Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 7 settembre 2024


Cattolici nei fatti (non a parole)

 

 

Omelia diffusa in questi giorni nella Rete sulle sfide che affrontiamo nella Chiesa

Dalla Lettera di san Paolo Apostolo ai Galati (5, 25-6, 10)

Fratelli, poiché viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non diventiamo avidi di gloria vana, provocandoci a vicenda, invidiandoci gli uni gli altri. Fratelli, anche se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che siete spirituali istruitelo in spirito di dolcezza – e poni mente a te stesso, che tu pure non abbia a cadere in tentazione. Portate ognuno i pesi dell’altro e così adempirete la legge di Cristo. Se qualcuno, poi, ritiene di valere qualcosa, mentre non è nulla, egli inganna se stesso. Ciascuno esamini invece l’opera sua; allora potrà trarre motivo di vanto solo da se stesso e non dal confronto con altri. Ognuno, infatti, porterà il proprio fardello. Colui che è catechizzato nella parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi lo catechizza. Non illudetevi: Dio non si lascia irridere. Ognuno, infatti, mieterà ciò che avrà seminato: chi semina nella sua carne, dalla carne mieterà corruzione; chi invece semina nello Spirito, dallo Spirito mieterà la vita eterna. Nel fare il bene non stanchiamoci, perché a tempo opportuno mieteremo, se non ci stancheremo. Dunque, nel tempo che ci è dato, operiamo il bene verso tutti, specialmente verso quelli che ci sono fratelli nella fede.

Dal Vangelo secondo Luca (7, 11-16)

In quel tempo, Gesù andava verso una città chiamata Naim e, con lui, i  suoi discepoli e una grande folla. Mentre si avvicinava alla porta della città, ecco un morto era portato a sepoltura: un figlio unico, e sua madre era vedova. C’era con lei moltissima gente della città. Quando l’ebbe vista, il Signore ne fu mosso a pietà e disse: «Non piangere!». Poi si accostò e toccò la bara; i portatori si fermarono ed egli disse: «Ragazzo, io ti dico: àlzati!». Il morto si levò a sedere e cominciò a parlare; Gesù lo rese a sua madre. Allora tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto in mezzo a noi» e «Dio ha visitato il suo popolo».

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo!

Quando l’ebbe vista, il Signore ne fu mosso a pietà e le disse: «Non piangere!». In questo episodio evangelico si manifesta anzitutto la compassione del Signore per le situazioni umane che sembrano prive di soluzione: in questo caso, quella di una vedova che aveva un unico figlio, morto ragazzo, ed era perciò rimasta completamente sola, senza alcun appoggio dal punto di vista umano. Dobbiamo certamente tenere presente questa compassione attiva di Gesù verso coloro che sono nella sofferenza e nel bisogno; ritroveremo questa esortazione alla fine. Oltre al senso letterale, nondimeno, i Padri della Chiesa hanno visto in questo episodio anche il simbolo di una risurrezione spirituale: sant’Agostino, in particolare, spiega che questa vedova è immagine della Chiesa, la quale ogni giorno vede risorgere spiritualmente i suoi figli che ricevono la remissione dei peccati. Le anime che sono morte per il peccato grave, con l’assoluzione ottengono di nuovo la vita della grazia.

Ora potremmo domandarci: che cosa succede se le anime non sono più consapevoli delle proprie colpe? Come possono pentirsene se, anche nella Chiesa, viene loro detto che va tutto bene? che i peccati più gravi (quelli riguardanti la famiglia, la trasmissione della vita e tutto ciò che attiene alla persona umana) non sono più peccati? Questa risurrezione, evidentemente, non potrà aver luogo, in quanto il perdono richiede il pentimento e, se non c’è consapevolezza della colpa, il pentimento è impossibile. Dobbiamo sicuramente pregare molto perché, nella Chiesa, si torni ovunque a indicare il peccato, a designarlo in modo molto preciso e a scuotere le anime dei peccatori, come si è sempre fatto: è la più grande opera di misericordia, dato che i peccatori rischiano l’Inferno. La Madonna, a Fatima, disse a tre bambini che molti finiscono là perché non c’è nessuno che preghi per loro.

Oltre a pregare, dobbiamo anche domandarci che cosa fare in questa situazione anormale, che, per certi versi, ha tratti apocalittici. Non c’è bisogno di andar dietro a tutte le false profezie catastrofiche che al giorno d’oggi circolano in modo così abbondante e si rivelano false, se non altro, perché sono troppo numerose: l’inflazione fa capire che non può essere qualcosa di  origine soprannaturale. Dio, quando si manifesta, è molto più sobrio, discreto ed efficace: Gli bastano pochissime parole. Questa situazione, in realtà, senza alcun bisogno di dar credito a false profezie, sotto certi aspetti si rivela davvero apocalittica. Che nella società si invertano i valori e si dichiari quindi lecito il peccato nelle sue forme più abominevoli, si faccia anzi propaganda alla perversione, è certo una cosa grave ma, se si riflette sullo stato in cui versa la società, se si prende in considerazione da chi essa è guidata, ciò non meraviglia più di tanto: chi ha il potere, oggi, in particolare il potere di determinare la mentalità, il pensiero e la cultura, sono forze oscure postesi al servizio del demonio.

Ciò che è davvero apocalittico è che nella Chiesa si invertano i valori, si pretenda cioè di presentare come qualcosa non solo di lecito, ma addirittura di eccellente, ciò che è abominevole, i peccati più ripugnanti. Allora ci domandiamo: che cosa dobbiamo fare? come dobbiamo regolarci? Dobbiamo evidentemente rimanere aggrappati alla dottrina, a ciò che ci è sempre stato insegnato, a ciò che la Chiesa ha sempre difeso come verità – non solo come verità rivelata, ma anche come verità di ragione, che la coscienza umana è in grado di riconoscere. Questo è quanto mai urgente: se nella società si abbandona Dio, ognuno si ritiene autorizzato a decidere cos’è bene e cos’è male; nella Chiesa, però, non si può abbandonare Dio, né si può essere abbandonati all’arbitrio del primo che apre bocca, fosse pure ai livelli più alti. Bisogna che ci sia la certezza della verità – e la certezza della verità sta nella continuità dell’insegnamento cattolico, del Magistero perenne.

Rimaniamo dunque fermi nella verità, in modo tale da poter sperimentare la risurrezione spirituale ogni volta che ne abbiamo bisogno. Per rimanere fermi nella verità, però, dobbiamo evitare anche un altro pericolo: quello di sceglierci autonomamente i maestri. È comprensibile che, nella confusione, si senta il bisogno di trovare punti di riferimento, ma non tocca a noi decidere chi deve insegnare: è Dio che costituisce i Suoi ministri; è Lui che, tramite la Chiesa, li sceglie e comunica loro l’autorità. Coloro che, nella Chiesa, insegnano legittimamente sono esclusivamente quei ministri di Dio che hanno ricevuto un mandato ed esercitano perciò un ministero legittimo, fondato su una disposizione dell’autorità competente; diversamente ci si perde dietro mille voci, mille “maestri”. La scelta di decidere chi seguire, chi eleggere come proprio capo, è d’altronde una scelta tipicamente rivoluzionaria, non una scelta cattolica; sono appunto gli artefici e i seguaci delle rivoluzioni che scelgono (o pensano di scegliere) chi vogliono avere come capo, mentre il cattolico riconosce e accetta le guide donate da Dio.

Abbiamo sentito come san Paolo ci ammonisce: «Non seguiamo chi ritiene di valer qualcosa, mentre non è nulla, e inganna quindi se stesso» (e anche gli altri). «Ciascuno esamini il proprio operare» (cf. Gal 6, 3-4): bisogna vedere i fatti, le azioni, le quali devono essere sempre buone; non possono esserci azioni cattive giustificate da un’intenzione che sembra virtuosa. Questo è uno dei princìpi fondamentali della morale cattolica: l’intenzione, per quanto buona, non giustifica azioni cattive. Ora, le azioni che rompono la comunione ecclesiale sono molto cattive; ci può esser dietro la migliore intenzione, ma non è una cosa lecita. Chiediamo perciò al Signore la luce necessaria per vivere umilmente nella comunione ecclesiale, così da sperimentare la gioia della Chiesa, di questa madre che vede continuamente risorgere i suoi figli, che li vede pure tornare, se si sono allontanati, che li vede riprendere la via di casa.

In ogni caso, non lasciamoci suggestionare da tante voci che pretendono di ergersi a guide senza alcuna legittimità. «Non illudetevi – incalza san Paolo –: non si può ingannare Dio. Ognuno mieterà ciò che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne mieterà corruzione; chi invece semina nello Spirito, dallo Spirito mieterà la vita eterna» (Gal 6, 7-8). Il termine carne non designa soltanto i peccati della carne; la carne è anche ogni attività dettata dall’io peccatore, dall’orgoglio, dalla superbia. Chi semina in questo senso, evidentemente, raccoglierà corruzione, cioè la morte eterna; chi invece semina nello Spirito, ossia si lascia guidare dallo Spirito Santo dentro la comunione del Corpo Mistico, otterrà la vita eterna. Vedete: il rischio, anche nel difendere la fede, è quello di adottare gli stessi metodi del mondo, gli stessi metodi di quelli che non sono cattolici, che non possiedono la verità; il metodo della contestazione, della ribellione, dell’insubordinazione.

Queste sono tutte forme di egocentrismo, con cui, in ultima analisi, uno pensa di salvarsi da sé, anziché confidare nella grazia di Dio, che ci è comunicata esclusivamente all’interno del Corpo Mistico. Al di fuori, certo, il Signore concede grazie prevenienti che attirino le persone alla fede, ma la grazia santificante la troviamo solo qui; fuori non c’è. Tornando alla compassione di Gesù, allora, raccogliamo l’esortazione di san Paolo, che conclude dicendo: «Non stanchiamoci di fare il bene; a suo tempo mieteremo, se non ci saremo stancati. Nel tempo che ci è dato in questa vita, operiamo il bene verso tutti, specialmente verso i fratelli nella fede» (cf. Gal 6, 9-10).

Da che cosa si vede una fede genuina? Dalle opere, non dalle chiacchiere; dobbiamo dimostrare con i fatti, con le azioni buone, con la misericordia, con la compassione, con la carità, che crediamo in Gesù, che siamo uniti a Lui, che siamo realmente membra del Corpo Mistico. Che il Signore ci conceda la grazia non solo di risorgere spiritualmente ogni volta che siamo caduti, ma anche di portare i frutti che si aspetta da noi, queste opere buone che sono il segno distintivo del vero cristiano.

Sia lodato Gesù Cristo!


11 commenti:

  1. Grazie per aver accennato ai messaggi di Nostra Signora di Fatima. Di queste apparizioni, ufficialmente riconosciute, e avallate ulteriormente dai viaggi pontifici, sgomenta e atterrisce l'enorme silenzio di chierici e pastori. Noi fedeli le conosciamo, di fatto, per via traverse. Diciamola tutta: la pedagogia di Fatima è l'antitesi del modernismo e degli attuali disastri ecclesiali. Basta la prima e la seconda parte del messaggio per cambiare vita e diventare un pò più santi. E tanti saluti ai finti cattolici, ai protestanti, massoni e agnostici infiltrati dentro la Chiesa. Forse, dico forse, la terza parte del messaggio riguarda loro, noi andiamo avanti col Rosario quotidiano.

    RispondiElimina
  2. Buona predica. Resta il fatto che Bergoglio è palesemente e pertinacemente eretico. Ed apostata. Non può essere scomunicato? Non può decadere? Va bene. Ma eresia ed apostasia sono incontestabili ed un problema da affrontare

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non esiste una procedura per un caso del genere. Dobbiamo pregare e offrire perché il Signore ci ridoni un vero Papa, se lo meritiamo.

      Elimina
  3. Per noi, è nato questo fiore straordinario…che non appassisce e profuma sempre. Buona domenica e buona festa della Natività di Maria. ❤️
    Don Luca Paitoni

    RispondiElimina
  4. Che il Signore mi perdoni se mi sbaglio, ma lo dico senza tanti scrupoli, tanto non mi pubblicherá il commento: lei mi sembra proprio un manipolatore, un gatekeeper.

    Quindi se scarto i falsi maestri regolarmente inseriti in questa gerarchia corrotta, per seguire la voce di un novello sant'Atanasio, di un arcivescovo sincero e fedele, sarei un rivoluzionario!
    Per essere un buon cattolico devo ascoltare il prelato catto-liberale di turno, purché regolarmente incardinato, anche grazie alla sua accettazione formale dell'apostatico conciliabolo!

    Caro don Elia, purtroppo per lei le pecore ascoltano e riconoscono la voce del buon pastore, anche se iniquamente scomunicato dal Sinedrio,
    mentre i mercenari, anche se hanno "il bollino blu", non li seguono.

    Ho la sensazione che al Redde Rationem lei potrebbe trovarsi a dover chiedere l'intercessione di mons. Viganò, come fu imposto ai consolatori molesti, nei confronti del giusto Giobbe.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il Signore non perdona chi si ostina a sbagliare senza dare ascolto a chi lo ammonisce con carità.

      Elimina
  5. Scuola Ecclesia Mater IPC
    Don Nicola Bux - Gesù Cristo per darci l'esempio ha accettato l'umiliazione
    https://www.youtube.com/watch?v=tQJkSIBIeEs

    RispondiElimina
  6. Nella Russia in guerra si invoca l'aiuto di Dio
    Osservatorio Card. Van Thuân
    4 settembre 2024
    Regione di Kursk, vicino al confine con l'Ucraina. Una zona di confine, da anni tormentata dalle azioni di una guerra che ormai la investe direttamente. Da questa realtà di paura e di dolore ci arriva adesso un video, assolutamente non professionale, filmato chiaramente con il telefonino. Ritrae uno spettacolo divenuto per noi inconsueto: una processione che si snoda lungo una strada asfaltata in mezzo alla campagna. In sottofondo, preregistrato, un canto religioso russo.
    https://www.youtube.com/watch?v=j6yvzFLieSE&t=13s

    RispondiElimina
  7. Grazie anche per questa omelia. P.s.: ho risposta ad una mail, inviandoLe una mail oggi, 11 settembre. Risponda quando avrà tempo, senza fretta.

    RispondiElimina
  8. Bruno Cornacchiola, testimonianza del figlio Carlo - Madonna della Rivelazione Tre Fontane Roma - 3 Piccoli Passi con Gesù
    Tratto dai canali YouTube: Bruno Cornacchiola, Fondatore Associazione SACRI - Tv2000it - Rai 1
    Canale YouTube:
    3 Piccoli Passi con Gesù
    https://gloria.tv/post/mCK14PMgjfg83hfg2S4ycypF4

    RispondiElimina
  9. Nota n°1) Nel 1963 Dio ha sciolto Satana?
    La domanda può apparire strana. Ma ecco da dove deriva. Ho letto casualmente il testo in inglese di una conferenza, in stile parlato, dell'esorcista americano P. Ripperger, del 6 marzo 2021, citata da LSNews. Ecco il passo che mi ha colpito:
    "La maggioranza degli esorcisti che operavano prima del 1963 e dopo il 1963 hanno detto che il tempo medio prima del 1963 per liberare qualcuno dalla possessione era di uno o due giorni all'esterno, forse di sette giorni, quando avevi avuto l'autorizzazone ad attuare l'esorcismo maggiore. Il caso eccezionale accaduto a St. Louis durò 59 giorni, una cosa inaudita. Ma in un solo giorno, nel 1963, ci fu un mutamento repentino.
    Cosa accadde? Che il tempo per liberare i posseduti da uno o due giorni passò a dieci mesi, due anni - da un giorno all'altro. Indipendentemente dal tipo di possessione, dalle circostanze della stessa.
    Quando cominciai ad effettuare gli esorcismi, circa 15 anni fa [nel 2006], ci volevano circa da 10 mesi a 2 anni per liberare qualcuno. [Ma] qualcosa accadde nella vita della Chiesa e il tempo scese a due o tre mesi. Sei mesi più tardi, ci fu un [nuovo] mutamento spirituale - credo di poter dire di averlo sentito nella forza [ da impiegare nell'esorcismo] - ma questo mutamento comportò l'aumento esponenziale dei casi che normalmente richiedevano da 10 mesi a due anni.
    Molti esorcisti si lamentano di non riuscire a liberare praticamente nessuno e questo ti dice qualcosa, dato che la situazione odierna della Chiesa è parte del problema...".
    Restiamo al 1963. Cosa successe? Paolo VI eletto papa il 21 giugno 1963, l'approvazione della prima costituzione conciliare, quella sulla riforma della liturgia, la Sacrosanctum Concilium, il 4 dic 1963, a due anni dalla fine del Concilio.
    T.

    Nota n°2)
    "Benché tutti conferiscano la grazia, un sacramento sorpassa gli altri in dignità e tutti guardano a esso: si tratta dell’Eucaristia. Gli altri sacramenti donano la grazia, ma l’Eucaristia dona l’Autore della grazia. Gli altri sacramenti sono fiumi di grazia, l’Eucaristia è la sorgente."
    "Nessuna preghiera umana, nessun atto umano né abnegazione, nessun sacrificio è sufficiente a squarciare il cielo. Solo il sacrificio della croce può farlo ed è ciò che avviene nella Messa. Quando la celebriamo, per noi è come essere appesi alle sue vesti, aggrappati ai suoi piedi durante l’Ascensione, stretti alle sue mani piagate mentre offre sé stesso al Padre celeste. Nascondendoci in lui, le nostre preghiere e i nostri sacrifici hanno il suo stesso valore."
    (Fulton J. Sheen, da "I 7 Sacramenti - edizioni Ares")

    Rev.Padre, approfitto di questi due interventi trovati in rete per porre una domanda.Nella Chiesa dove si celebra la Messa di sempre in cui ho la grazia di andare le cappelle laterali spesso sono occupate da Sacerdoti intenti ad elevare il proprio Santo Sacrificio della Messa (una volta ho contati sei Sacerdoti ) ; di contro nelle Chiese dove si celebra la Messa di Paolo VI (costruite alacremente specie nell'epoca in cui ha regnato il Papa G.P.II) non ci sono altari laterali ma un'unico altare centrale dove spesso si assiste a concelebrazioni eucaristiche . Premessa la permissione di Nostro Signore, ecco la mia domanda : sara' anche per questo che Satana impera ? Sara' anche per questo che siamo in una situazione totalmente diabolica in cui si incentivano piu' vizi capitali possibili? Forse anche perche' ci sono meno Sante Messe? Per quel che so una concelebrazione eucaristica e' di fatto solo una Santa Messa, a questo poi dobbiamo aggiungere tutto il resto come l' illanguidimento della Fede, la indifferenza di molti battezzati, le famiglie cosiddette allargate, ecc....
    Sia lodato Gesu' Cristo!

    RispondiElimina