Storia di pedofili,
iene e prelati
Ego in
innocentia mea ingressus sum (Sal 25, 1).
Nei
primi anni del nostro secolo, un giovanissimo adolescente arriva a Roma per
essere avviato al sacerdozio in un esclusivo vivaio di vocazioni: all’ombra del
Cupolone, gli innocenti virgulti vengono iniziati all’amore della liturgia
cattolica servendo come chierichetti al Santo Padre, oltre che a cardinali,
vescovi e monsignori di curia. Il nostro eroe, tuttavia, ha già fatto una precoce
e terribile scelta di campo per il vizio più turpe e ripugnante: ha infatti la
curiosa abitudine di infilarsi nei letti dei compagni per costringerli ad atti
contro natura. A mano a mano che avanza negli studi, comincia ad assumere ruoli
direttivi che gli permettono di esercitare sui più piccoli pressioni e ricatti
al fine di soddisfare la sua insaziabile quanto ignobile voglia. Al tempo
stesso, senza il benché minimo imbarazzo, continua a comparire nelle liturgie
papali in ruoli di evidenza, ricevendo perfino la santa Comunione dalla mano
dei successivi pontefici.
Un
compagno di studi, testimone oculare dei ricorrenti misfatti, decide allora di
rivolgersi a diverse autorità, fino al responsabile più alto della gestione pastorale
della Cittadella, il Vicario di Sua Santità. Quest’ultimo deve la sua notorietà
ad un abile sfruttamento dell’amicizia con Madre Teresa di Calcutta, mentre la
sua fulminante carriera sembra piuttosto dovuta a forti legami con l’ambiente
dell’alta finanza romana. Con una loquela e una mimica sapientemente costruite,
da far concorrenza al Predicatore della Casa Pontificia, egli incanta le folle
con ispirate meditazioni sui Santi e sulla Vergine,
pubblicate in volumi di sublime spiritualità. Il porporato promette
all’angustiato seminarista il dovuto intervento del caso, ma l’unico effetto
sortito dalla denuncia è l’allontanamento del “delatore”, il quale, visto l’esito
dei suoi tentativi, si rassegnerà infine a rivolgersi ad un giornalista,
ben felice di trovar materia per un nuovo libro-scandalo.
Ufficialmente,
tre “inchieste” interne non accertano alcun crimine e tutto viene messo a
tacere. È così che, pochi mesi fa, il seminarista corrotto e corruttore è
solennemente ordinato sacerdote e un paio di settimane dopo destinato ad una
“comunità pastorale” come responsabile dell’oratorio… Ma, proprio quando la
brutta storia sembra ormai acqua passata, ecco spuntare una troupe televisiva che, fedele al nome
preso da un animale che si nutre di carogne, vuol gettarla in pasto al pubblico
del circo, assetato di sangue e di putredine. I fatti riferiti dal giornalista
di cui sopra vengono quindi confermati con interviste ricche di dettagli tanto
realistici quanto vergognosi. I diversi ecclesiastici coinvolti (rettore del
seminario, vescovo emerito, vescovo in carica), pure interpellati, rispondono
senza batter ciglio che le inchieste, a suo tempo, non hanno fornito alcun
elemento a carico del predatore in tonaca e che, quindi, si tratta di pure
calunnie.
Ancora
una volta tutto parrebbe rimesso in ordine, con buona pace dei bambini
deflorati nel fior dell’innocenza nonché delle loro ignare famiglie, che li
avevano fiduciosamente affidati alle cure materne di Santa Romana Chiesa. Ecco
invece che una di quelle odiose bestie della savana, fiutato il sangue di
un’altra vittima, riesce a scovare l’ex-giudice della curia vescovile
coinvolta, professore di diritto canonico. Quest’ultimo, già all’inizio del
nuovo pontificato, era stato incaricato di indagare sulla sporca vicenda per
fornire un parere in vista della rimozione del rettore del seminario (che
proteggeva il giovane depravato), parere che era stato però clamorosamente
disatteso dal vescovo precedente, inducendo il canonista a dar le dimissioni
dal suo ruolo di curia. Il successore, nonostante questo, lo costringe a
riprendere in mano il caso, ma nemmeno lui, inspiegabilmente, ne accetta il
responso e decide di procedere ugualmente all’ordinazione sacerdotale del
candidato indegno. Forse che, tirando via un verme dal buco, si rischiava di
far venir fuori tutta una catena di vermi molto più grossi?
A
questo punto l’onesto quanto esasperato docente cade nella trappola tesagli
dallo spregiudicato giornalista e si lascia sfuggire la verità, coperta da segreto
istruttorio: il Vicario del Papa e il vescovo di allora sapevano, ma hanno
insabbiato tutto. Apriti cielo: a causa non certo del secondo, che si gode la
sua pantofolaia pensione, ma del primo, vero pezzo da novanta che amministra
con proverbiale larghezza milioni di euro, alla faccia della “Chiesa povera per
i poveri”. In realtà pare che anche il buon papa Francesco – quello della tolleranza zero nei confronti dei preti
pedofili – fosse al corrente di tutto fin dall’inizio, informato dal Vicario.
Come mai nessuno è intervenuto? Qui entrano in scena i soliti complottisti, fra
cui chi scrive: non per il gusto di rimestare nel torbido o di amplificare gli
scandali, ma anzitutto per un insopprimibile
senso di giustizia nei riguardi di un confratello retto e coscienzioso
che, per aver fatto semplicemente il suo dovere, rischia ora di ritrovarsi in
mezzo alla strada, qualora non ritratti le sue dichiarazioni.
Le
nostre supposizioni guardano però più lontano: certi scandali sembrano bombe a
orologeria confezionate per scoppiare in un momento preciso con un determinato
effetto. Un gravissimo caso di pedofilia che si è protratto per anni, nel cuore
della cristianità, sotto lo sguardo di superiori che hanno chiuso entrambi gli
occhi, fino al livello più alto possibile, viene inspiegabilmente tollerato
fino all’ordinazione di un pervertito, ma esplode – guarda caso – proprio
mentre si sta preparando un sinodo sul ministero sacerdotale che, come si
vocifera, dovrà rimettere in discussione il celibato dei preti. D’altronde già
nel giugno del 2015 padre Hans Zollner, vice-rettore dell’Università Gregoriana
e presidente del Centro per la protezione
dei minori, aveva dichiarato che la crisi degli abusi da parte di membri
del clero esige una «risposta teologica e spirituale» che sia un’«occasione di
ripensare la teologia del sacerdozio» (1). Curiosa come risposta…
Il buon senso si aspetterebbe piuttosto un bel repulisti all’interno della
gerarchia.
Secondo
il nostro zelante gesuita, «papa Francesco veramente prende sul serio questa
tragedia» e «vuole veramente combattere con tutta la sua forza questo, con
tutto il suo impegno personale». Avevamo già legittimi dubbi in proposito, visto
quanti sodomiti clericali continuano a impazzare impunemente oltre Tevere, ma
quest’ultima squallida vicenda ce li ha tolti in modo definitivo, nel senso che
li ha trasformati in certezze. Cinquant’anni fa le “nuove idee” hanno fatto
saltare la disciplina dei seminari, diventati covi di pervertiti, e disintegrato
l’identità sacerdotale, ridotta a maschera intercambiabile. Ora vediamo i frutti
più “maturi” della svolta, che è stata attentamente pianificata e attuata dalla
massoneria per mezzo dei suoi infiltrati nella Chiesa. Il risultato finale
perseguito, tuttavia, non è semplicemente il pervertimento del clero, ma la
distruzione dello stesso sacerdozio cattolico, che Satana ha in odio sopra ogni
cosa, insieme alla Messa.
Che
si tratti di un “papa” che per anni lascia violentare i bambini a pochi metri
dalla sua residenza o di un cardinale dalla mistica eloquenza e
dall’altrettanto viscida ipocrisia che copre i viziosi ed è forse a capo di
un’intera cordata di quei ributtanti soggetti, che siano ignavi superiori di
seminario o vescovi compiacenti che obbediscono a iniqui ordini vaticani perché
crimini orrendi proseguano indisturbati in uno dei luoghi più sacri al mondo,
sono tutti burattini di un disegno ben più vasto che vuol minare la Chiesa
Cattolica come strumento di redenzione e via di salvezza. Dobbiamo forse pregare
perché la terra si apra sotto i loro piedi e l’Inferno li inghiotta per sempre?
Ne saremmo tentati, ma dobbiamo soprattutto mobilitarci perché questo articolo
raggiunga onesti e influenti giornalisti che possano intervenire con le loro penne.
Bisogna
salvare i ragazzini del seminario (considerato da certi monsignori una “riserva
di caccia”), i quali sono sistematicamente violati non solo nel corpo, ma anche
nell’anima, dato che la loro fede ingenua è stravolta dall’intreccio di potere
e perversione di cui diventano testimoni e, talvolta, complici. Ma bisogna
salvare pure l’unico sacerdote – dopo il padre spirituale del seminario, a suo
tempo prontamente rispedito sui monti – che in rapporto a questo caso abbia
tentato di fare qualcosa per loro e, scontratosi con l’immonda piovra che ha
allignato tra le mura leonine, si è per questo bruciato. Se mai qualcuno, nelle
stanze del potere ecclesiastico, ha ancora un barlume di coscienza che non si
sia spento del tutto, faccia qualcosa per aiutarlo: nella Chiesa non possiamo continuare
a contare soltanto sui giornalisti.
N.B.
A scanso di equivoci, sia ben chiaro che “don Elia”, nonostante quel che si
potrebbe credere, non appartiene alla diocesi in questione e non ha ricevuto informazioni
dal sacerdote coinvolto, il quale non sa nulla di questo articolo, ma che
incoraggio caldamente a rivolgersi alla magistratura civile in modo che non sia
lui, innocente, a pagare, ma i colpevoli, se esiste una possibilità di
intervento giudiziario nonostante il fatto che i crimini siano stati commessi
in un altro Stato. Quanto al celebre Vicario dalla faccia di… bronzo, è pur
vero che è protetto dall’immunità diplomatica, ma una giusta campagna mediatica
potrebbe costringerlo a dimettersi lasciando un vuoto al vertice della cordata.
Questo caso ha messo in luce il “tallone d’Achille” di quel laido sistema di
potere che ha occupato la Santa Sede e potrebbe quindi rappresentare l’inizio
del suo crollo, tanto agognato dai veri credenti per il bene della Sposa di
Cristo, purché non si risolva nell’ennesimo attacco alla Chiesa Cattolica e in un’ulteriore
pubblicità per il suo “salvatore” argentino.
Al
giovane giornalista televisivo, poi, mi permetto di offrire un consiglio
paterno: corri a fare una buona confessione, perché con il tuo stratagemma hai
rovinato un sacerdote limpido e buono, che tu stesso hai riconosciuto tale
prima di tendergli il tuo spregevole tranello. Ammesso che tu stia davvero
lavorando per la verità, il fine non giustifica i mezzi – dovresti saperlo. Se accogli
sinceramente la grazia, ti potrebbe anche capitare di convertirti, come è già
successo a un tuo collega; così potrai riparare le tue colpe mettendo il tuo
talento al servizio del campo giusto (quello che alla fine trionferà),
piuttosto che di quello che ti sta usando per fare del male e ti getterà via
quando non gli servirai più, prima di essere a sua volta distrutto. Visto che
vieni dalla cattolica Sicilia, forse in te c’è ancora qualcosa di buono. Leggiti
la meditazione di sant’Ignazio sulle due bandiere. Pensaci. L’Inferno esiste.
(1) http://it.radiovaticana.va/news/2015/06/22/p_zollner_papa_sempre_pi%C3%B9_impegnato_nella_lotta_a_abusi_/1153287
(1) http://it.radiovaticana.va/news/2015/06/22/p_zollner_papa_sempre_pi%C3%B9_impegnato_nella_lotta_a_abusi_/1153287
Secondo me, una delle possibili risposte a questo problema - che non c'entra direttamente con il problema della pedofilia - è che i sacerdoti, o aspiranti tali, appartengano obbligatoriamente ad una congregazione, che abbia ovviamente delle case, una sua vita interna fatta di preghiera, servizio all'interno, regolare noviziato: si potrebbero o creare noviziati che coincidono con la formazione sacerdotale, per i confratelli che scelgono il sacerdozio, mentre gli altri possono rimanere "fratelli laici". Questo secondo me legherebbe i sacerdoti sia a una regola, com'era all'inizio - non esistevano i preti, ma canonici regolari che svolgevano servizio nelle parrocchie - sia ad una vita e ad un regolamento interno, oltre che al carisma specifico della congregazione di appartenenza, facendo del servizio liturgico ed eventualmente pastorale un'emanazione del carisma della congregazione, non una consegna "in toto" del candidato al sacerdozio alle forze del mondo, con relative passioni e pulsioni, che verrebbero semplicemente regolamentate dalla regola della congregazione. Altrimenti non si capisce se un prete è un celibe che veste una talare o un religioso che fa opera di misericordia.
RispondiEliminaBuonasera don Elia,quanto ciarpame. Questi sacerdoti sono dei Giuda pervertiti e rinnegati .Con una carne maculata di lussuria toccano il SS Corpo del Signore. Osano ripetere e predicare la Parola e la Legge di Divina quando Parola e Legge di Dio sono a loro condanna .Questi sacerdoti sono già dei demoni che trascinano all’inferno pezzi di umanità .Se Dio vede la caduta di un solo capello della nostra testa come non può vedere un anima che muore!Agli uccisori di queste anime Dio chiederà ragione e darà condanna .Di questo dobbiamo esser certi .Grazie don Elia,riflessione dolorosa la sua ,ma giusto divulgarla. I tempi dell’anticristo si stanno avvicinando,ma non sono ora. Questi sono solo i prodromi:i tempi dell’uomo iniquo,del pastore-idolo. Che profonda tristezza! AAA cercasi sacerdoti illuminati ,disponibili al sacrificio e alla preghiera nell’umiltà e nel nascondimento per la salvezza di tutti noi che siamo sull’orlo del baratro.
RispondiEliminaDopo aver letto il suo articolo ho visto il servizio di "quarto grado". Sono andato a letto con il voltastomaco. Efebici pretini,precoci vicedirettori di preseminari,costretti ad accusare le vittime loro colleghi di corso. Monsignori maestri di pederastia che esercitano un'autorità con la malizia dell'orco. Vescovi emeriti e non che negano, insabbiano, nascondono e sputtanano come vecchie bagascie di sordidi bordelli. Che schifo,che schifo don Elia e mi perdoni il linguaggio "figurato". Li ha visti come vestono, come parlano, come si muovono,con le mossine, le boccucce, come ammiccano? Senza un segno distintivo, sciatti,brutti, sporchi, sempre indaffarati, con le chiavi dell'auto sempre in mano, non fanno un passo a piedi. Vanno a cena in pizzeria la sera con giovanetti e giovincelle al seguito o alle "cene alpha" con l'immancabile stornellata finale, con balletto annesso.Scendono dai SUV, d'inverno nascosti nei piumini e sciarpe colorate, d'estate in pantaloncini e magliette attillate, barbetta di una settimana, visto che la settimana prima erano a Medjugorie e quella avanti al campo scout e quella prima al campo giovani e quella avanti al campo famiglie. Ignoranti, cafoni, senza vocazione, senza cultura, senza un mestiere, senza una fede, senza passato, senza futuro, senza speranza. Mia figlia, laureata specializzata professionista,che esce di casa alle otto e rientra alle 19 dal lavoro,alla quale dico la domenica "confessati è comunicati" oggi mi ha detto: "perché i giovani dovrebbero frequentare la Chiesa?". Perché figlia mia in questo mare di fango e di letame spuntano anche fiori che profumano l'aria, allietano la vista e gratificano lo spirito. Sono i sacerdoti che noi conosciamo e frequentiamo, tra questi c'e lei don Elia e Dio la benedica.
RispondiEliminaFrequentiamo la Chiesa per Cristo, rimaniamo nella Chiesa per Cristo ,per amore di Cristo. Si ritornerà alla fede catacombale? Si, se i tempi lo richiederanno. Non è la vita con le sue potenti relazioni,non è la grande cultura che fa di un uomo un sacerdote, ma la sua anima. L’anima è fiamma, luce ,amore e fa di un sacerdote un pastore, un padre, un maestro,un giudice. Sacerdoti santi che sanno ancora dedicarsi al sacrificio per amore di Dio e del prossimo e lo fanno cosi silenziosamente che il mondo non si accorge di loro. Sarà per questi che un “piccolo resto” si salverà e lei,carissimo don Elia,per molti di noi è cosi fisicamente distante!Solo DIO sa quanto bisogno abbiamo di trovare questi “luci” anche dalle nostre parti cosi da potersi aggrappare per non precipitare. Che il Cielo ci aiuti,cari saluti.
RispondiEliminaSUPPLICA DELLA MEDAGLIA
RispondiEliminaO Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.
Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unisono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui. Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti.
Tu che hai promesso, proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi.
Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia. O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti.
Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia. Salve Regina
Beatissimo Padre , sono tarda di comprendonio per cui non capendo bene, di malavoglia mi sono risolta di vedere il video del programma "le iene". Di questo programma ho visto in passato qualche puntata ricavandone l'idea di un prodotto televisivo sgradevole , a volte pieno di doppi sensi . Non e' certo un programma di inchiesta ( forse non sono giornalisti ma attori che seguono un copione ). Di contro il Sig.Nuzzi e' giornalista che non leggo .
RispondiEliminaAltro a parer mio deve essere il comportamento dei seguaci di Cristo e quando la Chiesa ha dato gli strumenti giusti si e' avuto un bel repulisti , senza scandalizzare i "piccoli" , in silenzio e con tanta carita' :
http://paparatzinger4-blograffaella.blogspot.it/2011/08/la-risposta-della-santa-sede-alla.html
http://paparatzinger6blograffaella.blogspot.it/2012/07/le-decisioni-e-lesempio-di-papa.html
Quanto a noi , popolo di Dio , rimbocchiamoci le maniche , preghiamo e facciamo sacrifici per aiutare i Pastori della Chiesa Cattolica affinche' svolgano con responsabilita' il proprio ministero . Guardiamo all' esempio di P.Kolbe che non si stancava di pregare per la conversione dei massoni :
" O Maria Concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi "
e aggiungeva :
" e per quelli che a Voi non ricorrono , in particolare per i nemici della Santa Chiesa e per quelli a Voi raccomandati "
L'opera di risanamento di Benedetto XVI, discreta ma efficace, era la risposta giusta, ma sappiamo com'è andata a finire. Per i fedeli, invece, quello di padre Kolbe è senz'altro un ottimo esempio. Bisogna recitare spesso la giaculatoria insegnata dalla Madonna a santa Caterina Labouré con l'aggiunta di san Massimiliano per la conversione dei massoni.
EliminaLe straordinarie apparizioni della Madonna a Kibeho
RispondiEliminaUna Lourdes nel cuore dell’Africa nera
In un piccolo lembo dell’Africa centrale è sorto un Santuario intitolato a ‘Nostra Signora dei Dolori’. Qui, 23 anni fa, la Madonna apparve ad alcune ragazze del luogo per invitarle a pregare per la salvezza del mondo.
https://it-it.facebook.com/radiomaria/posts/1613038322067445
*** I MESSAGGI DELLA MADONNA DI KIBHEO ***
https://it-it.facebook.com/radiomaria/posts/1613041058733838
Ave Maria !
CORONCINA DI NOSTRA SIGNORA DEL DOLORE DI KIBEHO
RispondiEliminaNel Nome e del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Inizio:
Ave Maria dell'Addolorata: "Ave Maria, piena di dolori, il Crocifisso è con Te, Addolorata sei Tu fra le donne e Addolorato è il frutto del Tuo seno Gesù! Santa Maria, Madre del Crocifisso, ottieni lacrime di compunzione a noi, crocifissori del Figlio Tuo, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen".
Sui grani grossi della Corona del Rosario:
"Madre di Misericordia, tieni vivo di fronte al nostro cuore il Tuo dolore".
Sui grani piccoli della Corona del Rosario:
"A me peccatore e a tutti i peccatori concedi la contrizione perfetta dei nostri peccati". (10 volte)
Infine:
Pater, Ave, Gloria, eterno riposo...
Ave Maria !
Sforziamoci di riparare per noi e per tutti .
Antico Stellario di Maria Immacolata
RispondiEliminae Novena composta da S.Pio X
https://cooperatores-veritatis.org/2016/10/20/antico-stellario-di-maria-immacolata/
Chiediamo ogni giorno a Gesù la grazia della fedeltà e della perseveranza finale.
RispondiEliminaAve Maria !
San Luigi Maria Grignon da Montfort
RispondiEliminaLETTERA AGLI AMICI DELLA CROCE
http://www.parrocchiasanmichele.eu/phocadownload/buonastampa/lettera%20agli%20amici%20della%20croce.pdf
http://cordialiter.blogspot.it/2017/11/conquistare-anime-gesu-cristo.html
RispondiEliminaUna volta ascoltata e accolta la Parola di Dio non si puo' fare a meno di portarla ad altri -Bisogna conquistare anime a Gesù Cristo -ognuno deve farlo secondo le proprie possibilita' e il proprio stato .
“Con l’orazione porrai la spada in mano a Dio, perché combatta e vinca per te.”Lorenzo Scupoli
RispondiEliminaLorenzo Scupoli è stato un presbitero, religioso e scrittore italiano, appartenente all'ordine dei Chierici Regolari Teatini, e autore de Il combattimento spirituale, uno dei classici della spiritualità cattolica.
Ma ad altri poi che pongono nelle suddette opere esteriori tutto il loro fondamento, possono, non per difetto delle cose in sé (che sono tutte santissime) ma per difetto di chi le usa, porgere talvolta occasione di rovina più che i peccati fatti apertamente. Mentre sono intenti solo in esse,
RispondiEliminaabbandonano il cuore in mano alle inclinazioni e al demonio occulto, il quale, vedendo che questi già sono fuori del retto sentiero, li lascia non solamente continuare con diletto nei suddetti esercizi ma anche spaziare secondo il loro vano pensiero per le delizie del paradiso, dove si persuadono di essere sollevati tra i cori angelici e di sentire Dio dentro di sé. Questi si trovano talora tutti assorti in certe meditazioni piene di alti, curiosi e dilettevoli punti e, quasi dimentichi del mondo e delle creature, par loro di essere rapiti al terzo cielo.Ma in quanti errori si trovino questi avviluppati e quanto siano lontani da quella perfezione che noi andiamo cercando, facilmente si può comprendere dalla vita e dai loro costumi: infatti questi vogliono in ogni cosa grande e piccola essere preferiti agli altri e avvantaggiati su di loro, sono radicati nella propria opinione e ostinati in ogni loro voglia. Ciechi nei propri, sono invece solleciti e diligenti osservatori e mormoratori dei detti e dei fatti altrui. Se tu li tocchi anche un poco in una certa loro vana reputazione, in cui essi si tengono e si compiacciono di essere tenuti dagli altri, e li levi da quelle devozioni che usano passivamente, si alterano tutti e s'inquietano moltissimo. E se Dio, per ridurli alla vera conoscenza di se stessi e sulla strada della perfezione, manda loro travagli e infermità o permette persecuzioni (che non vengono mai senza sua volontà, così volendo o permettendo, e che sono la pietra di paragone della lealtà dei suoi servi), allora scoprono il loro falso fondo e l'interno corrotto e guasto a causa della superbia.
IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE di LORENZO SCUPOLI
“Non riceve la corona se non chi ha combattuto secondo le regole”(2Tm 2,5).
Padre ,
RispondiEliminaGesu' e' la Vite e noi i tralci pertanto deboli e soltanto finche' resteremo attaccati alla Vite potremo vivere per la linfa , per la Sua Grazia .
Gesu' mio ,non Tu , ma io dovrei avere il cuore trafitto , per i tanti peccati che ho commesso !
Padre , Benedite il Signore per me , per la infinita pazienza che ha avuto per me !
Signore accendi d'amore per Te
RispondiEliminail nostro cuore spento !
O alto e glorioso Dio,
RispondiEliminaillumina le tenebre
del cuore mio.
Dammi una fede retta,
speranza certa,
carità perfetta
e umiltà profonda.
Dammi, Signore,
senno e discernimento
per compiere la tua vera
e santa volontà.
Amen.
Mi permetto di segnalare a don Elia il caso di Anthony Sablan Apuron, arcivescovo pedofilo neocatecumenale, i cui primi atti pedofili risalgono a quando era seminarista diciannovenne, e che si sono protratti per diversi decenni lungo la sua vita sacerdotale (non sappiamo però fino a che punto si sia spinto successivamente il soggetto).
RispondiEliminaLa stampa italiana - anche laicista - ha incredibilmente ignorato il suo caso, citandolo solo riguardo ad altri argomenti come ad esempio quando il cardinal Burke fu inviato a Guàm per qualche settimana e gli ingenui tradiconservatori strillarono all'esilio. Quando la stampa laicista avida di scandaletti ecclesiali ignora accanitamente uno scoop del genere, si può immaginare la posta in gioco e gli intrecci diabolici da non disturbare.
Quel pedofilo, tuttora titolare dell'arcidiocesi di Agaña (che coincide con l'isola di Guàm nell'oceano Pacifico, territorio incorporato degli USA), già noto per una enorme quantità di malversazioni pastorali ed economiche dovute alla sua appartenenza (e ubbidienza) al Cammino Neocatecumenale, salì ai disonori delle cronache a maggio 2016 quando alcune delle sue vittime (che erano chierichetti all'epoca degli abusi) decisero di metterci la faccia e di denunciarlo pubblicamente chiedendo giustizia - quantomeno che il pedofilo vescovo venga ridotto allo stato laicale.
La sentenza vaticana era attesa per prima dell'estate 2017, quindi per fine luglio, quindi per i primi di ottobre, ed attualmente è ancora "attesa". Si tratta certamente di una sentenza di condanna, sia per la credibilità delle vittime (che hanno denunciato quando avevano tutto da perdere e nessun sostegno legale: ed infatti il pedofilo annunciò che avrebbe usato ogni risorsa diocesana per pagare avvocati per ridurle sul lastrico), sia per il fatto che se ci fosse anche un solo spiraglio per un'assoluzione con formula di dubbio i neocatecumenali avrebbero suonato la grancassa per il loro povero fratello vescovo "perseguitato".
I contorni dello scandalo - che abbiamo trattato spesso sul blog Neocatecumenali - sono ovviamente più raccapriccianti di quanto peggio si possa immaginare. Tra cui ad esempio la falsificazione di documenti del Catasto di Guam, la connivenza dell'Avvocatura di Stato di Guam, la direttrice neocatecumenale di banca che ospita il pedofilo latitante, il Vicario Apostolico dell'Arabia e del Kuwait che non solo accoglie un prete neocatecumenale che era stato beccato dalla polizia a fare sesso con una minorenne neocatecumenale, ma lo mette pure a fare pastorale giovanile, mentre affiorano - con prevedibile fatica - indizi di pedofilia anche di altri due vescovi di Guam, e la copertura data ai preti pedofili da parecchi decenni a questa parte. Quello di Guam è un bubbone serio che la stampa massonico-laicista ha per ora avuto ordine di ignorare.
Lo scopo del "papa rosso" del dicastero per l'Evangelizzazione dei popoli - grande amicone dei neocatecumenali - è quello di procrastinare la cosa per altri tre anni, tempo necessario a mandare in pensione e lontano dai riflettori il vescovo pedofilo. Giustamente i gaudenti vescovi temono più della peste la creazione di un precedente secondo cui l'episcopato non è più comoda garanzia contro i propri scheletri nell'armadio.
Alcune risorse:
- le pagine dedicate al caso sul nostro blog:
https://neocatecumenali.blogspot.com/search/label/Guam
- il blog di Tim Rohr che da anni sta informando i cattolici della diocesi di Guam sulle malefatte del vescovo pedofilo e dei neocatecumenali:
http://www.junglewatch.info/
Grazie per la segnalazione. Ero a conoscenza del caso di Apuron, ma non sapevo che il "bubbone" del clero neocat, a Guam (e certamente altrove), fosse così grosso. Continuate a combattere: la giustizia di Dio vuole la collaborazione dell'uomo. Sono convinto che, prima o poi, arriverà la ventata che spazzerà via i papaveri, ma dobbiamo prendere posizione fin d'ora per trovarci al riparo, quel giorno.
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