anche se motivato dalla giusta reazione alla distruzione in corso, se si incrina il nostro abbandono fiducioso nelle braccia del Padre.
    Che Dio le diversi fiumi di Grazia e di benedizioni per quel che fa nel segreto del suo ministero.

    Luigi9

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  21. Grazie reverendo don Elia,
    È per me fonte di Beata Speranza con la S maiuscola sapere di essere da Lei ricordato nelle Sue preghiere, in particolare nella Santa Messa! In fondo -ma solo per modo di dire- anche il poter sperimentare la comunione dei santi, in alcuni momenti, in attimi o frangenti del tempo che la Provvidenza Divina, appunto, ci concede intrinsecamente in se stessa quella stessa Beata Speranza vera, autentica. Grazie, grazie e ancora grazie per le sue preghiere per noi; assicurandoLe, per quel poco che possa valere, peccatore come sono, di ricordarLa sempre nelle mie preghiere, in particolare nel Santo Rosario della Beata Sempre Vergine Maria e nel Rosario delle pene ed allegrezze del suo purissimo, glorioso e Verginale sposo San Giuseppe. Un augurio di un Natale Santo e luminoso, affinché Cristo Dio, che è la Vita e la Luce degli uomini, la illumini e guidi sempre nella strada del Suo sacerdotale ministero. Sit tibi ubicumque pax.
    Un saluto ed un abbraccio in Christo Rege.

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  22. Che poesia! Grazie don Elia, il Signore continui a benedirla grandemente. Alleluja. Sia lode, gloria, onore, potenza, amore, a Dio.
    Signore Dio, con la tua Provvidenza, mandaci tanti sacerdoti come don Elia !!

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  23. AMEN,E BUON SANTO NATALE A TUTTI

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  24. Adorato mio Bambino, io non ardirei di stare ai tuoi piedi, se non sapessi che tu stesso m’inviti ad accostarmi a te. Giacché tu sei venuto in terra a perdonare i peccatori pentiti, perdona ancora, mentre mi pento sommamente di aver disprezzato te, mio Salvatore e Dio, che sei così buono e tanto mi hai amato. Tu in questa notte dispensi grazie grandi a tante anime, consola anche l’anima mia. La grazia che voglio è la grazia d’amarti, da oggi in avanti, con tutto il mio cuore; infiammami tutto del tuo amore. Ti amo, Dio mio fatto bambino per me. Deh, non permettere che io lasci mai d’amarti.

    O Maria, Madre mia, tu tutto puoi con le tue preghiere, altro non ti domando, prega Gesù per me.

    Gloria.

    Gesù Bambino, abbi pietà di noi.

    In questa notte Santa e' questo che desidero per me : la grazia di amarTi , di non perderTi piu' , ed una santa morte , e non arrossire di vergogna quando Tu mi guarderai . Sai che non ho nulla da offrirTi , anche le opere buone fatte al di fuori della Tua volonta' sono marce , mio Signore e mio Dio, guardami con occhi di misericordia . Grazie per avermi aspettato Madre del Carmelo , Stella del mare .

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  25. Mi unisco senz'altro all'atto di ringraziamento e di riconoscenza per il dono dei Sacerdoti e l’occasione per augurare a tutti loro, un lieto e fecondo Natale.
    http://www.marcotosatti.com/2018/12/23/lettera-di-una-donna-per-dire-grazie-a-natale-ai-sacerdoti-integri-e-fedeli/

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  26. Salutare utilissima riflessione/meditazione nutriente e necessaria , a parer mio , per festeggiare cristianamente il Compleanno di Gesu' .
    Predicatore: p. Giorgio Maria Faré
    https://www.dropbox.com/s/t8atmesitq179e3/181224-Omelie-ComeIpastori.m4a?dl=0

    https://www.veritatemincaritate.com/2018/12/come-i-pastori-rechiamoci-in-punta-di-piedi-da-gesu/

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  27. Vi ringrazio tutti per gli auguri e per le preghiere, di cui sento la forza e il sostegno.
    Vi benedico di tutto cuore chiedendo per ognuno di voi la pace e la consolazione del Bambino divino.

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  28. Grazie padre.Quale dono averla conosciuta ed essere stata sapientemente guidata nella fede ogni settimana. Chi, come me, La segue da alcuni anni ha potuto fare tesoro dei Suoi illuminati consigli di resistere alla "allegra e superficiale" direzione delle alte sfere cattoliche, certi che Maria e la Provvidenza non permetteranno l' estinzione del cristianesimo, ma una vigorosa rinascita. L' intervento di questa settimana è altissimo e commuove sentirci da Lei protetti e parte del Suo gregge per il quale quotidianamente prega.
    Grazie, anche noi Le siamo vicini e Le auguro di cuore un santo,felice Natale che ricompensi la Sua generosità.

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  29. Grazie Don Elia la seguo sempre, prenda anche me sulla sua barca ne ho molto bisogno perché il mio cuore è proprio così affranto come lei descrive in questo Natale... Ho un profondo dolore per questa nostra tempesta. Stamattina che non sono riuscita ad andare al Vetus Ordo sono quasi fuggita disgustata da quella comparsata protestante della mia parrocchia. Che Gesù Bambino ci liberi presto. E a lei tutto il mio sostegno, stima e un augurio di Santo e Vero Natale!

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    1. Certo! Lei, come lettrice, era già "sulla barca" anche senza che io lo sapessi, perché lo sapeva il Signore; ora La ricorderò per nome.

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  30. Santo Natale a tutti e buon cammino verso la Santità!

    Dai «Discorsi» di san Fulgenzio di Ruspe, vescovo

    Le armi della carità

    Ieri abbiamo celebrato la nascita nel tempo del nostro Re eterno, oggi celebriamo la passione trionfale del soldato.
    Ieri infatti il nostro Re, rivestito della nostra carne e uscendo dal seno della Vergine, si è degnato di visitare il mondo; oggi il soldato, uscendo dalla tenda del corpo, è entrato trionfante nel cielo.
    Il nostro re, l'Altissimo, venne per noi umile, ma non poté venire a mani vuote; infatti portò un grande dono ai suoi soldati, con cui non solo li arricchì abbondantemente, ma nello stesso tempo li ha rinvigoriti perché combattessero con forza invitta. Portò il dono della carità, che conduce gli uomini alla comunione con Dio.
    Quel che ha portato, lo ha distribuito, senza subire menomazioni; arricchì invece mirabilmente la miseria dei suoi fedeli, ed egli rimase pieno di tesori inesauribili.
    La carità, dunque, che fece scendere Cristo dal cielo sulla terra, innalzò Stefano dalla terra al cielo. La carità che fu prima nel re, rifulse poi nel soldato.
    Stefano quindi per meritare la corona che il suo nome significa, aveva per armi la carità e con essa vinceva dovunque. Per mezzo della carità non cedette ai Giudei che infierivano contro di lui; per la carità verso il prossimo pregò per quanti lo lapidavano. Con la carità confutava gli erranti perché si ravvedessero; con la carità pregava per i lapidatori perché non fossero puniti.
    Sostenuto dalla forza della carità vinse Saulo che infieriva crudelmente, e meritò di avere compagno in cielo colui che ebbe in terra persecutore.
    La stessa carità santa e instancabile desiderava di conquistare con la preghiera coloro che non poté convertire con le parole.(...)

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  31. Gent.mo Padre ,la seconda parte della Sua riflessione ci fa intravvedere un pochino dell'anima Sua e mi e' così piaciuta , l'ho sentita così ispirata , tanto da farmi scaturire il desiderio di cantare con la Madre di Dio "L'anima mia magnifica il Signore.." . Quanto a me , e' troppo ardire di essere accolti , alla fine della vita , dalla Vergine Maria e cantare insieme a Lei il Magnificat ?
    M.

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    1. Certamente no: lo possiamo e dobbiamo sperare, se facciamo tutto il possibile per cooperare con la grazia che ci è continuamente donata: "La sua misericordia di generazione in generazione per quelli che lo temono", cantò la Vergine.

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  32. Sulla scia dell'Inno alla Provvidenza , questa mattina ho ascoltato su Radio Buon Consiglio la replica di una interessante conversazione del Prof. Corrado Gnerre , dal titolo "Il Natale per leggere la storia " :
    https://www.radiobuonconsiglio.it/con-il-settimanale-di-padre-pio/

    “Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler ricadere alla condizione spregevole di un tempo con una condotta indegna. Ricordati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricordati che, strappato dal potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce e nel Regno di Dio” (S.Leone Magno , Sermone 1 sul Natale, 3,2: CCL 138,88).


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  33. «Nostro Signore ti ama teneramente, figliola mia. E se Egli non ti fa sentire la dolcezza di questo suo amore, lo fa per renderti più umile e abietta agli occhi tuoi. Non lasciar per questo di ricorrere alla sua santa benignità con ogni confidenza, particolarmente nel tempo nel quale ce lo rappresentiamo come egli era piccolo bambino in Betlemme. Perché, figliola mia, a che fine piglia egli questa dolce, amabile condizione di bambino se non per provocarci ad amarlo confidentemente e a confidarci amorosamente in lui?».
    Uno dei pensieri di Padre Pio sul Santo Natale

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  34. https://www.facebook.com/DeusCaritasEstBXVI/photos/pb.183772925855692.-2207520000.1545948513./236623943903923/?type=3&theater
    Lì dove e' stabilito che fosse la mangiatoia fu deposto Gesu' .

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  35. Oggi (il giorno 26)nella Chiesa maronita e nelle Chiese Orientali si festeggiano le 'Congratulazioni a Maria per la nascita del Suo Figlio'. Andiamo anche noi da Lei per porgerLe le nostre felicitazioni e il nostro grazie per averci donato il Figlio di Dio fatto carne in Lei.
    «Noi ti presentiamo le nostre felicitazioni, o Sposa non coniugata, Madre sempre vergine, abitacolo puro, dimora della divinità, secondo Cielo, Paradiso delle delizie; nel tuo grembo tu hai contenuto il Signore che niente limita [...].
    Tu sei la città del Signore, nella quale scorrono i fiumi della vita beata. Tu sei il monte santo dal quale si è staccata la pietra senza il concorso di mano umana, e il ceppo nuovo che fece germogliare Cristo, il Dio incarnato. Tu sei il Monte Sinai dove è sorto il Sole della giustizia e dal quale è apparso il Legislatore, l'autore stesso delle tavole mosaiche.
    Con quali lodi inneggiare a te e cosa possiamo dire di te che sei la veracità degli Angeli, il vanto dei Profeti, la gioia degli Apostoli, l'esultanza dei Martiri, il sostegno dei Confessori, il rifugio dei Credenti, la causa della vita per tutti quelli che ti invocano con fede?
    Anche noi speriamo nella tua intercessione, o Madre di Dio benedetta, fiduciosi che presenterai le nostre preghiere e suppliche al Figlio da te generato e gli chiederai di dare la pace e la sicurezza alla Chiesa santa redenta col suo sangue. Possa egli proteggerne i Pastori ed i Diaconi, benedirne i figli e far regnare tra loro l'armonia, la pace e l'amore perfetto, affinché possiamo offrire sacrifici e azioni di grazia e di lode a Lui, al Padre ed allo Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen!»
    (Sedro della Liturgia Siro-Occidentale)
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