Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 20 dicembre 2025


Per la Chiesa

con Maria Corredentrice / 3

 

«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1, 46-47). Il Signore ci chiama a pregare per i membri sofferenti della Chiesa: per tutti coloro che hanno qualche patologia e, in particolare, per coloro che hanno subìto dei danni sul piano fisico in seguito a quella che è stata chiamata vaccinazione. In realtà, si è trattato di un avvelenamento collettivo, decretato e imposto dai governi con una decisione assolutamente inaccettabile e del tutto illegittima; eppure, come ben sappiamo, è successo. Oggi, perciò, si rincorrono notizie riguardanti persone che stanno sempre male, accusano disturbi inspiegabili, sviluppano malattie molto gravi e complesse che prima non erano così diffuse oppure perdono improvvisamente la vita in modo prematuro.

Da due o tre anni tali notizie, purtroppo, si rinnovano con una frequenza impressionante, anche se sembra che non se ne debba parlare. In questi giorni il nostro governo ha dichiarato di voler dare ascolto al comitato dei danneggiati da vaccino; speriamo che ciò porti anche a decisioni concrete a loro vantaggio. Noi cattolici, però, ci rivolgiamo al Signore per chiedere o la grazia della guarigione o quella di trarre da questo male un bene: un bene soprattutto per l’anima, una grazia che permetta a chi è lontano da Dio di tornare verso di Lui; è anche il bene praticato da tutti coloro che si prendono cura degli ammalati.

Noi chiediamo queste grazie per intercessione di Maria santissima, che è Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie. Il Sangue che ci ha riscattati fu dato al Figlio di Dio dalla Madre – e soltanto da Lei. È quindi naturale considerarla coinvolta nel mistero della Redenzione non solo in prima persona, ma anche in una maniera profondissima, tanto è vero che le preghiere rivolte dalla Chiesa al Signore ne tengono conto. Se chiediamo al Padre di rivestirci di carità e riempirci di Spirito Santo per i meriti del Sangue preziosissimo di Gesù Cristo (i meriti sono ovviamente della Persona del Verbo incarnato, che ha versato il proprio sangue, ma il linguaggio condensa qui un discorso più ampio), possiamo farlo proprio perché il Verbo divino ha ricevuto il corpo e il sangue dalla Vergine Maria, che Lo ha generato nella natura umana.

Così ha voluto il Padre celeste da tutta l’eternità. Perciò possiamo a buon diritto chiamare la Vergine immacolata Tesoriera delle divine grazie e Avvocata dei peccatori. Se è Corredentrice, la Madonna è di conseguenza Mediatrice di tutte le grazie, poiché ha cooperato in modo essenziale all’acquisizione delle grazie stesse: in modo, certo, dipendente e subordinato al Figlio, che ne è la sorgente; tuttavia Dio ha voluto che la Sua cooperazione fosse parte integrante dell’opera con cui siamo stati riscattati dal male e che è causa di ogni grazia.

Ora, si potrebbe obiettare che queste sono locuzioni di carattere devozionale, non presenti nei testi liturgici, quelli nei quali la Chiesa esprime infallibilmente la propria fede. Nella liturgia bizantina, invece, si chiede alla Theotókos di aspergerci col Sangue divino che scaturì dal costato trafitto del Suo Figlio e Dio: non solo, ma anche di togliere da noi la macchia del vile peccato. Se dunque la Chiesa d’Oriente chiede questo alla Madonna, è perché Le riconosce questa autorità: quella, in un certo senso, di amministrare il Sangue di Suo Figlio, ossia di distribuire le grazie che vengono da quel Sangue, cioè dal Sacrificio di Cristo.

Non si possono perciò formulare obiezioni sensate a questa realtà che la Chiesa riconosce quando si rivolge a Dio. Nel Vangelo stesso abbiamo un indizio irrefutabile di tale verità. La Vergine, subito dopo aver ricevuto l’annuncio dell’Angelo (che, per darle una prova dell’onnipotenza di Dio, L’ha informata della gravidanza della parente sterile e ormai anziana; cf. Lc 1, 36-37) e aver pronunciato il Suo fiat («Avvenga a me e in me ciò che tu hai detto»; cf. Lc 1, 38), concependo così il Verbo nel Suo grembo grazie al proprio consenso, si mette in viaggio con sollecitudine e, arrivando a casa di Zaccaria ed Elisabetta, genitori di san Giovanni Battista, saluta la cugina. Alla voce di Maria Giovanni, nel grembo della madre, sussulta di gioia.

È la presenza di Maria che porta in Sé Gesù allo stato di embrione a comunicare la grazia al piccolo Profeta, il quale, come insegna tutta la Tradizione d’Oriente e d’Occidente, è stato santificato da questo contatto nel grembo stesso della madre. È Lei, quindi, che già dona il Redentore agli uomini dopo avergli fornito un corpo umano che è ancora in gestazione, sì, ma Gli permette di essere già fisicamente presente; è Lei che porta la grazia dello Spirito Santo, che mediante san Giovanni Battista fa esultare anche la madre; è Lei che già compie il Suo ufficio di Cooperatrice della Redenzione.

Comprendiamo dunque l’esultanza di Giovanni e quella di Elisabetta: «Non appena il suono del tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. Beata te che hai creduto che quanto il Signore ti ha detto si adempirà» (Lc 1, 44-45). Maria prorompe allora nel Suo cantico di lode: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1, 46-47). Ella riconosce così di essere la prima redenta (redenta in modo più sublime, dirà il beato Pio IX nel proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione) e chiamata ad essere Cooperatrice del Redentore a un titolo assolutamente unico.

Perciò, nel pregare per i nostri cari ammalati, invochiamo la Madonna sapendo che da Lei provengono per noi tutte le grazie: grazie che – ripetiamo – hanno la loro origine e sorgente in Cristo ma giungono a noi attraverso di Lei. Con Lei eleviamo fin d’ora il nostro inno di lode e ringraziamento per tutto ciò che il Signore farà. San Paolo ci esorta a non angustiarci di nulla ma, in ogni necessità, a esporre a Dio le nostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti (cf. Fil 4, 6). Ringraziamo ancor prima di aver ottenuto; così vedremo le meraviglie del Dio-Bambino.

Aspergimi col Sangue divino che scaturì dal costato trafitto del Tuo Figlio e Dio, o Piena di grazia, e togli la macchia del vile peccato che mi è rimasta; Te ne prego, o Vergine! Riscattàti con il Sangue che sgorgò dal costato del Figlio Tuo, noi tutti Ti benediciamo, o Madre di Dio! (dalla Liturgia bizantina)


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