Corone d’Avvento
In
un’epoca in cui si relativizzano anche le norme cultuali più sacre, spuntano
spontaneamente (scusate l’allitterazione) nuove osservanze che in breve tempo
diventano obbligatorie. Tale è il caso delle cosiddette corone d’Avvento, che
sono ormai immancabili in chiese, oratori, refettori e sale di rappresentanza; manca
solo che si elabori un rito per l’accensione e lo spegnimento dei ceri. Qua e là,
in qualche convento, potrebbe esserci chi ha lodevolmente provveduto a questa
intollerabile carenza, ma in ogni caso la nuova usanza è seguita con uno zelo e
una precisione straordinari. È proprio vero: l’uomo ha bisogno di rituali; se
le “riforme liturgiche” glieli riducono al di sotto del minimo vitale, se ne
inventa di nuovi.
Naturalmente
non mancherà chi, sulla scorta della visione orizzontalistica che è invalsa
anche nella Chiesa, sentenzierà prontamente che si tratta di un bisogno puramente
psicologico di sicurezza. Moltiplicare i rituali è certamente un sintomo di
nevrosi, ma la presenza di un numero contenuto di essi è caratteristica della
vita di tutti. La ritualità, in effetti, è un fatto antropologico: essa è una
dimensione della vita umana – e non solo nelle culture antiche o in quelle
primitive. La società postmoderna non celebra più il Natale cristiano, ma lo ha
trasformato in una “festa d’inverno” con tutte le sue imprescindibili
osservanze. Oggi ci sono “comandamenti” sociali che non si possono
assolutamente disattendere, per la gioia di mercanti e operatori turistici.
La
ritualità – quella seria – è un modo in cui l’uomo dà un significato superiore
alle attività utili o necessarie alla sua esistenza, o meglio riconosce ed
esprime il significato che esse hanno già di per sé in quanto compiute da un
essere dotato di coscienza e libero arbitrio. Gli stessi atti legati alla
nutrizione e alla riproduzione, che l’uomo ha in comune con gli animali,
portano in sé ben altro valore e manifestano la sua natura relazionale. Non a
caso si mangia intorno a un tavolo; l’uomo e la donna, unendosi secondo natura,
si guardano necessariamente in volto, a differenza delle bestie. Tutto ciò che
riguarda la conservazione e la trasmissione della vita, lungi dal rimanere
confinato al piano meramente fisico, è elevato dalla dignità umana a un grado
superiore.
Gli
etologi insorgeranno affermando che la realtà dei rituali non è esclusiva
all’uomo, essendo riscontrabile anche nel regno animale. Di fatto, però,
nessun’altra creatura è consapevole
di ciò che fa o può scegliere liberamente tempi, modi e circostanze per farlo.
L’uomo non è totalmente determinato dall’istinto né da leggi naturali; la
stessa conservazione della vita e della specie può essere posposta a valori di
ordine superiore all’esistenza terrestre, perfino nel paganesimo. Fra gli
animali i rituali sono indizi del fatto che il Creatore ha ordinato l’universo
in vista e in funzione dell’uomo, Suo capolavoro, disponendo un’ascesa graduale
dalla vita vegetativa a quella sensitiva a quella razionale. Qualcosa di ciò
che è caratteristico ed esclusivo della creatura dotata di anima spirituale è
in qualche modo abbozzato nelle creature inferiori.
È
la dignità stessa della persona umana – oltre al rispetto degli altri – che
esige il pudore nel modo di presentarsi e nelle manifestazioni affettive più
intense, che è naturale riservare a tempi e luoghi di intimità; è proprio su
questo punto, fra gli altri, che i poteri occulti ci violentano da decenni con
mode, spettacoli e usanze indecorose cui tanti si sono assuefatti, degradandosi
a bestie. Ma ci sono anche abitudini apparentemente meno nocive, sebbene non
poco diseducative, come quelle legate ai pasti. Per esempio, è gravemente
sbagliato permettere ai bambini e agli adolescenti di abbandonare la tavola
prima che tutti abbiano finito di mangiare e che il pasto si sia concluso: è
come dire che si è lì unicamente per rifocillarsi ed è come se le altre persone
non ci fossero.
L’essere
umano, per sua stessa natura, riconosce una gerarchia di valori fondata sulla
sua dignità intrinseca, che a sua volta dipende dalla sua origine. L’uomo
riconosce tale gerarchia dall’interno della sua coscienza, prima ancora che in
virtù di norme positive. La legge naturale è inscritta nella sua ragione quale
evidenza di una legge immutabile, quella divina, che la Rivelazione, accolta
mediante la fede, completa e perfeziona. Ogni suo gesto, dal più piccolo al più
grande, deve essere regolato e plasmato dalla volontà del Creatore, la sola che
possa condurlo al suo pieno compimento. Abituare i piccoli a trascurarla nei
comportamenti ordinari significa renderli incapaci di riconoscerla e osservarla
in quelli decisivi e nelle grandi scelte della vita.
La
natura spirituale dell’uomo nobilita dunque, già di per sé, le attività che ha
in comune con gli animali; la grazia, poi, le eleva ulteriormente in quanto
sono proprie di un essere che non solo è immagine di Dio, ma è anche Suo figlio
adottivo, partecipe della Sua vita soprannaturale. Per questo l’unione sessuale
può avvenire lecitamente soltanto all’interno del matrimonio, che è già
indissolubile per diritto naturale e, per i battezzati, è un sacramento, cioè
un atto compiuto da Cristo stesso mediante i ministri umani (quindi un atto su
cui nessuna autorità terrena ha potere). Per questo i cristiani pregano prima e
dopo i pasti, chiedendo la benedizione del Creatore e rendendogli grazie per i
Suoi doni, che sono loro concessi per aiutarli a pervenire alla mèta eterna.
Oggi,
nella confusione metafisica in cui è immersa, la gente tende a considerare
persone anche gli animali, ma credo proprio che nessuno accetterebbe, non dico
di mangiare nella ciotola del cane, ma nemmeno di lavarla con le stoviglie.
Tante donne che non hanno prole e ricorrono a tutti i mezzi per non averne,
accoppiandosi magari come capita, trattano poi i loro cagnolini come fossero
figli, ma non hanno affatto l’aria di donne felici e realizzate. Viceversa,
provate a dare del cane al figlio di qualcuno… D’altro canto, c’è chi insegna
nelle scuole che la bestialità è un’opzione sessuale fra le tante. Vedete dove
ha portato la “libertà di coscienza”, basata su una falsa esaltazione della dignità
umana? Tanti sventurati hanno perso non solo la fede, ma anche la ragione e la
dignità stessa.
Il
Verbo divino si è incarnato, certo, per svelare all’uomo l’altissima sua
vocazione, elevandone al contempo la dignità in modo impensabile, come recita
un testo della Gaudium et spes diventato un
“tormentone” della teologia postconciliare. C’è tuttavia un piccolo dettaglio
che, forse, è rimasto un tantino in ombra: che l’uomo, cioè, era separato da
Dio a causa del peccato originale nonché di tutti i peccati susseguenti e
doveva quindi esser liberato dal potere del diavolo mediante il sacrificio del
Figlio, nato nella carne per poter soffrire e morire sulla croce al posto dei
peccatori e in espiazione delle loro colpe. L’ottimismo rimane, sì, ma più
prudente, umile, vigilante; meglio giustificato, ma conscio dell’inevitabile
battaglia: la salvezza ottenuta deve estendersi a tutta l’esistenza e la si può
ancora perdere, specie se la si considera solo una bella sverniciata che nasconde
la ruggine, facendoci apparire giusti anche se continuiamo tranquillamente a
peccare in materia grave…
Alla
fin fine, norme e osservanze (quelle importanti) sono proprio necessarie. In
tanti campi, però, la “neochiesa” dirotta l’attenzione sulle stupidaggini,
quasi che certe pratiche avessero il potere di sanare automaticamente adultèri,
fornicazioni, sodomie e impurità varie, per non parlare delle tremende
ingiustizie su cui prospera l’attuale sistema socio-economico… Ma perché
guastarvi le feste con questo genere di considerazioni? Perché ormai nessuno vi
rimane estraneo, nemmeno i bambini. Quali raccapriccianti violenze, per
esempio, è costata l’estrazione della lega indispensabile alla fabbricazione
dello smartphone o del tablet che è sotto l’albero? Sarebbe
interessante parlarne, ma vi toglierebbe l’appetito; magari un’altra volta.
Partendo dalle corone d’Avvento, sono andato un po’ troppo lontano. Nella
misura del possibile, prepariamoci a un santo e sereno Natale.
-manca solo che si elabori un rito per l’accensione e lo spegnimento dei ceri- posso confermare di aver assistito a questa pagliacciata. Caro don Elia, questo 'rito'esiste, esiste.... purtroppo....
RispondiEliminaNon ci rimane che dire: "Amen!".
EliminaLo sconforto è grande. Il suo sconforto è palpabile in ogni parola del suo editoriale. http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2016/01/27/news/miniere_di_cobalto-132142114/
RispondiEliminaNon si può nascondere,bisogna divulgarlo perché si comprenda con estrema lucidità che ogni cosa del nostro benessere materiale ha un prezzo da pagare,spesso altissimo come in questo caso o in altri casi come quello delle situazioni alienanti dei lavoratori di Amazon.
La nostra vita è una battaglia,la preghiera è una battaglia per il movimento dei pensieri che mai ci abbandona .Si siamo consapevoli che bisogna rimanere vigili per rimanere umili (sempre che riusciamo)e che possiamo perdere la salvezza in ogni momento. Vediamo tutto lo scempio che si commette nelle chiese,nella dottrina e nella liturgia .Tempo fa,in privato,lei mi scrisse queste parole…”A questo punto penso anch'io che rimanga solo la preghiera e l'offerta, con la fiducia che nulla vada perduto nell'economia di Dio”… ho fatto mie queste sue parole e gliele rimando convintissima che è l’unica via d’uscita. Buona domenica don Elia,DIO Padre la benedica.
Grazie per avermi ricordato questo pensiero e per la segnalazione dell'articolo sulle miniere del Katanga. Trovo strano, però, che non si parli della situazione del Congo orientale, dove da più di vent'anni si susseguono guerre e guerriglie sanguinosissime per lo sfruttamento illegale delle miniere a scopi analoghi.
EliminaGrazie per questo e per altri commenti. La seguo da vari mesi. Se posso permettermi una modesta e affettuosa critica, perché Lei utilizza il colore marrone per il blog?
RispondiEliminaCredo che la grafica possa essere migliorata, anche a vantaggio dei lettori bisognodi di edificazione. Tante auguri di un Santo Natale. Se Lei vuole, a beneficio dei lettori, Le invio alcune segnalazioni editoriali.
Ho scelto uno sfondo già pronto fra quelli proposti. Vedrò se si possono modificare i dettagli. Mi mandi pure le segnalazioni. Santo e sereno Natale!
EliminaIl segno di Dio è la semplicità. Il segno di Dio è il bambino. Il segno di Dio è che Egli si fa piccolo per noi. È questo il suo modo di regnare. Egli non viene con potenza e grandiosità esterne. Egli viene come bambino – inerme e bisognoso del nostro aiuto. Non vuole sopraffarci con la forza. Ci toglie la paura della sua grandezza.
RispondiEliminahttps://benedettoxviblog.wordpress.com/2017/12/18/omelie-di-natale-di-benedetto-xvi/
"Dio è il Futuro dell’Uomo e del Mondo.Se perde il Senso di Dio,l’Umanità si chiude al Futuro e smarrisce inevitabilmente la Prospettiva del suo Pellegrinare nel Tempo.
E’ Lui il Senso Vero del Nostro Presente, perché Nostro Sicuro Futuro.
E la Vita dei Credenti è in Continua e Vigile Attesa della Sua Venuta" San Giovanni Paolo II
Ma noi Siamo Realmente in Attesa che il Figlio di Dio si Incarni nei Nostri Cuori?
Ma noi Desideriamo Liberare i nostri Cuori dai peccati e Ricevere in Purezza Gesù?
Ma noi ci Disponiamo in Umile Attesa Certi che il Signore Colmerà di Grazie la Nostra Vita?
Facciamo in modo che la culla del nostro cuore sia pronta ad accogliere come si conviene il Re dei Re . Santo Natale a Lei Beatissimo Padre e a tutti !
“Voi sapete che alla nascita di Nostro Signore i pastori udirono i canti angelici degli spiriti celesti. La Scrittura lo dice, ma non dice che la Vergine Santa e san Giuseppe, che erano vicini al Bambino, udissero la voce degli Angeli o vedessero quei miracolosi splendori, anzi, per contrario, udirono piangere il Bambino e videro a qualche lume… gli occhi di questo divino infante di lacrime nel pianto, tremante per il freddo. Ora vi domando: non avreste voi eletto di essere nella stalla oscura e piena di grida del piccolo Bambino, piuttosto che essere coi pastori, ed essere fuori di voi per il giubilo e l’allegrezza?”.
RispondiElimina(San Pio da Pietrelcina)
Signore Gesù, scelgo Te!
RispondiEliminaPotrei andare con l’immaginazione a visitare una comoda casa di Betlemme, potrei con l’immaginazione andare ad ascoltare qualche seduta del potente Senato romano o consultare qualche prezioso libro della ricchissima biblioteca di Alessandria…
No. Io decido di venire da Te, dinanzi a questa semplice mangiatoia, dove tra poco i tuoi vagiti si mescoleranno all’odore della stalla, dove il freddo pungente ti farà tremare tutto.
Decido di venire da Te, o Signore.
Non scelgo le comodità e i fasti illusori, non scelgo il Mondo, e ciò che il Mondo mi vuol far pensare e dire.
Non scelgo gli applausi, scelgo Te che sei venuto con la tua luce a illuminare e a salvare il Mondo.
Ma Tu, Divino Bambino, donami il coraggio di esserti fedele sempre, anche quando la comodità e la viltà mi spingerebbero a fare silenzio, donami il coraggio di non cercare il plauso del Mondo, donami la forza di impegnarmi per far conoscere al Mondo la bellezza della Verità, tua e della Chiesa Cattolica, che è la tua Unica e Santa Chiesa.
1 Pater – 10 Ave – 1 Gloria
http://itresentieri.it/novena-con-san-pio-da-pietrelcina-quarto-giorno/
Gesù alla Serva di Dio
RispondiEliminaLuisa Piccarreta (1865-1947):
"…Tutto deve essere in te dolcezza e pace, in modo da potersi dire di te ciò che si dice di Me: che non scorre altro che miele e latte, figurato il miele nella dolcezza, il latte nella pace... Se tu non sei così, Io Mi sento disonorato da te; (perché) mentre abita in te Colui che è tutto pace e dolcezza, tu non Mi onori, se mostri anche la minima ombra di un animo risentito ed inquieto. Io amo tanto questa dolcezza e questa pace, che, anche se si tratta del mio amore e della mia gloria, non voglio, non approvo mai i modi risentiti, violenti, focosi, ma voglio i modi dolci, pacifici. Soltanto la dolcezza è quella che, come catena, incatena i cuori, che non si possono sciogliere, è come pece che si attacca ai cuori, che non si possono liberare…..Poi se non piace a Me il modo risentito, non piacerà neppure alle creature. Uno che parla, che tratta le cose di Dio, con modo non dolce e non pacifico, è segno che non ha le sue passioni ordinate: E Chi non ha sé stesso ordinato, non può ordinare gli altri”.
[Brano tratto da "Libro di Cielo" volume 7, di Luisa Piccarreta]
Un po' fuori tema ma gradirei un suo parere don Elia. Il fallito attentato, anzi sventato, alla Cattedrale di San Pietroburgo mi ha fatto, oltre che felice, riflettere sulla protezione di cui gode il presidente Vladimir Putin. Se non ci fosse stato Trump l'attentato sarebbe comunque avvenuto e questa è la dimostrazione che il teocon è leale al russo. Poi chi è intervenuto se non una forza soprannaturale ad evitare lo scempio in una Chiesa? E chi se non l'Immacolata Vergine Maria che protegge la Russia, alla quale Putin è devoto e consacrato, dopo un percorso di conversione merito della grande guida spirituale l'Archimandrita Sekunov?
RispondiEliminaLa Russia gode sicuramente di una protezione soprannaturale grazie alla devozione del presidente per la Madre di Dio, la quale si è servita, evidentemente, di un americano che, per quanto accerchiato dai sionisti, sembra un uomo leale.
EliminaSento tanta rabbia quando parlo con un prete della mia città, il quale accusa la Santa Chiesa di essere stata crudele per millenni mentre adesso, grazie a Bergoglio, essa ha scoperto la misericordia di Dio, che supera ogni peccato, persino il peccato di due conviventi divorziati, mentre prima condannava, condannava, condannava.
RispondiEliminaDon Elia cosa possiamo fare noi poveri fedeli laici, lasciati in mano a questi pastori?
Grazie.
Resistete tra le braccia dell'Immacolata e spiegate a questi Pastori che, accusando così la Chiesa, accusano inevitabilmente anche Cristo.
Elimina☆ 21 DICEMBRE: Ah Redentore mio caro, e dove io starei a quest’ ora se Tu non mi avessi sopportato con tanta pazienza, ma mi avesti fatto morire quand’io stavo in peccato? Mi pento, o Sommo Bene, d’averTi così disprezzato, vorrei morirne di dolore. Tu non sai abbandonare un’ anima che Ti cerca; se per il passato io Ti ho lasciato, ora Ti cerco e Ti amo. Sì, mio Dio, Ti amo sopra ogni cosa, Ti amo più di me stesso. Aiutami, Signore, ad amarTi per sempre nella vita che mi resta; altro non Ti domando; Te lo domando e lo spero.
RispondiEliminaMaria, speranza mia, prega Tu per me; se Tu preghi, io sono sicuro della grazia.
3 Gloria al Padre…
Gesù Bambino, abbi pietà di noi.
Sembra che Sant'Alfonso abbia scritta questa Novena pensando a me .
Beatissimo Padre , permettetemi di ri-proporre all'ascolto dei fedeli Catechesi e omelie di Don Attilio Negrisolo figlio spirituale di San Pio da Pietrelcina .
RispondiEliminahttps://gloria.tv/video/RCjCV6FgDxw72ZV88WMg1J3zi
Durante gli esorcismi Don Attilio Negrisolo flagellava il demonio con le parole: "Noi tutti in Paradiso!" e il demonio rispondeva "prete porco" .... Si, chiediamo a Gesù per il Santo Natale il dono della vera e completa conversione così che andiamo "tutti in Paradiso"-
Santa conversione a tutti in primis a me !
Viva Maria! La sua luce brilli più che mai in questo Natale, illumini i nostri cuori e le tenebre del mondo affinché Cristo Gesù sia accolto e adorato come unico redentore. Amen
RispondiEliminahttps://gloria.tv/article/E6yYVstaDyyh2UrS7x1xHnpHJ
RispondiEliminaA Lei Beatissimo Padre segnalo questo sito https://tempidimaria.com/
e' un sito aperto da un Frate Francescano dell'Immacolata Fra' Pietro Pio Maria Pedalino, scrive anche su http://www.settimanaleppio.it/flip.asp?id=1811 spesso il Giovedì interviene nella trasmissione "A tu per tu con il settimanale di Padre Pio " su Radio Buon Consiglio. In questo sito il Frate analizza solo le apparizioni di Maria. Lo trovo interessante.
Grazie per le segnalazioni.
EliminaChe don Attilio interceda per noi e ci aiuti ad arrivare in Paradiso.