Per la Chiesa
con Maria Corredentrice / 3
«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio,
mio Salvatore» (Lc 1, 46-47). Il Signore ci chiama a pregare per i membri
sofferenti della Chiesa: per tutti coloro che hanno qualche patologia e, in
particolare, per coloro che hanno subìto dei danni sul piano fisico in seguito
a quella che è stata chiamata vaccinazione. In realtà, si è trattato di
un avvelenamento collettivo, decretato e imposto dai governi con una decisione
assolutamente inaccettabile e del tutto illegittima; eppure, come ben sappiamo,
è successo. Oggi, perciò, si rincorrono notizie riguardanti persone che stanno
sempre male, accusano disturbi inspiegabili, sviluppano malattie molto gravi e
complesse che prima non erano così diffuse oppure perdono improvvisamente la
vita in modo prematuro.
Da due o tre anni tali notizie, purtroppo, si rinnovano con una
frequenza impressionante, anche se sembra che non se ne debba parlare. In
questi giorni il nostro governo ha dichiarato di voler dare ascolto al comitato
dei danneggiati da vaccino; speriamo che ciò porti anche a decisioni concrete a
loro vantaggio. Noi cattolici, però, ci rivolgiamo al Signore per chiedere o la
grazia della guarigione o quella di trarre da questo male un bene: un bene
soprattutto per l’anima, una grazia che permetta a chi è lontano da Dio di
tornare verso di Lui; è anche il bene praticato da tutti coloro che si prendono
cura degli ammalati.
Noi chiediamo queste grazie per intercessione di Maria santissima,
che è Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie. Il Sangue che ci ha
riscattati fu dato al Figlio di Dio dalla Madre – e soltanto da Lei. È quindi
naturale considerarla coinvolta nel mistero della Redenzione non solo in prima
persona, ma anche in una maniera profondissima, tanto è vero che le preghiere
rivolte dalla Chiesa al Signore ne tengono conto. Se chiediamo al Padre di
rivestirci di carità e riempirci di Spirito Santo per i meriti del Sangue
preziosissimo di Gesù Cristo (i meriti sono ovviamente della Persona del Verbo
incarnato, che ha versato il proprio sangue, ma il linguaggio condensa qui un
discorso più ampio), possiamo farlo proprio perché il Verbo divino ha ricevuto
il corpo e il sangue dalla Vergine Maria, che Lo ha generato nella natura
umana.
Così ha voluto il Padre celeste da tutta l’eternità. Perciò possiamo
a buon diritto chiamare la Vergine immacolata Tesoriera delle divine grazie e
Avvocata dei peccatori. Se è Corredentrice, la Madonna è di conseguenza
Mediatrice di tutte le grazie, poiché ha cooperato in modo essenziale
all’acquisizione delle grazie stesse: in modo, certo, dipendente e subordinato
al Figlio, che ne è la sorgente; tuttavia Dio ha voluto che la Sua cooperazione
fosse parte integrante dell’opera con cui siamo stati riscattati dal male e che
è causa di ogni grazia.
Ora, si potrebbe obiettare che queste sono locuzioni di carattere
devozionale, non presenti nei testi liturgici, quelli nei quali la Chiesa
esprime infallibilmente la propria fede. Nella liturgia bizantina, invece, si
chiede alla Theotókos di aspergerci col Sangue divino che scaturì dal
costato trafitto del Suo Figlio e Dio: non solo, ma anche di togliere da noi la
macchia del vile peccato. Se dunque la Chiesa d’Oriente chiede questo
alla Madonna, è perché Le riconosce questa autorità: quella, in un certo senso,
di amministrare il Sangue di Suo Figlio, ossia di distribuire le grazie che
vengono da quel Sangue, cioè dal Sacrificio di Cristo.
Non si possono perciò formulare obiezioni sensate a questa realtà
che la Chiesa riconosce quando si rivolge a Dio. Nel Vangelo stesso abbiamo un
indizio irrefutabile di tale verità. La Vergine, subito dopo aver ricevuto
l’annuncio dell’Angelo (che, per darle una prova dell’onnipotenza di Dio, L’ha
informata della gravidanza della parente sterile e ormai anziana; cf. Lc 1,
36-37) e aver pronunciato il Suo fiat («Avvenga a me e in me ciò che tu
hai detto»; cf. Lc 1, 38), concependo così il Verbo nel Suo grembo grazie al
proprio consenso, si mette in viaggio con sollecitudine e, arrivando a casa di Zaccaria
ed Elisabetta, genitori di san Giovanni Battista, saluta la cugina. Alla voce
di Maria Giovanni, nel grembo della madre, sussulta di gioia.
È la presenza di Maria che porta in Sé Gesù allo stato di embrione a
comunicare la grazia al piccolo Profeta, il quale, come insegna tutta la
Tradizione d’Oriente e d’Occidente, è stato santificato da questo contatto nel
grembo stesso della madre. È Lei, quindi, che già dona il Redentore agli uomini
dopo avergli fornito un corpo umano che è ancora in gestazione, sì, ma Gli
permette di essere già fisicamente presente; è Lei che porta la grazia dello
Spirito Santo, che mediante san Giovanni Battista fa esultare anche la madre; è
Lei che già compie il Suo ufficio di Cooperatrice della Redenzione.
Comprendiamo dunque l’esultanza di Giovanni e quella di Elisabetta:
«Non appena il suono del tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha
sussultato di gioia nel mio grembo. Beata te che hai creduto che quanto il Signore
ti ha detto si adempirà» (Lc 1, 44-45). Maria prorompe allora nel Suo cantico
di lode: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio
Salvatore» (Lc 1, 46-47). Ella riconosce così di essere la prima redenta
(redenta in modo più sublime, dirà il beato Pio IX nel proclamare il
dogma dell’Immacolata Concezione) e chiamata ad essere Cooperatrice del
Redentore a un titolo assolutamente unico.
Perciò, nel pregare per i nostri cari ammalati, invochiamo la Madonna sapendo che da Lei provengono per noi tutte le grazie: grazie che – ripetiamo – hanno la loro origine e sorgente in Cristo ma giungono a noi attraverso di Lei. Con Lei eleviamo fin d’ora il nostro inno di lode e ringraziamento per tutto ciò che il Signore farà. San Paolo ci esorta a non angustiarci di nulla ma, in ogni necessità, a esporre a Dio le nostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti (cf. Fil 4, 6). Ringraziamo ancor prima di aver ottenuto; così vedremo le meraviglie del Dio-Bambino.
Aspergimi col Sangue divino che scaturì dal costato trafitto del Tuo Figlio e Dio, o Piena di grazia, e togli la macchia del vile peccato che mi è rimasta; Te ne prego, o Vergine! Riscattàti con il Sangue che sgorgò dal costato del Figlio Tuo, noi tutti Ti benediciamo, o Madre di Dio! (dalla Liturgia bizantina)
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