Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 2 gennaio 2016


Nulla è impossibile a Dio

 
E il Verbo si fece carne… Gli fu messo nome Gesù (Gv 1, 14; Lc 2, 21).

La Persona divina che, in virtù del dono totale e incessante che il Padre fa da sempre di se stesso, dall’eternità sussiste nella Trinità santissima come Figlio, per opera dello Spirito Santo ha preso dalla Vergine Maria un’umanità come la nostra, ma pura da qualsiasi macchia di peccato come quella di Colei che L’ha messo al mondo. Il Santo dei Santi non poteva assumere nulla che fosse anche solo minimamente contaminato; la Sua natura umana è quella uscita dalle mani di Dio alle origini, così che è stato chiamato secondo Adamo (cf. 1 Cor 15, 45.47), mentre la Chiesa contempla in Lui il principio della nuova creazione – ovvero il proprio stesso principio. Soltanto in Lui, quindi, conosciamo l’uomo qual è veramente nella sua autentica identità e ne scopriamo l’altissima vocazione a condividere, in Cristo, la vita divina.

Non è dunque con uno sguardo dal basso che possiamo comprendere l’essere umano, né tanto meno risolvere la terribile crisi morale e spirituale in cui si dibatte l’uomo moderno, il quale, quanto più si dimena nella ragnatela mortale in cui le sue stesse idee lo hanno catturato, tanto più vi si avviluppa fino allo sfinimento. È a Gesù che bisogna portarlo: ma non a quello strano e ridicolo personaggio che gli presentano da decenni e che non interessa più nemmeno ai bambini, bensì al Cristo reale con la Sua parola vigorosa e la Sua esigente misericordia. Una persona sensata non sa che farsene di qualcuno che, da un lato, ti ricorda sì che certe azioni sono peccato, invitandoti ad essere buono, ma dall’altro ti scusa sempre e comunque perché ti perdona anche se non sei pentito e non ne senti alcun bisogno… Perché complicarsi la vita così? Tanto vale fare a meno della religione, specie se si tratta di una religione che cambia precetti e dottrine ogni cinquant’anni.

Gesù: è la forma affettuosa e familiare di un nome dal significato sovrumano. Il Signore è salvezza: Egli stesso è Dio e, al contempo, la salvezza da Lui concessa a chi Lo riconosce Salvatore e, con l’aiuto della Sua grazia, cambia vita, abbandonando il cammino di prima e imboccando un nuovo sentiero, quello dei Suoi comandamenti. Tutti e dieci quelli del Decalogo, beninteso, come da Lui interpretati nel santo Vangelo e portati a compimento nel duplice precetto della carità (cf. Mt 22, 36-40); come spiegati e insegnati dalla Chiesa in duemila anni di costante Magistero guidato dallo Spirito Santo (cf. Gv 16, 13-15). L’insegnamento morale non arriva – come sostiene qualcuno – soltanto dopo l’annuncio della fede, ma va proposto fin dall’inizio con l’annuncio stesso, dal quale è inseparabile. Che senso avrebbe proclamare che il Figlio di Dio ha espiato i peccati degli uomini con la morte di croce, senza identificare chiaramente i primi e spronare i secondi a rinunciarvi?

Di fatto, oltretutto, quel dopo non arriva mai. I santi Comandamenti di Dio non sono più insegnati; il catechismo – si ripete ai candidati in quel sistema di indottrinamento che sono i corsi diocesani di formazione – deve essere un gioco; a Messa bambini e ragazzi devono andare solo se ne hanno voglia. Ma quel teatrino cui è ridotto il santo Sacrificio, al massimo, funziona fino ai dieci anni; passata quell’età i ragazzini scappano inorriditi o, se vi rimangono obbligati, provano a rendere più sopportabile la noia con lazzi e facezie che è bene non sentire e tanto meno ripetere. Ciononostante i buoni catechisti, grazie alla deformazione mentale indotta dai corsi diocesani, si affannano a cercare nuovi modi di coinvolgerli, industriandosi ad arricchire il teatrino di ulteriori trovate che, nelle loro intenzioni, dovrebbero lasciarli senza fiato. Fortuna che, adesso, c’è anche il disco di Francesco, ultima pop star del momento…

Così questa società un tempo cristiana, priva di guida e di luce, sprofonda inesorabilmente in una barbarie peggiore di quella antica. Prima dell’avvento di Cristo la civiltà, sia pure afflitta dal male di gravi errori e abusi, trasmetteva tuttavia alle nuove generazioni quanto il lume della ragione le consentiva di riconoscere. Ora, a scuola, si insegna a dividere i rifiuti e ci si profonde sui sistemi di riciclaggio; si direbbe che non ci fosse di meglio da offrire ai giovani, i quali poi – giustamente – detestano gli adulti e, nella loro invincibile diffidenza, si rinchiudono nel loro mondo virtuale, che peraltro è fabbricato da quegli stessi adulti che, pur detestati, funzionano da distributori di articoli di consumo. In una solitudine invalicabile e in una realtà retta da una selvaggia legge di sopravvivenza, le speranze del nostro futuro affogano la propria disperazione in droga, alcool, pornografia, impurità, sregolatezza e pratiche occulte… Lo sappiamo da decenni, ma che possiamo farci? «Non possiamo mica – mi disse una volta un genitore – tenerli sotto una campana di vetro». Piuttosto che prendere il tempo di parlare con loro, continuate a regalare cellulari.

Come il vecchio Diogene, anche noi, oggi, cerchiamo l’uomo. Quello contemporaneo, nella sua torva quanto stolta autoesaltazione, non sa più chi è; al massimo, pensa di essere un derivato della scimmia. La parabola della civiltà moderna, dopo aver espulso Dio dalla vita e dal pensiero, si conclude miseramente con la negazione dell’uomo stesso, in un’orgia di nichilismo irrazionale. In un contesto simile, il Bambino che è appena venuto al mondo va immediatamente eliminato: è un tacito rimprovero e una minaccia inerme. Novelli Erode si accaniscono contro il presepio e quel poco che resta di pubblico nella tradizione cristiana. Ma quell’esserino innocente e puro, nuovo inizio della storia umana, ci tende ancora le mani sorridente, conoscendo fin troppo bene i nostri cuori di pietra. Sarà dura risalire la china, ma quel Piccolo è Dio – e nulla Gli è impossibile. Colei che L’ha generato ne è la prova vivente e ce Lo porge ancora con smisurato amore, perché, nonostante le bestemmie, ci è pur sempre Madre.
 

3 commenti:

  1. Guardi,padre, tralascio sugli incentivi per convincere gli adolescenti a frequentare la parrocchia e il 'catechismo', ma, da genitore, le dico che è difficilissimo cercare di offrire una prospettiva ed un punto di vista diversi da quelli offerti dal main stream ai propri figli, si cerca di farli ragionare, si controllano amicizie ed uscite, niente cellulari di proprietà, ma solo quelli di genitori, si dice no a tante richieste, ma alla fine arrivano i fatidici 18 anni ed è improvvisamente tutto vano lo sforzo, loro scelgono di intrupparsi coi greggi di pecoroni abilmente guidati da sapienti 'pastori' e non di anime, ma di costrizioni mentali e tutto diventa ingestibile, i figli ti accusano di averli privati di tutto quello che gli altri hanno ottenuto alzando un dito, gli amici hanno subito sotto al sedere una macchina propria regalata dai solerti genitori e loro la macchina di papà, potrei andare avanti per molto, ma mi creda, a volte ci si chiede se si è fatto bene a mettere al mono dei figli che ti contestano e ti criticano ed alla fine ti rinfacciano, in ultima analisi, di averli fatti nascere. Per fortuna che coll'andare de ltempo, si rendono conto del bene che hanno ricevuto, ma solo dopo decenni, quanto all'insegnamento religioso, beh, quello è fatto al buio, sperando dia buoni frutti in avvenire. Grazie per l'ascolto e preghi per tutti noi, noi pregheremo per lei.

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  2. Si fa sempre bene a mettere al mondo dei figli perché così vuole Dio. I tempi apocalittici in cui viviamo rendono il compito dei genitori un vero martirio, ma il Signore non dimentica né l'amore né le preghiere per loro. Quando avranno a loro volta dei figli, si renderanno conto che i loro genitori non avevano poi tutti i torti... Grazie per le preghiere, prego anch'io per voi.

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  3. Concordo con lei, padre Elia, il compito di noi genitori cristiani, oggi è un vero martirio, ma quanto è paziente il nostro Padre Onnipotente, vedendo in quale misera condizione si trova il suo popolo. Allora prego con piena fiducia, sapendo che tutto è nelle sue mani e quando Lui vorrà, ristabilirà ogni cosa nel suo giusto ordine. I Santi Magi ci guidino in questo lungo viaggio, fino ad arrivare ai piedi di Gesù, per adorarlo e porgergli i nostri piccoli doni che subito si trasformano in una pioggia di grazie per i nostri cuori stanchi e provati: l'oro delle fatiche vissute per Suo Amore forgiano la fede, l'incenso di ogni preghiera diviene come fuoco che arde e sale al cielo, la mirra come soave penitenza diviene balsamo per sanare le continue piaghe causate dai nostri peccati.

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