Con l’autorità della
Signora
… et in Ierusalem potestas mea (Sir 24, 15).
La
tradizione liturgica d’Oriente e d’Occidente utilizza nelle feste mariane i
passi dell’Antico Testamento in cui parla la Sapienza di Dio personificata. La
lettura cristiana di quei testi ispirati li riferisce in prima istanza al
Verbo, la Persona divina in cui sussiste la Sapienza creatrice del Padre. Anche
l’interpretazione mariana, tuttavia, deve essere molto antica, dato che è
comune ai due grandi “polmoni” della Chiesa; potrebbe risalire persino
all’epoca apostolica o subapostolica. Non c’è per questo contraddizione, dato
che la Sacra Scrittura può essere compresa a partire da varie prospettive; tra
Madre e Figlio, oltretutto, c’è una tale unione e affinità che quanto
appartiene all’uno per natura è proprio anche dell’altra per partecipazione.
Nonostante l’ultima riforma della liturgia romana abbia completamente espunto
quei testi sapienziali dalle feste della Madonna, dunque, è più che lecito – se
non doveroso – cercare di conservare e comprendere una primitiva intuizione che
potrebbe provenire dal più intimo di Gesù e Maria, l’apostolo che,
rappresentando tutti noi, La ricevette come madre sul Calvario.
La
difficoltà maggiore che sembra opporsi all’applicazione mariana è l’idea che la
Vergine abbia in qualche modo cooperato alla Creazione, secondo quel che la
Sapienza dice in prima persona nel capitolo ottavo del libro dei Proverbi.
Certamente non si intende affermare la preesistenza della Sua anima, in accordo
con un errore origeniano condannato dal II Concilio di Costantinopoli nel 553.
Tuttavia l’acume contemplativo di san Giovanni, grazie alla profonda
familiarità con la Madonna, potrebbe aver ricevuto una luce particolare dello
Spirito Santo circa il mistero della Sua persona. Senza alcun dubbio, Ella ha
cominciato ad esistere al momento della Sua concezione immacolata, ma da tutta
l’eternità era ben presente nel progetto di Dio, il quale L’aveva eletta e predestinata
a un compito del tutto speciale nel piano di salvezza. Su questo tutti
concordano; ma come concepire un Suo eventuale ruolo nell’opera creatrice?
Jean-Jacques Olier, uno dei massimi autori della Scuola francese di
spiritualità, in una vetta della mistica giunge a immaginarla come una gran signora
che predispone la dimora dello sposo.
Quanto affermato dalla Sapienza personificata –
ribadisco – si applica anzitutto e propriamente al Lógos creatore; eppure non si può credere che Colui che ha così
strettamente associato la Madre alla Redenzione non L’abbia in qualche modo
coinvolta nel realizzarne la premessa. Mi piace pensare che, nell’Eccomi dell’Annunciazione, Ella abbia
non solo acconsentito all’Incarnazione e a tutto ciò che ne sarebbe scaturito,
ma anche espresso la propria accoglienza, a nome di tutto l’essere creato, dell’iniziativa
creatrice che il Padre aveva realizzato per mezzo del Figlio. Nella Sua
prescienza Dio sapeva che, un giorno, una creatura eletta vi avrebbe
corrisposto nel modo più puro e perfetto possibile, come neppure i Progenitori
erano in grado di fare, ancor prima del peccato originale. Nell’eterno presente
del mondo divino, quell’adesione attiva all’opera di creazione, seppure
storicamente successiva, dev’essere valsa come quella collaborazione sponsale
che la Chiesa, nella sua liturgia, ha visto profetizzata nei libri sapienziali.
Nel
libro del Siracide la Sapienza, che si incarna nella Legge, percorre il cielo e
la terra in cerca di un luogo in cui fissarsi e trovare riposo, stabilendosi
infine in Gerusalemme, centro del suo potere e della sua irradiazione (cf. Sir
24). Anche in questo caso la tradizione cristiana, soprattutto nel Medioevo, dopo
aver colto il pieno adempimento di questo testo sacro nel Verbo incarnato, lo
applica poi anche a Colei che L’ha messo al mondo. Nel nuovo Israele la Figlia di Sion occupa un posto di
assoluto rilievo e detiene un’autorità specifica, seppure a livello spirituale,
piuttosto che giurisdizionale. Con una trasposizione analogica di quanto Pio
XI, nell’enciclica Casti connubii, insegna a proposito
della famiglia, si può affermare che anche nella Chiesa, famiglia di Dio, c’è
un primato di governo (quello
esercitato dal padre) e un primato
d’amore (quello esercitato dalla madre). Al Capo del collegio apostolico,
san Pietro, compete il primo, ma il secondo spetta alla Madre di Gesù. Già il
Nuovo Testamento la vede nel cuore della Chiesa nascente (cf. At 1, 14), mentre
antichissime tradizioni gerosolimitane, poi riprese da Leone XIII
nell’enciclica Adiutricem populi, raccontano come gli
Apostoli facessero continuo riferimento a Lei, andando e venendo dalle loro
missioni, per riceverne consiglio, incoraggiamento, sostegno, forza e
consolazione.
È
allora del tutto naturale che i Papi, soprattutto negli ultimi due burrascosi
secoli, Le abbiano riservato speciale devozione e filiale obbedienza.
Meraviglia però che, fra tanti atti di consacrazione del mondo, delle diocesi,
delle parrocchie e di singoli fedeli, sia finora mancata una consacrazione
della Santa Sede. Dal punto di vista del ruolo, ovviamente, un atto del genere
potrebbe essere compiuto unicamente dal Sommo Pontefice; tuttavia chi riconosce
l’autorità spirituale della Madre della Chiesa può presumere, con l’audacia del
figlio, di effettuarlo ricorrendo ad essa. Consacrare la Sede petrina al Cuore
immacolato di Maria, in questo centenario di Fatima, significa dichiarare
pubblicamente che anch’essa, sul piano spirituale, Le appartiene e Le è
sottomessa, come pure la Chiesa intera. Se questo è vero – come è vero – si
reclama in pari tempo, nel modo più intenso possibile, il Suo intervento
materno: Ella non può lasciare che la barca di Pietro sia travolta dalla
tempesta ed è l’unica che possa ancora ottenere dal Figlio, perché la
situazione si capovolga in meglio, un atto di clemenza che le gravissime
infedeltà di tanti cristiani non meritano più.
Ai
teologi e ai dotti un’idea simile sembrerà pazzesca; noi preferiamo ritrovarci
fra quei piccoli che il Signore custodisce e la Regina porta in grembo,
istruendoli e nutrendoli. Dato che la Madonna non può consacrare qualcosa a Se
stessa, lo può fare per mezzo dei Suoi figli, così come Dio, non potendosi
glorificare da Sé, riceve gloria da chi Lo serve con fede e amore. Se Ella vorrà
condurci sulla tomba di colui che fu scelto come roccia della Chiesa e ci
concederà di consacrarle la sua Sede, ci lasceremo usare come Suoi strumenti.
Tutto è possibile a chi crede e si abbandona nelle mani di Maria, purché si
sforzi di esserle obbediente in tutto, come per trent’anni fece il Figlio di
Dio. Con la Sua grazia, che dalle mani della Mediatrice si riversa senza sosta
su di lui, chi Le è consacrato e si impegna ad attuare concretamente la propria
consacrazione in una vita santa può cooperare in modo sorprendente al bene del
Corpo mistico, nuova Creazione. Probabilmente non vedremo effetti immediati, ma
anche noi, a Dio piacendo, potremmo mettere
in moto un processo. Nelle dinamiche soprannaturali gli sviluppi positivi
cominciamo in modo nascosto, apparentemente insignificante, ma basta un
granello di senape.
Questa non è semplicemente (e, forse, un po' banalmente) una "ottima idea": questa è ispirazione divina. L'ispirazione che il Cielo dona ai suoi figli devoti.
RispondiEliminaMi unisco umilmente (e indegnamente) a queste intenzioni.
Ave Maria!
LJC
IL BEATO PADRE GABRIELE MARIA ROSCHINI (1900-1977)dell’ordine dei Servi di Maria,cosi presentava la Vergine nel suo libro tratto dalle migliaia di pagine che il Signore dettò ad un’anima umile(La Madonna negli scritti di Maria Valtorta,edizione a cura Centro valtortiano,)
RispondiElimina«E’ da mezzo secolo che mi occupo di Mariologia: studiando, insegnando, predicando e scrivendo. Ho dovuto leggere perciò innumerevoli scritti mariani, d’ogni genere: una vera ‘Biblioteca mariana’.
Mi sento però in dovere di confessare candidamente che la Mariologia quale risulta dagli scritti, editi ed inediti, di Maria Valtorta, è stata per me una vera rivelazione.
Nessun altro scritto mariano, e neppure la somma degli scritti mariani da me letti e studiati, era stato in grado di darmi, del Capolavoro di Dio, un’idea così chiara, così viva, così completa, così luminosa e così affascinante: semplice e insieme sublime’.
Tra la Madonna presentata da me e dai miei colleghi (i Mariologi) e la Madonna presentata da Maria Valtorta, a me sembra di trovare la stessa differenza che corre fra una Madonna di cartapesta e una Madonna viva, tra una Madonna più o meno approssimativa e una Madonna completa in ogni sua parte, sotto tutti i suoi aspetti…
É bene, inoltre, che si sappia che io non sono stato un facile ammiratore della Valtorta.
Anch’io infatti sono stato, un tempo, tra coloro che, senza una adeguata conoscenza dei suoi scritti, hanno avuto un sorrisino di diffidenza nei riguardi dei medesimi.
Ma dopo averli letti e ponderati, ho dovuto – come tanti altri – concludere: “CHI VUOL CONOSCERE LA MADONNA (Una Madonna in perfetta sintonia col Magistero ecclesiastico, particolarmente col Concilio Vaticano II, con la Sacra Scrittura e la Tradizione ecclesiastica) LEGGA LA MARIOLOGIA DELLA VALTORTA!
A chi poi volesse vedere, in questa mia asserzione, uno dei soliti iperbolici «slogan » pubblicitari, non .ho da dare che una sola risposta: «LEGGA, E POI GIUDICHI!»
Ha ragione don Elia..”Ella non può lasciare che la barca di Pietro sia travolta dalla tempesta ed è l’unica che possa ancora ottenere dal Figlio ,perché la situazione si capovolga in meglio.un atto di clemenza che le gravissime infedelta.di tanti cristiani non meritano più “…La Corredentrice della salvezza mitigherà la Giustizia Divina…se a Lei ricorriamo,cari saluti.
Cosa vuol dire "particolarmente col Concilio Vaticano II"? Prego una risposta.
RispondiEliminaSarebbe gran bella cosa, dubito che il vdr lo farà.Buona domenica, padre, ci ricordi nelle sue preghiere.
RispondiEliminaper S.Eutizio...a pag.7 del libro citato,nella presentazione dell'autore P.GABRIELE M.ROSCHINI,è scritto proprio cosi(ROMA 1973)Certo,poi lo spirito del Concilio è degenerato e i risultati sono davanti ai nostri occhi...ma questa è un'altra storia, lasciamola spiegare a chi ben conosce gli atti del Concilio e può fare il confronto con cognizione di causa.
RispondiEliminaNon sono tra quelli che rigettano lo spirito del CVII. Lo spirito,appunto, che fu subito eluso, allorquando furono sostituiti i 7 documenti preconciliari da tempo preparati. Non mi addentro,come lei mi chiede,nella diatriba. Troppi sono i teologi e gli storici che se ne occupano e non tutti con equilibrio, preparazione ed equidistanza. Ultimamente ho letto ed ascoltato il prof.De Mattei. Ecco uno studioso serio, equilibrato e cattolico.
EliminaLa vita e l’insegnamento di san Tommaso d’Aquino si potrebbero riassumere in un episodio tramandato dagli antichi biografi. Mentre il Santo, come suo solito, era in preghiera davanti al Crocifisso, al mattino presto nella Cappella di San Nicola, a Napoli, Domenico da Caserta, il sacrestano della chiesa, sentì svolgersi un dialogo. Tommaso chiedeva, preoccupato, se quanto aveva scritto sui misteri della fede cristiana era giusto. E il Crocifisso rispose: “Tu hai parlato bene di me, Tommaso. Quale sarà la tua ricompensa?”. E la risposta che Tommaso diede è quella che anche noi, amici e discepoli di Gesù, vorremmo sempre dirgli: “Nient’altro che Te, Signore!” (Ibid., p. 320).
RispondiEliminaPer essere Cristificati dobbiamo prima essere Marianizzati.
Sarebbe una grande grazia poter essere presenti ma se non potremo esserci ringraziamo sempre Dio per tutte le intuizioni di bene che ispira ai Suoi Sacerdoti e a chiunque si pone umilmente in Suo ascolto e prepariamo ugualmente l'anima nostra . Questo vuole essere solo il suggerimento di un'anima che desidera tanto vedere il Suo Santo Volto :
http://www.perfettaletizia.it/bacheca/mese-maggio/24%C2%B0giorno.htm
“O beatissima e dolcissima Vergine Maria, Madre di Dio ..., io affido al tuo cuore misericordioso tutta la mia vita... Ottienimi, o mia dolcissima Signora, carità vera, con la quale possa amare con tutto il cuore il tuo santissimo Figlio e te, dopo di lui, sopra tutte le cose, e il prossimo in Dio e per Dio”.
RispondiEliminaPreghiera tradizionalmente attribuita a san Tommaso e che, in ogni caso, riflette gli elementi della sua profonda devozione alla Madonna da lui definita con uno appellativo stupendo : "Triclinium totius Trinitatis" .
Padre Pio confortava una figlia spirituale nel momento del trapasso , ma la poverina temendo la morte così si lamentava : " Padre ho paura , ho paura " ! Il Padre benedicendola rispondeva : " Non avere paura , non c'e' nulla da temere , chiudi gli occhi e in un attimo sarai di la' ".
RispondiEliminahttps://intuajustitia.blogspot.it/2017/08/lassunzione-di-maria-in-cielo.html#more
Madre Santa , ci stringiamo a Te , rifugiati fra le Tue braccia non abbiamo paura , ottienici di essere pronti quando nostro Padre ci richiamera' presso di se'.
Beatissimo Padre , per incoraggiarci a vicenda ed invitare altri a percorrere la strada intrapresa , credo sarebbe utile rileggere questo articolo de Lanuovabq.che riporta l'apparizione delle Vergine Maria a Marienfried . Questa apparizione non e' tra quelle riconosciute dalla Chiesa ma penso sia interessante per pungolarci all'azione . Oltre a chiedere preghiere e riparazioni per la conversione dei poveri peccatori , la Vergine Madre parla di un Sigillo , il Suo Sigillo , che sara' impresso solo in quelle anime da Lei scelte , forti nella Fede e nella promessa di Consacrazione al Suo Cuore Immacolato e che "dovranno affidarLe la propria vita, le proprie intenzioni di preghiera, e disporsi a essere vittime riparatrici, ovvero a soffrire per tutte quelle anime che altrimenti sarebbero perse ".
RispondiEliminahttp://www.lanuovabq.it/it/articoli-a-marienfried-dove-la-vergine-apparve-tre-volte-13225.htm
Il Rosario indicato dall'Immacolata :
https://www.piccolifiglidellaluce.it/pfdl/APOSTOLATOPAGELLINE/N.%2067%20ROSARIO%20DELL'IMMACOLATA.pdf
Infine una sintesi dell'apparizione :
https://oracolocooperatoresveritatis.wordpress.com/2015/07/12/il-messaggio-della-vergine-di-marienfried/
La Vergine Madre Le fornisca l'elmo , lo scudo e la corazza per bonificare molte paludi , e a noi la Fedelta' nella promessa .
"militia est vita hominis super terram" (Iob 7,1)
Atto di consacrazione SOLENNE
RispondiElimina(composto da S. Massimiliano Maria Kolbe)
O Immacolata, Regina del Cielo e della terra,
Rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima,
cui Dio volle affidare l’intera economia della Misericordia,
io (… dire il proprio nome…), indegno peccatore, mi prostro ai Tuoi piedi,
supplicandoTi umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà Tua, e di fare ciò che Ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità.
Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso, senza alcuna riserva,
per compiere ciò che è stato detto di Te:
“Ella Ti schiaccerà il Capo” (Gn 3,15), come pure:
“Tu sola hai distrutto tutte le eresie nel mondo intero” (Lit.),
affinché nelle Tue mani immacolate e misericordiosissime
io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare
il più fortemente possibile la Tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti
e per estendere in tal modo, quanto più è possibile, il benedetto Regno del SS. Cuore di Gesù.
Dove Tu entri, infatti ottieni la grazia della conversione e santificazione,
poiché ogni grazia scorre, attraverso le Tue mani, dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.
V. Concedimi di lodarTi, o Vergine Santissima.
R. Dammi forza contro i Tuoi nemici. (SK. 1331)