Mosca, Benedetto XVI e
la consacrazione della Russia
La consacrazione
richiesta è al contempo un riconoscimento dell’importanza che la Russia
continua ad avere nel piano di Dio per la pace e un segno di profondo amore per
i nostri fratelli e sorelle in Russia. Certo, il 25 marzo 1984 papa san
Giovanni Paolo II ha consacrato il mondo, inclusa la Russia, al Cuore
Immacolato di Maria. Ma oggi, ancora una volta, udiamo l’appello di Nostra
Signora di Fatima a consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato in accordo con
le sue esplicite istruzioni (cardinale Raymond Leo Burke –
Roma, 19 maggio 2017).
Incredibile.
Una delle voci più autorevoli della Chiesa Cattolica del nostro tempo, alla
presenza di un qualificato pubblico internazionale, lo ha affermato senza mezzi
termini: la più ostacolata delle richieste della Madonna a Fatima è più che mai
attuale. Fra le righe, si insinua che la consacrazione del mondo effettuata da Giovanni
Paolo II nel 1984 non abbia corrisposto pienamente alle esplicite istruzioni della Vergine: che la Russia fosse nominata e
che l’atto coinvolgesse tutti i vescovi. Il motivo che gli aveva impedito di
ottemperare al requisito principale fu rivelato dal Papa stesso, in una
conversazione privata, al cardinale Paul Josef Cordes, come quest’ultimo ha
rivelato il 13 maggio scorso in una conferenza a Karaganda, in Kazachistan: «Per
lungo tempo, ovviamente, il Papa si era occupato della significativa missione
che la Madre di Dio aveva affidato ai tre piccoli veggenti. Tuttavia si trattenne
dal menzionare esplicitamente la Russia perché i diplomatici vaticani gli
avevano chiesto con insistenza di non menzionare quel Paese, perché altrimenti
sarebbero forse scoppiati conflitti politici».
C’è
più di un motivo a dimostrare l’attualità, se non l’urgenza, di tale
consacrazione. Gli americani, con una politica estera apparentemente
schizofrenica, stanno facendo di tutto per provocare i russi ad una guerra che
avrebbe effetti disastrosi, per la prima volta nella loro storia, anche sul
territorio degli stessi Stati Uniti. Per quanto appaia assurdo, il conflitto,
oltre a rimettere in moto un’economia stagnante e a rimescolare le carte di un
debito estero che è una voragine, avrebbe altresì lo scopo di fermare l’unica
potenza che si stia opponendo al diabolico progetto di transumanesimo con cui i signori dell’alta finanza intendono
assoggettare l’umanità snaturandola. Ma i russi hanno nervi saldissimi e di
solito non cominciano le guerre, bensì le portano a termine, quasi sempre a
proprio vantaggio. Ci vuol poco a capire che il nostro Paese, con le basi militari
che ospita, si troverebbe dalla parte sbagliata e potrebbe averne a soffrire
non poco.
A
questa considerazione di ordine terreno, tuttavia, in questi giorni se n’è
aggiunta una di ordine religioso. Germano Dottori, esperto di geopolitica ad
alto livello, ha ipotizzato che le pressioni internazionali che avrebbero
spinto Benedetto XVI alla rinuncia siano dovute, fra l’altro, alla sua decisa
opera di avvicinamento al Patriarcato di Mosca. Una saldatura ecclesiale con
l’ortodossia russa avrebbe avuto, per il nuovo ordine mondiale, pericolose
ripercussioni ben al di là dell’ambito puramente spirituale. Bisogna dire che
la rivista che ha ospitato questo intervento appartiene allo stesso gruppo editoriale
(diretto da De Benedetti) del quotidiano che più ha infangato il Pontefice
tedesco con ripetute campagne diffamatorie – mentre sta esaltando a più non
posso il successore argentino. C’è un interesse nascosto oppure, semplicemente,
il “nuovo corso” si è ormai talmente consolidato che possono permettersi di
scoprire sfacciatamente le carte? Come che sia, la Russia torna prepotentemente
sulla ribalta anche per questo.
In
fin dei conti, anche questo accanimento politico contro quel Paese, sebbene in
senso inverso, è un riconoscimento dell’importanza che la Russia continua ad avere nel piano di Dio per la pace... importanza affermata, paradossalmente, proprio da un cardinale americano. È quanto mai urgente, quindi, consacrarla al Cuore Immacolato di Maria, così che possa svolgere il compito assegnatole dal Cielo. A farlo potrebbe essere un papa spirituale, quell’uomo di silenzio e di preghiera che il Pontefice dimissionario ha di recente caldamente elogiato nel testo scritto per l’ultimo libro del Cardinale guineano... un’indicazione in codice per il prossimo conclave? Robert Sarah potrebbe piacere ai nostri fratelli orientali proprio perché umile e profondo uomo di Dio; riprendendo nella liturgia il filo interrotto della riforma della riforma, che tanto ha contribuito al riavvicinamento, potrebbe prenderli per il verso giusto, mostrando anche a noi cattolici il primato di Dio e della trascendenza. Sogni ad occhi aperti? Non è mai detto...
Al fine di «bloccare la riconciliazione con l’ortodossia russa, pilastro religioso di un progetto di progressiva convergenza tra l’Europa continentale e Mosca», secondo Dottori, sarebbe stata ordita «una macchinazione complessa». Ciò non significa necessariamente che le dimissioni di Benedetto XVI non siano state libere e che siano quindi invalide: forti pressioni esterne possono convincere una persona a compiere un atto in modo forzato anche senza esser privata della sua libertà; è quel che succede quando qualcuno prende una decisione come l’unica via percorribile o la meno dannosa. È quanto meno curioso che – come riportavamo qualche mese fa – Ettore Gotti Tedeschi sia stato convocato in Vaticano solo quattro giorni prima dell’annuncio delle dimissioni per essere informato che il Papa voleva reintegrarlo alla guida dello IOR; in quel lasso di tempo dev’essere quindi accaduto qualcosa che ha spinto il Pontefice al passo a lungo meditato. In ogni caso – come ci ha confidato un ex-allievo del professor Ratzinger, oggi eremita – chi lo conosce da vicino sa di quali ardite sottigliezze è capace la sua mente: che la rinuncia all’esercizio attivo del ministero contenga davvero una distinzione che a noi comuni mortali sembra impossibile?
Se Benedetto XVI ha veramente mantenuto nome, abito e stemma per una ragione ben precisa, si comprende meglio, allora, perché il suo successore, a Fatima, si sia presentato come vescovo vestito di bianco: sarebbe in sostanza un vescovo come gli altri che si distingue solo per la veste e per una giurisdizione che lo pone al di sopra degli altri? Ma l’essenza del primato petrino è proprio la suprema potestà di governo... Si può forse scindere una potestà puramente amministrativa dal significato teologico dell’ufficio di Sommo Pontefice? Proprio in questa direzione è sembrata andare la sorprendente conferenza di monsignor Georg Gänswein, che il 20 maggio dell’anno scorso ha definito quello del suo mentore un pontificato d’eccezione (Ausnahmepontifikat), con una probabile allusione ad una nozione giuridica (Ausnahmezustand) conosciuta nel diritto romano come dictatura: per far fronte a una minaccia straordinaria, si prendono misure eccezionali che comportano la sospensione parziale dell’ordinario funzionamento dello Stato. Ovviamente si tratta di un’analogia che deve tener conto del carattere peculiare di quell’organismo spirituale che è la Chiesa.
L’idea di un “papato allargato” o di una “mutazione” del primato romano (che dopo Benedetto XVI non sarebbe più lo stesso) non è certo condivisibile, è anzi quanto mai sospetta. Che il Papa teologo abbia potuto operare una distinzione così sottile da non rinunciare completamente al suo ufficio, tuttavia, non sembra più poi tanto peregrino e corrisponde, in fondo, a ciò che il cuore ci ha sempre suggerito. Il sensus fidei del popolo cristiano, cui si appellano tanto i novatori, avrà pure il suo peso, almeno in quella parte del popolo che ha ancora la fede... Il “luogotenente”, anche se sta agendo da perfetto amministratore delegato della controchiesa che si è infiltrata in quella vera per liquidarla, in realtà non è altro che lo strumento della Provvidenza per far venire allo scoperto apostati e traditori, in modo che li si possa facilmente spazzare via, quando sarà il momento... magari con una mano russa.
Nel maggio del 2010 si verificò un avvenimento che, a distanza di tempo, sembra svelare un significato ben più profondo di quello che si poté scorgere allora: il metropolita Hilarion di Volokolamsk, numero due del Patriarcato di Mosca, venne a Roma accompagnato da un’imponente coro e orchestra per offrire un concerto al Pontefice musicista. Nel discorso che gli rivolse, auspicò che si mettessero da parte le controversie dottrinali per cercare un’intesa e una collaborazione sul piano pastorale. Dato che il principale motivo di divergenza con gli ortodossi è proprio il modo di concepire il primato petrino, in quel momento mi sembrò una goffaggine ben poco diplomatica. Visti però il peso che gli orientali danno alle questioni dogmatiche e la portata simbolica dei loro gesti, l’alto prelato non avrà invece inteso dare un segnale ben preciso della disponibilità dei russi ad una riconciliazione? Certo – diremmo noi – non un accordo a buon mercato che passi sopra ai nodi cruciali, ma forse (se così volesse il Cuore Immacolato) unna riunificazione fondata meno su vincoli giuridici e più sul vincolo della carità. È vero che il governo di uno solo è il fondamento visibile dell’unità: ma non si potrebbe pensare a una potestà suprema riconosciuta soprattutto per l’autorevolezza morale e spirituale, come nel primo millennio? Quello sì che sarebbe un vero rinnovamento.
Al fine di «bloccare la riconciliazione con l’ortodossia russa, pilastro religioso di un progetto di progressiva convergenza tra l’Europa continentale e Mosca», secondo Dottori, sarebbe stata ordita «una macchinazione complessa». Ciò non significa necessariamente che le dimissioni di Benedetto XVI non siano state libere e che siano quindi invalide: forti pressioni esterne possono convincere una persona a compiere un atto in modo forzato anche senza esser privata della sua libertà; è quel che succede quando qualcuno prende una decisione come l’unica via percorribile o la meno dannosa. È quanto meno curioso che – come riportavamo qualche mese fa – Ettore Gotti Tedeschi sia stato convocato in Vaticano solo quattro giorni prima dell’annuncio delle dimissioni per essere informato che il Papa voleva reintegrarlo alla guida dello IOR; in quel lasso di tempo dev’essere quindi accaduto qualcosa che ha spinto il Pontefice al passo a lungo meditato. In ogni caso – come ci ha confidato un ex-allievo del professor Ratzinger, oggi eremita – chi lo conosce da vicino sa di quali ardite sottigliezze è capace la sua mente: che la rinuncia all’esercizio attivo del ministero contenga davvero una distinzione che a noi comuni mortali sembra impossibile?
Se Benedetto XVI ha veramente mantenuto nome, abito e stemma per una ragione ben precisa, si comprende meglio, allora, perché il suo successore, a Fatima, si sia presentato come vescovo vestito di bianco: sarebbe in sostanza un vescovo come gli altri che si distingue solo per la veste e per una giurisdizione che lo pone al di sopra degli altri? Ma l’essenza del primato petrino è proprio la suprema potestà di governo... Si può forse scindere una potestà puramente amministrativa dal significato teologico dell’ufficio di Sommo Pontefice? Proprio in questa direzione è sembrata andare la sorprendente conferenza di monsignor Georg Gänswein, che il 20 maggio dell’anno scorso ha definito quello del suo mentore un pontificato d’eccezione (Ausnahmepontifikat), con una probabile allusione ad una nozione giuridica (Ausnahmezustand) conosciuta nel diritto romano come dictatura: per far fronte a una minaccia straordinaria, si prendono misure eccezionali che comportano la sospensione parziale dell’ordinario funzionamento dello Stato. Ovviamente si tratta di un’analogia che deve tener conto del carattere peculiare di quell’organismo spirituale che è la Chiesa.
L’idea di un “papato allargato” o di una “mutazione” del primato romano (che dopo Benedetto XVI non sarebbe più lo stesso) non è certo condivisibile, è anzi quanto mai sospetta. Che il Papa teologo abbia potuto operare una distinzione così sottile da non rinunciare completamente al suo ufficio, tuttavia, non sembra più poi tanto peregrino e corrisponde, in fondo, a ciò che il cuore ci ha sempre suggerito. Il sensus fidei del popolo cristiano, cui si appellano tanto i novatori, avrà pure il suo peso, almeno in quella parte del popolo che ha ancora la fede... Il “luogotenente”, anche se sta agendo da perfetto amministratore delegato della controchiesa che si è infiltrata in quella vera per liquidarla, in realtà non è altro che lo strumento della Provvidenza per far venire allo scoperto apostati e traditori, in modo che li si possa facilmente spazzare via, quando sarà il momento... magari con una mano russa.
Nel maggio del 2010 si verificò un avvenimento che, a distanza di tempo, sembra svelare un significato ben più profondo di quello che si poté scorgere allora: il metropolita Hilarion di Volokolamsk, numero due del Patriarcato di Mosca, venne a Roma accompagnato da un’imponente coro e orchestra per offrire un concerto al Pontefice musicista. Nel discorso che gli rivolse, auspicò che si mettessero da parte le controversie dottrinali per cercare un’intesa e una collaborazione sul piano pastorale. Dato che il principale motivo di divergenza con gli ortodossi è proprio il modo di concepire il primato petrino, in quel momento mi sembrò una goffaggine ben poco diplomatica. Visti però il peso che gli orientali danno alle questioni dogmatiche e la portata simbolica dei loro gesti, l’alto prelato non avrà invece inteso dare un segnale ben preciso della disponibilità dei russi ad una riconciliazione? Certo – diremmo noi – non un accordo a buon mercato che passi sopra ai nodi cruciali, ma forse (se così volesse il Cuore Immacolato) unna riunificazione fondata meno su vincoli giuridici e più sul vincolo della carità. È vero che il governo di uno solo è il fondamento visibile dell’unità: ma non si potrebbe pensare a una potestà suprema riconosciuta soprattutto per l’autorevolezza morale e spirituale, come nel primo millennio? Quello sì che sarebbe un vero rinnovamento.
Robert Sarah come prossimo pontefice sarebbe davvero meraviglioso ancor piú perché africano, pensando anche a come l'elite massonica sfrutti l'Africa con l'immigrazione indotta per dissolvere la cultura cristiana occidentale...lo Spirito Santo può tutto, come permettere la giusta consacrazione della Russia!
RispondiEliminaIntanto pensavo che in questo 2017 siano morti Rockefeller (a marzo) e ieri Brezinsky, niente è per caso.
Grazie don Elia.
Sia lodato Gesù Cristo
È ormai palese che lo scopo principale delle "democrazie delle pance piene" (B. Mussolini 1945),sia quello di isolare la Russia,per poi scatenarle contro il mondo intero. Come ripete spesso lei, umanamente c'è poco da fare,se non pregare per essere pronti e vigili. I Russi hanno nervi saldi, pazienza da vendere, fede incrollabile, armamenti d'avanguardia, obiettivi sotto tiro,alleati che non scherzano e non fuggono. Trump sa bene tutto ciò, ha capito che non scherzano, che gli USA sono rimasti indietro preoccupandosi solo di vendere armi,che la NATO è morta, i suoi alleati inaffidabili ed incapaci e senza spina dorsale. A Taormina li ha trattati come pezzenti e vassalli,mascella quadrata e denti serrati, spintoni e distanza. Dare soldi e vedere cammello altro che chiacchiere. Colloqui personali per sparigliare le carte e mettere zizzania nella UE. Dietro c'è Putin? Forse! Certo qualcuno molto importante lo sta consigliando ed in ogni caso il sole sorge ad est.
RispondiElimina...e questa è la riflessione che il card. Sarah ha fatto al termine della presentazione del suo libro La Forza del Silenzio...semplicemente perfetta! Preghiamo incessantemente tutti insieme la Santissima Trinità per mezzo del Cuore Immacolato di Maria affinché possa compiersi questa "Riforma della riforma" della liturgia!
RispondiEliminahttps://benedettoxviblog.wordpress.com/2017/05/25/roert-sarah-e-la-forza-del-senzio-ringrazio-con-grande-cordialita-sua-eccellenza-mons-georg-ganswein-e-gli-chiedo-di-trasmettere-il-mio-riconoscente-e-deferente-saluto-a-sua-santita-benedetto-xvi-c/
L'anima mia magnifica il Signore
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=a5F_p1tgex4
https://www.youtube.com/watch?v=GmIkklI5V8w
Nessun dubbio mai che avesse lasciato per codardia, come tanti scrissero, si è spostato in modo che venissero tutti allo scoperto, adesso li vediamo in faccia, penso che essendo tedesco sentisse di non poter adempiere al mandato fino in fondo e abbia pensato di salvare la chiesa prima che se stesso, fosse rimasto papa sarebbe già morto, se è ancora qui si vede che il Signore ha altri programmi per lui. Resterà il mio faro e la mia guida, sempre e per sempre. Grazie padre e si ricordi di noi nelle preghiere.
RispondiEliminabuongiorno don Elia..."Ed è profezia contro i nemici della mia Chiesa. Coloro che l'avversano, avventandosi
RispondiEliminacontro ad Essa, perché Essa è la Pietra angolare, saranno sfracellati. La storia della Terra, da venti secoli,
conferma il mio detto. I persecutori della Chiesa si sfracellano avventandosi sulla Pietra angolare. Però
anche, e lo tengano presente anche quelli che per essere della Chiesa si credono salvi dai castighi divini,
colui sul quale cadrà il peso della condanna del Capo e Sposo di questa mia Sposa, di questo mio Corpo
mistico, colui sarà stritolato"...EVANGELO,cap.594,pag.3...il Signore mantiene le sue promesse , "LO SPIRITO SANTO PUO' TUTTO" e IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA SS TRIONFERA'.Ad un prezzo altissimo...ma verranno anche per noi I GIORNI DEL RE.Chi conosce e aspetta deve pregare per i milioni di persone che non pregano,per sostenere i piani della Vergine,per tutti quei sacerdoti che, pur consapevoli,non cercano e rendono coscienti le anime smarrite...che Dio abbia misericordia di essi,risponderanno di ogni pecora smarrita.Cari saluti.
PREGHIERA DI SUA SANTITÀ PIO XII
RispondiEliminaPER LA «CHIESA DEL SILENZIO»*
O Signore Gesù, Re dei martiri, conforto degli afflitti, appoggio e sostegno di quanti soffrono per amor tuo e per la loro fedeltà alla tua Sposa, la Santa Madre Chiesa, ascolta benigno le nostre fervide preghiere per i nostri fratelli della « Chiesa del silenzio », affinché non solo non vengano mai meno nella lotta, né vacillino nella fede, ma valgano anzi a sperimentare la dolcezza delle consolazioni da Te riservate alle anime, che Ti degni di chiamare ad essere tue compagne nell'alto della croce.
Per coloro che debbono sopportare tormenti e violenze, fame e fatiche, sii Tu fortezza incrollabile, che li avvalori nei cimenti e infonda loro la certezza dei premi promessi a chi persevererà sino alla fine.
Per coloro che sono sottoposti a costrizioni morali, molte volte tanto più pericolose quanto più subdole, sii Tu luce che ne illumini le intelligenze, affinché vedano chiaramente il retto cammino della verità, e forza che sorregga le loro volontà, superando ogni crisi, ogni tentennamento e stanchezza.
Per coloro che sono nella impossibilità di professare apertamente la loro fede, di praticare regolarmente la vita cristiana, di ricevere frequentemente i Santi Sacramenti, d'intrattenersi filialmente con le loro guide spirituali, sii Tu stesso ara occulta, tempio invisibile, grazia sovrabbondante e voce paterna, che li aiuti, li animi, sani gli spiriti dolenti e doni loro gaudio e pace. Possa la nostra fervorosa orazione essere loro di soccorso; faccia la nostra fraterna solidarietà sentir loro che non sono soli; sia il loro esempio di edificazione per tutta la Chiesa, e specialmente per noi che con tanto affetto li ricordiamo.
Concedi, o Signore, che siano abbreviati i giorni della prova e che ben presto tutti — insieme coi loro oppressori convertiti — possano liberamente servire e adorare Te, che col Padre e con lo Spirito Santo, vivi e regni per tutti i secoli dei secoli. Così sia!
Die 16 Iulii 1957
Ssmus D. N. Pius Div. Prov. Pp. XII christifidelibus, supra relatant orationem devote recitantibus, partialem trium annorum Indulgentiam benigne tribuere dignatus est. Contrarizs non obstantibus quibuslibet.
N. Card. CANALI, Paenitentiarius Maior
S. Luzio, Regens
L. + S.
*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIX,
Diciannovesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1957 - 1° marzo 1958, pp. 894-895 - Tipografia Poliglotta Vaticana
https://www.youtube.com/watch?v=Rr7c1s2Hjvw&list=PLXMVUrlBj8TEPKXfaHIUbVQkwHcMNEA6R&index=1 buongiorno don Elia,ascolti l'omelia di oggi di papa Francesco.Fra le righe,si riferisce a BenedettoXVI molto chiaro nel punto...mentre guidava la chiesa...poi alla fine parla di pastori riferito anche ai parroci...ma il pastore-parroco non guida la chiesa...iniziano a saltare i nervi e a scoprire le carte anche al vertice?
RispondiEliminaNella Chiesa del silenzio una figura di mistica di spicco che ha contribuito alla lotta contro la persecuzione dei comunisti nell'est europeo è stata Maria Teresa Carloni.
RispondiEliminaElla è stata un soldato di Gesù della Chiesa perseguitata del xx secolo
Ha consigliato papi ed è stata intima a Pio Xll
Chiediamo la sua intercessione per preservare Papa Benedetto "anima vittima" dal disfacimento spirituale e umano del suo cammino per la Chiesa vera.
Pace e bene
Caro San Vincenzo Ferreri, grazie per averci segnalato la figura di questa grande mistica, Maria Teresa Carloni. Chiederò la sua intercessione, per preservare Papa Benedetto, ma anche per tutti noi. Questa "chiesa del silenzio" è sempre più simile alla chiesa in cui viviamo oggi: la nostra persecuzione, per ora soprattutto spirituale, viene perpetrata con una tale astuzia e sottigliezza, che non si possono avere dubbi, su chi ne sia l'artefice e quali gli esecutori. L'esempio edificante di tanti Santi, ci infonda il coraggio di essere sempre autentici testimoni di Gesù Cristo.
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