Uomini di Dio
Viam veritatis elegi (Sal 118, 30).
Cercasi
uomini di Dio. No burocrati, gestori, assistenti sociali, ideologi,
opinionisti, animatori, intrattenitori… ma nemmeno sofisti in tonaca, pedanti
eruditi, saccenti sputasentenze, pedissequi rubricisti, infallibili censori,
astiosi restauratori… Uomini che non solo posseggano la retta dottrina e una sana teologia, ma ne vivano, le
incarnino e le facciano risplendere agli occhi di quanti cercano la verità,
ardere nei cuori che la amano e fruttificare nella vita dei fedeli. Uomini che
non offrano solo idee chiare e argomentazioni (apparentemente) incontrovertibili,
ma che guidino le anime nelle vie di Dio, siano di casa nel Suo cuore, trabocchino
di unzione spirituale, gustino e facciano gustare le Sue incomparabili
dolcezze, comunichino la Sua compassione e tenerezza, risplendano di luce
soprannaturale, rendano “tangibile” la grazia.
L’intellettualismo
astratto ha partorito e continua a partorire rivoluzioni contro natura, ma
genera parimenti inquisitori che in nome della loro dottrina, considerata l’unica versione valida e legittima,
sono pronti a condannare senza appello chiunque non si allinei. Lo stesso
difetto congiunge estremi opposti, perché ne costituisce la stessa origine: la
realtà divina è scambiata per un teorema, il pensiero prevale sull’essere, l’amore
della verità è soffocato dalla passione per la disputa. La grande eresia della
modernità è nata dalle derive della tarda scolastica e può infettare qualsiasi
ambiente, anche di segno contrario. Che uno sia progressista o tradizionalista,
può ugualmente smarrirsi in un mondo cerebrale costruito per giustificare le
sue idee, perdendo i contatti tanto con la propria anima che con il Dio vivente
(non quello dei filosofi di pascaliana memoria).
Chi
ha sinceramente scelto la via della Verità rifugge inorridito da quel
sentimento di eccellenza intellettuale e culturale in cui i massoni – e molti ebrei
– ripongono la propria sicurezza. Vogliamo metterci sul loro stesso piano per
confutarli? Vogliamo utilizzare le loro stesse armi? Finiremo col degradare,
sfigurare e, infine, rinnegare quella Verità che pensiamo di difendere, la
quale non è un sistema di pensiero, ma una Persona. L’atteggiamento
gnostico-iniziatico che combattiamo finirà col contagiare anche noi, sedotti
dalle nostre “conoscenze superiori” e ormai sordi all’appello del Verbo
incarnato, morto e risorto per risuscitarci a quella Vita che è Egli stesso, che
l’uomo ha perso in modo irrimediabile, per quanto dipende da lui, e che nessuna
conoscenza ha il potere di rendergli, se non quella che è oggetto della fede
umile e compunta di chi non cessa di ripetere: «Signore Gesù Cristo, Figlio di
Dio, abbi pietà di me peccatore».
La
correttezza dottrinale è indispensabile per una sana vita spirituale, ma non la
sostituisce; la radice non è tutta la pianta, sebbene la pianta non possa farne
a meno. L’accanimento teologico di cui certuni fanno una ragion d’essere
tradisce spesso una fondamentale estraneità a Dio, tenuto a debita distanza con
impeccabili formule dogmatiche e ineccepibili prestazioni rituali. La
familiarità divina, invece, impedisce di sviluppare dotti ragionamenti su
premesse non sicure presentate come certezze inconfutabili quando non lo sono
affatto; ciò ripugna a una coscienza retta, guidata dallo Spirito Santo. Un
solo esempio fra tanti: quando si afferma che ogni vescovo riceve la
giurisdizione direttamente dal Papa come fosse una verità di fede, in realtà si
spaccia come un dato indiscutibile ciò che finanche nella teologia
preconciliare era discusso; c’è sì un’importante affermazione in questo senso nell’enciclica
Mystici Corporis di Pio XII, ma – con tutto il rispetto per
il Magistero pontificio e per uno dei maggiori papi della storia – questo non
basta a farne un dogma.
Se
questo modo di procedere, non del tutto onesto, si applica a questioni da cui
dipendono le scelte morali o l’esercizio del ministero, è evidente quanto sia
pericoloso. Una volta presa una decisione ideologica di fondo, in sé
difficilmente giustificabile, ma a mio avviso incontrovertibile, posso pure sentirmi
autorizzato ad agire abitualmente, come sacerdote, in modo del tutto
illegittimo e indipendente, perché ho stabilito a priori, nel mio tribunale personale, che è l’autorità a sbagliare
e che io sono non solo giustificato, ma obbligato a fare così. Peccato che
questa conclusione, di fatto, contraddica a tutta una serie di verità rivelate
che sono pur convinto di difendere… Come soleva ripetere in romanesco il mio
primo parroco, buon’anima: «Qua ognuno se fa la Chiesa pe’ cconto suo». Era un
prete formato all’antica, poi costretto al cambiamento e perciò tormentato da
un terribile conflitto interiore, ma con queste realistiche intuizioni coglieva
nel segno.
Il
cristianesimo latino ha indubbiamente una tradizione ricchissima nel campo
della mistica; non per nulla ho raccomandato più volte di nutrirsi
abbondantemente di questo tesoro per poter resistere nella spaventosa prova che
stiamo attraversando. I testi sono a disposizione di tutti e i Santi che ne
sono autori non aspettano altro che ricorriamo alla loro intercessione. Il
dramma è che trovare qualcuno che concretamente viva e aiuti a vivere i loro
insegnamenti, nella Chiesa Cattolica, è oggi un’impresa quasi disperata. L’Oriente
cristiano non è certo del tutto esente da errori teorici o pratici, ma il
vantaggio è che, al di là di polemiche teologiche più o meno pretestuose, la
sua spiritualità attinge direttamente ai Padri e, di conseguenza, ne risente in
modo molto relativo. L’essere in stato di scisma è un peccato grave per chi ci
si pone deliberatamente, non per chi ci nasce e crede in buona fede a ciò che
gli hanno insegnato. Intransigenza per intransigenza, anche molti ortodossi
considerano eretici i cattolici… Di questo passo, se ne verrà mai fuori?
La
prassi che consente una nuova unione dopo il matrimonio è certamente un abuso,
ma non è equiparabile al divorzio, tanto è vero che non si ripete il sacramento,
il quale si può celebrare una sola volta. Sulla fondazione teologica di tale
deroga, poi, non c’è affatto unanimità – segno, questo, che con il vago
concetto di oikonomía non riescono a
giustificare in modo soddisfacente questa forma di indebita tolleranza. Ma
siamo poi sicuri che da noi, anche a prescindere dalla “riforma” introdotta dal
Pontefice regnante, le dichiarazioni di nullità matrimoniale rispondano tutte a
verità e siano sempre ottenute con procedimenti perfettamente limpidi e
corretti, specie quelle a favore dei potenti? Oppure, anche nel glorioso
passato, con quali argomenti dottrinali si legittimava il fatto che
cristianissimi re e imperatori, assistiti da confessori e cappellani personali,
si concedessero il conforto di dozzine di concubine, fra le quali le “favorite”
godevano a corte di una posizione pubblica riconosciuta? A ben vedere, anche
oggi un capo di governo divorziato e convivente può accedere alla santa
Comunione, se ad amministrargliela è un arcivescovo incaricato della “nuova
evangelizzazione”, già professore di teologia e di conseguenza aduso a
“contestualizzare” i fatti…
Visto
che nessuno è senza peccato, rendiamo allora tutto tranquillamente
indifferente? No di certo. È solo per mostrare che, nonostante i compromessi storici
e gli accomodamenti politici, la santità è comunque possibile, sia da noi che
presso gli ortodossi. Il Rinascimento ha visto fiorire santi di prima
grandezza, nonostante la gerarchia cattolica versasse in buona parte in una
corruzione morale che avrebbe fatto impallidire gli autori, tanto letti e
amati, dell’antichità greco-romana. Chi sostiene che lo stato di scisma
impedisce allo Spirito Santo di agire ha evidentemente assimilato una teologia
che pone dei limiti invalicabili anche a Lui, ma che il Magistero cattolico non
ha mai fatto propria. Nell’Ortodossia, per la mancanza di un’unica autorità
dottrinale, ci sono certamente deviazioni teoriche e pratiche, nonché,
nell’ambito della spiritualità, pericolosi sconfinamenti nell’esoterismo; ma
l’autentica santità si riconosce da segni inconfondibili. Non si può servire
per errore il diavolo, se per Cristo si è versato il sangue, fisicamente o
moralmente.
I
nostri padri non facevano dispute teologiche, ma credevano con semplicità
quello che sapevano e si sforzavano di farsi santi nella quotidianità, aiutati
da uomini di Dio che, oltre a insegnare loro la dottrina, li attiravano con
l’esempio di una vita buona, pregavano e facevano penitenza per loro, si
consumavano in confessionale e li dirigevano con umiltà e sapienza. La
scomparsa pressoché totale di tali guide è causa di una sofferenza indicibile
per l’anima, mentre in quella parte della Chiesa che è passata nella macina di
una persecuzione inimmaginabile esse sono tornate ad abbondare. Sarà un caso? Lungi
da me l’incitare chicchessia a farsi ortodosso… ma diamo almeno un’occhiata al di
fuori della nostra torre d’avorio e porgiamo orecchio alle voci di testimoni
non antichi, ma attuali, che ci raccontano meraviglie accadute nel nostro tempo
e germogliate dal martirio. Riconosceremo allora il timbro inconfondibile di
un’unica voce che continua a riecheggiare e, se Dio ce ne fa la grazia,
riusciremo a farla risuonare ancora anche da noi.
Grazie ancora per questa bellissima pagina piena di speranza,scritta con il linguaggio del cuore. Si avverte l'invito alla santità attraverso l'esempio di chi cerca Dio ad ogni costo, sopra ogni cosa, oltre ogni barriera. Ed è così che bisogna amarlo,con decisione,purgandosi della mondanità che ci rende superbi nella nostra intellettualita' nella quale ci perdiamo. Invito tutti i lettori a meditare questo brano, a coglierne i tanti suggerimenti e le molte riflessioni con serenità e distensione,senza compararlo alle nostre certezze ed alla nostra realtà ecclesiale sia essa soddisfacente o burrascosa. Ne trarremo solo vantaggi. D'altronde è ciò che desidera donarci don Elia attraverso questo esercizio personale, che ritengo sia anche molto faticoso.
RispondiElimina..."I nostri padri non facevano dispute teologiche, ma credevano con semplicità quello che sapevano e si sforzavano di farsi santi nella quotidianità, aiutati da uomini di Dio che, oltre a insegnare loro la dottrina, li attiravano con l’esempio di una vita buona, pregavano e facevano penitenza per loro, si consumavano in confessionale e li dirigevano con umiltà e sapienza"... parole sante don Elia,quando la misura del nostro vivere era Gesù.Oggi,più di prima, abbiamo "dottori cavillosi"che ostentano titoli e discorsi "metafisici...escatologici...filosofici"in convegni dove nessuno capisce niente o in riviste cattoliche on line dove se la cantano e se la suonano in discorsi pomposi che non hanno niente che possa servire alla cura e salvezza delle anime e disprezzano le profezie.Dice Gesù..."La mia Voce che parla nei secoli ai suoi ministri perché essi siano sempre quello
RispondiEliminache voi ora siete: gli apostoli alla scuola di Cristo. La veste è rimasta. Ma il sacerdote è morto. In troppi, nei
secoli, accadrà questo fatto. Ombre inutili e scure, non saranno una leva che alza, una corda che tira, una fonte che disseta, un grano che sfama, un cuore che è guanciale, una luce nelle tenebre, una voce che ripete ciò
che il Maestro gli dice. Ma saranno, per la povera umanità, un peso di scandalo, un peso di morte, un parassita, una putrefazione... Orrore! I Giuda più grandi del futuro Io li avrò ancora e sempre nei miei sacerdoti!
Amici, Io sono nella gloria e pure Io piango. Ho pietà di queste turbe infinite, greggi senza pastori con troppo
rari pastori. Una pietà infinita! Ebbene, Io lo giuro per la mia Divinità, Io darò loro il pane, l'acqua, la luce, la
voce che gli eletti a quest'opere non vogliono dare. Ripeterò nei secoli il miracolo dei pani e dei pesci. Con
pochi, spregevoli pesciolini, e con dei tozzi scarsi di pane - anime umili e laiche - Io darò da mangiare a
molti, e ne saranno saziati, e ve ne sarà per i futuri, perché "ho compassione di questo popolo" e non voglio
che perisca"...EVANGELO-vol.10°,cap.629,pag.146... Dalle parole "chiare e semplici" del Signore traspare l'amore per noi...per questo la nostra misura deve essere Gesù...cari saluti,Giulia.
AAA cercasi sacerdoti per nuova evangelizzazione diocesi a trenta chilometri da Roma. In queste parrocchie non ci si confessa e non si confessa più. Una sorta di separazione consensuale tra "amministratori" e amministrati. Cosa fare? Continuiamo a parlarci addosso?
RispondiEliminaDi quale diocesi si tratta? Forse la conosco...
EliminaDon Elia: "Chi ha sinceramente scelto la via della Verità rifugge
RispondiElimina................inorridito da quel sentimento di eccellenza intellettuale
................e culturale in cui i massoni - e molti ebrei - ripongono
................la propria sicurezza. Vogliamo metterci sul loro stesso
................piano? Vogliamo utilizzare le loro stesse armi?".............
I Suoi due interrogativi, caro don Elia, richiamano la mia mente ad una mia vecchia riflessione - peraltro mai portata a definitiva soluzione - circa l' 'intelligenza' e la 'furbizia'. Perché a me, appunto, sembra che la situazione che stiamo vivendo in altro non consista se non in un confronto tra 'intelligenza' da una parte e 'furbizia' dall'altra.
Supposto che l'intelligenza sia una facoltà divina assoluta e la furbizia una sua deviante - e in quanto tale appartenente al perverso e al maligno, nonché relativa - ci viene da domandarci se una persona prevalentemente intelligente - dico "prevalentemente" perché nessun Umano, purtroppo, è totalmente libero dal male della perversa furbizia - possa - e debba - ingaggiarsi in confronto con una persona prevalentemente furba. A livello Umano, ovviamente, il confronto sarebbe possibile perché tutti siamo più o meno furbi, ma se spostiamo il confronto al livello soprannaturale e ci poniamo la domanda se Dio - intelligenza suprema incorruttibile - possa confrontarsi con Lucifero - intelligenza supremamente corrotta - ci appare chiaro che il confronto è una impossibilità per il sol fatto che, per essere possibile, richiederebbe l'impossibilità che Dio divenisse furbo pure Lui, cosa assolutamente impensabile in quanto Realtà Assoluta.
Ora, non dovremmo noi Umani fare le nostre scelte solcando le orme Divine?
In risposta alle Sue stesse domande, Lei saggiamente così risponde:
.........."Finiremmo col degradare , sfigurare e, infine, rinnegare quella
...........Verità che pensiamo difendere, la quale non è un sistema di
...........pensiero, ma una Persona"........................................................
Mai risposta fu così illuminante! Illuminante a tal punto da aprire i miei occhi alla possibilità che il silenzio assordante della Chiesa Cattolica - che io fino ad oggi ho insistentemente condannato - possa essere la sola risposta possibile.
Perché non ha senso che la Verità Assoluta si confronti con la verità relativa della massoneria giudaica! Fra Dio e Lucifero NON c'è partita possibile!
Grazie per l'apprezzamento e il sostegno.
EliminaEffettivamente la Chiesa ha sempre parlato agli uomini che hanno - o si sforzano di avere - una coscienza retta; ogni volta che dei suoi rappresentanti hanno tentato di "dialogare" con emissari di Lucifero ci hanno rimesso, a danno proprio e di tutti gli altri. I nemici della verità la Chiesa può solo condannarli, perché si ravvedano e le loro menzogne non si diffondano nel Popolo di Dio. A partire dal Concilio Vaticano II si è pensato invece di poter trovare un'intesa o almeno un terreno comune con chi combatte la Verità e il Bene, cioè Dio stesso e la Sua Chiesa, che li annuncia e propaga. Ingenuità? cecità? malafede? Lasciamo il giudizio a Cristo. Di fatto, oggi vediamo i risultati di questo atteggiamento: il "dialogo" si è trasformato in acquiescenza totale alle idee e ai programmi della giudeo-massoneria. Non è con loro che i Pastori devono parlare, ma con i fedeli per rinfrancarli e con gli incerti per strapparli alla dannazione eterna.
Caro Don Elia condivido in pieno quanto dice in questa risposta perchè trovo in essa conferma a quello che è sempre stato il mio pensiero.
EliminaDio la benedica don Elia! Non si scoraggi e prosegua, la prego, la sua battaglia. La sua saggia essenzialità unita alla mirabile preparazione la rendono una guida preziosa nelle nostre desolate lande. Le assicuro un ricordo nelle mie preghiere.
RispondiEliminaGrazie di cuore per l'appoggio e soprattutto per le preghiere!
EliminaGrazie infinite don Elia.
RispondiEliminaSe non l'avesse visto, ecco come gli sciacalli della trasmissione "le iene" si scagliano contro i cattolici.
Da voltastomaco.
Cosa pensa di don Minutella?
A me sembra una brava persona, che agisce cmq a modo suo per il bene della chiesa, non so se é il metodo giusto, ma ha cmq obbedito anche al suo vescovo.
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/pasca-papa-francesco-non-piace-a-tutti_714020.html
Il nome della trasmissione lo hanno scelto bene; già da solo fa capire l'intento di voler rendere normali o addirittura simpatici comportamenti ripugnanti, come quello di ingannare dei sacerdoti riprendendoli di nascosto. Sono chiaramente al servizio del sistema e saranno spazzati via insieme ad esso.
EliminaDon Minutella, purtroppo, è ricaduto nella trappola della televisione, questa volta (a quanto pare) inconsapevolmente. Così si sta bruciando completamente e non vedo a chi possa giovare questo. Farebbe bene a obbedire ritirandosi nel silenzio per non esporsi ad altri tranelli. La Chiesa, quando non si può più servirla attivamente, si serve con l'offerta umile e nascosta. Alcuni degli artefici della rivoluzione conciliare, in questo, ci danno paradossalmente una lezione: quelli che sotto Pio XII furono redarguiti o sanzionati non si fecero mettere fuori gioco per ostinazione, ma seppero aspettare con pazienza il momento in cui potessero uscire di nuovo allo scoperto - e quando arrivò, lo fecero in modo trionfale... Il coraggio va coniugato alla prudenza; se veramente Dio ci ha dato una missione, dobbiamo evitare comportamenti rovinosi che la compromettano, così da poterla portare a compimento a lungo termine, al momento stabilito da Dio.
Caro padre, purtroppo dei sacerdoti come quelli che lei auspica devono ancora nascere e mi creda, io ho girato tutte le chiese, tradi,ortodosse, moderniste, trasformiste, e chi più ne ha ne metta, al momento prego da solo e osservo.Le lascio questa frase che mi ha detto un amico tedesco di culto evangelico ' La chiesa cattolica sta facendo lo stesso sbaglio che abbiamo fatto noi, in-seguire il mondo, e guarda come ci siamo ridotti'.
RispondiEliminaLa festa della Divina Misericordia di Domenica ci dice molte cose.
RispondiEliminaEntrando nella Basilica vicino la mia casa non un'immagine non un riferimento a Gesù Misericordioso e tanto meno a Santa faustina.
Ma come per un anno intero due "s.
....." con la Misericordia bergogliana e domenica silenzio assoluto!!!
Che pena per noi cristiani ma ancor più che sofferenza per nostro Signore.
Oremus.
Arriverà l'uomo inviato da Dio, il "Restauratore", per "far rivivere lo spirito dei Sacerdoti". Se tanti Sacerdoti, non sono ancora arrivati al limite della sopportazione, poco ci manca: ne ho avuto conferma oggi, dopo la S.Messa, quando un Frate, che ben conosco, a cui avevo già parlato chiaramente mesi fa, del dramma in cui versa la Chiesa, a causa di apostoli apostati, ha finalmente rotto gli indugi. Avvicinandosi, ha sussurrato, per non scandalizzare gli altri presenti, che non ne può più di sentire i suoi confratelli, tranne uno, approvare l'operato indifendibile di colui che, posto sul soglio.. scandalizza e demolisce. I tempi, quindi, dovrebbero essere vicini... secondo queste profezie:
RispondiEliminaSuor Mariana Francisca de Jesús Torres Ecuador, (1594 - 1634) Serva di Dio. Religiosa spagnola Concezionista Francescana, badessa del Convento di Quito. Ebbe innumerevoli visioni e rivelazioni di Nostro Signore Gesù Cristo e della Madonna, sotto il nome di Nostra Signora del Buon Successo.
“Ah, quanto mi duole manifestarti che ci saranno molti ed enormi sacrilegi sia pubblici che occulti, che profaneranno la Sacra Eucaristia. Il Mio Figlio Santissimo si vedrà gettato a terra e calpestato da piedi immondi”. Pregate insistentemente, chiedendo al Padre Celeste che ponga fine a tempi tanto malvagi, per Amore del Cuore Eucaristico del Mio Santissimo Figlio ed affinchè invii a questa Chiesa il Prelato, il Mio Figlio molto amato, che il Mio Santissimo Figlio ed Io amiamo con amore di predilezione, che esisterà per far rivivere lo spirito dei Sacerdoti, e pertanto lo doteremo di abilità, di umiltà di cuore, di docilità alle ispirazioni Divine, di forza per difendere i diritti della Chiesa e di un cuore tenero e compassionevole, affinchè, come un altro Cristo, possa assistere il grande ed il piccolo, senza sdegno per i più disgraziati che verranno a lui con dubbi ed amarezze, a cercare la luce del suo consiglio. Nelle sue mani sarà posta la gerarchia del Santuario affinché tutto possa essere fatto con peso e misura, e così Dio sarà glorificato...”
2 febbraio1610 " Nella notte oscura della Chiesa, parecchi perderanno la loro anima per la mancanza di un Prelato o di un Padre che vegli con amore, dolcezza, forza, accortezza e prudenza. Saranno necessarie molte preghiere perché Dio ponga fine a tali infelici tempi, inviando colui che restaurerà la Chiesa e lo spirito dei suoi sacerdoti; egli (l’Inviato) sarà dotato di una capacità “rara”, di grande umiltà e di forza, per difendere i diritti della Chiesa; avrà cuore tenero e compassionevole.
A fronte della venuta di questo “RESTAURATORE” farà da contrappeso la freddezza delle anime consacrate a Dio.
Le poche anime che conserveranno il culto della Fede e dei buoni costumi, soffrirà un crudele, prolungato ed indicibile martirio.
Molte di loro scenderanno nel sepolcro per la violenza della sofferenza e saranno annoverate tra i martiri che si sono sacrificati per la Chiesa. Coloro che saranno destinati a questa restaurazione, dovranno avere una grande forza di volontà, la costanza, il coraggio e molta fiducia in Dio, per liberarla dalla schiavitù di queste eresie.
L’Amore Misericordioso del Mio Figlio Santissimo, metterà alla prova la fede e la fiducia e giungeranno momenti in cui tutto sembrerà essere perduto e bloccato, ma allora ci sarà il felice inizio della restaurazione completa e la Chiesa, come una bimba felice e trionfante si addormenterà cullata dolcemente, nelle mani dell'abile cuore materno dell'Eletto, un Mio Figlio molto amato di quei tempi. Lo renderemo grande sulla Terra e molto più grande in Cielo, dove gli abbiamo riservato un posto molto prestigioso, perché combatté per la Verità senza paura degli uomini e difese imperterrito i diritti della Sua Chiesa e per questo potrà ben essere definito martire". (Vita ammirabile della Rvda. Madre Mariana di Jesús Torres, Tomo II, Cap X, pagg. 124-125)....
Anche il Beato Padre Francisco Palau Spagna (1811 – 1872), religioso spagnolo, carmelitano scalzo, scrive profeticamente, della venuta di un Restauratore:
RispondiElimina"Da un momento all’altro apparirà un Mosè, un uomo al quale obbediranno gli inferi, i Cieli, gli Elementi, la Natura intera. I prodigi con i quali si accrediterà la Divinità della sua Missione, saranno talmente stupendi, che al confronto quelli realizzati da Mosè davanti al Faraone d’Egitto saranno solo un’ombra o una sbiadita immagine. Ai suoi ordini i mari saliranno dal profondo ed inabisseranno città intere; la terra si coprirà di tenebre talmente dense che non si riuscirà nemmeno a scorgere l’ombra degli oggetti più vicini. Con la sua voce farà scendere fuoco e zolfo dal Cielo e la terra, aprendosi, trascinerà vivi all’inferno i moderni Datan, Core, Abiram (Num 16), e quanti disputino la Sua Missione. Sotto la direzione di questo Uomo, l’Orbe intero battaglierà contro gli scellerati.
Seguiranno questo restauratore, gli eletti e gli eletti soltanto, coloro che hanno il loro nome scritto nel Libro della Vita, e gli altri cattolici apostateranno dividendosi gli uni dagli altri.
Quello che è stato scritto del Figlio dell’uomo si compirà nella persona di questo RESTAURATORE “ut comtemnatur et multa palcatur” sarà disconosciuto, perseguitato, disprezzato da quei cattolici i cui nomi non sono scritti nel Libro della Vita (...)
Satana sarà rinchiuso nell’abisso dal nuovo Mosè e dai suoi Apostoli e seppellirà all’inferno la malvagità della terra (...)
Quando verrà questo RESTAURATORE?
Non si conosce altro restauratore che Elia di Tisbe.
”Elías venturus est et eum venerit, restituet omnia”, quando avverrà la vera restaurazione che consiste nella conversione a Dio di tutte le Nazioni e dei loro re, il RESTAURATORE non potrà essere un re, ma un Apostolo. La guerra non converte, ma rovina e questo apostolo sarà Elia, l’Elia promesso, qualuque sarà il nome con il quale verrà chiamato quando apparirà. Che si chiami Giovanni, Mosè, Pietro, il nome non ha importanza: la missione di Elia restaurerà la società umana, perchè Dio nella Sua Provvidenza, è questo che ha preordinato".
Gli scritti di questi Santi, sono quasi inaccessibili, che diano enorme fastidio?
La vita di questo Beato, che irritava tanto, per il suo zelo apostolico e amore per la Chiesa è ben descritta in questo sito:
http://www.clairval.com/lettres/it/2010/02/24/7240210.htm
In anni difficili e già intaccati dalla massoneria e da profonda ostilità alla Chiesa di Cristo il carmelitano spagnolo Francesco Palau (beatificato nel 1988) seppe individuare, anche attraverso il Ministero dell’esorcismo, il permanente stato di rivoluzione, nella società e nella Chiesa, come derivazione diretta dell’azione di satana. Il Beato Palau colse, prima e meglio di altri, la necessità di nominare in ogni Diocesi almeno un esorcista. La cosa, come ben sappiamo, è stata disattesa.
RispondiElimina